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Cipolla rosolata
Si taglia a fettine sottile la cipolla e si mette in padella con olio. Si lascia rosolare
per poco tempo e dopo si copre a pelo d’acqua e si chiude con un coperchio. A fuoco
lento si lascia asciugare l’acqua finchè la cipolla non diventa q uasi una pappetta che si
può addirittura passare ed usare sul pane tostato. In questo modo si ha una doppia
azione fegato-rene, poichè il pane tostato fa lavorare il fegato per i carboidrati resi più
disponibili dalla tostatura, mentre la cipolla aiuta il rene ad eliminare il prodotto del
lavoro del fegato. In più il pane tostato imbibito dalla cipolla inizia a rifermentare
svolgendo un lavoro di dilatazione delle anse nell’ambiente intestinale.
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Crisi di panico e ruolo del pancreas e delle paratiroidi.
Nelle sindromi caratterizzate da crisi di panico un ruolo non secondario è svolto
dagli equilibri glicemici, nel senso che in determinate persone l’ipoglicemia induce
uno stato di allarme che può far partire crisi di panico, ma sembrerebbe fortemente
implicato anche il metabolismo del calcio.
Una osservazione clinica è costituita dal fatto che nell’ipertiroidismo non si
verificano mai crisi di panico. Poichè esiste un sinergismo funzionale tra tiroide e
paratiroidi, questa constatazione esclude una diretta imp licazione tiroidea nella genesi
degli stati di allarme neuro -vegetativi. Quindi l’attività incontrollata delle paratiroidi
che altera l’equilibrio del calcio deve necessariamente essere mediata dal pancreas,
dall’iperinsulinismo e quindi dal tasso di gluco sio nel sangue. Solo come conseguenza
entrano in gioco le surrenali e provocano tutti i sintomi classici della crisi di panico,
con pallore periferico, contratture, rigidità dello sguardo, ecc. L’asse potrebbe quindi
essere pancreas-paratiroidi-surrene.
Perchè il disturbo del metabolismo degli zuccheri provochi in questi pazienti una
allerta spasmodica del sistema nervoso e non altre conseguenze, rimane il punto da
capire. In linea generale sono soggetti ad impronta “renale”, nei quali è
particolarmente labile il meccanismo elettrolitico degli scambi di membrana. Se si
tiene presente che l’insulina, per attivare il metabolismo degli zuccheri, ha bisogno
del calcio a livello delle membrane cellulari, possiamo capire come in una
costituzione renale una turba simultanea dell’insulina e del calcio può indurre crisi di
panico. Sembra però che necessiti una escrezione improvvisa e violenta dell’insulina
perchè si inneschi questo meccanismo.
Forse viene impegnato il calcio in modo rapido e intensivo per attivare il consumo
del glucosio da parte dei tessuti. Solo quando “parte” la paratiroide ( senso di
costrizione alla gola e soffocamento, mancanza d’aria, sudorazione tra labbro
superiore e naso) inizia la crisi di panico, non semplicemente quando il tasso di
glucosio nel sangue è troppo basso, il che potrebbe spiegare solo i tremori, il pallore,
il sudore, l’irrigidimento.
Infatti non basta dare del calcio, come latticini o parmigiano, per frenare una crisi di
panico, ma spesso funziona bene il prosciutto crudo, che, guarda caso, è un ottimo
regolatore della glicemia.
E’ evidente che si tratta di meccanismi sottili che richiedono ancora studio e
osservazione. Infatti esistono sintomi condivisi anche in altre situazioni cliniche,
come il tremore nell’insufficienza renale o in intossicazioni acute. Anche la
tachicardia, frequente alla fine della crisi di panico, deve essere meglio caratterizzata,
poichè può essere dovuta allo squilibrio del calcio, ma si verifica in tante altre
situazioni, non ultimo l’ipertiroidismo.
Menopausa, surrene e vampate di calore.
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Normalmente nessuna donna che abbia avuto un ciclo mestruale sempre regolare ed
equilibrato dal punto di vista degli ormoni estro -progestinici ha mai una menopausa
aggravata dalla sofferenza di vampate di calore viole nte, frequenti ed invalidanti.
