Federazione Italiana Pallavolo Comitato Regionale Emilia Romagna Corso di 2° Grado Quaderni Tecnici Zocca, 15-16 maggio 2004 a cura del prof. Modesto Bonan Indice Argomento Concetto di allenamento Analisi della prestazione Capacità di prestazione di un giocatore di pallavolo Pallavolo: basi fisiche della prestazione Le fonti energetiche del lavoro muscolare Produzione e utilizzo dell’energia I meccanismi anaerobico alattacido, lattacido e aerobico Cenni sull’apparato muscolare Struttura e proprietà fondamentali del muscolo Classificazione delle fibre muscolari Agonismo e antagonismo muscolare Muscoli: tabella riepilogativa Tipi di contrazione Contrazione muscolare nei principali fondamentali della pallavolo Quali capacità biomotorie Pallavolo=Potenza Forza – Forza Massimale Forza Veloce Forza esplosiva, Forza esplosivo-elastica, forza esplosivo-reattiva Pliometria Pliometria per i quadricipiti Pliometria per i tricipiti Seduta di Forza massimale nella pallavolo Arti Inferiori Seduta di Forza specifica nella pallavolo Arti Inferiori Seduta di Forza Massimale nella pallavolo Arti Superiori Seduta di Forza specifica nella pallavolo Arti Superiori Tipi di salto nella pallavolo Esercizi di Potenza reattiva Tecnica dei più importanti esercizi per le gambe: con bilancieri Tecnica dei più importanti esercizi per le gambe: con le macchine Tecnica dei più importanti esercizi per le braccia e il tronco: con bilancieri Tecnica dei più importanti esercizi per le gambe: con le macchine …se parliamo di ragazzi La Forza nei giovani. Sviluppo della forza in relazione all’età Schema dei periodi ottimali per l’allenamento Periodi nei quali lo sviluppo delle capacità motorie è più efficace Fasi sensibili Circuit Training Esempio di circuito Forza Resistente La Resistenza Aspetti metodologici della Resistenza Lavoro Intermittente nella pallavolo Rapidità Aspetti metodologici per lo sviluppo della rapidità – Velocità negli sport di squadra Miglioramento del tempo di reazione – Esercitazioni non tecniche Miglioramento del singolo gesto - Esercitazioni non tecniche Miglioramento della frequenza - Esercizi non tecnici Allenamento sportivo Elementi che influiscono sulla seduta di allenamento Pianificare un allenamento settimanale - Supercompensazione Organizzare una seduta di allenamento Allenamento: tabella riepilogativa Ipotesi di organizzazione di una seduta e di una settimana di allenamento Bibliografia Pagina 1 2 6 7 8 8 9 10 10 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 37 38 39 40 41 42 43 45 46 47 48 49 50 51 53 54 55 57 58 59 61 Elenco allegati: A B C D E F G H I L M N O P Q R S Il meccanismo Anaerobico Alattacido Il meccanismo Anaerobico Lattacido Il meccanismo Aerobico Produzione Acido Lattico Percentuale Fibre Veloci Percentuale Fibre Lente Utilizzo del VO2 massimo Frequenza Media durante una gara “Legge del Triangolo” Il triangolo delle capacità biomotorie Esempi di esercitazione addominale Esercitazione addominale indicata da Cometti Esempio di allenamento pliometrico secondo Verkhoshansky I metodi di sviluppo della Forza/1 I metodi di sviluppo della Forza/2 Durata delle attività e meccanismi energetici di intervento Valutazione ed allenamento delle qualità fisiche nella pallavolo (5 pagine) 1 Saper allenare è saper preservare la salute di coloro che ci vengono affidati Si chiama preparazione atletica quella parte di allenamento che ha lo scopo di sviluppare e mantenere le capacità condizionali dell’uomo-atleta (forza, resistenza, velocità e mobilita articolare) ad un livello tale da consentirgli di esprimere la massima prestazione. In genere la preparazione atletica si riferisce agli sport di situazione nei quali predomina l’aspetto tecnico-tattico che va integrato con le capacità atletiche. Un qualsiasi allenamento fa sempre riferimento allo schema sotto riportato: Qualità: il tipo di esercitazione da svolgere e il tipo di capacità da allenare A L L E N A M E N T O Quantità: il numero delle ripetizioni per consolidare i miglioramenti ottenuti Intensità: a che velocità, a che frequenza, con quale impegno Proporzionato Progressivo Continuo 2 Breve e sintetica analisi della prestazione Per ottenere risultati positivi nella pallavolo agonistica, è necessario sviluppare alcuni parametri fisici e fisiologici: la Forza, la Flessibilità, la Resistenza Specifica, l’Esplosività, la Coordinazione, senza dimenticare l’Agilità, l’Equilibrio e la Destrezza. La pallavolo è uno sport di potenza. A generare la potenza sono la forza e la velocità combinate. Queste 2 capacità condizionali vanno sviluppate assieme Nella pallavolo l’intervento metabolico ha spiccate caratteristiche anaerobiche, in particolare alattacide. Durante il match l’intervento del meccanismo aerobico rientra nella fase di recupero. I valori di acido lattico prodotto, infatti, non sono molto elevati Un giocatore di pallavolo deve essere in grado di eseguire movimenti intensi ed esplosivi (salti con e senza rincorsa, spostamenti e traslazioni laterali, spostamenti in avanti e all’indietro, tuffi) per un periodo di tempo lungo (90-180 minuti) Nella pallavolo l’allenamento della Potenza Aerobica è (deve essere) complementare e di supporto. Il VO2 max in un pallavolista di livello varia da 46 a 60 millilitri/Chilogrammi/minuto. Nelle femmine il VO2 max, invece, la variazione è tra i 38 e i 52 ml/kg/min. Nella pallavolo moderna (Rally Point Sistem) ad azioni molto intense di durata media di 4-9 secondi seguono pause più lunghe, mediamente di 9-12 secondi Un giocatore gioca in prima e seconda linea. Solitamente saltano coloro che sono impegnati in prima linea e lo fanno ogni 20-25 secondi circa; se sono in seconda linea ogni 38-43 secondi. Mediamente perciò ogni poco più di 30 secondi Un centrale può eseguire mediamente anche 25 a 35 salti per set (un centinaio in 3 set), generalmente tutti massimali Uno schiacciatore può arrivare a 20-25 salti per periodo (un settantina in 3 periodi di gioco, quasi tutti massimali) Un palleggiatore può farne mediamente 35-45 per set (tra i 100 e 150 in tre set), però, non tutti i salti sono massimali 3 VECCHIE REGOLE RALLY POINT SISTEM Fase Attiva Fase Passiva Durata set Durata gara 3 set 8,7 sec. 7,1 sec. 20,1 min. 60,2 min. 5,2 sec. 13,8 sec. 14,4 min. 46,6 min. Durata gara 5 set 128,8 min. 68,3 min. 70,1 193,2 324 45,9 149 221 PARAMETRO N° Fasi attive in un set N° Fasi attive in gara 3 set N° Fasi attive in gara 5 set - 3,5 sec. + 6,7 sec. - 5,7 min. - 13,6 min. - 60,5 min. Totale Salti in gara con vecchio e nuovo sistema Opposto Centrale Schiacciatore (laterale) Alzatore % Fasi Passive Maschile Vecchie regole Rally Point Sistem 127 107 115 149 88 97 65 136 % Fasi Attive Durata pause 30% 20% 10% 14-15 sec. 10-12 sec. 20 sec. Maschile Durata azioni 25% 23% Meno di 1 sec. 4-5 sec. 4 Analisi della prestazione Match 1 (3-0) Match 2 (3-0) Match 3 (3-1) OZZANO Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Totali Attacco Muro Totali Attacco Muro Totali Attacco Muro Serie B1 Femm. Palleggiatore Opposto Schiacciatore 1 Schiacciatore 2 Centrale 1 Centrale 2 72 43 43 61 60 62 53 16 19 33 22 16 19 27 24 28 38 46 97 56 44 68 84 70 62 28 21 35 26 15 35 28 23 23 58 55 102 70 55 77 93 80 68 29 33 50 23 24 34 41 22 27 70 56 Match 1 (3-0) Match 2 (3-0) Match 3 (3-1) OZZANO Serie B1 Femm. Palleggiatore Opposto Schiacciatore 1 Schiacciatore 2 Centrale 1 Centrale 2 N° SALTI ordine Palleggiatore Centrale 1 Centrale 2 Schiacciatore 2 Opposto Schiacciatore 1 % % % % % % % % % Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Salti Totali Attacco Muro Totali Attacco Muro Totali Attacco Muro 21,11 12,61 12,61 17,89 17,60 18,18 33,33 10,05 11,95 20,75 13,34 10,06 10,44 14,84 13,19 15,38 20,88 25,27 16,47 13,59 15,00 13,24 20,54 21,18 14,10 14,97 16,67 17,95 13,90 18,59 18,48 12,61 13,59 9,24 26,13 23,37 21,38 14,68 11,53 16,14 19,50 16,77 29,98 12,78 14,54 22,08 10,13 10,57 13,80 16,40 8,80 10,06 28,00 22,40 Salti 3 match n° totale Salti per match Media Salti per set Media Salti 3 match % 271 237 212 207 169 142 90,3 79 70,7 69 56,3 47,3 27,1 23,7 21,2 20,7 16,9 14,2 19,65 19,20 18,11 15,73 13,62 13,04 Legenda: Schiacciatore 1 = ala con attacco a due Centrale 1 = centrale con attacco a due Schiacciatore 2 = ala con attacco a tre Centrale 2 = centrale con attacco a tre 5 PreJuniores Campionati del Mondo Analisi Italia- Polonia 2-3 Durata effettiva match 1h25m00s Italia PreJuniores Salti Attacco Salti a Muro Salti Totali % Salti Totali Salti per set Centrale 2 47 65 112 24,67 22 56 33 89 19,60 18 31 48 79 17,40 16 42 22 64 14,10 13 21 41 62 13,66 12 34 14 48 10,57 10 Palleggiatore Centrale 1 Schiacciatore 1 Opposto Schiacciatore 2 Schiacciatore 2 = ala con attacco a tre Schiacciatore 1 = ala con attacco a due Centrale 1 = centrale con attacco a due Centrale 2 = centrale con attacco a tre Polonia PreJuniores Salti Attacco Salti a Muro Salti Totali % Salti Totali Salti per set Centrale 2 32 70 102 22,72 20 53 37 90 20,04 18 37 49 86 19,15 17 46 25 71 15,81 14 40 27 67 14,92 13 11 22 33 7,35 6 Palleggiatore Centrale 1 Schiacciatore 2 Schiacciatore 1 Opposto 6 Capacità di prestazione sportiva di un giocatore di pallavolo Capacità coordinative Abilità motorie Tecnica Preparazione Psicologica (attenzione) Cap. tecnico cognitive Fattori costituzionali, di salute Esperienza Qualità Fisiche (Condizione) Forza (elevazione) Rapidità Resistenza Mobilità Articolare 7 Pallavolo Basi fisiche della prestazione Fattori costituzionali e di salute Velocità Qualità fisiche Forza Qualità coordinative Resistenza Mob. Articolare Espressioni rilevanti per la pallavolo Rapidità di esecuzione e di spostamento multidirezionale Forza di salto Forza di slancio (battuta, schiacciata) Resistenza generale di base Resistenza specifica ai salti Forme miste: acrobatica (rullata, tuffo), equilibrio dinamico, capacità di arresto, rapidità di reazione, capacità di ammortizzamento. Mobilità specifica delle articolazioni 8 Le fonti energetiche del lavoro muscolare La parola “energetico” talvolta spaventa non poco i tecnici sportivi. In sostanza “energetico”si riferisce semplicemente ai meccanismi attraverso i quali il muscolo produce l’energia di cui ha bisogno per produrre lavoro. Infatti, il muscolo utilizza energia biochimica contenuta una molecola chiamata ATP (adenosintrifosfato). L’ATP è l’unica fonte di energia che i muscoli sanno utilizzare ed è quindi la benzina che aziona la macchina uomo. Essa, come vedremo più dettagliatamente in seguito, durante il lavoro muscolare perde una molecola di Fosfato (P) e si trasforma in ADP (adenosindisfosfato). L’ATP in conseguenza a questa trasformazione non può più produrre energia e pertanto ha bisogno di essere risintetizzato. Per far ciò ha bisogno dei meccanismi aerobico ed anaerobico. Produzione ed utilizzo dell’energia Se al Sistema Nervoso è deputato il compito di guidare le azioni, i movimenti dell’apparato locomotore, all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio spetta il compito di portare ai muscoli che lavorano il materiale nutritivo (combustibile) e l’ossigeno (comburente). Il combustibile, la benzina prodotta dagli alimenti soddisfa le richieste di energia da parte dei muscoli, il comburente (ossigeno) si occupa dell’eliminazione dei prodotti di rifiuto, delle scorie. L’energia necessaria alla contrazione il muscolo la consegue dall’ATP (acido adenosintrifosforico) che attraverso una modifica biochimica si trasforma in ADP + P producendo ENERGIA + + + Adenosintrifosfato + + (ADP) + (Fosfato) + ENERGIA (che serve alla contrazione muscolare) L’ATP è, di fatto, un mediatore tra le sostanze energetiche con cui l’uomo si alimenta (Lipidi, Carboidrati, Proteine) e gli organi che in seguito consumano quell’energia, primo fra tutti l’apparato locomotore. L’ATP è presente nei muscoli in quantità molto limitata; dopo poche contrazioni il muscolo esaurirebbe la sua capacità di lavoro se non avvenisse immediatamente la risintesi (ricarica o ricostruzione) dell’ATP per opera della Fosfocreatina (CP): i muscoli pertanto devono rifabbricarselo continuamente. ¯ + ¯ ¯ ¯ ¯ ¯ (Creatina) (ATP) 9 Il muscolo quindi riparte a ricreare il suo fabbisogno di energia, la benzina per poter lavorare, da ciò che è rimasto, cioè dall’ADP attraverso sostanze derivate nei cibi. E’ importante tenere presente che la risintesi del nuovo ATP può avvenire in diversi modi, fondamentalmente tre. Sapere questo non è fondamentale solamente sotto l’aspetto teorico, ma soprattutto pratico: l’allenamento di un atleta sarà più razionalizzato se si conoscono i meccanismi energetici e il loro funzionamento. Le vie di ricostruzione dell’ATP sono come detto tre: < Meccanismo Anaerobico Alattacido < Meccanismo Anaerobico Lattacido < Meccanismo Aerobico Il meccanismo Anaerobico Alattacido: si chiama Anaerobico perché non richiede Ossigeno e si dice Alattacido perché non porta a produzione di Acido Lattico. L’energia per la ricarica é data dalla Fosfocreatina (CP). Tipico degli sforzi brevi: uno scatto di pochi metri, un salto, un calcio ad un pallone, un lancio oppure una schiacciata. Il meccanismo Anaerobico Lattacido: si chiama Anaerobico perché non richiede Ossigeno e si dice Lattacido perché durante il lavoro muscolare si forma progressivamente Acido Lattico. L’energia per sintetizzare l’ATP deriva dai carboidrati (zuccheri). I muscoli ricorrono al meccanismo anaerobico lattacido quando lo sforzo che compiono è molto intenso e perciò necessitano di tanto Atp, molto di più di quello che è in grado di fabbricarne il meccanismo aerobico. Interviene in molte discipline sportive, specie nell’atletica leggera: 200, 400, 400 Hs e comunque quando lo sforzo dura da circa 10” a 2’00. ENERGIA Zucchero degradazione Acido Lattico Il meccanismo Aerobico, che implica la presenza nel muscolo di Ossigeno e la cui energia dipende dalla combustione di Carboidrati (zuccheri) e i Lipidi (grassi). Zuccheri (Glucosio) + Ossigeno anidride carbonica + acqua + ENERGIA Lipidi (Acidi grassi) + Ossigeno anidride carbonica + acqua + ENERGIA E’ tipico delle prove di resistenza nell’atletica leggera, dello sci da fondo e del ciclismo. 