Anno scolastico 2014 – 2015 Istituto Comprensivo “Massari - Galilei” Scuola dell’Infanzia - Scuola Primaria Scuola Secondaria di I grado Dispensa redatta dalle docenti: Anna Pinto Antonia Celeste Tiziana Amoruso Corso di formazione “Disturbo dello spettro autistico” Anno scolastico 2014 – 2015 Istituto Comprensivo “Massari - Galilei” Scuola dell’Infanzia - Scuola Primaria - Scuola Secondaria di I grado Corso di formazione “Disturbo dello spettro autistico” Nel campo della salute mentale con lo scopo di migliorare il processo diagnostico, il Manuale diagnostico e statistico (DSM-5) rivoluziona la classificazione del Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), con conseguenze importanti per le diagnosi. Già nella definizione è evidente che esistono diversi livelli di gravità dei sintomi autistici che possono, quindi, essere valutati in modo dimensionale. Pertanto nella categoria succitata sono compresi: Disturbo dello Spettro Autistico Disturbo Autistico (autismo) Sindrome di Asperger Disturbo disintegrativo dell’infanzia si manifesta entro i primi tre anni di vita e può essere preceduta da un periodo di normalità di sviluppo può essere causato da condizioni cliniche (ad esempio: malformazioni genetiche, malattie metaboliche, alterazioni del sistema nervoso centrale, psicosi … ) Disturbo pervasivo dello AUTISMO sviluppo non altrimenti specificato Quali cure ? Approcci educativi: Terapie: Metodo ABA Metodo Delacato Metodo TEACCH - Psicomotricità - Ginnastica - Progetti istituzionali presso strutture sanitarie Terapie mediche: Farmaci è una sindrome caratterizzata da compromissione grave di più aree dello sviluppo infantile Sviluppo delle interazioni sociali Sviluppo del linguaggio e della comunicazione [assente e/o anomalo] Sviluppo senso motorio [isolamento, movimenti ciclici, mancanza percettiva, ipersensibilità ai suoni, [difficoltà di coinvolgimento, difficoltà di empatizzazione, disinteresse per le relazioni sociali] Sviluppo affettivo [ansie, aggressività, rabbia, inconsolabilità] ADHD Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività DISABILITÀ INTELLETTIVA LIEVE MODERATO GRAVE ESTREMO Difficoltà dell’apprendimento di abilità scolastiche Immaturità nelle interazioni sociali Compromissione del pensiero astratto Ritardo nel linguaggio Capacità decisionale limitata Ritardo negli apprendimenti Abilità concettuali limitate Linguaggio parlato ridotto (parola – frase) Incapacità di svolgere autonomamente le attività quotidiane Gravi compromissioni motorie e sensoriali Totale assenza di autonomia Comprensione molto limitata o assente DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Dal momento che la patologia evidenzia un funzionamento secondo gradi e sfumature diverse da caso a caso dando luogo a situazioni anche molto differenti per caratteristiche e gravità, la V Classificazione delle Malattie Mentali (DSM-V), di recente pubblicazione (2014), proposta dall’associazione americana di psichiatria ha adottato il termine di “Spettro” individuando quindi nei Disturbi dello spettro Autistico una sintomatologia che va da situazioni relativamente lievi e a bassa necessità di supporto a situazioni relativamente gravi ad alta intensità e supporto, condizioni cliniche ai limiti della normalità e condizioni gravemente patologiche. La nuova categoria del Disturbo dello Spettro Autistico comprende: Disturbo Autistico Sindrome di Asperger Disturbo Disintegrativo dell’infanzia Disturbo Pervasivo dello sviluppo NS I disturbi dello spettro autistico sono disturbi dello sviluppo neurologico che possono essere presenti dall’infanzia o dalla prima giovinezza, ma possono non essere rilevanti fino a più tardi a causa della minima richiesta sociale o della presenza di supporto da parte dei genitori nei primi anni. Le cause dei Disturbi sono state oggetto di lunga e approfondita discussione. Se infatti in passato la comunità scientifica dava maggiore peso a psicodinamico/ambientale, ipotesi psicologiche successivamente ci si di è tipo soffermati soprattutto su fattori neurofisiologici e genetici e attualmente il mondo scientifico sembra in accordo sull’identificare un’origine neurobiologica dell’autismo. I nuovi criteri proposti per la nuova diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico (DSM-V)sono i seguenti: La diagnosi deve soddisfare i criteri A, B, C e D. Criteri Diagnostici: A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti e manifestato in 3 punti: 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: un approccio sociale anormale e fallimento nella normale conversazione (in avanti ed indietro) e/o un ridotto interesse nella condivisione degli interessi, emozioni, affetto e risposta e/o una mancanza di iniziativa nell’interazione sociale. 2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale: che vanno da una povera integrazione della comunicazione verbale e non verbale, attraverso anormalità nel contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale mancanza di espressività facciale e gestualità. 3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di sviluppo ,difficoltà nel regolare il comportamento rispetto ai diversi contesti sociali e/o difficoltà nella condivisione del gioco immaginativo e nel fare amicizie e/o apparente mancanza di interesse nelle persone. B.Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive come manifestato da almeno 2 dei seguenti punti: 1. Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo: come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, frasi idiosincratiche. 2. Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti: rituali motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo, domande o discussioni incessanti o estremo stress a seguito di piccoli cambiamenti. 3. Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anormale: forte attaccamento o preoccupazione per oggetti inusuali, circostanziati. interessi eccessivamente perseveranti o 4. Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o tessuti specifici, eccessivo odorare o toccare gli oggetti, fascinazione verso luci o oggetti roteanti. C. I sintomidevono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il limite delle capacità). D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano. L’AUTISMO Le Linee Guida per l’Autismo dell’ISS redatte il 2011 definiscono l’Autismo come “Sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologico, con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico.” Poiché l’autismo è definito come un insieme comune di comportamenti,è megliorappresentato da una singola categoria diagnostica che si possa adattare alle presentazioni cliniche individuali (es. severità, abilità verbale e altre) e alle condizioni associate (es. disordini genetici conosciuti, epilessia, disabilità intellettuale e altre). Un singolo spettro riflette meglio lo stato attuale delle conoscenza riguardo la patologia e la presentazione clinica. Criteri diagnostici: 1 Deficit Socio-Comunicativi a. I deficit nella comunicazione e nel comportamento sociale con specificità rispetto all’ambiente e al contesto. b. I ritardi nel linguaggio non sono né unici né universali ma sono più accuratamente considerati come un fattore che influenza la presentazione clinica della sintomatologia. c. La presenza di entrambi i deficit raggiunti aumenta la specificità della diagnosi senza intaccarne la sensibilità rispetto ai diversi livelli, dal moderato fino al più severo, mentre si mantiene la specificità. 2 Interessi fissati e comportamenti ripetitivi La manifestazione di almeno due sintomi aumenta la specificità del criterio senza diminuirne significativamente la sensibilità. La necessità di molteplici fonti di informazione include la capacità nell’osservazione clinica, il racconto di genitori/custodi/insegnanti. La presenza, attraverso l’osservazione clinica o il racconto dei genitori, di una storia di interessi fissi, routine, rituali o movimenti stereotipati aumenta sensibilmente la stabilità di una diagnosi di autismo nel tempo e la differenzia da altri tipi di disturbi. I comportamenti sensoriali inusuali sono stati esplicitamente inclusi, espandendo la specificazione di differenti comportamenti, con esempi particolarmente rilevanti per i bambini più piccoli. LIVELLLI DI FUNZIONAMENTO Livello 3: Richiede supporto rilevante Comunicazione sociale: I severi deficit nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, causano un impedimento severo nel funzionamento; iniziativa molto limitata nell’interazione sociale e minima risposta all’iniziativa altrui. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi che interferiscono marcatamente con il funzionamento in tutte le sfere. Stress marcato quando i rituali o le routine sono interrotte; è molto difficile ridirigere dall’interesse fissativo o ritorna rapidamente ad esso. Livello 2: Richiede supporto moderato Comunicazione sociale: Deficit marcati nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, l’impedimento sociale appare evidente anche quando è presente supporto; iniziativa limitata nell’interazione sociale e ridotta o anormale risposta all’iniziativa degli altri. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi appaiono abbastanza di frequente da essere ovvi all’osservatore casuale ed interferiscono con il funzionamento in diversi contesti. Stress o frustrazione appaiono quando sono interrotti ed è difficile ridirigere l’attenzione. Livello 1: Richiede supporto lieve Comunicazione sociale: senza supporto i deficit nella comunicazione sociale causano impedimenti che possono essere notati. Ha difficoltà ad iniziare le interazioni sociali e mostra chiari esempi di atipicità o insuccesso nella risposta alle iniziative altrui. Può sembrare che abbia un ridotto interesse nell’interazione sociale. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: rituali e comportamenti ripetitivi causano un’interferenza significativa in uno o più contesti. Resiste ai tentativi da parte degli altri di interromperli. L’Autismo può essere diagnosticato in modo attendibile per lo più entro il terzo anno d’ età e, in alcuni casi, addirittura entro i 18 mesi. Alcuni studi suggeriscono che in molti bambini il disturbo può essere individuato con precisione fin dall’età di un anno, o addirittura più precocemente. La comparsa di qualunque segnale suggestivo di un Disturbo costituisce un valido motivo per sottoporre il bambino ad una valutazione da parte di uno specialista della patologia. Di solito sono i genitori a notare per primi nei loro figli dei comportamenti insoliti. In alcuni casi il bambino sembrava “diverso”fin dalla nascita, non reagiva alla presenza degli altri, oppure si concentrava per un tempo prolungato su un solo oggetto. I primi segnali di un DA possono tuttavia comparire anche nei bambini che inizialmente sembravano aver seguito uno sviluppo normale. Quando un bimbo attento e chiacchierino, all’improvviso diventa silenzioso, ripiegato su se stesso, autolesionista, oppure indifferente alle relazioni sociali, qualcosa non va. La ricerca ha dimostrato che di solito i genitori hanno ragione nel rilevare problemi dello sviluppo, anche se possono non rendersi conto della natura specifica e dell’entità del problema. I bambini con DA si mostrano più lenti nell’imparare ad interpretare il pensiero e i sentimenti degli altri. Dei segnali sociali sottili come un sorriso, un ammiccamento o una smorfia, possono avere uno scarso significato. Per un bambino al quale sfugge il significato di questi segnali, le parole “vieni qua ” avranno lo stesso significato in qualunque modo siano pronunciate, sia allargando affettuosamente le braccia che con viso arcigno e i pugni sui fianchi. Senza la capacità di interpretare i gesti e l’espressione del viso, il mondo può apparire sconcertante, impedendo loro di prevedere o di comprendere le azioni degli altri. Tra le varie esperienze raccolte è comune, avere difficoltà nel controllare le proprie emozioni. Questo può manifestarsi con un comportamento “immaturo”, come piangere in classe, o con esplosioni verbali che appaiono inappropriate alle circostanze, possono anche presentare distruttività e talvolta aggressività fisica, che aggravano ulteriormente le difficoltà di relazione sociale. Hanno la tendenza a “perdere il controllo”, specialmente quando si trovano in un ambiente sconosciuto ed opprimente, oppure quando sono arrabbiati o frustrati. Talvolta possono rompere oggetti, o aggredire gli altri o se stessi. Quando si sentono frustrati, alcuni si percuotono il capo, si strappano i capelli o si mordono le mani. Nella maggioranza dei casi, i problemi connessi alla comunicazione e alle capacità sociali risultano più evidenti nel momento in cui lo sviluppo del bambino appare molto indietro rispetto a quello dei coetanei. Altri bambini inizialmente si sviluppano abbastanza bene, mentre il modo diverso di reagire alle persone ed altri comportamenti insoliti si manifestano, il più delle volte, tra il 18° e il 36° mese di vita. Alcuni genitori riferiscono che il cambiamento è stato repentino e che il loro bambino ha iniziato all’improvviso a rifiutare le persone, a comportarsi in modo strano ed a perdere le abilità linguistiche e sociali acquisite in precedenza. In altri casi esiste un plateau, o un arresto dei progressi, che rende più evidente la differenza tra il bambino autistico ed i suoi coetanei. Cosa