Le Qualità Motorie Classe 3a A Scuola Secondaria Statale di 1° grado: “Virginia Centurione” Anno scolastico 2013-2014 LA FORZA LA RESISTENZA Jessica Tommaso LA VELOCITÀ Federico LA MOBILITÀ Francesco LA COORDINAZIONE Serena L’EQUILIBRIO Alessio LE QUALITÀ MOTORIE I movimenti possono essere eseguiti in maniera diversa e personalizzata da persona a persona. Ogni gesto però deve essere adeguato allo scopo da raggiungere, questo risultato si ottiene solo sfruttando al meglio le numerose possibilità psicofisiche che il corpo mette a disposizione. Ogni movimento può essere veloce o lento, con maggiore o minore forza ecc., in tale modo si esprimono le QUALITÀ MOTORIE che sono distinte in: • coordinative (coordinazione ed equilibrio); • condizionali (forza, resistenza, mobilità e velocità). Queste costituiscono la base di ogni movimento e sono strettamente dipendenti e collegate tra loro. Dipendono inoltre dall’efficienza di tutti gli apparati e sistemi dell’organismo. Nota del Prof.: Rispetto il lavoro degli alunni della terza classe, tuttavia lo schema su riportato non è del tutto corretto rispetto alla Teoria del Movimento. La suddivisione riportata risulta troppo generica per un approfondimento specifico. La Forza La forza è la capacità di vincere una resistenza esterna grazie ai muscoli scheletrici. La resistenza può essere rappresentata da tutto il peso del corpo da una parte di esso o da un carico esterno. Essere in grado di esprimere la giusta forza è necessario, non solo per praticare sport, ma anche per compiere quei semplici gesti di cui è fatta la vita di tutti i giorni. I fattori che determinano la forza sono molti, come ad esempio: • Il volume del muscolo: maggiore è la sezione traversa del muscolo. • La qualità neuromuscolare delle fibre: le fibre bianche hanno la capacità di contrarsi con più velocità e intensità rispetto alle fibre rosse. • Frequenza degli impulsi nervosi. • La disponibilità di risorse energetiche. • Il sesso: tale sviluppo comincia a differenziarsi a vantaggio dei maschi nell’adolescenza. • I fattori genetici, cioè una certa predisposizione naturale che può riguardare anche diversi gruppi etnici. • Le forme fondamentali della forza Le forme fondamentali della forza La prima distinzione che dobbiamo operare nell’ambito della forza è quella fra: • La forza assoluta: è la forza massima che l’individuo può esprimere indipendentemente dal suo peso corporeo. • La forza relativa: considera il rapporto fra il peso e la forza prodotta. Il muscolo può riprodurre tre diversi tipi di forza: • La forza massimale: è la tensione massima che una contrazione muscolare volontaria può sviluppare per vincere un’elevata resistenza. • La forza veloce(o potenza): è la capacità di riprodurre una forza di intensità elevata nel più breve tempo possibile. • La forza resistente: è la capacità di produrre uno sforzo muscolare per un tempo prolungato. ALLENIAMO LA FORZA La forza è una qualità facilmente allenabile. Nell’allenamento devono variare: -Il carico di lavoro, -Il numero delle ripetizioni, -La velocità di esecuzione. Fino ai 15-16 anni la forza non dovrebbe essere allenata in maniera specifica per non gravare su strutture in accrescimento con carichi che potrebbero essere inadeguati e nocivi, i muscoli troppo potenti potrebbero danneggiare strutture ossee ancora giovani e deformabili, per questo alla nostra età molte attività e alcuni sport non sono consigliati, come il sollevamento pesi o la ginnastica. L’ allenamento può essere eseguito secondo un circuito. Un circuito è una sequenza di esercizi da eseguirsi un determinato numero di volte o in tempo prestabilito. Le varie forme della forza si allenano secondo i seguenti principi: -La forza massimale si allena con carichi elevati vicini al massimo valore sopportabile. Le ripetizioni sono naturalmente poche e i tempi di riposo molto alti. I carichi si aumentano con grande cautela e gradualità. - La forza veloce richiede grande velocità di esecuzione. Se questa velocità è elevata si possono usare carichi naturali. Gli esercizi più utilizzati sono i balzi, corsa a ginocchia alte e, in genere, tutti i movimenti rapidi. - La forza resistente richiede un numero elevato di ripetizioni con carichi medio-bassi e riposi ridotti. Una muscolatura allenata Negli allenamenti specifici dove si allena la forza i risultati, a differenza delle altre qualità, si notano.. LA RESISTENZA La resistenza è quella capacità fisica che permette di sostenere un determinato sforzo il più a lungo possibile. Tale abilità rispecchia l'efficienza dei sistemi energetici implicati nell'esecuzione del gesto motorio; per essere eseguito, infatti, qualsiasi movimento richiede una certa quantità di ATP (moneta energetica