Orizzonti 3_U2_C6

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Il nazismo in Germania
SVE Z IA
DANIMARCA
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M a
No rd
solidarismo:
atteggiamento di
collaborazione con gli
altri e di condivisione
delle responsabilità.
«Votate Spartaco»,
manifesto di
propaganda della
Lega Spartachista,
1918.
B
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LITUANIA
Königsberg
Prussia
Orientale
Danzica
Lubecca
Amburgo
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PAESI BASSI
Hannover
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G E R M A N I A
Ruhr
Colonia
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Coblenza
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Praga
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Stoccarda
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FRANCIA
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Lorena
Alsazia
D anu
bio
Zone cedute dopo Versailles
Monaco
Zone occupate dagli alleati
Occupazione francese della Ruhr
AUSTRIA
SVIZZE RA
I confini della Germania nel 1918
6.1 La crisi della
Repubblica di Weimar
La Repubblica di Weimar, tra
parlamentarismo e disordine
sociale
Nel 1918, dopo quattro anni di guerra, la
popolazione tedesca era ridotta quasi alla
fame. Il fallimento degli ultimi attacchi sul
fronte occidentale e il continuo afflusso di
nuove truppe americane rendevano ormai
evidente l’impossibilità di raggiungere la
vittoria. All’inizio di novembre, militari e
civili esasperati avviarono una rivolta che si
diffuse immediatamente nel paese. In molte
città furono creati consigli degli operai e dei
soldati sul modello di quelli russi. In questo
clima incandescente, violentemente antimonarchico e che sembrava propizio alla
rivoluzione, il Kaiser Guglielmo II decise di
abbandonare il paese: il 9 novembre venne
proclamata la repubblica e due giorni dopo,
la Germania firmò l’armistizio con Francia e
Regno Unito.
La neonata repubblica – detta «di Weimar», dal nome della città in cui venne stesa
la nuova carta costituzionale – si dimostrò
però subito molto debole.
I partiti politici principali erano il Partito
socialdemocratico (Spd) e il Centro cattolico. La Spd era una forza di sinistra che rifiutava lo sbocco rivoluzionario e raccoglieva
consensi soprattutto tra gli operai; il Centro
cattolico era una forza moderata, radicata
principalmente nelle campagne e tra la bor-
ghesia urbana, e si ispirava al solidarismo cristiano. Si trattava di partiti con obiettivi
assai diversi, e un’alleanza di governo era
alquanto difficile. Il Parlamento appariva
quindi diviso e incapace di fornire al paese
maggioranze solide e durature.
Non mancavano inoltre oppositori apertamente antidemocratici. I militanti della
Lega di Spartaco, i cosiddetti «spartachisti»,
puntavano all’instaurazione di un governo
rivoluzionario sul modello sovietico. Guidati da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg,
furono protagonisti all’inizio del 1919 di
violente rivolte culminate nella «settimana di sangue» (6-13 gennaio) e soffocate
con la forza dall’esercito. Liebknecht e la
Luxemburg vennero fucilati, ma il Partito
comunista tedesco, che loro stessi avevano
contribuito a fondare, si oppose duramente
al regime parlamentare per l’intera durata
della Repubblica di Weimar.
I nazionalisti, d’altro canto, non volevano
assolutamente la repubblica. Essi consideravano il Trattato di Versailles un’onta che
macchiava l’onore della Germania e si rendevano protagonisti di scontri quotidiani
con gli operai. Il braccio militare della destra
era costituito dai «corpi franchi», formazioni paramilitari composte in larga parte da
ex soldati, reduci esasperati che al ritorno in
patria non avevano trovato lavoro e una ricompensa per i sacrifici compiuti al fronte.
Disoccupazione e inflazione colpivano
l’economia, che doveva pure fronteggiare
il gravissimo problema delle riparazioni di
guerra da versare a Francia e Regno Unito: 132 miliardi di marchi-oro, una somma
enorme, anche per un paese forte e sviluppato come la Germania, e destinata a ostacolarne la ripresa per molti anni.
La nuova Costituzione
democratica di Weimar
Come accennato sopra, la Repubblica di
Weimar prese il proprio nome dalla città
che fu designata come sede dell’Assemblea
costituente e nella quale la nuova Costituzione fu redatta. Weimar – che si trova in
Turingia, in Germania centrale – fu scelta
in ragione della sua lontananza da Berlino e
dai disordini che agitavano la capitale.
L’assemblea iniziò i suoi lavori all’indomani della «settimana di sangue» del gennaio 1919 e la carta costituzionale fu varata in
agosto. A conferma del difficile clima in cui
nasceva la repubblica, essa ottenne l’approvazione dei socialdemocratici, dei cattolici e
delle formazioni liberali moderate, ma non
dei partiti nazionalisti e dei comunisti.
La nuova Costituzione democratica riconosceva la struttura federale dello Stato, diviso in diciassette Länder dotati di ampie
autonomie, introduceva il suffragio universale e il sistema elettorale proporzionale, e
stabiliva la natura parlamentare dello Stato
tedesco: il Reichstag (il Parlamento) emanava le leggi e ad esso rendevano conto il cancelliere e il suo governo.
Proprio per bilanciare il peso del Parlamento furono riconosciute importanti prerogative anche al presidente della repubblica. Eletto dal popolo, durava in carica sette
anni, rappresentava il paese all’estero e fir-
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Länder: è il plurale
di Land, che in tedesco
significa «Stato». La
Costituzione di Weimar
prevedeva che i Länder
fossero guidati da un
Parlamento e da un
governo locali.
