ansia come stato tormentato dell`anima

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ANSIA COME STATO TORMENTATO DELL’ANIMA
L'ansia, dal punto di vista etimologico, deriva dal termine tardo
latino “anxia” (da angere, stringere). Il significato della parola,
generalmente, include definizioni come questa: stato tormentoso
dell’anima, provocato dall’incertezza circa il conseguimento di un
bene sperato o la minaccia di un male temuto. Ansietà (lo stato
ansioso) viene definita come inquietudine tormentosa, trepidazione,
causata da uno stato di dubbio, timore o da intensa, violenta
bramosia; angustia, affanno, dolorosa apprensione.
Ognuno di noi ha fatto esperienza di cosa sia uno stato d’ansietà anche se esistono
importanti differenze individuali nella propensione a provare ansia. La dimensione ansiosa
si ritrova oltre che ovviamente nei Disturbi D’ansia, anche nei Disturbi dell’Umore, del
Sonno, Alimentari, Somatoformi, Sessuali, nelle Dipendenze … Senza poi escludere i quadri
sintomatologici caratteristici dell’infanzia come per esempio l’Enuresi, l’Encopresi, il
Disturbo d’Ansia da Separazione, le Fobie Scolastiche, i Disturbi del Comportamento, e altri
ancora.
La tendenza all'ansia è dovuta, principalmente, da una tipica percezione di se stessi
e della realtà. Ciò che trasforma l'ansia in un Disturbo d’Ansia è la paura di provare ansia,
cioè la paura della paura.
LA PAURA DELLA PAURA
MECCANISMI DI AUTOMANTENIMENTO DELL’ANSIA
“Le circostanze hanno meno potere di farci felici o infelici
di quel che non si creda, ma l’anticipazione di circostanze future
nella fantasia, un potere immenso”
.
(H. von Hofmannsthal)
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
LA PAURA
La paura è una risposta transitoria multidimensionale
che integra sensazioni soggettive, alterazioni
neurovegetative,
modificazioni
motorie
e
comportamentali, che viene messa in rapporto a
condizioni specifiche e definite (stimoli, situazioni,
eventi).
Paura come
•
•
•
•
•
Fenomeno normale e adattativo
Emozione attuale
Emozione prevista nel futuro
Condizione pervasiva e imprevista
Stato di preoccupazione e incertezza
Fenomenologia della paura
•
•
Senso di forte spiacevolezza.
Forte pulsione di evitamento.
Costanti della paura
Selettività dell’attenzione
dell’esperienza.
su
una
ristretta
porzione
Fattori fondamentali
Valutazione di uno stimolo (interno o esterno) come pericoloso.
Origini
1.Paure innate originate da:
• stimoli fisici molto intensi
• oggetti, eventi o persone sconosciute
• situazioni di pericolo per la sopravvivenza
• interazione con individui o animali aggressivi
2.Paure apprese da una infinita varietà di stimoli (personali e
derivati dalla storia di sviluppo).
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
IL CIRCOLO VIZIOSO DELLA PAURA
L’INTERPRETAZIONE CATASTROFICA
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
IL MECCANISMO ATTACCO/FUGA
SIGNIFICATO BIOLOGICO E PSICOLOGICO
L’evoluzione ci ha dotato di un meccanismo
fondamentale per la sopravvivenza. Nessun animale
potrebbe sopravvivere se non riconoscesse i problemi
e non reagisse di conseguenza. Nei mammiferi questo
meccanismo naturale di reazione al pericolo si chiama
ATTACCO/FUGA ed è localizzato in un’area primitiva
molto importante del cervello.
Quest’area è programmata in modo da mettere in
moto una serie di reazioni fisiche indispensabili per
predisporre il corpo e la mente al contrattacco o alla
fuga.
Questo meccanismo è la reazione ancestrale
(geneticamente determinata) fisica e mentale al
PERICOLO, ed è collegata all’emozione della PAURA.
Il cuore batte più in fretta.
La pressione si alza.
Gli scambi di ossigeno aumentano.
Il respiro si fa più intenso e rapido.
I muscoli diventano tesi e scattanti.
L’attenzione viene completamente assorbita da ogni
minimo segnale di ulteriore pericolo (un movimento,
un odore, un suono).
Lo stato di allerta e vigilanza è al massimo.
