Il Nazismo Hitler affermava che la ripresa della Germania doveva basarsi sull’esaltazione della superiorità della razza indoeuropea o ariana (e in particolare della sua componente germanica) su tutte le altre. Da questa affermazione derivava una serie di conseguenze. a) Tutti i popoli di stirpe tedesca dovevano essere riunificati in una Grande Germania, in grado di imporre la propria superiorità sulle altre nazioni. b) La Germania doveva essere liberata da tutti gli individui che, non essendo di razza ariana, «inquinavano» la purezza della razza tedesca: in primo luogo gli Ebrei. c) Occorreva puntare su una politica di deciso riarmo, per rilanciare la produzione industriale e poter fare nuove conquiste. d) Per realizzare tutto ciò, bisognava che il potere si concentrasse nelle mani di pochi uomini (i «migliori») e che tutto il popolo tedesco si identificasse con il Führer (che in tedesco significa «guida», «capo»), al quale era dovuta obbedienza assoluta. Il Terzo Reich (come si definì il regime hitleriano) aveva le caratteristiche dello stato totalitario, perché pretendeva di controllare tutti gli aspetti della vita del cittadino. L’unico dovere per ogni tedesco divenne quello dell’obbedienza ai propri superiori, in una gerarchia al cui vertice c’era il Führer. Al consenso suscitato dalla promessa di far uscire la Germania dalla crisi, bisogna affiancare altri due elementi per comprendere l’ascesa al potere del nazismo: la debolezza degli avversari politici e la crescente ostilità di molta parte della società tedesca verso la Sinistra. In questa situazione alle elezioni del 1932 il nazionalsocialismo ottenne la maggioranza relativa. Il 30 gennaio 1933 il presidente della repubblica, il generale Hindenburg, diede a Hitler l’incarico di formare il nuovo governo: in pochi mesi il Führer impose la dittatura. Sciolto immediatamente il parlamento, indisse nuove elezioni. Per assicurarsi una vittoria decisiva, diede piena libertà alle SA di scatenarsi contro gli avversari politici, fece chiudere quasi tutti i giornali d’opposizione e attribuì alle forze di Sinistra la responsabilità dell’incendio del Reichstag (il palazzo del parlamento), che era invece stato appiccato dai nazisti il 27 febbraio. Ciò gli servì di pretesto per convincere Hindenburg ad avvalersi dell’articolo 48 della costituzione, che permetteva al presidente della repubblica di «sospendere provvisoriamente in tutto o in parte i diritti fondamentali» dei cittadini, quando «l’ordine e la sicurezza pubblica fossero notevolmente turbati o minacciati»: la sospensione diventò definitiva. Alle elezioni il Partito nazionalsocialista ebbe la maggioranza assoluta. Hitler ne approfittò per farsi concedere i pieni poteri. Per consolidare la dittatura, Hitler rafforzò le squadre armate delle SS e istituì una polizia segreta, la Gestapo. Fin dal 1933 furono costruiti dei campi di concentramento, in cui erano internati gli avversari del regime. Per la volontà nazista di costruire una Germania di soli «perfetti Tedeschi» erano considerati nemici del nazismo tutti quelli che, per qualsiasi ragione, erano «diversi» rispetto al perfetto modello germanico: gli Ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i vagabondi, i criminali comuni, chi aveva handicap fisici o mentali. Il nazismo cercò di eliminare ogni forma di cultura sospettata di esprimere idee diverse da quelle del nazionalsocialismo. Per esempio sulle piazze di molte città furono bruciate migliaia di libri ritenuti contrari al nazismo. Inoltre Hitler fece ritirare dai musei tedeschi circa 6500 quadri di pittori contemporanei: poiché si trattava di opere non conformi ai princìpi dell’ideologia nazista. Il regime nazista si servì di tutti gli strumenti possibili per la propaganda: radio, cinema, grandi manifestazioni. Il regime di Hitler si accanì contro gli Ebrei. In un primo tempo, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale cercando di spingere gli Ebrei a emigrare dalla Germania, rendendo loro la vita impossibile. Con le leggi di Norimberga (1935) per es. fu proibito agli Ebrei di contrarre matrimonio con persone ariane, affinché non «inquinassero » la razza tedesca. Negli anni 19361937 il Führer stipulò una serie di accordi e alleanze: l’Asse Roma-Berlino con l’Italia. Nel marzo 1938 la Germania occupò l’Austria, con il pretesto che gli Austriaci erano di stirpe tedesca. Per lo stesso motivo, poche settimane dopo occupò il territorio dei Sudeti (in Cecoslovacchia) abitato da Tedeschi. Nella primavera del 1939 Hitler occupò il resto della Cecoslovacchia. L’Europa e il mondo correvano a grandi passi verso un’altra terribile guerra.