© Loescher Editore – Torino
1919 Gropius fonda la scuola di architettura Bauhaus
1922 La BBC inizia le trasmissioni radio
1929 Fleming scopre la penicillina
1942 Fermi realizza la prima pila atomica
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Totalitarismi e democrazie in conflitto
Bambini giocano con fasci
di banconote durante la
riforma monetaria tedesca
del 1924.
mava i trattati diplomatici, era a capo delle
forze armate e poteva licenziare il cancelliere. Soprattutto, in situazioni di emergenza,
il presidente aveva il potere di sospendere i
diritti costituzionali e di varare misure eccezionali di ordine pubblico, anche contro il
parere del Reichstag. Il primo presidente fu
Friedrich Ebert.
La Costituzione di Weimar fu reputata dai
contemporanei un ottimo esempio di ingegneria istituzionale, un valido compromesso tra poteri dello Stato. Ma proprio l’utilizzo
accentuato delle prerogative presidenziali
determinò uno sbilanciamento dell’equilibrio costituzionale a favore del presidente
stesso. Col tempo ciò indebolì la repubblica, lasciando campo libero all’avvento del
nazismo al principio degli anni Trenta. Quel
che all’inizio sembrò a molti un elemento
di forza si rivelò al contrario un fattore di
profonda instabilità. [ I NODI DELLA STORIA
p. 120]
Gustav Stresemann rilancia
la Germania
All’inizio del 1923, in seguito a un ritardo
nei pagamenti delle riparazioni di guerra, la
Francia occupò il bacino carbonifero della
Ruhr, appropriandosi delle enormi risorse minerarie della regione. La debole economia della Germania conobbe allora un
crollo. Produzione e commerci calarono,
l’inflazione iniziò a crescere in maniera incontrollata, alimentata dall’enorme quantità di banconote stampate e messe in circolazione dalla banca centrale tedesca: nel
giro di pochi mesi, un chilo di pane arrivò
a costare 400 miliardi di marchi, un litro di
latte 360 miliardi, un chilo di burro addirittura 5000 miliardi. I tedeschi andavano a
fare la spesa con sacchi pieni di carta moneta che perdeva valore dal mattino alla sera;
milioni di cittadini persero i propri risparmi
e furono ridotti in miseria. Divenne inoltre
impossibile per la Germania pagare le riparazioni: nel novembre 1923, servivano 4000
miliardi di marchi per avere un solo dollaro.
A risollevare la Germania fu il conservatore moderato Gustav Stresemann. A partire
dall’agosto 1923, egli fu prima cancelliere e
poi per diversi anni ministro degli Esteri. Sotto la sua guida e con l’aiuto degli Stati Uniti
fu varato il piano Dawes (1924), che favoriva
i prestiti e gli investimenti stranieri, soprattutto americani, e rendeva più sopportabile
il peso delle riparazioni. Il paese conobbe allora qualche anno di pace sociale e politica,
favorite dalla ripresa dell’economia e da una
stabilizzazione delle relazioni internazionali. Con il Patto di Locarno del 1925, siglato
insieme alle potenze europee vincitrici della
guerra, Berlino si impegnò infatti a rispettare i confini con la Francia nati dal conflitto.
L’anno dopo, la Germania entrò nella Società delle Nazioni. Gli sforzi per garantire una
riappacificazione duratura con la Francia
valsero a Stresemann il premio Nobel per
la pace del 1926 (assieme al ministro degli
Esteri francese Aristide Briand).
La crisi del 1929 e la rapida
crescita del Partito nazista
Proprio quando la Germania sembrava avere risolto buona parte dei suoi problemi, il
crollo della Borsa di New York fece scoppiare la crisi del 1929, che ebbe conseguenze
Marcia delle SA presso Berlino nel 1928.
H.O. Hoyer, In principio fu la parola, dipinto propagandistico che si trova
ancora oggi, insieme ad altre 400, in custodia dell’esercito americano.
6.2 Hitler al potere
in Germania
Hitler diventa cancelliere
Hitler raffigurato come il salvatore della
Germania, personificata da una donna bionda.
devastanti sull’economia tedesca. Gli Stati
Uniti, l’epicentro della crisi, furono costretti
a interrompere i prestiti e a ritirare i capitali investiti all’estero. La conseguenza fu che
già nel 1930 tre milioni di tedeschi erano disoccupati, mentre il marco tornava rapidamente a perdere valore.
Di nuovo, i governi della repubblica, deboli e litigiosi, non riuscirono a far fronte
alle difficoltà economiche e sociali del paese. D’altro canto, il frequente ricorso alle
elezioni non faceva che accrescere l’instabilità politica della Germania e l’estremismo
di destra e di sinistra tornava a insanguinare
le piazze.
Della situazione approfittò il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, o
Nsdap, una violentissima formazione politica nata nel 1920 e guidata da Adolf Hitler, un
austriaco che aveva combattuto nell’esercito del Kaiser durante la Prima guerra mondiale. Egli aveva già tentato la presa del potere nel novembre 1923, a Monaco, con un
fallito colpo di Stato che gli era costato una
condanna a cinque anni di prigione.
