ridurre l`ansia perioperatoria nel bambino e nei suoi genitori

RIDURRE L’ANSIA PERIOPERATORIA NEL BAMBINO E NEI SUOI GENITORI
Massimiliano Stacchini, Osspedale Pediatrico Meyer
L’esperienza dell’intervento chirurgico può essere paragonata a quella di un viaggio verso
l’ignoto; se il paziente è un bambino, può capitare che i genitori preparino il figlio con
spiegazioni generiche, parziali o che possiedono una forte carica di emotività [1]. Questo può
produrre atteggiamenti che ostacolano l’assistenza fornita dal personale infermieristico,
rendendola meno efficace e riducendo il grado di soddisfazione di bambino e famiglia.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di sperimentare un intervento educativo rivolto ai
bambini che si sottopongono a un intervento chirurgico di elezione (nello specifico,
adenoidectomia e/o tonsillectomia) e ai loro genitori, finalizzato a trasmettere le conoscenze
relative a tutto il percorso assistenziale, dall’ingresso nella struttura sanitaria alla dimissione, e a
ridurre conseguentemente lo stato d’ansia legato all’esperienza dell’intervento chirurgico. E’
stato inoltre indagato l’impatto dell’intervento informativo sulla compliance al regime terapeutico
e sulla percezione della qualità dell’assistenza infermieristica fornita.
Sono state reclutate 41 coppie madre-figlio, su 44 contattate. I genitori di 3 bambini hanno
negato il loro consenso alla partecipazione allo studio, perché temevano che un’eccessiva
informazione sull’intervento chirurgico potesse procurare un effetto negativo sui loro figli; in uno
di questi tre casi, addirittura, il bambino è giunto alla visita anestesiologica completamente
all’oscuro del motivo per il quale vi era stato condotto [2]. Le coppie bambino-genitore reclutate
sono state assegnate, mediante randomizzazione, al gruppo sperimentale o al gruppo di
controllo.
Protocollo del gruppo sperimentale: circa dieci giorni prima dell’intervento chirurgico, il
bambino e i suoi genitori incontrano l’anestesista. In questa occasione, viene consegnato ai
bambini un opuscolo a disegni raffiguranti un personaggio di fantasia che rivive le tappe
fondamentali del ricovero del bambino; i genitori vengono incoraggiati a leggere l’opuscolo al
figlio, una volta a casa. Durante la procedura di accoglienza in reparto (il medesimo giorno
dell’intervento), vengono illustrati a bambini e genitori i presìdi medico-chirurgici utilizzati nella
fase preoperatoria (catetere venoso periferico, sfigmomanometro, fonendoscopio, camicino da
indossare per l’accesso in sala operatoria, cuffietta) e a scopo anestesiologico (saturimetro,
monitor portatile). Un filmato, dotato di un adeguato commento audio e musicale, presenta i
locali della sala operatoria. [3]. Successivamente, viene rilevato lo stato d’ansia preoperatorio
delle madri (mediante il questionario S.T.A.I. Y-1) e dei bambini (mediante test di
autovalutazione) (4,5).
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Protocollo del gruppo di controllo: nel corso della visita anestesiologica vengono fornite
informazioni circa l’intervento a bambini e genitori. Non viene consegnato il libretto a disegni.
All’accoglienza in reparto madri e bambini vengono fatti accomodare secondo le consuete
abitudini del reparto. Prima di qualsiasi ulteriore intervento infermieristico viene misurata l’ansia
preoperatoria di madri e bambini mediante l’utilizzo degli stessi strumenti di valutazione adottati
nel gruppo sperimentale.
In entrambi i gruppi è stata ripetuta la rilevazione dello stato d’ansia nel periodo postoperatorio.
Al momento della dimissione è stato chiesto a genitori e bambini di entrambi i gruppi di
compilare una griglia di rilevazione e le madri sono state contattate telefonicamente a distanza
di un mese per una breve intervista che indagava il loro vissuto inerente all’intervento del figlio.
Risultati: lo stato dell’ansia medio delle madri, prima dell’intervento chirurgico, è molto simile
nei due gruppi, con un valore leggermente superiore nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo
di controllo.
Dopo l’intervento chirurgico, l’ansia delle madri diminuisce del 43,8% nel gruppo sperimentale e
del 14,7% nel gruppo di controllo. Nei bambini, lo stato di ansia prima dell’intervento è
significativamente diverso nei due gruppi: 29,8 nel gruppo sperimentale, 38 in quello di
controllo. Dopo l’intervento, i valori medi dello stato d’ansia nei bambini sono abbastanza simili
nei due gruppi: 38,5 per il gruppo sperimentale e 40 per quello di controllo.
È stata inoltre indagata anche l’eventuale correlazione fra lo stato d’ansia delle madri e quello
dei figli, nei due gruppi. Nella fase preoperatoria, non si hanno correlazioni di proporzionalità: i
valori relativi all’ansia delle madri ed a quella dei bambini sono indipendenti tra loro (ρ2 gruppo
sperimentale=0,0121; ρ2 gruppo di controllo=0,0366). Per la fase postoperatoria, invece, è
presente una correlazione di proporzionalità diretta nel gruppo sperimentale e nessuna
correlazione di proporzionalità nel gruppo di controllo. Per quanto concerne la compliance, si
sono dimostrati molto collaboranti il 26,1% dei genitori del gruppo sperimentale contro l’11,2%
del gruppo di controllo. Al momento della dimissione, i genitori del gruppo sperimentale hanno
espresso più frequentemente un giudizio più positivo (26,1%)sull’assistenza ricevuta rispetto ai
genitori del gruppo di controllo (5,6%). Ad un mese di distanza dall’intervento, il 39,1% dei
genitori del gruppo di controllo ha espresso un commento positivo circa il ricovero e l’assistenza
ricevuta, contro il 27,8% dei genitori assegnati al gruppo di controllo. Inoltre , nel corso delle
interviste telefoniche, l’11,1% dei genitori assegnati al gruppo di controllo ha espresso un
commento negativo sull’esperienza dell’ospedalizzazione, mentre nel gruppo sperimentale non
è stato riportato alcun commento negativo.
Conclusioni: la modalità sperimentata di preparazione all’intervento chirurgico si è dimostrata
efficace. Un’adeguata informazione fornita ai bambini ed ai genitori del gruppo sperimentale fa
diminuire lo stato d’ansia. Le madri informate efficacemente in merito all’esperienza che stanno
vivendo insieme ai loro bambini, rendendo meno ansiogeni e traumatizzanti alcuni aspetti del
normale decorso postoperatorio. Questo minore stato d’ansia si trasmette ai figli,
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tranquillizzandoli, e la maggior tranquillità dei figli rassicura a sua volta le madri, generando in
tal modo un circolo virtuoso.
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