L’imperialismo, 1870-1914 Un periodo di pace Il periodo 1870 – 1914 fu l‟epoca storica in cui la pace durò più a lungo in Europa occidentale e Russia a partire dal crollo dell‟impero romano Questa situazione si verificò grazie allo spostamento dell‟area di tensione tra le potenze europee ai margini del continente o fuori di esso In Europa l‟unica area calda rimase la penisola balcanica Fuori d‟Europa Asia e Africa furono oggetto della competizione imperialistica tra le potenze europee La pace sul continente europeo Il congresso di Berlino, 1878 Le manovre diplomatiche di Bismarck La Germania di Bismarck diventò lo stato che manovrava la politica diplomatica per mantenere l‟equilibrio europeo Obiettivo principale di Bismarck fu il mantenimento dell‟inoffensività della Francia La Francia manifestava volontà di rivincita contro la Germania e la politica di Bismarck voleva evitare che essa trovasse alleati in Europa per ribaltare la situazione che in quel momento la vedeva isolata dalle altre grandi potenze La diplomazia tedesca ottenne questo obiettivo perché: la Gran Bretagna mantenne la sua politica di non occuparsi delle questioni in Europa continentale Russia, Impero austro-ungarico e Italia furono legate da alleanze alla Germania Situazione geopolitica europea fino alla I guerra mondiale Il «patto dei tre imperatori» Nel 1873 Russia, Austria e Germania si unirono nel Patto dei tre imperatori, un‟alleanza difensiva per mantenere intatti gli equilibri all‟interno dei singoli contraenti il patto e a livello internazionale Questo equilibrio fu messo a repentaglio dalla situazione nell‟area balcanica, in cui le popolazioni slave si rivoltarono contro gli ottomani La Russia decise una guerra contro i turchi per proteggere le popolazioni slave, di cui si sentiva la custode La guerra fu vinta dai russi, e determinò una nuova sistemazione dei rapporti di forza dentro quell‟area: nacquero stati indipendenti (Serbia, Montenegro, Bulgaria) o territori autonomi (Bosnia, Erzegovina) che erano legati fortemente alla Russia Questo nuovo status quo era ritenuto pericoloso da Austria e Inghilterra Il congresso di Berlino (1878) La Germania decise di convocare un congresso tra le grandi potenze a Berlino nel 1878 Bismarck mediò per costruire un sistema di rapporti tra gli Stati meno favorevole alla Russia Serbia e Montenegro rimasero indipendenti, la Bulgaria ebbe una riduzione della sua estensione, Bosnia e Erzegovina furono dichiarate autonome sotto l‟amministrazione temporanea dell‟Impero AustroUngarico La Gran Bretagna ebbe l‟isola di Cipro, la Francia ottenne dagli altri stati la possibilità di prendere la Tunisia I Balcani dopo il congresso di Berlino L’esaurimento del patto dei tre imperatori Negli anni successivi, il patto dei tre imperatori fu prima rinnovato (1881), quindi definitivamente sciolto, quando la tensione tra Russia e Austria-Ungheria tornò alta a causa della situazione balcanica Bismarck preferì allora accordarsi separatamente con l‟Impero Asburgo e con la Russia In particolare Germania e Russia firmarono un trattato di contro-assicurazione: la Russia non avrebbe aiutato la Francia se essa avesse attaccato la Germania; la Germania non si sarebbe alleata con l‟Impero Asburgo in caso di conflitto contro la Russia L’imperialismo Definizione di potenza e grande potenza «Potenza» e «grande potenza» La potenza è uno stato capace di essere soggetto attivo nella politica internazionale, cioè di assumere impegni e iniziative autonomamente senza essere condizionato da legami di subordinazione alla politica di altri stati Tale condizione è determinata dal fatto la “potenza” abbia una forza economica e militare o una capacità politica (o tutti e tre i requisiti) che la renda tale La “grande potenza” è uno stato che in un periodo storico abbia un ruolo di controllo e guida in una area geografica Tale ruolo dà alla quello stato responsabilità speciali nella gestione degli affari internazionali (Sabbatucci-Vidotto) Imperialismo Imperialismo (termine usato per la prima volta in Francia durante l‟impero di Napoleone III a indicare i progetti espansionistici dell‟imperatore) L‟imperialismo fu la tendenza