dell'organismo) distribuita in un certo lasso di tempo. Avere più energia a disposizione significa mantenere più a lungo lo sforzo senza cali prestativi; in poche parole, energia è sinonimo non solo di potenza, ma anche di resistenza. Pensiamo, ad esempio, ad un maratoneta: egli avrà bisogno di un flusso elevato e costante di ATP in un arco di tempo piuttosto lungo (3-4 h); al contrario, un centometrista necessita di una massiccia quantità di ATP in un tempo estremamente ridotto (10 secondi circa). Riguardo a quest'ultimo, sappiamo che dopo la partenza dai blocchi raggiunge la massima velocità nel giro di 40 metri circa, dopodiché deve cercare di mantenerla fino al traguardo; deve quindi resistere allo sforzo. Questo banale esempio ci fa capire come esistano tantissime forme di resistenza e di conseguenza vari metodi per allenarla. La resistenza generale è capacità di sostenere uno sforzo di carattere generale, spesso lontano dal gesto atletico per il quale si sta allenando la resistenza. L'esempio più comune è la corsa. La resistenza speciale è la capacità di sostenere uno sforzo molto vicino a quello di gara. La resistenza generale, al contrario della speciale, è importante per tutti, anche per chi non pratica attività fisica con ambizioni agonistiche (per chi le ha è la base su cui costruire i diversi tipi di resistenza specifica). L'organismo umano, infatti, per sua natura ha bisogno di muoversi e a tal proposito non c'è nulla di meglio dell'esercizio fisico regolare; se questa possibilità gli viene negata, presto o tardi, si ammala. Altre due particolari espressioni della resistenza sono la resistenza alla forza, cioè la capacità di opporsi ad una resistenza statica o dinamica quanto più a lungo possibile, e la resistenza alla velocità, la capacità di sostenere una velocità massimale o submassimale per tempi relativamente prolungati. LA VELOCITÀ In fisica la velocità è definita come il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo. Nello sport è la capacità di compiere un movimento nel minor tempo possibile. I componenti che caratterizzano del gesto veloce sono tre: 1. La velocità di reazione caratterizzata dal tempo minimo che trascorre da quando si riceve uno stimolo a quando compare la risposta. 2. La velocità di accelerazione o esecuzione viene subito dopo la velocità di reazione. Dipende dalla fibra presente nel muscolo scheletrico. 3. Lo spostamento o velocità gestuale che si ha sommando la velocità di reazione alla velocità accelerazione o esecuzione. Essa è data dal tempo impiegato a percorrere una certa distanza. La velocità è quindi la somma di queste tre fasi. ALLENIAMO LA VELOCITÀ Non si può veramente allenare la velocità ma si può aumentare in parte la velocità di reazione agli stimoli. Un allenamento della velocità è molto breve, dai 6 ai 12 secondi dove si fanno scatti alla massima velocità intervallati da pause dai 3 ai 5 minuti poiché molto dispendiosi di energie. In particolare l’allenamento punta a migliorare e a sviluppare: • La capacità di reazione • La capacità di accelerazione • La rapidità di spostamento • La resistenza alla velocità LA MOBILITÀ La mobilità è una delle sei qualità motorie e ci consente di eseguire tutti i movimenti possibili, dipende principalmente dalla struttura anatomica delle articolazioni. Molteplici sono le condizioni che possono influenzarla come per esempio: una temperatura calda può aumentare la qualità della prestazione, mentre il freddo può limitare l’estensione del muscolo e può portare a conseguenti infortuni, viene condizionata anche dal patrimonio genetico di ogni individuo e dal sesso di appartenenza. La mobilità è una cosiddetta capacità condizionale: esse sono coordinate dagli apparati che portano energia ai muscoli come l’apparato respiratorio che apporta energia l’ossigeno e l’apparato circolatorio che porta in circolo l’ossigeno per far lavorare i muscoli. La mobilità come tutte le altre capacità condizionali cambiano nel corso della vita e delle condizioni ambientali in cui si vive, ma a differenza delle altre (forza, resistenza, velocità ecc.) la mobilità di un essere umano diventa sempre più scarsa nell’aumentare dell’età, infatti la mobilità nei bambini è molto più sviluppata che in quella di un anziano signore. Ci sono principalmente due modi per aumentare le capacità di mobilizzazione di un essere umano: o per via interna: con esercizi fisici senza l’accompagnamento di altre persone o attrezzi come lo stretching, questo tipo di esercizio permette appunto di migliorare le capacità di una atleta dal punto di vista della mobilità; o per via esterna (con l’aiuto di attrezzi o di altri individui) LA COORDINAZIONE La coordinazione è una delle sei qualità motorie e ne usufruiamo