europa e resto del mondo nell`età dell`imperialismo

EUROPA E RESTO DEL MONDO NELL'ETÀ DELL'IMPERIALISMO
Tra il 1878 e la prima guerra mondiale maturò un nuovo ordine stabilito
dalla spartizione del pianeta tra i domini coloniali delle principali
potenze, mentre si rafforzarono i motivi di contrasto fra gli Stati che
avrebbero preso parte alla grande guerra.
Questo periodo viene definito età dell'imperialismo per sottolineare
l'interesse dei vari Paesi per la conquista e il dominio coloniale, in un contesto
di relativo equilibrio in Europa, che fino alla fine dell''800 conobbe un periodo
di relativa stabilità e di assenza di guerre.
Altro aspetto fondamentale di questo periodo fu l'ascesa economica degli
USA dopo la guerra civile di secessione; venne meno la centralità politica,
economica e strategica dell'Europa, a vantaggio del ruolo guida degli USA che
si affermerà completamente dopo la prima guerra mondiale.
L'imperialismo fa sì che si allarghino i confini del mondo e determina
l'apertura al commercio del Giappone e della Cina.
Nell'Europa occidentale e negli USA si verificarono:
- un'importante crescita economica grazie soprattutto all'industria
capitalistica
- un'accentuata mobilità sociale e politica
- il potenziamento del ruolo e del peso politico della borghesia, a
scapito delle aristocrazie
- l'ingresso sulla scena del proletariato organizzato e dei partiti popolari di
orientamento socialista
L'Europa di fine secolo
Germania
Tenta continuamente di provocare l'isolamento della Francia e di
contenere la Russia e lo fa attraverso una stretta alleanza con l'Austria
firmata nel 1879.
Nel 1882 vi aderisce anche l'Italia, dando luogo alla Triplice alleanza, in
contrasto soprattutto con la Francia per questioni coloniali.
L'imperatore Guglielmo II attua una politica aggressiva volta a realizzare
l'unificazione di tutti i popoli di lingua tedesca in una grande Germania
(pangermanesimo).
Francia
Fino al 1895 prevalgono governi repubblicani, ma alla fine del secolo si
ha un sussulto di destra e l'attività terroristica degli anarchici.
Grande importanza ebbe l'affare Dreyfus, ufficiale dell'esercito di origine
ebrea, accusato, da alcuni antisemiti nazionalisti e della destra cattolica, di
essere una spia tedesca. Inizialmente ritenuto colpevole, dopo la
mobilitazione degli intellettuali democratici (tra i quali Zola), nel 1899 fu
graziato.
In politica estera la F. si pone contro la Germania e nel 1893 firma un
trattato di alleanza con la Russia, cui si aggiungerà anche l'Inghilterra
nel 1907.
Impero austroungarico
Gli Slavi e altri popoli vogliono l'indipendenza. Il governo ungherese
discrimina le popolazioni non magiare.
Russia
Stato autocratico in cui lo zar Alessandro III limita sempre di più le libertà e il
potere dei parlamenti locali, reprime il movimento populista e quello socialista,
che era stato interessato dalla fondazione nel 1898 del Partito operaio
social democratico (POSDR), di orientamento marxista.
Anche sotto l'ultimo zar Nicola II continua l'arretratezza, anche se viene
dato impulso all'industria.
Spagna
Immobilità politica e monarchia borbonica
Gran Bretagna
Si alternano governi liberali e conservatori fino al 1905 e al trono c'è la
regina Vittoria.
Belgio
Concesso suffragio universale
Olanda
Instabilità dei governi.
L'evoluzione della società
Dalla fine del XIX secolo l'Europa vive la seconda rivoluzione industriale,
che vede l'avvento della grande industria, del capitalismo monopolistico
(concentrazione di più aziende sotto un unico soggetto economico e creazione
di cartelli di aziende per spartirsi il mercato), di una rivoluzione scientificotecnologica che vide l'ampio uso di nuove fonti di energia, petrolio ed
elettricità, e lo sviluppo di nuovi settori industriali (chimica farmaceutica,
fertilizzanti, auto, aeronautica).
Cresce il numero degli operai industriali a danno degli agricoltori, che
dopo la crisi agraria del 1880, emigrarono in massa in America e in
Australia (21 milioni di Europei dal 1870 al 1900, da Italia, Spagna, impero
austroungarico, Russia).
La diffusione delle fabbriche e l'urbanizzazione fecero peggiorare le condizioni
di vita del proletariato industriale.
Cresce anche l'organizzazione sindacale e si hanno grandi scioperi in molti
paesi d'Europa.