10 Cenni sull’apparato muscolare L’apparato muscolare è costituito da 3 tipi di muscoli: h Muscolo scheletrico h Muscolo liscio h Muscolo cardiaco I muscoli scheletrici, regolati dal sistema nervoso centrale sono di facile affaticamento, a contrazione rapida ed intensa e la contrazione avviene sotto il controllo della volontà. Il muscolo stimolato da sollecitazioni volontarie crescenti reagisce nel seguente modo: Se l’intensità dello stimolo è debole non dà nessun tipo di risposta. ☺ Se l’intensità dello stimolo aumenta fino al raggiungimento del suo valore di soglia si ha una contrazione debole. ☺ Se l’intensità dello stimolo è marcata la risposta del muscolo è buona. Più intenso sarà lo stimolo, più potente la risposta, entro naturalmente i limiti di un valore massimo di risposta di ogni singolo individuo. Il muscolo cardiaco, non dipende dal sistema nervoso centrale: è pertanto involontario, a contrazione rapida ed intensa e priva di qualsiasi affaticamento. Le fibre del cuore rispondono alla legge del tutto o del nulla, cioè si contraggono tutte simultaneamente oppure non lo fanno per niente. Struttura del muscolo Il muscolo è formato da un fascio di fibre che a loro volta sono formate da fasci di miofibrille e queste ultime da miofilamenti. Se un muscolo possiede solo un ventre muscolare è detto fusiforme (es. i muscoli adduttori della coscia ); se ne possiede due si chiamerà bicipite (es. bicipite brachiale, muscolo anteriore del braccio), se ne possiede tre prende il nome di tripicite (es. tricipite surale, muscolo del polpaccio); infine se ne possiede quattro è un quadricipite come il muscolo anteriore della coscia. La cellula muscolare è composta di alcune strutture o sostanze che svolgono importanti funzioni metaboliche: proteine, acidi grassi, glicogeno, ATP (adenosintrifosfato) mitocondri (contengono enzimi che formano ATP), CP (fosfocreatina) ed enzimi come la latticodeidrogenasi (LDH) fondamentale nell’utilizzo dell’acido lattico. Proprietà fondamentali del muscolo Eccitabilità: capacità di rispondere allo stimolo Conducibilità: capacità di trasmettere eccitazione Contrattilità: capacità di accorciarsi Estensibilità: capacità del muscolo di allungarsi Elasticità: capacità di ritornare alla situazione iniziale di riposo dopo che su di esso ha agito una Forza attiva o passiva che ne ha cambiato lo stato Viscosità: capacità di resistere alle modificazioni di forma dovute all’attrito interno Classificazione delle fibre muscolari Le fibre muscolari, a seconda delle loro caratteristiche biochimiche, vengono classificate in lente (fibre rosse o di Tipo I) e veloci (fibre bianche o di Tipo II). A loro volta le Fibre Bianche sono suddivise in: Fibre di Tipo IIA, Fibre di Tipo IIB e Fibre di Tipo IIC. 11 Fibre Rosse o Tipo I (ST, Slow Twitch) Fibre Bianche o Tipo II (FT, Fast Twitch) Ricche di mitocondri, mioglobina (che determina il colore rosso), glicogeno, lipidi Dimensione sottile delle Fibre, molti capillari Elevata resistenza alla fatica, ma esprimono modesti livelli di forza Il patrimonio delle Fibre Rosse è importante per lo smaltimento delle scorie (es. acido lattico) Vengono reclutate con stimoli a bassa frequenza Usano il meccanismo aerobico Hanno capacità di contrazione breve e potente Diametro maggiore delle Fibre, pochi capillari Vengono attivate solamente durante attività fisica ad alta intensità Hanno scarsa resistenza alla fatica Vengono reclutate con stimoli di media ed elevata frequenza Usano il meccanismo anaerobico alattacido (Fibre di Tipo IIB) e lattacido (Fibre di Tipo II A) Si ritiene che attraverso stimoli allenanti le fibre siano convertibili da “veloci” a “lente”. Molto meno probabile appare il meccanismo inverso, anche se le esercitazioni pliometriche sembrano efficaci in questo senso. Recenti studi sostengono che un allenamento prolungato ad alta intensità potrebbe avere come risultato la trasformazione di fibre a contrazione lenta in fibre a contrazione rapida. Agonismo e antagonismo muscolare Muscolo agonista: muscolo direttamente impegnato in una contrazione muscolare e che lavora in opposizione all’azione di altri muscoli Muscolo antagonista: muscolo che effettua un’azione contraria a quella del muscolo agonista, opponendosi alla contrazione di quest’ultimo. Nell’atto di alzarsi in punta di piedi entrano in tensione i muscoli estensori del piede di cui il tricipite surale è il principale protagonista. Gli antagonisti al tricipite surale in questo caso sono i flessori del piede di cui il principale è rappresentato dal tibiale anteriore. Se flettiamo la coscia sul bacino (skip) o flettiamo la gamba sulla coscia (corsa calciata dietro) determiniamo un’azione del quadricipite e del suo antagonista che in questo caso sono rappresentati dai muscoli flessori della coscia chiamati ischio-crurali: bicipite femorale semitendinoso e semimembranoso. In gran parte delle azioni è però necessario che agonisti e antagonisti combinino la loro azione, pertanto questo movimento sarà detto SINERGICO Agonista Antagonista Agonista Antagonista Tricipite surale Tibiale anteriore Quadricipite Musc. ischio-crurali 12 MUSCOLI: tabella riepilogativa I IIa IIb IIc Trasformazione della Fibra Muscolare (Howald) Fibre “veloci” che si convertono in “lente” (conversione “facile”) Fibre “lente” che si convertono in “veloci” (conversione “difficile”) Muscoli Classificazione Azione Contrazione Musc. Agonista – Musc. Antagonista – Musc. Sinergico Ciclo Stiramento - Accorciamento Fibre Muscolari Struttura Morfologia Fibre Rosse – Fibre Bianche Muscoli Lisci – Muscoli Striati – Muscolo Cardiaco Fusiforme – Bicipite – Tricipite - Quadricipite 13 Tipi di contrazione CONCENTRICA : il muscolo si contrae (si accorcia) per vincere una resistenza. Le inserzioni muscolari si avvicinano.Esempio pratico nell’azione del bicipite brachiale quando si flette il braccio per sollevare un peso. ISOMETRICA : il muscolo mantiene la stessa lunghezza, cioè produce una forza senza spostamento delle sue inserzioni. Esempio pratico di azione muscolare isometrica la “seduta al muro” dove si sollecitano i muscoli quadricipiti. ECCENTRICA : il muscolo si distende (si allunga) frenando il peso che altrimenti scenderebbe più velocemente, pertanto la resistenza che devo sostenere è superiore alla forza applicata. Esempio pratico un salto in basso e bloccarsi sul posto oppure piegare le gambe con un peso sulle spalle. PLIOMETRICA : le inserzioni muscolari si allontanano e si avvicinano in tempi brevissimi. In pratica è un passaggio rapido da una fase eccentrica ad una concentrica che segue naturalmente. Un esempio di contrazione pliometrica si ha con i balzi tra gli ostacoli (azione del quadricipite) oppure dei saltelli tra dei coni con le ginocchia bloccate e rigide (azione del polpaccio). Quadricipiti Polpacci 14 Contrazione muscolare nei principali fondamentali della pallavolo Battuta – Ha caratteristiche eccentriche in quanto la corsa del braccio dopo aver colpito la palla dovrebbe essere interrotta Attacco – Il movimento di preparazione del braccio per la schiacciata ha caratteristiche pliometriche Salto - Lavoro pliometrico: ad una fase eccentrica (piegamento) segue una contrazione concentrica esplosiva Ricezione – E’ una posizione che impegna i muscoli isometricamente, specie quelli del tronco Alzata – L’azione è concentrica a livello degli arti superiori 15 Quali capacità biomotorie? Gli sport aciclici sono quelli che combinano maggiormente le capacità biomotorie di Forza (F) e Velocità (V) anche se la Resistenza (R) in senso generale non va trascurata (particolare attenzione deve essere riservata alla Resistenza specifica) in quanto la durata della prestazione può superare una o più ore di impegno muscolare. L’asse F – V riguarda quelle discipline come la pallavolo in cui la potenza riveste un ruolo fondamentale. Nella pallavolo la capacità di stacco riveste una grande importanza quando il giocatore cerca di sollevare il corpo alla massima altezza per afferrare la palla oppure per schiacciare. L’altezza del salto dipende dalla forza verticale applicata al suolo. Più alto sarà il salto e più forti dovrebbero essere le gambe la cui potenza si sviluppa attraverso un lavoro specifico dedicato alla Forza. F Volley V R La Potenza è il risultato di Velocità e Forza Massima E’ logico che in prima istanza è necessario aumentare la Forza Massima al livello più alto possibile, in base alle capacità del giocatore, per poi convertirla in Potenza. 16 Pallavolo = Potenza, cioè relazione tra Forza e Velocità Potenza = Forza (F) x Distanza (spazio)/tempo(V) La potenza è una forza massima che può essere generata nel più breve intervallo di tempo. La pallavolo è uno sport che si basa sulla potenza, combinando forza e velocità per migliorare l’esplosività, l’agilità, la coordinazione e il tempo di reazione/risposta ad uno stimolo. Poiché la Forza e la Velocità sono le componenti della Potenza, incrementarne una e trascurarne l’altra limita lo sviluppo totale della potenza. La Forza e la Velocità se sviluppate contemporaneamente possono dare enormi vantaggi. Per esempio, se ad un atleta si attribuisce un generico punteggio sulla Forza uguale a 2 e lo stesso, uguale a 2, nella velocità, il suo valore ipotetico della potenza è il seguente: F x V= P 2x2=4 Raddoppiando la Forza senza raddoppiare la Velocità, ovviamente raddoppia anche la potenza: F x V= P 4x2=8 Se lo stesso atleta aumentasse solamente il 50% della Forza e il 50% della Velocità la valutazione della potenza però salirebbe di un punto: F x V = P 3x3=9 Per trarre il massimo beneficio dall’allenamento perciò il giocatore deve usare uno sviluppo atletico bilanciato tra Forza e velocità. Pertanto seguendo i concetti della specificità dell’allenamento quest’ultimo dovrebbe essere impostato per coinvolgere il sistema energetico predominante (anaerobico alattacido), i modelli di movimento e le tecniche fondamentali del gioco, sollevare pesi per migliorare la forza e l’allenamento pliometrico per migliorare la componente velocità della potenza. Molti giocatori ed allenatori esercitano parecchio la forza perché conoscono questo tradizionale metodo di allenamento. 17 FORZA La Forza << è la capacità di un muscolo di vincere una resistenza (sovraccarico) >> o comunque di opporsi ad essa. Può essere (classificazione di Harre): 1) 2) 3) MASSIMALE (o pura) VELOCE (esplosiva) RESISTENTE La Forza massimale è la massima forza espressa dal muscolo in un'unica contrazione volontaria. Essa si sviluppa con carichi massimali e submassimali 80% - 100% del massimale (il massimale è il quantitativo in Kg che un soggetto può sollevare (spostare) ripetendo l’azione – completa - una sola volta). L'importanza della Forza max è tanto minore per la prestazione quanto sono piccole le resistenze, soprattutto di media e lunga durata. (Casi limite: nessuna importanza per il maratoneta, buona incidenza sullo sprinter e di conseguenza su tutti coloro che praticano uno sport con un'elevata rapidità di contrazione). 80-100% del massimale Ipertrofia: aumento della massa muscolare Esercitazioni di Forza massimale dinamica E’ possibile incrementare la Forza Massimale anche con esercitazioni statiche. La Forza Massimale statica è la massima tensione isometrica che il sistema neuromuscolare può esprimere in una contrazione volontaria senza limiti di tempo (Verchoshansky 1996). La forza statica è sempre maggiore di quella dinamica e si migliora con contrazioni isometriche che “tengano” con carichi di un’entità simile a quella dinamica e pertanto tra 80 e il 100% del massimale. Esercitazioni di Forza massimale statica La Forza Massimale talvolta (spesso) viene sottovalutata per negligenza ed ignoranza in materia. Essa non viene svolta: 1 - perché c'è poco tempo a disposizione, 2 - perché (erroneamente) si ritiene che appesantisca i movimenti, 3 - perché l'allenatore non conosce metodi applicativi o non ha la possibilità di utilizzare attrezzatura idonea, 4 - perché i fruitori rifiutano questa metodica non trovando nessi con lo sport praticato. 18 La Forza Veloce è la capacità del tessuto muscolare di vincere una resistenza a velocità elevate; si sviluppa con resistenze dal 60% al 75% del massimale. E' una componente essenziale delle prestazioni con movimenti non ciclici: lanci, salti, giochi sportivi, la cui rapidità dipende dallo slancio, dalla spinta, dalla velocità esecutiva. E' la base per lo sprinter e per la rapidità di messa in movimento di un calciatore, hockeista, pallavolista, canottiere. In molti sport prevale questa componente dinamica ed esplosiva della forza: salti, tiri, scatti, decelerazioni, finte, cambi di senso e direzione, tuffi. FORZA VELOCE FORZA ESPLOSIVA FORZA ESPLOSIVOELASTICA FORZA ESPLOSIVOREATTIVA Per il miglioramento della Forza Veloce, secondo i più moderni orientamenti, il carico dovrebbe essere tale da permettere lo spostamento della resistenza in un tempo breve per esprimere un elevato grado di potenza. In altre parole per ricercare la massima espressione della potenza è necessario migliorare 2 parametri – forza e velocità – senza che questi si influenzino reciprocamente e negativamente. Squat Jump Carico Massimo 30% 35-45% 60% 80% 90% 100% Potenza Massima 80% 95-100% 85% 45% 30% 5% Percentuali orientative indicano come stimoli tra il 35-45% del carico massimo, se eseguiti molto velocemente (come nel caso della figura qui sopra a sinistra – Squat Jump con bilanciere -), pare che provochino picchi di potenza vicino al 100% (verificare i livelli di potenza nella tabella qui sopra). 19 FORZA ESPLOSIVA: massima capacità di forza che il sistema neuromuscolare è capace di esprimere con l’intervento della sola componente contrattile del muscolo (Squat Jump, calcio ad un pallone, partenza dai blocchi, schiacciata a pallavolo, tiro a pallamano, lanci) FORZA ESPLOSIVO-ELASTICA: capacità del sistema neuromuscolare di esprimere una forza esplosiva con il riuso dei energia elastica (CMJ, vari tipi di salto, cambi di direzione) FORZA ESPLOSIVO-REATTIVA: capacità del sistema neuromuscolare di esprimere forza esplosiva con riuso di energia derivante (per via riflessa) dal reclutamento di ulteriori unità motorie – complesso costituito dalla fibra motrice e dalle fibre muscolari ad essa innervate. Risponde alla legge del “tutto e del nulla” - (Drop Jump, multibalzi, salti di ostacoli) Fattori limitanti la Forza Veloce: 1 – la frequenza degli impulsi che dal cervello giungono ai muscoli; 2 – tipi e dimensioni di fibre muscolari reclutate (lente o veloci); 3 – stato di allenamento; 4 – età (dopo i 30 anni la forza subisce un graduale decremento) 20 PLIOMETRIA <<La pliometria rappresenta il miglior mezzo di allenamento per potenziare la forza esplosivo-reattiva>>. Nell'azione pliometrica durante la contrazione il muscolo è inizialmente sottoposto ad un allungamento e poi si accorcia immediatamente. Si tratta di una fase eccentrica (caduta) seguita da una fase concentrica che segue naturalmente (rimbalzo). Due tipi di seduta: pliometria pura e mista 1) Le sedute di pliometria pura: salti in basso da 60 cm a 100 cm. (a serie, fino a 30-80 salti) VANTAGGI: alta qualità allenante sollecitazione muscolare massima SVANTAGGI: • E' un allenamento che appartiene allo sport di prestazione. Occorre un atleta ben preparato in quanto questo tipo di attività risulta stressante. L'esercitazione pliometrica va posta almeno 10 giorni prima della gara che ci interessa particolarmente. Va perciò utilizzata in periodi ben precisi dell'anno: quelli precompetitivi o di richiamo. Per organizzare un ciclo di allenamenti pliometrici: • • • E' necessario possedere una buona coordinazione esecutiva Comporta notevoli rischi se non preceduta da un buon riscaldamento Saper scegliere le altezze di caduta più efficaci, cioè quelle che consentono la massima capacità di salto in alto. Tenuto conto delle difficoltà ad operare con continuità con esercizi pliometrici, per stimolare tutto l'anno è consigliabile utilizzare esercizi di pliometria semplice che sono meno sollecitanti: • • • • Balzi su cerchi scalati (non in linea) Balzi incrociati su cerchi Balzi simultanei, alternati su cerchi, etc. Panche (a piedi uniti, un solo piede) 21 2) Le sedute di pliometria mista sono le più frequenti e le più efficaci (con e senza carico). Esempio senza carico: Concatenazione coscia: spinta sulla panca (concentrico) + ostacoli a piedi uniti (pliometrico) + Concatenazione polpacci: sollevarsi sulle punte dei piedi (concentrico) + balzelli di caviglia a ginocchio bloccato (pliomterico) + Esempio con carico: Concatenazione coscia: Mezzo squat (60% del max) (concentrico) + salti in basso da una panca con ritorno su un'altra panca posta più avanti (pliometrico) + ATTENZIONE: salti e balzi dove il tallone appoggia allenano il quadricipite; dove non poggia il tallone allenano il polpaccio. Per bambini e principianti si prestano molto salti su cerchi. 