tecniche dell`intervista individuale e di gruppo

annuncio pubblicitario
1
TECNICHE DELL’INTERVISTA INDIVIDUALE E DI GRUPPO
DOMANDE APERTE:
1) Caratteristiche della ricerca qualitativa e le differenze rispetto alla ricerca
quantitativa
La ricerca qualitativa fu utilizzata in psicologia sperimentale fin dagli inizi della
sua storia, ma fu pressochè abbandonata con l‟affermarsi dapprima del
comportamentismo (anni‟50) e poi del cognitivismo (anni „70-‟80), che posero in
primo piano l‟esperimento di laboratorio e il metodo sperimentale (o ipoteticodeduttivo), mirato a spiegare relazioni prevedibili di causa ed effetto fra eventi del
mondo empirico. L‟emergere di temi d‟indagine prima trascurati, più legati al
mondo reale, negli anni‟70, condusse a metodi diversi di raccolta dei dati, come
gli esperimenti sul campo o i resoconti soggettivi, ma la forma dei dati raccolti e il
metodo per analizzarli rimasero di tipo quantitativo. Solo nell‟ultimo decennio i
metodi qualitativi si sono affermati come metodi più adeguati alle nuove domande
di ricerca. Le caratteristiche della ricerca qualitativa e le sue differenze rispetto a
quella quantitativa sono:
RICERCA QUANTITATIVA
(Metodo ipotetico-deduttivo, o sperimentale)
L‟oggetto studiato (evento, situazione, persona) è
considerato come esemplare intercambiabile di
un campione e lo scopo è quello di giungere ad
affermazioni
generali,
applicabili
a
una
popolazione più ampia, o comparative.
L‟oggetto studiato viene scomposto nelle sue
proprietà/caratteristiche, che vengono studiate
e analizzate separatamente le une dalle altre.
L‟oggetto studiato viene isolato dal suo contesto
abituale e inserito in un contesto sperimentale
(di solito in laboratorio), che viene manipolato
dal ricercatore per produrre o forzare
determinati fenomeni/comportamenti.
Interesse per l‟“oggettività” dei fenomeni.
RICERCA QUALITATIVA
(Metodi qualitativi)
L‟oggetto studiato (evento, situazione, persona) è
visto nella sua particolarità e unicità e
analizzato in modo approfondito, prima di
procedere a un confronto di casi diversi per
elaborare una tipologia.
L‟oggetto studiato viene visto nella sua globalità
e complessità.
L‟oggetto studiato è osservato nel suo contesto
naturale, che il ricercatore evita di manipolare o
modificare.
Interesse per i significati che i partecipanti alla
ricerca attribuiscono al mondo in cui vivono.
Obiettivo della ricerca: verificare l‟applicabilità e Obiettivo della ricerca: scoperta di teorie.
la generalizzabilità delle teorie.
Finalità esplorative e descrittive della ricerca,
anche allo scopo di ottenere indicazioni a livello
operativo.
E‟
fondamentale
il
requisito
della Il requisito della rappresentatività del campione
rappresentatività del campione rispetto alla rispetto alla popolazione passa in secondo
popolazione.
piano.
© G. Bolaffio (2009)
2
Metodi di raccolta dei dati e di analisi rigorosi;
sono considerate degne di ricerca solo le
caratteristiche dell‟oggetto di studio misurabili.
Il ricercatore deve essere quanto più possibile
“asettico” e oggettivo, evitando di influenzare le
varie fasi della ricerca con la sua soggettività.
Paradigma: positivismo: esiste una realtà
oggettiva esterna, governata da leggi e
meccanismi immutabili, che il ricercatore ha
l‟obiettivo di scoprire.
Strategie di ricerca: il processo della ricerca è
considerato come una successione lineare di
fasi: progettazione, raccolta dei dati, analisi dei
dati, interpretazione e pubblicazione dei
risultati.
Tecniche di raccolta dei dati: strumenti di
rilevazione altamente strutturati.
Metodi di analisi dei dati: uso di procedure
analitiche basate sulla quantificazione e
sull‟analisi matematica e statistica.
Metodi aperti e pluralismo metodologico, in
vista della funzione pragmatica della ricerca.
Viene valorizzata la soggettività e la specificità
del ricercatore, che diventano strumenti di
analisi fondamentali.
Paradigma:
interpretativo-costruttivista
(o
naturalistico): la realtà è socialmente e
attivamente costruita dalle persone, che talvolta
possono trovarsi in conflitto, cosicchè il
medesimo fenomeno può avere significati diversi
per persone diverse.
Strategie di ricerca: il processo della ricerca è
concepito come un processo circolare, in cui le
tre fasi di progettazione, raccolta dei dati,
analisi dei dati e interpretazione dei risultati
sono interdipendenti e possono influenzarsi a
vicenda
mediante
processi
cirolari
di
retroazione.
Tecniche di raccolta dei dati: strumenti di
rilevazione a basso livello di strutturazione;
apertura e flessibilità nel raccogliere i dati.
Metodi di analisi dei dati: uso di procedure
analitiche che si affidano ampiamente alle
capacità interpretative soggettive dei ricercatore
(es.
analisi
qualitativa;
analisi
della
conversazione).
2) Limiti e potenzialità della ricerca qualitativa
Le caratteristiche della ricerca qualitativa che la differenziano dalla ricerca
quantitativa costituiscono anche le sue principali potenzialità, nel senso che sono
proprio queste caratteristiche a permettere e favorire la ricerca, e quindi
l‟ampliamento delle conoscenze, su tematiche e domande di ricerca difficilmente
affrontabili con i tradizionali metodi quantitativi di tipo ipotetico-deduttivo. Tali
caratteristiche sono:
L‟oggetto studiato (evento, situazione, persona) è visto nella sua particolarità e
unicità e analizzato in modo approfondito, prima di procedere a un confronto di
casi diversi per elaborare una tipologia.
L‟oggetto studiato viene visto nella sua globalità e complessità.
L‟oggetto studiato è osservato nel suo contesto naturale, che il ricercatore evita di
manipolare o modificare.
Interesse per i significati che i partecipanti alla ricerca attribuiscono al mondo in
cui vivono.
Obiettivo della ricerca: scoperta di teorie. Finalità esplorative e descrittive della
ricerca, anche allo scopo di ottenere indicazioni a livello operativo.
Il requisito della rappresentatività del campione rispetto alla popolazione passa
in secondo piano.
Metodi aperti e pluralismo metodologico, in vista della funzione pragmatica della
ricerca.
Viene valorizzata la soggettività e la specificità del ricercatore, che diventano
strumenti di analisi fondamentali.
© G. Bolaffio (2009)
3
Paradigma: interpretativo-costruttivista (o naturalistico): la realtà è socialmente e
attivamente costruita dalle persone, che talvolta possono trovarsi in conflitto,
cosicchè il medesimo fenomeno può avere significativi diversi per persone
diverse.
Strategie di ricerca: il processo della ricerca è concepito come un processo
circolare, in cui le tre fasi di progettazione, raccolta dei dati, analisi dei dati e
interpretazione dei risultati sono interdipendenti e possono influenzarsi a
vicenda mediante processi cirolari di retroazione.
Tecniche di raccolta dei dati: strumenti di rilevazione a basso livello di
strutturazione; apertura e flessibilità nel raccogliere i dati.
Metodi di analisi dei dati: uso di procedure analitiche che si affidano ampiamente
alle capacità interpretative soggettive dei ricercatore (es. analisi qualitativa;
analisi della conversazione).
Allo stesso tempo, tuttavia, proprio alcune di queste caratteristiche costituiscono
i principali limiti dei metodi qualitativi e le principali critiche che vengono mosse
a questi metodi:
- il fatto di considerare l‟oggetto di studio nella sua particolarità e unicità rende
più difficile avere a disposizione termini di confronto che possano aiutare a
comprenderne certi aspetti
- il fatto di considerare l‟oggetto di studio nella sua globalità e complessità e di
dare ampio spazio alla soggettività del ricercatore può rendere più difficile e
più soggetta a distorsioni la raccolta e l‟analisi dei dati
- il fatto che l‟oggetto sia studiato nel suo contesto naturale può far sì che certe
variabili sfuggano all‟osservazione
3) Spiegare uno dei metodi di analisi qualitativa
L‟analisi qualitativa dei dati prevede una molteplicità di approcci. Il materiale
raccolto mediante metodi qualitativi consiste di solito in una notevole mole di
materiale testuale, verbale, che deve essere organizzato in una forma che lo renda
gestibile e facilmente recuperabile, anche mediante appositi software. Nella
ricerca qualitativa, inoltre, l‟analisi dei dati non inizia necessariamente dopo
averli raccolti tutti, ma anche prima, guidando e modificando le fasi di raccolta
seguenti.
L‟analisi e l‟interpretazione dei dati nella ricerca qualitativa può avere due scopi:
- ridurre il testo originario parafrasando, riassumendo o categorizzando, attività
che conduce a una riduzione del materiale
- mettere in luce o contestualizzare affermazioni presenti nel testo, attività che
conduce in genere a un aumento del materiale testuale
In base a questi due scopi fondamentali, si possono distinguere due strategie
basilari nella gestione del materiale testuale, la cui scelta dipende dal tipo di
domanda di ricerca:
- codifica del materiale
- analisi sequenziale del testo
In base a questa distinzione, vi sono due tipologie di metodi di analisi:
- metodi di analisi concettuale:
- “Analisi del contenuto”
- “Analisi qualitativa” e contributo della “Grounded Theory”
- metodi di analisi sequenziale
© G. Bolaffio (2009)
4
- “Analisi della conversazione”
- “Analisi del discorso”
- “Analisi narrativa”
Prenderemo in considerazione l‟“Analisi narrativa”.
La “ricerca narrativa” è definita come qualunque studio che utilizzi o analizzi
materiale narrativo. Negli ultimi quindici anni i concetti di “narrativa” e “storia di
vita” hanno assunto particolare visibilità e, nell‟ambito della ricerca, il concetto di
“narrativa” si riferisce sia alle tecniche di raccolta dei dati, sia ai metodi di analisi
e ai risultati della ricerca. L‟approccio narrativo costituisce forse il “culmine” della
ricerca qualitativa in contrapposizione a quella quantitativa, in quanto auspica il
pluralismo, il relativismo e la soggettività.
