temperamento Considerato come il «pre» relazionarsi al mondo, è una dotazione innata, ereditaria e genetica ma non immutabile che determina una disposizione di base attraverso cui l’individuo si affaccia a fare esperienza. Ogni individuo nasce con una configurazione biologica e una combinazione di disposizioni temperamentali unica. Temperamento Cos’ è il temperamento? Il temperamento può essere definito come «l’insieme dei fenomeni caratteristici della natura emotiva dell’individuo, inclusa la sua suscettibilità alla stimolazione emotiva, la sua usuale forza e velocità di risposta, la qualità prevalente del suo umore e tutte le peculiarità della fluttuazione e dell’intensità dell’umore (…) largamente ereditati nella loro origine» (Allport, 1937, p.54). Vengono studiate le radici genetiche per individuare il contributo della biologia nella formazione delle caratteristiche di personalità, le differenze individuali precoci e il contributo allo sviluppo della psicopatologia. Il temperamento consiste nelle differenze individuali a base biologica rilevabili nel comportamento, che compaiono molto precocemente e sono relativamente stabili nel corso del tempo e in situazioni diverse (Bates, 1989). Due approcci allo studio e valutazione del temperamento Attenzione per dimensioni comportamentali specifiche e il relativo substrato neurofisiologico (approcci sperimentali) Studi sull’inibizione di fronte alle novità (rilevazione reattività del b. /freq. cardiaca, livello ormonale, etc.); Studi sulla reattività e regolazione delle emozioni negative (ritmo cardiaco e comportamento osservabile); Studi sulle differenze nei sistemi attentivi e differenze costituzionali nella regolazione delle emozioni. Approccio per ampia gamma di comportamenti su larga scale (rilevazioni comportamentali) Thomas e Chess (interviste genitori e insegnanti): modello delle 9 dimensioni temperamentali; Buss e Plomin: tre tratti costitutivi (emozionalità, attività e socievolezza); Goldsmith e Rothbart: attività, espressioni di piacere, paura per stimoli nuovi, sofferenza per le limitazioni, persistenza, consolabilità. Temperamento come stile comportamentale Temperamento come stile comportamentale (Thomas, Chess, 1977): il temperamento è la componente stilistica del comportamento. Come (Stile) COSA (Abilità) è DIVERSO DA PERCHE’ (Motivazione) Si può descrivere sulla base di nove dimensioni: livello di attività, ritmicità e regolarità delle funzioni biologiche, risposta stimoli nuovi (avvicinamento o ritirata), adattabilità a stimoli nuovi, reattività (soglia di stimolazione necessaria perché il bambino risponda), umore generale, intensità delle relazioni, distraibilità, persistenza nel portare a termine un obiettivo. Ipotesi del New York Longitudinal Study Studio su 133 soggetti dalla prima infanzia all’età adulta Il bambino nasce con delle abilità innate e un corredo biologico che lo porta ad interagire con le figure di accudimento e ad esplorare l’ambiente. I bambini differiscono nel come manifestano comportamenti e reagiscono agli stimoli esterni. Queste differenze temperamentali possono essere definite e valutate. tali DIMENSIONI DEL TEMPERAMENTO (Thomas e Chess, 1977) New York Longitudinal Study Attività: Livello ed estensione di attività motoria Ritmicità: regolarità dei ritmi alimentari e di sonno Approccio/Ritirata: natura della risposta a persone e stimoli nuovi Adattabilità: grado di adattabilità a cambiamenti nel suo ambiente Soglia sensoriale: intensità di uno stimolo per provocare una reazione Umore: tono prevalente dell’umore Intensità: energia espressa e intensità delle risposte Distraibilità: efficacia di uno stimolo esterno a distrarre il b. Perseveranza: tempo dedicato a un’attività ed effetti della distrazione Temperamento come stile comportamentale Sulla base della ritmicità, adattabilità, approccio, intensità e umore sono state individuate tre tipologie di bambini: Facili (bambini regolari nelle funzioni biologiche, prevalenza