Disturbo post-Traumatico da Stress (PTSD) e l’EMDR(Eye Movement Desensitization and Reprocessing Stefania Stocchino Psicologa, Scuola di Specialità Cognitiva-Comportamentale Infermiera Ospedale San Giovanni Battista di Torino Dubitare di tutto o credere a tutto: ecco due soluzioni, ugualmente comode, per non dover mai riflettere HENRI POINCARÉ, La scienza e l’ipotesi Si parla spesso di Disturbo post traumatico da stress e disturbo acuto da stress, ma quali sono le differenze: “ cosa capita al soggetto che ne soffre, come riconoscerlo e come intervenire…” Secondo il manuale DSM-IV il disturbo post traumatico da stress è lo sviluppo di sintomi tipici causati da un esperienza traumatica o violenta che implica nel soggetto un ricordo drammatico per sè o per una persona cara… Il soggetto ha vissuto o ha assistito o si è confrontato con un evento traumatico quale: violenza fisica,violenza emotiva, catastrofi naturali, incidente grave, violenza sessuale, abusi, litigi con aggressione personale, rapine, oppure una diagnosi grave. Uno di questi eventi vissuti rimangono memorizzati nel nostro cervello emotivo1 ed ogni qualvolta il soggetto rivive l’evento traumatico, attraverso il ricordo, le immagini, le persone o i sogni, l’individuo sente un intenso disagio psicologico, come se la ferita si fosse riaperta, suscitando forti emozioni accompagnate da sintomi di angoscia, alterazione del sonno, incubi e flashback legati al trauma. La depressione e i disturbi ansia (fobia sociale o evitamento sociale o attacchi di panico), in questi casi, sono frequenti e richiamano il trauma passato non risolto Un quadro descrittivo clinico di una persona affetta da un PTSD può riportare alla seguente sintomatologia : - Dolorosi sentimenti di colpa legati all’evento; - Convinzioni negative “avrei dovuto fare qualcosa, “ sono impotente” “è colpa mia” “io non valgo nulla” “c’è qualcosa di sbagliato in me” “non sono degno d’amore” “non posso avere successo”. - Vulnerabilità, paura. - Modalità di evitamento: ai luoghi, alle persone o attività che evocano il ricordo. - allucinazioni uditive ed ideazione paranoie in casi gravi Questo quadro clinico spesso può interferire con le relazioni interpersonali e portare a conflitti coniugali, divorzio o perdita del lavoro Il Disturbo Post-traumatico da Stress si può manifestare a qualsiasi età, compresa l’infanzia. I sintomi di solito iniziano nei primi 3 mesi dopo il trauma, sebbene possa esservi un ritardo di mesi, o anche di anni, prima della comparsa dei sintomi. La riattivazione dei sintomi può verificarsi in risposta a fattori che scatenano il trauma originale, eventi di vita stressanti o nuovi eventi traumatici. Secondo uno studio recente, la maggioranza delle donne sofferenti di PTSD a seguito di un’aggressione (quasi sempre una violenza fisica, o una rapina) presentano l’identica sintomatologia anche dieci anni dopo il fatto2. queste persone sanno benissimo che ormai non dovrebbero stare così male, sono coscienti che la guerra è finita e che la violenza subita è un ricordo, per quanto atroce. Sanno di non essere più in pericolo. Lo sanno, ma non lo sentono. Il disturbo si può sviluppare anche in individui senza alcuna condizione predisponente, soprattutto se l’evento stressante è particolarmente grave. Il disturbo acuto da stress si differenzia dal PTSD nell’evoluzione temporale: il disturbo dura minimo 2 giorni e al massimo 4 settimane e si manifesta entro 4 settimane dall’evento traumatico. Successivamente un disturbo acuto da stress può diventare un PTSD. I Traumi: la “T”maiuscola e la “t” minuscola Quasi tutte le disfunzioni hanno radici esperenziali. Possiamo parlare di traumi con la T maiuscola (es. incidente grave, aborto, abbandono…)e traumi con la t minuscola (es umiliazione in età infantile). Chi non è stato umiliato durante le elementari da un maestro troppo severo? Chi non è mai stato spietatamente mollato da un fidanzato? Quante donne hanno perso un figlio e molti si sono trovati da un giorno all’altro senza lavoro. E infine, persone che stentano a superare un divorzio o la morte di una persona cara. Tutte queste esperienze vivono nei nostri ricordi, e spesso non si smette mai di rifletterci; si ascoltano consigli di parenti o amici, si leggono libri o riviste. Tutto questa può esserci di aiuto, e ripensando alla situazione, si presume di sapere come ci si dovrebbe sentire, una volta lasciato alle spalle l’evento. Eppure ci sentiamo bloccati, ci trasciniamo dietro le emozioni, che rimangono aggrappate al passato anche quando riusciamo ad avere una visione razionale del trauma subito. Chi ha avuto un incidente d’auto continua a sentirsi a disagio e teso in autostrada, anche se è consapevole che sono passati molti anni da quel tragico incidente subito durante il tragitto per tornare a casa. Una donna violentata continua a irrigidirsi quando è tra le braccia dell’uomo che ama, anche se, dentro di sé, non ha dubbi sull’amore che prova e sul desiderio di avere un’intimità fisica con lui. In altre parole, le parti del cervello cognitivo (rappresentata dalla corteccia cerebrale) che contengono tutto il sapere adeguato alla circostanza non riesce ad entrare in contatto con le aree del cervello emotivo (amigdala) segnate dal trauma, le quali continuano a evocare emozioni dolorose. Questi esempi ci portano a comprendere che le cicatrici nel cervello emotivo possono restare latenti per anni, sempre pronte a riattivarsi. L’EMDR Dati recenti nel campo della ricerca neuroscientifica sottolineano come nel nostro cervello