fare? Come intervenire: Diagnosi precoce Chiara informazione alla Terapia occupazionale Trattamento psicoeducativo famiglia Controllo, monitoraggio e Applicazioni di metodi ABA supporto medico Educazione del bambino Aiuto pratico e psicologico Pianificazione dei servizi Metodo cognitivo comportamentale Metodo motorio per per l’intero arco della vita compensare le e servizi che intervengono dello anteriore e sul bambino, posteriore seguire e Coordinamento tra agenzie spazio difficoltà Inserimento scolastico in classi sperimentali di 12-15 protocollo da verifiche da effettuare alunni Comorbidità Psichiatriche Disturbo della provocatorio condotta e disturbo oppositivo- Disturbo dell’ansia e dell’umore Depressione Ritardo mentale Insegnare a bambini con autismo 10 raccomandazioni Queste raccomandazioni sono state adattate dal lavoro di Martin A. Kozloff, the Judevine Center for Autism, AppliedBehavioral Analysis. Raccomandazione 1: AVERE ASPETTATIVE ALTE Non dare per scontato che una persona non possa fare qualcosa solo perché ha l'autismo. Non farsi influenzare dall'IQ della persona, perché è molto difficile misurare esattamente l'IQ di una persona con autismo.Aspettarsi che invece si comporti correttamente, risponda alle domande, venga se chiamata, e completi i lavori assegnatigli. Le persone con autismo possono impiegare più tempo a fare queste cose e possono avere bisogno di aiuto, ma bisogna aspettarsi cose positive da loro, e non scusare i comportamenti negativi, pensando che siano vittime da non poter aiutare. Le persone con autismo sono persone. Persone con sentimenti, pensieri, desideri e bisogni, e rispondono ai rinforzi positivi: amore, attenzione, punizioni, tutte le esperienze normali della vita, anche se possono rispondere in modo diverso. Raccomandazione 2: USARE UN APPROCCIO POSITIVO Cercare di essere sempre positivi.Stare attenti a ottenere comportamenti appropriati.Quando guardi,commenta su di lui e rinforza con elogi verbali specifici (Carlo,mi piace come stai seduto bravo!).Per creare nuovi comportamenti,dare altri rinforzi insieme agli elogi verbali o fisici (una pacca sulla testa, un "batti cinque" ecc),o primari (cibo),o attività rinforzanti (un giocattolo,un break dal lavoro).E' importante trovare rinforzi potenti (un rinforzo è qualcosa che,dato dopo un comportamento,rinforza questo comportamento).Per trovare un buon rinforzo,parlare ai genitori,altri insegnanti del bambino, guardare cosa il bambino sceglie spontaneamentee provare un milione di cose diverse per vedere cosa è motivante per il bambino. Una volta trovato un rinforzo potente, non permettete che il bambino lo abbia finché non abbia compiuto il comportamento che volete rinforzare.Un accesso illimitato ai rinforzi toglie loro valore. Ignorare i comportamenti inappropriati. Comportamenti distruttivi o pericolosi possono richiedere una conseguenza, ma per molti altri iniziare ignorandoli. Commentarli, guardarli o porvi attenzione può essere rinforzante per molti bambini con autismo.Quando spiegate delle regole, fatelo in termini positive. Dire "siediti sulla sedia" invece che "non alzarti". Dire quello che DEVE fare, invece di cosa NON DEVE fare. Se il bambino sbaglia, dire "buon tentativo", e fatelo provare di nuovo. Inoltre, MAI PARLARE DEI PROBLEMI DI COMPORTAMENTO O DEI DEFICIT DEL BAMBINO davanti ad altre persone. E' una cosa sbagliata per chiunque, inoltre potrebbe dare al bambino una lista di cose da fare per attirare la vostra attenzione. State attenti! Raccomandazione 3: RICHIEDERE UNA RISPOSTA Non CHIEDERE di fare qualcosa, ma DIRE di farlo.Dopo aver fatto la richiesta,dare un po' di tempo per rispondere. Dopodiché aiutare a rispondere. Ad esempio se si chiede: "Carlo, sei contento oggi?" e non si riceve una risposta, aiutare Carlo a dire "Sì, sono ----------" lui dovrebbe completare la frase.Se ancora non c'è risposta, aiutare ancora "Sì, sono........." (se lui sembra essere contento).Se ancora non c'è risposta, suggerire una risposta verbale o gestuale di "si" o "no".Qualunque risposta riusciate a farvi dare ( anche se siete costretti a prendere la sua testa e farla muovere in modo da ottenere un "si"), accertatevi di premiarlo per una "bella risposta!" Non permettere mai che una vostra domanda rimanga senza risposta o che un’istruzione (comando) non venga completata. Se si fa questo, il bambino con autismo imparerà che le risposte non sono sempre necessarie e quello che lui ha da dire non è importante. Siate sicuri di avere una risposta. Raccomandazione 4: IGNORARE IL LINGUAGGIO, RUMORI, RISATE E COMPORTAMENTI NON ADEGUATI Immaginate questa scena: tutto a un tratto Andrea, bambino con autismo, inizia a ridere scioccamente. L'insegnante spende 15 minuti a chiedergli cosa lo faccia ridere, ride con lui, gira nella stanza indicando vari oggetti e chiedendo "è questo che ti fa ridere?". La risata poi si interrompe di colpo, com'è iniziata. L'insegnante cercava forse un momento di connessione con Andrea,invece ha soltanto rinforzato un comportamento inappropriato per 15 minuti!! Ricorda, porre attenzione al bambino quando vedi un comportamento che vuoi che si ripresenti, e ignora i comportamenti che vuoi fermare. Cosa c'è di inappropriato nel ridere? Niente, se è collegato a qualcosa che sta succedendo,ma se non c'è collegamento con niente, bisogna ignorarlo.Bisogna insegnare ai bambini con autismo quali sono i comportamenti o il linguaggio appropriati e quali invece no.Ciò è valido per i comportamenti autostimolatori, l'ecolalia, parole non contestuali,urla,azioni stupideecc. Un errore dei genitori e degli insegnanti dei bambini con autismo è di incoraggiare OGNI tipo di comunicazione, perché è così raro ottenerla dal bambino. Ma bisogna assicurarsi di rinforzare in modo diverso la comunicazione rilevante e quella no, altrimenti si avranno più atteggiamenti irrilevanti, perché il bambino capisce che attira la vostra attenzione.Quando la risposta o l'azione del bambino è rilevante, essere generosi coi complimenti e spiegare la connessione tra quanto il bambino ha detto, o fatto, e l'evento relativo (es: Si, Andrea, è divertente vedere Bunny che ride!) Raccomandazione 5: PARLARE IN MODO LENTO, CHIARO E SPECIFICO Ricordare che le persone con autismo possono avere dei problemi a decodificare quello che stai dicendo.All'inizio, parla piano e chiaro perché il bambino riceva tutte le tue indicazioni verbali (dopo parlerai nel modo più normale possibile, in modo che il bambino capisca TUTTI, non solo te). Sii sicuro che il bambino ti guardi, per assicurarti che colga anche i suggerimenti non verbali. Cerca di essere specifica, e finché non sei certa che il bambino capisca astrazioni o