di risposte positive di approccio a situazioni e persone nuove, rapidità adattabilità ai cambiamenti, umore positivo, livello non elevato di intensità delle risposte; Difficili (irregolari nelle funzioni biologiche, ritiro davanti a situazioni a situazioni e persone nuove, lenta adattabilità ai cambiamenti, umore negativo, risposte di intensità elevata); Lenti (si ritirano davanti a situazioni e persone nuove, si adattano lentamente, hanno reazioni di intensità moderata e maggiore regolarità nelle funzioni biologiche). Lo sviluppo sano e patologico del bambino è dovuto al grado di compatibilità tra le sue caratteristiche individuali e le richieste dell’ambiente (goodness of fit). La nozione di goodness of fit: l’influenza bidirezionale tra temperamento e ambiente di accudimento I bambini possono essere classificati, fin dal primo anno di vita, in base a tali dimensioni temperamentali; L’espressione delle caratteristiche temperamentali da parte del bambino influenza i comportamenti delle figure di accudimento che, a loro volta, influiscono sul temperamento del bambino; È l’interazione reciproca del bambino con la figura di accudimento a determinare il corso dello sviluppo. La nozione di goodness of fit: l’influenza bidirezionale tra temperamento e ambiente di accudimento GOODNESS OF FIT Coincidenza o adattamento tra i tratti del bambino e l’ambiente di accudimento. Per gli esiti di sviluppo, vanno considerati sia le caratteristiche del bambino che le caratteristiche dell’ambiente. Quanto le circostanze dell’ambiente (richieste, aspettative di genitori e insegnanti) si adattano alle caratteristiche del bambino? Se avviene un incontro tra individuo e ambiente è possibile ottenere uno sviluppo ottimale, altrimenti si riscontra uno scarso adattamento e funzionamento psicologico alterato. La nozione di goodness of fit: l’influenza bidirezionale tra temperamento e ambiente di accudimento GOODNESS OF FIT Le caratteristiche del bambino e quelle ambientali possono incastrarsi in modo agevole o disagevole e creare adattamento o disadattamento. Da qui ne derivano diversi gradi di CONSONANZA tra le opportunità, aspettative, richieste dell’ambiente, caratteristiche del bambino. Sviluppo sano o a rischio dipendono dal grado di adattamento tra queste due variabili. Temperamento Teoria della personalità emergente (Buss e Plomin, 1984): Temperamento come insieme di tratti di personalità ereditari che si manifestano a partire dalla prima infanzia (Buss e Plomin, 1984): Emozionabilità (tendenza a diventare velocemente sofferente e triste); Attività (livello di attivazione); Socializzazione (tendenza a preferire di stare con gli altri); Impulsività (velocità verbali/motorie). con cui vengono emesse le risposte Temperamento Temperamento come differenze individuali nell’espressione delle emozioni primarie, rabbia, tristezza, paura, gioia, disgusto, interesse e sorpresa (Goldsmith, Campos, 1982). I neonati si differenziano per il modo in cui si verifica l’attivazione emotiva, la probabilità di provare ed esprimere le emozioni primarie, il riconoscimento delle emozioni altrui. Temperamento Temperamento come insieme delle differenze individuali nella reattività e autoregolazione (Rothbart, Bates, 2006). La reattività indica la facilità con cui è possibile suscitare nel bambino risposte motorie, emotive e affettive (positive o negative), l’autoregolazione indica i processi attraverso i quali il bambino modula, aumenta, diminuisce, mantiene e ristruttura, le sue reazioni agli stimoli. Entrambe le dimensioni sono strettamente legate ai processi neurobiologici. Il controllo, per esempio, è la capacità di inibire una risposta dominante a favore di una meno dominante, emerge intorno al primo anno e si consolida tra il secondo e il terzo, è collegato alla capacità di persistere in un compito e dipende dalle aree anatomiche del cervello e dai neurotrasmettitori che controllano l’attenzione e i processi esecutivi, come la corteccia