degli Stati europei, in special modo tra il 1870 e il 1914, a portare fuori dall‟Europa i propri interessi economici, le proprie esigenze di difesa, la propria cultura Le finalità economiche, politiche e ideologiche si fusero per realizzare una politica di potenza basata sull‟uso della forza e spesso fine a sé stessa (SabbatucciVidotto) La strategia imperialistica La conquista di territori extraeuropei da parte delle grandi potenze del Vecchio Continente diventò obiettivo politico primario a partire dalla seconda metà dell‟800 Fino a metà „800 le potenze europee avevano preferito realizzare una penetrazione commerciale dentro i territori di Africa e Asia e Oceano Pacifico Negli ultimi decenni dell‟800, i grandi stati europei cambiarono strategia e preferirono sottoporre le zone già controllate commercialmente, e altre zone, sia all‟assoggettamento politico, sia a uno sfruttamento economico diretto Nacquero così sia le colonie, aree amministrate direttamente dai conquistatori, sia i protettorati, zone controllate indirettamente, che mantenevano, solo formalmente, proprie leggi e amministrazioni Cause economiche dell’imperialismo Il cambiamento di strategia ebbe cause di tipo economico e motivi di natura politico-ideologica Cause economiche accaparrarsi materie prime a basso costo (metalli, fonti energetiche, prodotti agricoli) ricercare sbocchi commerciali per i prodotti europei volontà di investire i capitali finanziari accumulati nei grandi paesi europei nelle zone extraeuropee Cause politico – ideologiche dell’imperialismo Motivazioni politiche e ideologiche nazionalismo e politica di potenza: volontà di affermare l‟eccellenza della propria nazione attraverso conquiste e domini territoriali razzismo e spirito di missione: l‟idea che l‟Europa avesse una missione di civilizzazione nei confronti del mondo non europeo, ritenuto selvaggio e inferiore sotto ogni aspetto Gli effetti della colonizzazione I paesi europei impiegarono nella propria espansione coloniale i mezzi della loro potenza economica e tecnologica L‟uso della forza per sottomettere le popolazioni indigene fu la prassi, con chiari eccessi fino alla crudeltà gratuita Economicamente la conquista coloniale ebbe alcuni effetti positivi: coltivazione di nuove terre; uso di nuove tecniche agricole; costruzione di strade, ponti, ferrovie; avviamento di attività industriali e commerciali Lo sviluppo economico delle zone colonizzate era funzionale agli interessi dei paesi conquistatori Effetti negativi: impoverimento delle zone conquistate, sfruttamento delle popolazioni, sconvolgimento di sistemi economici arcaici Passaggio dalla povertà al sottosviluppo Domini europei in Asia In Asia i domini europei erano secolari e importanti L‟Inghilterra controllava: India, Ceylon, Hong Kong Singapore, più diverse basi commerciali negli Oceani Indiano e Pacifico L‟Olanda controllava l‟arcipelago dell‟Indonesia Il Portogallo dominavano: Macao (Cina), Goa (India) e l‟isola di Timor (a est) La Spagna aveva sotto di sé le Filippine La Russia si stava espandendo in Siberia e Asia centrale La Francia puntava a conquistare la penisola indocinese Domini europei in Asia entro la metà dell’800 Ru GB GB F Por Sp GB NL Il canale di Suez L‟espansione verso Oriente fu incrementata dallo scavo del canale artificiale di Suez (Egitto), che mette in comunicazione Mediterraneo e Mar Rosso (1869) Questo canale, che tagliava l‟istmo fino allora esistente, abbreviò di molte settimane i collegamenti navali tra Europa e Asia La società che controllava il canale era una compagnia mista tra Francia e Gran Bretagna Le tre direttrici principali dell’imperialismo asiatico Le tre direttrici principali verso cui la penetrazione europea si mosse furono l‟India, che la Gran Bretagna decise di rendere proprio dominio territoriale controllato e amministrato direttamente la penisola indocinese, a cui i francesi imposero un progressivo dominio l‟Asia centrale e l‟Estremo Oriente, che divennero territori verso cui la Russia avanzò massicciamente L’India inglese L‟India fu governata e amministrata dalla Compagnia delle Indie orientali, società privata che agiva per conto del governo inglese, dal