Lezione 14 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione

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Corso di laurea in Scienze dell’Educazione
A. A. 2012 / 2013
Istituzioni di Linguistica (M-Z)
Dr. Giorgio Francesco Arcodia
([email protected])
1. Flessione
stanz-e, corr-ono, alt-o, debit-o, simpatic-a... → morfemi flessionali (o flessivi)
→ non modificano il significato (lessicale) della radice / parola (≠ derivazione);
esprimono valori di categorie grammaticali obbligatorie della lingua
→ categorie flessionali (genere, numero, caso, tempo, persona...)
→ categorie e valori delle categorie: numero > singolare, plurale; tempo > presente,
passato, futuro; genere > maschile, femminile, neutro...
→ le categorie flessionali non corrispondono necessariamente alle categorie
dell’esperienza: ted. das Mädchen ‘la ragazza’ (genere neutro), it. giraffa, ippopotamo
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Es.: flessione aggettivale in italiano
→ a quattro uscite:
Numero
singolare
genere
plurale
maschile
alt-o
alt-i
femminile
alt-a
alt-e
Numero, genere: categorie
Maschile, femminile, singolare, plurale: valori
→ a due uscite:
Numero
singolare
plurale
felic-e
felic-i
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Forma di citazione: esponente generale di una parola, forma elencata nei dizionari
Ess.: aggettivo italiano → maschile singolare (bello)
nome russo → nominativo singolare (voda 'acqua')
verbo italiano → infinito presente (correre)
verbo latino → prima persona singolare del presente attivo (currō)
→ morfemi flessionali come marche (realizzazioni concrete) di valori di una (o più)
categorie grammaticali:
intelligent-e
→
marca di singolare
carin-i
→
marca di maschile, plurale
scriv-o
→
marca di prima persona, singolare, presente, indicativo
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2. Categorie grammaticali
Categorie grammaticali = “espressione linguistica di alcune dimensioni cognitive
fondamentali dell’esperienza umana, quali la nozione di numerosità o quella di tempo”
(Basile, G. et al., 2010, Linguistica Generale, Roma, Carocci)
Es.: genere e numero (bello, belle), tempo e modo (correva, mangerei)
Ogni categoria ha più valori:
Genere
Numero
Tempo
Diatesi
Maschile
Femminile
Neutro
...
Singolare
Plurale
...
Presente
Passato
Futuro
...
Attivo
Passivo
...
→ espressione morfologica vs. espressione lessicale
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→ l’inglese e il vietnamita non marcano il genere e il numero negli aggettivi; la differenza
tra le lingue non sta in ciò che possono esprimere, ma in ciò che deve essere espresso
Es.:
russo
ja napisal prijatelju
→ le marche verbali indicano che l’azione è conclusa, e che si tratta di un
amico; la distinzione tra indefinito (it. un) e definito (il) non è espressa
ingl.
I wrote letters to a friend
→ l’azione non è necessariamente conclusa; l’indefinitezza è segnalata dalla
presenza di a, ma il genere del friend non è espresso.
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2.1 Principali categorie grammaticali
Categorie grammaticali marcate sui nominali (nomi, aggettivi, pronomi):
(1) Numero
→ distinzione fondamentale: singolare vs. plurale
it. sedia vs. sedie, sp. amigo vs. amigos
→ duale, triale, paucale
Yimas (lingua della Papua Nuova Guinea):
paŋkt
ŋkul-cpul
noi-PAUC voi-DU-colpire
'noi (pochi) colpiamo voi (due)'
(Foley, W., 1991, The Yimas Language of New Guinea. Stanford: Stanford University Press)
→ si confrontino: la polizia è efficiente vs. the police are efficient
N.B.: anche le lingue prive dellla categoria morfologica di numero conoscono la
categoria nozionale → cin. yī běn shū 'un libro' vs. sān běn shū ‘tre libri’
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Sistema di numero del bayso (lingua afro-asiatica dell'Etiopia):
a. luban-titi foofe
leone-SG guardai.1.SG
b. luban-jaa
'ho guardato un leone'
foofe
leone-PAUC guardai.1.SG
'ho guardato alcuni leoni'
c. luban-jool foofe
leone-PL
guardai.1.SG
'ho guardato (parecchi) leoni'
d. luban foofe
leone guardai.1.SG
'ho guardato un leone/leoni'
→ numero generale: il numero del referente non è specificato
(esempi adattati da Corbett, G., 2000, Number, Cambridge, Cambridge University Press)
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(2) Caso
→ codifica della funzione sintattica che un referente ricopre in una frase
es.: rus. ja vypil vodu ‘bevvi l’acqua’ vs. voda xolodnaja ‘l’acqua è fredda’
→ nominativo: caso del soggetto, accusativo: caso dell'oggetto, dativo:
marca del 'complemento di termine', genitivo: marca del 'complemento di
specificazione', etc.