Caratteristiche della ricerca narrativa:
- la maggior parte delle ricerche sono condotte su un piccolo numero di soggetti,
ma la quantità di materiale raccolto è solitamente notevole
- il materiale narrativo può essere analizzato rispetto a una molteplicità di
dimensioni (contenuto; struttura; stile; caratteristiche affettive; motivazioni;
atteggiamenti; livello cognitivo)
- i dati sono influenzati dall‟interazione tra soggetto e ricercatore (di solito
intervistato/intervistatore) e da altri fattori contestuali
- non vengono fatte ipotesi a priori, ma le direzioni dello studio emergono dalla
lettura del materiale raccolto; il lavoro è di tipo interpretativo, con la
consapevolezza che un‟interpretazione è sempre parziale, personale e dinamica
- proprio per la soggettività dell‟interpretazione, le scelte interpretative vanno
sempre giustificate
- la ricerca narrativa non richiede la replicabilità dei risultati come criterio di
valutazione
I tipi di analisi narrativa possono essere distinti in base a due dimensioni:
- approcci olistici / approcci categoriali
- attenzione al contenuto / attenzione alla forma
Incrociando le due dimensioni si ottengono 4 modi di leggere una narrativa, che
costituiscono altrettante tipologie di analisi narrativa:
- olistico-contenutistico (es. “studio dei casi” clinico)
- olistico-formale
- categoriale-contenutistico
- categoriale- formale
4) Validità e attendibilità della ricerca qualitativa
5) Attendibilità e validità: definire il problema e spiegare come lo si può affrontare
6) Validità dell‟analisi nell‟intervista qualitativa
La questione della valutazione della qualità della ricerca qualitativa è
fondamentale per poter attribuire a questo tipo di ricerca lo statuto di
“scientificità”. I criteri tradizionalmente utilizzati per valutare la scientificità delle
ricerche condotte secondo il paradigma ipotetico-deduttivo, o sperimentale, ossia
validità interna ed esterna e attendibilità, non sono adeguati per valutare la
ricerca qualitativa ed è per questo che essa è stata spesso criticata. Fin dalla
metà degli anni ‟80 è emersa la necessità di individuare dei criteri di valutazione
specifici per la ricerca qualitativa e alcune proposte hanno ricevuto un discreto
credito:
© G. Bolaffio (2009)
5
-
Hammersley (1992): parametri di valutazione della bontà della ricerca
qualitativa:
- capacità di far progredire la teorizzazione
- base empirica solida
- credibilità scientifica delle procedure
- possibilità di generalizzare i risultati
- attenzione per gli aspetti riflessivi della ricerca
- Miles e Huberman (1994): criteri paralleli a quelli usati nel paradigma
positivista:
- confermabilità (v. oggettività)
- dependability (v. fedeltà)
- credibilità (v. validità interna)
- trasferibilità (v. validità esterna)
In generale, per accrescere la credibilità delle procedure nella ricerca qualitativa è
opportuno ricorrere ad alcune norme:
- vista la posizione costruttivista che sta alla base della ricerca qualitativa, in
cui viene valorizzata la soggettività e la specificità del ricercatore, che
diventano strumenti di analisi fondamentali, è opportuno che il resoconto della
ricerca sia elaborato in modo tale da permettere a chiunque di seguire, passo
per passo, il percorso che ha condotto ai risultati finali e alla loro
interpretazione
- allegare alla presentazione dei risultati della ricerca la documentazione
possibilmente completa dei dati e una descrizione accurata delle procedure
utilizzate, in modo da consentire ad altri ricercatori una verifica indipendente
e una valutazione dell‟interpretazione fornita
- operazioni di verifica esterna: sottoporre la documentazione a un ricercatore
che non ha partecipato alla ricerca
- “triangolazione metodologica” in fase di raccolta dei dati
- “analisi dei casi negativi” (eccezioni alla regola)
- “member validation” o “member check”
Particolarmente gravoso è il problema della trasferibilità o generalizzabilità dei
risultati di una ricerca qualitativa, proprio perché la sua focalizzazione prevalente
è quella su contesti, situazioni e oggetti di studio specifici e su casi particolari e
unici.
La comunicazione dei risultati delle interviste discorsive avviene quindi attraverso
un dettagliato resoconto metodologico che comprende l‟illustrazione dello schema
interpretativo maturato con l‟analisi e del rapporto che lo lega alla
documentazione empirica. Una ricostruzione del percorso metodologico serve a
delineare i margini d‟incertezza che gravano sui risultati raggiunti, mentre
attraverso il resoconto riflessivo si rende visibile il processo di costruzione della
documentazione empirica. Al testo è opportuno allegare la trascrizione completa
dei colloqui d‟intervista, riportata in CD-ROM incluso al testo, o depositata in un
sito internet.
7) Cos‟è il Questioning Route
Il “Questioning route” è uno degli strumenti utilizzati nella conduzione dei Focus
Group ed è costituito da una griglia di conduzione strutturata che permette al
conduttore di porre a tutti i gruppi le stesse domande. Si tratta di un elemento
molto importante soprattutto quando il campione è stato suddiviso in gruppi in
© G. Bolaffio (2009)
6
base al criterio dell‟omogeneità intragruppo e dell‟eterogeneità intergruppo oppure
quando i gruppi sono numerosi e quindi la conduzione va assegnata a più
moderatori. Una griglia strutturata permette inoltre al committente di avere ben
chiaro che cosa verrà chiesto ai partecipanti, avendo anche conferma del fatto che
la ricerca persegua gli scopi per i quali è stata richiesta. La griglia strutturata è
inoltre utile nel caso in cui il moderatore sia ancora poco esperto nella
conduzione dei Focus Group. E‟ anche importante, tuttavia, che il conduttore non
sia troppo rigido nell‟attenersi al “questioning route”, perché ciò potrebbe
introdurre un elemento di artificiosità che potrebbe inibire la discussione. Il
conduttore dovrebbe essere flessibile nello stile, dovrebbe poter modificare il
fraseggio delle domande ed eventualmente decidere di non proporre alcune
domande nel caso in cui l‟argomento sia già stato affrontato spontaneamente. Per
questi motivi alcuni preferiscono utilizzare, anziché il “questioning route”,
semplicemente una “topic guide”, ossia un elenco delle tematiche da affrontare,
sulla base delle quali costruire le domande. Se da una parte la “topic guide”
favorisce un andamento più naturale della discussione, dall‟altra però fa
aumentare il rischio che il moderatore influenzi la discussione, che l‟analisi del
materiale risulti più complessa e che i conduttori meno esperti si sentano a
disagio.
8) Caratteristiche e fasi del brainstorming
Il “Brainstorming” è una delle tecniche utilizzate nell‟ambito del marketing in
alternativa al Focus Group, finalizzata alla generazione di idee nuove in gruppo.
Alcuni autori ritengono infatti il brainstorming uno strumento più adeguato,
rispetto al Focus Group, per la generazione di nuove idee finalizzate a sviluppare
nuovi prodotti. Il brainstorming prevede 3 fasi:
- breve presentazione del problema che s‟intende affrontare (10-15 minuti)
- fase produttiva (un‟ora circa), in cui i partecipanti sono invitati ad esprimersi
liberamente, utilizzando l‟immaginazione e producendo il maggior numero
possibile di idee nel minor tempo (in questa fase viene valorizzata la quantità
piuttosto che la qualità) e sospendendo il giudizio su quanto espresso da se
stessi e dagli altri, anche se si assume che le idee espresse dagli altri siano
utili nello stimolare le idee di ognuno in una sorta di reazione a catena
- fase di selezione (2 ore circa) in cui le idee emerse sono selezionate e discusse
9) Brainstorming e Focus Group: quali sono le differenze?
10) Differenze tra Focus Group e brainstorming
Il “Brainstorming” è una delle tecniche utilizzate nell‟ambito del marketing
finalizzata alla generazione di idee nuove in gruppo. Alcuni autori ritengono il
brainstorming uno strumento più adeguato, rispetto al Focus Group, per la
generazione di nuove idee finalizzate a sviluppare nuovi prodotti.
Il focus-group invece è una tecnica qualitativa di rilevazione per la ricerca sociale,
che si applica su piccoli gruppi animati da un conduttore (moderatore),
coadiuvato da un assistente-osservatore, che sollecita la discussione focalizzata
su un argomento specifico. Le principali differenze tra i due strumenti di
rilevazione sono:
- il brainstorming, essendo finalizzato alla generazione di nuove idee, è più
indicato per lo sviluppo di nuovi prodotti nell‟ambito del marketing, mentre il
© G. Bolaffio (2009)
7
-
focus group è utilizzabile in ambiti diversi (oltre all‟ambito del marketing,
anche ricerca accademica; ricerca in ambito territoriale e comunitario; ricerca
in ambito organizzativo; ricerca in ambito formativo; ricerca nell‟area della
salute), allo scopo di:
- esplorare come sono espressi e costruiti i diversi punti di vista
- studiare atteggiamenti ed esperienze delle persone su specifici argomenti
- analizzare come vengono costruiti socialmente la conoscenza, le idee e gli
scambi comunicativi su determinati argomenti
nel focus group il conduttore ha un ruolo più attivo, anche se comunque non
direttivo, nel guidare la discussione di gruppo
nel focus group l‟attenzione del ricercatore si focalizza non solo sulle idee,
opinioni e atteggiamenti espressi, ma anche sulle dinamiche di gruppo che ne
stanno alla base, per cui assume più importanza, rispetto al brainstorming,
l‟osservazione dei comportamenti non verbali dei partecipanti
11)
12)
Vantaggi e svantaggi dell‟intervista qualitativa
Vantaggi e svantaggi della raccolta dei dati nell‟intervista qualitativa
L‟intervista qualitativa presenta vantaggi e svantaggi. Lo stile flessibile di questo
strumento di raccolta dei dati è alla base dei suoi principali pregi:
- permette di ottenere un‟enorme ricchezza di informazioni, non ottenibile
mediante strumenti più strutturati e standardizzati
- permette al ricercatore un‟interazione più diretta, personalizzata e flessibile
con il soggetto intervistato, che gli consente di chiarire e approfondire “in
itinere”, mediante la tecnica del “probing”, gli eventuali punti poco chiari o
particolarmente significativi, oltre che di ordinare le domande a seconda dello
svolgersi dell‟interazione ed eventualmente di formulare domande anche su
ambiti inizialmente non previsti, che però emergono come significativi nel
corso dell‟intervista
- nella fase iniziale di una ricerca o della progettazione di una ricerca (ricerca di
sfondo), permette di far emergere domande di ricerca e ipotesi utili alla
presecuzione dell‟indagine
- durante lo sviluppo o nella fase finale di ricerche condotte con altri metodi (e
in particolare con metodi quantitativi), permette di ottenere un riscontro e un
approfondimento qualitativo ai risultati, facilitandone o arricchendone
l‟interpretazione
- favorisce l‟emergere di informazioni relative alla sfera intima dell‟intervistato
L‟intervista qualitativa presenta però anche svantaggi e limiti:
- richiede più tempo rispetto a strumenti più strutturati e standardizzati, sia per
la raccolta che per l‟analisi dei dati
- potenziali problemi di reattività, che a sua volta influisce sulla validità e
sull‟affidabilità: la presenza dell‟intervistatore e l‟interazione tra quest‟ultimo e
l‟intervistato può influenzare la reattività dell‟intervistato stesso e di
conseguenza le informazioni raccolte, il che incide a sua volta sulla validità dei
dati
- assenza di osservazione diretta dei naturali contesti d‟azione dell‟intervistato,
che quindi trasmette informazioni in differita a tale proposito
13) Quali elementi deve considerare il ricercatore nella selezione dei soggetti
nell‟intervista qualitativa?
© G. Bolaffio (2009)
8
Nella scelta degli intervistati o interlocutori dell‟intervista qualitativa il ricercatore
deve tener conto di alcuni aspetti:
- il numero degli intervistati varia da ricerca a ricerca e non dipende da una
“rappresentatività campionaria” come nella ricerca quantitativa, ma piuttosto
dalla qualità delle interviste stesse. In genere si fa riferimento al criterio di
“saturazione”: la rilevazione delle informazioni attraverso le interviste può
terminare quando il ricercatore ritiene che nuove interviste non
aggiungerebbero ulteriori informazioni significative; proprio per questo la
decisione riguardo il numero degli intervistati in genere non è presa a monte
dal ricercatore, ma solo dopo aver già iniziato la conduzione delle interviste
- nella scelta del numero di intervistati è opportuno tener conto del fatto che
risulta particolarmente oneroso raccogliere e analizzare un gran numero di
interviste, proprio perché esse sono piuttosto articolare e complesse
- Gorden (1975) ha proposto che la scelta degli intervistati avvenga in base alla
loro significatività per il tema e la domanda di ricerca: si possono così
distinguere 3 tipi di interlocutori:
- interlocutori chiave: non sono degli intervistati, ma degli informatori, che
aiutano il ricercatore nel prendere contatto e ottenere la cooperazione degli
intervistati
- interlocutori privilegiati: danno informazioni direttamente rilevanti per gli
obiettivi della ricerca grazie alla loro posizione strategica in un determinato
contesto
- interlocutori significativi: danno informazioni direttamente rilevanti, ma più
generali e in possesso di un numero più ampio di persone, per gli obiettivi
della ricerca
- gli intervistati vengono scelti anche sulla base di 4 interrogativi che il
ricercatore deve porsi:
- Chi ha l‟informazione rilevante? Bisogna tener conto di alcune dicotomie:
status alto/basso; tipi attivi/passivi; membri interni/estranei; soggetti
mobili/stanziali.
- Quali sono i soggetti più accessibili fisicamente e socialmente? Può
accadere che i soggetti più accessibili non siano in possesso delle altre
caratteristiche necessarie per la buona riuscita dell‟intervista.
- Chi, tra questi, è più disponibile a fornire informazioni? Vi sono “fattori di
inibizione” che possono ridurre la disponibilità degli intervistati a fornire
informazioni o indurli a rifiutare il colloquio (mancanza di tempo;
percezione di minaccia al proprio ego; etichettatura; esperienze traumatiche
connesse con le tematiche dell‟intervista)
Quali sono quelli più capaci nel comunicare le informazioni con precisione?