XVIII secolo al 1858 Dal 1858 la Gran Bretagna governò il paese direttamente tramite un suo funzionario, il vicerè, e l‟India divenne un impero sotto la regina Vittoria dal 1876 L‟India forniva alla Gran Bretagna thè e cotone Era un paese diviso in caste, rigidi strati sociali che il dominio inglese non aveva modificato Una nazione prevalentemente agricola, molto povera, in cui l‟esportazione di manufatti di cotone inglesi distrusse la primitiva, ma fiorente industria cotoniera locale La Gran Bretagna promosse l‟assimilazione dentro l‟esercito e la burocrazia di indiani fedeli alla corona britannica, che furono affiancati da funzionari inglesi La penetrazione francese in Indocina F La Francia penetrò in Indocina per emulare la Gran Bretagna e non lasciarle mano libera in Estremo Oriente La penisola indocinese era divisa in regni, tra cui Annam (Vietnam), Siam (Thailandia) e Cambogia, che gravitavano nell‟orbita cinese La Francia nel 1862 usò la persecuzione di missionari che operavano come motivazione per un intervento militare, prima in Annam, quindi in Cambogia Negli anni „80 vi fu una guerra tra Francia e Cina, dopo la quale la conquista dell‟Annam fu completata La Gran Bretagna, per equilibrare la situazione nella zona, occupò il regno di Birmania La Francia conquistò il Laos Il Siam fu mantenuto indipendente da francesi e inglesi perché fungesse da statocuscinetto GB F Stato cuscinetto F Tunisia ai francesi, Egitto agli inglesi I francesi ebbero l‟autorizzazione dal congresso di Berlino per la conquista della Tunisia, territorio africano nominalmente sottoposto all‟impero ottomano, ma di fatto indipendente sotto il bey (governatore) La Francia, che controllava la vicina Algeria, impose alla Tunisia un regime di protettorato (1881) In Egitto si verificò una rivolta guidata dal colonnello Arabì Pascia, che voleva ridare l‟Egitto ai suoi abitanti. Le potenze europee la considerarono rischiosa per i loro interessi concentrati nel canale di Suez Gli inglesi mandarono in Egitto un proprio corpo di spedizione che pose fine alla rivolta e mise il paese sotto il controllo britannico: l‟Egitto rimase formalmente indipendente, ma in sostanza era una colonia britannica (1882) La spartizione dell’Africa Re Leopoldo del Belgio raffigurato come un serpente che stritola un africano, in una cartolina dell’epoca L’Africa prima della spartizione di Berlino Area del bacino del Congo L’area del bacino del fiume Congo In questa vignetta satirica, re Leopoldo II del Belgio è posseduto dal fantasma della conquista cruenta del Congo mentre abbraccia sacchi di denaro Il territorio che inizialmente scatenò i conflitti più duri in Africa fu il bacino del fiume Congo, nel quale il re del Belgio Leopoldo II aveva creato una specie di dominio personale dietro l‟apparenza di una missione umanitaria chiamata “Associazione internazionale africana” (anche se lui chiamava l‟Africa “la mia magnifica torta”) Le risorse minerarie scoperte nella zona, regione del Katanga, spinsero Leopoldo a cercare uno sbocco sull‟Atlantico per potere sfruttare appieno le miniere Tuttavia egli si trovò di fronte l‟opposizione del Portogallo, che rivendicava il controllo della foce del Congo, contigua alla sua colonia dell‟Angola, e della Francia, che si era insediata nel Gabon e voleva portare avanti la conquista dell‟area La Conferenza di Berlino, 1884 L’Africa spartita come una torta a Berlino, in una vignetta satirica dell’epoca Bismarck promosse l‟iniziativa di convocare a Berlino una conferenza internazionale che partendo dalla risoluzione della questione del Congo fissasse le regole per la spartizione del continente africano tra le potenze europee La conferenza riconobbe al re Leopoldo la sovranità personale sul territorio che egli controllava e che venne chiamato Stato libero del Congo, il quale ottenne anche uno sbocco sull‟Oceano Atlantico Esso divenne uno dei territori più martoriati dallo sfruttamento delle popolazioni e delle risorse Le regole della Conferenza di Berlino La corsa all’occupazione La Conferenza stabilì il modo con il quale le diverse potenze europee potevano spartirsi l‟Africa Fu adottato il principio detto