CON I PIEDI PER TERRA MANIFESTO PER UNA POLITICA ALIMENTARE RESPONSABILE CHE TUTELI LA NOSTRA SALUTE, L’AMBIENTE E IL BENESSERE ANIMALE Image © iStockphoto Gennaio 2014 ciwf.it PER UNA ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE La politica alimentare è una questione centrale. Il modo in cui ci alimentiamo incide notevolmente sulla nostra salute, sull’ambiente e sull’accesso al cibo delle generazioni future. L’agricoltura europea è prevalentemente caratterizzata da sistemi intensivi. Negli ultimi anni questi stessi sistemi si stanno diffondendo abbastanza rapidamente anche nei Paesi in via di sviluppo. La carne prodotta in maniera intensiva nuoce alla nostra salute. Questa produzione consuma e inquina molta acqua, impoverisce il suolo e minaccia la biodiversità. Eppure la nostra capacità di nutrire una popolazione mondiale crescente dipende dalla possibilità di disporre nel tempo di risorse idriche e di una terra ricca e sana; e dal mantenimento della biodiversità. Un nuovo modello di agricoltura e di alimentazione si rende necessario per sostituire il paradigma dell’allevamento intensivo. Questo nuovo modello deve incoraggiare una produzione alimentare in cui gli animali ritrovino il proprio spazio in un contesto rurale, facendoli uscire dalle “fabbriche di cibo”. Deve favorire l’allevamento estensivo, recuperando il legame con la terra, producendo cibo più nutriente, preservando la vita delle nostre campagne e rispettando il benessere degli animali, il tutto nella salvaguardia dell’approvvigionamento per le future generazioni. CIWF esorta le Istituzioni Europee e gli Stati Membri ad adottare delle politiche incentrate su un obiettivo principale e ad impegnarsi su sei punti fondamentali: UN OBIETTIVO: RISTABILIRE IL LEGAME CON LA TERRA Sostituire l’allevamento intensivo con il pascolo e metodi estensivi garantendo standard più alti di benessere animale. SEI PUNTI: • RIDURRE L’ALIMENTAZIONE ANIMALE A BASE DI CEREALI E FAVORIRE IL PASCOLO Ridurre, nell’alimentazione animale, l’uso dei cereali commestibili per l’uomo del 33% entro il 2025 – e del 50% entro il 2035. Infatti, tale uso comporta una perdita di efficenza e un impatto negativo sull’ambiente. • RINFORZARE LA LEGISLAZIONE Proibire progressivamente le pratiche crudeli dei sistemi intensivi, a cominciare dalle gabbie. • RIDURRE L’ANTIBIOTICO-RESISTENZA Mettere fine all’utilizzo sistematico di antibiotici a titolo preventivo per impedire l’emergere di malattie, inevitabili se gli animali sono allevati a densità altissime e in condizioni stressanti. • GARANTIRE UN’ETICHETTATURA CHIARA E VERITIERA Come già avviene per le uova, introdurre l’etichettatura obbligatoria secondo il metodo di produzione anche per carni e prodotti lattiero-caseari. • ADOTTARE POLITICHE MIGLIORI NEGLI ACQUISTI PUBBLICI Fare sì che i Comuni e gli altri enti pubblici utilizzino solo carne, latte e uova che siano stati prodotti in allevamenti sostenibili e rispettosi del benessere animale. • POLITICHE FISCALI A SUPPORTO DI UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE DI CIBO Fare sì che i sussidi e le tasse incoraggino gli allevatori a orientarsi verso l’allevamento estensivo e possibilmente con l’uso di pascolo. © iStock Nelle prossime pagine daremo maggiori dettagli sulle nostre proposte e sugli strumenti necessari per attuarle. LE NOSTRE PROPOSTE L’allevamento intensivo spreca risorse, nuoce all’ambiente, mette in pericolo la nostra salute. E causa sofferenza agli animali. CIWF CHIEDE ALL’UNIONE EUROPEA DI: 1. Adottare politiche che facilitino la transizione da un sistema di allevamento industriale, fondato sull’uso di cereali, verso forme di allevamento sostenibili e rispettose degli animali. Il 60% dei cereali nell’UE sono utilizzati come mangime per gli animali. L’UE dovrebbe evitare l’uso eccessivo di cereali nel mangime e allo stesso tempo promuovere: • l’allevamento