L’ansia In che cosa consiste e come fronteggiarla? A cura della dott.ssa Simona Milani- psicologa psicoterapeuta – cell.348/8230973 – [email protected] La paura e l’ansia sono emozioni diffuse e radicate nella natura umana, comunemente percepite come qualcosa di sgradevole che volentieri elimineremmo dai nostri vissuti quotidiani. In realtà, esse sono molto vantaggiose se commisurate a situazioni concrete di pericolo. Infatti, se la specie umana non avesse ereditato queste reazioni emotive si sarebbe da tempo estinta, non avendo alcun equipaggiamento per rilevare e fronteggiare i pericoli presenti nell’ambiente circostante. Per comprendere meglio in cosa consiste l’ansia è importante fare delle distinzioni fra i termini paura, ansia e panico. La paura è un’emozione primaria innata che ha come obiettivo la sopravvivenza dell’individuo di fronte ad un pericolo reale e specifico. Si parla di ansia quando la paura è eccessiva e generalizzata cioè non è correlata a pericoli concreti, ma a minacce simboliche ed indefinite (come la paura della perdita o dell’abbandono). Un’altra differenza è che la paura è collegata all’azione. Quando riconosciamo un pericolo, il nostro corpo produce adrenalina, un ormone che provoca cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara alla reazione di attacco (si affronta la minaccia) o di fuga (si scappa dall’aggressore). L’ansia, invece, viene avvertita quando l’azione è ostacolata e bloccata (ad esempio quando la situazione minacciosa è vissuta come incontrollabile ed inevitabile). Dunque, il termine ansia, che deriva dal latino «angere» stringere, indica una condizione psicologica caratterizzata da preoccupazione, inquietudine o timore suscitata da un pericolo aspecifico, vago o derivante da un conflitto interiore. Talvolta si prova ansia per un evento futuro percepito come indesiderato e minaccioso che non può essere evitato e che è difficile da descrivere o definire. Entro certi limiti l'ansia è utile, anzi, necessaria. Ci può aiutare a migliorare le nostre prestazioni (ad esempio prima di una gara sportiva, prima di un’interrogazione ecc).. L'ansia cessa la sua funzione positiva quando è troppa, e, quindi, diviene negativa per l'individuo. Gli stati di ansia possono avere intensità variabile, da un lieve senso di irrequietezza e di indefinito malessere generale a uno stato di tensione interno fino a forme acute di panico. Quando l’ansia risulta persistente, eccessiva e ingiustificata si parla di disturbo d’ansia, che può alterare il funzionamento della persona a livello psichico e fisico provocando difficoltà di adattamento. Il vocabolo panico deriva dal latino panicu(m), che a sua volta risale all’aggettivo greco panikós (che significa “del dio Pan”). Tale parola trae origine dal nome Pan, il dio greco dei boschi e dei pastori, ritenuto il responsabile del panico che si era diffuso tra i Persiani durante la battaglia di Maratona e che si pensava provocasse paure improvvise e immotivate nei viandanti. Da qui risale il significato odierno del termine che denota uno stato d’ansia acuto, improvviso ed opprimente, caratterizzato da un’intensificazione dei sintomi fisiologici dell’ansia associati ad un senso di catastrofe imminente, alla paura di morire o impazzire e ad un forte desiderio di fuga o di aiuto. Una differenza sostanziale rispetto all’ansia, è che il panico assolve una funzione di “attacco o fuga” in risposta ad una minaccia immediata (concreta o simbolica), mentre l’ansia svolge una funzione di vigilanza diretta ad anticipare minacce future. Strategie per ridurre l’ansia Esistono alcune modalità per ridurre lo stato di tensione ansiosa, tuttavia alcuni di questi “metodi”, se male utilizzati, posso provocare dei problemi. 1. Fare attività fisica => Praticare uno sport o semplicemente fare delle passeggiate è di grande aiuto per combattere l’ansia e lo stress. Oltre agli effetti positivi sul fisico, lo sport mette in circolo nuova energia e questa rigenerazione attiva stati mentali che riducono gli effetti dell’ansia, delle tensioni e preoccupazioni quotidiane. Canalizza, inoltre, la rabbia e l’aggressività che generalmente gravano sul nostro corpo sottoforma di disturbi gastro–intestinali. Quando si pratica uno sport il cervello secerne una particolare classe di sostanze, le endorfine, che sono oppioidi endogeni, cioè sono mediatori chimici dall’effetto analgesico, euforizzante, anti-ansia e soprattutto immunostimolante. Tuttavia, praticare sport in modo eccessivo ed ossessivo, può essere controproducente, portare a dipendenza accrescendo lo stato d’ansia. 2. Mangiare => il mangiare è un mezzo efficace per ridurre stati leggeri o medi d’ansia, ma in realtà tale comportamento può essere estremamente dannoso se usato a sproposito. Molte persone affette da sovrappeso ed obesità non mangiano per uno stimolo di fame, ma per tranquillizzarsi ed anestetizzare le loro emozioni. In questo caso la persona entra in un circolo vizioso, in cui l’aumento di peso diviene esso stesso stimolo ansiogeno. 3. I farmaci => Anche il ricorso ai farmaci che riducono l’ansia può essere controproducente, soprattutto se assunti senza controllo e come metodo di automedicazione. Se gli ansiolitici possono apparire efficaci per il loro rapido effetto, la loro facilità d’uso può creare dipendenza sia fisica che psicologica, provocando delle vere e proprie crisi d’astinenza nel momento in cui questa assunzione venga interrotta. 4. Le tecniche di rilassamento => Tra le metodologie più efficaci di rilassamento ricordiamo il Training Autogeno e il Rilassamento Progressivo di Jacobson, che costituiscono degli importanti strumenti di intervento nei casi d’ansia. 5. La psicoterapia => Le teorie psicodinamiche individuano nell’ansia il segnale di un conflitto interno tra la coscienza e l’inconscio. Il sintomo ansioso compare nel momento in cui un desiderio, un’emozione, o un sentimento considerato inaccettabile, viene censurato e rimosso dalla coscienza; l’energia psichica legata a tale impulso non viene distrutta, ma si manifesta sotto forma di sintomo ansioso nel quale, però, si è perso il collegamento tra l’emozione ed l’oggetto verso cui è rivolta, rendendo del tutto inconsapevole, chi soffre d’ansia, del motivo profondo per il quale la sperimenta. Per poter capire l’origine più profonda di un sintomo ansioso e risolverlo efficacemente, è di grande aiuto la scelta di intraprendere un percorso psicoterapeutico per un’autentica presa di consapevolezza e conoscenza di sé.