22 Diverse modalità di svolgimento della pliometria senza carico (obiettivo quadricipiti) Cerchi Piccoli rialzi Pliometria senza carico Panche Ostacoli Plinti 23 Diverse modalità di svolgimento della pliometria senza carico (obiettivo tricipite surale) Skip Balzi incrociati Pliometria per il tricipite Panche Ostacolini Plinti 24 Seduta di Forza Massimale nella pallavolo esempio n° A rtiI n e f o Squat Isometrico Isometria + + + Saltare da una panca e salire in un’altra piegando le ginocchia Saltelli a ginocchia tese + Squat Polpaccio + + Balzi tra Hs Skip Le concatenazioni sopra descritte possono essere ripetute da 3 a 6 volte Negli atleti di qualsiasi livello che non hanno molta confidenza con la muscolazione, la forza massimale conviene farla in modo “orientato”, cioè gli esercizi fondamentali vengono accoppiati ad esercizi che si avvicinano alla forza “utile” tipica dei gesti della pallavolo. Nei casi sopra descritti e relativi agli arti inferiori, l’esercizio principale è concatenato ad un lavoro pliometrico di balzi, per quanto riguarda l’azione della coscia, e di saltelli, in riferimento al polpaccio. 25 Seduta di Forza Specifica nella pallavolo esempio n° A rtiI n e f o + Isometria Salti a muro Gambe piegate + Isometria + + Squat + Saltare da una panca e salire in un’altra a ginocchia tese Schiacciate simulate + Polpaccio Salti a muro a ginocchia tese Le concatenazioni sopra descritte possono essere ripetute da 3 a 6 volte Le sedute specifiche per le gambe hanno lo scopo di trasformare il movimento fondamentale della forza (squat isometrico o concentrico) con un esercizio tecnico che si avvicini o che ripeta il gesto della pallavolo 26 Seduta di Forza Massimale nella pallavolo esempio n° A rtiS e p u o Pettorali Pull Over + + Lancio Frontale Lancio Frontale con una mano + Tirate con bilanciere + + Pettorali Pull Over + Lancio Dorsale + + Lancio Frontale Lancio Frontale con una mano + Tirate con bilanciere Lancio Dorsale Le concatenazioni sopra descritte possono essere ripetute da 4 a 6 volte E’ possibile strutturare la seduta, specie per i meno allenati, solamente con l’esercizio principale (il primo) e la sua trasformazione (il secondo) senza ripeterlo un’altra volta. Negli atleti di qualsiasi livello che non hanno troppa confidenza con la muscolazione, la forza massimale conviene farla in modo “orientato”, cioè gli esercizi fondamentali vengono accoppiati ad esercizi che si avvicinano alla forza “utile” tipica dei gesti della pallavolo. Nei casi sopra descritti e relativi agli arti superiori, l’esercizio principale è concatenato ad un lavoro con il pallone medicinale. 27 Seduta di Forza Specifica nella pallavolo esempio n° Arti Superiori + Pettorali Pull Over Tirate con bilanciere + Lancio Frontale + + Battute Lancio Dorsale + Pettorali + + Pull Over Tirate con bilanciere Battute + + Schiacciate Bagher Le concatenazioni sopra descritte possono essere ripetute da 3 a 6 volte Le sedute specifiche mirano a riprodurre la forza utilizzata nei gesti tecnici fondamentali (battute, schiacciate, bagher, etc.). Il principio consiste nel concatenare, ove sia possibile, i movimenti fondamentali di forza e i gesti della pallavolo. 28 T ip d sa lto e n v Salto da Fermo Salto con Rincorsa Salto Reattivo Non molto frequente nella pallavolo Forza Coordinazione Potenza Pliometria Muro Attacco Muro Centrali Schiacciatori Centrali e Palleggiatore Quadricipite Quadricipite Tricipite surale 29 Esercizi di Potenza Reattiva Per migliorare la potenza reattiva devono far parte dell’allenamento sia contrazioni eccentriche che concentriche. E’ opportuno svolgere un allenamento per il potenziamento muscolare abbinato ad esercizi pliometrici in particolare i salti in basso (Drop Jump) seguiti subito dopo da un’azione che può essere di salto verticale, orizzontale, una corsa frontale, laterale, un tuffo o qualsiasi altro movimento purché sia eseguito rapidamente ed in modo esplosivo. Salto in basso al quale può Salto in basso al quale seguono Salto in basso al quale segue un seguire un tuffo, uno sprint, etc. uno o più ostacoli da superare salto verticale salendo su una panca o un plinto Salto in basso con ginocchia bloccate (azione del tricipite surale) e successivo salto verticale a toccare il canestro Serie di balzi alternati o successivi sullo stesso arto (da 2 a 5 balzi) Salto in basso con atterraggio di un solo piede e successiva spinta verticale per salire su un rialzo Rapporti tra i tipi di Forza da mantenere durante il periodo agonistico in % Forza Massimale Concentrica Eccentrica Potenza Resistenza alla potenza Resistenza Muscolare 15 5 50 20 10 30 Tecnica dei più importanti esercizi per le gambe: 1. con bilancieri Squat: tra i più conosciuti, questo movimento sviluppa la forza delle gambe. Tecnica: dopo aver impugnato il bilanciere con le mani, grosso modo all’altezza delle spalle, sollevare il bilanciere dal cavalletto (strumento necessario per evitare infortuni) e collocarlo orizzontalmente dietro le spalle. I gomiti sono rivolti all’infuori, i piedi, distanti tra loro all’incirca quanto le spalle, hanno le punte leggermente divergenti e sotto il tallone è opportuno collocare un listello di legno dello spessore di 3-5 cm. La schiena è dritta e tesa e lo sguardo ben rivolto in avanti. Inspirando piegare le gambe fino a portare le cosce parallele al pavimento, 60°, (vedi figura 1) quindi, espirando, tornare alla posizione di partenza. La discesa va fatta in modo controllato, mentre il ritorno deve essere abbastanza veloce. Durante il movimento mantenere il corpo in tensione e il controllo del carico. Arrivare gradualmente allo squat con carichi di un certo spessore. Evitare sovraccarichi eccessivi, potrebbero danneggiare la tecnica e compromettere la condizione fisica. Mezzo Squat: la tecnica è la stessa, però, le gambe si piegano fino a 90° (vedi figura 2) Step: sviluppa singolarmente la forza di un arto. Tecnica: mettere il bilanciere sulle spalle e mantenere il corpo eretto. Usare uno scalino, un gradone, una pedana, uno step alto quanto basta per formare un angolo gamba - coscia di circa 90°. Salire sullo step, inspirando, con il corpo bilanciato facendo forza su una sola gamba. Scendere espirando con la gamba non portante. L’esercizio può essere sempre con lo stesso arto, oppure alternando le gambe. Affondo: sviluppa singolarmente la forza di un arto. Tecnica: partendo dalla posizione eretta, fare un ampio passo in avanti con la gamba che si ritiene di far lavorare (gamba portante): appoggiare il piede a terra e piegare la gamba al ginocchio in modo da formare un angolo di 90° tra coscia e gamba p.d. La gamba non portante si distende naturalmente e il ginocchio può sfiorare il pavimento. Nel ritorno alla posizione iniziale la gamba portante spinge all’indietro tentando di recuperare la posizione di partenza. L’esercizio può essere ripetuto sempre con lo stesso arto oppure alternato. Figura 1: Squat Figura 2: Mezzo Squat Step Affondo Polpacci: lo sviluppo di questi muscoli ha buona rilevanza nel salto. Tecnica: mettere i piedi in asse e con la parte anteriore posizionata al di sopra di un’assicella altra 3-5 cm.. Espirando, iperestendere i piedi sollevando i talloni il più possibile, quindi inspirando abbassare i talloni in modo controllato. Polpacci 31 Tecnica dei più importanti esercizi per le gambe: 2. con le macchine Pressa: sviluppa la forza delle gambe come lo squat anche se non può sostituirlo. Non ha la stessa efficacia dello squat, tuttavia, è meno pericoloso, specie se si usano carichi elevati. Tecnica: le gambe dovrebbero formare un angolo di 90° quando il peso è abbassato (vedi figura 1). I piedi sono in linea con le spalle e la schiena dritta e ben appoggiata allo schienale. Nella fase di distensione le gambe spingono sulla pedana con una discreta velocità di esecuzione. Al termine della spinta espirare quindi, inspirando, piegare lentamente le gambe fino a 90°. Figura 1: Pressa Orizzontale Alcune palestre non sono dotate di pressa orizzontale, ma della pressa obliqua (vedi figura 2). Naturalmente la pressa orizzontale risponde in modo più corretto alle esigenze antinfortunistiche nell’uso di sovraccarichi rispetto a quella obliqua, ma che, per essere efficace, necessita di carichi di gran lunga superiori. Secondo alcuni autori la Pressa Orizzontale è meno “ performante” rispetto ai lavori svolti con bilanciere libero o guidato (castello) Figura 2: Pressa Obliqua Leg Extension: sviluppa il quadricipite. Tecnica: seduti comodamente alla macchina con la schiena dritta e appoggiata allo schienale, le mani impugnano le apposite maniglie per darsi stabilità e le caviglie sono posizionate all’interno del rullo imbottito. Espirando, sollevare le gambe con una certa velocità di estensione, quindi, inspirando, ritornare al punto di partenza con moderata velocità, anzi piuttosto lentamente. Leg Extension Leg Curl: sviluppa la forza della parte posteriore delle cosce. Tecnica: l’esercitazione più corretta prevede di posizionarsi proni sulla macchina e collocare le caviglie al di sotto del rullo imbottito all’incirca 7-10 cm sopra del tallone. Espirando, cercare di avvicinare i talloni alle natiche, senza peraltro toccarle, quindi, inspirando, abbassare il peso in modo controllato. Leg Curl Polpacci: lo sviluppo di questi muscoli ha buona rilevanza nel salto. Tecnica: mettere i piedi in asse sull’apposita pedana con le spalle posizionate sotto il braccio della macchina. Espirando, iperestendere i piedi sollevando i talloni il più possibile, quindi, inspirando, abbassare i talloni in modo controllato. Polpacci 32 Tecnica dei più importanti esercizi per braccia e tronco: 1. con bilancieri Pettorali su panca piana: sviluppa i muscoli pettorali (gran pettorale), il deltoide e il tricipite brachiale Tecnica: supini su una panca con le gambe piegate a 90° (vedi figura 1) per un corretto posizionamento dei muscoli lombari. Ciò per evitare l’insellatura lombare che si verificherebbe a gambe distese o appoggiate a terra. Afferrare il bilanciere con presa ampia, superiore alla larghezza delle spalle: inspirando abbassare lentamente il Figura 1 bilanciere fino a sfiorare il petto; espirando spingere il bilanciere in Pettorali su Panca Piana alto. Pettorali su Panca Inclinata: sviluppa i muscoli pettorali, in particolare nella parte superiore. Tecnica: Appoggiati alla panca inclinata, afferrare il bilanciere con presa ampia. Inspirando abbassare lentamente il bilanciere fino a toccare la parte superiore del petto, quindi, espirando distendere le braccia. Pettorali su Panca Inclinata Figura 2 Spinte con bilanciere: sviluppa la muscolatura delle spalle creando stabilità nell’esecuzione della schiacciata e del muro. Tecnica: Impugnare il bilanciere con le mani all’altezza della spalle dove lo stesso è appoggiato. Espirando piegare leggermente le gambe e subito dopo estenderle velocemente con un movimento esplosivo. Quindi iperestendere i piedi e spingere il bilanciere sopra la testa Spinte con bilanciere Tirate al mento: sviluppa la muscolatura della schiena e delle braccia Tecnica: afferrare il bilanciere con le mani distanti tra loro di 10-20 cm. La posizione del corpo deve essere stabile ed eretta, con le gambe divaricate e le ginocchia leggermente piegate. Espirando tirare il bilanciere verso il mento con le punte dei gomiti rivolte all’infuori. Al termine del movimento i gomiti sono più alti delle spalle Tirate al mento Pull-Over: sviluppa muscoli importanti per la schiacciata Tecnica: supini su di una panca con le gambe piegate a 90° e le braccia che impugnano un bilanciere. Importante: l’impugnatura può essere in supinazione (pollici rivolti all’infuori) e pronazione ((pollici rivolti all’interno). La posizione più corretta ‘ specie nei giovani è in supinazione. In pronazione, rispettando che le mani siano sufficientemente distanti tra loro (larghezza delle spalle) è riservata ad atleti esperti. Espirando far passare il bilanciere sopra la testa e con un angolo dei gomiti di 90° fermare il movimento sul petto. Inspirare e tornare al punto di partenza. Pull-Over 33 Tecnica dei più importanti esercizi per braccia e tronco: 2. con le macchine Pectoral Machine: sviluppa i muscoli pettorali restando con il busto in posizione orizzontale. Tecnica: seduti comodamente sulla macchina con la parte posteriore del tronco ben aderente allo schienale con le braccia piegate a circa 90°. Le mani impugnano l’apposita maniglia ed i gomiti sono appoggiati al rivestimento. Espirando chiudere le braccia completamente (finché le parti meccaniche non si toccano), quindi inspirando tornare alla posizione di partenza. Pectoral Machine Lat Machine: sviluppa i muscoli delle spalle e della schiena (importanti per la stabilità del muro e per il controllo del braccio in seguito ad una schiacciata. Tecnica: comodamente seduti sulla panca, afferrare la barra con i palmi e con la presa più larga rispetto alle spalle. Le braccia sono distese. Espirando tirare la sbarra verso la parte alta del petto ed espirare mentre la sbarra torna alla posizione iniziale. In alcuni casi si può anche operare la trazione alla base del collo, perciò dietro la nuca. E’ buona norma rimanere con il busto leggermente inclinato all’indietro. Lat Machine Estensione della schiena: sviluppa la parte bassa della schiena e, se eseguito con correttezza ed equilibrio, è importante come profilassi contro gli infortuni. Tecnica: La posizione di partenza è data dalla conformazione dell’attrezzo, I talloni, tuttavia, devono essere ben saldi e il tronco mobile, vale a dire che le cosce sono appoggiate all’estremità della panca (imbottita). Le mani sono intrecciate dietro la nuca (oppure, con difficoltà minore, unite sotto il mento). Inspirando, abbassare il busto, espirando, rialzarlo sino a ritornare il linea con il resto del corpo. Alzarlo di molto oltre l’asse talloni-capo è pericoloso. Estensioni della schiena Pulley Machine: sviluppa muscoli della schiena assai importanti durante la schiacciata. Tecnica: con il busto perfettamente eretto sedersi sulla panca di fronte all’attrezzo. Mantenendo la schiena dritta e con le ginocchia leggermente piegate, dopo aver afferrato l’apposita barra, espirando tirarla verso il petto, quindi espirando tornare alla posizione iniziale. Pulley Machine 34 …se parliamo di ragazzi: <<NON ESISTE UNA PROGRAMMAZIONE STANDARDIZZATA O STANDARDIZZABILE>> Un programma deve tenere conto di alcuni importanti dettagli: ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ specificità sportiva momento evolutivo (età cronologica) livello di motricità e grado di formazione livello di qualificazione e richieste agonistiche incidenza dei parametri fisici e condizionali sulla prestazione disponibilità dell'ambiente Sarà necessario: ∗ analizzare la situazione di partenza (attraverso test di vario genere) Tenere conto che c'è un impegno mentale Tenere conto dello sviluppo biologico (precocità, ritardo) Tenere conto della disponibilità all'allenamento Tenere conto delle esperienze motorie precedenti ∗ Formulare gli obiettivi (di componente tecnica e fisica) ∗ Organizzazione del lavoro - Qualità (difficoltà tecnico-coordinativa) Durata (quantità di lavoro) Intensità (grado dello stimolo) Densità (rapporto lavoro/recupero) Specificità (richieste di prestazione) Ciclicità (organizzazione nel tempo, micro, meso, macrociclo) Variabilità ed alternanza delle proposte Gradualità e progressività RISPETTARE I PRINCIPI DELL'ALLENAMENTO DEVE ESSERE proporzionato, progressivo (dal minimo al massimo) DEVE ESSERE continuo (stimoli ravvicinati e protratti nel tempo) DEVE ESSERE rispettata l'alternanza (tra carico e recupero) 35 FORZA NEI GIOVANI Fino a 11 anni la Forza è insignificante Dai 12 ai 15 aumenta considerevolmente Dai 15 ai 18 ha uno sviluppo intenso Tenendo conto che il fisico del ragazzo è in fase di evoluzione(ossa e articolazioni non hanno raggiunto una definitiva e consistente resistenza al carico) gli esercizi di Forza, oltre ad essere moderati e nel rispetto di una pianificazione razionale, dovranno essere alternati con quelli di stretching per mantenere una giusta elasticità muscolare e favorire l'incremento della mobilità articolare. Per evitare di danneggiare le strutture muscolari, tendinee, articolari e legamentose, è necessario avere alcuni accorgimenti: 1) Effettuare un buon riscaldamento 2) Apprendere con precisione la tecnica esecutiva degli esercizi di forza 3) Rispettare la biomeccanica dei movimenti affinché il gioco delle leve non penalizzi la struttura della colonna vertebrale e le articolazioni 4) Controllare che l’intensità del carico sia adeguata e non gravi sulla muscolatura affaticata e/o dolorante (in tal caso sospendere l’esecuzione degli esercizi) 5) Al termine degli esercizi di forza procedere con esercizi di decompressione della colonna vertebrale e di allungamento della muscolatura in generale SVILUPPO DELLA FORZA IN RELAZIONE ALL'ETA' 9-11 ANNI - sviluppo della forza sotto forma di gioco e senza un indirizzo predeterminato: tiro alla fune, ruba pallone, giochi di opposizione resistenza, autoscontro, battimani, la volpe zoppa, lanci di palle mediche di 1-2 kg. sotto forma di gare, di staffette. 