Dimenticanze; tendenza a fermarsi su un piano troppo generale e
superficiale.
14)
15)
Differenze e somiglianze tra intervista qualitativa e conversazione
Differenze e similarità tra intervista individuale e conversazione
L‟intervista qualitativa, e in particolare l‟intervista individuale libera, è stata
anche definita come “intervista conversazionale informale”, per evidenziare la sua
similarità con la conversazione quotidiana e in particolare il fatto che si tratta in
entrambi i casi di un‟interazione sociale basata su regole che, come in ogni
© G. Bolaffio (2009)
9
circostanza d‟interazione, segnano le modalità e le dinamiche della relazione
interpersonale (Goffman). Sono state tuttavia evidenziate anche le profonde
differenze tra l‟intervista individuale e la conversazione (Caplow), che fanno sì che
molto spesso l‟intervista, pur percepita dall‟intervistato come una conversazione
informale, risulti più gratificante. L‟intervista, infatti, non è solo una
conversazione. Essa è una forma speciale di conversazione nella quale si
impegnano in un‟interazione verbale due persone o più nell‟intento di raggiungere
una meta cognitiva predeterminata. Gli aspetti che fanno sì che spesso l‟intervista
individuale (soprattutto quella libera) risulti più gratificante rispetto alla
conversazione informale quotidiana sono:
- la partecipazione dell‟intervistato e dell‟intervistatore si fonda su “aspettative
esplicite” (parola-ascolto)
- l‟intervistatore sollecita l‟intervistato a parlare e lo ascolta senza giudicare ciò
che quest‟ultimo dice e senza contraddirlo, eliminando così la principale fonte
di resistenze che avvengono nella conversazione spontanea
- l‟intervistato percepisce l‟intervistatore come colui che ha il compito e la
responsabilità di mantenere attiva la conversazione, e ciò rende la
conversazione più “facile” da sostenere, oltre a far sembrare brevi anche le
sessioni più prolungate
16)
Tattiche di conversazione nell‟intervista
L‟intervista qualitativa, e in particolare l‟intervista individuale libera, è stata
anche definita come “intervista conversazionale informale”, per evidenziare la sua
similarità con la conversazione quotidiana e in particolare il fatto che si tratta in
entrambi i casi di un‟interazione sociale basata su regole che, come in ogni
circostanza d‟interazione, segnano le modalità e le dinamiche della relazione
interpersonale (Goffman). Sono state tuttavia evidenziate anche le profonde
differenze tra l‟intervista individuale e la conversazione (Caplow), che fanno sì che
molto spesso l‟intervista, pur percepita dall‟intervistato come una conversazione
informale, risulti più gratificante. L‟intervista, infatti, non è solo una
conversazione. Essa è una forma speciale di conversazione nella quale si
impegnano in un‟interazione verbale due persone o più nell‟intento di raggiungere
una meta cognitiva predeterminata. Il comportamento dell‟intervistatore e la sua
capacità nello svolgere il suo ruolo sono degli elementi fondamentali nella
conduzione dell‟intervista, perché possono influenzare il processo di risposta
(“Effetto rapporto”). Le funzioni dell‟intervistatore consistono in una serie di azioni
comunicative, guidate da precise tattiche conversazionali:
- presentare la ricerca (committente; obiettivi; scientificità)
- motivare e addestrare l‟intervistato al suo compito (anche mediante
operazioni di “rinforzo selettivo”)
- presentarsi in modo adeguato, conciliando in modo equilibrato
professionalità e cordialità/empatia (aspetto fisico; comportamento verbale
e non verbale)
- assicurare all‟intervistato la confidenzialità delle sue risposte
- utilizzare le tattiche di comunicazione che possono favorire la
comunicazione con l‟intervistato, la sua cooperazione, e la raccolta di dati
utili per la ricerca:
© G. Bolaffio (2009)
10
-
17)
o fornire all‟intervistato un avvio e, successivamente, consegne e rilanci
durante l‟intervista, che permettano il passaggio dal pensiero alla
verbalizzazione, sempre però secondo un principio di non-direttività
o tattiche delle pause e del silenzio
o tattiche di incoraggiamento ed estensione
o tattica del riaffermare o ripetere
o tattica della ricapitolazione
o tattica del chiarimento o approfondimento
o tattica del cambiamento di tema
o tattica della post-intervista (a registratore spento)
effettuare un probing adeguato:
- domande di follow-up
- domande di probing vero e proprio (approfondimento)
- domande di specificazione
- domande interpretative
- riformulare le affermazioni dell‟interlocutore usando le sue stesse
parole, perché costituisce sia una richiesta di conferma di quanto
si è compreso, sia un modo per rimettere l‟oggetto di discussione
all‟attenzione dell‟interlocutore o del gruppo
non “suggerire” determinate risposte
non commentare le risposte
tener conto dei fattori personali e situazionali che possono influenzare
l‟intervistato e le sue risposte
Differenze tra intervista e osservazione
L‟osservazione e l‟intervista costituiscono i principali strumenti di rilevazione dei
dati nella ricerca qualitativa. Esistono diversi tipi di osservazione (le tipologie
principali sono l‟osservazione naturalistica coperta o scoperta e l‟osservazione
partecipante, ma si può ricordare anche l‟osservazione documentaria) e diversi
tipi di intervista (per quanto riguarda il grado di strutturazione: intervista
strutturata e standardizzata chiusa; intervista strutturata e standardizzata
aperta; intervista semi-strutturata o discorsiva guidata; intervista non
strutturata, o libera ecc.; per quanto riguarda la tipologia degli intervistati o lo
scopo dell‟intervista: intervista focalizzata; intervista narrativa; intervista esperta
ecc.), ognuno dei quali si rivela più adatto a rispondere a determinati interrogativi
di ricerca. Proprio per il fatto che esistono diversi tipi di osservazione e diversi tipi
di intervista vi sono somiglianze e differenze tra questi due tipi di strumenti, a
seconda delle diverse tipologie dell‟una e dell‟altra che s‟intende mettere a
confronto. Ad un livello più generale e astratto, tuttavia, è possibile individuare
alcune differenze di base:
- nell‟intervista il ricercatore/intervistatore ha un ruolo più attivo rispetto a
quanto avvenga nell‟osservazione (sebbene debba solitamente mantenere
un ruolo non direttivo)
- nell‟intervista il ricercatore/intervistatore ha la possibilità, attraverso mirati
interventi verbali e non verbali, come ad esempio le tecniche di probing, di
orientare l‟intervistato verso gli argomenti cui è più interessato ai fini della
ricerca (ciò avviene soprattutto nell‟intervista focalizzata), mentre
nell‟osservazione egli deve limitarsi ad attendere che i fenomeni che gli
© G. Bolaffio (2009)
11
-
-
interessano avvengano spontaneamente (per questo l‟osservazione richiede
spesso tempi più lunghi)
nell‟intervista il ricercatore/intervistatore deve avere maggiori capacità di
instaurare una relazione empatica e allo stesso tempo professionale con
l‟intervistato, mentre questa capacità non è necessariamente richiesta
all‟osservatore, soprattutto nell‟osservazione coperta
nell‟intervista i dati derivano non solo dall‟osservazione dei comportamenti
(verbali e non verbali), ma anche da informazioni e riflessioni “self-reported”
da parte dell‟intervistato, che permette così all‟intervistatore di accedere ad
aspetti motivazionali, affettivi, emotivi, attitudinali non direttamente visibili
all‟esterno
18) Vantaggi e svantaggi dei metodi di registrazione delle informazioni in
un‟intervista
La registrazione delle risposte e, in genere, delle informazioni in un‟intervista può
avvenire mediante due principali modalità: l‟intervistatore può prendere appunti
durante l‟intervista; l‟intervista può essere audioregistrata o videoregistrata.
Entrambi i metodi presentano vantaggi e svantaggi. Il principale vantaggio della
registrazione dei dati tramite appunti è che non comporta la presenza di
strumenti di audio o videoregistrazione, che possono mettere a disagio
l‟intervistato o indurlo a limitare la disponibilità a fornire informazioni per il
timore dell‟uso che potrà esserne fatto. Gli svantaggi, invece sono:
- l‟intervistatore deve concentrarsi sia sull‟interazione con l‟intervistato, sia sulla
selezione dei dati da registrare negli appunti, e questo può fargli perdere
informazioni significative, ad esempio relative al linguaggio non verbale e allo
stesso tempo far percepire all‟intervistato distacco o indifferenza da parte
dell‟intervistatore
- molte informazioni andranno comunque perdute, perché non è possibile
effettuare una trascrizione completa in tempo reale, che tenga per di più conto
anche degli aspetti non verbali dell‟interazione
I vantaggi della registrazione audio o video sono:
- la raccolta dei dati è più completa ed accurata e le trascrizioni complete
riportate nel resoconto finale della ricerca permettono di ampliare
l‟ispezionabilità della base empirica della ricerca stessa
- permettono all‟intervistatore di concentrarsi sull‟interazione con l‟intervistato,
di instaurare un clima di maggiore empatia e di effettuare un probing più
adeguato; nel caso dell‟audioregistrazione, l‟intervistatore dovrà prendere
eventualmente nota solo degli aspetti più significativi relativi agli aspetti non
verbali della comunicazione, o affidarsi per questi alla memoria
Gli svantaggi della registrazione audio o video sono:
- la successiva trascrizione integrale delle interviste richiede molto tempo
- la presenza di strumenti di registrazione può mettere a disagio l‟intervistato,
limitandone la libera espressione; è opportuno, quindi, prepararlo a questa
evenienza, mettendone in luce anche l‟utilità per lui stesso, perché in questo
modo verranno evitate interpretazioni imprecise e dimenticanze da parte
dell‟intervistatore nella successiva trascrizione e analisi dei dati; in genere, se
il clima generale dell‟intervista è buono dal punto di vista relazionale e
contestuale, la presenza del registratore viene presto dimenticata
© G. Bolaffio (2009)
12
19)
Spiegare almeno due fasi dell‟intervista focalizzata
L‟intervista focalizzata è stata ideata per studiare le reazioni delle persone a
materiali-stimolo, ma viene attualmente utilizzata anche nell‟ambito di ricerche
che indagano temi di natura diversa, in assenza di materiali-stimolo. Si tratta di
un tipo di intervista semistrutturata in cui ci si focalizza su un oggetto specifico e
sul suo significato per l‟intervistato. E‟ caratterizzata da quattro aspetti:
- non direttività: è raggiunta partendo da domande non strutturate e passando
via via a domande sempre più strutturate, senza tuttavia precedere
l‟intervistato così da impedirgli di esporre il proprio punto di vista
- specificità: l‟intervista deve far emergere il significato che un oggetto-evento ha
specificatamente per l‟intervistato, impedendo che le sue affermazioni
rimangano a un livello generale
- ampiezza dei contenuti: tutti gli argomenti rilevanti per la ricerca devono
essere trattati ed è opportuno ritornare su argomenti già trattati qualora
l‟intervistato sia stato evasivo
- profondità del contesto personale: necessità di ottenere informazioni
approfondite sui sentimenti e le reazioni emotive e affettive dell‟intervistato nei
confronti dell‟oggetto-evento, attraverso domande centrate su questi aspetti
L‟intervista focalizzata prevede 4 fasi:
- studio e analisi preliminare del materiale-stimolo (oggetto, situazione, evento)
da parte del ricercatore, che ha formulato, per mezzo di un‟analisi del
contenuto, delle ipotesi sul suo significato e sui suoi effetti
- elaborazione di uno schema (scaletta) d‟intervista, a partire dall‟analisi del
contenuto e dalle ipotesi derivate
- esposizione degli intervistati al materiale-stimolo (oggetto, situazione, evento)
- intervista focalizzata, centrata sull‟esperienza soggettiva dell‟intervistato
esposto al materiale-stimolo
20)
Quali rischi comporta la domanda “Perché?”?