Quando questo succede si rileva sempre dall’anamnesi un disturbo cronico della
funzione ormonale femminile che può essere di vario tipo, ma sempre improntato ad
una turba della funzione surrenalica. Questa disfunzione diventa preponderante appena
iniziano a diminuire gli ormoni femminili ed è la causa delle turbe vasomotorie e
circolatorie che tanto disturbo arrecano in tante donne.
In terapia nutrizionale è necessario in questi casi gestire queste pazienti come delle
surrenaliche e quasi sempre si controlla bene la frequenza e la violenza di queste crisi.
Il meccanismo potrebbe essere dovuto alla diminuzione del rapporto fra estrogeni e
progestinici, aumenta il testosterone e gli altri androgeni, che sono direttamente
correlati con la funzione surrenalica. Per cause diverse si ha un meccanismo
fisiopatologico identico a quello di una forte emozione che scatena l’adrenalina e fa
partire quel calore caratteristico che inizia nell’addome e sale verso la testa.
E’ osservazione empirica il fatto che le donne che fanno più facilmente questa
sindrome sono quelle che in medicina cinese fanno parte della costituzione “legno”,
vale a dire epatica, nel senso di una instabilità e sensibilità della funzione epato biliare.
Per inciso queste donne sono anche quelle più “estrogeniche”, nel senso che hanno
una forma fisica da predominanza degli estrogeni rispetto ai progestinici: quindi
torace, spalle e seno relativamente piccolo rispetto a fianchi e cosce. Abituate a
“viaggiare” con un tasso di estrogeni relativamente alto, pagano un prezzo più alto nel
momento in cui questi ultimi diminuiscono. Invece una menopausa meno traumatica
viene vissuta paradossalmente proprio da quelle donne che di costituzione sono
sempre state più androgeniche e surren aliche (maggiore peluria, spalle e s eno grandi,
sedere piatto, cosce sottile e senza cellulite), come se il loro sistema endocrino e
metabolico fosse più in sintonia con quella che è la fisiologia della post -menopausa.
Queste osservazioni sono concordi con quelle dell’endocrinologia per quanto
riguarda il fatto che in menopausa si ha un viraggio ormonale verso l’androgenismo,
ma sono in disaccordo con le ipotesi che esc ludono una precedente implicazione del
surrene nella genesi stessa della sindrome. Infatt i normalmente si pone l’accento su
squilibri psichici di non accettazione della fine della fecondità o sulle alterazioni
provocate dalla semplice riduzione estro -progestinica. Per cui si ricorre alla
somministrazione di questi ultimi, riuscendo a “tamponar e” i sintomi, ma rischiando
l’insorgenza di tumori e comunque non curando la causa ma solo l’effetto.
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Minestrina all’aglio
Si schiaccia uno spicchio d’aglio senza tagliarlo e si mette a friggere nella stessa
pentola. Dopo un paio di minuti, quando dive nta dorato, si aggiunge l’acqua facendo
attenzione che il fuoco sia al massimo e olio ed acqua diventino una vera e propria
emulsione senza più separazione fra acqua ed olio, altrimenti l’insieme si metterebbe a
sobbollire.
A fine cottura si potrà osservare come acqua ed olio si separano di nuovo, ma nella
pasta durante la cottura penetra l’emulsione arricchita dai principi dell’aglio.
Aggravamento della funzione epatica
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In un fegato da non sollecitare, come può accadere durante una crisi emorroidaria
acuta, vanno evitate le associazioni ricche di sali e soprattutto di vitamine, come una
macedonia di frutta o un minestrone di verdure, poichè veicolano nutrienti che
richiedono un immediato intervento dell’epatocita per essere gestiti ed utilizzati. Va
bene il finocchio lesso, il carciofo crudo e non fritto, addirittura l’uovo e la carne
bianca panata. Una lattuga bollita non è indicata perchè frenerebbe eccessivamente il
fegato, mentre si trova in una fase in cui deve essere semplicemente drenato facendolo
lavorare al minimo delle sue possibilità.
La macedonia di frutta è di aiuto soprattutto in un rene che si trova in difficoltà per
il forte stimolo diuretico e l’equilibrio in elettroliti dato dall’insieme dei frutti.
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Alimenti manipolati geneticamente
Mutagenicità che si trasferisce dall’alimento all’uomo.