12-13 ANNI - graduale passaggio ad esercitazioni di forza indirizzate verso distretti muscolari particolari che prevedano il superamento di resistenze esterne: lanci di palle mediche di 2 o 3 Kg., piegamenti braccia, salti a rana (partendo da gambe a 90°), trasporto di un compagno, traslocazioni alla scala orizzontale, tirate alla sbarra. 14-16 ANNI - Le esercitazioni si fanno man mano più specifiche. Dopo il 15° anno se l'evoluzione lo consente vengono introdotti alcuni esercizi con i pesi. NB: Questa introduzione ha come scopo fondamentale, non tanto l'incremento della forza muscolare, quanto abituare il giovane alla corretta tecnica esecutiva. Pertanto abituare il giovane a: Consolidare le strutture in modo tale da evitare impatti troppo bruschi e stress fisiologici superiori alle possibilità gestibili in quel momento e prepararsi a "costruire" un fisico per raggiungere in futuro prestazioni sportive di prim'ordine. Esercitare il movimento fino a togliere gli errori 36 Aumentare gradualmente il carico Evitare che la velocità esecutiva conduca a movimenti non controllabili Adattare la giusta respirazione (inspirazione prima dello sforzo, breve apnea durante l'esecuzione, espirazione (energica) al termine dell'esercizio. Nei 15enni non si consigliano esercitazioni pliometriche specifiche (o esasperate nel volume e neppure troppi balzi). Vicino ai 18 anni gli esercizi avranno sempre più un contenuto specifico. RIEPILOGO 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) Nell'allenamento della forza dei bambini e dei giovani la formazione delle capacità di prestazione deve essere completa e senza rischi. Lo scopo dell'allenamento della forza nell'età infantile deve essere una formazione generica ed armoniosa delle capacità atletiche. L'allenamento deve essere adeguato all'età ed impostato in modo variato e piacevole. A causa della stretta correlazione tra la forza e le capacità tecniche per raggiungere livelli di prestazione futuri è indispensabile iniziare per tempo l'allenamento della forza muscolare. Solo così può formare una base sulla quale appoggiarsi in seguito. Nell'età infantile l'allenamento va applicato sotto forma di gioco, o comunque con esercizi a carattere giocoso e resta legato all'esercitazione delle capacità coordinative. Un allenamento integrativo e compensativo può essere applicato per eludere squilibri e disarmonie muscolari. Il lavoro di forza in età giovanile deve aumentare in quantità e non in intensità. Nell'organismo stimoli bassi di sollecitazione sono sufficienti per innescare notevoli miglioramenti Fatto salvo che la gamma degli stimoli di allenamento in età giovanile deve essere varia, va evidenziato come occorre prestare attenzione che i tempi di recupero siano sufficienti. I bambini con crescita ritardata nell'allenamento vanno sottoposti con cautela a sollecitazioni di forza (ad es. sono da escludere sequenze di salti molto lunghe, idem salti in basso). Gli esercizi di coppia sono divertenti, ma attenzione alle coppie non omogenee fisicamente: il peso corporeo del compagno può portare ad uno sforzo smisurato. Non usare manubri e bilancieri in età giovanile, soprattutto non devono essere alzati sopra la testa: potrebbero danneggiare la colonna vertebrale. Va ricordato che nei vari tipi di forza da sviluppare nei ragazzi prima si deve intervenire sulla forza resistente (attenzione le cosce - quadricipiti e bicipiti - migliorano più velocemente di altri distretti muscolari, pertanto è necessario mantenere sempre allenata la muscolatura del tronco: addominali e dorsali), poi sulla forza massimale e quindi su quella elastica ed esplosiva. Vecchie metodologie sostenevano che innanzi tutto era indispensabile sviluppare la forza massima per diverso tempo e poi trasformarla in elastica-esplosiva. Ora la tendenza è di prediligere lo sviluppo di entrambe in contemporanea. 37 Schema dei periodi ottimali per l’allenamento (fasi sensibili) Età ************************* Cap. Fisiche 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 (Cap. Biomotorie) B B B E E E E B B B B B Forza Velocità Resistenza B B E E B E E E E E B E E E B B E E E E E E B E B B E B E B Cap. Coordinative 1- Apprendimento Motorio 2- Controllo Motorio 3- Capacità cinestesiche 4- Orientamento spaziale 5- Reazione a stimoli 6- Capacità ritmiche B B B B B B B B B B B E B B E E B E B E E E E E B B B E E B B B E (Nadori, 1985) B= Buono E= Eccellente 1- I presupposti principali dell’apprendimento motorio nello sport dipendono da molti fattori: dall’ambiente sociale, dall’acquisizione delle conoscenze, dalle capacità condizionali e coordinative, dalla comprensione del compito motorio assegnato, dalle motivazioni ad apprendere. 2- Il controllo della esecuzione motoria avviene attraverso meccanismi di feed-back, un sistema di controllo costituito dalle informazioni sulla situazione reale e che consente di modificarla in funzione dello scopo prestabilito. In genere la modifica è selezionata da esperienze precedenti contenute nella memoria. 3- Permette di controllare parametri dinamici, temporali e spaziali del movimento. Determinante per le spinte a terra. Notevole il suo ruolo in tutti gli apprendimenti della tecnica e nell’esecuzione motoria, con la giusta intensità e accelerazione dei segmenti corporei. 4- Permette di modificare la posizione e il movimento del corpo nello spazio rispetto agli oggetti e a punti di riferimento fissi o mobili. Fondamentale nei giochi sportivi. Nella pallavolo questa espressione è facilitata in quanto lo spazio è limitato. 5- Permette di reagire a stimoli eseguendo risposte e azioni motorie adeguate. Una reazione semplice è la risposta ad un segnale conosciuto; una reazione complessa è una risposta a stimoli non conosciuti e previsti. 6- E’ la capacità di organizzare cronologicamente gli impegni muscolari in rapporto al tempo e allo spazio. E’ fondamentale nell’apprendimento dei movimenti sportivi e delle situazioni tattiche. 38 Periodi nei quali lo sviluppo delle capacità motorie è più efficace Età 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Velocità Capacità reattive Forza Forza elastica Resistenza aerobica Resistenza anaerobica Flessibilità Destrezza Anni 8 9 10 11 FORZA VELOCITA' RESISTENZA MOB. ARTIC. = Fasi sensibili per l’allenamento 12 13 14 15 16 17 39 Fasi sensibili Anni Metodo 8 9 10 11 Allenamento in forma giocosa 12 13 14 15 Allenamento mistoglobale con momenti di analisi 16 17 18 Allenamento globale Capacità Percettive Prontezza di riflessi Capacità coordinative Preparazione Flessibilità – Mobilità Articolare Fisica Forza Veloce Lavoro muscolare e Forza Veloce Rapidità gestuale Velocità alattacida Velocità alattacida e lattacida Resistenza Aerobica Resistenza anaerobica alattacida Resistenza anaerobica lattacida Finalità tecniche Autoconoscenza, sperimentazione ed acquisizione di schemi motori Assimilazione e perfezionamento degli schemi motori e delle abilità tecniche Stabilizzazione ed automizzazione degli schemi tecnici e tattici Finalità tattiche Senso tattico istintivo Senso tattico ragionato Adattamento al gioco di squadra Le fasi sensibili dello sviluppo motorio devono essere sfruttate per stimolare in modo appropriato le diverse capacità ed esaltare alcune caratteristiche tecniche. Per esempio tutti i gesti tecnici che richiedono destrezza vanno insegnati già prima della pubertà (6-7-8-9-10 anni). 1) la forza va sviluppata sistematicamente dopo i 12-13 anni e con grande prudenza se si intende usare dei sovraccarichi. Esercitazioni di Forza elastica, saltelli, balzelli possono essere inseriti uno-due anni prima. Anche in questo caso si consiglia prudenza nelle quantità da somministrare. 2) la velocità (e con essa la rapidità e le capacità reattive) va curata in modo particolare fino al 13° anno. In seguito sarà molto difficile accedere a miglioramenti sostanziosi. 3) La resistenza aerobica, meglio se sotto forma di gioco, va introdotta e mantenuta costantemente come metodo di allenamento dopo il 10° anno. 4) La mobilità articolare e la flessibilità vanno curate in modo particolare fino al 13° anno. In seguito i miglioramenti saranno di difficile attuazione. 5) La resistenza anaerobica deve essere inserita gradualmente e con grande attenzione dopo il 15° anno. 40 CIRCUIT TRAINING E' una metodica di allenamento per lo sviluppo generale. Con essa si possono migliorare le varie forze (veloce e resistente) e il sistema cardiocircolatorio. Il C.T. si presta bene all'allenamento giovanile proprio per la strutturazione diversificata. Si adatta inoltre anche in settori amatoriali perché di facile applicazione. Si può fare in modo individuale ed a coppie. Raramente a gruppi. Ci sono dei criteri di modulazione del carico. Essi dipendono da: 1) 2) 3) Numero di stazioni: 12 circuito lungo, 9 circuito medio, 6 circuito corto Tempo di lavoro: di solito da 15" a 60" (però è possibile anche scendere a 8"-10" di lavoro) Presenza o meno di sovraccarichi (assolutamente sconsigliati nel periodo della fanciullezza e prima adolescenza) e dalla velocità di esecuzione. METODO ESTENSIVO può essere adottato dagli adolescenti di 13-14 anni OBIETTIVI: miglioramento della capacità aerobica, sviluppo della resistenza in generale. CRITERI: Numero degli esercizi (stazioni) per circuito 4-10 Numero delle ripetizioni dell'esercizio 12-20 (Durata dell'esercizio 15-30") Recupero tra esercizi 15-45" Numero dei circuiti 3-5 con 2-3' di intervallo Gli esercizi inclusi in un circuito sono scelti in base agli obiettivi da raggiungere Un circuito di carattere estensivo comprende esercizi per tutti i gruppi muscolari: ♦ Braccia e spalle ♦ Schiena ♦ Addominali ♦ Gambe e bacino ♦ Esercizi per più gruppi muscolari combinati METODO INTENSIVO (che viene adottato dopo quello Estensivo) adatto a Giovani formati ed Adulti OBIETTIVI: sviluppo forza massima, veloce, resistente, volume muscolare. CRITERI: Numero degli esercizi 4-6 Numero delle ripetizioni 6-8 Intervallo tra esercizi 90-120" Durata dell'esecuzione 8-15" Numero dei circuiti da 3-5 Recupero 3-4' Un circuito a carattere Intensivo generalmente si orienta su esercizi riferiti ad uno solo (massimo due) distretto muscolare. 41 Esempio di Circuito Obiettivo: Miglioramento della velocità dei piedi 6-8 secondi 1 - Saltelli sul posto a gambe tese 8-12 balzi 3 - Balzi alternati 10-12 coni 2 - Skip rapido tra coni 10-12 bacchette 4 - Skip rapido tra bacchette 8-12 saltelli 5 - Saltelli a gambe tese sopra dei coni 6-12 lanci - Kg 1-5 7 - Lancio frontale della palla medica 6-12 lanci - Kg 1-5 9 - Lancio a due mani dal petto della palla medica 12-20 mt (navetta 3-5 mt) 6 - Prova di velocità a navetta 12-20 scalini 8 - Sprint sulle scale della tribuna 10-20 metri 10 - Sprint in slalom Costruire 6-10 stazioni. L’impegno è massimale e deve concentrarsi sull’esplosività e velocità esecutiva, con un recupero di 15-45 secondi dopo ogni esercizio. Il numero dei circuiti da ripetere dipende dalla qualifica dei giocatori 42 Forza Resistente La Forza Resistente è la predisposizione dell'organismo a resistere all'affaticamento in una prestazione di forza e di durata; si sviluppa con un gran numero di ripetizioni con carichi moderati (Volume complessivo da 600 a 1400 ripetizioni). E' determinante nelle discipline di durata: canoa, canottaggio, corsa di fondo, sci di fondo. Inoltre riveste importanza anche in quelle specialità dove vengono richieste prestazioni di forza come la maggior parte dei giochi sportivi (nella pallavolo incide molto meno che in altri giochi), lo sci alpino, lotta pugilato, etc. In molti sport si ricorre alla forza resistente nell'ambito del rafforzamento della muscolatura posturale (muscoli addominali e lombari). Forza resistente ciclica FORZA RESISTENTE Forza esplosiva resistente La Forza resistente ciclica è espressa in cicli di lavoro che ripetono la stessa azione per un periodo molto prolungato. Per esempio: correre, andare in bicicletta, ripetere piegamenti sulle gambe od azioni sulle macchine specifiche). Solitamente questo è uno sforzo aerobico. E’ quindi un lavoro organico che impegna generalmente fibre lente. La Forza esplosiva resistente è espressa da azioni esplosive, ma ripetute senza pause per un congruo periodo di tempo. Per esempio il salti quintuplo e decuplo (5 e 10 salti consecutivi, la corsa balzata), lavoro intermittente. Questo è invece un lavoro anaerobico-aerobico. Si attivano fibre veloci e l’impegno è muscolare quanto organico. I principi dell'allenamento della forza L'allenamento della forza richiede vengano fissati alcuni principi in grado di guidare la ricerca dei mezzi e dei metodi di organizzazione del carico. Essi sono: - determinare l'obiettivo che si intende raggiungere - valutare il carattere dei mezzi di allenamento (allenamento generale o speciale, quale tipo di sovraccarico: con bilancieri, macchine, piccoli attrezzi, giubbotti zavorrati ) - identificare il tipo di contrazione muscolare prevalente (statica, dinamica, combinata, a contrasto pliometrica, etc.) - scegliere il metodo organizzativo (serie, a stazioni, in circuito). In sintesi l’allenamento della forza “gioca” su 2 parametri: Quantità: ripetizioni, serie, pesi sollevati Intensità: dipende dagli obiettivi. Variano la velocità di movimento e la durata del recupero. 