Disabilità cognitiva e difficoltà di apprendimento specifiche e non

Azione 4 - Formazione degli operatori dei Centri di Supporto territoriali
Terzo modulo di formazione residenziale:
Disabilità cognitiva e difficoltà di
apprendimento specifiche e non
specifiche
Lucia Ferlino
ITD-CNR
[email protected]
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Computer e apprendimento
Lucia Ferlino
ITD-CNR
[email protected]
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Iniziamo con una definizione:
L'apprendimento è un processo
attraverso il quale si origina
una modificazione stabile del
comportamento.
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Tre i filoni teorici più sistematici:
le teorie associazioniste
le teorie cognitive
le teorie della personalità
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Secondo le teorie associazioniste
l'apprendimento consiste nella formazione
di abitudini ed ha luogo attraverso lo
stabilirsi di associazioni ripetute tra la
condizione stimolante, la risposta ed il
relativo rinforzo (Pavlov, Skinner, Thorndike,
Hull)
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Secondo le teorie cognitive
l'apprendimento è un processo tra lo
stimolo e la risposta appresa, in cui un
ruolo determinante è svolto dalla
percezione e dalla conoscenza
(Tolman, Tolman)
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Secondo le teorie della personalità
l'apprendimento è legato alla
dimensione motivazionale e alle
variabili relative alle differenze
individuali (Murray, Maslow)
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Secondo teorie più recenti (Bieckel, 1982),
l'apprendimento è un processo
dinamico di rapporti tra il Sistema
Nervoso Centrale (S.N.C.) ed il
comportamento.
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La realtà fisica viene "mappata" nella mente
attraverso un processo di trasformazione, che
implica una continua interazione… … tra gli
stimoli che giungono all'organismo attraverso le
vie sensoriali, la loro interpretazione in base
all'esperienza precedente e la successiva
rappresentazione attraverso processi di analisi
e di sintesi, di differenziazione e di associazione,
in base ai quali l'organismo comincia a costruire
categorie di pensiero che gli consentono di
organizzare i dati percettivi.
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Proprio queste competenze di
organizzazione e di categorizzazione degli
stimoli sono particolarmente deficitarie
tanto in alcuni quadri clinici legati ai
disturbi dell’apprendimento che nella
disabilità cognitiva
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Natura degli ostacoli
nell’apprendimento
L’insegnamento di conoscenze e
competenze nei vari ambiti disciplinari si è
sempre scontrato con difficoltà di
apprendimento da parte di studenti, con
errori ricorrenti, con l’emergere di
concezioni errate.
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Fonti di ostacolo all’apprendimento
• una fonte “epistemologica” (collegata alla
conoscenza stessa)
• una fonte “ontogenetica” (collegata alle
capacità cognitive proprie degli studenti)
• una fonte “didattica” (collegata alle scelte
di insegnamento)
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Ostacolo epistemologico
Quando è applicata oltre i limiti della sua
portata o oltre il suo dominio di validità, la
conoscenza produce risultati sbagliati
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L’ostacolo epistemologico
emerge quando si cerca di costruire
conoscenze e competenze di una disciplina
che hanno rappresentato un momento di
rottura e di discontinuità con le conoscenze
precedenti.
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Gli ostacoli epistemologici sono quindi
dovuti alla natura della conoscenza che
deve essere appresa e alla resistenza
che essa pone all’apprendimento, perché
non intuitiva o in conflitto con il nostro
modo di percepire un fenomeno o perché
entra in conflitto con una conoscenza
precedente
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natura della
conoscenza
ostacoli
epistemologici
&
resistenza che essa
pone
all’apprendimento
perché
•non intuitiva
•in conflitto con il nostro
modo di percepire un
fenomeno
•entra in conflitto con
una conoscenza
precedente
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Ostacolo cognitivo
Il concetto di ostacolo cognitivo permette di
interpretare errori e concezioni personali
dovuti ad un insufficiente sviluppo
cognitivo in relazione alla conoscenza
insegnata.
Le cause possono essere diverse
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Ostacolo cognitivo
Gli ostacoli cognitivi sono connessi a
difficoltà che per varie ragioni possono
emergere nello sviluppo di funzioni
cognitive necessarie a padroneggiare una
certa conoscenza o abilità.
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Ostacolo didattico
Il concetto di ostacolo didattico permette di
interpretare la costruzione di concezioni
errate basate sull’uso di un modello
primitivo che può essere stato indotto dalla
stessa spiegazione dell’insegnante.
