depressione - unitrecasale

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Convivere con
la depressione
Dott.ssa Sassone Ornella
6 novembre 2014
Depressione nel linguaggio comune
 Significa "sentirsi giù"
 Costituisce una transitoria sensazione di tristezza
 Fa parte delle normali oscillazioni di umore
Depressione intesa come malattia
 "Sentirsi giù" è solo uno dei numerosi sintomi
 Ha caratteristiche di persistenza
 Interferisce sul comportamento, sul modo di
pensare, sull’attività e sul benessere fisico
dell’individuo
In Italia più di 1,5 milioni di persone soffrono di
depressione e tale numero è in costante aumento
Secondo OMS nel 2030 la depressione sarà la
seconda causa di malattia in tutto il mondo (dopo
le malattie cardiovascolari)
La depressione è più frequente nelle donne, con
rapporto 2:1
I periodi di vita più a rischio di depressione sono
quelli in cui ci sono cambiamenti (ormonali,
familiari, lavorativi):
 Adolescenza
 Menopausa
 Terza età
In assoluto la maggior frequenza si riscontra negli
over 65.
Sintomi depressivi
 Umore depresso
 Riduzione di Libido
 Anedonia
 Sintomi cognitivi
 Apatia
 Tendenza ad isolamento
 Agitazione o rallentamento  Diminuzione di autostima





psicomotorio
Astenia
Insonnia o ipersonnia
Disturbi psicosomatici
Alterazione del peso e/o
disturbi alimentari
Abulia
 Tendenza al pianto
 Senso di vuoto
 Senso di colpa
 Pessimismo e negativismo
 Pensieri di morte
La depressione può avere:
 Sintomi diversi
 Diversa gravità
 Varia durata
 Decorso diverso
Episodio depressivo maggiore: presenza di almeno 5
dei sintomi per almeno due settimane.
Disturbo depressivo maggiore: persistenza
dell’episodio depressivo maggiore con compromissione
significativa della vita sociale e lavorativa
L’episodio depressivo maggiore non trattato dura in
media 6-8 mesi (fino a due anni) ed è caratterizzato
da graduale remissione a volte parziale.
Nel 50-60% dei casi un episodio depressivo
maggiore sarà seguito da un altro episodio
depressivo
disturbo depressivo maggiore
Disturbo distimico (distimia): presenza di umore
cronicamente depresso per un periodo di almeno due
anni. I sintomi depressivi sono cronici ma meno gravi e
non si arriva mai a un episodio depressivo maggiore.
N.B. è più frequente nelle donne e poco
modificabile dalla terapia farmacologica
Depressione reattiva (o ep. depressivo minore):
depressione dovuta ad evento scatenante (lutto,
separazione, delusione sentimentale o lavorativa, ecc)
I sintomi tendono ad essere intensi e prolungati rispetto
alla causa scatenante, ma tendono ad autolimitarsi
spontaneamente entro 6 mesi
Rientrano in questo gruppo:
Disturbi di adattamento
Reazioni da lutto
Disturbo bipolare: caratterizzato da alternanza di
episodi di depressione maggiore con episodi maniacali o
ipomaniacali. I disturbi non sono riconducibili ad eventi
scatenanti.
N.B. forma grave ma con buone possibilità
terapeutiche farmacologiche.
Depressione mascherata: la depressione si manifesta
soprattutto con sintomi somatici o cognitivi, mentre
sono scarsi i sintomi affettivi.
Depressione ansiosa: la depressione è accompagnata da
elevata quantità di ansia (ansia generalizzata, disturbo di
panico, fobia sociale, disturbo ossessivo compulsivo).
Il 50% dei pazienti depressi presenta anche
disturbo di ansia, che spesso precede
l’insorgenza della depressione.
Depressione e altre patologie
Depressione secondaria (anemia, ipo- o
ipertiroidismo, deficit di testosterone,
ipomagnesiemia, celiachia, ecc).
Depressione in comorbilità (M. di Parkinson,
sclerosi multipla, ictus soprattutto per lesioni
frontali, demenza).
