Studio del potenziale differenziativo delle cellule staminali

Studio del potenziale differenziativo delle cellule staminali mesenchimali e delle cellule
staminali renali in modelli murini di danno renale acuto
L’insufficienza Renale Cronica è la principale causa di mortalità e morbilità nei Paesi Occidentali e
colpisce l’11% della popolazione adulta. Questa può progredire verso l’Insufficienza Renale Cronica
Terminale, che non ha cure e richiede terapia renale sostitutiva, per esempio dialisi o trapianto
renale. In aggiunta, l’Insufficienza Renale Acuta è la principale causa di morbilità e mortalità.
L’incidenza annuale combinata di ARF e Insufficienza Renale Acuta su Cronica è di 2147pmp, con
una mortalità totale riportata del 50%. Ne consegue che la rigenerazione renale basata sulle
cellule staminali potrebbe essere determinante a ridurre l’incidenza e la severità del danno renale
acuto e cronico. Lo sviluppo di terapie con cellule staminali per il rene è nella sua infanzia a causa
della complessità di quest’organo. Due fonti di cellule staminali sono state considerate per lo
sviluppo di tali trattamenti: le cellule staminali derivate da midollo osseo (BMSC) e le cellule
staminali renali adulte (RSC). Identificare quale tipo cellulare sia più adatto per ottenere effetti
benefici rilevanti nella clinica, è un passaggio fondamentale per la piena realizzazione delle
potenzialità dell’approccio terapeutico. Pertanto, per il successo finale di questa strategia clinica,
ogni popolazione di cellule staminali dovrebbe essere trattata come un “farmaco”. Questo
richiederebbe di mettere a punto studi sperimentali per analizzare e confrontare l’effetto di
ciascun sottotipo di cellule staminali nelle diverse malattie renali definendo protocolli
standardizzati. In questo progetto il potenziale rigenerativo di differenti tipi di SC sarà valutato e
confrontato in modelli animali di danno renale acuto quale la nefropatia da adriamicina e la
nefropatia da cisplatino. Per ciascun tipo di SC e per ciascun modello di danno, saranno testati
differenti numeri di SC, modalità di inoculo, e tempi di iniezione. In ciascun modello animale, i topi
saranno sacrificati a differenti tempi dal danno. Saranno valutati i seguenti parametri: livelli di
azoto ureico sierico, livelli di creatinina sierica, rapporto albumina urinaria/creatinina urinaria,
proteinuria delle 24 ore. L’istomorfometria renale per la misurazione quantitativa del danno
tubulare acuto, della fibrosi interstiziale e della sclerosi glomerulare sarà eseguita tramite LCM e
colorazione istologica. Per la quantificazione dell’integrazione delle SC a livello renale, le SC
saranno marcate con il colorante fluorescente rosso PHK26 prima dell’iniezione, e valutate in LCM.
Tutti i risultati saranno raccolti in una scheda predisposta per via informatica. Se alcuni modelli di
danno renale mostreranno un miglioramento clinico significativo con specifici tipi di SC in assenza
di effetti collaterali significativi, per queste selezionate patologie renali saranno preparati possibili
protocolli di trattamento cellulare per applicazioni cliniche in trial di fase I/II.