estensivo al pascolo: se allevati estensivamente, bovini e ovini convertono l’erba che mangiano in alimenti per l’uomo, consentendo allo stesso tempo di usare terreni che non sono generalmente adatti ad altre forme di produzione alimentare; • produzioni integrate di “cereali/bestiame”: il legame tra gli animali e la terra dovrebbe essere ripristinato tramite sistemi di produzione integrati “cerealibestiame” dove gli animali vengono nutriti con cereali residui e il letame, invece di essere un agente inquinante, viene utilizzato come fertilizzante per il terreno; • utilizzazione degli animali per il riciclaggio: i suini e il pollame sono degli eccellenti “riciclatori” devono essere nutriti con la parte “inevitabile” dei nostri sprechi alimentari e tenuti all’aperto in modo che possano cercare cibo a sazietà. Così facendo si potrebbe sostituire una parte considerevole del mangime a base di cereali o di soia attualmente usati per nutrire gli animali. Una riduzione sostanziale dell’uso di cereali come mangime per gli animali ottimizzerebbe l’utilizzazione di risorse e la sicurezza alimentare. Per ogni 100 calorie che diamo da mangiare agli animali sottoforma di cereali commestibili per l’uomo, otteniamo in media solo 30 calorie sottoforma di carne e latte. Usare i cereali come mangime è dunque uno spreco, non solo di questi raccolti ma anche di terra, acqua e energia necessarie per coltivarli. 2. Incoraggiare l’adozione di diete equilibrate con un consumo minore di carne. Questo comporterebbe benefici in termini di salute umana, riducendo i rischi di malattie cardiache, di obesità e di sviluppo di certi tumori, diminuendo allo stesso tempo le emissioni dei gas serra. La maggiore domanda di consumo di cereali per l’alimentazione umana sarebbe compensata da una minore richiesta di cereali coltivati per gli animali. Il passaggio a una produzione animale non fondata sull’uso dei cereali, e una contestuale diminuzione del consumo di carne nell’alimentazione umana, avrebbe dei vantaggi per l’ambiente. Sarebbe infatti possibile coltivare la terra in modo meno intensivo, con minor uso di fertilizzanti artificiali, consumo ridotto delle acque, dei terreni e un minor utilizzo di acqua, terra ed energia, con enormi vantaggi per la biodiversità. Consentirebbe anche agli animali di essere allevati in condizioni migliori. 3. Mettere fine all’uso sistematico di antibiotici in modo preventivo. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) avverte che siamo sul punto di perdere i benefici di quelle medicine fondamentali che sono gli antibiotici. L’OMS stima che a livello mondiale circa la metà della produzione di antibiotici sia usata per l’allevamento. L’uso di antibiotici in modo preventivo può far emergere batteri resistenti ad alcuni degli antibiotici usati per trattare gravi malattie umane. Gli antibiotici sono usati regolarmente negli allevamenti intensivi di suini e pollame, per prevenire le malattie che, senza questi trattamenti, sarebbero inevitabili per le altissime densità degli stessi. Delle buone condizioni di allevamento permetterebbero una migliore sanità animale, senza ricorrere all’uso preventivo sistematico di antibiotici. 4. Sostenere i piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo. Il sostegno ai piccoli agricoltori contribuisce alla creazione di lavoro e sicurezza alimentare a livello locale. Può permettere loro di uscire dalla povertà, di comprare il cibo che non producono loro stessi e di avere le risorse disponibili per soddisfare degli altri bisogni essenziali come l’educazione e le cure mediche. Continua >> >> Continua 5. Introdurre standard elevati di benessere animale: • Gli animali dovrebbero essere tenuti in sistemi all’aperto, oppure, se allevati al coperto, questi dovrebbero essere in grado di fornire ampi spazi per ciascun animale, paglia in abbondanza, luce naturale e buona