LUIGI PIRANDELLO UNO, NESSUNO E CENTOMILA È l`ultimo

UNO, NESSUNO E CENTOMILA
È l’ultimo romanzo di Pirandello,
iniziato nel 1909 ed uscì a puntate
nel 1925 su La fiera letteraria
Pirandello lo definì il romanzo
di “scomposizione della vita”
Assistiamo al progressivo autodistruggersi
della personalità, dopo che il protagonista
scopre la falsità dei rapporti che possiamo
avere con gli altri e con noi stessi,
l’impossibilità di avere una
“forma” autentica e unica
TRAMA P. 422
l’uomo si crede uno, ma in realtà è centomila
perché è diverso per ognuno di quelli che avvicina,
quindi è nessuno perché non può ricomporsi
in un’immagine vera, oggettivamente valida per tutti
È anche il romanzo della dissoluzione della realtà:
ciascuno vede la realtà secondo le proprie idee,
in un modo diverso da quello degli altri:
abbiamo centomila realtà interne di ciascun
personaggio, per cui la vera realtà è nessuna.
LUIGI PIRANDELLO
LE NOVELLE PER UN ANNO
Nel 1922 Pirandello iniziò a sistemare
tutte le novelle da lui scritte: prevedeva una
serie di 24 volumi ciascuno con 15 novelle,
con il titolo tratto dalla prima novella. Pubblicò solo 14 volumi,
a cui se ne aggiunse uno postumo, per un
totale di 225 novelle. Ordine misterioso, dominato dal CAOS
ambiente siciliano e piccolo-borghese romano
personaggi di tutte le classi sociali che si ostinano a
difendere un’immagine di sé di fronte a
una società dominata da regole ferree
segni di allucinazione e di follia, fatti di gesti,
comportamenti, situazioni stravolte che sconvolgono
ogni equilibrio psichico e lo fissano in maschere grottesche;
tecnica della zoomata, ripresa ravvicinata che dà dettagli mostruosi.
Spesso nelle vicende di questi personaggi interviene il caso,
l’accidente, un elemento che tende a rompere la forma:
può essere qualsiasi cosa, il fischio d'un treno, un sasso
urtato per via, la frase di una donna. La rottura della forma,
da un lato ridona nuova vita al personaggio, dall'altro provoca
la perdita di quella rispettabilità di cui aveva goduto
fino a quel momento agli occhi della massa
IL TEATRO
Pirandello ha intitolato
l’insieme della sua produzione
teatrale proprio Maschere
Nude perché sente di
aver rivelato il volto nudo e
dolente che la maschera nasconde
atti unici, drammi e commedie
in tre atti; quasi sempre
troviamo complicazioni
familiari: i personaggi si
muovono all’interno della
contraddizione tra i loro
sentimenti e la posizione
richiesta dai ruoli vissuti
Pirandello arrivò a una vera e
propria frattura del teatro
tradizionale, con il dramma
Sei personaggi in cerca d’autore
Il conflitto tra la vita autentica
e i meccanismi teatrali dà luogo
qui al metateatro, cioè al teatro
che parla del teatro stesso
SCHEDA P. 441
E’ quindi anche il trionfo dell’incomunicabilità, della solitudine dell’uomo
Uscire dalla forma per entrare nella vita è come
passare dalla società alla natura: inizia la poetica dei miti e del surrealismo
Per anni tutti assecondano la sua follia, finchè
vent’anni dopo Enrico IV rivela ad uno psichiatra
di essere guarito, ma di aver continuato la
messa in scena per non tornare alla finzione della vita normale
La produzione
teatrale di Pirandello
approda infine a I
Giganti della montagna,
dramma mitico (e
incompiuto) che
rappresenta una
compagnia di attori
alla ricerca di un
pubblico per il quale
recitare una favola.
Pirandello li fa recitare
per un gruppo di giganti
sordi ed estranei all’arte.
Qui convivono il dramma
da rappresentare e il
dramma della rappresentazione
nel momento della ricezione
da parte del pubblico che
è sordo a ciò che viene
rappresentato. Viene
messo a morte anche il
teatro mitico: neppure
esso è in grado di
istituire una comunicazione
Più tardi altri personaggi che
diventano veramente tragici, costretti a
verificare l’impossibilità di raggiungere
un’autenticità definitiva
per esempio nell’Enrico IV il protagonista,
un ricco personaggio, dopo una caduta
avvenuta durante una cavalcata storica in
cui era mascherato da Enrico IV, è divenuto
pazzo e si crede davvero Enrico IV.