Attacchi di panico

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Psicologo Marcello Pellegrini - Via Rampa delle Mura Aurelie, 9 - Roma
ATTACCO DI PANICO ( DAP ) – AGORAFOBIA
L'attacco di panico è normalmente classificato nel gruppo dei disturbi di Ansia Generalizzata, insieme
all'Agorafobia, di cui spesso è una componente e alla sindrome Ossessivo – Compulsiva. In comune con
l'Ansia, l'Attacco di Panico e l'Agorafobia hanno l'esperienza dell'ansia elevata e il comportamento di
evitamento. Quest'ultimo non si riscontra però nel disturbo Ossessivo-Compulsivo, che ha in comune con
gli altri due, solo l'esperienza dell'ansia, attivata, quando la persona tenta di resistere alle ossessioni e alle
compulsioni. Si può affermare in generale, che uno stato di Ansia definito come “ Tratto “ possa
predisporre la persona, qualora si verificassero certe condizioni ( stress, isolamento, minacce ) ad avere un
attacco di Panico. L'attacco di Panico può verificarsi in qualsiasi momento, anche in età giovanile e in
qualsiasi luogo. In genere non ha sintomatologia, ed essendo improvviso, traumatizza a lungo la persona
dopo la sua esperienza. Si manifesta con sensazioni di soffocamento, e di morire da un momento all'altro,
con palpitazioni, tachicardia, sudorazioni ( fredde ) e tremori intensi. Dopo il primo attacco, non essendoci
stati segnali premonitori, e non essendoci relazioni fra l'evento e l'ambiente, la persona sviluppa un'ansia di
attesa, che l'accompagnerà quotidianamente. Questi componenti di ansia, producono di sorta, un secondo
disturbo detto Agorafobia che consiste nel timore di essere lontano da un luogo sicuro ( casa, ospedale,
abitazione di parenti o amici ) ove rifugiarsi qualora si manifestasse un malessere o un vero attacco di
panico. Normalmente, queste persone, anche se accompagnate, ispezionano a fondo l'ambiente dove si
trovano, sia per non rimanere “ intrappolati “ e morire realmente, sia per la “ vergogna “ di farsi vedere
dagli altri in condizioni di disagio estremo. La paura dell'attesa dell'attacco, diventa così la paura della
paura e le strategie messe in atto dal soggetto per prepararsi all'evento, non fanno altro che aggravare il suo
disturbo, costringendolo ad una infinità di controlli dai quali è difficile che esca. Il disturbo, come descritto,
è altamente invalidante e, nel breve periodo, la persona stessa sarà costretta a chiedere aiuto. Per
diagnosticare un DAP è necessario che la persona esperisca almeno due episodi improvvisi, anche se di
solito, ne sperimenta di più (quotidiani o settimanali). Le ipotesi sulla natura dell'Attacco di Panico sono
varie; alcune sono indirizzate alle teorie dell'attaccamento infantile e all'ansia di separazione, altri
prediligono situazioni esistenziali particolari quali: il matrimonio, la nascita del primo figlio, esami vissuti
come importanti per la persona, la perdita di efficaci supporti sociali ( genitore, amico/a intimi ), rottura di
conoscenze sociali di “appoggio “ ed altre. Come per l'Ansia Generalizzata, la ristrutturazione cognitiva è
essenziale anche per gli Attacchi di Panico, sia per mettere in rilievo le strategie adottate dalla persona che
aggravano il disturbo, che per correggere le idee irrazionali relative alla morte e ad ogni forma di aiuto
estraneo che non è accettato. Sedute di rilassamento profondo abbinate ad immagini di situazioni da
affrontare, potranno essere di valido aiuto per incrementare la fiducia e mettere in grado la persona di
gestire eventuali attacchi, oltre ad un’analisi profonda dell’origine degli schemi disfunzionali e delle
motivazioni che ne stanno alla base.
www.psicologoromapellegrini.it
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