attaccamento e teoria della motivazione

Attaccamento e teoria della motivazione umana
Jonh Bowlby nelle sue ricerche e teorizzazioni sull’attaccamento ha sostenuto che gli esseri
umani sono “relazionali per destino”. La funzione della relazione è di favorire la
strutturazione di un senso di sé coeso e persistente. I nostri bisogni più profondi sono di
tipo affettivo: stabilire, mantenere e ripristinare legami con persone percepite come più
sagge, forti e protettive. Questa necessità deriva dal primario bisogno di origine
filogenetica costituito dalla difesa, da parte di una figura adulta, dai predatori. Le principali
mete biosociali, come l’attaccamento, sono valori che consentono la sopravvivenza.
Concetto di sistema motivazionale
Da un’ottica etologica-evoluzionistica è stata studiata l’invarianza delle forme di relazione
sociale. Se pensiamo alla protesta e/o al pianto che un cucciolo manifesta
all’allontanamento della mamma, vediamo che tale comportamento lo troviamo a partire
dagli uccelli (ma non nei rettili), ed è un richiamo alla vicinanza. Le neuroscienze, poi,
hanno identificato i circuiti nervosi implicati in quei comportamenti, invarianti delle specie
animali, predisposte al fenomeno interattivo. Per definire questi comportamenti invarianti
è stato usato il termine di sistema motivazionale.
Un sistema motivazionale è un sistema cerebrale e mentale che regola comportamento ed
emozioni in vista di una meta ben definita. E’ un sistema funzionale complesso, concepito
come simile ai sistemi fisiologici, dunque non “meccanico” come l’istinto, né “idraulico”
come la “pulsione”. Come l’istinto e la pulsione, è però “universale” e “naturale”, cioè
presente in tutti i membri della stessa specie. Inizialmente è nelle relazioni con i genitori
che vengono attivati i sistemi motivazionali: sono il primo modo di conoscere,
geneticamente preposto all’interazione. I sistemi motivazionali che si attivano più
precocemente sono quello dell’attaccamento, per il bambino, e quello dell’accudimento,
per la persona adulta. Ma, crescendo, si attivano altri sistemi motivazionali che guidano il
comportamento e regolano le attivazioni emotive. Ogni comportamento contiene dunque
un elemento motivazionale diretto a una meta tesa a realizzare un valore evoluzionistico
di adattamento. È per questo che si parla di “teoria della motivazione umana”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Sistemi motivazionali e teoria del cervello
tripartito
Cervello
La presenza e la complessità dei sistemi
motivazionali
dipende,
ovviamente,
dall’evoluzione del cervello. Nella teoria del
cervello tripartito si fa riferimento a tre zone
cerebrali che regolano diversi tipi di condotte:
il cervello rettiliano, il cervello limbico e il
cervello neo-corticale.
L’attività neurale localizzata nel cervello
rettiliano (tronco encefalico, nuclei della base)
regola sistemi motivazionali che disciplinano
condotte non sociali rivolte alla regolazione
delle funzioni fisiologiche, alla difesa dai
pericoli, all’esplorazione dell’ambiente, a
definire e controllare un proprio spazio fisico
vitale (territorialità), al procacciamento di cibo
e alla riproduzione sessuale.
Su questi sistemi non sociali poggiano quelli
appartenenti alla storia evolutiva più recente,
che
controllano
l’interazione
sociale
caratteristica dei mammiferi, e che sono
regolati dall’attività delle reti neurali localizzate
nell’area limbica del cervello (amigdala, giro
del cingolo). L’osservazione etologica delle
condotte sociali presenti nelle diverse specie
rettiliano
Comparso in rettili e anfibi, contiene le strutture
anatomiche del tronco encefalico e dei nuclei della base.
Regola
funzioni
interazioni
fisiologiche
sociali
minimali:
e condotte
predazione,
implicanti
raccolta,
sessualità, reazioni di attacco-fuga, territorialità ed
esplorazione.
Cervello
Limbico
Emerge nell’evoluzione di uccelli e mammiferi. Regola le
interazioni
sociali.
Rappresenta
un
progresso
dell’evoluzione del sistema nervoso perché è un
dispositivo che procura agli animali che ne dispongono
mezzi migliori per affrontare l’ambiente.