Si è pronti a reagire alla minaccia!!!
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
MA COSA SUCCEDE SE DOBBIAMO
AFFRONTARE
UN PERICOLO DI NATAURA DIVERSA?
COME UN ESAME???
UN COLLOQUIO IMPORTANTE???
UN TORNEO DI SCACCHI???
UN VIAGGIO IN AUTOSTRADA???
SE DOBBIAMO ESPORCI IN PUBBLICO???
SE ATTENDIAMO UNA NOTIZIA IMPORTANTE???
…..
Queste situazioni non espongono a un pericolo fisico
imminente. PERO’ il corpo reagisce come se ci
trovassimo di fronte a un predatore; proviamo una
emozione molto simile a quella che si prova quando
dobbiamo fuggire o attaccare un nemico.
Il meccanismo è primitivo e non riconosce tra diversi
tipi di pericolo. La reazione è identica se si rischia di
essere uccisi, o di perdere una partita a carte. Le
reazioni fisiche e mentali diventano solo SINTOMI
inutili.
Il meccanismo è molto più antico della nostra
evoluzione intellettuale. Non distingue tra pericolo
fisico e rischio di perdere l’amor proprio, l’integrità,
l’oggetto d’amore, il senso di essere oggetto d’amore.
Non distingue tra essere abbandonati dai genitori
quando si è piccoli e indifesi e percepire un senso di
solitudine di fronte a prestazioni importanti …
Questo errore di valutazione può essere benefico.
Quando di fronte a situazioni impegnative aumenta la
concentrazione, la forza fisica, la vigilanza …
Altre volte invece uno stato di tensione è nocivo
rispetto a un senso di tranquilla concentrazione.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
QUANDO L’AVERE ANSIA CI METTE ANSIA?
I sintomi della paura e dell’ansia diventano motivo di
ulteriore paura e ansia. Basta pensare che sta
accadendo qualcosa di terribile, che si sta per perdere
il controllo o impazzire, che si sta per fare qualcosa di
imbarazzante e la paura cresce.
Il meccanismo intensifica la sua azione e aumentano i
sintomi in un terribile CIRCOLO VIZIOSO in cui non si
rintraccia più il punto di partenza di un processo che
sembra sviluppare solo paura.
In pochi secondi si può passare da un lieve stato
ansioso al panico. La caratteristica del CIRCOLO
VIZIOSO è che, indipendentemente dalle origini della
paura, la paura genera paura. Si instaura una specie di
motore autonomo che si autoalimenta anticipando
eventi catastrofici.
Il PROBLEMA sorge quando l’attivazione è eccessiva,
sproporzionata alla situazione o frequente. Le
situazioni che devono essere affrontate non mettono
in PERICOLO la sopravvivenza. Ma è sufficiente
interpretare una situazione come PERICOLOSA perché
si attivi il meccanismo.
I SINTOMI COME PERICOLO
COSA ACCADE SE LA PAURA E’ CONSIDERATA
PERICOLOSA?
QUANDO CIO’ CHE SPAVENTA E’ LO SPAVENTO?
QUANDO FA PAURA L’EFFETTO FISICO E/O
PSICOLOGICO DELLA PAURA?
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
I sintomi della paura e dell’ansia diventano motivo di
ulteriore paura e ansia. Basta pensare che sta
accadendo qualcosa di terribile, che si sta per perdere
il controllo o impazzire, che si sta per fare qualcosa di
imbarazzante e la paura cresce.
Il meccanismo intensifica la sua azione e aumentano i
sintomi in un terribile CIRCOLO VIZIOSO in cui non si
rintraccia più il punto di partenza di un processo che
sembra sviluppare solo paura.
In pochi secondi si può passare da un lieve stato
ansioso al panico. La caratteristica del CIRCOLO
VIZIOSO è che, indipendentemente dalle origini della
paura, la paura genera paura. Si instaura una specie di
motore autonomo che si autoalimenta anticipando
eventi catastrofici.
