Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net MORTE DI SOCRATE La morte di Socrate è una delle cause maggiori che ha determinato importanti cambiamenti nel pensiero della filosofia. Se Socrate non fosse morto in quel triste giorno del 399 a.C., spiega Bonazzi, molto probabilmente non sarebbe nata la filosofia... I FILOSOFI: COSÌ VICINI, COSÌ LONTANI Attorno a Mauro Bonazzi, Con gli occhi dei Greci Roma, Carocci, 2016 Mauro Bonazzi, flosofo e docente di filosofia antica presso l’Università degli Studi di Milano, nel suo libro Con gli occhi dei Greci analizza varie problematiche della vita come l’amore, la nostalgia, la morte, la giustizia, la felicità e la libertà, dal punto di vista dei Greci. I seguenti sedici capitoli rielaborati sono suoi articoli apparsi su «La Lettura» de «Il Corriere della Sera». Le tre divagazioni di cui tratta Mauro Bonazzi riguardano: la morte di Socrate, i numeri e le voci. Sono argomenti differenti tra loro ma, uniti dal riferimento al pensiero dei tre principali autori dell’antica Grecia: Socrate, Platone e Aristotele. La filosofia deve tanto a Platone che ha composto i suoi dialoghi per difendere la memoria di Socrate. Questo ci fa riflettere sul rapporto tra il maestro e l’allievo, se costui, pur ammirandolo, desidera ambiziosamente superarlo. Durante la sua vita Socrate fu accusato di non credere negli dei dello Stato e di corrompere i giovani, ma queste accuse non furono mai veramente provate. Infatti, essendo un maestro, era il più moderato fra gli uomini riguardo ai piaceri amorosi. In un dialogo tra Socrate e Meleto, quest’ultimo continua ad accusare Socrate di corruzione, affermando di conoscere giovani che credevano a lui piuttosto che ai loro genitori. Mauro Bonazzi si chiede cosa sarebbe successo se prima che Socrate si avvelenasse, fosse entrato in cella un carceriere e avesse annunciato che la condanna era stata revocata… la filosofia sicuramente avrebbe preso un’altra direzione. Probabilmente si sarebbero accorti che Socrate era originale ma non pericoloso e i giovani, sempre desiderosi di novità, avrebbero rivolto i loro interessi verso un altro maestro, forse meno ingombrante. Platone, non dovendo più www.anovecento.net difendere il suo illustre maestro, si sarebbe dedicato alla carriera politica e di conseguenza Aristotele sarebbe rimasto in Macedonia diventando un medico come suo padre. Il pensiero filosofico avrebbe seguito strade diverse, non ci sarebbero state divergenze, discussioni e dialoghi tra grandi filosofi e l’analisi dell’uomo e della vita avrebbe verosimilmente raggiunto risultati differenti. NUMERI usato per mettere in relazione uomini e d o n n e e l a c o m p l e s s i t à d e i l o ro sentimenti e pensieri. VOCI Nel terzo paragrafo l’autore, prendendo spunto dal Fedro di Platone, in cui Socrate si paragona a Tifone, mostro dalle cento teste parlanti lingue diverse, tratta il tema dell’informazione in epoca moderna, in cui ognuno di noi subisce bombardamenti di notizie e informazioni di ogni genere. « P l a t o n e n o n p r e t e n d e va c h e l a matematica potesse risolvere tutti i problemi: più semplicemente, sosteneva che fosse uno strumento fondamentale per affrontarli». È fondamentale cercare sempre la verità, mantenendo un sano dubbio nei confronti di chi crede di possedere verità assolute e vorrebbe trasformarci in esseri non pensanti. In questo paragrafo Mauro Bonazzi contesta la possibilità di applicare il metodo matematico alla comprensione dei comportamenti umani e delle dinamiche sociali e politiche. Bonazzi, con questo libro, dimostra che dietro ad ogni avvenimento di attualità, si nasconde una domanda filosofica e che questa domanda i Greci se l’erano già posta da secoli. Platone pensava che la chiave per scoprire i segreti dell’universo fosse la matematica e che, con la ragione umana si potesse trovare il senso nascosto delle cose. Nonostante i numeri siano fondamentali per giudicare correttamente, noi umani non siamo macchine e spesso commettiamo errori. Per questo anche politicamente durante la storia si sono verificati e continuano a verificarsi sbagli. Vero è che «la matematica insegna l’ordine, e pensare,… non è altro che mettere in ordine la complessità…». L’uomo, essere razionale e passionale, è difficilmente prevedibile. Non c’è nessun numero che possa essere Contributo: Ester Grazioli e Ludovica Ciminera (classe I N, L. Cl. Virgilio, Roma) www.anovecento.net