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Ostacolo didattico
Le interpretazioni distorte possono essere
determinate dall’attribuzione di un senso,
seppur errato, che gli allievi danno ai
messaggi dell’insegnante o alle
rappresentazioni che egli realizza
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L’individuazione e lo studio degli ostacoli
descritti costituisce uno dei compiti della ricerca
didattica e in generale si accompagna allo
studio di tecniche e metodi didattici in grado
di favorire il loro superamento
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Ostacoli all’apprendimento con studenti disabili
Gli ostacoli di tipo epistemologico, cognitivo e
didattico possono essere accompagnati da altri
ostacoli che dipendono dalla natura del
deficit che i disabili presentano
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Ostacoli all’apprendimento con studenti disabili /1
Gli ostacoli aggiuntivi possono riguardare:
•
gli aspetti operativi legati al fare dovuti, per esempio a
deficit di tipo sensoriale (ciechi, ipovedenti) o a deficit motori;
•
lo sviluppo di competenze nei vari ambiti disciplinari
dovuti a deficit di tipo cognitivo (ritardo mentale, dislessia…);
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Ostacoli all’apprendimento con studenti disabili /2
Gli ostacoli aggiuntivi possono riguardare:
•
l’accesso a informazioni e a conoscenze dovuti sia a
deficit di tipo sensoriale (ciechi, sordi) sia a deficit di tipo
cognitivo
•
la capacità di stabilire interazioni sociali produttive
durante lo svolgimento dell’attività dovuti a deficit sul piano della
comunicazione interpersonale (autismo).
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Definizione di disturbo dell'apprendimento
Con il termine Disturbo di Apprendimento sono
indicate tutte quelle condizioni in cui un bambino
non apprende in maniera adeguata alla sua età.
In questa accezione i Disturbi di Apprendimento
costituiscono un sintomo di molte condizioni
patologiche, spesso molto diverse tra loro.
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Le cause del disturbo dell'apprendimento:
esistono cause di ordine neurologico,
psicologico, sociale, culturale che possono
compromettere il processo di apprendimento.
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I disturbi di apprendimento possono
essere legati a definite sindromi
neurologiche o psicopatologiche, o
costituire un quadro clinico a “parte” come
i Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
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Disturbi dell'Apprendimento legati a
Sindromi Neurologiche
(presenti in soggetti con: Kinesipatie
encefaliche, Epilessia)
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Disturbi dell'Apprendimento legati a
Sindromi Psicopatologiche
(presenti in soggetti con: insufficienza
mentale, nevrosi, psicosi, depressione)
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Nei disturbi evolutivi specifici dell‘apprendimento
può essere compromessa la capacità di lettura,
di scrittura e di calcolo, in assenza di
compromissioni o alterazioni psicopatologiche o
sensoriali, di deficit cognitivo, o di situazioni
carenziali che possano spiegarne l'origine
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Disturbi aspecifici di apprendimento
– disturbo della memoria e della
rappresentazione visuo - spaziale
– disturbo da deficit di attenzione e iperattività
(D.D.A.I.)
– disturbo emotivo - relazionale
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Disabilità cognitiva (Ritardo mentale)
E’ difficile descrivere in generale le
caratteristiche del RM, poiché diverse
possono essere le sindromi che vengono
accomunate ad esso, quindi diverse
possono essere le manifestazioni possibili
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Disabilità cognitiva (Ritardo mentale)/1
• lo sviluppo intellettivo della maggior parte
delle persone con ritardo mentale non va
oltre la "preoperatorietà" del pensiero;
• presentano notevoli difficoltà a
comprendere le interconnessioni causa ed
effetto, e ad anticipare le conseguenze
delle azioni.
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Disabilità cognitiva (Ritardo mentale)/2
• alla base dei loro deficit sembrano
risiedere problemi relativi ad una scarsa
capacità di esplorazione
• anche carenti risultano le abilità di
organizzazione e di classificazione degli
stimoli in categorie
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Il Ritardo Mentale non va affrontato in
termini di deficit: non si tratta di persone a
cui manca qualcosa, ma di persone che
funzionano in modo diverso dagli altri.
E’ più corretto definire il Ritardo Mentale in
termini di funzionamento, ed osservare
come i soggetti affrontano, con gli
strumenti e con l'intelligenza che hanno, i
problemi.