La domanda che inizia con “perché?” deve essere utilizzata con cautela sia nei
Focus Group sia, in generale, nell‟intervista, per due motivi:
- le persone tendono a rispondere in base all‟influenza percepita
dell‟intervistatore/moderatore o in base alla desiderabilità sociale
- si tratta di un tipo di domanda spesso percepita come intrusiva, che quindi
diventa inutile per due motivi:
- deve essere seguita da altre domande che permettano di aggirare il bias
(influenza dell‟intervistatore; desiderabilità sociale) che può derivarne
- interrompe il processo conversazionale, perché un eccesso di intrusività
percepita induce solitamente a una chiusura difensiva
21)
Intervista libera
L‟intervista libera (o non strutturata, o in profondità, o conversazionale
informale, o discorsiva libera) è una delle diverse forme d‟intervista utilizzabili
nella ricerca qualitativa ed è caratterizzata dal fatto che non è previsto alcun
canovaccio (o scaletta, o interview guide), ma le domande possono nascere in
itinere, in base a ciò che l‟intervistato dice, qualora il ricercatore ritenga utile
© G. Bolaffio (2009)
13
approfondire gli argomenti via via emergenti. Nell‟intervista libera l‟intervistato
risponde alle domande con parole sue e costruendo il discorso come desidera e
l‟intervistatore si pone in atteggiamento di ascolto. Si tratta forse del tipo di
intervista che richiede maggiore abilità da parte dell‟intervistatore, che deve
essere particolarmente preparato per quanto riguarda le capacità di ascolto e
di osservazione e deve essere in grado di utilizzare al meglio le tecniche di
probing verbali e non verbali. Egli deve saper utilizzare le tattiche di
comunicazione che possono favorire la comunicazione con l‟intervistato, la sua
cooperazione, e la raccolta di dati utili per la ricerca o comunque per gli scopi
dell‟intervista. Deve inoltre avere una capacità di controllo del proprio
comportamento verbale e non verbale tale da fornire all‟intervistato un clima
caratterizzato da empatia e allo stesso tempo professionalità. Come in tutti i
tipi di intervista, egli deve inoltre essere capace di:
- non “suggerire” le risposte
- non commentare le risposte
- tener conto dei fattori personali e situazionali che possono influenzare
l‟intervistato e le sue risposte
22)
Intervista guidata (semistrutturata)
L‟intervista discorsiva guidata (o semistrutturata) è una delle diverse forme
d‟intervista utilizzabili nella ricerca qualitativa ed è caratterizzata dal fatto che è
prevista la preparazione preliminare di una scaletta (interview guide), in cui sono
predefiniti i contenuti delle singole domande, che serve a far sì che nel corso
dell‟intervista vengano toccati, anche senza un ordine prestabilito, tutti gli
argomenti che interessano il ricercatore. A differenza di quanto avviene
nell‟intervista strutturata e standardizzata, aperta o chiusa, nell‟intervista
semistrutturata possono variare l‟ordine in cui le domande vengono poste e il loro
fraseggio. Nell‟intervista guidata l‟intervistato risponde con parole proprie e, come
in tutti i tipi di intervista, l‟intervistatore deve avere una capacità di controllo del
proprio comportamento verbale e non verbale tale da:
- non “suggerire” le risposte
- non commentare le risposte
- tener conto dei fattori personali e situazionali che possono influenzare
l‟intervistato e le sue risposte
23)
Differenze tra intervista in profondità e intervista focalizzata
L‟intervista focalizzata è stata ideata per studiare le reazioni delle persone a
materiali-stimolo, anche se viene attualmente utilizzata anche nell‟ambito di
ricerche che indagano temi di natura diversa, in assenza di materiali-stimolo. Si
tratta di un tipo di intervista semistrutturata in cui ci si focalizza su un oggetto
specifico e sul suo significato per l‟intervistato.
L‟intervista in profondità (o libera, o non strutturata, o conversazionale informale,
o discorsiva libera) è invece caratterizzata dal fatto che non è previsto alcun
materiale stimolo nè alcun canovaccio (o scaletta, o interview guide), ma le
domande possono nascere in itinere, in base a ciò che l‟intervistato dice, qualora
il ricercatore ritenga utile approfondire gli argomenti via via emergenti.
L‟intervista, in questo caso, non è quindi focalizzata sullo studio dei sentimenti e
delle reazioni del soggetto in relazione a un oggetto-situazione-evento
© G. Bolaffio (2009)
14
predeterminato e quindi non è preceduta da uno studio preliminare condotto dal
ricercatore sul materiale-stimolo che s‟intende proporre. L‟intervista libera,
inoltre, poiché non è basata su una scaletta, richiede un maggiore grado di
preparazione da parte dell‟intervistatore, che deve avere un‟elevata capacità di
controllo del proprio comportamento verbale e non verbale al fine di effettuare un
probing adeguato.
24)
25)
Tecniche di probing: a cosa servono?
Tecniche di probing (cosa sono, fare almeno due esempi)
Le tecniche di probing, utilizzate sia nell‟intervista individuale sia nel Focus
Group, sono costituite da quelle tecniche, verbali e non verbali, che
l‟intervistatore o il moderatore utilizzano in modo non direttivo per favorire il
procedere attivo della conversazione, senza tuttavia interferire nella naturalezza
del processo conversazionale. Si tratta sia di tecniche non verbali, come la
gestualità, che di tecniche verbali. Le strategie di probing verbale servono
soprattutto ad approfondire alcuni aspetti del discorso, chiedendo
all‟interlocutore di fornire ulteriori spiegazioni su quanto già espresso;
comprendono domande aggiuntive di vario tipo:
- domande di follow-up: se (fatti, problemi, situazioni) allora quali (opinioni,
cause, soluzioni)?
- domande di probing vero e proprio: su questo vi viene in mente altro?
- domande di specificazione: e quindi cosa ha fatto dopo?
- domande interpretative: ho capito bene se dico che…?
Un‟ulteriore tecnica di probing verbale consiste nel riformulare le affermazioni
dell‟interlocutore usando le sue stesse parole, perché costituisce sia una richiesta
di conferma di quanto si è compreso, sia un modo per rimettere l‟oggetto di
discussione all‟attenzione dell‟interlocutore o del gruppo.
Nell‟applicazione delle tecniche di probing, è opportuno:
- evitare di dare interpretazioni personali che minimizzino o esagerino il senso
del discorso
- evitare di riempire troppo tempestivamente i silenzi
26) Cosa deve fare un intervistatore per essere un bravo intervistatore?
27) Descrivere almeno 4 accorgimenti che un ricercatore deve considerare
durante un‟intervista
28) Accorgimenti dell‟intervistatore in una conversazione per l‟intervista
strutturata
Il comportamento dell‟intervistatore e la sua capacità nello svolgere il suo ruolo
sono degli elementi fondamentali nella conduzione dell‟intervista, perché possono
influenzare il processo di risposta (“Effetto rapporto”). Il bravo intervistatore deve:
- presentare la ricerca (committente; obiettivi; scientificità)
- motivare e addestrare l‟intervistato al suo compito (anche mediante
operazioni di “rinforzo selettivo”)
- presentarsi in modo adeguato, conciliando in modo equilibrato
professionalità e cordialità/empatia (aspetto fisico; comportamento verbale
e non verbale)
- assicurare all‟intervistato la confidenzialità delle sue risposte
© G. Bolaffio (2009)
15
-
29)
30)
utilizzare le tattiche di comunicazione che possono favorire la
comunicazione con l‟intervistato, la sua cooperazione, e la raccolta di dati
utili per la ricerca:
o fornire all‟intervistato un avvio e, successivamente, consegne e rilanci
durante l‟intervista, che permettano il passaggio dal pensiero alla
verbalizzazione, sempre però secondo un principio di non-direttività
o tattiche delle pause e del silenzio
o tattiche di incoraggiamento ed estensione
o tattica del riaffermare o ripetere
o tattica della ricapitolazione
o tattica del chiarimento o approfondimento
o tattica del cambiamento di tema
o tattica della post-intervista (a registratore spento)
effettuare un probing adeguato
non “suggerire” determinate risposte
non commentare le risposte
tener conto dei fattori personali e situazionali che possono influenzare
l‟intervistato e le sue risposte
Caratteristiche dell‟analisi del contenuto
Analizzare una delle tecniche di analisi del contenuto
L‟analisi qualitativa dei dati prevede una molteplicità di approcci. Il materiale
raccolto mediante metodi qualitativi consiste di solito in una notevole mole di
materiale testuale, verbale, che deve essere organizzato in una forma che lo renda
gestibile e facilmente recuperabile, anche mediante appositi software. Nella
ricerca qualitativa, inoltre, l‟analisi dei dati non inizia necessariamente dopo
averli raccolti tutti, ma anche prima, guidando e modificando le fasi di raccolta
seguenti.
L‟analisi e l‟interpretazione dei dati nella ricerca qualitativa può avere due scopi:
- ridurre il testo originario parafrasando, riassumendo o categorizzando, attività
che conduce a una riduzione del materiale
- mettere in luce o contestualizzare affermazioni presenti nel testo, attività che
conduce in genere a un aumento del materiale testuale
In base a questi due scopi fondamentali, si possono distinguere due strategie
basilari nella gestione del materiale testuale, la cui scelta dipende dal tipo di
domanda di ricerca:
- codifica del materiale
- analisi sequenziale del testo
In base a questa distinzione, vi sono due tipologie di metodi di analisi:
- metodi di analisi concettuale:
- “Analisi del contenuto”
- “Analisi qualitativa” e contributo della “Grounded Theory”
- metodi di analisi sequenziale
- “Analisi della conversazione”
- “Analisi del discorso”
- “Analisi narrativa”
L‟“Analisi del contenuto” è una delle procedure classiche per analizzare materiale
testuale e comprende in realtà tecniche molto diverse tra loro. Sorta negli USA nel
periodo fra le due guerre, è oggi definita come una “tecnica di ricerca per la
© G. Bolaffio (2009)
16
descrizione obiettiva, sistematica e quantitativa del contenuto manifesto della
comunicazione”. Questa tecnica consiste nella scomposizione sistematica
dell‟unità comunicativa in unità più semplici, condotta seguendo criteri espliciti e
standardizzati. Gli elementi così individuati sono poi classificati in categorie e
trasformati in variabili categoriali che è possibile sottoporre a procedure
statistiche.
L‟analisi del contenuto prevede alcune fasi:
- Individuazione delle unità di classificazione, cioè degli elementi significativi del
messaggio che permettono di verificare le ipotesi formulate. Le differenze fra le
diverse tecniche di analisi del contenuto riguardano proprio la unità di analisi
adottate e i criteri di costruzione delle categorie:
- le unità di analisi coincidono con gli elementi grammaticali della struttura
linguistica (parole, proposizioni ecc.); questo approccio si è consolidato
negli ultimi anni anche grazie alla diffusione di programmi per l‟analisi
automatica dei testi
- il contenuto preso in considerazione è anche quello extra-linguistico, ossia i
significati sottostanti agli enunciati
- Classificazione delle unità: le categorie per la classificazione delle unità di
analisi (aree tematiche) sono definite a priori in base a teorie generali sulle
quali il ricercatore fonda la sua indagine. Si utilizzano solitamente categorie
specifiche rispetto al contenuto del testo, definite nel modo meno ambiguo
possibile. Le categorie devono essere: esaustive nel loro insieme; mutualmente
escludentisi.
- Quantificazione dei dati raccolti (frequenze; percentuali) e loro interpretazione
rispetto alle ipotesi di ricerca
L‟analisi del contenuto è stata criticata per il suo riduzionismo rispetto alla
complessità dei processi comunicativi.
31)
Cos‟è l‟analisi tematica e come deve essere condotta?
Nell‟analisi delle interviste qualitative Demaziere e Dubar (2000) hanno distinto 3
atteggiamenti, cui fanno riferimento 5 diversi tipi di analisi. L‟“Analisi tematica”
rientra, con l‟“Analisi del contenuto” nell‟ambito di un atteggiamento “illustrativo”
e consiste nel recuperare in ogni intervista i passaggi che riguardano determinati
temi, allo scopo di comparare poi i contenuti di questi passaggi tra le interviste di
diversi soggetti (trasversalizzazione). Le interviste vengono scomposte in base a
macro e micro temi, in parte emersi in sede teorica e in parte in sede empirica
(indicizzazione). I brani vengono poi utilizzati per illustrare e sostenere sul piano
empirico il discorso teorico del ricercatore. Il principale merito dell‟analisi
tematica consiste nel favorire un‟analisi comparativa per temi e nel facilitare la
stesura del rapporto di ricerca, in cui ogni tema può essere oggetto di un capitolo.
