Università LUMSA
PSICODIAGNOSTICA DELL'ETA'
EVOLUTIVA E DELL'ADULTO
(III MODULO)
Prof.ssa ELDA ANDRIOLA
[email protected]
LA DEPRESSIONE
IN ETA’ EVOLUTIVA
LA MENTE E' UN LUOGO E PUO'
FARE DELL'INFERNO IL
PARADISO E DEL PARADISO
L'INFERNO
(J. Milton)
ADOLESCENZA E DEPRESSIONE
Solo negli ultimi anni si assiste ad un incremento
delle ricerche sulla depressione infantile che
oggi è riconosciuta come un disturbo che può
severamente compromettere il funzionamento
di bambini e adolescenti in molti ambiti di vita,
come la scuola, le relazioni sociali.
La depressione infantile può persistere fino all'età
adulta.
(J. Milton)
ADOLESCENZA E DEPRESSIONE
Fino al 1970 era opinione comune che i disturbi
depressivi fossero più frequenti negli adulti e
abbastanza rari nei bambini.
Inoltre, oscillazioni nell'umore, umore basso e
irritabilità erano considerati come aspetti
"naturali" dell'adolescenza, conseguenze dello
sviluppo e del cambiamento di ruolo sociale e
familiare.
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Nella pratica clinica, il termine "depressione" è
utilizzato per descrivere un gruppo di sintomi
che portano a significativi cambiamenti nel tono
dell'umore, nel pensiero e nel comportamento.
Questi sintomi persistono e portano a cambiamenti
nelle attività personali e sociali per un periodo di
oltre o almeno 2 settimane. L'umore depresso
include tristezza, pianto, irritabilità, con perdita di
piacere/interesse per le attività quotidiane.
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
I bambini depressi appaiono infelici, si sentono
sfiduciati, senza valore e impotenti.
Alcune modificazioni cognitive includono scarsa
capacità di concentrarsi e ridotte prestazioni
nelle attività scolastiche.
Sono presenti anche sentimenti di inutilità, colpa,
mancanza di fiducia in se stessi.
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Nella depressione grave, il bambino può avere
sentimenti profondi di colpa e sentirsi responsabile
per eventi accorsi in passato.
Possono esserci anche pensieri di morte e suicidalità.
La depressione può produrre modificazioni nel sonno,
con ipersonnia o insonnia, nell'alimentazione, con
inappetenza o iperalimentazione; modificazioni nel
livello di energia (facile stancabilità) o nella
motivazione (difficoltà ad iniziare attività).
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Riassumendo, la sintomatologia depressiva si manifesta a
diversi livelli:
1. umore: tristezza, irritabilità
2. pensiero: bassa autostima, sentirsi impotenti e senza
speranza, suicidalità
3. comportamento: ritiro sociale, problemi sociali, riduzione
delle attività
4. sintomi somatici: apatia, facile stancabilità, problemi di
sonno e problemi alimentari.
5. cognitivi: ridotta concentrazione, ridotto problem-solving,
ridotta motivazione e perdita di interesse.
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Questi sintomi sono mantenuti da circoli viziosi per cui:
difficoltà di
concentrazione e
ridotto sonno
ridotto rendimento
scolastico
umore depresso
svalutazione e senso
di incapacità
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Questi sintomi sono mantenuti da circoli viziosi per cui:
RITIRO SOCIALE
RIDOTTA CAPACITA’ DI
ESPRIMERE EMOZIONI
E IDEE
umore depresso
Sentirsi goffo e
impacciata
svalutazione
isolamento passività
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Questi sintomi sono mantenuti da circoli viziosi per cui:
Problemi sociali
umore depresso
Ritiro e ridotto
rendimento scolastico
Meno motivazione
svalutazione rifiuto e/o
frequenti assenze
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Questi sintomi sono mantenuti da circoli viziosi per cui:
APATIA
Meno faccio
Scarso coinvolgimento
emotivo e sociale
Più sono triste
Ritiro isolamento meno
attività
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Per la diagnosi ICD e DSM sono equivalenti (si possono
utilizzare entrambi).
L’ICD divide i sintomi in lievi, moderati e severi.
Per la diagnosi ICD almeno 2 sintomi cardine (umore
depresso, perdita di interesse e faticabilità) e almeno 2
dei sintomi addizionali per la d. moderata e tutti per la
d. severa (sonno, alimentazione, irrequietezza,
rallentamento, sentimenti di indegnità).
(J. Milton)
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
Il DSM -IV richiede cinque o più sintomi che causino una
compromissione del funzionamento.
Più i soggetti sono giovani più sono attesi sintomi somatici
(mal di pancia e mal di testa), ansia da separazione e
rifiuto della scuola.
Nei bambini più grandi e adolescenti sono più attesi
irritabilità, ritiro sociale agitazione motoria.
(J. Milton)
KEY SYMPTOMS ASSOCIATED
SYMPTOMS
•persistent sadness, or
low or irritable mood:
AND/OR
•loss of interests and/or
pleasure
•fatigue or low energy
•poor or increased sleep
•poor concentration or
indecisiveness
•low self-confidence
•poor or increased appetite
•suicidal thoughts or acts
•agitation or slowing of
movements
•guilt or self-blame
Mild
Up to 4 symptoms
Moderate
5-6 symptoms
Severe
7-10 symptoms
5 o più sintomi presenti durante un periodo di due settimane:
1) umore depresso o irritabile
2)
 perdita di interesse o piacere
E almeno 3 dei seguenti sintomi:
- perdita di peso significativa o diminuzione dell'appetito
(perdita del 5% del peso in un mese)
- Insonnia o ipersonnia
- agitazione psicomotoria o rallentamento
- affaticabilità o perdita di energia
- sentimenti di svalutazione o di colpa
- dimuzione della concentrazione o indecisione
- pensieri di morte o suicidari ricorrenti
Oltre ai sintomi descritti gli adolescenti e i bambini possono
presentare alcuni dei seguenti sintomi:

Umore persistentemente triste o irritabile

Lamentele fisiche vaghe e frequenti

assenze frequenti a scuola e scarso rendimento scolastico

Noia

Abuso di alcool e sostanze

Aumento dell'irritabilità, rabbia e ostilità

Comportamento spericolato

I sintomi causano stress e interferiscono con il funzionamento
adattivo
LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE
In generale i bambini tendono ad avere la depressione in
comorbilità con altri disturbi e la sintomatologia appare
strettamente associata ad un generale
malfunzionamento familiare.
In generale più sintomi sono presenti, più la depressione è
grave.
Per i casi “sotto soglia” è importante capire che il bambino,
pur non soddisfacendo tutti i criteri per porre diagnosi,
è vulnerabile a sviluppare in futuro una depressione in
piena regola.
(J. Milton)
COMORBIDITA’
La comorbilità è frequente con altri problemi emozionali
(ansia) e con problemi comportamentali (DOP e DC)
Il tasso di comorbilità è del 50-80%
La depressione può associarsi a problemi fisici come
asma, artrite reumatoide, diabete (secondaria?).
La depressione si associa anche ad un maggior uso/abuso
negli adolescenti di alcool e droga (autocura?).
(J. Milton)
EZIOLOGIA
Come nell'adulto, anche in età evolutiva l’eziologia è multi
fattoriale.
Nella maggioranza degli adolescenti si riscontrano difficoltà
di lunga data di natura sociale e familiare.
In alcuni vi è uno specifico fattore precipitante. In altri un
lento deterioramento delle competenze di coping e
sociali.
(J. Milton)
EZIOLOGIA
Le teorie biochimiche parlano di una riduzione dell'attività
serotoninergica per la depressione agitata e di una
riduzione dell'attività noradrenergica per la
depressione letargica (Carlson & Graber, 1986).
Le teorie genetiche indicano l'influenza di predisposizioni
genetiche ma solo per le depressioni bipolari (Kendler,
1995).
(J. Milton)
EZIOLOGIA
E' vero che bambini che sviluppano una depressione
maggiore hanno più probabilità di avere in famiglia altri
casi di depressione (almeno un genitore). Ma qui
possono esserci non solo fattori genetici ma fattori di
sviluppo e familiari (in che ambiente è vissuto il b. e a
quali stimoli è stato esposto).
E' noto, infatti, che un genitore depresso ha meno
competenze sociali, meno sensibilità ai segnali del
bambino (mancanza di calore), e ostilità verso il
bambino.
(J. Milton)
EZIOLOGIA
Anche il contesto sociale intorno alla famiglia può giocare
un ruolo importante: essere vittima di bullismo, avere
problemi con i pari, sono tutti fattori precipitanti che
vanno ad attivare antichi schemi di funzionamento (del
tipo vulnerabilità/disvalore).
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Esperienze precoci infantili producono nell’individuo schemi su
se stessi, sugli altri, sul mondo, sul futuro.
Lo schema è un modo di “costruire” e “dare significato” alla
realtà e all’esperienza.
Lo schema è da Beck (1979) definito core-beliefe o credenza di
base e si riferisce all’insieme di comprensioni che il soggetto
produce (“Il più delle volte rigide, assolutistiche e implicite). È
come dire: “ Così stanno le cose!”.
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Nel momento in cui il soggetto sperimenta, più tardi nella sua