dell‟occupazione effettiva che doveva essere notificata da uno Stato agli altri Lo Stato che avesse reso noto alle altre nazioni di voler occupare un territorio africano doveva poi effettivamente procedere con l‟assoggettamento di quel territorio Questo principio affrettò la concorrenza dei diversi stati, che da quel momento si diedero da fare per occupare territori importanti per motivi economici o strategici La spartizione dell’Africa tra la conferenza di Berlino e l’inizio del ‘900 La spartizione dell’Africa La Francia ebbe la possibilità di occupare i territori sulla riva destra del fiume Congo La Germania ebbe il protettorato su Togo e Cameroon La Gran Bretagna e la Francia si divisero i territori sul fiume Niger: basso Niger ai britannici (odierna Nigeria), alto Niger ai francesi I francesi iniziarono una conquista estremamente sanguinosa di territori estesissimi, ma in gran parte desertici, dall‟Atlantico al Sudan, dal Mediterraneo al fiume Congo Gli inglesi in Africa sud-orientale Gli inglesi partirono dal basso corso del Niger per avviare la conquista dei territori in Africa sud-orientale Il loro obiettivo era la conquista di territori che gli permettessero il controllo sull‟Oceano Indiano, anche per mettere in sicurezza il possesso dell‟India Il grande progetto britannico fu quello di creare un territorio ininterrotto “dal Capo al Cairo”, che unisse tutte le zone orientali del continente africano dal Sudafrica all‟Egitto Tale progetto si interruppe quando i britannici dovettero accordarsi con la Germania, che occupò la zona del fiume Tanganika (1890) I tedeschi ottennero dagli inglesi il riconoscimento dell‟Africa orientale tedesca e in cambio diedero agli inglesi il controllo dell‟isola di Zanzibar Soprattutto i britannici ebbero con questo accordo la possibilità di tenere i tedeschi lontani dall‟alto corso del Nilo, cioè dall‟Egitto L’incidente di Fashoda La zona in cui si verificò l’incidente di Fashoda L‟avanzata contemporanea degli inglesi che stavano risalendo il Sudan e dei francesi che dalla costa atlantica si erano spinti nella medesima zona determinò un grave scontro diplomatico-militare Una colonna dell‟esercito francese occupò la fortezza di Fashoda, sul Nilo e si trovò nella stessa area contemporaneamente con un contingente britannico (1898) Le truppe dei due paesi rischiarono lo scontro,che se si fosse verificato avrebbe determinato conseguenze imprevedibili per l‟equilibrio tra le potenze europee La Francia preferì ritirare le sue truppe da Fashoda per evitare un conflitto a cui non era preparata I rapporti tra francesi e inglesi andarono da allora incontro a una notevole distensione diplomatica Tensione in Sudafrica tra boeri e inglesi I britannici erano stanziati nella Colonia del Capo e i boeri avevano fondato le due repubbliche di Orange e Transvaal Caso a parte fu lo scontro coloniale tra inglesi e olandesi che si svolse nella zona dell‟odierno Sudafrica: un conflitto in Africa tra europei I boeri erano i discendenti dei primi colonizzatori olandesi della zona del Capo di Buona Speranza Caduti sotto il dominio inglese all‟epoca di Napoleone, i boeri si erano trasferiti via via verso nord (the big trek) e qui avevano fondato due repubbliche, Orange e Transvaal Il Transvaal divenne molto appetito quando nelle miniere di esso furono scoperti i diamanti (anni „60) Senza intervenire direttamente, gli inglesi lasciarono che i loro coloni, specie la classe dirigente locale della Colonia del Capo, attuasse una politica molto aggressiva verso i boeri Le iniziative di Cecil Rhodes Cecil Rhodes raffigurato come il grande progettista della ferrovia dal Capo al Cairo Era noto per la sua immensa ingordigia economica Leader dell‟iniziativa inglese fu Cecil Rhodes, ricchissimo produttore di diamanti, che, grazie alla sua ricchezza, guidò la conquista di vasti territori nell‟Africa meridionale, circondando le due repubbliche olandesi Quando nel 1885-1886 nelle due repubbliche fu scoperto anche l‟oro, gli olandesi cercarono di escludere dallo sfruttamento delle miniere gli inglesi che cercarono di emigrare in queste zone Vi era anche una differenza culturale tra boeri e inglesi, soprattutto