Cervello
neo-corticale
Compare nei primati, e nell’uomo raggiunge un’enorme
espansione specie in sede prefrontale. Regola le funzioni
cognitive superiori, tipicamente umane.
di mammiferi rivela alcune omologie
universali. Il richiamo alla separazione
identifica
il
sistema
motivazionale
dell’attaccamento (richiesta di cura); il contatto
corporeo morbido e ripetuto quello
dell’accudimento (offerta di cura); i rituali di
corteggiamento quello della sessualità
finalizzata alla formazione di una coppia;
posture e mimiche di sfida e di resa
identificano il sistema competitivo di rango (o
agonistico); infine nei mammiferi più evoluti,
come i primati, il gioco sociale e l’attenzione
congiunta riportano al sistema cooperativo
paritetico. Prerogativa della specie umana è
l’attività neurale localizzata nella neo-corteccia.
Con essa nascono capacità cognitive
complesse, intersoggettività e costruzione di
significati che determinano le variabilità
individuali nell’espressione comportamentale
dei sistemi motivazionali sottostanti.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
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Sistemi motivazionali: attivazione,
comportamento ed emozioni
ATTACCAMENTO
Il sistema motivazionale dell’attaccamento è
finalizzato all’ottenimento di aiuto e vicinanza
protettiva da parte di un’altra persona
individuata come potenzialmente idonea. Il
sistema si attiva e assume il controllo di
emozioni e comportamento nelle situazioni di
dolore, pericolo, percezione di vulnerabilità e
protratta solitudine. Quando è attivo regola
una serie di emozioni tipicamente avvertibili in
sequenza: paura (da separazione), collera (da
protesta), tristezza (da perdita) e infine il
distacco emozionale. Il sistema è disattivato
dal raggiungimento dell’obiettivo della
vicinanza protettiva segnalato da esperienze
emotive di conforto, gioia e sicurezza. La
disattivazione
del
sistema
permette
l’attivazione di altri registri motivazionali come
quello
dell’esplorazione,
del
gioco
(cooperativo), della sessualità di coppia.
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ATTACCAMENTO
“Quando ti trovi in difficoltà, per
stanchezza,
paura,
dolore,
ecc.,
mantieniti vicino o ripristina la vicinanza
ad un membro conosciuto del tuo gruppo
sociale che ti appaia più forte o più
saggio”.
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AGONISMO
Il sistema agonistico di competizione per il
rango è finalizzato alla definizione dei ranghi di
potere e di dominanza/sottomissione per
regolare all’interno di un gruppo il diritto
prioritario di accesso alle risorse. Una volta
stabilita la gerarchia all’interno del gruppo,
questa rimane presente e attiva nel tempo,
con il vantaggio biologico di eliminare la
necessità di continue lotte che potrebbero
sfiancare gli individui, finché non viene
nuovamente posta in questione. La definizione
dei ranghi avviene attraverso forme ritualizzate
in cui l’aggressività non è primariamente
finalizzata a ledere l’antagonista ma ad
ottenere da quest’ultimo un segnale di resa.
Il sistema agonistico è attivato dalla percezione
che una risorsa è limitata e appetibile da più di
un membro del gruppo sociale, da segnali di
sfida provenienti da un conspecifico.
Nell’uomo, da giudizio, ridicolizzazione,
colpevolizzazione e altri segnali di rango. La
disattivazione del sistema è determinata dal
segnale di resa che comporta il riconoscimento
della propria subordinazione al vincitore. Le
emozioni collegate al sistema dipendono dal
ruolo assunto (sottomissione o dominazione).
Legate alla resa sono la paura (da giudizio),
seguita dalla vergogna e
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dall’umiliazione/tristezza da sconfitta e/o
anche dall’invidia.
I segnali di sfida sono accompagnati dalla
collera che nel vincitore è seguita da
sentimenti di superiorità e disprezzo per lo
sconfitto. Il dominante tende a ricordare
frequentemente ai subordinati la propria
posizione attraverso due modalità: la
ripetizione di segnali di minaccia e dominanza
(modalità più frequente nelle specie inferiori) o
attraverso comportamenti di accudimento
(soprattutto nelle specie superiori come i
primati). Ciò spiega perché, nell’uomo, ricevere
accudimento non richiesto generi aggressività:
il comportamento viene interpretato dal
ricevente come un gesto aggressivo di
dominazione.
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AGONISMO
“Se ti trovi a competere con un membro
del tuo gruppo per un bene o una risorsa,
mostragli la tua forza; se rischi di essere
danneggiato perché è più forte di te,
comunicagli che riconosci la sua
superiorità
attraverso
segnali
di
sottomissione; se è l’altro a segnalarti
sottomissione, interrompi l’attacco e
consentigli di restarti vicino”.