nuovi collegamenti e probabilmente nuove cellule nervose possano continuare a svilupparsi nel corso della nostra esistenza. Le connessioni fra le cellule nervose determinano le modalità con cui i processi mentali sono creati; le esperienze plasmano questi collegamenti fra i neuroni cerebrali e di conseguenza plasmano la mente. Relazioni interpersonali e processi riflessivi favoriscono il continuo sviluppo del cervello. Traumi o perdite non risolti (causate da esperienze infantili ricorrenti, difficili ed emotivamente importanti) possono inibire la normale elaborazione dei ricordi interferendo con i meccanismi di registrazione e immagazzinamento, il trauma viene intrappolato nelle rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche che esistono al momento dell’evento. La forza dell’EMDR3 consiste nell’evocare il ricordo traumatico in tutte le sue componenti (visiva, emotiva, cognitiva e fisica, vale a dire attraverso le sensazioni del corpo), successivamente stimolando il sistema adattivo4 di elaborazione dell’informazione permette di spostare il ricordo verso una risoluzione appropriata/positiva. L'EMDR fu inizialmente utilizzato nel trattamento di reduci del Vietnam traumatizzati, e di vittime di aggressioni sessuali ottenendo una notevole riduzione dei sintomi dei loro disturbi da stress post-traumatico (PTSD). È metodo psicoterapico per il trattamento delle condizioni di disagio emotivo e stress legati a eventi traumatici, come aggressioni, incidenti stradali, furti o rapine, lutto, calamità naturali e eventi disturbanti nell'infanzia. L'EMDR si utilizza anche per ridurre l'ansia da prestazioni e per aumentare la funzionalità delle persone sul lavoro, nello sport e nello spettacolo. Con l'EMDR5 è possibile accelerare la risoluzione di molti disturbi emotivi rispetto alle psicoterapie convenzionali. Concludo parlandovi di uno studio con l’EMDR compiuto su ottanta pazienti sofferenti di PTSD a seguito di traumi emotivi importanti: nell’80% per cento dei casi si è constatata la scomparsa totale dei sintomi dopo tre sedute di EMDR6, un tasso di guarigione paragonabile a quello degli antibiotici per la polmonite7 . Rimango a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento :[email protected] 1. cervello limbico. Le emozioni non sono che l’esperienza cosciente di un vasto insieme di reazioni fisiologiche che sorvegliano e adattano in continuazione l’attività dei sistemi biologici del corpo ai fattori dell’ambiente interno e di quello esterno. 2.Breslau, N., Kessler, R.C. et al., « Trauma and poosttraumatic stress disorder in the community : the 1996 Detroit Area Survey of Trauma », in Archives of General Psychiatry, vol. 55 (1998)pp.626-32 3 Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari. Il metodo nasce nel 1987, a seguito di una scoperta occasionale della psicologa Francine Shapiro, la quale notò che i movimenti oculari volontari erano in grado di ridurre l'intensità di pensieri negativi disturbanti 4 il sistema adattivo avviene quando un’informazione disfunzionale o disadattiva legata ad un episodio traumatico nella storia del paziente è trasformata in una forma in cui non è più in grado di scatenare risposte disturbanti a livello emotivo, somatico, cognitivo o comportamentale. 5. L'EMDR utilizza il processo che avviene naturalmente durante i sogni o il sonno REM (Rapid Eye Movement). Non c’è una risposta univoca sul perché questo genere di stimolazioni sollecitino una rapida e adattiva elaborazione delle informazioni. I risultati di alcuni studi hanno messo in campo diverse ipotesi. 6. Wilson S: Becker, L: et al. “Eye movement desensitization and reprocessing treatment far psychologically traumatized indiduals” in Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol.63, pp. 928-37 7in Archives of Internal Medicine, n.159 (1999)pp.970-80 Bibliografia EMDR - Desensibilazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari, Francine Shapiro, McGraw-Hill EMDR una terapia innovativa per l'ansia, lo stress e i disturbi di origine traumatica, Francine Shapiro, Margot Silk Forrest. Casa Editrice Astrolabio Bleich A., Kotler M., Kutz I. & Shalev A. (2002). A position paper of the (Israeli) National Council for Mental Health: Guidelines for the assessment and professional interventetion with terror victims in the hospital and in the community. Jerusalem, Israel Department of Veterans Affairs & Department of Defense (2004). VA/DoD Clinical Practise Guideline for the Management of Post-Traumatic Stress. Washington, DC. INSERM (2004). Psychotherapy: An evolution of three approaches. French National Institute of Health and Medical Research, Paris, France. Davidson P.R. & Parker K.C.H. (2001). Eye movement desensitization and reprocessing (EMDR): A meta-analysis. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 69, 305-316. Lee C., Gavriel H., Drummond P., Richards J. & Greenwald R. (2002). Treatment of posttraumatic stress disorder : A comparison of stress inoculation training with prolonged exposure and eye movement desensitization and reprocessing. Journal of Clinical Psychology, 58, 1071-1089 Rothbaum B. (1997). A controlled study of eye movement desensitization and reprocessing in the treatment of post-traumatic stress disorder sexual assault victims. Bulletin of the Menninger Clinic, 61, 317-334 Soberman G.B., Greenwald R. & Rule D.L. (2002). A controlled study of eye movement desensitization and reprocessing (EMDR) for boys with conduct problems. Journal of Aggression, Maltreatment, and Trauma, 6, 217-236.