sul problema del rapporto con la popolazione indigena Gli olandesi mantenevano i nativi in una situazione di semischiavitù, che gli inglesi non approvavano Guerra anglo – boera (1899-1902) Coloni boeri in armi Soldati inglesi nella guerra anglo - boera La tensione portò alla guerra, che scoppiò nel 1899, dichiarata dal presidente del Trasnvaal La guerra durò tre anni e fu particolarmente sanguinosa, suscitando grande partecipazione anche in Europa Nel 1902 gli inglesi ebbero la meglio e annessero le due repubbliche boere al loro impero La resistenza olandese non si fermò, tanto che gli inglesi per contenerla attuarono anche azioni spietate vicine al massacro di massa Solo nel 1910 nacque l‟Unione Sudafricana, che aggregava le tre zone autonome di Orange, Transvaal e Colonia del Capo Da allora inglesi e olandesi vissero in accordo, per sfruttare le ricche risorse del paese, mantendendo segregata la popolazione indigena (politica dell‟apartheid) La Cina, dalle guerre dell’oppio alla caduta dei Manchu La Cina alla metà dell’800 La Cina, nazione più popolosa del mondo già a metà „800 (400 milioni di persone) era un paese fortemente ripiegato su sé stesso La massima autorità era l‟imperatore, ma il potere effettivo era nelle mani dei mandarini, i suoi funzionari, membri delle famiglie nobili di proprietari terrieri Essi erano i custodi della tradizione in senso negativo: l‟economia e la politica cinesi erano rigidamente cristallizzati in un equilibrio secolare Era un paese agricolo, in cui lo stato si occupava della gestione idraulica dei campi da coltivare Chiusa diplomaticamente verso il mondo esterno, la Cina aveva rapporti commerciali con l‟Occidente solo nel porto di Canton, unico luogo in cui agli occidentali fosse permesso di operare La due guerre dell’oppio, 1839-1841/1856-1860 L‟apertura della Cina al mondo avvenne in modo violento attraverso la cosiddetta guerra dell‟oppio con la Gran Bretagna In Cina fumare oppio era proibito,ma questo stupefacente era importato clandestinamente dall‟ India La Cina riteneva la Gran Bretagna responsabile di questo traffico, tanto che nel 1839 un funzionario imperiale fece sequestrare i carichi di tutte le navi straniere a Canton La Gran Bretagna aprì un conflitto armato con la Cina, che si concluse dopo due anni con il trattato di Nanchino La Cina dovette cedere Hong Kong alla Gran Bretagna per 155 anni (fino al 1997) e aprire quattro porti, tra cui Shangai, ai commerci occidentali Un secondo conflitto armato, “seconda guerra dell‟oppio”, coinvolse Cina, Gran Bretagna e Francia tra 1856 e 1860 La Cina perse di nuovo e fu costretta a aprire porti e vie fluviali ai mercanti occidentali, e inoltre dovette stabilire regolari rapporti diplomatici con le potenze europee La sconfitta cinese da parte giapponese Nel 1894, dopo anni di progressivo decadimento, la Cina subì una durissima sconfitta militare da parte del Giappone, che in quel momento si stava proponendo come nuova potenza del sud-est asiatico La guerra fu originata dalla volontà giapponese di sostituire la Cina nel controllo della penisola di Corea I cinesi persero per terra e per mare, e dovettero cedere il controllo della Corea, e altri territori tra cui l‟isola di Formosa (odierna Taiwan) Questa sconfitta rafforzò i gruppi conservatori cinesi, che volevano restaurare le tradizioni imperiali e espellere dal paese tutti gli stranieri La rivolta dei boxer 1899-1901 Membri della “Società dei pugni della giustizia e dell’armonia” La rivolta dei boxer Questi gruppi ebbero un vero e proprio braccio armato nella società segreta dei “Pugni della giustizia e dell‟armonia” Questa società detta in Occidente dei boxer si rese responsabile di violenze contro simboli,diplomatici e funzionari stranieri in Cina, e ciò scatenò la reazione di tutti i paesi occidentali, compresi gli Usa, e del Giappone La rivolta dei boxer fu soffocata dalle truppe straniere, riunite nell‟ “alleanza delle otto nazioni” (tra cui l‟Italia), che giunsero a occupare la capitale Pechino La crisi dell’impero cinese L’affermazione di Sun Yat-sen Sun Yat-sen La rivolta fallita ebbe l‟effetto di accelerare la crisi della dinastia regnante, i