vita, situazioni critiche o eventi attivanti, questi schemi possono
dare origine ad assunzioni, regole, norme (credenze intermedie)
e pensieri disfunzionali.
Le cognizioni disfunzionali modificano l’assetto adattivo del
soggetto e inducono in lui molteplici effetti: fisici, emotivi,
comportamentali, motivazionali.
(J. Milton)
I TRE LIVELLI DELLA COGNIZIONE
Pensieri automatici
Credenze intermedie
Credenze
di base
MODELLO ABC PER ELICITARE I LIVELLI
Evento
Pensiero
Mercoledì esame
Emozione e Comportamento
non ho studiato
abbastanza
ansia /tensione
dovevo studiare di più
preoccupazione
rabbia
Dovevo gestire la
situazione
Devo controllare
se controllo non fallisco
MODELLO COGNITIVO
Un individuo, ad esempio, può aver fatto esperienza precoce di
abbandono o incuria: può essere stato allevato da una mamma
poco responsiva, poco sensibile ai suoi bisogni. Può aver
dunque, sperimentato il non essere amato, o il non essere
importante. Questo bambino, esposto per anni a questo modello
di interazione con l’altro, sostanzialmente non si aspetta amore,
non si aspetta che le sue richieste siano soddisfatte.
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Alla domanda “Perché?” certo non risponderà: “Perché mamma
era depressa, oppure, perché non aveva la capacità di essere una
madre”. Piuttosto dirà a se stesso: “Perché non sono amabile”,
“Perché dentro di me c’è qualcosa/non c’è qualcosa necessaria
per essere amati”. Pensiamo adesso allo stesso bambino, che più
tardi, nella scuola elementare, ad esempio, faccia esperienza di
bullismo: diventa una vittima, forse per il suo temperamento
timido, o forse perché la sua idea di non amabilità si è tradotta
in uno stile comportamentale di tipo passivo/remissivo.
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Questo evento, protratto nel tempo, portatore di emozioni
intense di non accettazione, senso di isolamento, vulnerabilità,
impotenza, riattiva l’antico schema di sé come non amabile e si
tradurrà in nuovi schemi cognitivi, più recenti, più superficiali,
che assomigliano a frasi del tipo: “ Se sono escluso è perché lo
merito”, “Se gli altri non mi difendono è perché con me non ne
vale la pena”, “Sono io a sbagliare, come al solito: forse lo
provoco”, “è la prova che non piaccio agli altri, ecco perché mi
escludono”, “C’è qualcosa in me di sbagliato che devo cambiare”
ecc.
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Le credenze intermedie, in quest’ottica, sono il tentativo di
mantenere una coerenza interna e prevedibilità sul mondo,
coniugando il concetto di sé e degli altri con gli accadimenti
della vita quotidiana; un modo per dare significato
all’esperienza e alle relazioni sé-altro e l’estremo tentativo di
trovare una strada per cambiare le cose (“Se starò zitto e non
darò fastidio, forse smetterà di prendersela con me”, “Forse se
diventassi come lui, mi accetterebbe”).
(J. Milton)
MODELLO COGNITIVO
Esempio:
adolescente donna sperimenta problemi scolastici, attivati da
episodi di bullismo, e eccessivo criticismo da parte di un
insegnante  eventi di vita
Si sente giù e triste  umore
Smette di andare a scuola e interrompe le uscite con i suoi
amici, passa molto tempo da sola nella sua stanza 
comportamento
Ha frequenti mal di testa e si sente male fisicamente  reazioni