ventilazione. • I sistemi di allevamento devono permettere agli animali di esprimere i loro comportamenti naturali. • L a selezione genetica ai fini di crescita rapida o di alta produttività dovrebbe essere evitata quando compromette il benessere degli animali-per esempio se rende la salute degli animali precaria o causa loro dolore o li limiti nell’espressione del proprio comportamento naturale. • I sistemi di allevamento che richiedono pratiche mutilatorie non dovrebbero essere più usati. GLI STRUMENTI NECESSARI A SOSTENERE QUESTE POLITICHE INCLUDONO: L’Unione Europea dovrebbe sviluppare programmi per aumentare la conoscenza del grande pubblico sulle implicazioni dei diversi metodi di allevamento e livelli di consumo di prodotti di origine animale per la salute umana, l’ambiente, la sicurezza alimentare e il benessere animale. L’etichettatura secondo il metodo di produzione I consumatori dovrebbero avere l’opportunità di giocare un ruolo maggiore nel miglioramento del benessere animale. L’etichettatura obbligatoria secondo il metodo di produzione di carne e prodotti lattiero caseari consentirebbe ai consumatori di fare una scelta consapevole quando comprano cibo. Migliori politiche negli acquisti pubblici Al momento di acquistare carne, prodotti lattierocaseari e uova, gli enti del settore pubblico dovrebbero usare il loro potere d’acquisto per incentivare gli alimenti prodotti secondo standard elevati, sia in termine di qualità nutrizionali, sia di rispetto dell’ambiente e del benessere animale. Fare avanzare la legislazione e la sua applicazione L’UE dovrebbe mettere fine progressivamente ai sistemi intensivi, come le gabbie “arricchite” per le galline, le gabbie di batteria per i conigli, le gabbie di allattamento per le scrofe e la mancanza totale di pascolo per le vacche. E’ anche essenziale migliorare l’applicazione della legislazione esistente in materia di benessere animale. Il vero prezzo- includere le esternalità negative L’allevamento, in particolare se intensivo, produce una moltitudine di “esternalità negative” costose, tra cui danni alla salute e all’ambiente. Tali esternalità CIWF Italia Via Mauro Macchi 27 20124 Milano Italia negative riflettono un fallimento del mercato poiché i costi associati all’allevamento intensivo sono sostenuti da terzi o dalla società nel suo complesso e non sono inclusi nel prezzo pagato dai consumatori. E’ necessario adottare strumenti di mercato che consentano di includere le esternalità negative dell’allevamento nei prezzi, affinchè riflettano i costi reali dell’uso di risorse e dell’impatto ambientale. Misure fiscali e sussidi per ridurre il costo dei prodotti ottenuti da allevamenti sostenibili: • per gli agricoltori (i) utilizzando per esempio i fondi della Politica Agricola Comune per valorizzare le esternalità positive e (ii) riducendo la tassazione di coloro che investono in sistemi di allevamento sostenibili rispettosi del benessere animale; i consumatori riducendo o eliminando l’IVA • per sui prodotti alimentari sostenibili e rispettosi del benessre animale (nei paesi in cui esiste l’IVA per i prodotti alimentari). Sviluppare politiche che consentano a tutti l’accesso ad un cibo nutriente e ad un prezzo equo I programmi di informazione di cui si parlava prima dovrebbero informare i cittadini su come nutrirsi in maniera sana anche in presenza di un reddito basso. Creazione di una nuova cultura alimentare La cultura alimentare attuale assegna molta importanza a fattori come il prezzo basso e la praticità, senza invitare i consumatori a riflettere su come vengono prodotti carne, uova e latte a basso prezzo. Bisogna creare una nuova cultura alimentare che dia più importanza ai valori nutrizionali del cibo e ai metodi di allevamento rispettosi dell’ambiente e degli animali. Email: [email protected] Web: ciwf.it © Shutterstock L’informazione e l’educazione del pubblico