Comunità “Eccomi, manda me!” Cellule di Evangelizzazione 2

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Comunità “Eccomi, manda me!”
Cellule di Evangelizzazione
2° Incontro - settimana dal 28 al 04 ottobre 2015
CUSTODIRE IL CARISMA
Carissimi fratelli e sorelle, in questi incontri che seguono l’udienza del 5
settembre con Papa Francesco vogliamo analizzare e riflettere alla luce della
Parola di Dio su ciò che ci ha detto il Santo Padre.
La prima affermazione forte e accorata che ci ha rivolto riguarda il carisma
delle cellule di evangelizzazione. Egli ci ha detto:
“Non dimenticare, per favore, che gli Statuti aiutano a andare sulla strada giusta,
ma quello che fa l’opera è il carisma! Non avvenga che per custodire tanto gli
Statuti, perdiate il carisma, per favore!”
Che cosa è il carisma? Il carisma è un dono di Dio dato ad una persona o
ad una comunità per l’edificazione di tutti.
Scrive San Paolo:
“Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di averne in
abbondanza, per l'edificazione della comunità.” (1Cor 14,12)
“Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un salmo,
un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono di interpretarle. Ma
tutto si faccia per l'edificazione.” (1Cor 14,26)
Il carisma per essere custodito non deve perdere la sua origine: Dio e il suo
fine: l’edificazione dei fratelli. Al di la della specificità del dono, chi lo ha ricevuto
non deve dimenticarsi del Donatore e del fine per cui il Donatore, Dio lo ha
donato. Per questo il primo elemento essenziale per custodire un carisma e non
tradirlo è l’umiltà.
Custodisce un carisma chi non se ne appropria per un fine personale ma lo
mette al servizio del bene comune. E soprattutto nella preghiera continua a
ricevere e ad alimentare il dono di Dio attraverso l’opera dello Spirito Santo.
Ma qual è il carisma delle cellule di evangelizzazione? Il dono particolare e
specifico che gli è stato dato da Dio per edificare la Chiesa?
Credo che lo specifico carisma delle cellule è lo zelo e la passione per
l’annuncio del vangelo ai “lontani”. Partendo dai vicini, quelli che noi chiamiamo
oikos. Ma lo zelo, la passione, l’ardore missionario, come ci dice Papa Francesco,
non lo danno gli statuti, non lo dà una legge. Ma la legge solamente indica un
percorso che deve essere animato dalla forza dello Spirito Santo.
Per custodire il dono bisogna custodire il Donatore. Una vita spirituale
intensa e profonda garantisce che i tralci non secchino ma portino tanto frutto
perché rimasti uniti alla vite e tra di loro.
Continua Papa Francesco, dicendo:
“Questo desiderio missionario richiede, anzitutto, ascolto della voce dello
Spirito Santo, che continua a parlare alla sua Chiesa e la spinge a percorrere
sentieri a volte ancora poco conosciuti, ma decisivi per la via dell’evangelizzazione.
Rimanere sempre aperti a questo ascolto e avere cura che non si esaurisca mai per
la stanchezza o le difficoltà del momento, è condizione per essere fedeli alla Parola
del Signore, e nello stesso tempo è una spinta a superare i vari ostacoli che si
incontrano nel cammino dell’evangelizzazione.”
Rimanere fedeli al carisma significa: Ascoltare lo Spirito, che parla alla
Chiesa, nella comunione dei fratelli, attraverso la Parola di Dio.
La Carità, la comunione e l’umiltà sono il cuore di ogni dono dato alle
cellule di evangelizzazione per l’edificazione del Regno di Dio.
Papa Francesco ci incoraggia, dicendoci di rimanere sempre aperti
all’accoglienza e all’ascolto del dono. Di non rimanere legati al “si è fatto sempre
così” ma di essere aperti per percorrere sentieri nuovi, sconosciuti ma fecondi per
l’evangelizzazione. Gli statuti non sono la gabbia dello Spirito ma un cartello
stradale che lancia verso percorsi sempre nuovi.
Infine con un sano realismo, ci esorta a non perdere l’entusiasmo o lo zelo
per l’inevitabile stanchezza o difficoltà che ogni evangelizzatore deve portare e
attraversare per essere servo di Dio e degli uomini.
Coraggio, non perdiamo il carisma! E anche se in qualche momento
avvertiamo la stanchezza o incontriamo degli ostacoli, questi sono prova di fedeltà
alla nostra chiamata ma soprattutto al Signore che ci ha chiamato.
Non dobbiamo avere paura della stanchezza o delle difficoltà. Dobbiamo
avere paura quando pensiamo di eliminare o diminuire tutto questo per avere
una vita più comoda ripiegata su noi stessi e meno protesa verso i poveri e i
bisognosi dell’annuncio del vangelo.
La vergine Maria, stella dell’evangelizzazione interceda per noi perché
custodendo il carisma possiamo rimaniamo fedeli a Dio che ci ha chiamato e
come diceva P. Salvatore in dialetto ragusano che ci ha “addingato”. Amen,
Alleluia.
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