Quarta lezione “così vicini, così lontani” • • • Cosa significa essere estranei al luogo cui si appartiene di più; Creazione di un nuovo spazio pubblico; La politica ateniese è sotto processo esattamente come la filosofia socratica; • Il modo in cui Socrate mette in parodia le procedure e critica le pratiche ateniesi, invertendo il loro significato all’interno delle forme tradizionali, sovverte la pretesa che tali procedure vadano nel senso della giustizia, e suggerisce: che Socrates potrebbe cavarsela, ma sceglie di non farlo; che l’attività filosofica prenda impulso e riferimento iniziale da pratiche e istituzioni politiche; che ha conoscenza profonda delle tradizioni che cerca di correggere e trasformare. - Perdere il processo, ma accertare una verità. Torna il senso dell’”indagare”. Fisionomia della pratica filosofica socratica (1) • Idea dialogica della filosofia: - Necessità della presenza di altri; - Rifiuto della solitudine contemplativa, filosofia mondana, vita activa; - Filosofia come servizio alla polis (laddove per gli ateniesi: impresa destabilizzante, piaga malefica della città); - Dare forma ad un’attitudine senza dettarne i contenuti (cfr. scambio con Meleto): un maestro non convenzionale. Nuove accuse • corrompere i giovani; • non credere negli dèi della città, ma in altri di sua invenzione (empietà); • Meleto e la cura del dialogos; • Il tafano. Socrate democratico? • In che senso Socrate esercita una leadership politica? In che senso la sua filosofia è politica? Chi si può impegnare nella discussione filosofica sulla politica? • Socrate democratico e politico in modi altamente non convenzionali (confusione relativamente ai confini accettati nella città – pubblico/privato, politico/non politico -, rifiuto di incarichi ufficiali, rifiuto di parlare in assemblea, pretesa di essere estraneo ai tribunali, amici oligarchici, assenza di orari, assenza di luoghi convenzionali, osservazioni polemiche sui “molti”); • La politica socratica: democraticamente aristocratica; • La politica ateniese: mero gioco di forze contrapposte (“tirannia” della paura). Socrate e Pericle • Standard fondativi della polis: “quelli che siamo stati→quelli che siamo →quelli che dobbiamo essere”; • “Noi abbiamo una forma di governo che non guarda con invidia le costituzioni dei vicini, e non solo non imitiamo altri, ma anzi siamo noi stessi di esempio a qualcuno. Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, poiché è amministrata non già per il bene di poche persone, bensí di una cerchia piú vasta: di fronte alle leggi, però, tutti, nelle private controversie, godono di uguale trattamento; e secondo la considerazione di cui uno gode, poiché in qualche campo si distingue, non tanto per il suo partito, quanto per il suo merito, viene preferito nelle cariche pubbliche; né, d’altra parte, la povertà, se uno è in grado di fare qualche cosa di utile alla città, gli è di impedimento per l’oscura sua posizione sociale… Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo e dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attività particolari sono perfetti conoscitori dei problemi politici; poiché il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo non già uomo pacifico, ma addirittura un inutile… In una parola, io dico che non solo la città nostra, nel suo complesso, è la scuola dell’Ellade, ma mi pare che in particolare ciascun Ateniese, cresciuto a questa scuola, possa rendere la sua persona adatta alle piú svariate attività, con la maggior destrezza e con decoro, a se stesso bastante. E che questo che io dico non sia vanto di parole per l’attuale circostanza, ma verità comprovata dai fatti, lo dimostra la potenza stessa di questa città che con tali norme di vita ci siamo procurata”. Socrate come Achille • Revisione socratica: l’aretè da virtù militare a carattere distintivo dell’attività filosofica; • “Tenere la posizione”: il coraggio di Achille; • Socrate e Achille: figure esemplari di una tradizione; • Socrate e Achille: critici interni di una tradizione.