ogni giorno. Essa infatti serve per regolare e dosare il complesso degli impegni muscolari, al fine di eseguire una qualsiasi azione con il massimo rendimento, in modo rapido, preciso e armonico. La coordinazione motoria permette la migliore espressione delle altre qualità, perché ogni movimento le necessita tutte, in modo correlato e interdipendente. Il nostro cervello, grazie alla coordinazione, riesce quindi a imparare determinati movimenti, memorizzarli e ripeterli nel migliore dei modi, talvolta anche modificandoli in base alle necessità dell’organismo in un determinato momento. Le capacità coordinative si distinguono in: CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI: • APPRENDIMENTO MOTORIO: è la capacità di acquisire nuovi gesti, impararli e stabilizzarli con la correzione e l’allenamento. • CONTROLLO MOTORIO: è la capacità di controllare i movimenti ad un determinato scopo • ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE: è la capacità che permette di adattare e trasformare i movimenti in casi estremi di cambiamento delle condizioni esterne. Le capacità coordinative generali sono costituite dalla capacità di apprendere un nuovo movimento, dalla capacità di controllarlo e regolarlo e dalla capacità di saper adattare e trasformare i movimenti che si sono appresi in base alle necessità. LE CAPACITÀ COORDINATIVE SPECIALI: • ACCOPPIAMENTO E COMBINAZIONE: è la capacità che permette di collegare tra loro delle abilità motorie già acquisite. Per esempio nella deambulazione si coordinano gambe e braccia • COORDINAZIONE OCULO-MOTORIA: è la capacità del cervello di riuscire a compiere un movimento regolato da fattori esterni. Per esempio quando un uomo effettua un salto, il suo cervello dosa la quantità di forza da impiegare per soddisfare lo sforzo in relazione alla distanza da effettuare. • DIFFERENZIAZIONE: è la capacità di saper differenziare gli stimoli quando avvengono dei cambiamenti. Per esempio un ciclista deve saper percepire se sta pedalando in pianura o in salita per poi sapersi "orientare". • EQUILIBRIO: l'equilibrio è la capacità di mantenere il corpo in una data posizione. Non esiste movimento in cui non sia coinvolto l'equilibrio che si divide in: Statico Dinamico Di volo • ORIENTAMENTO: è la capacità di muovere il corpo nello spazio e nel tempo. • RITMO: È la capacità che permette di organizzare i movimenti in maniera che l'azione risulti il più fluida ed armoniosa possibile, ciò è dato da un corretto dosaggio di tempi ed intensità a ciascun movimento. In questa capacità rientra il "tempismo esecutivo" che è l'abilità di fare le cose nel momento adatto e nello spazio giusto. • REAZIONE: È la capacità di rispondere agli stimoli con l'azione motoria più rapida e meglio adeguata alle circostanze. Si differenzia in: Semplice Complessa • TRASFORMAZIONE: è la capacità di cambiare un'azione prefissata, ciò capita spesso negli sport come il calcio, in cui il difensore, ad una finta dell'attaccante, deve elaborare un altro piano di azione per giungere al suo scopo. ALLENIAMO LA COORDINAZIONE La coordinazione è la qualità motoria più semplice da allenare, poiché ciascun gesto necessità coordinazione. Esercizi semplici come alzare la forchetta allenano la coordinazione, ma per il vero allenamento si può ricorrere ad un circuito. Il circuito può essere composto da più o meno esercizi, quelli più comuni sono saltelli con slanci delle braccia, palleggi con la palla, capovolte avanti e indietro, giochi con il cerchio, salita alla pertica, saltelli con l’ausilio della corda, circonduzioni delle braccia e slalom. L’EQUILIBRIO Una delle qualità motorie di cui godiamo è l’equilibrio. L’equilibrio è la capacità di mantenere o riacquistare con il corpo una possibile posizione stabile. A seconda del compito svolto l’equilibrio si divide in due tipologie: ◊ STATICO: tende a identificarti con la postura del corpo ◊ DINAMICO: è altrettanto correlato con la corretta esecuzione dei movimenti, soprattutto di quelli che interessano globalmente il corpo, come la deambulazione, il salto, il nuoto… Nell’uomo e nei vertebrati l’equilibrio è un’azione complessa, con rapporti stretti e continui con i meccanismi posturali , correlati con l’orientamento e alla quale collaborano: LE CARATTERISTICHE MECCANICHE: (resistenza ed elasticità) dell’apparato fasciale e legamentoso STATO FUNZIONALE DELLA MUSCOLATURA: specie la muscolatura antigravitaria FIBRE PROPRIOCETTIVE: che entrano nel midollo spinale attraversando il terzo mediale delle radici posteriori, continuando direttamente nelle vie ascendenti cerebrali (cordone laterale) e dei cordoni posteriori MOLTE VIE DISCENDENTI SPINALI in particolari di derivazioni vestibolari, reticolari e paleocerebrali.