32) Omogeneità/eterogeneità del campione nel focus Group
33) Omogeneità/eterogeneità dei partecipanti al Focus Group: punti di forza e
di debolezza
L‟utilizzo del focus group come strumento di rilevazione dei dati non consente di
selezionare campioni casuali e rappresentativi di una popolazione, e in genere ciò
non è neppure nell‟interesse del ricercatore, interessato piuttosto ad un campione
© G. Bolaffio (2009)
17
rappresentativo di un particolare vissuto o di una determinata esperienza. La
scelta dei partecipanti deve dunque avvenire in base ad altri criteri, tra i quali:
- quantità e qualità delle informazioni possedute riguardo il tema della ricerca
- livello di motivazione a essere coinvolti nella ricerca
- disponibilità ad esprimere le proprie opinioni in un contesto di gruppo
Le principali dimensioni lungo le quali i gruppi di discussione si distinguono tra
loro, e di cui bisogna tener conto nell‟individuazione delle caratteristiche dei
partecipanti, sono:
- omogeneità / eterogeneità rispetto a diverse variabili: status socio-economico;
età; genere sessuale; livello culturale; conoscenze riguardo il tema oggetto di
indagine. Omogeneità ed eterogeneità presentano entrambe vantaggi e
svantaggi: l‟omogeneità o la percezione di omogeneità può favorire l‟apertura e
il flusso comunicativo, ma può anche dare luogo a fenomeni di conformismo,
oltre a fornire al ricercatore informazioni ripetitive; l‟eterogeneità può favorire
la ricchezza di informazioni raccolte, ma può anche condurre a conflitti aperti
svantaggiosi ai fini della ricerca. E‟ in genere opportuno seguire alcune
indicazioni di massima:
- privilegiare l‟omogeneità intragruppo per quanto riguarda l‟età e lo status
socio-economico (altrimenti i partecipanti possono sentirsi a disagio)
- privilegiare l‟omogeneità di genere sessuale se si ritiene che l‟argomento
della ricerca possa far sorgere difficoltà nella libera espressione qualora nel
gruppo siano presenti uomini e donne
- realizzare sia gruppi omogenei che eterogenei per cultura di appartenenza
quando si intende confrontare schemi interpretativi in culture diverse
L‟ideale sarebbe costituire dei gruppi in cui vi sia abbastanza eterogeneità da
favorire la presenza e il confronto tra posizioni diverse, ma non da limitare lo
sviluppo di un linguaggio comune e l‟instaurarsi di una relazione di scambio.
Ciò che va sicuramente evitato è che in un focus group solo uno o due
partecipanti siano eterogenei rispetto agli altri per una variabile saliente.
Una strategia per garantire omogeneità ed eterogeneità nella medesima ricerca
è quella della “segmentazione”: omogeneità intragruppo ed eterogeneità
intergruppo.
E‟ opportuno, infine, che vi sia un livello minimo di omogeneità tra conduttore
e partecipanti, per non creare difficoltà nello svolgimento naturale
dell‟interazione di gruppo.
34)
35)
Scelta dei partecipanti ad un Focus Group
Criteri di selezione dei partecipanti al Focus Group
L‟utilizzo del focus group come strumento di rilevazione dei dati non consente di
selezionare campioni casuali e rappresentativi di una popolazione, e in genere ciò
non è neppure nell‟interesse del ricercatore, interessato piuttosto ad un campione
rappresentativo di un particolare vissuto o di una determinata esperienza. La
scelta dei partecipanti deve dunque avvenire in base ad altri criteri, tra i quali:
- quantità e qualità delle informazioni possedute riguardo il tema della ricerca
- livello di motivazione a essere coinvolti nella ricerca
- disponibilità ad esprimere le proprie opinioni in un contesto di gruppo
Le principali dimensioni lungo le quali i gruppi di discussione si distinguono tra
loro, e di cui bisogna tener conto nell‟individuazione delle caratteristiche dei
partecipanti, sono:
© G. Bolaffio (2009)
18
-
-
omogeneità / eterogeneità rispetto a diverse variabili: status socio-economico;
ruoli sociali; età; genere sessuale; livello culturale; conoscenze riguardo il tema
oggetto di indagine. Omogeneità ed eterogeneità presentano entrambe vantaggi
e svantaggi: l‟omogeneità o la percezione di omogeneità può favorire l‟apertura
e il flusso comunicativo, ma può anche dare luogo a fenomeni di conformismo,
oltre a fornire al ricercatore informazioni ripetitive; l‟eterogeneità può favorire
la ricchezza di informazioni raccolte, ma può anche condurre a conflitti aperti
svantaggiosi ai fini della ricerca. E‟ in genere opportuno seguire alcune
indicazioni di massima:
- privilegiare l‟omogeneità intragruppo per quanto riguarda l‟età e lo status
socio-economico (altrimenti i partecipanti possono sentirsi a disagio)
- privilegiare l‟omogeneità di genere sessuale se si ritiene che l‟argomento
della ricerca possa far sorgere difficoltà nella libera espressione qualora nel
gruppo siano presenti uomini e donne
- realizzare sia gruppi omogenei che eterogenei per cultura di appartenenza
quando si intende confrontare schemi interpretativi in culture diverse
L‟ideale sarebbe costituire dei gruppi in cui vi sia abbastanza eterogeneità da
favorire la presenza e il confronto tra posizioni diverse, ma non da limitare lo
sviluppo di un linguaggio comune e l‟instaurarsi di una relazione di scambio.
Ciò che va sicuramente evitato è che in un focus group solo uno o due
partecipanti siano eterogenei rispetto agli altri per una variabile saliente.
Una strategia per garantire omogeneità ed eterogeneità nella medesima ricerca
è quella della “segmentazione”: omogeneità intragruppo ed eterogeneità
intergruppo.
E‟ opportuno, infine, che vi sia un livello minimo di omogeneità tra conduttore
e partecipanti, per non creare difficoltà nello svolgimento naturale
dell‟interazione di gruppo.
estraneità / reciproca conoscenza: questi due aspetti possono presentare sia
vantaggi che svantaggi. In generale, nei focus group è preferibile che i
partecipanti non si conoscano tra loro e che non conoscano il moderatore, in
quanto ciò può facilitare l‟espressione del proprio punto di vista, mentre la
conoscenza reciproca può dare origine a fenomeni di conformismo, per effetto
della desiderabilità sociale, e a distorsioni sia sul piano informativo che sul
piano relazionale. Si può anche dire però che la reciproca conoscenza possa
invece migliorare i dati di ricerca sia sul piano quantitativo, sia sul piano
qualitativo. Le decisioni riguardo l‟estraneità o la reciproca conoscenza vanno
dunque prese in relazione al tema di ricerca e al grado di privacy richiesto. E‟
anche opportuno, a tutela della privacy, chiedere ai partecipanti di non
divulgare notizie o informazioni di cui siano venuti a conoscenza nel corso
della discussione, sempre che non si tratti di argomenti poco rilevanti dal
punto di vista personale. E‟ sicuramente opportuno evitare che alcuni
partecipanti si conoscano tra loro e altri siano estranei.
36)
37)
Caratteristiche del Focus Group
Definizione di Focus Group
Il focus-group è una tecnica qualitativa di rilevazione per la ricerca sociale, che si
applica su piccoli gruppi animati da un conduttore (moderatore), coadiuvato da
un assistente-osservatore, che sollecita la discussione di un argomento specifico.
Esiste perciò un gruppo di discussione di 6-10 persone, di solito costituito ad hoc
© G. Bolaffio (2009)
19
dal ricercatore, e una discussione focalizzata. Il focus-group consente di rilevare
gli atteggiamenti, le credenze e i valori di ciascun soggetto e in alcuni casi può
condurre alla formazione di un‟opinione dell‟oggetto in studio. I focus-group si
differenziano tra loro in base a due dimensioni: modalità di conduzione;
composizione del gruppo. Gli ambiti di applicazione del focus-group
comprendono, con la ricerca sociale, anche la ricerca di mercato e la ricerca
valutativa. Questo metodo di rilevazione è particolarmente indicato quando la
ricerca è volta a:
- esplorare come sono espressi e costruiti i diversi punti di vista
- studiare atteggiamenti ed esperienze delle persone su specifici argomenti
- analizzare come vengono costruiti socialmente la conoscenza, le idee e gli
scambi comunicativi su determinati argomenti
38)
Differenze tra Focus Group e tecniche nominali e Delphi
La tecnica del gruppo nominale (NGT) consiste nel far scrivere ai singoli
partecipanti le loro opinioni iniziali su un determinato argomento. Il moderatore
le raccoglie, le riassume e le rigira all‟intero gruppo, chiedendo ad ognuno una
nuova opinione, oppure riunendo il gruppo e chiedendo a ciascun partecipante di
esprimere ad alta voce le proprie idee.
La tecnica Delphi è una forma di tecnica nominale che aiuta a trovare soluzioni a
problemi complessi, potenziando la comunicazione all‟interno di un gruppo (o
panel) e nello stesso tempo limitando il potere di influenza di ciascun individuo.
Nella tecnica Delphi la riproposizione delle posizioni dei singoli partecipanti agli
altri continua fino al raggiungimento di posizioni condivise.
Le principali differenze tra il focus group e le tecniche nominali sono:
- lo scopo principale delle tecniche nominali è il raggiungimento di posizioni
condivise tra i partecipanti e la soluzione di problemi, mentre nel focus group
il ricercatore è interessato a individuare le diverse posizioni presenti nel
gruppo rispetto all‟argomento della ricerca
- nelle tecniche nominali l‟interazione tra i partecipanti è scarsa o nulla, mentre
nel focus group uno degli interessi del ricercatore è proprio quello di
identificare e analizzare le dinamiche della discussione di gruppo
- le tecniche nominali, a differenza del focus group, assicurano l‟anonimato, e
questo favorisce la libera espressione anche sui temi più delicati
39)
Tecnica Delphi
La “tecnica” Delphi è un metodo che aiuta a trovare soluzioni a problemi
complessi, potenziando la comunicazione all‟interno di un gruppo (o panel) e nello
stesso tempo limitando il potere di influenza di ciascun individuo. I partecipanti
al panel Delphi vengono stimolati a produrre le idee che ritengono più adatte a
risolvere un dato problema e a metterle per iscritto e ad inviarle al moderatore.
Quest‟ultimo le riassume e le rigira all‟intero gruppo in modo che tutti abbiano la
possibilità di rivedere individualmente le proprie posizioni, senza però doverle
difendere davanti al gruppo. La riproposizione delle strategie indicate dai
partecipanti continua fino al raggiungimento di posizioni condivise. In questo
modo diventa possibile raggiungere il consenso su una o più soluzioni al
problema proposto, assicurando l‟anominato, che favorisce la libera espressione
© G. Bolaffio (2009)
20
anche sui temi più delicati, ed evitando così di far prevalere le soluzioni avanzate
da coloro che singolarmente hanno maggiore capacità di imporsi.
