Cos`è il panico e come funziona Immaginate di essere soli in mezzo

Cos'è il panico e come funziona
Immaginate di essere soli in mezzo a tanta gente, sentite la vostra mente
sfuggirvi. Il cuore impazzito, la gola si riempe di aria e vi soffoca, la testa come
sul ciglio di un precipizio oscilla di vertigine. La paura dilaga in voi, volete
fuggire ma non si può fuggire da se stessi, dalle proprie sensazioni. La paura vi
avvolge, vi strangola, cercate di controllarla ma è lei che controlla voi. Vi
sembra di impazzire e di morire al tempo stesso.
Benvenuti nel mondo del panico.
Il panico puo' essere definito la forma estrema della paura. Si tratta di una
reazione messa in moto dalla percezione attraverso i nostri sensi o da
immagini mentali che coinvolgono tutto l'organismo. Tutti i parametri utilizzati
per misurare l'attivazione dell'organismo come battito cardiaco, ritmo
respiratorio, sudorazione, vanno alle stelle. Solitamente è proprio questa
rapida escalation di eventi che porta alla sensazione di perdita totale di
controllo. Il fobico cerca continuamente di controllare o evitare le situazioni
nelle quali si può scatenare l'escalation dalla paura al panico, ed è proprio
questo tentativo di controllo che conduce alla perdita di controllo. La persona
intrappolata nella paura patologica, tenta di limitarne gli effetti mettendo in
atto una serie di scelte che finiscono per complicare ulteriormente il problema
e gli effetti del disturbo. I due tipici copioni fondamentali che la persona mette
in atto sono: tendenza a evitare le situazioni associate all'attacco di
panico. Se una persona associa la paura dell'attacco di panico a una
situazione (es. luoghi affollati,treno,macchina) di solito tende a evitarla. Ma il
fatto stesso di aver evitato la situazione temuta conferma sia la sua
pericolosità, sia la sensazione di incapacità del soggetto, aumentando la paura
della volta successiva. Ciò significa che ogni evitamento ne prepara uno
successivo, fino a costruirsi una catena di situazioni evitate che porta
l'individuo alla completa incapacità di esporsi a situazioni ritenute come
minacciose. E' proprio fuga dopo fuga che si produce una sfiducia generalizzata
del soggetto rispetto le proprie risorse, così egli eviterà sempre di più di
esporsi fino alla totale inazione. Il secondo copione che la persona mette in
atto nel tentativo di risolvere il problema è la richiesta di aiuto. La costante e
reiterata richiesta di aiuto alle persone ritenute fidate sino alla totale
dipendenza da altri individui. Il soggetto che ha completamente perso la fiducia
nelle proprie capacità di fronteggiare le situazioni che ritiene critiche addossa
ad altri la responsabiltà di aiutarlo, intervenendo nel caso di un attacco di
panico o rassicurandolo per prevenire l'innescarsi del fenomeno.
Se la persona procede per qualche mese con questa sequenza circolare di
tentativo di controllo delle proprie reazioni-richiesta di aiuto e protezione evitamento delle situazioni minacciose, giungerà alla costruzione della trappola
dalla quale non potrà più uscire con le proprie forze. La mente intrappola se
stessa, al punto che di solito dopo le prime esperienze di panico all'organismo
non sono più necessari stimoli esterni per innescare quella catena di eventi
psicofisiologici e la nostra mente può fare tutto da sola. E' sufficiente
un'immagine mentale per indurre le emozioni e le reazioni fisiologiche che
conducono all'attacco di panico. La mente scava la trappola nella quale poi ci si
infila e dalla quale non riesce più a uscire.
Il più delle volte il trattamento iniziale di un disturbo da panico è il ricorso a
farmaci tampone della reazione. L'uso del farmaco per l'ansia , dopo un pò di
tempo si trasforma anch'esso in una tentata soluzione che alimenta piuttosto
che ridurre il problema, poichè abitua la persona a delegare al farmaco la sua
capacità di resistere alle reazioni da panico. La paura, o si supera in prima
persona , o non si supera. Nessuno può affrontare la paura che proviamo al
posto nostro, nemmeno un farmaco. Quindi ancora una volta, ciò che all'inizio
riduce il disturbo, in seguito nel suo ripetersi nel tempo ne produce
l'incremento.
Chi soffre di attacchi di panico è vittima dell'apparente successo delle sue
strategie per combattere la paura. E' una persona che cade nella trappola
costruita dalla sua intelligenza.