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Perché combattere gli attacchi di panico non è la scelta
migliore
8 Febbraio 2017 ore 10:57
Autore: Marzia Spedicato,
[email protected]
Categoria:
Rubriche / Psicologa online
URL della pagina:
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=44695&l=2
Data scaricamento: 8 Giugno 2017 ore 15:17
Quelli che comunemente chiamiamo attacchi di panico altro non sono che delle risposte patologiche e limitate, ma pur sempre geniali, ad alcuni bisogni personali
di cui possiamo non essere consapevoli
Quelli che comunemente chiamiamo attacchi di panico altro non sono che delle risposte patologiche e
limitate, ma pur sempre geniali, ad alcuni bisogni personali di cui possiamo non essere consapevoli.
Rappresentano delle forme di adattamento, in definitiva, a degli stress interni ed esterni e molto spesso
riferiti ad un passato molto lontano. Avere come obiettivo “togliere” gli attacchi di panico sarebbe come
tagliare una gamba perché si ha prurito al ginocchio.
Il dato che si cerca di individuare per primo è il quando è iniziato. La prima volta, come si colloca nel
tempo il primo episodio; e se, in quel momento, stesse succedendo qualche rottura nell’equilibrio
interno ed esterno della persona. In realtà gli attacchi di panico possono non scatenarsi in tempo reale
con qualcosa di traumatico ma possono presentarsi anche diverso tempo dopo e attivarsi a causa di un
evento precipitante che ci sembra essere senza importanza o comunque senza collegamento. La cosa
più sbagliata? Pensare di risolvere gli attacchi di panico con il farmaco. Il farmaco può essere molto
utile ma solo se inserito all’interno di un trattamento più complesso che preveda inevitabilmente la
presenza di uno psicoterapeuta.
Paziente e psicoterapeuta, insieme, potranno indagare il valore e la funzione del sintomo rappresentato
dall’attacco di panico. Se indispensabile, il farmaco potrà funzionare come una stampella, un aiuto per
procedere con la psicoterapia e man mano che questa andrà avanti, diventare sempre meno supportivo
da essere via via scalato e infine sospeso. In sintesi, la persona non ha un attacco di panico ma si fa un
attacco di panico. L’attacco di panico non è qualcosa di estraneo che le piomba addosso, ma è un
modo geniale, anche se limitato, di reagire a delle controversie interne.
È una difesa, quindi, un modo originale di difenderci, di tutelarci. Da qui possiamo capire perché gli
attacchi di panico non vadano eliminati prima di capire la loro specifica funzione per quella specifica e
unica persona. In moltissimi si fanno gli attacchi di panico; molti in ascensore, molti al supermercato,
molti in aereo, moltissimi solo al pensiero; ognuno però a modo proprio e con i propri significati. Di
attacchi di panico non si muore, è vero! Ma si può anche guarire.
Marzia Spedicato, psicologa
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