altro, non usarle. Ad es, invece di dire "prendi una sedia", dì "siediti sulla sedia". Molti bambini con autismo prendono le cose alla lettera e possono avere problemi a capire delle frasi non letterali, anche se di uso comune. Usare i nomi come nomi,gli aggettivi come tali e i verbi anche. Se state insegnando i colori usando dei blocchi colorati, non dite "questo è blu", ma "questo è un blocco blu". Non dite"questa è una mucca", se mostrate l'immagine di una mucca. Dite, invece," questa è la foto di una mucca". Evitate anche di fare inavvertitamente una domanda se intendete dare un comando. Di solito lo facciamo quando diciamo al bambino di fare qualcosa e poi aggiungiamo : "va bene?"; questo cambia il comando in una domanda, e il bambino può dire "No". E, siccome vogliamo che una comunicazione appropriata venga sempre rinforzata, a quel punto dobbiamo acconsentire e fermare l'attività.Evitare vere domande, come "lo facciamo?" o "sei pronto a lavorare?".Altre frasi da evitare: "fallo per me".( Il lavoro a scuola non è fatto per qualcuno, è un dovere del bambino).Evitare anche "grazie" e "per favore" quando diamo un comando, sono frasi educate ma non necessarie per comportamenti che vanno pretesi. Raccomandazione 6: USARE UNA TABELLA O ALTRI SISTEMI CHE PREPARINO AGLI EVENTI SUCCESSIVI O AI CAMBIAMENTI Molti bambino con AS si oppongono ai cambiamenti e preferiscono la monotonia, probabilmente perché non riescono a capire completamente e a prestare attenzione a tutte le indicazioni ambientali che annunciano che sta per avvenire una transizione. Molti bambini con AS si focalizzano solo su una parte della situazione e non sulla sua interezza. Ad es, noi ci guardiamo intorno e vediamo la gente che si prepara per andare a casa, che aggiustano le loro carte, o guardiamo l'orologio,ecc, ma i bambini con AS possono non recepire questi segnali e rimanere concentrati solo sull'attività che stanno eseguendo in quel momento.Hanno bisogno di sapere quali attività vengono prima, dopo, e per ultime. Devono essere avvisati quando un'attività deve cambiare ("Tra 5 minuti smetteremo di fare il puzzle") e deve iniziarne un'altra ("Quando finirai il puzzle faremo matematica"). Devono essere preparati se verrà qualcuno in classe o a casa, o se sta per accadere qualcosa di insolito o spaventoso (" tra 5 minuti suonerà la campanella/ l'allarme. Farà molto rumore!"). Si possono usare le "social stories", che sono delle brevi storie che spiegano la ragione delle cose a questi bambini, spiegano la prospettiva delle altre persone, e quali sono i comportamenti che ci si deve aspettare dagli altri e dai bambini con AS. Le social storie possono essere un ottimo modo per preparare i bambini ai cambiamenti e alle nuove situazioni. Raccomandazione 7: NON ALZARE LA VOCE, AFFERRARE IL BAMBINO O MINACCIARLO DI PUNIZIONI Alzare la voce sembra un modo naturale per ottenere arrendevolezza,ma i bambini con autismo possono essere ipersensibili nell'udito. E allora ti eviteranno.Inoltre, se alziamo la voce è perché probabilmente abbiamo già dato un comando 4 o 5 volte. Quello che abbiamo trasmesso al bambino è che l'unica volta che facciamo sul serio è quando alziamo la voce, quindi sa che non ci aspettiamo che lui obbedisca se non quando gridiamo.Per evitare questo problema, dire al bambino di fare una cosa solo una volta o due, se non obbedisce, aiutare a farlo nel modo meno intrusivo possibile. Ad es, se con voce calma hai già detto al bambino 2 volte di sedersi e lui è ancora in piedi, mettergli la mano sulla spalla e guidarlo sulla sedia. Quando è seduto, dirgli "Bravo per esserti seduto, mi piaci come segui le istruzioni" e il bambino capirà che fate sul serio. Invece che inseguire o afferrare un bambino che fugge via, dite al bambino cosa dovrebbe fare ("devi tornare qui") e offrirgli la possibilità di tornare da solo. Es, "appena torni e finiamo questo lavoro, faremo la merenda."Non minacciare conseguenze negative ("Se non torni, non potrai uscire per tutto il giorno!") si avrà una lotta e/o maggiore resistenza.Rimani calmo e sii positivo. Insegnate al bambino a chiedere o dire dove state andando anticipando il comportamento evitatorio e dicendo "Mi pare che hai voglia di uscire. Dillo con parole tue". E dopo premiate questo comportamento appropriato con una passeggiatina. Raccomandazione 8: NON PERMETTETE CHE I COMPORTAMENTI NEGATIVI PORTINO AL RISULTATO DI EVITARE LE RICHIESTE Se date un'istruzione al bambino e lui fa un capriccio, ti ignora, si autostimola, se ne va via, o rifiuta di fare l'attività, devi continuare a insistere finché il compito non sarà completato. Aspettate che il bambino sia calmo e assicuratevi che il compito sia completato. Usate una frase che aiuti la sua motivazione. Es. "So che non ti piace rifare il letto, ma appena avrai finito sarà l'ora di andare in bici (o qualcosa di piacevole per lui)". Questo risulterà in una situazione in cui tutti e due sarete vincitori, che è quello che noi cerchiamo sempre per i nostri bambini. Permettere a un bambino di sottrarsi ai suoi compiti è un rinforzo molto potente per i loro comportamenti di esitamento (capricci ecc) e sarà un'abitudine molto difficile da eliminare, una volta che si sia stabilita. Raccomandazione 9: NON ARRENDETEVI RIGUARDO ROUTINE O MANIE Spesso i bambini AS hanno manie o rituali che si sentono obbligati a eseguire. Spesso, il bambino pretenderà che anche gli altri aderiscano alle sue routines. Per es., conosco un bambino che deve contare 10 scalini mentre sale. Se sbaglia a contare o se gli scalini non fanno la somma di 10, il bambino insiste che lui e la mamma ripartano daccapo la scala. Probabilmente questo è un comportamento simile a quello del disturbo ossessivo-compulsivo.E' come se il bambino credesse che qualcosa di brutto potrebbe accadere se la stessa routine non viene seguita. Quando la routine è completata, c'è un senso di sollievo e le "cose brutte" non accadranno. Fermare il bambino dall'eseguire la routine (o il rituale) può risultare in una brutta crisi d'ira. Arrendersi alla routine dopo di ciò, rinforzerà la routine e anche i capricci- non una cosa buona! Non fate di tutto per eliminare tutte le routine e i rituali. Per quelli che non sono pericolosi e non violano i diritti altrui (es.: allineare le macchine nella stanza dove gioca), puoi semplicemente ignorargli. Ma non permettere al bambino di chiedere che anche gli altri eseguano le loro routine o rituali e non permettete che lui li faccia in tutta la casa o a scuola. Farà capricci, ma saranno ignorati ( se non c'è pericolo fisico). Quando si ignora un comportamento che in precedenza aveva avuto molte attenzioni, probabilmente il comportamento