Elettronica di potenza - I° Lezione Le migliori prestazioni, la facilità di controllo e la riduzione dei costi dei moderni dispositivi di potenza a semiconduttore rispetto a quelli di pochi anni fa, hanno permesso di introdurre i convertitori in un vasto numero di applicazioni e hanno favorito lo sviluppo di nuove configurazioni di convertitori per applicazioni di elettronica di potenza. Per capire meglio la realizzabilità di queste nuove configurazioni e delle loro applicazioni è essenziale fare una panoramica dei dispositivi di potenza attualmente disponibili:. Si possono classificare i dispositivi di potenza a semiconduttore, attualmente disponibili, in tre gruppi, in funzione della modalità di controllo: 1) Diodi. Lo stato di conduzione (on) e il blocco (off) è determinato dal circuito di potenza. 2) Tiristori. Un segnale di controllo li innesca (on), ma li disinnesca (off) il circuito di potenza. 3) Interruttori controllati. Un segnale di controllo li apre (off) e li chiude (on). La categoria degli interruttori controllabili comprende parecchi tipi di dispositivi, tra i quali si trovano:i transistori a giunzione bipolare BJT (Bipolar Junction Transistor ), i transistori a semiconduttore MOSFET (Metal-Oxide Semiconductor Field Effect Transistor), i tiristori con morsetto di spegnimento GTO (Gate Turn Off thyristors), i transistori bipolari con gate isolato IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistors). Diodi Le figg. 1 e 2 mostrano il simbolo circuitale del diodo e le sue caratteristiche statiche i-v. Quando il diodo è polarizzato direttamente inizia a condurre con una piccola tensione diretta tra i suoi terminali, che è circa 1 V. Quando il diodo è polarizzato inversamente, nel dispositivo passa una corrente inversa piccola e trascurabile, finche’ non si raggiunge la tensione limite, o di rottura (breakdown). In condizioni di funzionamento normale la tensione di polarizzazione inversa non deve superare il valore limite di rottura. Considerando che nello stato di blocco (polarizzazione inversa) la corrente inversa è molto piccola e che in quello in conduzione (polarizzazione diretta) è molto piccola la tensione, se il confronto è fatto con la corrente e la tensione di funzionamento del circuito nel quale il diodo è usato, la caratteristica i-v del diodo può essere considerata ideale come mostrato nella fig.3. Questa caratteristica ideale può essere usata per analizzare il tipo di convertitore, ma non per il suo progetto reale. Alla chiusura (turnon) il diodo può essere considerato un interruttore ideale perché si chiude rapidamente al confronto dei transitori del circuito di potenza. Tuttavia all’apertura (turn-off), come è indicato nella fig. 4, esiste una corrente inversa che dura per il tempo di ripristino trr prima di raggiungere il valore zero. Questa corrente inversa (negativa) di ripristino è necessaria per rimuovere l’eccesso di portatori di carica immagazzinati nel diodo e per permettere di bloccare la tensione di polarizzazione inversa. La corrente inversa di ripristino può portare a sovratensioni nei circuiti induttivi, ma nella maggior parte dei convertitori essa non altera la loro caratteristica ingresso/uscita, per cui il diodo può essere considerato ideale anche durante il transitorio di apertura. ID Vlimite I A K + VD 0 - VF (I) Regione di blocco inverso Fig. 1 Fig. 2 ID iD trr 0 Fig. 3 VD 0 Qrr Fig. 4 t Tiristori Il simbolo circuitale di un tiristore e la sua caratteristica statica i-v sono rappresentati nelle figg. 5 e 6. La corrente principale fluisce dall’anodo (A) al catodo (K). In stato di apertura il tiristore può bloccare una tensione con polarità diretta e non condurre, come è mostrato nella parte di destra della fig.6. Il tiristore può essere posto in conduzione (triggered) applicando per un breve periodo un impulso positivo di corrente (gate current) al terminale di comando, purchè il dispositivo sia in stato di blocco diretto. La relazione i-v che ne consegue è mostrata dalla caratteristica di conduzione rappresentata nella fig.6. La caduta di tensione diretta nello stato di conduzione è solo di pochi volt (tipicamente 1-3 V, a secondo del valore della tensione di blocco). Una volta che ha iniziato a condurre, il dispositivo si mantiene chiuso (latched) e la corrente di comando può essere rimossa. Il tiristore non può