Pagani Marco - Flumeri F. - Salmaso D. Sub-strato neurobiologico della sindrome da stress post-traumatico e relativo impatto funzionale e strutturale della terapia con EMDR Recenti studi hanno dimostrato come la sindrome da stress post-traumatico (PTSD) possa causare nel cervello cambiamenti sia strutturali che funzionali. Studi di imaging funzionale tramite tomografia ad emissione di fotone singolo (SPECT) e ad emissione di positrone (PET) hanno evidenziato significative variazioni del flusso cerebrale in pazienti con PTSD durante la rivisitazione del trauma. A questo proposito sono stati riportati aumenti e diminuzioni di flusso nell’ippocampo, nell’amigdala, nella corteccia prefrontale mediale, nel cingolo anteriore e posteriore e nella corteccia temporale. Il modello prevalente collega i sintomi del PTSD ad una mancata inibizione dell’ amigdala, iperattivata dalla sensazione di incombente minaccia, da parte della corteccia prefrontale. E’ stato anche proposto che i cambiamenti strutturali dell’ippocampo e del cingolo anteriore rivelati dalla risonanza magnetica strutturale (RM) siano causati dalla risposta neuronale allo stress. L’obiettivo delle nostre ricerche e’ stato quello di analizzare la risposta funzionale e le variazioni strutturali in due gruppi di soggetti esposti a trauma occupazionale che hanno sviluppato (S=sintomatici, n=20) o no (NS=non sintomatici, n=27) il PTSD. Una parte dei S (n=16) è stata trattata con EMDR. La diagnosi di PTSD prima e dopo la terapia è stata basata sia sui criteri del DSM-IV sia su vari test neuropsicologici mirati. La SPECT (n=47) e la RM (n=33) sono state eseguite da 3 mesi a sei anni dal trauma e la prima è stata ripetuta dopo EMDR. I sintomi sono stati provocati da uno script individualizzato che ha riportato alla memoria il trauma e durante il quale è stato iniettato il tracciante di flusso cerebrale. Le analisi eseguite hanno mostrato differenze significative tra S e NS nella risposta del flusso cerebrale allo script. Nei 33 soggetti in cui sono state eseguite sia la SPECT che la RM sono state trovate differenze significative sia funzionali che strutturali nella corteccia temporo-parietale sinistra e nell’ippocampo, regioni nelle quali gli score dei test neuropsicologici correlano significativamente con il flusso cerebrale. Nei soggetti con remissione sintomatologica dopo EMDR (R; n=11) sono state trovate rispetto ai soggetti che non hanno risposto alla terapia (NR; n=5) significative differenze di flusso in 4 aree corticali che processano funzioni deteriorate in corso di PTSD. Diminuzioni di flusso dopo la terapia sono state registrate nei R rispetto ai NR nell’ippocampo, nel giro fusiforme (corteccia parieto-occipitale) e nella corteccia visiva primaria. L’ippocampo è sede della memoria episodica ed autobiografica; il giro fusiforme processa il riconoscimento di volti, dei corpi e delle parole; la corteccia visiva primaria custodisce la memoria visiva degli eventi. La mancata inibizione e/o l’iperattività di queste regioni nel PTSD sono responsabili della rivisitazione patologica figurata e somatica dell’evento traumatico e della presenza di flashback ed immagini allucinatorie. Viceversa la corteccia frontale dorsolaterale ha mostrato un aumento di flusso nei R. Questa regione oltre ad essere deputata ad inibire nel sistema limbico la risposta patologica a stimoli che ricordano l’evento traumatico è essenziale per i processi di attenzione e del “senso di sé”, diminuiti in corso di PTSD e recuperati in seguito alla remissione della malattia. In questi soggetti la RM ha inoltre messo in evidenza il valore predittivo delle dimensioni dell’ippocampo rispetto all’efficacia della terapia con EMDR. I nostri risultati confermano il coinvolgimento della corteccia temporo-parieto-occipitale nel PTSD e sottolineano il valore delle neuroimmagini sia nello svelare gli effetti neurobiologici dell’EMDR che determinare il valore delle indagini strutturali nel predirne l’efficacia.