Con il movimento sindacale interagì lo sviluppo dei partiti socialisti, che nel
1889 si riunirono nella Seconda internazionale.
Grande rilevanza assume in questo periodo anche l'azione sociale della
Chiesa cattolica stimolata dal papa Leone XIII, che prese posizione sulla
questione del malessere sociale operaio con l'enciclica Rerum Novarum
(1891).
L'imperialismo delle potenze europee
In questo periodo l'imperialismo stimolò anche lo sviluppo economico e militare
dei Paesi europei.
Nella conferenza di Berlino (1884-1885) le potenze pianificano la
spartizione dell'Africa e decidono di risolvere per via diplomatica le
future controversie in campo coloniale.
Le principali cause dell'imperialismo furono politiche ed economiche:
- lo sviluppo industriale spinse alla ricerca di nuove fonti di materie prime
-
e di nuovi mercati di vendita;
lo sviluppo demografico europeo costituì un ulteriore incentivo alla
conquista di nuovi territori, capaci di assorbire la crescente emigrazione.
Il colonialismo inglese
L'Inghilterra privilegia la via delle Indie, arricchendosi notevolmente e
arricchendo la Compagnia delle Indie orientali (una società per azioni titolare
fino al 1858 del monopolio della navigazione e del commercio inglese in
Oriente, ma in pratica anche del dominio politico sulle colonie britanniche in
Asia).
In Asia erano inglesi Singapore, Birmania, Malesia ecc.
La colonizzazione inglese dell'Africa parte dal Sudafrica, strappato agli
Olandesi, e si allarga a Kenia, Nigeria, Costa Avorio, Sierra Leone, Egitto,
Sudan ecc.
Erano inglesi anche Canada, Australia e Nuova Zelanda, che ben presto
diventano dominion, cioè hanno autonomia amministrativa e autogoverno.
Il colonialismo francese
Si differenzia da quello britannico in quanto non ha grosse colonie di
popolamento, cioè di emigrazione; costruisce un impero coloniale per
ragioni di prestigio internazionale.
In Africa conquista Algeria, Tunisia, Senegal, Congo, Madagascar ecc.
In Asia l'Indocina e il Laos.
Il colonialismo tedesco
La Germania vuole ottenere prestigio internazionale e posizioni strategiche
rilevanti nell'Oceano Pacifico.
Ha colonie nell'Africa occidentale e orientale (Namibia, Burundi, Tanzania),
Togo Camerun.
Ha molta influenza in Turchia.
In Asia conquista parte della Nuova Guinea e isole e una base commerciale
in Cina.
Avevano alcuni possedimenti coloniali anche Belgio, Olanda, Spagna e
Portogallo.
La Cina e il Giappone
In questo periodo la Cina non è forte politicamente, perde una guerra con il
Giappone, al quale cede territori, mentre viene divisa in zone di influenza
commerciale tra le potenze europee, inclusa l'Italia.
Il Giappone è ancora per molti versi un paese feudale. Ma con l'abolizione
dello sdoganato, il potere ritorna all'imperatore e inizia l'era Meji durante la
quale fu abolito il sistema feudale, venne ammessa la proprietà privata,
si sviluppa l'industria e in politica estera inizia una politica imperialistica
molto aggressiva che portò alla conquista della Corea.
Il continente americano
USA
Dopo la formazione della Confederazione degli Stati d'America nel 1861
con il presidente Jefferson, inizia la guerra di secessione. Nel corso di essa il
presidente Lincoln abolì la schiavitù dei negri, ma la guerra la vincono gli
Stati del nord, più ricchi.
Dopo la g. di secessione ci fu un grande sviluppo economico: alla vigilia
della prima guerra mondiale gli USA erano la massima potenza industriale
del mondo; cause di ciò furono l'abbondanza di materie prime,
l'immigrazione di manodopera dall'Europa, la grande disponibilità di
capitali in seguito alla scoperta di miniere d'oro e d'argento, e i forti dazi
doganali.
Al potere fino al 1913 ci sono i repubblicani. Via via la politica degli
USA si fa sempre più democratica.
America Latina
Anche qui si avvia la modernizzazione, ma sempre in regime di
subordinazione della Gran Bretagna e degli USA.
La politica è sempre molto instabile, tra crisi di governo e colpi di stato
militari.
Il Brasile diventa una repubblica, in Messico si verificano rivolte contadine
e militari fino alla dittatura di Diaz, che scatenò la dura opposizione
guidata, tra gli altri, dal guerrigliero Emiliano Zapata.