Il programma dei nazisti prevedeva:
l’abolizione della democrazia e l’instaurazione della dittatura; la denuncia del Trattato di Versailles; il ritorno della Germania allo
status di grande potenza; l’opposizione con
ogni mezzo al comunismo, considerato responsabile di tutti i problemi del paese; l’affermazione della superiorità della razza «ariana». La violenza era considerata un metodo di lotta politica e le milizie del partito,
le SA e le SS , si rendevano responsabili di
aggressioni e assassini degli oppositori nel
silenzio delle autorità. Ma la Nsdap faceva
anche efficacemente appello al malcontento delle masse. E all’inizio degli anni Trenta,
i nazisti conobbero una serie di straordinari
successi elettorali. [Testimonianze  documento 4, p. 171]
Alle elezioni politiche del 1928, il Partito nazista aveva ottenuto appena il 2,6% dei voti.
Ma già nel 1930, mentre le difficoltà economiche cominciavano ad acuirsi e riprendevano le violenze tra estremisti di destra
e sinistra, i nazisti raccolsero il 18,3% dei
consensi, diventando la seconda forza del
Parlamento, con 107 seggi, dietro ai socialdemocratici. Negli stessi anni, gli uomini di
Hitler entrarono nei governi regionali dei
Länder.
Nel 1932, la crisi aveva ormai ridotto in
miseria milioni di persone e nessun esecutivo poteva o voleva adottare le impopolari
misure necessarie a risanare le finanze della Germania. In queste condizioni i nazisti
guadagnarono ulteriori consensi: Hitler,
candidatosi alle elezioni presidenziali di
marzo, fu sconfitto dal presidente uscente,
il maresciallo Paul von Hindenburg, ma solo
al ballottaggio. Alle amministrative di aprile, la Nsdap divenne invece la prima forza
in diversi parlamenti regionali; alle elezioni
politiche di luglio, infine, i nazisti ottennero
il 37,3% dei voti e 230 seggi, diventando il
primo partito del Reichstag.
razza: termine spesso
utilizzato per indicare
popoli ritenuti diversi tra
loro per capacità fisiche
e intellettive. Tuttavia,
le uniche differenze
genetiche riguardano
l’aspetto fisico (per
esempio il colore della
pelle, il taglio degli
occhi).
Manifesto di propaganda nazista.
© Loescher Editore – Torino
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1915
Il nazismo in Germania
SA e SS: SA era la
sigla di Sturmabteilungen
(«squadre d’assalto»).
Erano dette anche
«Camicie brune» e
persero importanza dopo
la metà degli anni Trenta.
SS era invece la sigla di
Schutzstaffeln («reparti di
difesa»). Le SS erano la
milizia personale di Hitler,
e acquisirono con gli anni
sempre più potere.
© Loescher Editore – Torino
1919 Gropius fonda la scuola di architettura Bauhaus
1922 La BBC inizia le trasmissioni radio
1929 Fleming scopre la penicillina
1942 Fermi realizza la prima pila atomica
1945
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Totalitarismi e democrazie in conflitto
Nonostante il suo estremismo politico,
Hitler godeva dell’appoggio di oltre un terzo
degli elettori e guidava un partito che appariva ai grandi industriali, ai proprietari terrieri
e all’esercito l’unico in grado di riportare
l’ordine nel paese. Ma molto alto era anche
il consenso di cui i nazisti godevano tra ceto
medio e operai. Così, il 30 gennaio 1933 il
presidente Hindenburg si decise a nominare
Adolf Hitler cancelliere, conferendogli l’incarico di formare un nuovo governo.
I nazisti erano giunti al potere legalmente,
con una vittoria che pochi anni prima nessuno avrebbe creduto possibile.
Il nazismo impone
la dittatura alla Germania
p. 166
I conservatori tedeschi speravano che, una
volta al governo, il nazismo sarebbe rientrato nei canoni della democrazia parlamentare, abbandonando i suoi tratti più aspri. Al
contrario, Hitler iniziò subito ad attuare il
suo programma politico antidemocratico:
abbattere la repubblica e instaurare sulla
Germania la sua dittatura personale.
Tutto avvenne molto rapidamente. Il 27
febbraio 1933 un incendio doloso avvolse
il Reichstag. La responsabilità dell’attentato
fu falsamente attribuita ai comunisti; subito i nazisti avviarono una caccia all’uomo
contro gli oppositori, adottarono misure
d’ordine pubblico straordinarie e sospese-
ro il diritto alla difesa per gli arrestati. Il 5
marzo, in un clima di violenza e intimidazione, nuove elezioni politiche diedero alla
Nsdap il 44% dei suffragi e il controllo del
Parlamento. Il 23 marzo, con il voto contrario dei soli socialdemocratici, il Parlamento
concesse al governo di Hitler i pieni poteri,
compreso quello legislativo e quello di modificare la Costituzione. Nei mesi seguenti la
carta costituzionale fu sospesa, tutti i partiti
– eccetto il Partito nazista – vennero sciolti e
messi fuori legge, e il diritto di sciopero e di
associazione sindacale furono soppressi: le
libertà democratiche erano state così abolite e un’ulteriore tornata di consultazioni
elettorali, tenutosi il 12 novembre senza oppositori, diede alla Nsdap il 92% dei voti.
Nel gennaio del 1934 furono sciolti i governi e i parlamenti dei Länder e il potere
dello Stato venne fortemente accentrato. Il
30 giugno, nella cosiddetta «notte dei lunghi coltelli», Hitler fece uccidere o imprigionare i capi delle SA (che avevano acquistato
troppa forza e si mostravano troppo indipendenti rispetto alle sue direttive) e molti
altri oppositori del regime. Infine, nell’agosto dello stesso 1934, alla morte di Hindenburg, Hitler assunse anche la carica di capo
dello Stato, sommandola a quella di cancelliere. Quest’ultima svolta, sanzionata da un
trionfale plebiscito popolare, pose definitivamente la Germania sotto il totale controllo di Hitler.