N.B. La depressione aumenta il rischio di
malattie cardiovascolari di 1,5-2 volte.
La depressione è una patologia multifattoriale
(superata la dicotomia tra teorie organiciste e teorie
psicologico-ambientali)
Il disturbo depressivo è causato da fattori
genetici, biologici, ambientali e psicologici
Fattori ambientali e psicologici agiscono su
substrato genetico-biologico che predispone alla
malattia
Ogni persona ha un proprio tono dell’umore,
caratteristico del soggetto (temperamento,
carattere).
Questo è il risultato di:
 Dotazione biologica di base, cioè la costituzione
ereditaria.
 Modificazioni dovute all’ambiente di crescita e
sviluppo della personalità.
Nessun essere umano è immune dalla depressione.
Esistono solo persone che hanno bisogno di un
carico più o meno elevato di eventi esterni per
ammalarsi.
Depressione e neurotrasmettitori
La depressione è una conseguenza di uno
squilibrio di alcuni neurotrasmettitori
(serotonina, noradrenalina e dopamina).
I farmaci antidepressivi hanno il compito di
normalizzare l’equilibrio alterato di questi
neurotrasmettitori.
Terapia della depressione
I farmaci antidepressivi hanno buona efficacia nelle
forme gravi e scarsa efficacia nelle forme lievi.
Gli stabilizzatori dell’umore sono indicati in
aggiunta ad antidepressivi nelle forme bipolari.
La psicoterapia, soprattutto cognitivocomportamentale, da sola o associata a terapia
farmacologica, è indicata soprattutto in adolescenti
e pazienti giovani.
I farmaci antidepressivi devono essere somministrati alla
giusta dose e per lunghi periodi per evitare ricadute.
I primi benefici possono comparire dopo 4-8
settimane.
La terapia deve essere protratta per 4-6 mesi dopo la
remissione dei sintomi.
Può essere indicata terapia di mantenimento per un
anno o anche a tempo indeterminato per forme
croniche.
SE LA TERAPIA NON FUNZIONA?
1. Valutare compliance
2. Adeguare la dose
3. Cambiare antidepressivo (se ci sono troppi effetti
collaterali e/o non c’è alcuna efficacia)
4. Aggiungere un altro antidepressivo (se il
miglioramento non è soddisfacente) tipo
SSRI+farmaco duale
Obiettivi del trattamento
La terapia deve mirare al completo recupero del
benessere soggettivo con ritorno ai livelli premorbosi
di funzionamento familiare, sociale e lavorativo.
I pazienti con sintomi residui hanno maggiori
probabilità di nuovi episodi depressivi con tendenza
alla cronicizzazione.
Promemoria del paziente depresso
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Mantenere la routine della vita quotidiana con normali
fasi di sonno-veglia evitando soste protratte a letto o in
poltrona.
Curare la propria persona.
Evitare di prendere decisioni importanti di cui potersi poi
pentire.
Scegliere letture poco impegnative o lavori manuali.
Fare una passeggiata quotidiana.
Prendere appunti se manca concentrazione e/o memoria.
Fare le cose più impegnative al pomeriggio o alla sera.
Evitare di abbandonarsi a pensieri pessimistici.
Accettare la propria
depressione come una
malattia da curare con
possibilità di guarigione.
La volontà è un aiuto ma
deve essere accompagnata
dalla terapia.
Promemoria di chi vive con un
paziente depresso
1. Non ritenere che sia sufficiente uno sforzo di
volontà per superare il disturbo depressivo
(questo alimenta nel paziente il senso di colpa).
2. Essere una presenza discreta ed equilibrata,
evitando atteggiamenti commiserativi o di
eccessiva allegria e ottimismo.
3. Non coltivare pregiudizi sulla pericolosità e la
dipendenza dei farmaci antidepressivi.
Ricordare che le ferite
dell’anima sono come
quelle del corpo:
bisogna lasciare loro il
tempo di cicatrizzare e
guarire.
Grazie!
Dott.ssa Sassone Ornella
6 novembre 2014
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