40)
Vantaggi e limiti del Focus Group
Il focus-group è una tecnica qualitativa di rilevazione per la ricerca sociale, che si
applica su piccoli gruppi animati da un conduttore (moderatore), coadiuvato da
un assistente-osservatore, che sollecita la discussione focalizzata su di un
argomento specifico. Questo metodo di rilevazione è particolarmente indicato
quando la ricerca è volta a:
- esplorare come sono espressi e costruiti i diversi punti di vista
- studiare atteggiamenti ed esperienze delle persone su specifici argomenti
- analizzare come vengono costruiti socialmente la conoscenza, le idee e gli
scambi comunicativi su determinati argomenti
Il focus group, come tutti i metodi di rilevazione dei dati, presenta vantaggi e
limiti. I principali vantaggi sono:
- permette di raggiungere dei soggetti difficilmente raggiungibili con altri
strumenti di rilevazione:
- soggetti che non sono in grado di leggere e scrivere
- soggetti che non se la sentirebbero di essere intervistati individualmente in
una situazione faccia a faccia, mentre si sentono più sicuri e sostenuti in
una discussione di gruppo
- soggetti che non aderirebbero mai a un‟intervista in profondità perché
ritengono di non possedere informazioni sufficienti o abbastanza
interessanti per una ricerca che li coinvolga individualmente
- se i membri del gruppo condividono determinate caratteristiche, può costituire
un contesto facilitante per la discussione di argomenti “sensibili”
I principali limiti del focus group sono di due tipi:
- limiti dello strumento:
- i risultati non sono rappresentativi dal punto di vista statistico
- è spesso difficile fare in modo che tutti i partecipanti possano essere
presenti nello stesso luogo alla stessa ora
- i dati prodotti riflettono la natura dinamica del processo conversazionale da
cui hanno origine e ciò rende difficile effettuarne un‟analisi sistematica
- limiti derivanti da una pianificazione inadeguata o da abilità insufficienti:
- può essere difficile cogliere il punto di vista delle persone più timide o meno
assertive
- scarso o eccessivo controllo da parte del moderatore possono influenzare
pesantemente la discussione
41)
Pianificazione di un Focus Group: descrivere le principali fasi
La pianificazione della ricerca con un focus passa attraverso diverse fasi:
- progettazione: il ricercatore, che ha degli obiettivi di ricerca per finalità proprie
o per commissione, individua lo strumento del focus group come il più
indicato per le domande di ricerca cui è interessato, oppure decide di
utilizzarlo accanto ad altri strumenti, dando in quest‟ultimo caso avvio a un
disegno di ricerca multimetodo
- chiarificazione degli interrogativi cui si intende rispondere e sviluppo di una
prima ipotesi di griglia di conduzione, poi discussa e perfezionata:
© G. Bolaffio (2009)
21
- attraverso la discussione con il gruppo di ricerca
- attraverso la discussione con l‟eventuale committente
- identificazione delle caratteristiche dei partecipanti: omogeneità/eterogeneità;
estraneità/conoscenza reciproca; status; livello culturale ecc.
- test pilota e feedback con il gruppo: una volta individuata la popolazione
target, viene solitamente condotta una sessione di focus group esplorativo
preliminare, con tre scopi principali:
- verificare che le domande formulate siano comprensibili per la popolazione
target
- verificare se il tempo previsto per la discussione sia sufficiente in relazione
all‟argomento da discutere
- verificare se il tipo di dati che emerge sia rilevante rispetto all‟obiettivo della
ricerca
- costruzione di un elenco dei potenziali partecipanti: il campione del focus
group non è rappresentativo di una determinata popolazione, ma è comunque
opportuno utilizzare un metodo di campionamento, selezionando quello che si
ritiene più adatto in base alle caratteristiche del target già identificate
- reclutamento: può essere effettuato in vari modi:
- mediante agenzie specializzate
- mediante procedure di reclutamento telefonico
- mediante annunci sui giornali locali
E‟ importante che nella fase di reclutamento la ricerca sia presentata in modo
chiaro (committente; tema e scopi della ricerca; motivi per cui si richiede la
partecipazione; successivo utilizzo dei risultati).
Dopo il reclutamento si ha il focus group vero e proprio, ossia la discussione di
gruppo, condotta da un moderatore coadiuvato dall‟assistente, in un setting
adeguato. Al focus group segue la fase di trascrizione delle registrazioni e quella
dell‟analisi del materiale, che comprende anche le note dell‟assistente e del
conduttore.
42)
Descrivere fasi e modalità del campionamento per il Focus Group
L‟utilizzo del focus group come strumento di rilevazione dei dati non consente di
selezionare campioni casuali e rappresentativi di una popolazione, ma piuttosto
di un particolare vissuto o di una determinata esperienza.
Il primo passo per l‟identificazione delle caratteristiche dei partecipanti riguarda
la scelta relativa a due principali dimensioni lungo le quali i focus group si
distinguono tra loro e che presentano entrambe vantaggi e svantaggi:
- omogeneità/eterogeneità rispetto a diverse variabili: status socio-economico;
ruoli sociali; età; genere sessuale; livello culturale; conoscenze riguardo il tema
oggetto di indagine
- estraneità/conoscenza reciproca
Una volta individuate le caratteristiche dei partecipanti che si ritiene opportuno
coinvolgere nella ricerca, è necessario ricorrere ad una lista di potenziali
partecipanti già pronta o procedere alla costruzione di un elenco dei potenziali
partecipanti. Il campione del focus group non è rappresentativo di una
determinata popolazione, ma è comunque opportuno utilizzare specifici criteri di
campionamento, selezionando quello che si ritiene più adatto in base alle
caratteristiche del target già identificate. Nel caso in cui si disponga di una lista
già pronta, si può utilizzare, ad esempio, il criterio della “selezione casuale” o il
© G. Bolaffio (2009)
22
criterio della “stratificazione”. Per la costruzione di una lista ex-novo, si può
ricorrere a diverse strategie:
- comporre una nuova lista a partire da ricerche già svolte o da elenchi messi a
disposizione dagli enti che le commissionano
- farsi fornire nominativi da gruppi locali o da osservatori privilegiati della
comunità
- farsi suggerire nomi da persone attraverso la tecnica del campionamento a
palla di neve
Alla fase del campionamento segue quella del reclutamento.
43)
Accorgimenti e preparazione del setting per un Focus Group
Il setting per il focus group deve essere previsto e preparato accuratamente nella
fase di progettazione e consiste nell‟ambiente fisico in cui si svolgerà la
discussione, ma anche in altri fattori, come ad esempio la scelta del momento
della giornata più opportuno. I due principali criteri che dovrebbero stare alla
base della scelta del setting sono l‟accessibilità e il comfort. Per quanto riguarda
l‟accessibilità, è opportuno scegliere un luogo facilmente raggiungibile con i mezzi
pubblici o con l‟auto (e in questo caso bisogna accertarsi che ci sia la possibilità
di parcheggio). Per quanto riguarda il comfort, è opportuno provvedere affinchè il
gruppo possa lavorare per un paio d‟ore in assenza di distrazioni; la stanza dovrà
essere sufficientemente ampia, con una buona acustica, un‟illuminazione
adeguata; le sedie andranno sistemate in circolo, eccetto quella dell‟assistente del
conduttore, che occuperà una posizione marginale rispetto al gruppo. Il
conduttore invece starà in piedi in posizione leggermente arretrata rispetto al
gruppo: ciò permette al conduttore sia di osservare l‟intero gruppo, sia
eventualmente di annotare su una lavagna a fogli mobili le parole chiave che
emergono dalla discussione. Non è necessaria, ma è solitamente gradita, la
presenza di un tavolo per i partecipanti. Può essere inoltre indicato offrire un
piccolo rinfresco alla fine della discussione. Il setting va curato con particolare
attenzione nel caso sia prevista la partecipazione di soggetti con esigenze
particolari (es. persone anziane).
In generale, per quanto riguarda la scelta della sede, vanno privilegiati i luoghi
d‟incontro “istituzionali” della comunità o nelle sedi che promuovono o finanziano
il progetto, anche perché valorizzare il significato simbolico dei luoghi è un modo
per rinforzare il significato della partecipazione individuale. Lavorando con dei
gruppi reali, ossia non costituiti ad hoc dal ricercatore, è opportuno scegliere la
sede in cui il gruppo si riunisce abitualmente. Un‟ulteriore possibilità è costituita
dalla strategia di campionamento “piggy-back”, che consiste nel realizzare il focus
group seduta stante in occasioni di incontro programmate per altri scopi.
44) Confronto e ambiti di applicazione del Focus Group e dell‟intervista
individuale
Tra il focus group e l‟intervista individuale vi sono alcune differenze importanti:
FOCUS GROUP
Il livello di controllo da parte del conduttore è
medio: l‟interazione tra i partecipanti va lasciata
abbastanza libera per permettere la discussione
Capacità richieste al conduttore:
© G. Bolaffio (2009)
INTERVISTA INDIVIDUALE IN PROFONDITA‟
Il livello di controllo da parte dell‟intervistatore è
alto: l‟intervistatore ha una posizione di
maggiore potere rispetto all‟intervistato
Capacità richieste al conduttore:
23
- gestire l‟interazione di gruppo e utilizzarla per favorire la discussione del tema di ricerca
-
stabilire una relazione con l‟intervistato che
coniughi empatia e professionalità
utilizzare in modo proficuo le tecniche di
probing
Dati raccolti:
Dati raccolti:
- dati ricchi
- dati ricchi
- ogni partecipante ha meno tempo, rispetto - ogni intervistato ha parecchio tempo per
all‟intervista individuale, per esprimere il
esprimere il proprio pensiero e per riflettere
proprio pensiero, ma può confrontarlo onsu di esso
line con quelle degli altri
Livello di informazione richiesto ai partecipanti Livello di informazione richiesto ai partecipanti
sul tema di ricerca:
sul tema di ricerca:
- elevato, medio o basso: è l‟insieme dei dati - deve essere elevato, sia per la produttività
individuali discussi e raccolti con il focus group della ricerca sia per evitare che l‟intervistato
ad assicurare la produttività dello stesso
possa sentirsi a disagio
Gli ambiti di applicazione del focus group sono:
- ricerca accademica:
- ricerca preliminare per la costruzione di strumenti di rilevazione
quantitativi
- approfondimento degli aspetti motivazionali sottostanti ai dati di ricerche
condotte con altri strumenti di rilevazione
- ricerca con soggetti di livello culturale basso
- ricerca in ambito territoriale e comunitario:
- profili di comunità
- attivazione di processi partecipativi
- realizzazione di progetti di sviluppo di comunità
- facilitazione di processi di apprendimento tra pari
- ricerca in ambito organizzativo:
- analisi dei bisogni
- pianificazione del cambiamento organizzativo
- valutazione dell‟impatto del cambiamento organizzativo
- ricerca in ambito formativo:
- valutazione dei bisogni formativi
- definizione di un programma d‟intervento
- valutazione di processo
- valutazione di esito
- ricerca nell‟area della salute:
- analisi degli atteggiamenti verso la salute e il rischio
- definizione di un programma d‟intervento
- valutazione di processo
- valutazione di esito
- ricerca di marketing:
- creazione di nuovi prodotti
- valutazione delle risposte di potenziali clienti
- promozione del prodotto
- valutazione dell‟efficacia delle campagne informative sul prodotto
L‟intervista individuale/in profondità viene utilizzata in ambiti diversi. Millar ha
individuato 5 categorie di “interviste professionali” (“Professional Interviewing”):
- intervista di consulenza (può riguardare ambiti professionali diversi:
consulenza giuridica, consulenza lavorativa, consulenza psichiatrica ecc.)
© G. Bolaffio (2009)
24
-
intervista medica, le cui caratteristiche risentono dell‟impostazione
dell‟“intervista clinica”, basata su intersoggettività, ma anche intrasoggettività
intervista di selezione, usata per la valutazione dei candidati a un impiego
intervista di valutazione e promozione valutativa, applicata in contesti di
formazione e gestione delle risorse umane
intervista di ricerca, utilizzata come strumento di rilevazione di dati rilevanti
rispetto agli obiettivi di una ricerca (accademica, applicata ecc.)
45)
Il ruolo dell‟assistente nel Focus Group
L‟assistente nel focus group affianca il conduttore, sia aiutandolo in funzioni
comuni alle due figure, sia svolgendo funzioni specifiche. Prima dell‟inizio del
focus group l‟assistente aiuta il conduttore nella preparazione concreta del setting
(si occupa di portare i materiali di supporto, come la lavagna a fogli mobili o il
materiale-stimolo; controllo degli strumenti per l‟audioregistrazione; controllo
dell‟accessibilità del setting; controllo dell‟acustica) ed accoglie i partecipanti
favorendo l‟instaurarsi di un clima amichevole. Durante il focus group l‟assistente
svolge funzioni più specifiche:
- si occupa dell‟audioregistrazione
- osserva e prende nota di ciò che accade nel gruppo
- controlla con attenzione e prende nota del comportamento non verbale dei
partecipanti, al fine di rilevare:
- incongruenze
- forza e decisione con cui i partecipanti sostengono le rispettive opinioni
- noia o scarsa partecipazione da parte di uno o più soggetti
- disaccordo espresso in modo non verbale
- alleanze o conflittualità sistematiche tra partecipanti
- annota i temi salienti che emergono
- tiene una statistica approssimativa del grado di accordo tra i partecipanti
- annota espressioni linguistiche particolari
- trascrive verbatim frasi particolarmente significative
- pone attenzione sul grado in cui la discussione sta effettivamente rispondendo
alle domande di ricerca
Alla fine del focus group, l‟assistente dà un feedback immediato al conduttore
segnalando gli aspetti salienti emersi.