cingolare anteriore, i gangli della base e la corteccia laterale prefrontale, nella sua neuromodulazione è coinvolta la dopamina (Zetner, Bates, 2008). Temperamento La Teoria biosociale di personalità (Cloninger, 1987; 1999; 2000): considera la personalità come una combinazione di tratti ereditari neurobiologici (Dimensione temperamentale) e di tratti che riflettono l'influenza socioculturale (Dimensione caratteriale). Lo stile sociale e cognitivo di ciascuna persona è infatti determinato dal grado in cui ciascuna dimensione è presente. In particolare, il termine temperamento si riferisce alle differenze tra gli individui nelle loro risposte automatiche agli stimoli emozionali, che segue le regole del condizionamento associativo o dell'apprendimento procedurale di abitudini e abilità. Il temperamento è dunque variabilmente definibile come quelle componenti della personalità: • Ereditabili • Interamente manifeste nell'infanzia, • Stabili per tutta la durata della vita. Temperamento All'opposto, il carattere, si riferisce alle differenze tra gli individui, nei loro obiettivi volontari e valori, che sono basati sull'apprendimento per insight di intuizioni e concetti, attraverso la capacità di comprendere le relazioni tra gli eventi mediante la riorganizzazione concettuale delle percezioni e dell'esperienza sul proprio conto, sulle altre persone e sugli altri oggetti. I tratti caratterologici descrivono le differenze individuali nelle relazioni séoggetto, che incominciano con l'attaccamento ai genitori nell'infanzia, quindi con la differenziazione sé-oggetto nei bambini ai primi passi, e continuano con una maturazione a gradini attraverso l'intero arco di vita. Il temperamento si riferisce al modo in cui siamo nati (la nostra predisposizione emozionale), il carattere è ciò che noi facciamo di noi stessi intenzionalmente (Cloninger, 1996). Temperamento Temperamento caratterizzato da quattro dimensioni strettamente legate al sistema dei neurotrasmettitori (Cloninger, 1987): tendenza a cercare stimoli nuovi (novelty seeking), influenzata dal sistema doparminergico; tendenza a evitare gli stimoli negativi (harm avoidance) e inibizione comportamentale (behavioral inhibition), influenzate dal sistema serotoninergico; tendenza a cercare e rispondere alle ricompense sociali (reward dependence) come espressione del sistema adrenergico; la tendenza a perseverare (persistence) (non ancora collegata a uno specifico sistema di neurotrasmettitori). Anche se il modello è stato sviluppato con gli adulti, gli studi più recenti suggeriscono che le quattro componenti temperamentali possano essere valutate già in età prescolare (Costantino, Cloninger, Clarke et al., 2002). Temperamento La "Ricerca di novità" (Novelty Seeking), assai simile alla Sensation Seeking di Zuckerman (1979), prende in considerazione il metodo di interazione tra individuo e ambiente; in particolare tale dimensione implica una continua ricerca di stimolazione che conduce ad un intenso stato di “eccitamento” e ad una tendenza ad evitare monotonia e punizioni. Descrive individui impulsivi, incostanti, eccitabili, stravaganti, disordinati e con un particolare temperamento frettoloso. Tali soggetti sono attratti principalmente da attività a loro nuove, che conducono ad emozione forti, estreme; non sono attenti ai dettagli, sono facilmente distraibili e si annoiano facilmente. Questa dimensione sarebbe legata all'attività dopaminergica. Temperamento "Evitamento del comportamento pericolo" (Harm Avoidance), è una modalità di caratterizzata da una peculiare tendenza ad evitare ogni situazione che sia seguita da una punizione o da una frustrazione derivata da una mancata ricompensa e da un’incapacità di esporsi a stimoli nuovi considerati come potenzialmente pericolosi. Tali soggetti sono attenti, apprensivi, affaticabili, impressionabili, riflessivi, ordinati, calmi, parsimoniosi, ostinati e non intraprendono nuove attività e nuovi interessi. Questa