L’incendio del Reichstag, 27 febbraio 1933.
A. Janesch, La gara sulle canoe, 1936.
Il nazismo in Germania
Giovani della Hitlerjugend con bandiere durante una parata.
6.3 I tedeschi al tempo
del nazismo
La vita dei tedeschi sotto
il nazismo
Come già per i fascisti in Italia, anche per i
nazisti era essenziale ottenere il controllo
totale della vita e del pensiero delle masse;
obiettivo fu perseguito innanzi tutto inquadrando l’intera società nelle organizzazioni
di partito. I giovani maschi dai 10 ai 18 anni
vennero inseriti nella Hitlerjugend («gioventù hitleriana»): due o tre volte alla settimana
gli adolescenti erano istruiti ai principi fondamentali del nazismo e ai voleri di Hitler,
sperimentando la vita all’aria aperta e un
cameratismo di tipo militare. Le ragazze
invece vennero inquadrate nel Fronte delle
giovani tedesche, con analoghe finalità.
Nelle scuole, inoltre, vennero imposti
nuovi programmi di storia che iniziavano da
Hitler stesso e, procedendo a ritroso nel tempo, arrivavano a celebrare la lotta delle tribù
germaniche contro gli antichi Romani. Gli
insegnanti furono irreggimentati e costretti
a unirsi alle associazioni di categoria naziste.
Grazie all’organizzazione chiamata «Forza attraverso la gioia», anche il tempo libero venne poi disciplinato e controllato. Il
partito organizzava e pagava a tutti vacanze
e svaghi culturali, favorendo così la promozione sociale della popolazione più povera.
Fu infine fondato il Fronte tedesco del lavoro. Come le corporazioni fasciste, esso radunava lavoratori e datori di lavoro e li impegnava a perseguire di comune accordo il bene
della nazione: un atto di responsabilità verso
la Germania, che aveva bisogno dell’aiuto di
tutti i tedeschi per ridiventare una potenza
mondiale. Infatti, grazie a un poderoso piano
di lavori pubblici e soprattutto a una massiccia politica di riarmo, l’economia tedesca
nel 1938 superò i livelli produttivi precedenti
la crisi del 1929. Questa ripresa impetuosa
permise a Hitler di incrementare il consenso
fra le masse dei lavoratori tedeschi. Nel 1939
venne lanciata la Volkswagen, l’«automobile
del popolo» a basso prezzo, che divenne allo-
Propaganda nazista:
manifesto del film di
propaganda nazista
Triumph des Willens di
L. Riefenstahl, 1935.
Strumenti di controllo e mobilitazione utilizzati dai regimi totalitari
Strumenti
Terrore
(anche tramite
i Lager)
D. Rivera, Hitler parla al microfono mentre le squadre
naziste reprimono gli oppositori, 1933.
Propaganda
(radio, stampa,
cinema, sport,
slogan,
«liturgie» di
massa, arte
«educativa»,
ecc.)
Organizzazione
sociale (per
bambini e
giovani, donne,
dopolavoro,
assistenza,
ecc.)
Controllo e
uso dell’arte
Controllo e
uso dello sport
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Totalitarismi e democrazie in conflitto
Terzo Reich: in
tedesco Reich significa
«impero». Il Primo
Reich era stato il Sacro
romano impero fondato
da Carlo Magno nell’anno
800 e scomparso nel
1806. Il Secondo Reich
era stato invece quello
creato dalla Prussia nel
1871 e caduto nel 1918
con l’abdicazione di
Guglielmo II.
Album p. 122
 Tweet Storia p. 430
ra l’emblema della nuova Germania, prospera e sicura di sé.
Hitler tuttavia perseguiva con determinazione un solo obiettivo: mobilitare una nazione intera in vista della futura guerra che
avrebbe decretato l’affermazione del «Reich
millenario» (il Terzo Reich ).
Propaganda capillare e dura
repressione poliziesca
Nella Germania nazista, l’opinione pubblica era formata dal ministero per la Propaganda. Creato già nel 1933, era guidato da
Joseph Goebbels ed esercitava un controllo strettissimo su stampa, radio e cinema.
Ogni giorno Goebbels e i funzionari del ministero decidevano quali notizie diffondere
e quali tacere, sotto quale luce esaminarle,
le personalità o i temi da esaltare e i nemici contro cui scagliarsi. La radio divenne
Adolf Hitler, copertina
di Mein Kampf.
lo strumento privilegiato per diffondere i
discorsi, le opinioni e la volontà di Hitler.
Sottoposti ad anni di martellante e incontrastata propaganda del partito, i tedeschi
persero progressivamente la propria libertà
di pensiero e l’indipendenza di giudizio.
Il dissenso residuo venne soffocato brutalmente tramite la Gestapo – la polizia segreta di Stato, incaricata di individuare gli
oppositori – e le SS. A capo di questo apparato repressivo fu posto uno dei principali
collaboratori di Hitler, Heinrich Himmler.
Gestapo ed SS erano organizzazioni temutissime, che agivano nell’ombra e al di fuori
di ogni regola.
Subito dopo l’ascesa di Hitler al cancellierato, alle SS furono affidate la creazione e
la gestione dei campi di concentramento, o
Lager. In essi furono dapprima imprigionati
gli oppositori politici (comunisti e socialisti),
ma in seguito anche omosessuali, zingari,
testimoni di Geova e, infine, gli ebrei: tutti
coloro che il nazismo considerava pericolosi per la nuova Germania. Il primo campo di
concentramento fu aperto il 22 marzo 1933
a Dachau, vicino a Monaco di Baviera. A
Il Führer, il suo popolo, il Reich
Hitler prova la mimica ascoltando un suo discorso registrato,
1925, Londra, The Hulton Getty Picture Collection.