→ italiano: tu (nominativo) vs. te (accusativo), lo (accusativo) vs. gli (dativo)
→ lingue caucasiche quali il tabasarano o il lak contano, rispettivamente,
52 e 48 valori diversi per la categoria del caso
→ anche le funzioni associate ad un caso sono in parte idiolinguistiche
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(3) Genere
→ maschile vs. femminile vs. neutro, animato vs. inanimato (es.
Ojibwa, lingua algonchina del Canada)
→ l’informazione di genere è inerente nel nome: sole è maschile,
luna è femminile, etc.
→ in italiano, vari criteri (tendenziali) nell’assegnazione del genere:
semantici, mofologici, (mor)fonologici: genere naturale (il cantante,
la gatta); campo semantico (‘mesi’ M, ‘città’ F, etc.); appartenenza
alla classe flessiva (la recluta; cf. kimono, sauna); suffissi
derivazionali (-zione F, -tore M)
→ in inglese, il genere viene determinato solo su criteri semantici
(nomi umani maschili vs. femminili vs. nomi inanimati e di animali;
ma cf. ship ‘nave’ → she); in tedesco, Mädchen ‘ragazza’ è neutro (cf.
nederlandese blondje ‘(ragazza) bionda’, neutro), Löffel ‘forchetta’ è
maschile
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(3bis) Classificatori nominali
→ marcatura della ‘categoria’ semantica del nome
(categoria affine al genere)
→ veicolano distinzione legate a varie dimensioni
classificatorie: forma, dimensione, etc.
Es.: alcuni classificatori del cantonese (famiglia sino-tibetana, Hong Kong e Cina del sud)
Classificatore
Uso
Esempio
faai
oggetti dalla superficie piatta
jī
oggetti cilindrici
tìuh
oggetti lunghi e sottili; animali
bá
attrezzi e strumenti (non musicali)
ga
veicoli e altre macchine
bún
volumi
yāt faai mihnbāau
'una fetta di pane'
géi jī jáu
'alcune bottiglie di vino'
tìuh louh
'(la) strada'
bá jē
'(l')ombrello'
ga chē
'(l')automobile'
sé bún syū
'scrivere un libro'
(adattato da: Matthews, S., Yip, V., 2011, Cantonese. A Comprehensive Grammar, London, Routledge)
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(4) Gradi dello
aggettivo
→ comparativo (più vecchio), superlativo (vecchissimo)
→ espressione analitica (non morfologica) del superlativo in italiano;
cfr. inglese old, old-er, old-est; ted. alt, alt-er, alt-est
(5) Definitezza
→ entità specifiche / identificabili (definite) vs. entità non specifiche /
non identificabili (indefinite)
questa casa vs. molte case; mi prendi un bicchiere vs. mi prendi il
bicchiere? → tipicamente, gli articoli marcano la definitezza
→ cfr. arabo st. al-baytu 'la casa' vs. baytu-n 'una casa'
→ svedese ett brev 'una lettera' vs. brev-et 'la lettera' vs. brev-en 'le
lettere'
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(6) Persona
→ codifica dei partecipanti all’atto comunicativo: emittente (prima
persona), ricevente (seconda persona), altri referenti (terza persona)
→ categoria inerente nei nomi e nei pronomi, contestualmente
deteminata per i verbi
→ categoria che si combina con quella del numero (noi, voi, loro)
→ prima persona plurale inclusiva vs. esclusiva (cin. wǒmen ‘noi’ vs.
zánmen ‘noi (compreso l’interlocutore)’
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Categorie grammaticali marcate sul verbo:
(7) Tempo
→ passato vs. presente vs. futuro
→ opposizione passato vs. non passato (es. giapponese; cf.
italiano domani vado)
→ tempo cronologico e tempo grammaticale non necessariamente
coincidono: saranno le sei, domani vado al mare
(8) Aspetto
→ distinzione fondamentale perfettivo (azione conclusa)
imperfettivo (azione non conclusa) ≠ passato vs. presente
vs.