43 La resistenza La resistenza è << la capacità dell’organismo di svolgere un’attività muscolare per un tempo lungo resistendo alla fatica >>. Quando la prestazione subisce un calo significa che nell’organismo sta gradualmente sopraggiungendo la fatica. Con “Fatica” si intende la diminuzione delle capacità funzionali dell’organismo (o parte di esso, ad esempio posso avere affaticamento muscolare e non a livello cardiorespiratorio o viceversa) dovuta ad eccesso di carico. La fatica, perciò è uno stato fisico e psichico transitorio determinato da carichi di lavoro che si manifesta con un peggioramento della prestazione. E’ un fenomeno indispensabile all’allenamento e un presupposto per il miglioramento delle prestazioni; stimolo adattamento miglioramento della prestazione (vedi riferimento alla supercompensazione pag. 56 e tabella a pag. 57) Generale Resistenza Specifica La resistenza generale è un tipo di capacità che permette all’individuo di svolgere un’attività di vario genere. E’ la resistenza di base, la resistenza fondamentale, la resistenza di fondo, la capacità aerobica, l’"endurance". E’ la capacità di eseguire, per lungo tempo, un esercizio che impegna molti gruppi muscolari. Generalmente si intende la resistenza generale come resistenza Aerobica, strettamente correlata con l’efficienza dei sistemi cardiocircolatorio e respiratorio. La resistenza Aerobica si ha quando vi è equilibrio tra assunzione e utilizzazione di ossigeno in un particolare lavoro (Steady-Stade, condizione per cui, teoricamente, se non intervenissero fattori di origine nervosa, l’attività fisica potrebbe essere protratta all’infinito). Attenzione a non confondere Resistenza Aerobica con Potenza Aerobica: res. Aerobica esprime un concetto di un lavoro lungo ad intensità bassa o medio bassa; Potenza aerobica si riferisce ad un’intensità di impegno medio alto, oltre il quale si ha una resistenza specifica. La resistenza specifica è riferita ad una disciplina sportiva permettendo di eseguire un lavoro ottimale per la durata complessiva della gara. Essa fa riferimento alla capacità di un atleta di sostenere un carico di lavoro specifico in una qualsiasi disciplina sportiva, con un impegno massimo, naturalmente rapportato al tipo e alla durata dell’attività sportiva svolta. Generalmente si evidenzia come la capacità di resistere all’accumulo progressivo di acido lattico nell’organismo. Per far ciò l’atleta deve adattarsi sempre più ad esercitazioni vicine al suo specifico lavoro agonistico. Alcuni elementi che influenzano la resistenza sono: < < < < < La capacità di dilatazione dei polmoni la funzionalità del cuore la composizione delle fibre muscolari la capacità di trasporto di ossigeno la volontà 44 Reazioni dell’organismo all’attività di resistenza: • • • • • • • • aumento del diametro dei capillari e della capillarizzazione muscolare incremento del numero dei globuli rossi aumento della capacità dell’organismo di trasportare ed utilizzare l’ossigeno ipertrofia del cuore diminuzione della frequenza cardiaca a riposo e durante il lavoro muscolare recupero più veloce e ritorno più rapido ai valori normali una volta terminato il lavoro aumento della gittata sistolica aumento della velocità del flusso del sangue nelle arterie per rifornire i distretti muscolari impegnati • aumenta la capacità vitale. La capacità Vitale è il massimo volume d’aria emesso con una espirazione forzata, preceduta da una inspirazione massimale (un individuo normale può avere una capacità Vitale di 4500 ml, un atleta supera i 6500) • aumenta la quantità e migliora la qualità delle fibre muscolari: le fibre rosse possiedono, rispetto a quelle bianche, un maggior numero di mitocondri e di mioglobina. VO2max L’Indice di Funzionalità del sistema Cuore-Polmoni è il Massimo Consumo di Ossigeno (VO2max), cioè la più elevata quantità di ossigeno che i muscoli possono prelevare durante l’attività nell’unità di tempo. Il VO2max è indice delle capacità atletiche per sforzi prolungati e si misura in millilitri/kg/minuto. Pertanto la quantità di Ossigeno che viene utilizzata dal corpo in un minuto è denominata consumo di ossigeno. A riposo il consumo di ossigeno è di circa 0,3 litri al minuto. Durante lo sforzo il consumo di ossigeno aumento con l’intensità del lavoro. Tuttavia la capacità di trasportare ed utilizzare ossigeno ha un limite e perciò la quantità massima di ossigeno che può essere trasportata ed utilizzata si chiama Massimo Consumo di Ossigeno (VO2max). E’ importante conoscere che un maggior quantitativo di energia e quindi ossigeno si rende necessario per spostare un corpo più pesante ed in base a questo facendo un confronto tra due atleti di differente peso. Infatti, se due atleti che pesano rispettivamente 80 kg. e 60 kg. che possiedono entrambi un massimo consumo di ossigeno di 4 litri al minuto avranno un valore diverso di utilizzo. Il calcolo è semplice: 1° atleta: 4 (litri=4000 ml) : 80 (kg)=50 ml/min./Kg.; 2° atleta: 4 (litri=4000 ml) : 60 (kg)= 67 ml/min./Kg. I 2 atleti hanno lo stesso consumo di ossigeno (4 l/min. ma diverso peso corporeo. Pertanto avranno diversi valori di VO2max e lo sforzo sarà superiore per l’atleta più pesante qualora facciano uno sforzo di uguale intensità come una corsa allo stesso ritmo. Atleta 80 kg. Vo2max= 50 ml/min/kg Atleta 60 kg. Vo2max= 50 ml/min/kg 45 Aspetti metodologici dell'allenamento della resistenza I metodi per aumentare la resistenza sono diversi. Tuttavia la tendenza è quella di aumentare il carico fisico intendendo per esso il carico degli allenamenti e delle competizioni. La grandezza del carico viene valutata attraverso il Volume (cioè la Quantità) e l'Intensità (cioè la durezza e la frequenza degli esercizi). Per aumentare il carico si deve giocare sui due parametri Quantità – Intensità Aumento della quantità, ma non l'intensità Aumento dell'intensità, ma non della quantità Forte aumento dell'intensità diminuendo la quantità A livello operativo il tecnico per rendersi conto dell'effetto del lavoro che sta proponendo è la valutazione della frequenza cardiaca. F.C. 100-110 = carico compensatorio. Con questa frequenza si possono fare riscaldamenti poco intensi, defaticamenti. E' grosso modo la frequenza di recupero delle capacità prestative. F.C. 140-150 = carico di base. Con questa frequenza si ha un incremento della capacità generale di prestazione. L'intensità è medio-scarsa (per esempio corsa prolungata ad andatura costante. Carico da utilizzare con i ragazzi). F.C. 170-180 = carico di sviluppo. Con questa frequenza si ha la formazione ottimale dei processi aerobici. Per ottenerla i carichi sono elevati e relativamente lunghi con intensità critica (cioè con il rischio di trasformare i processi aerobici in anaerobici). F.C. oltre 180 = carico limite. E' un impegno che non può protrarsi per molto tempo. Carico molto elevato da non utilizzare con i giovani. 46 Lavoro intermittente nella pallavolo 10” salti a muro + 20” palleggio + + 10” corsa max 20” bagher Lavoro intermittente nella pallavolo + 10” balzi tra Hs + 20” battute + 10” balzi tra over 20” battute Lavoro intermittente nella pallavolo 10”saltelli corda La sequenza + 20” palleggio + 10” saltelli corda + 20” bagher può durare 10’ –12’. , più intensa, può essere svolta per 6-8’. Può essere ripetuta due volte La sequenza con 10 minuti di recupero. La sequenza può essere svolta per 8-10’ 47 Rapidità In tutti i giochi di squadra la capacità maggiormente determinante per ottenere un risultato vincente è la rapidità. E’ la capacità condizionale più difficile da migliorare e non a caso spesso si parla più di educazione alla rapidità che non di allenamento alla rapidità. Per ottenere una risposta motoria più rapida, in particolare a stimoli complessi quali sono quelli che vi sono in qualsiasi gioco di squadra, non è sufficiente, anche se importante, migliorare i fattori condizionali, ma occorre educare il soggetto al riconoscimento degli stimoli stessi. Questo risultato è perseguibile proponendo situazioni ricche di stimoli che richiedano risposte non predeterminate, né uniche, per allenare il soggetto a dare risposte intelligenti nel minor tempo possibile per risolvere situazioni mai uguali tra loro e che mutano continuamente. I tempi di lavoro sulla rapidità devono essere brevi con pause di recupero appropriate fra una ripetizione e la successiva. Nell’ambito di una singola seduta di allenamento la collocazione deve essere tale da permettere l’esecuzione in condizioni di freschezza, generalmente nella prima fase dell’allenamento, dopo il riscaldamento. Esercitazioni di rapidità o di velocità proposte a fine seduta o in condizioni di affaticamento non possono ottenere alcun effetto sul miglioramento della rapidità e per l’impegno muscolare che solitamente richiedono, presentano maggiori probabilità di infortunio. Lo stesso vale se gli esercizi di rapidità sono proposti senza riscaldamento. Il miglioramento della prestazione sportiva di velocità dipende non solamente dalle capacità di rapidità, ma anche dai livelli di forza dei muscoli deputati al movimento e dalla propriocettività. In sintesi per migliorare la prestazione velocità occorre lavorare in 4 direzioni: 1. favorire il miglioramento dei fattori che determinano la rapidità (del tempo di latenza, velocità del singolo gesto, capacità di compiere più volte il singolo gesto nell’unità di tempo) attraverso esercizi svolti alla massima velocità. 2. migliorare il controllo propriocettivo in condizione dinamica 3. migliorare i valori della forza e della potenza soprattutto dei muscoli motori del movimento 4. aumentare le esperienze motorie in modo tale da favorire una scelta migliore di risposta agli stimoli complessi In termini più semplici e orientati sulla pallavolo l’allenamento dovrebbe svolgersi su: 1. 2. 3. 4. esercizi generali di coordinazione miglioramento della capacità esplosiva e reattiva con riferimento alla pallavolo allenamento per le forme specifiche della pallavolo potenziamento generale e specifico La rapidità si esprime in movimenti: ciclici ovvero movimenti biomeccanicamente simili come la corsa oppure una successione di azioni analoghe) aciclici ovvero movimenti biomeccanicamente diversi, tipici degli sport di situazione (azioni motorie isolate o meno, es. un salto; tipica degli sport di squadra) 48 Aspetti metodologici per lo sviluppo della rapidità Le proposte possono essere fatte “a secco” (senza pallone), oppure con il pallone. Per organizzare il lavoro è necessario tenere conto di alcuni parametri: la forma esecutiva (quale rapidità voglio migliorare) la distanza (o il tempo di impegno massimale) il numero delle ripetizione e delle serie il tempo e il tipo di recupero Modulando questi parametri si determina il carico di lavoro rapportandolo all’età degli atleti, alle loro potenzialità e grado di preparazione. Velocità negli sport di squadra Velocità percettiva (intervenire in breve tempo in una situazione di gioco) Velocità di anticipazione (intuire in breve tempo lo sviluppo del gioco e il comportamento dell'avversario) Velocità di decisione (scegliere in breve tempo l'azione di gioco potenziale da sviluppare Velocità di reazione (reagire con rapidità a situazioni di gioco impreviste e imprevedibili) Velocità di azione (eseguire in velocità un'azione specifica di gioco) Alcuni contenuti non tecnici: Corsa a saltelli Accelerazioni Saltelli + sprint Corsa balzata + sprint Ostacoli + sprint Corsa in slalom Corsa a navetta Corse con partenze da varie posizioni Corse con cambi di direzione Corse in salita Giochi con campi ridotti Circuiti rapidi specifici Lanci frontali, dorsali, in torsione, di attrezzi leggeri Esercizi con la corda Saltelli tra over Corsa frontale, laterale con uno-due-tre appoggi tra over Pliometria semplice Es. di ritmo-rapidità con scale di corda a terra 49 Miglioramento del tempo di reazione: Brevissima durata dell’esercizio (1-2 secondi), massima intensità Pause di recupero appropriate e sufficientemente lunghe Gesti eseguiti in condizione di non affaticamento Situazione generale: qualsiasi esercizio che preveda l’avvio tramite un segnale Situazione per la pallavolo: recupero in bagher di un palla lanciata da molto vicino ESERCITAZIONI NON TECNICHE: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) sprint da una situazione statica ad un segnale acustico o visivo sprint da una situazione statica scegliendo il tempo d’avvio arresti ad un segnale acustico o visivo arresti con scelta del tempo di arresto cambi di direzione ad un segnale acustico o visivo cambi di direzione e di senso con scelta salti in alto da posizioni prestabilite (1/4 o ½ squat) sia con un segnale che con scelta del tempo di esecuzione 8) salti in tutte le direzioni (in lungo in avanti, indietro, a destra, a sinistra) ad un segnale o con scelta del tempo 9) esecuzioni tecniche rapide 50 Miglioramento del singolo gesto: Brevissima durata dell’esercizio (1-2 secondi), massima intensità Pause di recupero appropriate e sufficientemente lunghe Gesti eseguiti in condizione di non affaticamento Situazione generale: qualsiasi esercizio che preveda un gesto aciclico molto esplosivo, rapido, intenso e senza (o quasi) resistenze Situazione per la pallavolo: uno stacco per un salto; tutti gli esercizi di battuta Allo scopo sono utili: tutti gli esercizi di stretching tutti gli esercizi propriocettivi tutti gli esercizi per il miglioramento della forza ESERCITAZIONI NON TECNICHE: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) sprint da una situazione statica ad un segnale acustico o visivo sprint da una situazione statica scegliendo il tempo d’avvio arresti ad un segnale acustico o visivo arresti con scelta del tempo di arresto cambi di direzione ad un segnale acustico o visivo cambi di direzione e di senso con scelta salti in alto da posizioni prestabilite (1/4 o ½ squat) sia con un segnale che con scelta del tempo di esecuzione 8) salti in tutte le direzioni (in lungo in avanti, indietro, a destra, a sinistra) ad un segnale o con scelta del tempo 9) esecuzioni tecniche rapide 10) skip a ginocchia basse, skip a ginocchia basse eseguito con un solo arto (alternarlo) 11) skip a ginocchia alte, skip a ginocchia alte con un solo arto (alternarlo) 12) rullata di piedi 13) calciata dietro, calciata dietro eseguita con un solo arto (alternarlo) 14) skip incrociato (un arto esegue lo skip, l’altro la calciata dietro) 15) skip pliometrico (doppio appoggio) 16) corsa balzata, balzi alternati in avanti, balzi alternati in alto 17) salti da fermo in avanti 18) tutti gli esercizi di coordinazione e di indipendenza segmentaria 51 Miglioramento della capacità di compiere un singolo gesto il maggior numero di volte nell’unità di tempo (frequenza): Durata breve dell’esercizio (5-10 secondi), ciclico e con componente tecnica Numero di ripetizioni limitato (non oltre 10) con resistenze nulle (o quasi) Pause di recupero sufficientemente lunghe (almeno 90-120 secondi) Situazione generale: qualsiasi esercizio che preveda un gesto ciclico, rapido, massimale e senza resistenza Situazione per la pallavolo: tutti gli esercizi di palleggio al muro da distanza ravvicinata (50 –100 cm) (nella pallavolo sono più importanti le esercitazioni acicliche) ESERCIZI NON TECNICI: 1) 2) 3) 4) sprint con partenza da fermo con scelta di avvio (10-20 metri) salita 10-20 gradini massima velocità skip bassi rapidi esercizi di saltelli 52 Indicazioni metodiche ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι L'allenamento della velocità deve essere iniziato presto Gli elementi di velocità e forza istantanea (forza massimale, forza esplosiva, forza di partenza) devono essere presenti in ogni allenamento Per evitare infortuni prima di un allenamento di velocità o di forza istantanea curare in modo. particolare il riscaldamento. I giocatori più anziani hanno un processo di riscaldamento più lento rispetto ai giovani. L'allenamento della velocità si esegue all'inizio dell'unità di allenamento e in stato di riposo. Essendo incentrato sull'intensità, l'allenamento della velocità ha effetti solo se eseguito a livelli massimali. Ai primi sintomi di affaticamento l'allenamento della velocità va concluso. Non ha senso proseguirlo. Tempo perso, rischio di infortuni. Nell'allenamento della velocità e della forza istantanea è importante il rapporto tra sollecitazione e recupero. Per stimoli di 3-5 secondi si consigliano recuperi tra il minuto e il minuto e mezzo. L'allenamento di velocità, di norma non si esegue il giorno seguente la competizione. Nell'allenamento della velocità adeguare le esercitazioni alle competenze richieste nella pallavolo Nell'allenamento della velocità occorre tenere presente che tutti i fattori che la determinano (forza, coordinazione, resistenza - come base per una buona capacità di recupero - e la flessibilità) vanno allenate parallelamente alla stessa velocità. Nell'allenamento della velocità si deve tendere sempre a superare i valori di accelerazione e velocità massimali acquisiti, con esecuzioni in condizioni tipo partita. Nell'allenamento evitare la standardizzazione del gesto Approfondimento Per un segnale visivo il tempo di latenza è più lungo rispetto ad un segnale sonoro. Infatti, le reazioni, nel caso dei recettori visivi, sono di ordine chimico e ciò richiede più tempo per la risposta rispetto ai segnali acustici che richiedo una risposta di tipo meccanico. I