fisiche
Pensa di essere un fallimento e di non piacere a nessuno 
pensieri.
(J. Milton)
TRIADE COGNITIVA
1. Visione negativa di sè: il paziente si considera
inadeguato e difettoso e in virtù di ciò si sente
indesiderabile, inutile, con sentimenti di
autobiasimo e autocritica (si osserva nei PAN)
TRIADE COGNITIVA
2. Visione negativa del mondo: il paziente valuta
negativamente le interazioni con l’ambiente
circostante considerandole in termini di sconfitte,
privazioni o denigrazioni-umiliazioni. Da ciò ne
consegue un senso di insopportabilità e
irrisolvibilità dei problemi quotidiani.
TRIADE COGNITIVA
3. Visione negativa del futuro: il paziente prevede e
si aspetta frustrazioni e difficoltà future come un
inevitabile prolungamento della sofferenza che sta
attualmente vivendo. Quindi non fa nulla perché
prevede una sicura sconfitta. Da qui il senso di
inutilità (de-motivazione). A differenza dell’ansioso
che prevede una possibile minaccia, nel depresso la
perdita è sicura.
DISTORSIONI COGNITIVE
PENSIERO CATASTROFICO
ATTENZIONE SELETTIVA
ETICHETTAMENTO
1. Personalità Sociotropica: il soggetto è orientato
verso i rapporti interpersonali e valuta il proprio valore
sulla base delle relazioni intime intrattenute. Scompenso
dato dalla perdita
2. Personalità Autonoma: il soggetto è orientato
all’indipendenza e al successo e determina il proprio
valore in rapporto alle proprie abilità e al successo.
Scompenso dato dal fallimento.
41
L’organizzazione depressiva è un modo particolare
di:
1.
2.
3.
leggere la realtà
dare ordine al fluire dell’esperienza, alle attribuzioni
di significato e alle esperienze personali
costruire l’immagine di sé, il proprio stile relazionale
e le aspettative nei confronti degli altri
42
I soggetti con organizzazione depressiva
 Ritengono di essere incapaci di ottenere amore e
attenzione per i propri bisogni più intimi e personali
 Pensano che potranno riuscire ad ottenere
accettazione solo attraverso prestazioni
“socialmente accettabili” anche al prezzo di
impegnarsi con fatica in ruoli e attività che sono
estranei ai loro desideri e alle loro inclinazioni
43
3. Pensano che, se si mostrassero agli altri con le loro
autentiche caratteristiche, susciterebbero
indifferenza e/o ostilità
4. Hanno la tendenza ad attribuire agli eventi
significativi sul piano relazionale, un significato di
perdita che sancisce la loro non amabilità e il loro
scarso valore personale, anche quando tali eventi
potrebbero essere interpretati in altro modo
44
•
•
•
Questo stile dal soggetto è vissuto come egosintonico
( come unica modalità possibile per spiegare gli
eventi)
Nasce dalle proprie reali esperienze più significative
(a partire dalle relazioni di attaccamento)
Porta a strutturare la vita sugli assi di inadeguatezza
personale e solitudine.
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In età adulta il soggetto compensa attraverso:
•
fantasie dove ci si immagina di ricevere gratificazioni
e riconoscimenti
•
sottovalutazione aspetti emotivi dell’esistenza relativi
all’attaccamento (ascolto, dolcezza, tenerezza)
•
ricerca attiva della solitudine per prevenire i rifiuti
•
accudimento compulsivo: scelta frequente di
professioni d’aiuto
•
Performance lavorativa come misura del valore
personale.
46