peggiorerà prima di migliorare. Siate pazienti e ignorate coerentemente per almeno 3 settimane (il tempo che si sviluppi una nuova abitudine).Se il comportamento non diminuisce, sarà richiesta un'altra strategia (forse l'attenzione non era la motivazione del comportamento). Raccomandazione RINFORZARE E 10: OTTENERE ASPETTARSI IL ATTENZIONE, PROTOCOLLO "APPRENDIMENTO/ PARTECIPAZIONE" BASE Spesso le persone con AS hanno difficoltà a prestare attenzione alle cose importanti, e si concentrano su aspetti irrilevanti di quello che stiamo dicendo o facendo o sono distratti dai loro stessi interessi, azioni, o bisogni sensoriali. Per insegnare loro in modo efficace, dobbiamo prima ottenere la loro attenzione. Le prime volte che sono venuta in contato con la realtà dell'autismo è stato quando fui assegnata alla valutazione di bambini che fossero idonei a un programma di intervento precoce. I miei tentativi di valutare i bambini con autismo sarebbero stati comici se non fosse stato per la grave natura della loro condizione. Tirai fuori le costruzioni e i puzzle... e poi fu un parapiglia! I miei rapporti furono del tipo:" Il bambino ha impilato 2 costruzioni sul divano, 3 sul tavolo e 4 dietro il frigorifero". Questo "potrebbe" andare anche bene allo scopo di valutare, ma insegnare è invece diverso. Per insegnare a un bambino, devi avere la sua attenzione. Questo significa che devono essere in un punto preciso della stanza, preferibilmente seduti e guardarti. Le mani non devono muoversi nell'aria, giocare con qualcosa o massaggiare il loro corpo. Le mani devono essere pronte per lavorare. Questo è esattamente come deve essere il protocollo "Apprendimento/partecipazione". a. dare il comando: " seduto". Se il bambino non si siede, fatelo voi e lodate il bambino per "aver seduto bene". b. dare il comando: " mani sulla tavola" o " mani pronte". Se il bambino non lo fa, fatelo voi e poi subito lodatelo per "bravo come tieni le mani" o "bene per come segui le istruzioni". c. dare il comando: "guardami". Se non vi guarda, aspettate e, quando avrete anche un piccolissimo contatto oculare, elogiatelo per il "bello sguardo" e presentate un'attività piacevole o una ricompensa in cibo. A volte è necessario tenere un pezzo di cibo o un giocattolo preferito vicino ai propri occhi per ottenere lo sguardo.Una volta che il contatto oculare è più regolare, eliminare il tenere l'item desiderato vicino agli occhi. Siate sicuri che queste tre cose siano presenti prima di dare un'istruzione, un'attività, o una ricompensa. Questo preparerà il bambino a imparare, aiuterà a controllare gli stimoli esterni, e insegnerà al bambino l'abitudine di imparare e ascoltare quello che gli si sta insegnando. ADHD Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention Deficit HyperactivityDisorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita: è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino. L’ADHD è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimento degli obiettivi personali. E’ un problema che genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino. E’ necessario che tutte le persone, che interagiscono con i bambini con ADHD, sappiamo vedere e capire le motivazioni delle manifestazioni comportamentali di questi ragazzini, mettendo da parte le assurde e ingiustificate spiegazioni volte ad accusare e ferire i loro genitori, già tanto preoccupati e stressati per questa situazione. L’ADHD è un disturbo neurobiologico, dovuto alla disfunzione di alcune aree e di alcuni circuiti del cervello ed allo squilibrio di alcuni neurotrasmettitori (come noradrenalina e dopamina), responsabili del controllo di attività cerebrali come l’attenzione e il movimento. I circuiti cerebrali in condizioni fisiologiche regolano l’attenzione e l’attività, inibiscono i pensieri ed i comportamenti inappropriati, organizzano le azioni in modo da raggiungere uno scopo ma nel bambino con ADHD sono compromessi. È un disturbo neurobiologico diagnosticabile che, se non viene correttamente trattato, può incidere pesantemente su tutti gli aspetti della vita dei bambini e delle loro famiglie. I sintomi cardine sono:inattenzione, impulsività e iperattività. INATTENZIONE IPERATTIVITÀ IMPULSIVITÀ Deficit di attenzione focale e sostenuta Facile distraibilità (stimoli banali) Incapacità di stare fermi Attività motoria incongrua e afinalistica Difficoltà di controllo comportamentale Incapacità di inibire le risposte Automatiche Scarsa capacità di riflessione e tendenza ad interrompere gli altri Ridotte capacità esecutive (compiti scolastici, attività quotidiane, gioco) Gioco rumoroso e disorganizzato Difficoltà nel seguire Eccessive Difficoltà a rispettare un discorso Interruzione di attività iniziate verbalizzazioni Ridotte possibilità di inibizione motoria Evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo il proprio turno Mancato evitamento di situazioni pericolose Incapacità di prevedere le conseguenze di una azione DSM IV (American Psychiatric Association) La diagnosi di ADHD è di competenza del Neuropsichiatra Infantile o di altri operatori della salute mentale dell’età evolutiva con specifiche competenze sulla diagnosi e terapia dell’ADHD e sibasa sulla raccolta di informazioni fornite dai genitori e dagli insegnanti e sull’osservazione e valutazione clinica del bambino da parte dello specialista. L’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattoriale; i fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi: genetici, neuro-biologici, ambientali. Fattori genetici Alta ADHD Fattori neuro-biologici prevalenza e di di altri disturbi mentali nei parenti dei pazienti Maggiore prevalenza Aree del Sistema Instabilità familiare Nervoso Centrale di Conflitto genitoriale dimensioni inferiori Disturbi psicologici Esposizione intrauterina ad di ADHD nei genitori alcool o nicotina biologicirispetto Nascita pretermine genitori adottivi ai • Fattori ambientali e basso peso alla dei genitori Scarsa competenza dei genitori Rapporto negativo bambino-genitori Studi su nascita gemelli:coefficienti di Disturbi cerebrali ereditarietà: (encefaliti, traumi) Quali altri disturbi possono accompagnare l’ADHD ? Molto frequenti (più del 50%) DISTURBO OPPOSITIVO DISTURBO DELLA CONDOTTA modalità ricorrente che persiste per almeno 6 mesi dicomportamento negativistico, provocatorio, disobbediente ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità. modalità di comportamento ripetitiva e persistente (per almeno 6 mesi), in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l’età vengono violati. Frequenti (fino al 40%) DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Disturbi del linguaggio Disturbo evolutivo della