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Per capire come un soggetto con difficoltà
possa comprendere il mondo è cercare di
mettersi nei suoi panni, ma se possiamo
farlo (approssimativamente) con persone
con disabilità sensoriali (ipovisione,
sordità, ecc.), è più complicato
immaginarsi nei panni di individui con
Ritardo Mentale (RM).
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Il RM viene diagnosticato secondo i manuali diagnostici
internazionali [DSM-IV (1994) e ICD-10 (1993)] e si caratterizza per:
– funzionamento intellettivo significativamente al di
sotto della media, QI inferiore a 70, rilevato
attraverso strumenti validi e standardizzati;
– concomitanti limitazioni nell’adattamento
riscontrato in due o più delle seguenti aree:
comunicazione; cura di sé; abilità domestiche; abilità
sociali; uso delle risorse della comunità;
autodeterminazione; salute e sicurezza; capacità di
funzionamento scolastico; tempo libero; lavoro
– esordio prima dei 18 anni.
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Distribuzione approssimativa dei punteggi del QI
•
•
•
•
•
•
•
130 e oltre superdotato
120-129 superiore o molto superiore
110-119 medio superiore
90-109 medio
80-89 normale ottuso
70-79 ritardo mentale lieve
50-69 ritardo mentale grave
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Nel concetto stesso di “ritardo” vi è la
concezione che dopo le incertezze si possa
arrivare, sebbene in ritardo sul tempo previsto.
In questo senso un bambino in “ritardo”potrà
recuperare.
In realtà assistiamo alla trasformazione del
concetto di “Ritardo Mentale” nell’età
evolutiva a “Insufficienza Mentale” nell’età
adulta.
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In presenza di Ritardo Mentale è necessaria
un’analisi sia delle difficoltà che delle abilità
scomponendo “artificialmente” i vari livelli di
analisi in varie aree:
–
–
–
–
–
Cognitiva
Comunicazione
Autonomia
Motoria
Sociale
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In presenza di un disturbo specifico come la
dislessia una sola area è compromessa
(quella cognitiva)
In presenza di RM il disturbo è
generalizzato a diverse aree di
funzionamento se non a tutte (cognitiva, della
comunicazione, dell’autonomia, motoria,
sociale)
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L’analisi delle reali capacità, nelle sue
componenti, permetterà di individuare dei punti
di partenza (ciò che il bambino sa fare) e degli
obiettivi realistici (trasformare
ciò che è emergente in abilità acquisita, secondo
un progetto lungimirante: maggiore
autonomia possibile e migliore adattamento
sociale, ad esempio) e condiviso da tutti gli
agenti coinvolti.
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In questa ottica, dal “non sa fare in assoluto”
si passa al “sa fare qualcosa” e potrebbe
migliorare aprendo quella finestra che
Vygotskij (1980) chiamava “zona di
sviluppo prossimale”: l’area tra quello che
il bambino mostra di saper fare (acquisito)
e quello che potenzialmente sa fare con gli
adeguati supporti (emergente).
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Ogni strumento che viene inserito nel
percorso formativo di uno studente, anche
e soprattutto in difficoltà, deve essere
pensato in vista del raggiungimento di
obiettivi a breve, medio e lungo
termine.
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Utilizzare risorse informatiche con la
persona con RM a supporto di:
• Abilità ------------ Allenamento, fa
sperimentare, potenzia, valorizza
• Deficit ----------- Sostituisce funzioni
carenti con strumenti compensativi
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L'ausilio informatico
La proposta informatica rivolta a
persone con D.A. e /o con R.M.
deve tenere in considerazione
l’aspetti:
– cognitivo
– affettivo-relazionale
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Da un punto di vista cognitivo
richiede che ogni concetto sia
proposto attraverso una
opportuna sequenza di
passaggi, che ne aumentino la
comprensibilità, ed un approccio
concreto e operativo.
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Da un punto di vista affettivo-relazionale,
vanno privilegiate modalità e situazioni
coinvolgenti, rassicuranti, che aiutino la
persona ad avere fiducia nelle sue capacità e ad
esprimere in tal modo il meglio di sé, si sa
bene, infatti, quanto gli aspetti legati all'emotività
influiscano sulla prestazione, e come spesso
accade che la persona in situazioni
emotivamente diverse fornisca risultati anche
molto diversi. Un'attenzione quindi agli aspetti
emotivi e di coinvolgimento permetterà di
migliorare l'apprendimento.