dimensione sarebbe legata all'attività serotoninergica. Temperamento La "Dipendenza dalla ricompensa" (Reward Dependence) è la tendenza a emettere dei comportamenti per rispondere prontamente e adeguatamente alle richieste sociali (approvazione sociale). Descrive soggetti simpatici, sentimentali, industriosi, particolarmente predisposti ad aiutare gli altri (comportamenti prosociali), sensibili alle pressioni sociali e particolarmente emotivi. Questa dimensione sarebbe legata all'attività noradrenergica. Temperamento Persistenza (Persistence), ostinazione e determinazione a perseguire il raggiungimento degli obiettivi proposti (fino ad arrivare alla perfezione); per il carattere: Auto-direzionalità (Self-directedness), senso di responsabilità che può anche condurre il soggetto ad assumersi delle colpe di responsabilità altrui; Cooperatività (Cooperativness), cooperazione, dimensione che può portare ad una eccessiva dipendenza dagli altri; Auto-trascendenza (Self-trascendence), bisogno di trascendenza che può evolvere sia nel misticismo sia in deliri e/o allucinazioni patologiche. Temperamento Tratti temperamentali principali Inibizione comportamentale (Behavioral inhibition) Tendenza ad avere un comportamento inibito ed evitante di fronte ai bambini della stessa età o davanti a adulti estranei, tendenza a evitare i possibili rischi fisici, a non fare le cose davanti agli altri, a essere inibito nelle situazioni non conosciute e nelle separazioni. È una risposta immediata di paura e sofferenza nelle situazioni nuove, ben diversa dalla regolazione intenzionale dell’attenzione. Rimanda a un’iperattivazione dell’amigdala e nella prima infanzia è legata al grado di tensione, attività motoria e pianto nelle situazioni nuove e/o inaspettate visive, olfattive, uditive. Ha una discreta stabilità nel corso dello sviluppo. Temperamento Irritabilità/frustrazione (irritability/frustration) Tendenza, nella prima infanzia, a risposta di fastidio e sofferenza anche quando gli stimoli sono solo blandamente negativi, presenza di picchi repentini di attivazione davanti a stimolazioni di media intensità. Tendenza a segnalare eccessivamente e in modo molto intenso il bisogno di attenzione e prossimità all’adulto. Un livello elevato di irritabilità si associa alla difficoltà a tollerare le frustrazioni, a partire dal momento in cui il bambino può trovare ostacoli nel suo processo di esplorazione e manipolazione dell’ambiente. Le differenze individuali sarebbero legate ai circuiti dopaminergici. Temperamento Emotività positiva (positive emotionality) Concerne il modo in cui l’individuo elabora e assimila le informazioni relative a quanto di positivo c’è nell’ambiente circostante (dal cibo agli stimoli interessanti) e il livello di attivazione esploratoria, compreso quando la persona ha bisogno di sensazioni sempre nuove (novelty seeking). È legato al piacere nell’elaborazione sensoriale degli stimoli tattili, gustativi, è indicato da tutti i comportamenti di segnalazione di gioia e interazioni positive con gli altri (per esempio frequenza e intensità dei sorrisi, delle interazioni giocose, del riso sociale). Temperamento Attenzione/persistenza (attention/persistence) È la capacità individuale di inibire la risposta dominante e attivarne una alternativa. È scomponibile nel controllo attenzionale (capacità di mantenere l’attenzione su un compito per il tempo che si desidera e spostarla a piacimento) e il controllo inibitorio (la capacità di pianificare e sopprimere le azioni non appropriate). È legato ai sistemi attenzionali nel loro complesso. Livello di attivazione (activity level) Riguarda il grado di attivazione energetica dell’individuo; è legato al vigore, intensità, frequenza dei movimenti, alla difficoltà di fermarsi una volta che si è in movimento. Depressione, disturbi della condotta, disturbo da deficit d’attenzione/iperattività La depressione può essere presente nei bambini che soffrono di disturbi della condotta. Accanto