Manchu Si produssero le condizioni per l‟emergere di un movimento democratico e ispirato in parte agli schemi politici occidentali, guidato dal medico Sun Yat-sen, che aveva studiato e vissuto a lungo tra Europa e Giappone Sun Yat-sen fondò prima una lega/società segreta con un programma di tre”princìpi del popolo”: indipendenza nazionale, democrazia rappresentativa, benessere del popolo Era sostenuta da intellettuali, ufficiali dell‟esercito e operai dell‟industria sviluppatasi soprattutto in grandi città come Shangai La fine dell’impero cinese La nascita della repubblica e del Kuomindang Il governo del generale Yuan Quando nel 1911 il governo imperiale decise di affidare la gestione delle ferrovie a compagnie straniere, si verificarono per reazione rivolte popolari e ammutinamenti nell‟esercito Queste tensioni portarono alla fine della dinastia imperiale dei Manchu, che fu dichiarata decaduta da un‟assemblea rivoluzionaria Quest‟ultima dichiarò Sun Yat-sen, che aveva costituito il partito Kuomindang (“Partito del popolo), presidente della repubblica Le convulsioni politiche cinesi non terminarono qui, in quanto qualche mese dopo il generale Yuan, che era incaricato dal governo imperiale di risolvere la situazione militarmente, si schierò dalla parte dei rivoltosi e fu nominato Presidente della repubblica La dittatura di Yuan Le continue lotte civili Nel 1913 Yuan forzò la mano, ruppe il fragile accordo con il Kuomindang e impose un suo regime personale Il Kuomindang fu dichiarato fuorilegge e Sun Yat-sen fu mandato in esilio La dittatura di Yuan fu sostenuta dalle potenze occidentali, in cambio del mantenimento dei loro interessi economici nel paese Da quel momento, la Cina fu travagliata da guerre civili che durarono fino al 1949, quando Mao Zedong instaurò un regime comunista che dura tuttora Il Giappone verso la modernità e l’imperialismo Struttura sociopolitica e economica del Giappone Il Giappone era un impero costituito da una struttura sociopolitica e economica feudale, imperniata sull‟agricoltura, soprattutto risocultura L‟imperatore, mikado, aveva un‟autorità soprattutto religiosa e un potere politico simbolico A guidare il paese era il ceto di feudatari Tokugawa, che occupava il titolo di shogun, massima autorità militare e massimo funzionario imperiale, in realtà il vero signore dell‟impero Lo shogun controllava direttamente una parte considerevole delle terre del paese, le terre restanti erano sotto il dominio dei grandi feudatari legati in un rapporto di vassallaggio allo shogun Avevano un peso non indifferente anche i samurai, esponenti della piccola nobiltà, che erano stati il ceto militare del paese, ma nell‟800 erano un gruppo sociale composito: una minoranza era benestante (soldati, funzionari), ma molti erano in condizioni misere, anche perché consideravano degradante il lavoro, soprattutto le attività commerciali Il Giappone costretto ad aprirsi al mondo occidentale Soldati giapponesi nel XIX secolo Il Giappone era come la Cina un paese chiuso verso l‟esterno, e come la Cina aveva un solo porto di interscambio con l‟Occidente, Nagasaki Gli Stati Uniti interruppero questo isolamento nel 1854, quando inviarono a Nagasaki una flotta che chiese, o meglio impose, allo shogun di aprire i porti e stabilire libere relazioni commerciali La pressione delle altre potenze questa volta europee, Gran Bretagna, Francia e Russia, fu molto insistente e decisa, tanto che nel 1858 il Giappone fu costretto a firmare accordi commerciali che aprivano le vie di scambio del paese a tutti coloro che ne facessero richiesta Questi accordi furono chiamati “trattati ineguali” La restaurazione Meiji L’imperatore Mutshuito, protagonista della restaurazione Meiji I trattati provocarono in Giappone un cambiamento politico decisivo I grandi feudatari, sostenuti dal popolo giapponese che si sentiva ferito nel suo orgoglio nazionale nel 1868 occuparono con i loro uomini,tra i quali molti samurai, la città imperiale di Kyoto Lo shogun fu dichiarato decaduto, e tutto il potere passò totalmente nelle mani dell‟ imperatore Meiji , il giovane Mutshuito, anche se in realtà era controllato da un governo che aveva