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COOPERAZIONE
Il sistema ha come meta il conseguimento di
un obiettivo comune, più facile da raggiungere
attraverso un’azione congiunta. Il sistema è
attivato appunto dalla percezione che risorse
non limitate risultano più accessibili attraverso
uno sforzo congiunto di più individui.
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COOPERAZIONE
“Se un membro del gruppo è come te
interessato a raggiungere un dato
obiettivo, più facile da raggiungere
attraverso uno sforzo congiunto,
consideralo come un pari e non solo in
base al rango di dominanza”.
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ACCUDIMENTO
Il
sistema
è
reciproco
a
quello
dell’attaccamento. Realizza la meta dell’offerta
di cura verso un conspecifico avente il valore
biologico di favorire le possibilità di
sostentamento di altri individui all’interno del
proprio gruppo. Il sistema è attivato dai segnali
di richiesta di conforto e protezione
(separation call) emessi da un altro individuo (a
sua volta motivato dal sistema di
attaccamento), o da percezione della sua
fragilità/condizione di difficoltà. Le emozioni
concomitanti l’attivazione del sistema sono
l’ansiosa sollecitudine, la compassione, la
tenerezza protettiva o la colpa per il mancato
accudimento. Il sistema si disattiva alla
cessazione delle condizioni attivanti, quindi
dalla percezione di segnali di sollievo e
sicurezza da parte dell’altro.
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ACCUDIMENTO
“Se un membro conosciuto del tuo
gruppo ti chiede, tacitamente o
esplicitamente, aiuto, daglielo: e daglielo
con particolare sollecitudine se è un tuo
discendente genetico”.
Dott.ssa Caterina Fucili
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SESSUALITA’ (DI COPPIA)
Il sistema motivazionale interpersonale
sessuale è finalizzato alla formazione e al
mantenimento della coppia sessuale con il
valore biologico della riproduzione e del
sostentamento della prole. Il sistema è attivato
da segnali fisiologici interni all’organismo
(variazioni ormonali, più importanti negli
animali che nell’uomo) e da segnali
comportamentali di corteggiamento emessi da
un altro individuo solitamente del sesso
opposto. Emozioni collegate all’attivazione del
sistema sono il pudore, la paura del rifiuto e la
gelosia; la percezione dell’avvicinarsi della
meta invece è collegata all’esperienza emotiva
del desiderio e piacere erotico. L’orgasmo pone
termine all'attivazione episodica del sistema
che
può
essere
disattivato
anche
dall’attivazione di altri SMI in forme
incompatibili con la sessualità. All’interno della
coppia sessuale può naturalmente verificarsi
l’attivazione di altri SMI (attaccamentoaccudimento, agonistico, cooperativo) con il
conseguente arricchimento di forma e qualità
della relazione.
Dott.ssa Caterina Fucili
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SESSUALITA’ (DI COPPIA)
“Cerca un membro del tuo gruppo
dell’altro sesso che si dichiari disponibile
all’accoppiamento:
all’accertarsi
reciproco di tale disponibilità attraverso
segnali di corteggiamento, a consumare
il coito, a mantenere poi la vicinanza
reciproca in vista di nuovi incontri sessuali e in vista dell’accudimento
congiunto della prole”.
Dott.ssa Caterina Fucili
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SMI ed emozioni
Le emozioni sono le prime fasi nell’attività del
sistema e possono essere esperite nella
consapevolezza. Esse segnalano valori connessi
alla sopravvivenza e inducono a monitorare
mete specifiche della condotta, selezionate
durante l’evoluzione per la loro funzione di
migliore l’adattamento. La teoria della
motivazione insegna che emozioni simili
mediano l’attività di sistemi motivazionali
diversi, per esempio possiamo avere collera da
attaccamento e da dominanza, o tristezza da
perdita o da sconfitta, o diversi tipi di gioia per
il raggiungimento di diversi scopi biosociali.
Prerogativa dell’uomo è la capacità di
comprendere le intenzioni e le emozioni in se
stesso e negli altri, capacità che altri primati
non possiedono, e che rappresenta una delle
più importante aree di lavoro in terapia, dove
l’attivazione del sistema cooperativo rende
possibile la costruzione di una buona alleanza
terapeutica. La relazionalità è intrinseca
nell’essere umano: non esiste un uomo se non
inserito nelle sue relazioni e nel suo contesto,
di cui è protagonista.
Siamo, insomma, “relazionali per destino”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Bibliografia
Liotti G.(2005), “La dimensione interpersonale della
coscienza”, Carocci
Liotti G. (2001), “Le opere della coscienza”, Raffaello
Cortina
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