Nello svolgimento delle sue funzioni l‟assistente può avvalersi di strumenti quali
schemi e griglie di osservazione personali o la “Interaction Process Analysis” (IPA;
Bales, 1950; 1970).
46)
Compiti del moderatore nel Focus Group
Il focus-group è una tecnica qualitativa di rilevazione per la ricerca sociale, che si
applica su piccoli gruppi animati da un conduttore (moderatore), coadiuvato da
un assistente-osservatore, che sollecita la discussione focalizzata su di un
argomento specifico. Le funzioni del conduttore/moderatore nel focus group sono:
- aprire la sessione di lavoro, chiarendo ai partecipanti i temi e gli scopi della
ricerca, i motivi per cui sono stati convocati, il futuro utilizzo dei risultati della
ricerca, le regole di svolgimento del focus group (regole relative alla privacy;
necessità di registrare la sessione)
© G. Bolaffio (2009)
25
-
interagire con i partecipanti, attraverso un appropriato uso del linguaggio
verbale e non verbale, e fare in modo che essi interagiscano tra loro, in modo
da mantenere attiva la discussione, al fine di ottenere dati utili per gli scopi
della ricerca
- proporre al gruppo tutti i temi o le domande previste dalla griglia di
conduzione; talvolta astenersi dall‟intervenire, per favorire la discussione
spontanea
- utilizzare appropriate tecniche di probing, al fine di approfondire le posizioni
individuali che emergono nella discussione
Per svolgere le sue funzioni in modo adeguato il moderatore deve possedere due
tipi di abilità, che gli permettono via via di cogliere i segnali in base ai quali
calibrare, in modo non rigido ma flessibile, i propri interventi verbali e non
verbali:
- capacità di osservazione
- capacità di ascolto
47) Quali tipi di domande si possono fare nei Focus Group? Descriverne
almeno tre.
Nella pianificazione delle domande per la conduzione del focus group possono
essere utilizzati due tipi di approcci: la “topic guide” (guida per argomenti) e la
“questioning route” (griglia di conduzione strutturata). In entrambi i casi, le
domande che vengono proposte nel corso della discussione possono essere di
vario tipo, a seconda della loro funzione:
- domande di apertura: richiedono in genere ai partecipanti di presentarsi
dicendo il proprio nome e qualcosa di sé; servono a rompere il ghiaccio e a
creare un clima disteso
- domande di introduzione: possono essere accompagnate da stimoli visivi o
audiovisivi inerenti i temi di discussione e servono ad introdurre l‟argomento
di discussione
- domande di transizione: invitano i partecipanti ad approfondire maggiormente
la riflessione sulla loro personale esperienza, favorendo il passaggio alle
domande chiave
- domande chiave: sono quelle per le quali è stata attivata la ricerca e che quindi
richiedono un ruolo più attivo da parte del conduttore; sono le domande alle
quali va dedicato più tempo; è soprattutto in questa fase che il conduttore
deve mettere in campo le proprie abilità comunicative
- domande finali: hanno una funzione di sintesi e verifica del lavoro svolto; il
conduttore effettua una “restituzione” di quanto emerso, lasciando spazio per
eventuali ulteriori precisazioni
48)
Vantaggi del Focus Group rispetto all‟osservazione
I principali vantaggi del focus group rispetto all‟osservazione consistono nel
maggiore controllo che il ricercatore ha sull‟oggetto di studio e quindi nella
possibilità di orientare via via l‟interazione e la discussione di gruppo sul
particolare argomento che costituisce il tema della ricerca, mediante interventi
flessibili, verbali e non verbali. Sebbene il conduttore del focus group non debba
assumere un ruolo direttivo, egli ha comunque la possibilità di orientare la
discussione in base agli scopi della ricerca, a differenza di quanto avviene
© G. Bolaffio (2009)
26
nell‟osservazione, in cui egli ricopre un ruolo più documentaristico (e a volte
addirittura coperto, ossia ignoto agli individui o ai gruppi che sono oggetto di
studio). Queste caratteristiche del focus group fanno sì che questo strumento di
rilevazione permetta inoltre la raccolta di una maggiore quantità di dati in un
tempo minore, rispetto all‟osservazione, nella quale il ricercatore deve invece
attendere che i fenomeni oggetto di studio avvengano spontaneamente.
49) Come può essere utilizzato il Focus Group nella fase iniziale di un progetto
di ricerca?
Nella fase di costruzione di uno strumento di misura, ad esempio nella
costruzione di un questionario o di una scaletta per un‟intervista semistrutturata,
soprattutto nel caso in cui l‟oggetto della ricerca sia stato studiato e indagato
raramente e sia poco noto, o nel caso in cui su di esso esistano pareri
discordanti, è utile procedere con una fase esplorativa e di approfondimento, o
una vera e propria ricerca-pilota, volta ad indagarne le caratteristiche. Questo
lavoro preliminare può avvenire mediante strumenti quali l‟intervista cognitiva (o
metodo “thinking aloud”), l‟intervista in profondità o il “focus group”.
Nella fase iniziale di un progetto di ricerca, il focus group può essere utilizzato
allo scopo di:
- ottenere dati relativamente a un contesto d‟intervento
- ottenere informazioni sui codici linguistici propri di un determinato gruppo
- verificare che gli strumenti quantitativi predisposti per una ricerca a campione
siano comprensibili e che i termini usati siano interpretati in modo univoco dai
partecipanti
- costruire scale e questionari, usando il focus group per identificare gli item da
usare per determinate popolazioni
50)
Grounded Theory
L‟approccio della Grounded Theory (“Teoria fondata” nei dati), proposto da Glaser
e Strauss (1967), rielaborato da autori successivi, e utilizzato nell‟analisi di dati
qualitativi, è caratterizzato dal fatto che le ipotesi teoriche non sono applicate
all‟oggetto studiato, ma vengono formulate in base all‟analisi del materiale
empirico e successivamente verificate attraverso la raccolta di altri dati. Questo
approccio prevede quindi un processo circolare di interazione reciproca tra
raccolta e analisi dei dati. L‟analisi condotta sulla base della Grounded Theory
parte dalla formulazione dei concetti che emergono da un testo, per poi passare
ad una loro categorizzazione di primo livello e, infine, ad una categorizzazione di
livello superiore, in un processo che partendo dalla concretezza del materiale
empirico, procede verso categorizzazioni sempre più astratte e generali. Sulla base
del livello più astratto di categorizzazione viene poi formulata la teoria finale, che
può essere più o meno complessa e che va infine verificata rispetto ai dati
cercando di raggiungere la “saturazione teorica” (condizione in cui la teoria e i
suoi concetti sono in grado di spiegare tutti i dati raccolti, ed eventuali altri dati
non aggiungerebbero nulla).
51)
Ricerca pilota
© G. Bolaffio (2009)
27
Nella fase di costruzione dello strumento di misura, soprattutto nel caso in cui
l‟oggetto della ricerca sia stato studiato e indagato raramente e sia poco noto, o
nel caso in cui su di esso esistano pareri discordanti, è utile procedere con una
fase esplorativa e di approfondimento, o una vera e propria ricerca-pilota, volta ad
indagarne le caratteristiche. Questo lavoro preliminare può avvenire mediante
strumenti quali l‟intervista cognitiva (o metodo “thinking aloud”), l‟intervista in
profondità o il “focus group”, tutte procedure che si basano su domande aperte.
La ricerca-pilota può avere diverse funzioni:
- aiutare il ricercatore a delineare con più precisione l‟argomento della ricerca,
individuando gli elementi più semplici in cui può essere suddiviso il fenomeno
che intende indagare
- ottenere dati relativamente a un contesto d‟intervento
- ottenere informazioni sui codici linguistici propri di un determinato gruppo, in
modo da costruire eventuali strumenti di rilevazione successivi (questionari;
domande per un‟intervista strutturata) utilizzando il linguaggio dei destinatari
previsti
- verificare che gli strumenti quantitativi predisposti per una ricerca a campione
siano comprensibili e che i termini usati siano interpretati in modo univoco dai
partecipanti
- costruire scale e questionari, usando il focus group per identificare gli item da
usare per determinate popolazioni
52)
Cos‟è il CATI?
Il C.A.T.I., Computer Assisted Telephone Interviewing, è un sistema interattivo fra
intervistatore e computer basato su un software sviluppato per la raccolta dei
dati. Il questionario è inserito nel computer, nel corso della telefonata le domande
scorrono sul video e lette dall‟intervistatore all‟intervistato, e le risposte vengono
digitate dall' intervistatore sulla tastiera e immesse direttamente in memoria.
Il computer controlla automaticamente lo svolgimento dell'intervista ed effettua in
tempo reale tutte le verifiche di coerenza delle risposte impostate dal
programmatore (decise insieme al ricercatore responsabile della rilevazione e in
base alle richieste del Committente). Il ricercatore inserisce nel sistema CATI la
lista dei nominativi e numeri telefonici, relativi alle persone da intervistare
(compresa una lista di nominativi di "riserva" con la quale poter sostituire le
persone irreperibili e quelle che rifiutano di essere intervistate), in modo che il
computer possa proporli ai rilevatori sulla base di parametri di campionamento.
I vantaggi di questo strumento rispetto al questionario cartaceo sono:
- schemi di intervista lineari per l'intervistatore
- maggiore rapidità nella raccolta dei dati
- riduzione dei margini di errore da parte del rilevatore
- verifiche in linea sulla completezza delle risposte inserite
- registrazione automatica di tutti gli avvenimenti (abbandoni, mancate risposte,
motivi di non interesse, ecc.) e tutti i tempi di svolgimento dell'indagine
(giorno, orario e durata dell'intervista, tempo di collegamento, tentativi
necessari) per singola intervista e ciascun rilevatore; attribuziona automatica
di un codice univoco a ciascuna intervista; registrazione automatica dei dati
nell'archivio centrale
- elaborazione dati in tempo reale
- controllo in tempo reale dell‟andamento del campione
© G. Bolaffio (2009)
28
Svantaggi:
- tempo limitato delle telefonate
- overload di ricerca (sovraccarico) per la diffusione di indagini di ogni tipo
condotte con questo sistema > le persone iniziano a difendersi con segreterie
telefoniche o rifiutando di cooperare
- impossibilità di utilizzare scale di rilevazione, perché risulta noioso e
fuorviante
- le domande brevi vanno a discapito della quantità di informazioni reperibili
Il CATI è uno strumento di rilevazione utile soprattutto nelle ricerche di mercato,
indagini sociologiche e indagini di opinione.
53) Se l‟Università dovesse far valutare la sua offerta formativa quali metodi
userebbe?
Nel caso in cui l‟Università dovesse far valutare la sua offerta formativa gli
strumenti di rilevazione più indicati potrebbero essere un questionario
autosomministrato o eterosomministrato (intervista strutturata chiusa), allo
scopo di rilevare il livello di gradimento e soddisfazione degli studenti. Potrebbero
eventualmente essere utili dei focus group, allo scopo di discutere e analizzare i
bisogni formativi ed eventualmente definire un programma d‟intervento, con
relativa valutazione di processo e valutazione di esito qualora il programma venga
poi realizzato. I focus group potrebbero coinvolgere sia gli studenti che i docenti.
Si potrebbe ricorrere, infine, anche a questionari di autovalutazione da
somministrare ai docenti. L‟Università di Trieste, in particolare, ha attivato un
“Ufficio Studi per la valutazione” che, per la valutazione della didattica, si avvale
primariamente di questionari.
54) Ricerca sul supporto medico-ospedaliero ai congiunti dei ricoverati. Come
organizzereste la ricerca? Come selezionereste il campione? Quali metodi
utilizzereste?