H. Himmler ispeziona un campo di detenzione per prigionieri di guerra in Russia, 1940-41.
Fin dal 1923, Adolf Hitler  aveva illustrato
chiaramente la sua visione del mondo: il nucleo della sua ideologia e il suo programma
politico erano contenuti nel Mein Kampf (La
mia battaglia), libro scritto mentre scontava
i cinque anni di carcere per il fallito colpo di
Stato a Monaco di Baviera.
Secondo Hitler, i tedeschi formavano una
«comunità di popolo» cui poteva appartenere solo chi era di puro «sangue ariano». E
ariani erano i discendenti delle antiche tribù indoeuropee, provenienti dall’Asia, che
avevano abitato il nostro continente dalla
notte dei tempi. Agli ariani spettava la missione storica di civilizzare il mondo.
Hitler inoltre prevedeva l’espansione
della Germania verso est: per affermare la
propria civiltà, infatti i tedeschi avevano
bisogno di «spazio vitale», il Lebensraum, e
potevano ottenerlo solo sottomettendo gli
slavi, considerati una razza inferiore. A questo fine tutto doveva essere sacrificato: la
vita dell’individuo, la democrazia e le libertà
personali non contavano più nulla; contava
solo il Terzo Reich, il «terzo impero», fondato
dal nazismo, che sarebbe durato millenni.
Giunto al potere, Hitler si pose alla guida
dei tedeschi per assolvere la propria missione. Fu presto chiamato Führer, ossia «capo»:
a lui era dovuta obbedienza indiscussa, la
sua volontà personale coincideva con la
volontà della nazione e diventava immediatamente legge. Per favorire la perfetta identificazione di Hitler con la nazione tedesca
furono organizzate periodiche adunate di
piazza, studiate da un’attenta regia e arricchite da una scenografia perfetta: quando
il Führer parlava ai tedeschi, la folla rispondeva entusiasta rinnovando l’unione indissolubile tra il popolo, il Volk, e il suo capo,
entrambi tesi alla realizzazione del Reich.
Volk, Reich e Führer divennero così i simboli su cui si fondavano il regime nazista e la
nuova Germania hitleriana.
Il razzismo: la persecuzione
degli ebrei
Al fondo alla gerarchia razziale teorizzata
dal nazismo erano collocati gli ebrei, popolo
senza una sua terra e un suo Stato. Essi erano
considerati da Hitler responsabili dello scoppio della Prima guerra mondiale, dell’avvento
del bolscevismo in Russia e della decadenza
della Germania. E contro di essi si scagliava
in ogni suo intervento pubblico. Al pari degli
slavi, gli ebrei andavano eliminati.
Appena preso il potere, i nazisti avviarono
una spietata persecuzione della minoranza
ebraica tedesca, composta da 500.000 persone bene integrate nella società e spesso
occupate nelle libere professioni, nell’industria o nella finanza.
Dapprima, nel 1933, venne imposto il
boicottaggio dei negozi e dei commerci
ebraici. Poi nel 1935 furono approvate le
Leggi di Norimberga, che negavano agli
ebrei il diritto di voto e la cittadinanza tedesca, li escludevano da ogni ufficio e ne
vietavano il matrimonio con i non ebrei.
Successivamente si mirò a separarli rigidamente dal resto della popolazione e ad
espropriarne le ricchezze, riassegnandole a
cittadini e imprese «ariani». [Testimonianze
 documento 5, p. 172]
La violenza del regime si scatenò nella
notte tra 8 e 9 novembre 1938, quando decine di ebrei furono uccisi, quasi 200 sinagoghe date alle fiamme, oltre 7000 negozi
ebraici distrutti e saccheggiati (per questo
venne chiamata Kristallnacht, «notte dei
cristalli», in riferimento alle vetrine infrante
dei negozi). Inoltre, più di 30.000 ebrei maschi furono fermati e imprigionati in campi
di concentramento: fu l’inizio del cammino
che durante della Seconda guerra mondiale
avrebbe portato allo sterminio di milioni di
ebrei in Europa.
Vetrine di negozi ebrei distrutte durante la «notte dei cristalli».
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Il nazismo in Germania
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Totalitarismi e democrazie in conflitto
Il consenso dei tedeschi
ai crimini di Hitler
Gli storici generalmente condividono l’opinione che senza l’appoggio pieno e consapevole della popolazione tedesca, Hitler
non avrebbe potuto attuare con efficacia
la propria politica criminale. Basti pensare
al profondo coinvolgimento dell’appara-
Grande raduno nazista dell’esercito tedesco a Norimberga, 1936.
to burocratico nell’emanazione delle leggi
antiebraiche o alla prontezza con cui il ceto
imprenditoriale tedesco seppe approfittare della spoliazione dei beni ebraici. Ma fu
l’asservimento delle coscienze dei cittadini
tedeschi a consentire al nazismo di sopprimere senza opposizione l’intera etnia ebraica, presente e viva da secoli sul territorio
nazionale.