essere disinnescato con un comando e conduce come un diodo. Il tiristore si disinnesca e va in stato di blocco solo quando la corrente anodica tenta di diventare negativa per effetto del circuito nel quale il tiristore è inserito. Questo permette al circuito di comando di riprendere il controllo del tiristore per rimetterlo in conduzione dopo un determinato tempo dall’istante in cui esso è entrato in stato di blocco diretto. A K + iG G Fig. 5 iA Rottura inversa Caratteristica di conduzione Da aperto a chiuso se è applicato un impulso IG Caratteristica di blocco diretto Regione di blocco 0 vAK Tensione inversa di rotura Tensione diretta di rotura Fig. 6 iA conduzione da aperto a chiuso 0 Blocco inverso VAK Blocco diretto Fig. 7 In presenza di una tensione inversa, ad una tensione inferioren a quella di rottura, nel tiristore fluisce una piccola corrente inversa che èn trascurabile, come è mostrato nella fig.6. Normalmente i valori della tensione di blocco diretta e inversa di un tiristore sono simili. Le prestazioni di corrente del tiristore sono definite in termini di massimo valore efficace e valore medio che esso può sopportare quando è in conduzione. Usando le stesse considerazioni fatte per il diodo, quando si analizzano i tipi di convertitori la caratteristica i-v del tiristore può essere considerata ideale, come quella mostrata nella fig.7. in un applicazione come quella del semplice circuito mostrato nella fig.8, il controllo può essere esercitato in ogni istante in cui la corrente può passare, cioè durante il semiperiodo positivo della tensione del generatore. Quando la corrente del tiristore tenta di diventare negativa perché la polarità del generatore si inverte, se il tiristore stesso fosse ideale, dovrebbe annullarsi immediatamente nell’istante t=(1/2)T come mostrato nella fig.9. Tuttavia, come è specificato nei data sheet del tiristore e rappresentato dalla forma d’onda della fig.10, la corrente nel tiristore si inverte prima di annullarsi. vs VAk iA VS IG + VAk - iA 0 0 T/2 iA trr t vAk t tq T t Il parametro importante non è però il tempo che la corrente impiega per ritornare a zero dopo avere assunto un valore negativo, ma piuttosto il tempo tq necessario per il disinnesco, indicato nella fig.10, che va dall’istante in cui la corrente attraversa lo zero a quello in cui lo attraversa la tensione sul tiristore. Durante tq ai capi del tiristore deve essere mantenuta una tensione inversa e solo dopo questo tempo il dispositivo è capace di bloccare la tensione diretta senza entrare in conduzione. Se prima che sia passato questo tempo una tensione diretta viene applicata al tiristore, esso può entrare in conduzione prematuramente , cosicché il circuito e/o il dispositivo potrebbero essere danneggiati. I data sheet del dispositivo specificano tq indicando sia la tensione inversa applicata in questo intervallo, sia la velocità di salita oltre questo intervallo. Questo intervallo tq è talvolta chiamato tempo di ripristino del tiristore commutato dal circuito (circuit-commutated recovery time). Caratteristiche degli interruttori controllabili Molti dispositivi dell’elettronica di potenza, quali BJT,MOSFET,GTO e IGBT possono essere innescati e disinnescati applicando un segnale al terminale del controllo. Chiamiamo questi dispositivi interruttori controllabili (controllable switches) e li rappresentiamo in modo generale con il simbolo circuitale mostrato in fig.11. Nessuna corrente passa quando l’interruttore è aperto e, quando è chiuso, essa può passare solo nella direzione indicata dalla freccia. Questo interruttore ideale controllabile ha le caratteristiche qui elencate. 1) Quando è aperto blocca la tensione diretta e inversa e non è attraversato da alcuna corrente. 2) Quando è chiuso conduce correnti di qualsiasi valore e la tensione ai suoi capi è zero. 3) Quando è comandato, passa in modo istantaneo dalla posizione aperta a quella chiusa e viceversa. 4) Richiede una piccola potenza dal circuito di controllo. I dispositivi reali, come si intuisce, non hanno queste caratteristiche ideali e quindi dissipano potenza quando sono usati nelle numerose applicazioni già ricordate. Se dissipassero troppa potenza potrebbero danneggiarsi e, così facendo, non solo distruggersi completamente, ma anche arrecare danno agli altri componenti del sistema. It + vt - fig.11