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Le potenzialità dell'elaboratore consentono una
serie di opportunità:
• una personalizzazione del compito, grazie alla
possibilità di poter programmare compiti con la
frequenza, i ritmi, le facilitazioni opportune.
• lo sviluppo dell'autonomia nell'apprendere
attraverso il monitoraggio dei risultati e la
possibilità di feedback immediato.
• una ottimizzazione del conflitto cognitivo
mediante la proposta di esercizi che presentino
diversi gradi di difficoltà secondo un criterio di
sfida ottimale
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In presenza di ritardo mentale le
tecnologie informatiche possono costituire
un utile strumento per facilitare:
- i processi di apprendimento nelle
diverse discipline;
- l'acquisizione di autonomie di base e
contribuire ad accrescere la motivazione
e l'autostima (in alcuni casi).
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Adattamento del computer in base alle esigenze
dell’utente
Personalizzare il computer tramite una serie di
adattamenti che migliorano la percezione della
schermata e aiutano l'utente a individuarne più
facilmente gli elementi principali.
Impostare lo schermo con un buon contrasto testosfondo, caratteri chiari e abbastanza grandi.
Inserire un puntatore del mouse di dimensioni più
grandi del normale e di colore vivace.
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Non sempre gli adattamenti del computer
sono sufficienti; in alcuni casi si rende
necessario utilizzare dispositivi di input
(periferiche) che possono essere
utilizzati in aggiunta ad un computer
standard per migliorare l'efficacia della
comunicazione e la funzionalità d'uso.
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Tali strumenti non sono indispensabili,
ma in molti casi possono essere molto
utili.
Per facilitare l'uso del computer si
possono usare: tastiere facilitate con
tasti colorati, ingranditi, tavolette
sensibili, schermi tattili (Touch screen)
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• Tavoletta sensibile
E’ uno strumento di forma rettangolare che si
collega al computer ed è costituito da una base
piana sensibile al tatto, da una serie di fogli
intercambiabili (da posizionare sulla parte
sensibile), uno per ogni applicazione SW
prevista dallo strumento.
La tavoletta sensibile consente di comunicare
con il computer attraverso il tatto e può in alcuni
casi simulare le funzioni di una tastiera.
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Schermo tattile (Touch screen)
E’ uno schermo aggiuntivo o incorporato nel video e
sensibile al tatto che consente, toccando la
superficie del monitor con le dita o con un apposito
stilo, di operare direttamente sullo schermo senza
la necessità di impiegare il mouse. Questa è
solitamente una delle modalità più naturali e dirette
di interazione per i bambini. In questo modo è
possibile ad esempio, eseguire una sorta di pittura
a dita. Lo schermo aggiuntivo può anche essere
usato in orizzontale per il ricalco digitale.
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• Tastiera facilitata
La tastiera normale di un personal computer comprende
molti tasti che non sempre vengono utilizzati e, in alcuni
casi, possono creare confusione e procurare quindi
maggiori difficoltà alla persona che deve utilizzarla.
Una buona soluzione potrebbe essere quella di utilizzare
una tastiera che consenta di semplificare il
riconoscimento dei singoli elementi, sia mediante tasti e
di conseguenza lettere/simboli più grandi o colorati, sia
mediante un ordine diversificato della posizione dei tasti
come ad esempio in ordine alfabetico.
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Le tastiere fisse sono state prodotte per
particolari tipi di problematiche. Le più
utilizzate sono le tastiere espanse, in cui i
tasti sono molto più grandi del solito, a
volte anche più distanziati fra loro. In
questo modo aumenta la superficie
disponibile alla pressione e si migliora la
visibilità del tasto.
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Se per le disabilità motorie o visive il
computer gioca un ruolo decisivo come
strumento “per poter fare” (svolgere
attività altrimenti precluse)…
nel caso della disabilità cognitiva, il
computer assume il ruolo di strumento
“per poter imparare” (supporto agli
apprendimenti sia in modo diretto che
indiretto)
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Le slides presentate sono una sintesi dei
materiali presenti sul Portale di Handitecno
http://www.handitecno.indire.it
e del testo: Ritardo Mentale: come utilizzare al
meglio le nuove tecnologie con i disturbi
cognitivi, a cura di Marcella Peroni e Francesca
Ciceri, Anastasis, in corso di pubblicazione e
che sarà scaricabile dal sito
http://www.anastasis.it (ringrazio Roberto Vitali
dell’Anastasis per avermi gentilmente procurato
il testo prima della stampa)