In questo quadro, è importante il rapporto che il regime hitleriano instaurò con le
Chiese cristiane. Già nel luglio 1933 la Chiesa cattolica firmò con Berlino un concordato che assicurava libertà di culto e la non
ingerenza delle autorità civili negli affari ecclesiastici. Una prima presa di distanza dal
regime nazista arrivò solo nel 1937, quando
con l’enciclica Mit brennender Sorge («Con
viva preoccupazione») papa Pio IX condannò duramente la svolta «neopagana» della
Chiesa cattolica tedesca. Tuttavia, nel 1938
i pastori protestanti accettarono di prestare
giuramento al Führer. Tranne rare e straordinarie eccezioni, i principali rappresentanti delle due confessioni non manifestarono
alcuna opposizione al regime e al programma di annientamento degli ebrei.
1918
Proclamazione della Repubblica
di Weimar
1925
Stresemann ottiene il Patto di
Locarno
1929
Grande crisi
1932
Il Partito nazionalsocialista
raggiunge la maggioranza
relativa in Parlamento
1933
Hitler cancelliere
1933
Goebbels ministro della
Propaganda
I NODI DELLA STORIA
La Germania di Weimar: laboratorio della modernità?
Gli anni della Repubblica di Weimar furono, come abbiamo visto,
molto difficili per la Germania uscita sconfitta dalla Grande guerra. Eppure il paese fu, nei quattordici anni che andavano dalla
pace di Versailles all’ascesa al potere di Hitler, uno straordinario
laboratorio di modernità. E questo non avvenne solo sul piano
politico, con il varo di un’ambiziosa e democratica Costituzione,
della quale, peraltro, approfittarono spietatamente i nazisti, ma
soprattutto sul piano culturale e dell’evoluzione degli stili di
vita. Le donne tedesche, abituate negli anni duri della guerra e
della mobilitazione totale maschile al lavoro di fabbrica e impiegatizio, non accettarono di ritornare alla precedente condizione
di subalternità. Ai progressi dell’emancipazione femminile si aggiunsero le conquiste notevoli delle classi lavoratrici sul piano
del welfare e delle condizioni contrattuali. L’iperinflazione della
prima metà degli anni Venti e la devastante crisi del ’29, però, si
rivelarono fatali nel generare lo scollamento tra la grande parte
dei tedeschi e i gruppi dirigenti della Repubblica.
E tuttavia, se pensiamo agli anni precedenti alla vittoria nazista
in Germania, non possiamo non notare l’incredibile vivacità della sua cultura. È la Germania di scrittori come T. Mann (che nel
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1924 scriveva la Montagna Incantata, uno dei suoi capolavori);
di B. Brecht e della sua Opera da Tre Soldi. Di filosofi come
E. Husserl e M. Heidegger, destinati a scrivere pagine tra le
più profonde del pensiero novecentesco. Nello stesso periodo,
A. Einstein diffondeva la versione definitiva della sua Teoria
della relatività, già formulata prima della guerra e W. Eisenberg enunciava uno dei principi fondamentali della nuova fisica
quantistica, quello di «indeterminazione». Artisti come P. Klee
definivano i contorni della nuova pittura astratta; così come F.
Lang e F.W. Murnau firmavano alcuni dei capolavori del cinema di tutti tempi. Particolarmente significativa era l’esperienza
del gruppo della Bauhaus, guidato da W. Gropius, il cui intento
era di rinnovare profondamente l’architettura e il design all’insegna del nuovo credo modernista.
Si trattò di un capitale di conoscenze, di idee e di vitalità culturale immenso e, per certi versi, insuperato. Eppure bastò la
combinazione feroce tra gli effetti devastanti della crisi e la rozza
demagogia di un grottesco caporale austriaco autoproclamatisi
Führer dei tedeschi, per fare precipitare la più progredita delle
nazioni europee nell’abisso del più feroce totalitarismo.
1933
Dachau primo campo di
concentramento per gli
oppositori politici
1934
Hitler Capo di Stato
1935
Leggi razziali
Il nazismo in Germania
1 Dalla Prima guerra mondiale nasce in Germania la Repubblica di Weimar,
che ha vita breve e travagliata. In Germania la sconfitta nella Prima guerra
mondiale portò alla caduta dell’impero: il Kaiser Guglielmo II abbandonò il trono nel
novembre 1918 e lasciò il posto alla repubblica. Ma dalla nuova Costituzione di Weimar nacque un regime parlamentare debole. I due principali partiti della Repubblica
di Weimar, il Partito socialdemocratico e il Centro cattolico, raramente riuscirono ad
allearsi per dare al paese un governo stabile, mentre i nazionalisti e i comunisti lottavano contro il consolidamento democratico della Germania. Le pesanti riparazioni di
guerra dovute alla Francia indebolirono l’economia, che al principio degli anni Venti
entrò in gravissima crisi. Inflazione e disoccupazione gettarono sul lastrico milioni di
famiglie. La situazione migliorò nella seconda metà del decennio, sotto la guida del
conservatore moderato Gustav Stresemann. Con l’aiuto finanziario degli Stati Uniti
egli stabilizzò l’economia e firmò nel 1925 il Patto di Locarno, impegnando la Germania a rispettare i confini usciti dalla guerra. Poco prima della fine degli anni Venti,
Berlino sembrava aver risolto buona parte dei suoi problemi.
2 La Grande crisi produce effetti terribili sulla società tedesca e favorisce
l’ascesa del nazismo di Adolf Hitler, che conquista il potere nel 1933 e
diventa in breve dittatore. Proprio allora la Grande crisi, scoppiata negli Stati Uniti
nel 1929, produsse i suoi contraccolpi sulla Germania. Già nel 1930 tre milioni di
tedeschi erano senza lavoro, mentre il marco tornava rapidamente a perdere valore.