ANSIA E PANICO
All'osservazione clinica i soggetti ansiosi presentano alcune caratteristiche tipiche:
• presenza di sintomi somatici come tachicardia, vertigini, sudorazioni, tremori, dispnea, disturbi
gastrointestinali, etc..;
• ansietà cronica correlata a luoghi e situazioni specifiche dalle quali sarebbe difficile allontanarsi o non
sarebbe disponibile aiuto (ascensori, stare in coda, folla, autobus, essere soli in casa o fuori…);
• evitamento di tali luoghi, riduzione degli spostamenti o presenza necessaria di un accompagnatore;
• tendenza al controllo emotivo;
• tendenza a interpretare una gamma di sensazioni somatiche, e in particolare le normali risposte
ansiose, in modo catastrofico.
L'interpretazione catastrofica riguarda incombenti disastri fisici e psichici. Per esempio il venir meno del
respiro è considerato come un arresto respiratorio che significa morte, la debolezza come il prodromo di
un collasso, le palpitazioni come il segno di un attacco di cuore. La catastrofe può riguardare anche la
mente: l'accelerazione del pensiero significa perdita di controllo e segno di pazzia. Si vengono così a
instaurare circoli viziosi che possono culminare in un attacco di panico, in cui la percezione distorta di una
minaccia crea apprensione e l'equivalente somatico di tale apprensione viene interpretato
catastroficamente producendo ulteriore ansietà.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
In queste situazioni si viene a creare un permanente stato d’ipervigilanza e focalizzazione dell'attenzione
sul corpo che costituisce un meccanismo di mantenimento. Ogni sensazione percepita costituisce
un'ulteriore evidenza di seri problemi fisici e psichici.
La sintomatologia ansiosa è diversa da persona a persona. A volte prevale un quadro di ansia
anticipatoria, altre volte uno stato di complessi evitamenti, talmente efficaci da tacitare le manifestazioni
ansiose per lungo tempo. È opportuno sottolineare che le componenti sintomatologiche dell'attacco
acuto, cioè quella cognitiva, quella somatica, quella psicosensoriale e quella comportamentale possano
essere variamente rappresentate: possiamo trovarci di fronte ad attacchi anche monosintomatici o
paucisintomatici fino ai quadri tipici, quelli caratterizzati dall'insorgenza improvvisa di un senso di panico
incontenibile che si associa a varie manifestazioni somatiche e psicosensoriali.
Estremamente caratteristico è il collegamento del disturbo a un determinato luogo o a una determinata
circostanza, nei confronti della quale si nutre un elevato timore o si instaura in automatico una condotta
tipica di evitamento.
C’è una tipica tendenza a considerare con preoccupazione varie ipotesi di malattia somatica come
spiegazione di fenomeni anche banali o lievi, preoccupazione che talvolta può aggravarsi fino a
raggiungere caratteri nosofobici.
Per quel che riguarda il tipo di luoghi in cui si verificano gli attacchi d'ansia e che successivamente
vengono evitati, si tratta sempre di situazioni in cui si sperimenta un senso di costrizione, in cui viene a
mancare la possibilità di movimento e di fuga o a condizioni di debolezza e solitudine, in cui non è
reperibile nessun tipo di aiuto. Il vissuto soggettivo della "paura della paura" sembra appunto
riconducibile a temi di costrizione o di debolezza che pur identificati con luoghi o situazioni particolari,
vengono a coinvolgere nei casi più gravi l'intera esistenza della persona.
Le condotte di evitamento e di accompagnamento vanno intese, appunto, come modalità di far fronte a
un malessere che sembra verificarsi solo in determinate occasioni, un mezzo per controllare l'insorgenza
di nuove crisi o addirittura per garantirsi da temuti malanni fisici.
Esistono delle costanti nel modo di percepirsi dei soggetti che sperimentano panico:
convinzione di essere deboli;
convinzione di poter essere aiutati solo da persone conosciute e forti (non da estranei);
visione del mondo esterno come minaccioso;
visione di sé come destinati alla solitudine affettiva;
confusa valutazione di ciò che è affidabile e ciò che non lo è;
senso di sé legato a lettura sensoriale degli stati emotivi;
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
emozioni di base percepite con immediatezza;
ipercontrollo emotivo;
temi di vita legati alla salute, alla sfida e al pericolo;
temi di vita connessi alle aree della libertà, dell’amicizia, della stabilità affettiva;
tendenza a percepire i legami affettivi sia come un’indispensabile fonte di protezione sia come un
legame costrittivo;
….