giocatori degli sport di squadra si trovano in continuazione in situazioni che richiedono azioni rapide e l’avversario fa di tutto per rendere più difficoltoso il recepimento dell’informazione. In una schiacciata nella pallavolo la traiettoria della palla dura circa 0,10-0,12 secondi, tuttavia i giocatori in ricezione riescono ugualmente a realizzare un bagher. Essi, però, devono anticipare l’avvio della risposta (la capacità di anticipazione è una capacità coordinativa) cercando informazioni sulla traiettoria della palla in relazione alle posizioni assunte dall’avversario. Gli autori più importanti (Zatciorskij, Weineck ed altri) valutano che i tempi di reazione siano connessi a fattori innati e che queste qualità con l’allenamento abbiamo miglioramenti molto limitati. Periodo favorevole per sviluppare il tempo di reazione 4 anni 6-7 anni 10 anni 15 anni 53 L’allenamento sportivo E’ un’attività globale (nel senso che si confronta con se stesso e con l’ambiente naturale e sociale che lo circonda) di chi si allena, che ha come scopo, diretto o indiretto, quello di migliorare o mantenere la propria capacità di prestazione motoria sportiva attraverso azioni organizzate e di perfezionare o esercitare funzioni biologiche o psichiche, ma soprattutto motorie. Fattori complementari che determinano l’efficacia dell’allenamento: Organizzazione del processo di allenamento Controllo medico Controllo scientifico della preparazione Condizioni di vita Allenamento Sportivo Sistema delle competizioni Condizioni materiali e tecniche di preparazione Conoscenze specifiche e abilità di allenamento Grado di autoperfezionamento dell’atleta 54 L’incontro successivo Gli incontri precedenti Numero dei giocatori a disposizione e loro disponibilità Personalità e competenza dell’allenatore Disponibilità dell’allenatore Giorno e numero delle sedute alla settimana Seduta Il materiale a disposizione Influenza della programmazione Elementi che influiscono sulla seduta di allenamento 55 Pianificare un allenamento settimanale << L’allenamento è un processo pedagogico-sportivo che si concretizza con l’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti che stimolino i processi fisiologici di “supercompensazione” e migliorino le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta al fine di consolidarne il rendimento gara >>. (Carlo Vittori, tecnico di Atl. Leggera) Programmare un ciclo di preparazione fisica per unità sequenziali, logiche e coerenti è di fondamentale importanza affinché l’allenamento abbia gli effetti desiderati. Per raggiungere gli obiettivi prefissati senza incorrere in infortuni, situazioni di overtraining (superallenamento) o di detraining (deallenamento), infatti è indispensabile un’organizzazione ben pianificata dei mezzi di allenamento inseriti nel contesto tecnico-tattico della pallavolo. E’ necessario avere chiarezza su concetti come intensità, volume (quantità-durata), sulla frequenza e sulla sequenza che più si adatta ai singoli e al gruppo, sulla collocazione dei riposi, dei recuperi parziali o totali, su come ricercare la forma (1) e come mantenerla. I carichi vanno modulati secondo alcune leggi fisiologiche rispettando naturalmente i tempi di adattamento. Una di queste è la cosiddetta Supercompensazione. Supercompensazione: in seguito al carico di lavoro (carico fisico) l’organismo reagisce e si adatta alle sollecitazioni ricevute. Più stimoli riceve il fisico e maggiormente si adatta in forma stabile acquisendo capacità di prestazione a livelli superiori a quelli di partenza. Quando lo stimolo è relativamente intenso, non vi è una semplice compensazione tra quanto si consuma e quanto si ricostituisce, ma, addirittura, durante la fase di ricostruzione l’organismo procede oltre il vecchio limite, quindi ricostituisce più del necessario, cioè più di quanto non abbia consumato. In ciò consiste il principio della supercompensazione, cioè la ricostruzione sovrabbondante delle riserve funzionali. La fase di supercompensazione si verifica se il carico è ottimale con l’aumento del potenziale energetico. L’intero processo ha la seguente dinamica: • dopo le prime sedute di allenamento si nota la caduta delle prestazioni per affaticamento • la riduzione delle prestazioni è temporanea • i successivi allenamenti agiscono sull’organismo che è ancora soggetto agli sforzi sostenuti in precedenza • superato questo stadio si perviene con gradualità, nella fase di recupero, ad una assimilazione eccedente (supercompensazione) e perciò ad una più elevata capacità prestativa Sottoponendo un soggetto ad un allenamento sistematico e con sforzi crescenti i fenomeni sopra descritti si sommano producendo un adeguato adattamento dell’organismo. Più si progredisce nell’allenamento, più gli stimoli devono essere intensi in quanto l’organismo si adatta all’allenamento in condizioni sempre più sfavorevoli. Alcuni tipi di specialità si sviluppano in tempi lunghi, altri brevi: la resistenza ha bisogno di 20-40 giorni per raggiungere valori di un certo livello, mentre adattamenti neuromuscolari e di forza possono svilupparsi in tempi più brevi. (1) Il raggiungimento della forma sportiva è condizionato da numerosi fattori: organicomuscolari, tecnico tattici. Non essere in forma non significa trovarsi in pessima condizione fisica, indica non avere una disponibilità totale al rendimento specifico. La forma non è un evento basato sulla fortuna o dipendente da ritmi biologici o stagionali, che possono influire, ma non sono determinanti. A determinare la forma sono i mezzi e i metodi di allenamento. 56 Recupero Carico Effetti dell’allenamento Recupero Supercompensazione Livello Iniziale Sforzo-Affaticamento Schema del principio della Supercompensazione La supercompensazione è quel processo biologico di reazione ricostruttiva, attraverso il quale l’organismo acquisisce capacità di sopportazione a carichi leggermente sempre maggiori Metodo di allenamento Tempi di lavoro Supercompensazione Anaerobico Alattacido Fino a 10” Anaerobico Lattacido Da 10” a 2’ 24-36 ore 48 ore 48 ore 24 ore 48 ore 72 ore 72 ore 48 ore 72 ore Potenza Aerobica Massimale Alcuni minuti Resistenza Aerobica Da 2’ a … ore Forza Massimale (massa muscolare) Forza Massimale (sistema nervoso) Forza Esplosiva Resistenza alla Forza (muscolare) Forza Veloce (potenza muscolare) Tempi di restauro delle varie funzioni dell’organismo Se la ripetizione del carico avviene quando gli effetti del precedente sono scomparsi, non si aumenta il livello funzionale Se la ripetizione del carico avviene prima del ripristino completo, si ha diminuzione del livello funzionale Se la ripetizione del carico avviene al culmine della fase di supercompensazione, si ha aumento del livello funzionale 57 Organizzare una seduta di allenamento La seduta di allenamento si compone generalmente in tre parti: 1) riscaldamento, 2) parte principale, 3) defaticamento. Il riscaldamento ha lo scopo di preparare l’organismo a sopportare con efficienza i carichi di lavoro successivi o la competizione preservandolo nel contempo da infortuni. Permette inoltre di trovare la giusta concentrazione e di richiamare alla mente gli schemi che saranno utilizzati nelle attività programmate. La durata è grosso modo di 25-40 (riscaldamento generale ed in seguito riscaldamento specifico) minuti e dipende dall’età, dal momento della giornata (al mattino il riscaldamento deve essere più graduale e prolungato), dalle condizioni climatiche (con il caldo si accorcia, con il freddo ed umido si prolunga), dal livello di preparazione (un atleta poco allenato non deve riscaldarsi con troppa intensità). [Per un maggiore approfondimento richiedere al CRER la lezione di aggiornamento “Varie possibilità di riscaldamento per un buon approccio all’allenamento” che si è tenuta a Bologna il 17 novembre 2003.] Nella parte principale vengono introdotti gli argomenti da sviluppare e gli obiettivi da raggiungere sul piano tecnico-tattico (e, se necessario, sul piano fisico). Le esercitazioni possono essere: a carattere generale: attività diverse dal gesto di gara che concorrono al miglioramento e al mantenimento della condizione fisica ottimale. L’obiettivo è preparare l’organismo a sopportare lo stress dell’allenamento specifico a carattere speciale: attività non necessariamente utilizzata nella competizione ma che influenza il gesto. Per esempio una serie di salti che riproducono il modello di movimento dinamico della schiacciata a carattere specifico: attività che riproducono i gesti della competizione con esercitazioni di gioco e curando gli aspetti tecnico-tattici. Il defaticamento è la fase che termina la seduta di allenamento. Serve a facilitare il ritorno alla normalità delle funzioni organiche e muscolari sollecitate nell’allenamento. In questa fase sono opportune esercitazioni di rilassamento, ginnastica funzionale e mobilizzazione articolare. La pratica dello stretching, secondo noi, va svolta con estrema attenzione e moderazione. Carico allenante Per incrementare le proprie capacità è necessario aumentare il carico di lavoro. Prima si aumenta la quantità e solo in un secondo momento la l’intensità. La misura dell’intensità è più complessa della misura della quantità perché va riferita alle capacità massimali dell’atleta che non sempre sono misurabili. Spesso si ricorre alla misurazione tenendo presenti due concetti importanti: il carico interno e il carico esterno. Carico esterno: è facilmente valutabile. Essendo determinato dall’intensità e dall’entità(volume) degli stimoli fisici è programmabile: si può misurare in metri, in Kg. oppure con il cronometro. Per esempio sollevare 100 kg. oppure correre i 100 mt in 12”. Carico interno: è il reale sforzo dell’atleta ed è influenzato dal carico esterno e da fattori non sempre evidenziabili: stato psicologico, pressione atmosferica, rapporti tra atleti e atleta/allenatore. 58 ALLENAMENTO: tabella riepilogativa Allenamento Adattamento Supercompensazione I mezzi dell’allenamento Esercizi a carattere generale Esercizi a carattere speciale Esercizi a carattere specifico Seduta di allenamento Riscaldamento Parte Principale Defaticamento Carico esterno Carico allenante Carico Interno Intensità dell’allenamento Quantità dell’allenamento 59 Ipotesi di organizzazione di una seduta di allenamento Obiettivo Fisico: miglioramento della Forza negli arti superiori ed inferiori Obiettivo tecnico: miglioramento di un fondamentale Riscaldamento a) b) c) d) e) 2-3’ a navetta stretching statico stretching dinamico skip –calciata dietro allunghi Passaggi a 2-3 giocatori in tutti i modi possibili Gioco di passaggi Introduzione dei fondamentali Nelle pause: stretching e mobilità articolare Prima fase: miglioramento della Forza (arti inferiori e superiori) a) esercizi addominali b) esercitazioni specifiche per i quadricipiti c) esercitazioni specifiche per i pettorali Seconda fase: esercitazioni tecnicotattiche a) esercitazioni tecniche sui fondamentali a bassa intensità b) esercitazioni tattiche di difesa a bassa intensità Terza fase: verifica degli apprendimenti Defaticamento (ritorno alla calma) a) partita a tema di intensità media o medio alta a) mobilità articolare, stretching statico moderato, scarico colonna vertebrale, es. di rilassamento 60 Organizzazione di una settimana con 2 o 3 allenamenti Con 3 sedute Esercitazione Fisica Esercitazione Tecnico-tattica 1 Forza Battuta e ricezione 2 Velocità (Rapidità) Schemi offensivi e difensivi Prove tattiche per la squadra che scenderà in campo (sestetto base) Battuta e ricezione 3 Con 2 sedute 1 2 Esercitazione Fisica Esercitazione Tecnico-tattica Forza e Velocità Battuta e ricezione Schemi offensivi e difensivi. Prove tattiche per la squadra che scenderà in campo (sestetto base) Battuta e ricezione 61 BIBLIOGRAFIA Cometti G. – La pliometria, Calzetti&Mariucci, Ponte S. Giovanni (PG), 1988 Cometti G. – L’allenamento della velocità, Società Stampa Sportiva, Roma, 2002 Cometti G. - La preparazione fisica nel basket, Società Stampa Sportiva, Roma, 2002 Cometti G. – Manuale di potenziamento muscolare, Calzetti&Mariucci, Ponte S. Giovanni (PG), 2002 Cometti G. - Metodi moderni di potenziamento muscolare. Aspetti teorici, Calzetti&Mariucci, Ponte S. Giovanni (PG), 1997 Cometti G. - Metodi moderni di potenziamento muscolare. Aspetti pratici, Calzetti&Mariucci, Ponte S. Giovanni (PG), 1998 Cometti G. - Forza e velocità nell’allenamento del calciatore, Edizioni Correre, Milano, 2002 Patregnani E. – Allenamento e prestazione sportiva, Edi-Ermes, Milano 1990 Manno R. – Fondamenti dell’allenamento sportivo, Zanichelli, Bologna, 1989 Mirella R. – Forza, resistenza, velocità, mobilità articolare – Le nuove metodologie, Tecknosport Libri, Ancona, 1999 Zaciorskij W. – Le qualità fisiche dello sportivo, Edizioni Atletica Leggera, Vigevano (PV), 1970 Fontani G. – Fisiologia della pallavolo, Società Stampa Sportiva, Roma, 1994 Bompa T. – Periodizzazione dell’allenamento sportivo, Calzetti&Mariucci, Ponte S. Giovanni (PG), 2001 Arcelli E. – Che cos’è l’allenamento, Sperling&Kupfer, Milano, 1990 Arcelli E. – Acido Lattico e prestazione, Cooperativa Dante Editrice, Vigevano (PV), 1995 Dervaux J. – La preparazione agli sport, De Vecchi Editore, Milano, 2002 Fucci A. - Intermittent training book, Calzetti&Mariucci, Ponte S. 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Nuove frontiere, Società Stampa Sportiva, Roma, 1992 Wirhed R. – Anatomia del movimento e abilità atletica, Edi Ermes, Milano,1999 Harre D. – Teoria dell’allenamento, Società Stampa Sportiva, Roma, 1972 Sassi A. – Allenamento e sovrallenamento, edi-Ermes, Milano, 1997 Mosca U. – Manuale professionale di stretching, Red Edizioni, Como,1994 ALLEGATO A Metabolismo Anaerobico Alattacido Energia: max 8/10” Intensità: massimale Ritmo Cardiaco: => di 180 Consumo di Ossigeno: nessuno Qualità fisica: velocità/Potenza CP A T P Nel muscolo sono presenti limitate quantità di ATP e di CP, pertanto si esauriscono ben presto (entro 10” circa). Il sistema anaerobico alattacido è fondamentale negli sport molto intensi, ma di durata breve: 100 metri, salto in alto e in lungo, peso, disco, giavellotto. ALLEGATO B Metabolismo Anaerobico Lattacido Energia: limitata (<di 2’) Intensità: sub-massimale Ritmo Cardiaco: da limite soglia individuale a > di 180 Consumo di Ossigeno: molto elevato Qualità fisica: Potenza lattacida/resistenza (l’una o l’altra qualità dipendono dall’intensità o dalla durata dell’impegno muscolare) Glicidi (zuccheri) Acido Lattico Nel meccanismo Anaerobico Lattacido gli zuccheri presenti nell’organismo si trasformano in glicogeno che viene usato per produrre ATP e Acido Lattico. Questo sistema fornisce buone quantità di ATP in tempi abbastanza brevi ed è tipico degli sport che durano alcune decine di secondi fino ad un massimo di 2 minuti (slalom speciale, 400 mt, Judo, Karate). ALLEGATO C Metabolismo Aerobico Energia: limitata Intensità: sub-massimale Ritmo cardiaco: su valori individuali di soglia Consumo di ossigeno: elevato Qualità fisica: resistenza Lipidi Glicidi Nel meccanismo aerobico si utilizzano le molecole dei grassi e gli zuccheri (e una parte di Acido Lattico) che vengono bruciate dall’ossigeno producendo ATP, anidride carbonica (eliminata con la respirazione) e acqua (eliminata con il sudore). E’ un meccanismo lento ad entrare in funzione, ma fornisce grandi quantità di ATP e quindi, partendo da circa 2 minuti, la durata dello sforzo può arrivare ad alcune ore. Le specialità di resistenza (ciclismo, mezzofondo, maratona, sci di fondo) dipendono quasi esclusivamente da questo sistema di produzione di energia. ALLEGATO D Ac. Lattico (mmol/l) Produzione di Acido Lattico 7 6 5 4 3 2 1 0 6,4 4,2 6,6 4,8 2,0 Pallavolo Pallacanestro Fonte "Il Nuovo Calcio" Elaborazione Bonan - Gennaio 