I governi della repubblica erano deboli e litigiosi. Il frequente ricorso alle elezioni non
faceva che accrescere l’instabilità politica della Germania e l’estremismo, di destra e
di sinistra, tornava a insanguinare le piazze. Approfittò abilmente di questa situazione
il Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler, che fece leva sul malcontento popolare
e praticò senza remore la lotta violenta di strada. Nonostante il suo programma
antidemocratico, razzista e bellicista, il nazismo crebbe velocemente, fino a guadagnare la maggioranza relativa dei voti nelle elezioni politiche del luglio 1932. Il 30
gennaio 1933, Hitler venne nominato cancelliere di Germania dal presidente Paul
von Hindenburg e in pochi mesi trasformò il paese secondo le idee che aveva sempre pubblicamente professato. Salvo quello nazista i partiti politici vennero aboliti, i
diritti di sciopero e sindacale ridotti, la libertà d’espressione annullata. Ottenuti i pieni
poteri dal Parlamento, Hitler impose al paese la dittatura: tutto questo nel giro di un
solo anno di governo.
3 Economia, società e vita quotidiana dei tedeschi vengono interamente
piegate alla volontà di Hitler, il Führer, capo incontrastato della Germania
nazista. In tempo brevissimo, la vita dei tedeschi fu uniformata ai voleri del nazismo.
La gioventù e i lavoratori vennero irreggimentati nelle organizzazioni di partito, che
educavano i ragazzi e contenevano le rivendicazioni dei salariati. La propaganda fu
orchestrata abilmente da Joseph Goebbels e gli organi d’informazione diffusero solo
le «verità» del regime. Polizia segreta ed SS ebbero il potere di agire incontrollate:
arrestarono e uccisero gli oppositori, mentre prendeva forma la rete dei campi di
concentramento nazisti. Hitler divenne il Führer, il capo incontrastato e idolatrato
della nazione, il condottiero a cui era dovuta incondizionata obbedienza, e al quale
il destino riservava il compito di riportare la Germania alla originaria grandezza. Per
questo Hitler fece del piano di riarmo dell’esercito la sua principale opera politica. Nel
contempo, fu scatenata la persecuzione razziale contro gli ebrei; nel 1935, con le
Leggi di Norimberga, essi furono privati di ogni diritto di cittadinanza in vista della
loro futura eliminazione fisica, che ebbe un tragico prologo nel novembre 1938 con
la cosiddetta «notte dei cristalli».
1938
Notte dei cristalli
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2
6
Totalitarismi e democrazie in conflitto
L’universo concentrazionario:
il gulag e il Lager
Con l’espressione «universo concentrazionario» si intende il sistema di campi di internamento, lavoro e
sterminio che caratterizzarono soprattutto i regimi totalitari del XX secolo, in particolare quello sovietico
(soprattutto staliniano) e quello nazista. L’aspirazione dei regimi era quella di abbattere ogni confine tra Stato
e società e tra sfera personale e collettiva, consegnando il potere assoluto a un partito unico rappresentato
dal suo capo. Il gulag (in russo) e il Lager (in tedesco) furono utilizzati per diffondere il terrore di massa,
e tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta divennero il mezzo principale per reprimere o assassinare milioni
di persone. Le comuni immagini delle sofferenze che furono inflitte in questi luoghi non possono tuttavia
nascondere quanto i gulag e i Lager fossero diversi per obiettivi, strutture, categorie di detenuti.
Il nazismo in Germania
I Lager: campi di internamento e sterminio
I Lager erano campi di internamento: aperti in Germania nel 1933,
si svilupparono durante la Seconda guerra mondiale, moltiplicandosi soprattutto in Europa centro-orientale e trasformandosi in campi di
sterminio. I nazisti designarono il loro nemico su base essenzialmente
razziale: il loro scopo principale divenne lo sterminio della popolazione
ebraica europea insieme agli oppositori politici, agli zingari e agli omosessuali. Ciascun prigioniero era marchiato da un numero sul braccio e
le diverse categorie dei prigionieri erano classificate attraverso simboli:
gli ebrei portavano con sé la stella di David.
La stella di David, che gli ebrei erano costretti a esibire cucita sui propri vestiti.
I gulag: campi di
lavoro forzato
I gulag aperti nel 1919, e
sviluppati in particolare dal
1930 al 1960, furono collocati prevalentemente in Siberia: erano campi di lavoro forzato, sotto il controllo
diretto della polizia politica
sovietica, dove i prigionieri
erano costretti a vivere in
baracche di legno, spesso a
temperature rigidissime.
La recinzione di un gulag in Siberia.
I gulag: luoghi di reclusione per oppositori politici e sociali
I detenuti erano costretti a costruire strade, dighe o canali, sfruttare miniere, tagliare e trasportare legname e che la mortalità fosse
altissima era previsto e accettato dalle autorità sovietiche. I sovietici identificavano i loro nemici su criteri prevalentemente politici
e sociali: si trattava di oppositori del regime staliniano (spesso a loro volta comunisti), di contadini «benestanti» o comunque ostili
al nuovo sistema collettivista, di esponenti di spicco delle diverse nazionalità giudicate pericolose per l’Unione Sovietica.
Forni crematori in un campo di concentramento nei pressi di Weimar.
I Lager: la pianificazione dello sterminio
Forzati al lavoro per la costruzione del canale tra Mar Baltico e Mar Bianco, primi anni Trenta.