coordinazione Disturbi d’ansia Ritardo nel linguaggio Difficoltà di coordinazione motoria Competenze di scrittura e lettura sotto l’età cronologica Meno frequenti (fino al 20%) Tic Depressione Disturbi dello spettro autistico Ritardo Mentale LE ALTERAZIONI FUNZIONALI E LE SUE CONSEGUENZE A CASA L’impatto A SCUOLA si E’ proprio in un ambiente come quello dell’ADHD ripercuote su tutta la famiglia. I genitori pensano di non esser capaci di svolgere il loro compito in quanto il loro figlio non rispetta le regole familiari e non si comporta in maniera adeguata. Fratelli e/o sorelle del bambino/adolescente con ADHD soffrono per il comportamento dirompente e spesso vengono trascurati dai genitori. della classe, dove ci si aspetta che gli studenti prestino attenzione alle lezioni, stiano seduti al loro banco e completino i loro compiti, in cui disattenzione, iperattività e impulsività si rendono più evidenti pur essendo costantemente presenti durante l’intera giornata. Di conseguenza i bambini e gli adolescenti con ADHD: non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi accademici possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti possono avere bisogno di un insegnante di sostegno non tengono il passo dei loro compagni di classe se hanno raggiunto la scuola superiore, spesso la abbandonano. Hanno, pertanto, difficoltà scolastiche generiche: scarso adattamento alle esigenze scolastiche difficoltà a tenere il ritmo della classe rendimento accademico basso con disturbo attentivo stile cognitivo impulsivo deficit di controllo delle risorse cognitive disabilità neuropsicologiche settoriali disturbi del comportamento ricadute psicologiche Possibile evoluzione dei sintomi in soggetto ADHD In età prescolare -Massimo grado di iperattività - Crisi di rabbia (“tempeste affettive”) - Litigiosità, provocatorietà - Assenza di paura, tendenza a incidenti - Comportamenti aggressivi - Disturbo del sonno In età scolare -Comparsa di disattenzione, impulsività - Difficoltà scolastiche - Possibile riduzione della iperattività - Evitamento di compiti prolungati - Comportamento oppositivoprovocatorio In adolescenza -Bassa autostima, ansietà -Difficoltà nella pianificazione e organizzazione -Inattenzione persistente -Riduzione dell'irrequietezza motoria -Problemi comportamentali e di apprendimento scolastico -Comportamento aggressivo, fino a condotteantisociali e delinquenziali -Ricerca di sensazioni forti, abuso di alcool e droghe, condotte pericolose -Relazioni sessuali più precoci e promiscue L’autostima dei bambini/adolescenti con ADHD ècompromessa dal giudizio negativo degli insegnanti,della famiglia e dei coetanei. I bambini e gli adolescenti con ADHD : • si sentono spesso rifiutati dai compagni di gioco e dai coetanei e non amati vengono così isolati e/o emarginati vengono costantemente ripresi e/o puniti per i loro comportamenti si vedono come poco intelligenti e non hanno fiducia in se stessi • spesso, la mancanza di autostima porta ad un comportamento di autodistruzione. L’intera famiglia soffre a causa del disturbo del figlio perché non più coinvolta nelle attività sociali con amici e parenti Perriassumere: Sintomi nucleari Inattenzione Iperattività Impulsività + Comorbidità psichiatriche Disturbi dirompenti del comportamento (disturbodella condotta e disturbo oppositivo-provocatorio) Disturbi di ansia e di umore = Deficit funzionali Sé Bassa autostima Incidenti e danni fisici Fumo / abuso di sostanze Delinquenza Scuola/ lavoro Difficoltà accademiche/ risultati insoddisfacenti Difficoltà lavorative Casa Stress familiare Difficoltà come genitori Società Scarse relazioni interpersonali Deficit di socializzazione Difficoltà relazionali Come avviene l’evoluzione scolastica di un bambino ADHD non sottoposto a terapia SPIRALE NEGATIVA Recezione indiscriminata degli stimoli con fragilità del filtro recettivo e fragilità nel controllo degli impulsi Percezione alternante, breve durata dell’attenzione, sbadatezza per ridotta capacità nel dosaggio di energia, rapido aumento del livello di irritabilità Rendimento inadeguato Il bambino non capisce: rifiuto iroso o chiusura permalosa Critica, ammonizione, rimprovero, richiesta Il bambino non capisce: aumento dell’irritazione, diminuzione della motivazione Minaccia di punizione, arrabbiature, incomprensione, impotenza Strategie di difesa: fare il buffone, fare i versi, provocare,discutere, pretendere, svignarsela, mentire Aspre critiche, esclusione, punizione, etichettatura, brutte figure Ulteriore aumento dell’irritazione e perdita della motivazione Insuccesso scolastico Aspre critiche, rimproveri, attribuzione della colpa, punizione, esclusione, etichettatura, brutte figure Si rafforzano le strategie di difesa, aumenta l’insuccesso, complessod’inferiorità Disistima verso se stesso OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE È molto importante sintomatologia … l’osservazione in contesti diversi in quanto la peggiora particolarmente si riduce e può non essere osservabile in setting altamente strutturati in situazioni nuove in attività interessanti quando il bambino è seguito individualmente in contesti sorvegliati se frequentemente ricompensato durante attività brevi e rapide in setting non strutturati durante attività ripetitive in situazioni noiose in presenza di molte distrazioni con scarsa sorveglianza se serve attenzione sostenuta o sforzo mentale durante attività lente e prolungate ll ragazzino ADHD spesso… non programma l’attività, non è rivolto verso degli obiettivi, non è proteso verso un risultato. Se lo è … non lavora con determinazione, non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è, non riconosce il livello di difficoltà del compito, è caotico e frettoloso, non tollera le frustrazioni, gli sbagli, lo sforzo mentale costante, l’attesa del risultato. Le classiche misure disciplinari sono controproducenti minacce di punizioneoppositività-chiusura note e rimproveri punizioni disistima di sé compiti scolastici rifiuto per qualsiasi attività sospensione utilità secondaria INTERVENTI TERAPEUTICI “Ogni intervento va adattato alle caratteristiche delsoggetto in base all’età, alla gravità dei sintomi, aidisturbi secondari, alle risorse cognitive, alla situazionefamiliare e sociale” Interventi rivolti a … BAMBINO FAMIGLIA SCUOLA Psicoeducazione Psicoeducazione Psicoeducazione Farmacoterapia Parent training Training per gli insegnanti Terapia cognitivocomportamentale OBIETTIVI Favorire la comprensione delle caratteristiche del soggetto migliorare il funzionamento globale del soggetto migliorare le relazioni interpersonali familiari ed extrafamiliari diminuire i comportamenti dirompenti ed inadeguati potenziare