In sintesi, le principali caratteristiche a livello cognitivo/emotivo dei soggetti che possono sviluppare
disturbi ansiosi sono rappresentate dalla paura, dalla percezione mondo esterno come minaccia, dalla
sfiducia nelle proprie capacità di fronteggiare tale minaccia, da condotte di evitamento e da un continuo
stato di allerta.
L’INTERVENTO
Tutto il percorso terapeutico può essere inteso come un processo di Problem Solving (affrontare
collaborativamente il problema) che si caratterizza per la definizione di quello che possiamo denominare
Stato Problema e per la definizione di quello che possiamo chiamare Stato Desiderato. Chiaramente il
primo coincide con la situazione attuale del paziente mentre il secondo rappresenta l’auspicabile
conclusione del lavoro terapeutico.
Esistono dei protocolli d’intervento che danno un andamento tipico al percorso di esplorazione
dell’esperienza. Ma è chiaro che l’itinerario può risultare significativamente diversificato a seconda delle
caratteristiche del sintomo, del singolo paziente, delle singole sedute. Infatti, ogni percorso nasce
dall’incontro tra due persone che costruiscono insieme l’itinerario più efficace in base agli obiettivi
delineati.
All’interno di questa variabilità, come già detto, esistono alcuni ingredienti tipici del trattamento, come la
Psicoeducazione, la Ristrutturazione Cognitiva, le Tecniche di Esposizione e la Stabilizzazione
somatico/viscerale.
All’inizio della terapia tutta l’attenzione è sugli aspetti conoscitivi collegati all’attacco stesso, e in
particolare sulla differenziazione tra le sensazioni corporee e la loro interpretazione catastrofica,
realizzata attraverso pensieri automatici che contribuiscono all’amplificarsi delle sensazioni stesse.
Vengono fornite al soggetto informazioni precise circa il
disturbo, i modelli principali di riferimento che spiegano
l’eziopatologia e i tipi di trattamento; è importante fare
riferimento a come si innesca il panico, con l’obiettivo di dare
al paziente uno strumento che gli consenta innanzitutto di
accettare queste sensazioni senza drammatizzarne le
conseguenze.
Si prendono in considerazioni visioni e pensieri più realistici e
Ristrutturazione meno catastrofici; i cambiamenti cognitivi vengono messi alla
Cognitiva
prova sul campo, nelle concrete situazioni di insorgenza del
malessere.
Tecniche di
Si tratta di esercitazioni che consentono di interrompere i
Esposizione
comportamenti di evitamento e di allenare il soggetto a
a livello
mettere in discussione direttamente i pensieri e le
situazionale
interpretazioni che ha nella situazione stessa; la conseguenza
e/o immaginativo. è un progressivo abbassamento dell’attività fisiologica, una
maggiore fiducia e una riduzione delle fughe.
E’ realizzata mediante l’addestramento a modalità di
Stabilizzazione
respirazione adeguate e training di rilassamento. Una
Somatico/viscerale. componente di esposizione in queste tecniche può prevedere
l’induzione di sensazioni particolarmente temute dal
soggetto, come giramenti di testa, sudorazioni, senso di
respiro affannoso, nausea … al fine di migliorarne la
tolleranza e la gestione.
Psicoeducazione
A partire da questi elementi il focus dell’intervento si sposta sulle modalità di lettura delle sensazioni e
sulla costruzione dell’esperienza emotiva in relazione alle situazioni ambientali e interpersonali. In una
ulteriore fase della terapia si va a esaminare anche l’origine del particolare stile di lettura delle emozioni
proprio dell’individuo, ripercorrendo alcuni episodi tipici della storia di vita. Terapeuta e paziente iniziano
ad analizzare e rielaborare i meccanismi conoscitivi sottostanti, sia quelli più strettamente cognitivi sia
quelli inerenti allo stile emozionale e alle situazioni interpersonali che favoriscono l’insorgere dei sintomi
stessi.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
“Io non vivo né nel mio passato,
né nel mio futuro.
Possiedo soltanto il presente,
ed è il presente che mi interessa.
Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente,
sarai un uomo felice,
ti accorgerai che nel deserto esiste la vita,
che nel cielo vi sono le stelle,
e che i guerrieri combattono
perché questo fa parte della razza umana,
la vita sarà una festa, un grande banchetto,
perché è sempre e soltanto
il momento che stiamo vivendo”
(P. Coelho)
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