I cantieri Teatrali del Terzo Millennio Enrico IV di Luigi Pirandello regia di Nucci Ladogana con Flavio Bucci Luigi Pirandello Nasce il 28 giugno del 1867 in un casolare del contado intorno ad Agrigento denominato Caos. Nel 1880 si trasferisce con la famiglia a Palermo. Qui completa il liceo e inizia a scrivere novelle. Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza e di Lettere. Nel 1887 si allontana dall’ambiente palermitano e si trasferisce a Roma e poi a Bonn. Nel 1894 pubblica la prima raccolta di novelle Amori senza amore. Insegna lingua italiana all’Istituto Superiore di Magistero di Roma e collabora al “Mazzocco”. Continua a raccogliere le sue novelle e a scrivere romanzi. Fra i più significativi Il fu Mattia Pascal (1904), che apre a Pirandello le porte della notorietà. Nel 1908 scrive l’importante saggio L’umorismo, in cui esprime tutto il senso della sua poetica. Nel 1909 inizia la collaborazione con “Il Corriere della Sera” (che durerà fino al 1936). Si dedica anche alla scrittura drammatica. Il lavoro teatrale, pur non soffocando del tutto la produzione di novelle, assorbe sempre di più lo scrittore. Fra i suoi drammi più importanti Ma non è una cosa seria, Il giuoco delle parti, Sei personaggi in cerca d’autore, Enrico IV. Pirandello nel 1925 assume la direzione artistica del Teatro d’Arte di Roma, fondato dal Gruppo degli Undici. Tra quell’anno e il successivo esce il suo ultimo romanzo Uno, nessuno e centomila. Nel 1929 viene nominato Accademico d’Italia. Muore nella sua casa romana il 10 dicembre 1936. Protagonista della vita teatrale del Novecento, egli ha dedicato la sua ricerca al “Teatro nel teatro”, cioè alla scomposizione critica delle strutture drammatiche tradizionali, rendendosi protagonista del teatro d’avanguardia contemporaneo. Trama L’opera, divisa in tre atti, venne scritta nel 1921 e rappresentata per la prima volta il 24 febbraio del 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Il protagonista è un gentiluomo che in seguito ad una caduta avvenuta durante una cavalcata storica in cui si era mascherato da Enrico IV, è divenuto pazzo fino a credere di essere davvero l’imperatore medievale. La sua stessa casa di campagna è stata allora addobbata a Palazzo e tutti quelli che in essa vivono, sono trasformati nella corte dell’imperatore. La mascherata è dunque continuata nella vita vera di ciascuno dei suoi parenti ed amici. Questi però sono consci della realtà che li circonda e recitano consapevolmente una parte. Dopo dodici anni il sedicente Enrico IV riacquista la memoria scoprendo che la donna amata è, nel frattempo, divenuta l’amante del suo rivale. Troppo difficile accettare una realtà dolorosa. Decide allora di continuare questo teatro quotidiano dove tutti assecondano i suoi voleri ed i suoi desideri. É meglio fingere di non vedere, continuare ad inscenare il teatrino, scegliendo dunque di indossare ancora una volta la maschera che lo costringe in un universo di follia. Il travestimento, da gioco carnevalesco, si trasforma in amara necessità. Flavio Bucci Di origini foggiane, si è formato presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino. Ha esordito come attore cinematografico nel 1971 con un piccolo ruolo nel film La classe operaia va in Paradiso di Petri che lo scelse come protagonista del suo successivo La proprietà non è più un furto (1973). Alla fine degli anni Settanta si è fatto apprezzare dal grande pubblico per aver recitato in serie televisive di successo come Ligabue di Salvatore Nocita, I promessi sposi di Piero Schivazappa e La piovra. E’ interprete anche sulla scena teatrale, lavora come doppiatore ed ha prodotto diversi film.