2002 Calcio Pallamano Rugby ALLEGATO E Percentuale di Fibre Veloci 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 53 55 58 58 Corsa mt 800 Sci discesa Non allenati Lanciatori Saltatori Velocisti Fonti varie - Elaborazione Bonan - Gennaio 2002 64 62 Pesisti 64 ALLEGATO F Percentuale di Fibre Lente 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Maratoneti Nuotatori Corsa Camp. Marcia Ciclismo Canoa Sci nordico ALLEGATO G % di utilizzo del VO2 max 80 74 80 78 70 VO2 Max (%) 54 52 60 50 40 30 20 10 0 Pallavolo Pallacanestro Calcio Pallamano Rugby ALLEGATO H FC media durante la gara 200 173 180 FC battiti/min 160 175 178 145 144 140 120 100 80 60 40 20 0 Pallavolo Pallacanestro Calcio Pallamano Rugby ALLEGATO I <<Legge del Triangolo>> Forza Massimale Carichi elevati Forza Iniziale Pliometria-Velocità Forza Esplosiva Pliometria AB Via Diretta ACB Via Indiretta (Incremento Forza + Trasformazione) Alcuni mezzi di incremento della forza per Via Diretta Balzi su gradoni Salite Balzi “rana” Salto in controm. Traino Corsa su scale Squat Jump Skip pliometrico Balzelli caviglie Piegate laterali ALLEGATO L Pallavolo… Quali capacità biomotorie? F Volley V R ALLEGATO M - N Addominali Gli addominali devono essere allenati in posizione di accorciamento con gli arti inferiori flessi. Il muscolo ileo-psoas è il muscolo “starter” e motore degli esercizi addominali quindi negli esercizi in asse è necessario “togliere” l’azione iniziale di invio determinata dall’ileo-psoas e utilizzare posizioni di lavoro nelle quali entrino in azione solo i muscoli addominali (che hanno ampiezze ridotte e localizzate). Gli addominali vanno sollecitati in modo attivo che statico perciò in modo concentrico ed isometrico (naturalmente vi sono anche esercizi complessi che allenano gli addominali in modo eccentrico e pliometrico). Alcuni esempi di esercitazione per gli addominali ALLEGATO M - N Concatenazione per i muscoli Addominali secondo la metodologia strutturata da Cometti. In questa proposta i muscoli addominali sono muscoli motori e lavorano in modo attivo. La sequenza seguente può essere ripetuta da 3 a 6 volte per seduta con 2-4 minuti di recupero. La concatenazione suggerita prevede 15 ripetizioni del primo esercizio (Fig. 1) nel quale il capo si avvicina alle ginocchia (flessione del busto); di seguito, ancora 15 ripetizioni con le ginocchia che si avvicinano al mento (flessione delle gambe, Fig. 2) per concludere con 15 (o più) ripetizioni in rotazione del busto (Fig. 3), meglio con un peso (un manubrio di 1-3 kg) in mano. Flessione del busto FIG. 1 FIG. 2 Flessione delle gambe FIG. 3 Torsione del busto ALLEGATO O Programma per lo sviluppo delle capacità di salto di giocatori di pallavolo di Medio Livello (Yury Verkhoshansky - Mezzi e metodi per l'allenamento della forza esplosiva) ATTREZZATURE: Plinto o attrezzo simile (tavolo, sedie, panche, etc.) Tappetino di 2-3 cm per la caduta (facoltativo) Oggetto in sospensione da toccare nel salto verticale AZIONI: Caduta (verticale a corpo eretto) 1. Ricaduta (avampiede e poi talloni) Ammortizzazione (non rigida) Spinta (aiutarsi con gli arti superiori) Volo (verticale) 2. Ricaduta (morbida su ambedue i piedi 1° allenamento 2° allenamento 3° allenamento 4° allenamento 5° allenamento 6° allenamento 7° allenamento 8° allenamento 9° allenamento 10° allenamento 11° allenamento 12° allenamento Da un'altezza di 0,60 m Da un'altezza di 0,60 m Da un'altezza di 0,70 m Da un'altezza di 0,70 m Da un'altezza di 0,75 m Da un'altezza di 0,75 m Da un'altezza di 0,75 m Da un'altezza di 0,75 m Da un'altezza di 0,75 m Da un'altezza di 0,80 m Da un'altezza di 1,10 m Da un'altezza di 1,10 m 3x10 3x10 3x10 4x10 4x10 4x10 4x10 4x10 4x10 4x10 4x10 4x10 Tre volte la settimana per 4 settimane Sola esecuzione di salti in basso NB: le dosi sono consigliate ad atleti che hanno acquisito la tecnica corretta. Ogni allenamento deve essere preceduto da un riscaldamento speciale con naturalmente inseriti salti verticali e salti in basso da altezze inferiori 30-40 cm con la spinta dopo il salto non impegnativa. La pausa di recupero tra le ripetizioni è libera. La pausa tra le serie è soggettiva all'atleta (di regola 3-5 minuti). Il recupero tra le serie non deve essere passivo e vanno eseguiti movimenti di scioltezza, corsa leggera, esercizi di rilassamento. ALLEGATO P I metodi dello sviluppo della forza/1 Capacità Fisica Forza Massima Principi metodologici Metodi di allenamento Caratteristiche Caratteristiche dei carichi esecutive Effetto allenante Ripetizione per serie Esecuzione lenta e controllata Aumento del diametro traverso del muscolo. Costruzione muscolare Poche ripetizioni per serie. Esecuzione rapida ed esplosiva Miglioramento della coordinazione intra ed intermuscolare, della sincronizzazione e del reclutamento Poche ripetizioni per serie. Esecuzione lenta Miglioramento della coordinazione intra ed intermuscolare. Metodo dell’ipertrofia Carichi medi 70-80% Metodo della forza massimale Carichi massimali e sub-massimali 90-100% del max. Metodo eccentrico Carichi sopramassimali Metodo isometrico Contrazione statica Principio delle ripetizioni Pause complete da 5” a 10”, da 5 a 10 ripetizioni Sviluppo della Forza massimale statica, costruzione muscolare ALLEGATO Q I metodi dello sviluppo della forza/2 Capacità Fisica Principi metodologici Metodi di allenamento Caratteristiche dei carichi Caratteristiche esecutive Effetto allenante Metodo della Carichi medi Ripetizioni 6-8 per Miglioramento della coordinazione inter e Principio delle forza esplosiva 40-60% del max serie. Esecuzione rapida ed esplosiva intra muscolare, della FORZA ripetizioni ESPLOSIVA Metodo della Senza carichi Ripetizioni tipo gara. potenza, della velocità di contrazione Pause forza esplosiva Esercizi gara Esecuzioni rapide ed complete esplosive. Miglioramento della coordinazione intra ed Principio delle Metodo reattivo Carichi bassi Esecuzione esplosiva inter muscolare, e FORZA ripetizioni (peso del corpo) con balzi, ostacoli, della velocità di ESPLOSIVA Pliometria panche. contrazione con ELASTICA Pause movimenti eseguiti ad REATTIVA complete alta velocità, brevi ed intensi Metodo della Molte serie e ripetiCarichi medi zioni con esecuzione Principio delle forza resistente 1° a moderata velocità. ripetizioni Recupero 2’-3’ Miglioramento della FORZA resistenza locale e RESISTENTE Pause Metodo della Numerose ripetizioni generale complete forza resistente Carichi leggeri per serie fino all’e2° saurimento. Breve recupero, meno di 1’ FORZA Principio delle Metodo della Mantenimento dei RESISTENTE ripetizioni e forza resistente Esercitazioni specifica tipo gara livelli di forza ESPLOSIVA dei recuperi ALLEGATO R Durata indicativa dell’attività muscolare prevalente (gesti singoli, intervallati o ripetitivi) Sistema aerobico Sistema anaerobico (lattacido e alattacido) Apporti in % 1100 sseecc.. 3300 sseecc.. A Auum meennttaa ll’’aappppoorrttoo aaeerroobbiiccoo 11 m miinn.. ssppoorrtt ddii rreessiisstteennzzaa 22 m miinn.. 44 m miinn.. Pesistica Ginnastica Lotta 200 mt 100 mt Lanci in genere 0 10 Scherma Nuoto 100 mt Tennis Sci Slalom Prove Ginniche 800 mt Pugilato Sci discesa 100 90 Pallavolo 20 80 400 mt 30 70 40 60 50 50 Canottaggio Nuoto 400 mt 60 40 3000 SP 70 30 1100 m miinn.. 22-- 44 oorree Calcio Canoa 500 mt Nuoto 200 mt Lotta 1500 mt Canoa 1000 mt Nuoto 800 mt 5000 mt 3300 m miinn.. Basket Baseball 80 20 90 10 Corsa Campestre 0 Marcia Sci di fondo Jogging 10000 mt Ciclismo Maratona 100 Apporto energetico con il variare della prestazione ALLEGATO S 1998 - J. C. De Lellis Valutazione ed allenamento delle qualità fisiche nella pallavolo 1. Introduzione E’ il quinto set di una lunga e combattuta partita. Tutta la squadra è ancora concentrata e si esprime al massimo delle sue possibilità. I giocatori saltano tanto quanto nel primo set. La fatica non è ancora apparsa a condizionare il gioco della squadra. Questi giocatori sono stati allenati specificatamente rispettando principi fisiologici. E’ l’adeguata applicazione della fisiologia all’allenamento che mette i giocatori in condizione di usare con successo la tecnica e la tattica, imparate precedentemente, durante tutta la durata del match. 2. IMPORTANZA DELLA FISIOLOGIA APPLICATA ALL’ESERCIZIO La fisiologia è lo studio del funzionamento dell’organismo umano, ed è anche la scienza più importante che l’allenatore deve capire, conoscere ed applicare correttamente. Essa coinvolge il funzionamento di ogni sistema del corpo che è utilizzato quando si gioca a pallavolo (per esempio i muscoli scheletrici, i sistemi respiratori e cardiovascolare) e come questi sistemi si relazionano tra loro. Se l’allenatore conosce i principi di base della fisiologia dell’esercizio e il modo in cui applicarli nell’allenamento, i giocatori non soltanto saranno in forma ma riusciranno anche a giocare tutta la partita con un’elevata efficienza tecnicotattica ed anche senza essere esposti a infortuni dovuti a fatica. L’allenatore dovrebbe mettere insieme la sua conoscenza tecnico-tattica, raccolta nel corso degli anni e le sue conoscenze fisiologiche in un programma di allenamento che serve a sviluppare il massimo potenziale dai suoi atleti. I bravi allenatori sono quelli in grado di abbinare questi concetti applicandoli a situazioni reali. 3. RUOLO DELLA FISIOLOGIA DELL’ESERCIZIO NELLA PALLAVOLO I giocatori di pallavolo per esprimersi al meglio durante tutta la competizione, devono essere molto allenati in diversi parametri fisici e fisiologici. Il muscolo deve essere forte, elastico, esplosivo, ben coordinato e capace di sostenere periodi di intenso sforzo fisico intermittente per due o tre ore. Oltre a questo, i pallavolisti devono essere in grado di recuperare lo sforzo in tempo per la partita successiva. Per fare tutto questo, i muscoli hanno bisogno del contributo dei sistemi di produzione di energia del corpo, dai mitocondri nelle cellule sino ai sistemi cardiovascolari e respiratori. La fisiologia permette all’allenatore di valutare il livello di condizione fisica dei giocatori e di disegnare programmi di allenamento che ne ottimizzano la performance. 4. FISIOLOGIA DI BASE 4.1 Produzione di energia 4.1.a Produzione di energia in presenza di ossigeno (aerobico) I muscoli hanno bisogno di energia per funzionare. Quest’energia può derivare dalla scissione di diversi substrati in presenza di ossigeno. Come conseguenza di questo processo si riduce un sotto prodotto chiamato diossido di carbonio. Glicogeno/glucosio+ADP+PI+O2 →H2O+CO2 +ATP Acidi grassi liberi+ADP+PI+O2 → H2O+CO2 +ATP. La quantità di ossigeno che il corpo consume per minuto é il Consumo di Ossigeno (VO2). La massima quantità di ossigeno che può essere consumata al minuto dal corpo é il Massimo Consumo di Ossigeno (VO2 max ). Quanto più pesante é il corpo tanto più ha bisogno di energia e quindi consuma più ossigeno. Il consumo di ossigeno può essere espresso in termini assoluti litri/minuti oppure in termini relativi se viene diviso per il peso corporale in ml/chili/minuti 4.1.b Produzione di energia in assenza di ossigeno (anaerobico) Il trasporto di ossigeno ai muscoli non è sempre sufficiente per soddisfare tutta la richiesta energetica del muscolo in modo totalmente aerobico. Questo accade principalmente all’inizio dell’esercizio, nel momento in cui c’è un rapido incremento della domanda di energia ed anche durante un esercizio molto intenso. In questi casi i muscoli producono energia che attraverso processi che non richiedono ossigeno, ossia processi anaerobici di produzione di energia. Piccole riserve di energia (fosfageni), che sono presenti nel muscolo possono essere utilizzati per produrre energia rapidamente attraverso 1 ALLEGATO S processi anaerobici. 1Adenosin-trifosfato(ATP) → Adenosindifosfato (ADP) + fosforoinorganico (PI) + energia libera 2 Fosfocreatina + ADP → Creatina + ATP 3 Glicogeno/glucosio + PI + ADP → Lattato + ATP. L’energia può essere anche prodotta ad una alta scissione dei carboidrati (glicogeno), provocando come sottoprodotto di scarto di questa reazione lattato. Durante l’esercizio intenso e breve della durata di pochi secondi si produce una grande quantità di lattato. 42 Lattato Una parte del lattato prodotto dai muscoli attivi viene liberato nel sangue, mentre il rimanente si accumula nei muscoli e può essere utilizzato come carburante per produrre energia in presenza di ossigeno. Quando l’intensità dell’esercizio aumenta, viene prodotto più lattato, quindi ce ne sarà una maggiore concentrazione nel muscolo e nel sangue. 4.3 Funzione del Muscolo I muscoli e i sistemi muscolari permettono di muoverci, quindi una conoscenza di base della struttura e funzione del muscolo e anche la comprensione del significato dei concetti di forza e di resistenza muscolare sarà senz’altro utile per capire le limitazioni della prestazione fisica nella pallavolo. 4.4 Struttura muscolare Il muscolo è formato da fibre muscolari che sono avvolte da tessuto connettivo, piccoli vasi sanguigni (capillari), nervi, grassi ed un fluido. Il muscolo è composto da diversi tipi di fibre. I capillari alimentano le fibre muscolari portando principi nutritivi ed ossigeno e rimuovono sottoprodotti metabolici. 4.5 Fibre muscolari Ci sono due tipi principali di fibre muscolari STF e FTF. Le STF producono tensione lentamente e sono capaci di lavorare per molte ore senza affaticarsi. Questo è dovuto al fatto che producono energia principalmente attraverso fonti aerobiche. Le FTF possono essere divise in Fta e Ftb. Le Ftb sviluppano tensione più velocemente che le STF, però hanno una resistenza più bassa. La resistenza delle Fta è intermedia tra le STF e le Ftb. Nel muscolo la distribuzione di queste fibre (la proporzione dei diversi tipi di fibre) può variare a seconda dello sport praticato e del tipo di muscolo. Ad esempio i maratoneti, che possiedono una grande resistenza, sovente hanno una elevata percentuale di STF nei loro quadricipiti. Al con-trario gli sprinters hanno una elevata percentuale di FTF nei loro quadricipiti perchè devono produrre una gran quantità di energia in breve periodo tempo. Perchè atleti di èlite hanno una distribuzione di fibre che si adegua alle richieste del loro sport? E’ questo il risultato dell’allenamento o un fattore ereditario? La ricerca ci suggerisce che l’allenamento può minimamente modificare la proporzione tra le FTF e le STF, nonostante ciò l’allenamento di resistenza e l’allenamento di forza con carichi elevati possono trasformare le FTb in FTa. Sebbene le FTF non possono essere convertite in STF, la resistenza delle FTF può essere notevolmente migliorata a seguito di un programma di allenamento di resistenza. Così la resistenza di un soggetto molto allenato, con una alta percentuale di FTF può essere maggiore di un soggetto non allenato con una alta percentuale di STF. 4.6 Enzimi muscolari Nelle fibre muscolari ci sono diversi tipi di proteine alcune delle quali chiamati enzimi. Alcuni enzimi determinato l’abilità del muscolo per lavorare aerobicamente mentre altri regolano l’utilizzo degli acidi grassi. Entrambi sono chiamati enzimi della resistenza. Gli enzimi sono fortemente influenzabili dall’attività, dopo una sosta di solo tre settimane nell’abituale allenamento le loro concentrazioni sono calate vistosamente. Dopo un periodo di 4 settimane di riallenamento il loro livello era ancora significativamente più basso in confronto ai valori prima della sosta. Questo dimostra che si fatica molto di più a riguadagnare resistenza che a perderla 4.7 Collegamento tra i Nervi e i Muscoli I muscoli sono attivati dai nervi. Il cervello manda impulsi al midollo spinale attraverso le fibra nervose. Questi impulsi sono trasmessi attraverso altre fibre nervose ai muscoli e quando essi raggiungono il muscolo avviene la contrazione. La funzione del sistema nervoso può essere divisa in due componenti, automatica e volontaria. Se un qualche movimento è ripetuto molte volte può allora diventare 2 ALLEGATO S automatico. Il cervello “accumola” modelli di movimento che possono essere richiamati ed utilizzati quando servono. Durante l’apprendimento del gesto, l’atleta ha bisogno di molta attenzione, ma più acquisisce confidenza più migliora la tecnica; l’applicazione del gesto durante il gioco diventerà automatica. Qualche volta può essee necessario fare degli aggiustamenti. Dopo essere stato volontariamente corretto, attraverso l’allenamento, il gesto viene archiviato nel cervello nuovamente ed utilizzato automaticamente. Il principale scopo dell’allenamento tecnico è quello di migliorare la coordinazione e far diventare il movimento automatico. Quando il muscolo è rapidamente stirato si contrae senza ricevere segnali dal cervello; questo si chiama riflesso. Dopo che il muscolo è stato stirato, le cellule nervose al suo interno comunicano con le cellule nervose del midollo spinale e queste ultime inviano impulsi di ritorno ai muscoli facendole contrarre. 