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Gli ebrei, dopo che erano stati concentrati nei ghetti delle città dell’Europa centro-orientale, furono deportati nei campi e selezionati tra
coloro che erano capaci di lavorare in fabbrica e coloro che erano destinati all’eliminazione immediata, tramite le camere a gas e i forni
crematori. A differenza dei gulag, i Lager nazisti furono dunque caratterizzati dal carattere moderno, burocratico, industriale con cui fu
pianificato e organizzato lo sterminio di milioni di ebrei.
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2
6
Totalitarismi e democrazie in conflitto
Ragiona sul tempo e sullo spazio
Impara il significato
1
4
ATTIVITÀ
2
Osserva la cartina a p. 112 relativa alla Germania del 1918 e confrontala con una della Germania attuale: quali
differenze si rilevano tra le due situazioni?
1 Il 9 novembre
viene proclamata la costituzione di Weimar che fa della Germania una repubblica federale
fondata sulla sovranità del Parlamento (Reichstag)
2 Nel
il crollo della Borsa di New York fa scoppiare la crisi in tutto il mondo, colpendo in particolare
la Germania
3 Nel
, alla morte di Hindenburg, Hitler assume la carica di capo dello Stato, sommandola a quella
di cancelliere
4 Dal 6 al 13 gennaio
ha luogo la cosiddetta «settimana di sangue»: l’insurrezione dei militanti
della Lega di Spartaco, guidati da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, viene soffocata con la forza dall’esercito
5 All’inizio del
la Francia occupa il bacino carbonifero della Ruhr
6 Nel
vengono approvate le Leggi di Norimberga, che stabiliscono che gli ebrei sono una razza inferiore
e vietano loro qualsiasi rapporto con il resto della popolazione
7 La notte tra l’8 e il 9 novembre
è passata alla storia come la «notte dei cristalli»: decine di ebrei
vengono uccisi, centinaia di sinagoghe date alle fiamme e migliaia di negozi ebraici distrutti e saccheggiati
8 Il 30 gennaio
il presidente Hindenburg nomina Hitler cancelliere del Reich
9 Nel
Adolf Hitler fonda il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (Nsdap)
10 Nel
viene varato il piano Dawes (dal nome del finanziere statunitense che l’ha proposto), che favorisce
i prestiti e gli investimenti stranieri e rende più sopportabile il peso delle riparazioni
11 Nel
viene istituito il Ministero per la propaganda, guidato da Joseph Goebbels, che esercita un controllo
molto stretto su stampa, radio e cinema
12 Nel
Stresemann riceve il premio Nobel per la pace, grazie ai suoi sforzi per garantire una riappacificazione
duratura con la Francia
Scrivi quale significato assumono i seguenti concetti nel periodo del nazismo.
1
2
3
4
5
6
7
8
Completa le frasi scrivendo l’anno esatto in cui accade l’evento; poi distingui con tre colori diversi gli eventi
riconducibili alla Repubblica di Weimar, quelli che riguardano il periodo in cui Hitler ricopre l’incarico di
cancelliere e quelli che si riferiscono alla dittatura nazista.
5
Il nazismo in Germania
Diritti costituzionali
Crollo della Borsa
Risanare le finanze
Plebiscito
Cameratismo
Sinagoga
Spoliazione
Asservimento delle coscienze
Il programma politico di Hitler si basava su una ideologia: il popolo ariano aveva la missione storica di civilizzare il
mondo; prova a riflettere sul significato di «missione»: da quale ambito è stato preso in prestito questo termine?
Osserva, rifletti e rispondi alle domande
6
Osserva la mappa concettuale relativa al regime nazista. Poi rispondi alle domande.
Le caratteristiche fondamentali del regime nazista
Esplora il macrotema
3
Completa il testo.
Il crollo della borsa del 1929 ha conseguenze devastanti per la Germania, la cui ripresa economica
dipende dai capitali statunitensi. I governi della (1)
non riescono a fronteggiare
né la crisi economica né la grave tensione sociale che ne deriva. Di questa situazione approfitta il
Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori guidato da Adolf Hitler, il quale si fa portavoce dello
(2)
dilagante nel paese e promette di restituire alla Germania il ruolo di grande potenza
mondiale che le spetta.
Una volta giunto al potere, nel giro di pochissimo tempo (3)
riesce a trasformare il
nazismo in un regime totalitario, abolendo tutte le libertà (4)
: i governi e i parlamenti
dei Länder vengono sciolti; i partiti (eccetto il Partito nazista) messi fuori legge; il (5)
di sciopero e di associazione sindacale soppressi, i mezzi di comunicazione posti sotto controllo e usati
per ottenere il controllo totale della vita e del pensiero delle masse. Hitler diventa il Führer, ossia il
«(6)
», a cui è dovuta obbedienza indiscussa: la sua volontà personale coincide con
la volontà della nazione e diventa immediatamente legge. Il dissenso viene domato attraverso una
(7)
capillare e soffocato brutalmente tramite la Gestapo e le SS.
L’ideologia nazista, illustrata nel Mein Kampf, si basa sul principio razzista della superiorità della
(8)
ariana, alla quale spetta la missione di civilizzare il mondo e di conquistare lo
«(9)
»; le principali vittime delle pescuzioni sono, oltre agli slavi, gli ebrei, considerati
una razza inferiore nonché responsabili della decadenza della Germania.
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1 Quali sono gli istituti politici e
giuridici del regime?
2 Quali sono le caratteristiche della
politica economica?
3 Che rapporto c’è tra politica
sociale e privazione delle libertà?
Mostra quello che sai
7
Osserva l’immagine a p. 115 (in basso): qual è il suo valore simbolico?
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