Una ricerca sul supporto medico-ospedaliero ai congiunti dei ricoverati dovrebbe
utilizzare un approccio multimetodo, in quanto questo tipo di supporto può
esplicarsi su vari fronti. Sarebbe opportuno utilizzare innanzitutto un‟intervista
individuale semistrutturata, che coinvolga la direzione sanitaria, allo scopo di
raccogliere informazioni sulle modalità attraverso le quali è previsto che la
struttura ospedaliera fornisca tale supporto (presenza di un servizio sociale;
presenza di associazioni di volontariato; presenza di strutture di accoglienza e
pernottamento dei familiari nelle vicinanze della struttura ospedaliera per i casi di
ricovero prolungato, ossia di servizi di foresteria per la permanenza temporanea
gratuita dei familiari dei ricoverati; ampiezza degli orari di ricevimento dei medici;
presenza di un servizio religioso ecc.). Sarebbe poi opportuno coinvolgere nella
ricerca sia il personale, dipendente o volontario, che fornisce tale tipo di
assistenza, sia direttamente i familiari dei ricoverati, allo scopo di analizzare le
modalità e gli aspetti concreti che tale supporto assume, nonché la valutazione
che i familiari dei ricoverati ne danno. Questo tipo di informazioni potrebbero
essere rilevate sia tramite un questionario cartaceo autocompilato, sia mediante
interviste individuali semistrutturate. Un questionario sarebbe utile anche nel
caso in cui s‟intenda far seguire alla ricerca un programma d‟intervento, perché
potrebbe permettere di svolgere un‟analisi dei bisogni e delle richieste. Sarebbe
© G. Bolaffio (2009)
29
forse poco opportuno, per una ricerca di questo genere, utilizzare dei focus group
coinvolgendo i congiunti dei ricoverati, considerato che probabilmente, in
circostanze così poco felici, sarebbe difficile e poco garbato richiedere un
impegno, intellettuale, emotivo e di tempo, troppo gravoso.
55) Indagine sul mobbing nel Dipartimento dell‟Università di Trieste. Come
strutturereste la ricerca? Che soggetti coinvolgereste? Che metodo adottereste?
Un‟indagine volta allo studio dei fenomeni di mobbing all‟interno dell‟Università
potrebbe assumere la forma di uno studio multimetodo, ossia avvalersi di diversi
strumenti di rilevazione, utilizzati sequenzialmente o in parallelo, e di una
successiva triangolazione dei dati. Si potrebbe partire da un questionario cartaceo
autocompilato, che, oltre a raggiungere tutti o almeno gran parte dei potenziali
destinatari, in quanto tale assicura l‟anonimato e favorisce quindi l‟emergere di
un fenomeno che altrimenti rischia di rimanere sommerso. Potrebbe essere utile
anche ricorrere ad interviste in profondità ed eventualmente a dei focus group,
anche se quest‟ultimo strumento risulta forse meno indicato per tematiche
delicate come quella del mobbing. Nella progettazione della ricerca è opportuno
sicuramente tener conto dell‟appartenenza di genere del target. Sarebbe
opportuno coinvolgere sia il personale amministrativo, sia i ricercatori e il
personale docente, sia eventualmente anche gli studenti che svolgono all‟interno
dell‟Università attività lavorativa. Un‟indagine sul mobbing in area sanitaria
condotta dall‟Istituto Italiano di Medicina Sociale (2003), ad esempio, ha utilizzato
un questionario cartaceo autosomministrato, preceduto però da una ricerca
pilota con focus group.
56) Un‟importante istituto di ricerca vi commissiona una ricerca sulle
condizioni lavorative delle donne all‟interno del vostro ateneo. Come
sviluppereste la ricerca? Quali tecniche di intervista individuale o di gruppo
utilizzereste? Motivare la scelta.
Un‟indagine volta allo studio della condizione lavorativa delle donne all‟interno
dell‟Università potrebbe assumere la forma di uno studio multimetodo, ossia
avvalersi di diversi strumenti di rilevazione, utilizzati sequenzialmente o in
parallelo, e di una successiva triangolazione dei dati. Si potrebbe partire da un
questionario cartaceo semistrutturato autocompilato, che permetterebbe di
raggiungere tutte o almeno gran parte delle potenziali destinatarie. Sarebbe
opportuno coinvolgere sia il personale amministrativo, sia i ricercatori e il
personale docente, sia eventualmente anche le studentesse che svolgono
all‟interno dell‟Università attività lavorativa, naturalmente tenendo poi conto,
nell‟analisi dei dati, di queste distinzioni. Potrebbe anche essere utile affiancare al
questionario dei focus group, soprattutto nel caso in cui s‟intenda far seguire alla
ricerca un programma d‟intervento. Il focus group potrebbe essere utile, in questo
caso, per individuare i bisogni relativi a una migliore conciliazione tra i tempi di
lavoro e i tempi dedicati alla vita privata e, in base a questi, progettare una forma
d‟intervento.
57) Vi viene commissionata dall‟Ospedale di Trieste una ricerca sulla qualità
del rapporto medico/paziente. Spiegate quali tecniche dell‟intervista
individuale o di gruppo usereste e motivate la vostra scelta
© G. Bolaffio (2009)
30
Una ricerca sulla qualità del rapporto medico-paziente dovrebbe utilizzare un
approccio multimetodo, in quanto questo tipo di rapporto si esplica su vari fronti.
Sarebbe
opportuno
utilizzare
innanzitutto
un‟intervista
individuale
semistrutturata, che coinvolga la direzione sanitaria, allo scopo di raccogliere
informazioni sulle modalità attraverso le quali è previsto che la struttura
ospedaliera favorisca l‟instaurarsi di una relazione positiva medico-paziente
(assetto strutturale dell‟unità di ricovero; ampiezza degli orari di ricevimento dei
medici, corsi di formazione interna sugli aspetti psicologici del rapporto medicopaziente, accesso alle informazioni sanitarie ecc.). Sarebbe poi opportuno
coinvolgere nella ricerca sia il personale medico, sia i pazienti e gli ex-pazienti, sia
eventualmente anche i familiari di questi ultimi, allo scopo di analizzare le
modalità e gli aspetti concreti che tale rapporto assume, nonché la valutazione
che i pazienti ed eventualmente i loro familiari ne danno. Questo tipo di
informazioni potrebbero essere rilevate sia tramite un questionario cartaceo
semistrutturato
autocompilato,
sia
mediante
interviste
individuali
semistrutturate, allo scopo di rilevare la percezione della qualità dell‟assistenza e
la dimensione personale del vissuto ospedaliero. Un questionario sarebbe utile
anche nel caso in cui s‟intenda far seguire alla ricerca un programma
d‟intervento, perché potrebbe permettere di svolgere un‟analisi dei bisogni e delle
richieste. Sarebbe forse poco opportuno, per una ricerca di questo genere,
utilizzare dei focus group coinvolgendo i pazienti, considerato che probabilmente,
in circostanze così poco felici, sarebbe difficile e poco garbato richiedere un
impegno, intellettuale, emotivo e di tempo, troppo gravoso. Eventuali focus group
potrebbero invece coinvolgere ex-pazienti e medici, soprattutto allo scopo di
individuare i bisogni in vista di un eventuale programma d‟intervento.
DOMANDE CHIUSE:
58) A cosa serve la triangolazione dei dati?
59) A cosa serve il Focus Group?
60) Il processo di ricerca qualitativa è un processo di ricerca:
lineare/circolare/sequenziale
61) Gli informatori-chiave sono: persone che offrono informazioni rilevanti per
gli obiettivi / persone che offrono informazioni di carattere generali /
informazioni rilevanti per lo studio ma di carattere più generale
62) L‟elenco dei temi in un Focus Group viene definito: topic guide /
questioning route / semistrutturato
MATERIALE DA ALTRI ESAMI:
Un‟intervista può essere più o meno strutturata e standardizzata. Un‟intervista è
strutturata nella misura in cui sono stati determinati a priori:
- gli argomenti e i temi specifici sui quali vertono le domande
- l‟ordine in cui si pongono le domande
- la formulazione e il fraseggio preciso delle domande
In base al grado in cui questi aspetti siano stati predeterminati o meno,
l‟intervista può essere:
- non strutturata (libera)
- semistrutturata (interviste che prevedono una “scaletta”)
© G. Bolaffio (2009)
31
-
strutturata
strutturata e standardizzata (con domande aperte o con domande chiuse;
in questo secondo caso l‟intervista differisce dal questionario solo per la
modalità di somministrazione, che è orale)
Nell‟intervista strutturata le domande sono completamente predefinite quanto al
loro preciso contenuto e poste in un ordine prestabilito, ma può variare il modo in
cui la domanda viene formulata, ossia il fraseggio ( = formulazione linguistica).
1) Confronto fra intervista discorsiva e intervista strutturata
L‟intervista è una forma speciale di conversazione nella quale si impegnano in
un‟interazione verbale due persone o più nell‟intento di raggiungere una meta
cognitiva predeterminata. Esistono diversi tipi di intervista a seconda del
comportamento linguistico dell‟intervistato. L‟intervista discorsiva fornisce al
ricercatore un insieme di informazioni sull‟intervistato, relative al suo profilo
sociodemografico, alle sue credenze e atteggiamenti e inoltre segnala
perturbazioni del linguaggio e lapsus indicanti conflitti interiori. Nell‟intervista
discorsiva libera l‟intervistato risponde alle domande con parole sue e costruendo
il discorso come desidera e l‟intervistatore si pone in atteggiamento di ascolto.
Nell‟intervista discorsiva guidata (o semi-strutturata) l‟intervistatore si avvale
dell‟uso di una traccia con funzione di canovaccio, di una scaletta di argomenti e
di domande. L‟altra forma di intervista è l‟intervista strutturata in cui
l‟intervistato risponde alle domande somministrate in modo predefinito dall‟
intervistatore (questionario con fraseggio delle domande predefinito nella fase di
costruzione dello strumento di misura).
2) Analisi dell‟intervista
L‟analisi della documentazione empirica ottenuta con l‟intervista parte dalla
trascrizione della stessa, consistente nella trascrizione dell‟interazione verbale
(domande e risposte) e nella descrizione dell‟interazione non verbale (corsivo).
Segue una lettura metodica del corpus testuale e l‟inscrizione dei testi d‟intervista
all‟interno di una cornice teorica. Le procedure di analisi delle trascrizioni
possono essere informali (e in questo caso si ha una particolare valorizzazione
delle competenze teoriche, talvolta tacite, del ricercatore) o formalizzate (es.
Analisi strutturale del discorso, di Demazier e Dubar; Grounded Theory, di Glaser
e Strauss). L‟esito dell‟analisi dell‟intervista consiste in una classificazione dei
testi d‟intervista o dei soggetti intervistati, attraverso procedure informali (>
svantaggio: problemi di riproducibilità) o formalizzate (> svantaggio: macchinosità
e indeguatezza rispetto alla complessità del testo). Segue, infine, la
comunicazione dei risultati dell‟analisi stessa.
Tipi di intervista individuale:
Intervista strutturata e standardizzata con domande chiuse (intervista
standardizzata chiusa; o intervista standardizzata programmata): predefinite le
© G. Bolaffio (2009)
32
domande e il loro fraseggio, le risposte vanno scelte da una lista predefinita e
predisposta (= questionario, ma eterosomministrato oralmente)
Intervista strutturata e standardizzata con domande aperte (intervista
standardizzata aperta): predefinite le domande, con relativo fraseggio, e il loro
ordine, in modo da somministrare a tutti i soggetti la stessa sequenza di domande
con le stesse parole; il soggetto risponde con parole sue
Intervista semistrutturata (o discorsiva guidata): predefiniti i contenuti delle
singole domande in base a una scaletta/canovaccio (interview guide) che serve a
far sì che vengano toccati, senza un ordine prestabilito, tutti gli argomenti che
interessano il ricercatore; possono variare l‟ordine in cui vengono poste e il
fraseggio
Intervista non strutturata, o libera, o in profondità, o conversazionale informale, o
discorsiva libera: le domande possono nascere in itinere, in base a ciò che
l‟intervistato dice, qualora il ricercatore ritenga utile approfondire gli argomenti
via via emergenti
Inoltre, tipi particolari di interviste (sempre individuali):
intervista etnografica
intervista focalizzata
intervista narrativa
intervista esperta
© G. Bolaffio (2009)
Scarica