Didone ed Enea
«Mr. Josias Priest, un celebre maestro di ballo e coreografo teatrale, teneva un convitto per giovani
gentildonne a Leicester Fields. Poiché la natura della sua professione lo inclinava
alle rappresentazioni drammatiche, egli fece scrivere a Tate, e musicare a Purcell, un drammetto
intitolato Dido and Aeneas. Purcell aveva diciannove anni di età, ma la musica di
quest’opera aveva così poco l'apparenza di un saggio puerile, che pochi musicisti in Inghilterra non
si sarebbero sentiti onorati di esserne autori. La presentazione di questo piccolo lavoro da
parte delle giovani gentildonne collegiali, di fronte a uno scelto pubblico di genitori e amici, fu
accolta da generale applauso, del quale una porzione non scarsa si considerò merito di
Purcell». Così nel 1776 Sir John Hawkins, nella sua A General History of the Science and Practice
of Music, descriveva il debutto del lavoro di Henry Purcell avvenuto verso il 1678: la data
esatta non è certa, così come non si hanno nemmeno certezze sulla data di nascita del compositore.
Se la fonte è il Quarto Libro dell'Eneide (tra il 1620 e il 1688 erano state realizzate tredici versioni
inglesi del testo virgiliano), nel libretto di Nahum Tate ci sono però alcune sostanziali differenze.
La più importante è sicuramente il ruolo delle streghe (protagoniste dell'impressionante inizio del
secondo atto), che ordiscono una terribile trama contro Didone: la maga è invidiosa della felicità
della regina di Cartagine e spinge un suo “fido folletto” a trasformarsi in Mercurio per costringere
Enea a salpare. Mentre nell'Eneide non c’è nessun artifizio: sono proprio gli dèi a spingere il
condottiero troiano a partire per fondare Roma (sarà più fedele al testo latino il Berlioz dei
Troyens!). Ispirata a modelli operistici italiani e francesi, l'opera di Purcell raggiunge il culmine
dell'emozione nello splendido lamento finale di Didone, donna ferita che non perde la propria
dignità nemmeno nel momento del suicidio: “Ricordati di me, ma dimentica la mia sorte!”, dirà
alla sorella. Come è tradizione, l'opera viene eseguita utilizzando anche pagine di danza o brani
sinfonici composti da Purcell per altre sue opere.
Dati essenziali
Compositore: Henry Purcell
Librettista: Nahum Tate
Prima rappresentazione: 1688 Londra, Josias Priest's girls' school
Argomento
Atto I
A Cartagine, nel palazzo reale, Belinda cerca di consolare sua sorella Didone, che è triste e
tormentata dall'amore per lo straniero giunto da Troia: Enea. La regina Didone confessa che
il racconto delle sue sventure l'ha profondamente colpita, e Belinda la esorta ad amarlo. Entra Enea,
che la prega di cedere al suo amore, anche per il bene del regno. Belinda invoca Amore, e il Coro
invita i Cupidi a festeggiare il giorno nel quale l'Amore ha trionfato.
Atto II
Nella caverna delle streghe, la maga – che odia tutte le persone felici – ha deciso di distruggere la
felicità della regina. Racconta quindi a una incantatrice che prima interromperà la caccia di Didone
ed Enea con una tempesta che li costringerà a rientrare a palazzo; poi un suo fido folletto, inviato da
Giove, prenderà le sembianze di Mercurio, che rimprovererà Enea per non essere ancora partito e lo
convincerà a salpare quella notte stessa. Nel boschetto dove Enea e Didone sono a caccia, si scatena
una tempesta: Didone decide di rientrare in città. Lo Spirito appare a Enea e gli comanda di partire:
Giove lo ordina. Enea obbedisce, ma si dispera perché il destino è crudele e sarà costretto a far
soffrire la donna amata: “Obbedisco alla vostra volontà, ma con più gioia morirei”. Riappaiono la
maga e l'incantatrice: l'incantesimo è riuscito.
Atto III
I marinai stanno preparando le navi per la partenza. La maga gioisce per la sconfitta di Didone e di
Cartagine. Entra la regina profondamente addolorata, invano Enea cerca di consolarla: “le tue sono
lacrime di coccodrillo”, lo accusa Didone; allo stesso modo, gli ipocriti accusano il fato delle loro
colpe. Enea le risponde che non partirà, disubbidirà a Giove e ubbidirà ad Amore. Didone gli dice
che si ucciderà se non partirà subito. Enea si allontana. Didone stringe la mano della sorella e
si uccide, pregandola di ricordarsi di lei ma non del suo destino. Il Coro invita i Cupidi a spargere
rose sulla tomba di Didone e a vegliarla per sempre.
Locandina
Opera in tre atti
Libretto di Nahum Tate
Musica di Henry Purcell
Edizione in lingua originale inglese con sopratitoli in italiano
Personaggi Interpreti
Dido, regina di Cartagine
soprano
Roberta Invernizzi
Aeneas, principe
troiano baritono
Benedict Nelson
Belinda, sorella
di Dido soprano
Roberta Mameli
La maga e Un marinaio
Carlo Allemano
tenore
Seconda donna soprano
Kate Fruchterman
Prima strega mezzosoprano Sofia Koberidze
Seconda strega soprano
Loriana Castellano
Spirito controtenore
Carlo Vistoli
Direttore d'orchestra
Regia, scene, costumi
e coreografia
Luci
Maestro del coro
Federico Maria Sardelli
Cécile Roussat
e Julien Lubek
Marco Gingold
Claudio Fenoglio
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Opéra de Rouen Haute-Normandie
Novità per l'Italia
Durata
1h 20' (senza intervallo)
Progetto opera barocca
Calendario
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Giovedì 19 Novembre 2015 - 20.00 Turno A
Domenica 22 Novembre 2015 - 15.00 Turno F
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Sabato 28 Novembre 2015 - 15.00 Turno C