le capacità di apprendimento scolastico aumentare le autonomie e l’autostima essere consapevole del disturbo e conoscere le sue caratteristiche comportamentali e cognitive imparare ad usare le procedure di problemsolving e di autogestione per migliorare l’auto-monitoraggio e il raggiungimento degli obiettivi autodiretti applicare il training di autoistruzione per migliorare l’apprendimento e per ridurre le lacune accademiche utilizzare procedure di training delle abilità sociali, delle abilità dicomunicazione e di controllo della rabbia per ridurre i problemi diinterazione sociale Impiegare le procedure cognitive e il training delle abilità sociali per ridurre bassa autostima e depressione Conoscere il L’insegnante può … disturbo Comprendere i instaurare delle routine processi cognitivi stabilire delle regole avere che sottendono i comportamenti Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali Rispettare le caratteristiche di apprendimento del bambino Prestare attenzione alla dimensione regole chiare e conosciute da tutti aiutare ad organizzare spazi e i tempi offrire informazioni di ritorno spiegare perché si è verificata unadeterminata conseguenza dare chiare indicazioni sul grado dicorrettezza del suo comportamento riflettere sulle alternative l’accettabilità sociale del disturbo SPIRALE POSITIVA Per favorire la crescita della motivazione, è auspicabile strutturare mantenere il contatto visivo coinvolgere incoraggiare ricondurre al compito da svolgere strutturare individuare i punti di forza Così si favorirà crescita dell’autostima miglioramento delle prestazioni migliore focalizzazione crescita della motivazione crescita dell’autostima ulteriore miglioramento delle prestazioni miglioramento della competenza relazionale migliora la percezione di sé e la capacità di autoanalisi Consigli pratici e suggerimenti I bambini o ragazzi con ADHD sono pocoabili nel fare stime realistichedi grandezze, tempi, quantità,difficoltà: bisogna, pertanto, abituarli a lavorare con tempistabiliti aiutandoli avalutare meglio e, quindi, adessere sempre più efficacinella pianificazione eorganizzazione del lavoro. Per far sì che una lezione diventi davvero efficace, l’insegnante potrà … seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio dell’ora usare tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi) presentare l’argomento in modo stimolante (configure, audiovisivi, ponendo interrogativi) strutturare il più possibile i compiti rendendoesplicite le procedure per il loro svolgimento usare un tono di voce variato, vivace alternare compiti attivi, che richiedono ai ragazzi diinteragire, e compiti passivi (l’ascolto di una spiegazione) spezzettare un lavoro lungo con delle pause far ripetere al ragazzo le informazioni rilevanti utilizzare dei rinforzatori insegnare abilità di autoregolazione Seguendo queste indicazioni l’insegnante diventeràstimolo positivo e condurrà ad una crescita della motivazione, che condurrà a sua volta ad unamigliore focalizzazione dell’obiettivo da raggiungere. DISABILITÀ INTELLETTIVA LIEVE MODERATO GRAVE ESTREMO Difficoltà dell’apprendimento di abilità scolastiche Immaturità nelle interazioni sociali Compromissione del pensiero astratto Ritardo nel linguaggio Capacità decisionale limitata Ritardo negli apprendimenti Abilità concettuali limitate Linguaggio parlato ridotto (parola – frase) Incapacità di svolgere autonomamente le attività quotidiane Gravi compromissioni motorie e sensoriali Totale assenza di autonomia Comprensione molto limitata o assente LA DISABILITA’ INTELLETTIVA Il termine disabilità intellettiva è l’equivalente di disturbi dello sviluppo intellettivo (DSM V) che ha ampiamente sostituito RM; è una disabilità caratterizzata da limitazioni significative, sia nel funzionamento intellettivo, che nel comportamento adattivo, che si manifestano nelle abilità concettuali, sociali e pratiche. E' una disabilità permanente (emerge durante l'infanzia e dura per tutta la vita) che pervade tutte le sfere evolutive, ma non le compromette mai allo stesso modo, delineando quindi ogni volta un quadro diverso che caratterizza l'individualità del soggetto in ambito clinico, scientifico, socio-sanitario e amministrativo. La diagnosi di disabilità intellettiva è basata sia sulla valutazione clinica, sia sulla somministrazione di test standardizzati delle funzioni intellettive ed adattive. I criteri diagnostici dunque, pur rimanendo nella sostanza gli stessi, sono stati riformulati in questo modo: • Deficit delle funzioni intellettive, come ragionamento, problemsolving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e apprendimento dall'esperienza, confermati sia da una valutazione clinica, sia da test standardizzati. • Deficit del funzionamento adattivo che porta al mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e di responsabilità sociale. • Esordio dei deficit intellettivi e adattivi durante il periodo dello sviluppo. I livelli di gravità sono così definiti: • Lieve: difficoltà nell'apprendimento di abilità scolastiche come lettura, scrittura, calcolo, concetto del tempo e del denaro; negli adulti sono compromessi il pensiero astratto, la funzione esecutiva e la memoria a breve termine (ambito concettuale). L'individuo è immaturo nelle interazioni sociali; la comunicazione e il linguaggio sono più concreti rispetto a quanto atteso per l'età; la capacità di giudizio sociale è immatura e la persona è a rischio di essere manipolata (ambito sociale). L'individuo può avere maggior bisogno di supporto nelle attività complesse della vita quotidiana come il fare acquisti, utilizzo dei trasporti, la gestione della casa e dei bambini (ambito pratico). • Moderato: nei bambini in età prescolare il linguaggio e le abilità prescolastiche si sviluppano lentamente; i progressi nelle abilità scolastiche si verificano lentamente e sono limitati rispetto ai coetanei e negli adulti si fermano a livello elementare (ambito concettuale). La capacità di relazione è evidente, ma la capacità di giudizio sociale e di prendere decisioni è limitata e il personale di supporto deve assistere la persona nelle decisioni della vita (ambito sociale). L'individuo può prendersi cura dei bisogni personali, sebbene sia richiesto un lungo periodo di insegnamento affinché possa diventare indipendente; l'indipendenza lavorativa può essere raggiunta in lavori che richiedono limitate abilità concettuali, ma è necessario un notevole sostegno; possono essere sviluppate svariate capacità ricreative; in una minoranza significativa di individui è presente un comportamento disadattivo che causa problemi sociali (ambito pratico). • Grave: il raggiungimento di abilità concettuali è