Es.: Giovanni andava a scuola, ma non vi giunse mai
*Giovanni andò a scuola, ma non vi giunse mai
(Bertinetto, P. M., 1986, Tempo, aspetto e azione verbale nel verbo italiano:
il sistema dell’indicativo. Firenze: Accademia della Crusca)
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(9) Modo
→ “espressione dell’atteggiamento
all’evento descritto dal verbo”
del
parlante
rispetto
(Graffi, G. & Scalise,S., 2002, Le lingue e il linguaggio. Bologna, Il Mulino)
→ eventi reali (indicativo), eventi possibili o impossibili
(condizionale), ordini e esortazioni (imperativo)...
→ i ‘tempi verbali’ italiani non codificano solo il tempo, bensì
combinazioni di tempo, aspetto e modo (TAM): andò (passato
remoto = passato perfettivo indicativo), andrei (condizionale
presente = passato perfettivo condizionale), etc.
(10) Diatesi (o voce)
→ codifica del ruolo semantico degli argomenti del verbo
(soggetto, oggetto, etc.); distinzione fondamentale attivo vs.
passivo
Es.: Marco ha mangiato un panino (attivo)
AGENTE
PAZIENTE
Il panino è stato mangiato (da Marco)
PAZIENTE
AGENTE
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2.2 Flessione inerente vs. flessione contestuale
Una parola / forma flessa hanno un valore di una categoria inerentemente (senza
condizionamenti esterni al lessema / forma)
Es.: it. forchetta → inerentemente femminile; coltello → inerentemente maschile
→ cf. ted. der Löffel ‘forchetta’ (maschile), das Messer ‘coltello’ (neutro)
→ cugino vs. cugina → parole diverse, non forme flesse di cugino
→ cf. padre / madre, sindaco / sindaca, ministro / ministra
→ il dito vs. le dita
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La categoria del numero nel nome italiano:
forme
forchetta
forchetta
forchette
→ ogni forma flessa è inerentemente singolare o plurale; la scelta dipende dal parlante e
dal referente (e non da elementi sintattici contestuali)
genere (nel nome italiano) → stabilito per ciascuna parola
numero (nel nome italiano) → inerente per le singole forme flesse
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1.2 Flessione contestuale
Valori non inerenti per una parola / forma, dipende dai rapporti sintagmatici che si
instaurano con le altre parole della frase → aggettivi e articoli
Es.: il, forchetta, piccolo
le forchette piccole
femminile plurale
femminile plurale
inerente al lessema
femminile plurale
inerente alla forma flessa
genere e numero non inerenti, bensì dipendenti dal valore di dette categorie nel nome
che modificano → flessione contestuale
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3. Accordo e reggenza
Accordo → due parole hanno gli stessi valori di una o più categorie grammaticali
Controllore: elemento che possiede i tratti inerenti
Target: elementi che ricevono i tratti contestuali (in dipendenza dal controllore)
Dominio: costituente entro il quale si ha accordo per determinate categorie grammaticali
le forchette piccole
target
controllore
target
femminile
singolare
femminile
singolare
femminile
singolare
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Accordo e domini in lingue diverse:
It.
uomo alto
donna alta
vs.
Ing.
quest’uomo è alto
questa donna è alta
tall man
tall woman
vs.
Ted.
this man is tall
this woman is tall
großer Mann
große Frau
vs.
dieser Mann ist groß
diese Frau ist groß
(Graffi, G. & Scalise, S., 2002, Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino)
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Reggenza → una parola ha un valore di una determinata categoria flessionale assegnata da
un’altra parola con categorie diverse
Es.: preposizioni russe
kofe s sacharom
vs.
kofe bez sachara
caffè con zucchero
(caso strumentale)
caffè senza zucchero
(caso genitivo)
‘s’ regge lo strumentale
‘bez’ regge il genitivo
→ le preposizioni s e bez ‘reggono’ due casi diversi, ma non hanno nessun valore di
caso ≠ le forchette piccole
Es.: preposizione in
in tedesco
in der Wüste
nel deserto
(dativo)
stato in luogo
vs.