alla disregolazione del comportamento, mancanza di controllo e impulsività, i bambini presentano anche una persistente e marcata depressione dell’umore, eccessiva tristezza, perdita di interesse e piacere per le attività, sentimenti di autoaccusa e disperazione. In generale i bambini con problemi scolastici e comportamentali sono ad alto rischio per la comparsa di problematiche depressive sia come risposta alle difficoltà che incontrano nella quotidianità, sia come aspetti strutturali della personalità. Un tono dell’umore irritabile sostituisce spesso l’umore depresso nei bambini. Depressione, disturbi della condotta, disturbo da deficit d’attenzione/iperattività Associazione tra ADHD e depressione Studi ipotizzano che ADHD e depressione siano collegate dal costrutto temperamentale dell’impulsività. I genitori di bambini depressi tendono a percepirli e descriverli come più impulsivi, rispetto a come i genitori di bambini non depressi raccontano dei loro figli (Cataldo, Nobile, Lorusso et al., 2005). Il legame è stato trovato tra un aspetto specifico dell’impulsività – l’impulsività motoria, cioè l’agire senza pensare e regolare le proprie azioni – e le problematiche depressive nei bambini tra i nove e i tredici anni (Cosi, Canals et al., 2011). Sintesi degli indicatori comportamentali e cognitivi di depressione infantile Sotto i tre anni: pianto eccessivo; irritabilità; disturbi del sonno; alterazioni delle abitudini alimentali; alterazioni della motricità (rallentamento o irrequietezza); ritardo o regressione psicomotoria; disturbi psicosomatici (vomito, diarrea, asma, dermatite, alopecia); difficoltà a raggiungere il peso per l’età; scarso contatto visivo; ridotta mimica facciale; assenza del sorriso sociale; scarsa curiosità, scarsa esplorazione, scarso interesse per il gioco; auto/etero aggressività. Sintesi degli indicatori comportamentali e cognitivi di depressione infantile Tre - cinque anni: tristezza/irritabilità; apatia, riduzione di interesse per il gioco; lamentele somatiche (vomito, asma, dermatite, allergie, dolori addominali, cefalea, alopecia); contenuti depressivi del gioco; comportamenti auto/eteroaggressivi; dipendenza e ansia; sentimenti di inadeguatezza e di inferiorità, insicurezza, bassa tolleranza alle frustrazioni; difficoltà di socializzazione; disturbi del sonno (incubi); disturbi dell’alimentazione; variazioni del peso; perdita delle funzioni acquisite (motricità, linguaggio, aspetti cognitivi, controllo sfinterico). Sintesi degli indicatori comportamentali e cognitivi di depressione infantile Sei - undici anni: maggiore capacità di verbalizzare il proprio stato d’animo, che emerge in giochi, sogni, disegni (fantasie di morte, bassa autostima, sentimenti di perdita e di abbandono, sensi di colpa, sentimenti di non essere amato o di essere rifiutato dagli altri); tendenza ad annoiarsi in attività piacevoli per l’età o precedentemente piacevoli per il soggetto; difficoltà relazionali con i coetanei; problemi comportamentali (aggressività, oppositività, bullismo, menzogna, fughe); rallentamento, goffaggine, difficoltà scolastiche; lamentele somatiche (vomito, asma, dermatite, alopecia, dolori addominali, cefalea, dolori diffusi, ecc); pensieri di morte, ideazione suicidaria, tentativi di suicidio. Bibliografia Cosi S., Hernandez-Martinez C., Canals J., Vigill-Colet A. (2011) Impulsivity and internalizing disorders in childhood. In Psychiatry Research, 190. Zentner M., Bates J.E. (2008) Child temperament: an integrative review of concpts, research programs, and measures. In European Journal of Development Science, 2,1 / 2. Costantino J.N., Cloninger CR., Clarke A., Hashemi B., Przybech T. (2002) Application of the seven-factor model of personality to early childhood. In Psychiatric Research, 109. Rothbart M.K., Bates J.E. (2006) Temperament. In Damon W., Lerner R., Eisemberg N., Handbook of Child Psychology, vol. 3: Social, Emotional, and Personality Development, New York.