limitato; l'individuo in genere comprende poco il linguaggio scritto o i concetti che comportano numeri, quantità, tempo e denaro (ambito concettuale). Il linguaggio parlato limitato, l'eloquio può essere composto da singoli parole o frasi e può essere facilitato con l'aiuto di strumenti aumentativi; l'individuo comprende i discorsi templi e la comunicazione gestuale (ambito sociale). L'individuo richiede un sostegno in tutte le attività della vita quotidiana e non può prendere decisioni responsabili riguardo il proprio benessere; la partecipazione a compiti domestici, attività ricreative e lavoro richiede assistenza continuativa; in una minoranza significativa di casi è presente comportamento disadattivo, compreso autolesionismo (ambito pratico). • Estremo: L'individuo può usare oggetti in modo finalizzato; possono essere acquisite determinate abilità visto-spaziali, come il confronto e la classificazione basati su caratteristiche fisiche, tuttavia concomitanti compromissioni motorie e sensoriali possono impedire l'uso funzionale degli oggetti (ambito concettuale). L'individuo ha una comprensione molto limitata della comunicazione simbolica nell'eloquio o nella gestualità; può comprendere alcuni gesti o istruzioni semplici; esprime i propri desideri ed emozioni principalmente attraverso la comunicazione non verbale non simbolica; concomitanti compromissioni sensoriali e fisiche possono impedire molte attività sociali (ambito sociale). L'individuo è dipendente dagli altri in ogni aspetto della cura fisica, della salute e della sicurezza quotidiane, sebbene possa essere in grado di partecipare ad alcune di queste attività. Compromissioni fisiche e sensoriali rappresentano ostacoli frequenti alla partecipazione ad attività domestiche, ricreative e professionali; è presente comportamento disadattivo in una minoranza significativa di casi (ambito pratico). LE CAUSE Solitamente sono distinguibili in: • Cause prenatali: agiscono intorno alla 28ª settimana di gestazione interferendo con i processi di morfogenesi (si tratta ad esempio aberrazioni cromosomiche, anomalie genetiche, malformazioni cerebrali, disordini metabolici, ipossia) • Cause perinatali: agiscono a partire dalla 29ª settimana di vita intrauterina fino alla 1ª settimana di vita extrauterina (troviamo ad esempio patologie materne, encefaliti, meningiti, insufficienza placentare, prematurità, complicanze in itinere nella gravidanza o nel parto) • Cause postnatali: traumi, infezioni o disordini neurodegenerativi • Cause ignote: le più frequenti, soprattutto per il ritardo lieve • Fattori genetici: presenti nel 25% dei casi e fanno riferimento a: • Sindrome di Down (o trisomia del cromosoma 21) • Sindrome dell’X Fragile • Sindrome di Angelman • Sindrome Prader – Willi • Sindrome di Rett Al contrario di quanto è solito pensare, nella maggior parte dei casi il ritardo mentale appartiene ad una categoria definita "ritardo familiare", ovvero non dipendente da deficit biologico ma bensì da una storia di ritardo in famiglia. In questi casi rimane impossibile determinare se il ritardo sia dovuto a cause ambientali (per esempio una situazione di povertà continua che porta alla malnutrizione) oppure se dipenda da un vero e proprio fattore genetico. CRITERI Per definire una disabilità intellettiva tre criteri devono essere soddisfatti: A.deficit nelle funzioni intellettuali come il ragionamento, problemsolving, pianificazione, il pensiero astratto, il giudizio, l'apprendimento scolastico, e imparare dall'esperienza, confermata sia da valutazione clinica e individualizzato test di intelligenza, standardizzati. I componenti critici sono comprensione verbale, memoria di lavoro, ragionamento percettivo, ragionamento quantitativo, pensiero astratto, efficacia cognitiva B.deficit del funzionamento adattivo che provocano mancato adattamento rispetto agli standard di sviluppo e socioculturali per l'indipendenza personale e la responsabilità sociale. Senza supporto continuo, il deficit di adattivo limita il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita indipendente, in più ambienti, come casa, scuola, lavoro, e la comunità. Funzionamento adattivo comporta ragionamento adattivo in tre domini: 1.Concettuale: Il dominio concettuale coinvolge competenze nella memoria, linguaggio, lettura, scrittura, matematica, ragionamento, acquisizione di conoscenze pratiche, problemsolving, e giudizio in situazioni nuove... 2.Sociale: Il dominio sociale implica la consapevolezza dei pensieri, sentimenti ed esperienze altrui; empatia; capacità di comunicazione interpersonale; amicizia abilità; e il giudizio sociale. 3.Pratico: Il dominio pratico prevede l'apprendimento in diversi ambienti di vita, tra cui la cura personale, le responsabilità a lavoro, gestione del denaro, ricreazione, auto-gestione del comportamento, la scuola e organizzazione dei compiti del lavoro. C.Si riferisce all'insorgenza di deficit intellettivi e di adattamento durante il periodo di sviluppo (infanzia e adolescenza). SPECIFICAZIONI I vari livelli di gravità vengono definiti sulla base del funzionamento adattivo, e non dai punteggi di QI è il funzionamento adattivo che determina il livello di supporto richiesto. La gravità, in altre parole, viene stabilita più dal disadattamento che dal punteggio del QI poiché è stato giudicato che sia il funzionamento adattivo, nelle aree della concettualizzazione, della socializzazione e delle abilità pratiche, a determinare il livello di supporto necessario a mantenere una condizione di vita accettabile. In più, quando basse (inferiori a 60), le misure di QI perdono di validità. Dunque si continuano a distinguere 4 livelli di gravità (lieve, moderato, grave e gravissimo), ma con criteri diversi dal DSM-IV. Il disturbo è stato collocato in un raggruppamento meta-sindromico, o metastrutturale, denominato ‘disturbi del neurosviluppo’. Il gruppo include condizioni con insorgenza in età evolutiva, tipicamente precoci, spesso precedenti l’ingresso a scuola e caratterizzate da deficit di sviluppo che producono compromissioni del funzionamento personale, sociale, scolastico o occupazionale. Il range di deficit spazia da limitazioni molto specifiche dell’apprendimento e del controllo delle funzioni esecutive ad una compromissione globale delle abilità sociali o dell’intelligenza. I disturbi del neurosviluppo si presentano spesso insieme, per esempio individui con autismo hanno spesso anche disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo) e molti bambini con disturbo da deficit d’attenzione e iperattività hanno spesso anche un disturbo specifico dell’apprendimento. DISABILITA’ INTELLETTIVA (DSM 5) DSM IV E DSM 5: Criteri diagnostici