4.8 Tipi di Azione Muscolare Alle estremità di ogni muscolo ci sono uno o più tendini che lo uniscono al sistema scheletrico. Durante la contrazione muscolare le estremità tendinee si avvicinano tra loro e le ossa a cui sono atteccate ruotano attorno all’articolazione. I muscoli possono contrarsi in diversi modi. Durante una contrazione isometrica la lunghezza del muscolo non cambia. Un’accorciamento del muscolo durante la sua attivazione viene chiamato contrazione concentrica; abbiamo invece una contrazione eccentrica quando la lunghezza del muscolo aumenta. Sia la contrazione concentrica che eccentrica sono definite dinamiche in quanto prevedono qualche forma di movimento esterno. 4.9 Forza Muscolare La forza muscolare è la massima forza che il muscolo può produrre in una posizione data o durante un certo movimento eseguito ad una certa velocità. Diventa difficile dare una precisa definizione di forza muscolare in quanto essa dipende sia dal tipo che dalla velocità dell’azione muscolare. In genere la forza muscolare è maggiore durante una contrazione eccentrica. La forza isometrica è maggiore di quella concentrica e quest’ultima diminuisce man mano che la velocità di contrazione aumenta. Ad esempio durante il salto il quadricipite produce soltanto circa il 40% della forza generata durante una contrazione isometrica massima. C’è una strana relazione tra la forza e la possibilità di infortunio. Innumerevoli studi hanno dimostrato che giocatori con gambe più forti subivano un minor numero d’infortuni. Dopo un’infortunio è estremamente importante riacquistare la forza muscolare persa durante un periodo di inattività. In una ricerca, è stata valutata la forza muscolare durante il periodo seguente all’infortunio; i giocatori che avevano subito un intervento chirurgico al ginocchio due anni prima, avevano una forza nella gamba operata che era soltanto il 75% di quella sana. Questo ci dimostra che il processo di ricostruzione della forza non è stato adeguato e che questi giocatori erano esposti a potenziali nuovi infortuni. 4.10 Resistenza Muscolare E’ l’abilità del muscolo di lavorare per un lungo periodo di tempo. E’ difficile darne una precisa definizione in quanto il sopraggiungere della fatica dipende dall’intensità e dal tipo di esercizio, per esempio isometrico e dinamico. Giocando a pallavolo la maggior parete dei gruppi muscolari lavorano dinamicamente, specialmente i tricipiti surali (polpacci) che sono pesantemente stressati. Quindi non risulta sorprendente che questi muscoli, nel caso di giocatori di alto livello, abbiano un’alta capacità di resistere alla fatica. Nella pallavolo, la resistenza isometrica è meno importante di quella dinamica perchè le contrazioni isometriche raramente durano più di qualche secondo. 4.11 Richiesta Fisica nella Pallavolo Le richieste della pallavolo possono essere divise in 4 componenti: tecniche, tattiche, sociali/psicologiche e fisiche.Il giocatore di pallavolo ideale dovrebbe disporre di una buona comprensione tattica, essere bravo tecnicamente, forte mentalmente, rapportarsi socialmente bene con gli altri membri della squadra ed avere un’alta efficenza fisica. Nonostante ciò un giocatore potrebbe compensare certi limiti in alcuni di questi aspetti con altissimi livelli negli altri. 4.12 Richiesta durante il Gioco La pallavolo è riconosciuta come uno sport che richiede altissimi livelli tecnici e di intelligenza tattica per risolvere diverse situazioni di gioco. E’ estremamente importante per un giocatore essere in grado di eseguire movimenti esplosivi ed intensi per un lungo periodo di tempo (2 o 3 ore). La pallavolo è un gioco nel quale azioni di corta durata ma di altissima intensità sono seguite da periodi di pausa. Appare 3 ALLEGATO S evidente che i giocatori spendano più tempo riposando che nelle fasi di gioco attivo. Viitasalo et al. 1987 analizzando partite tra gli Stati Uniti e la Russia e Manfredini, De Lellis (dati non precedentemente pubblicati) analizzando partite della prima divisione del Campionato Italiano, hanno trovato che la durata dell’azione era da 4 a 7 secondi (USA/URSS) e da 6 e 9 secondi (Campionato Italiano) mentre la durata del periodo di riposo era tra 9,5 e 12 secondi rispettivamente. Quando è stato analizzato l’impegno del singolo giocatore, è stato trovato che un’azione ad alta intensità (schiacciata, muro, servizio in salto, movimenti ad alta velocità utilizzando grandi masse muscolari) era eseguita ogni 22,3 sec. quando si giocava in prima linea ed ogni 41,7 secondi dalla seconda linea. Ipotizzando che un giocatore rimanga metà del tempo in prima linea e metà in seconda, può essere calcolato che un’azione ad alta intensità viene eseguita ogni 30 sec. circa. Viitasalo et al. hanno anche analizzato la frequenza di queste azioni ad alta intensità, provando che il 45% di queste azioni non fu seguito da un’altra azione durante i 20 sec. successivi, mentre il 40% era seguito da un’azione nei 20 secondi seguenti. De Lellis, Manfredini, Bettella 1990 hanno trovato che il palleggiatore eseguiva 31,5 salti per set di cui il 72% risultava massimale; un centrale ne eseguiva 45 di cui il 95% massimale, mentre uno schiacciatore, 35 con il 90% massimale. Dunque sorge evidente da queste rilevazioni statistiche la necessità di una programmazione specifica dell’allenamento per ogni ruolo (questo sarà trattato più avanti). Colpisce il fatto che un centrale faccia circa la metà del numero di salti totale dell’intera squadra. Concu et al. 1992 hanno trovato che il VO2 non superava il 60% del VO2 max durante una partita di pallavolo (per la ricerca è stato utilizzato un rilevatore telemetrico portatile K2 – Cosmed Italy). Viitasalo et al. 1997 hanno testato il VO2 max e della Soglia Anaerobica, in condizioni di laboratorio in un gruppo di giocatori finlandesi. Avendo registrato i loro valori di Frequenza Cardiaca durante il gioco ed anche i valori di acido lattico durante la partita, essi concludono affermando che la FC durante la partita risultava essere sotto quella corrispondente ad SA durante l’80% della totale durata del match, 4% sopra e 15% uguale alla FC di soglia. Manfredini, De Lellis e Bettella, hanno trovato risultati simili nel campionato italiano di prima divisione 83% sotto, 6% sopra e 10% uguale. Il valore di acido lattico alla fine della partita risulava vicino a quelli della SA (3.8 mmol/l). Il valore individuale più alto corrispondeva al palleggiatore (5,6 mmol/l) questi valori sono simili a quelli ottenuti da Manfredini, De Lellis (dati non pubblicati) alla fine di due partite della finale scudetto del campionato italiano (3,4 mmol/l), ed ancora una volta il valore più alto corrispondeva al palleggiatore (5,1 mmol/l). Kunstlinger et al. hanno riportato valori medi di 3,38 mmol/l alla fine di un incontro (il valore individuale più alto fu di 4 mmol/l). 4.13 Metabolismo lattato Considerare la pallavolo come uno sport anaerobico può essere sbagliato. Se questo fosse vero elevate concentrazioni di acido lattico dovrebbero trovarsi immediatamente alla fine di un incontro, cosa che non accade. Oltre alle limitazioni della misurazione dell’acido lattico dopo uno sforzo, in rapporto al momento Il giocatore di pallavolo ideale dovrebbe disporre di una buona comprensione tattica, essere bravo tecnicamente, forte mentalmente, rapportarsi socialmente bene con gli altri membri della squadra ed avere un’alta efficenza fisica. Nonostante ciò un giocatore potrebbe compensare certi limiti in alcuni di questi aspetti con altissimi livelli negli altri. to in cui il prelievo viene effettuato ed al fatto che il valore del lattato sanguigno rispecchia un bilancio fra la produzione, la liberazione nel sangue e la sua rimozione, bisogna considerare altri fattori per valutare la validità del lattato nel sangue come un indicatore della produzione di lattato. Il lattato viene metabolizzato all’interno dei muscoli attivi, dopo l’esercizio molto intenso (Brooks, 1987, Nordheim e Vollestad, 1990, Bangsbo, 1991) e la velocità di metabolizzazione sarà elevata se fra i periodi di esercizio viene eseguita una attività a bassa intensità. Quindi non tutto il lattato prodotto apparirà nel sangue. Inoltre il lattato liberato dai muscoli attivi al sangue viene preso molto rapidamente da divesri tessuti quale il cuore, fegato, reni ed anche i muscoli inattivi (Brooks, 1987). Un ulteriore problema è la durata dell’esercizio intenso, il quale può essere troppo corto per provocare un considerevole incremento del lattato sanguigno. Boobis, 1987 ha osservato che la con-centrazione di lattato muscolare aumentava fino a 10 mmol/l durante uno sprint di 6 sec., mentre mla concentrazione di lattato nel sangue era solo di 1,8 mmol/l e non eccedeva 5 mmol/l nel seguente periodo di riposo. Ugualmente, il lattato sanguigno era solo leggermente elevato durante ripetuti periodi di 5 minuti di esercizio intermittente ad alta intensità (Bangsbo, 1992). Il basso accumulo di lattato nel sangue è probabilmente dovuto alla sua limitata liberazione e alla sua grande diffusione ( Rowell et al., 1966, Kreisberg et al. 1970, Hermansen e Stensvold 1972, Freund e Gendry 1978, Brooks 1985, Bangsbo 1993). Appare quindi evidente che i livelli di lattato nel sangue sottostimano la sua produzione come dimostrano i fattori appena discussi, una singola determinazione del lattato sanguigno non può essere rappresentativa della sua produzione durante l’intera partita. Essa può soltanto rispecchiare la produzione di lattato nel periodo di esercizio immediatamente precedente al prelievo, ma comunque sottostimandone il valore. Nonostante quest’ultimo elemento considerato, nella pallavolo i valori di lattato non sono così elevati da giustificare 4 ALLEGATO S un significativo contributo energetico da parte della glicolisi anaerobica. La capacità anaerobica alattacida (l’ultilizzazione e resintesi delle riserve di fosfageni ed ossigeno legato alla mio-globina) sembra essere più importante. Christensen, Hedman e Saltin 1960, hanno dimostrato che l’esercizio intermittente ad alta intensità poteva essere eseguito a lungo senza segni evidenti di affaticamento e basse concentrazioni di acido lattico. Questo scenario sembra essere quello più adatto per la pallavolo e ciò è supportato dal fatto che i periodi di pausa fra le azioni di alta intensità e quelle brevi, sono di 25 e 45 sec. mentre si gioca, rispettivamente, in prima e seconda linea. Dato che il tempo medio di risintesi della fosfocreatina è piuttosto corto (dai 20 ai 40 sec. Harris et al. 1976), sembra che durante i periodi di pausa si verifichi la risintesi dei fosfageni e il ripristino delle riserve di ossigeno consumate durante il lavoro aerobicamente. Inoltre, qualsiasi lattato prodotto durante i periodi di lavoro può essere metabolizzato durante le fasi meno intense (Hermansen e Stensvold 1972). Viitasalo et al. 1987 e Conlee 1982, hanno riportato una simile diminuzione del glicogeno sia in fibre lente che veloci, durante partite di pallavolo. Questo potrebbe significare che le FTF sono utilizzate insieme alle STF durante le schiacciate, i muri e scatti, consumando fosfageni e lattato. Le STF probabilmente sono principalmente utilizzate durante i periodi di riposo, producendo energia aerobicamente; durane questi periodi di riposo in entrambe le fibre si ripristinano i fosfageni, le riserve di ossigeno e il lattato viene diffuso nel sangue, per essere in seguito eliminato. Alla luce di tutto quanto discusso precedentemente, si potrebbe affermare che la pallavolo è un’attività aerobica a media intensità e di lunga durata, durante la quale i meccanismi anaerobici sono intermittentemente coinvolti. Analizzando il contribuito aerobico e la sua importanza durante una partita sembrerebbe che i giocatori di pallavolo abbiano bisogno di una relativamente alta potenza aerobica; questa, tradi-zionalmente, è rappresentata dal VO2 max . Quindi, se l’intensità del gioco è alta, un elevato massimo consumo di ossigeno garantirebbe una buona riserva di produzione di energia aerobica, provocando un minor accumulo di lattato. Se il consumo di ossigeno durante il gioco è all’incirca il 60% del VO2 max , se ne deduce che la SA è altrettanto importante; se questa è elevata la produzione di acido lattico viene inibita durante le fasi di gioco. Inoltre la rimozione di lattato e la risintesi di fosfageni diventano più rapide se la soglia e il consumo massimo sono elevate. Analizzando la durata di un incontro (fino a 3 ore), appare che la soglia anaerobica potrebbe addirittura essere più importante che il consumo di ossigeno, perchè l’intensità media del gioco sembra essere leggermente al di sotto dell’intensità corrispondente alla soglia anaerobica. Ulteriore evidenza della natura aerobica di questo sport è stata fornita da Kunstlinger, Ludwig e Stegman 1987, che hanno esaminato diverse concentrazioni metaboliche e ormonali alla fine di vari incontri. Gli Autori concludono che la pallavolo provoca quasi gli stessi cambiamenti metàbolici di una prova di resistenza. Essi hanno trovato che le modifiche dovute all’esercizio nel lattato-glucosio, FFA e cortisolo, corrispondevano ai risultati ottenuti da Scheele ed al. 1975, dopo una corsa di 25 km. Le modifiche nelle catecolamine sembrano essere strettamente legate ai periodi di lavoro ad altissima intensità durante le partite. Essen 1978, ha dimostrato che l’esercizio intermittente ad alta intensità porta ad un incrementato metabolismo ossidativo e alla liberazione ed ossidazione degli acidi grassi, questi risultati sono simili a quelli ottenuti durante l’esercizio continuo. Giacchè il rapporto lavoro-pausa nella pallavolo risulta essere 1 : 1 come anche nello studio di Essen, i bassi valori di lattato ed elevati di FFA trovati da Kunstlinger et al. 1987, sembrano avere la stessa spiegazione. Nella pallavolo la lunga durata delle partite (60-180 min.) e di periodi di esercizio intenso possono provocare elevati livelli di catecolamine e cortisolo. La bassa concentrazione di lattato insieme alla risposta ormonale incrementerà la lipolisi del tessuto adiposo e la Beta-ossidazione del muscolo. La marcata diminuzione del glicogeno muscolare alla fine di una partita evidenzia la necessità di un consumo elevato di carboidrati in modo tale da ripristinare le riserve di glicogeno quando i giocatori sono impegnati in manifestazioni con partite ravvicinate. Fonte: Valutazione ed allenamento delle qualità fisiche nella pallavolo Sunto della “Tre Giorni” dal titolo “La preparazione fisica nella pallavolo tra scienza e realtà” tenutasi ad Ancona il 28-29-30/11/1997 5