D IL CARISMA DI DON ENZO don enzo, meno di due anni prima della sua morte, nel 1991, così commentava il cammino della cdg: “LA STORIA È IMPORTANTE SE CONTINUA: INIZIARE È ABBASTANZA FACILE, È PIÙ DIFFICILE CONTINUARE. CI VUOLE COSTANZA, CONTINUITÀ, CI VUOLE FERMEZZA, AVVEDUTEZZA, CI VUOLE INTRAPRENDENZA, CI VUOLE CORAGGIO, QUEL CORAGGIO CHE DIO SOLO PUÒ DARE, CHE I BUONI, GLI UMILI, LA GENTE SILENZIOSA POSSONO DARCI. MAI COME OGGI È URGENTE COGLIERE IL GRIDO DI DISPERAZIONE DEI POVERI...”. opo più di vent’anni quelle pa role rimangono attuali e continuano a stimolare il desiderio dei fratelli e sorelle definitivi per rinnovare il volto della comunità, affinché questa possa sempre rimanere coerente con se stessa e quindi fedele al Vangelo e al bene autentico dei poveri, amati in nome di Dio. La Chiesa universale stessa è in un cammino di profonda riforma ecclesiale, sotto la spinta dei gesti, delle parole, del magistero, dello stile di papa Francesco, che ci sta richiamando ai documenti del concilio Vaticano II, ancora oggi, dopo sessant’anni, attuali e non ancora attuate. In questo contesto ecclesiale ogni comunità cristiana, e così anche la Casa del Giovane, sente l’esigenza del cambiamento in nome di una vera fedeltà allo spirito del Vangelo; non una superficiale ricerca di maquillage esteriore, per illudersi così di saper parlare ai giovani, ma esigenza di autenticità e desiderio di radicalità evangelica. Con questo sguardo, come fraternità Casa del Giovane, ci siamo incamminati in un percorso di revisione-approfondimento del nostro carisma fondativo, dono prezioso che don Enzo Boschetti ci ha lasciato e che a lui è costato le fatiche, la fedeltà e la passione di una vita di condivisione con i poveri, sull’esempio del Maestro Gesù, povero e servo. Nell’ambito di questa riflessione, si impone un approfondimento circa il significato dei termini Carisma, unitamente alle sue specificazioni come carisma del fondatore, carisma di fondatore e della comunità. Andiamo per gradi e proviamo a spiegare: il temine carisma lo possiamo trovare in diverse pagine della Bibbia, ma per la riflessione che stiamo portando avanti, ci interessa in modo particolare la lettera di Paolo ai Romani ai capitoli 12-14. Qui l’apostolo delle genti riconosce come la Chiesa è resa bella dalla presenza di diversi carismi, una varietà di doni, ruoli e vocazioni presenti nella comunità ecclesiale che sono stati distribuiti perché tutta la comunità possa crescere e raggiungere la sua piena maturità. Doni che si trasformano poi nei vari servizio spesi per il bene della Chiesa e del mondo: le diverse nostre sensibilità messe a servizio per il bene del prossimo, le scelte e i contesti di vita di ogni cristiano ecc. Il termine fa riferimento all’infinito Amore di Dio, donatoci per mediazione di Gesù Cristo. Dio ama in modo uguale ogni uomo con il dono di suo Figlio Gesù che si dona per ciascuno; allo stesso tempo, si adatta a ognuno in modo individuale. Un’unica charis, tanti carismi, perché Dio comunica lo stesso dono in una meravigliosa molteplicità e varietà di doni. Nell’ambito di una realtà religiosa, la parola carisma indicare quindi la realtà profonda che ha animato ogni fondatore e il suo istituto. L’azione di queste persone è umana e allo stesso tempo divina, in quanto animati dallo Spirito. In quanto abbiamo appena affermato si intravede l’unità che accomuna tutte le forme di vita consacrata: tutte sono rese partecipi di un unico amore di Dio, del dono dello Spirito che tutte le suscita. E si intravede anche la diversificazione del dono in una molteplicità di manifestazioni, di servizi, di recezione dell’Amore di Dio. Solo come accenno richiamiamo anche uno di quei documenti conciliari, punto di riferimento dell’agire riformatore di papa Francesco: nella Lumen Gentium (n° 12) il termine carisma è usato per indicare grazie speciali, con le quali Dio rende atti e pronti alcune persone, ad assumersi varie opere e uffici, utili al “ Il nostro stile, riflesso del carisma iniziale, non dovrà mai sottovalutare le vere esigenze educative e promozionali dei giovani e di coloro che vivono in comunità Don Enzo Boschetti ” rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa. I fondatori vengono visti come strumenti attraverso i quali lo Spirito Santo rivitalizza la usa Chiesa, ringiovanendola in ogni epoca, attrezzandola per ogni opera buona. Provando a fare un passo ulteriore nella nostra riflessione, cerchiamo di chiarificare l’importante differenza tra carisma di fondatore rispetto al carisma del fondatore. Non si tratta solo di una sottigliezza teologica, per addetti ai lavori, ma un aiuto alla comprensione dell’esperienza del nostro don Enzo, come elemento imprescindibile per capire cosa il Signore Gesù ancora oggi chiede ad ognuno di noi e alla comunità intera. Per carisma di fondatore o carisma per fondare si indica il particolare dono che viene conferito dallo Spirito a un uomo o una donna in vista della creazione di una nuova istituzione di vita consacrata nella Chiesa. La storia cristiana ci consegna percorsi di vita e storie di santità, dove è possibile riconosce l’agire della mano di Dio, che li ha resi capaci di far nascere una comunità. Quando parliamo di carisma del fondatore facciamo riferimento agli elementi costitutivi dell’istituto che ne danno la ragion d’essere. I fondatori fanno una particolare esperienza nello Spirito che li introduce in una nuova comprensione esistenziale del mistero di Cristo, del Vangelo, della vita cristiana, fino a delineare la fisionomia di un’opera che si esprime in un servizio alla Chiesa e alla società come risposta ai segni dei tempi. Il carisma del fondatore contiene le intenzioni fondanti, il progetto frutto dell’ispirazione originaria, ed è destinato ad essere rivissuto e riattualizzato dai discepoli: scelta di vita, intenzioni fondanti, motivazioni ideali, vita, natura, fine, spiritualità, indole, missione che danno origine alla famiglia religiosa e la distinguono da tutte le altre. Il carisma del fondatore non va solo custodito e approfondito, ma anche sviluppato lungo le virtualità genetiche contenute nel carisma stesso. Nel cammino storico dell’istituto il carisma del fondatore sviluppa potenzialità impensate e si arricchisce con una sempre nuova capacità creativa, incarnando in tempi e modi differenti le medesime ispirazioni e intenzioni carismatiche iniziali. Ecco l’avvedutezza e il coraggio a cui faceva riferimento don Enzo, necessari per poter continuare a camminare lungo la strada e il solco tracciati, senza tradire la storia e senza perdere l’identità propria che ogni istituto custodisce come tesoro prezioso. Affidiamo al don, e ai nostri santi patroni i nostri passi, fiduciosi che Dio non ha smesso di accompagnare la vita di ciascuno e della sua comunità. Don Alessandro Comini