la sua sede a Tokyo Il governo era composto soprattutto da samurai: intellettuali, funzionari e militari che volevano colmare il gap economico, tecnologico e militare che esisteva tra Giappone, potenze europee e Stati Uniti Essi decisero di assumere a modello per la modernizzazione del paese i paesi occidentali più evoluti L’evoluzione del Giappone L‟evoluzione del Giappone da società feudale a paese moderno si compì in pochi decenni A livello giuridico fu stabilita l‟eguaglianza tra i cittadini, e aboliti i diritti feudali A livello istituzionale e sociale fu introdotta l‟istruzione elementare obbligatoria, la moneta unica, un sistema fiscale moderno, e fu creato un esercito nazionale sulla base della leva obbligatoria I passi avanti più giganteschi furono compiuti dal Giappone nell‟ industria, che si sviluppò grazie agli aiuti dello stato e all‟ importazione di tecnologia e know-how straniero Le infrastrutture a loro volta furono create quasi dal nulla: ferrovie, telegrafo, banche Questo determinò una crescita prepotente del paese, che tra 1880 e 1900 fu una delle nazioni che si sviluppò maggiormente a livello mondiale Il significato della modernizzazione giapponese Il Giappone realizzò una rivoluzione guidata dalle classi dirigenti tradizionali Esse decisero di rinunciare ai loro vecchi diritti e privilegi ma conservarono la loro posizione di preminenza sociale Investirono nell‟agricoltura modernizzata capitalisticamente, nelle banche, nell‟industria In questo modo diventarono un‟oligarchia industriale e finanziaria, dopo essere state un‟oligarchia feudale e agricola L‟esperienza storica del Giappone è un caso di modernizzazione unico nella storia moderna L’imperialismo giapponese/1 la guerra con la Cina per la Corea Il Giappone era in area asiatica una potenza che voleva espandere il suo potere e il suo controllo anche nelle zone vicine, in particolare Corea e Cina settentrionale La Corea cadde sotto il controllo giapponese dopo una guerra vinta contro la Cina (1894) I giapponesi volevano acquisire il controllo sulla zona della Manciuria, nella quale erano già presenti i russi Il Giappone era appoggiato nelle sue mire dai britannici, che volevano spingere la Russia a rimanere impegnata in Estremo Oriente per tenerla lontana dall‟Asia centrale Dopo avere tentato invano di accordarsi con i russi, il Giappone passò alle vie di fatto e iniziò nel 1904 una guerra contro i russi L’imperialismo giapponese/2 la guerra russo-giapponese (1904-1905) La battaglia di Makden, vittoria dei Giapponesi sui russi in campo aperto Obice usato dai giapponesi Durante l’assedio di Port Arthur La guerra non fu dichiarata, semplicemente la flotta giapponese bombardò quella russa sul Mar Giallo, quindi assediò la base navale di Port Arthur (1904) Dopo un anno di assedio, Port Arthur cadde in mano giapponese, e nel frattempo il Giappone vinse ancora contro i russi questa volta sulla terraferma Infine la grande flotta russa, che era arrivata dopo un viaggio di quasi un anno e mezzo in Manciuria, fu sbaragliata dai giapponesi presso l‟isola di Tsushima (1905) La Russia fu costretta a firmare una pace decisamente pesante con il Giappone, con la mediazione statunitense Il Giappone ottenne la Manciuria meridionale, parte dell‟ isola di Sakhalin e ebbe il riconoscimento ufficiale internazionale del suo protettorato sulla Corea L’espansione giapponese a cavallo tra fine ‘800 e inizio‘900 Il significato della vittoria giapponese per gli europei Il significato della guerra russo-giapponese fu molto importante e scioccante per le grandi potenze europee Un paese asiatico riuscì per la prima volta in epoca moderna a sconfiggere una grande potenza europea in una guerra Furono così messe in crisi due convinzioni radicate in Europa: la supremazia militare e tecnologica europea e la superiorità della razza bianca Inoltre da quel momento l‟Estremo Oriente diventò una zona chiusa alle spartizioni imperialistiche europee e invece fu un‟area di confronto tra due nuovi imperialismi non europei: giapponese e statunitense Gli esiti dell’imperialismo in Asia alla vigilia della prima guerra mondiale L’imperialismo statunitense L’imperialismo