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in die Wüste
nel deserto
(accusativo)
moto a luogo
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Flessione inerente, accordo e reggenza:
Lat.
cum
con
fratre
fratello
maschile
singolare
ablativo
meo
‘con mio fratello’
mio
prima persona singolare
valore inerente
maschile
singolare
ablativo
valori
inerenti
valori contestuali
(accordo con fratre)
determinato
da cum
(reggenza)
??
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4. Allomorfia e suppletivismo
Allomorfi = morfi diversi che corrispondono ad uno stesso morfema
→ "l'allomorfo è la variante formale di un morfema, che realizza lo stesso significato di
un altro morfo equifunzionale con cui è in distribuzione complementare; o, in parole più
semplici, è ciascuna delle forme diverse in cui si può presentare uno stesso morfema, che
sia suscettibile di comparire sotto forme parzialmente diverse"
(Berruto, G. & Cerruti, M., 2011, La linguistica: un corso introduttivo, Torino: UTET)
Es.: inutile
illogico
impossibile
irrilevante
→ in‒ ‘non X’
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Es./2: il morfema indicante in italiano l’azione del leggere:
legg- (legg-o, legg-i, ecc.)
less- (less-i, less-e)
lett- (lett-o, lett-a, ecc.)
→ come per i fonemi, anche i morfemi vengono indicati con la forma (allomorfo) più
frequente e normale (es.: infinito del verbo)
Plurale nominale turco (armonia vocalica)
adam ‘uomo’
otobüs ‘autobus’
hava ‘aria’
ev ‘casa’
→
→
→
→
adam-lar
otobüs-ler
hava-dan
ev-den
{uomo}+{plurale}
{autobus}+{plurale}
{aria}+{ablativo}
{casa}+{ablativo}
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2.3 Suppletivismo
Suppletivismo: quando, in una serie morfologicamente omogenea, si trovano forme
diverse che intrattengono evidenti rapporti semantici senza evidenti rapporti formali →
caso ‘estremo’ di allomorfia
Ess.:
vado, vai, va, vanno vs. andiamo, andate
buono vs. migliore vs. ottimo (cf. buonissimo)
acqua vs. idrico
cavallo vs. equino
Bologna vs. felsineo (cf. bolognese)
→ fenomeno che frequentemente è spiegabile con la ‘coesistenza’ di lessemi dall’origine
diversa:
vado, vai, va, vanno vs. andiamo, andate → lat. vadere vs. ambulare (?)
→ cf. francese j’irai ‘andrò’, nous irons ‘andremo’ < lat. ire
acqua vs. idrico → lat. aqua(m) vs. gr. hýdōr
cavallo vs. equino → lat. caballu(m) ‘cavallo da lavoro’ vs. equus ‘cavallo’
Bologna vs. felsineo (cf. bolognese) → lat. Felsina ‘nome etrusco di Bologna’
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Suppletivismo debole vs. suppletivismo forte:
Suppletivismo debole (o parziale): buy vs. bought, Arezzo vs. aretino,
→ cfr. lat. Hierosolyma > it. Gerusalemme, ma gerosolimitano; lat. āurum > it. oro, ma
āureu(m) > aureo
→ la relazione tra le forme è più ‘visibile’ rispetto ai casi di suppletivismo forte
→ anche il rapporto tra esci e uscire può essere descritto come suppletivismo debole
→ cf. corretto vs. correzione, perfetto vs. perfezione, costrutto vs. costruzione:
allomorfia o suppletivismo debole?
→ l’alternanza corretto / correzione è una regola fonologica attiva dell’italiano
(marte vs. marziano, etc.); quella arezzo vs. aretino è attestata solo in alcuni nomi
come Piacenza vs. Piacentino, Vicenza vs. Vicentino; nel primo caso parliamo di
allomorfia, nel secondo di suppletivismo debole
Suppletivismo forte: alternanza dell’intera radice (e non solo di alcuni fonemi):
→ Chieti vs. teatino
→ lat. teatīnu(m), da Teate ‘Chieti’
→ ingl. go vs. went
→ go ‘andare’, wend ‘procedere’ (ora pass. wended)
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