statunitense Gli Usa vollero partecipare da protagonisti alla divisione globale iniziata negli anni Settanta La loro strategia è chiamata “imperialismo informale”, in quanto puntavano a un colonialismo economico controllo delle risorse delle zone interessate, esportazione di merci e capitali in queste zone rinuncia a un assoggettamento territoriale L‟approccio statunitense all‟imperialismo era simile al modo con cui gli Usa avevano conquistato il West, trasferendo nelle zone da controllare capitali e apparati militari L‟imperialismo americano aveva “caratteristiche più industriali che strettamente finanziarie” (Ortoleva-Revelli) La dottrina di Monroe (1823) Le zone in cui si diresse l‟imperialismo americano furono l‟Oceano Pacifico l‟America Latina, su cui gli Usa ritenevano di possedere un diritto di penetrazione economica e protettorato politico L‟America Latina era parte del progetto geopolitico statunitense espresso dalla dottrina Monroe, enunciata dal Presidente americano Monroe nel 1823 Monroe «teorizzò la netta contrapposizione tra il Vecchio mondo delle monarchie e il Nuovo mondo delle repubbliche e affermò il principio che proibiva alle potenze europee di fondare nuove colonie nell'emisfero occidentale e di intervenire negli affari interni di nazioni indipendenti del continente americano. Ebbe come principale obiettivo l'esclusione delle potenze europee da ogni rivendicazione sulla costa nordoccidentale del Pacifico (sottratta alle pretese spagnole col trattato Transcontinentale del 1819 ma già popolata da stazioni russe e inglesi), considerata strategica dal punto di vista commerciale in quanto via nordamericana all'India. Divenne il principio guida della politica statunitense di protettorato sull'area centroamericana e caraibica » (www. pbmstoria.it/dizionario di storia moderna e contemporanea) La guerra ispano – americana (1898) La guerra contro la Spagna per Cuba fu il primo momento della politica imperialistica americana A Cuba, colonia spagnola, era in atto contro la madrepatria fin dal 1895 una rivolta, che aveva dato luogo a una repressione violenta da parte spagnola Gli statunitensi spinti dall‟affondamento di una loro corazzata nel porto di La Habana aprirono un conflitto contro la Spagna, sconfitta con una certa facilità, nel 1898 La Spagna dovette Soldati Usa partono per la guerra da Tampa, Florida abbandonare Cuba, divenuta repubblica sotto la tutela americana cedere Portorico e le Filippine agli Usa Nel Pacifico gli Usa si erano annessi le isole Hawaii nel 1898 La politica di Theodor Roosvelt, il big stick Theodor Roosvelt La politica imperialistica americana fu rafforzata al massimo livello dal presidente Theodor Roosvelt (salito al potere nel 1901) La sua politica fu impostata in funzione della difesa degli interessi americani a livello globale La strategia che adottò alternava “diplomazia del dollaro” (pressione economica sui paesi in cui gli Usa volevano espandersi) a politica del big stick (“grosso bastone”, ovvero minaccia di interventi militari verso i paesi entrati nell‟orbita di interesse statunitense) La questione di Panama Il canale di Panama La manifestazione più nota della politica del big stick si verificò a Panama Il governo colombiano a cui allora apparteneva la zona autorizzarono gli Usa a tagliare l‟istmo di Panama e a realizzare un canale che collegasse Oceano Pacifico e Mar dei Caraibi Gli Usa avrebbero potuto gestirlo per cento anni Nel 1903 il parlamento colombiano revocò l‟accordo, ma gli Usa organizzarono una sommossa anticolombiana a Panama e minacciarono un intervento militare nella zona L‟esito di questa azione fu che Panama diventò una repubblica indipendente sotto la tutela americana Il canale fu aperto nel 1914 e grazie a esso i due settori privilegiati dell‟imperialismo americano, Oceano Pacifico e regione centroamericana, furono collegati direttamente. L’imperialismo statunitense Bibliografia A.M.Banti, L’età contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2008 . P. Ortoleva-M.Revelli, Storia dell’età contemporanea, Milano. Bruno Mondadori, 1989 G. Sabbatucci-V.Vidotto, Storia contemporanea ”L‟Ottocento”, Roma-Bari, Laterza, 2002