Psicologia generale Dottoressa Enza Biacchi Psicologa Psicoterapeuta Dirigente psicologo Neuropsichiatria infantile Asl Bat Andria 1 Psicologia = Studio della psiche Psiche = parola greca che etimologicamente significa “soffio” che anima e vivifica un corpo. In questo senso Aristotele parla di psyché, come identica a bios, alla vita Umberto Galimberti “Psicologia”. Garzanti Ed., 1999 2 Psyché deriva da physéche che significa: ciò che sostiene e muove la natura Platone, Cratilo, 400b 3 Orientamenti teorici ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ Elementarismo Funzionalismo Associazionismo Comportamentismo Cognitivismo Psicologia della forma Psicologia del profondo Fenomenologia Psicologia sistemica 4 Metodi di ricerca Metodo scientifico Metodo comportamentale Metodo fenomenologico Metodo clinico Metodo psicofisico 5 Lo sviluppo della psicologia scientifica Fechner (1860): l’”anima” è una caratteristica derivante dall’organizzazione della materia Legge di Fechner: la sensazione si accresce con il logaritmo dell’intensità dello stimolo che l’ha determinata (ad eccezione dei valori più elevati e più bassi della scala di intensità) 6 Psicologia fisiologica 1879: primo laboratorio di psicologia sperimentale fondato a Lipsia da Wilhelm Wundt Utilizzo del metodo scientifico naturalistico della fisiologia Si rivolgeva alla fisiologia e non alla patologia Oggetto di studio: esperienza diretta studiata attraverso l’introspezione 7 Strutturalismo 1878, Titchener: scopo principale della psicologia sperimentale è quello di analizzare la struttura della mente Errore dello stimolo: errore che il soggetto commette quando, nell’analizzare la propria esperienza diretta, scambia gli elementi sensoriali primari con la loro associazione dovuta all’esperienza 8 Funzionalismo James: Psicologia funzionale e descrittiva non interessata alla struttura della mente, ma alle funzioni che questa svolge Influenza dell’evoluzionismo di Darwin Determinazione delle funzioni mentali anche con l’utilizzo di strumenti standardizzati; Evoluzione dei processi mentali Adattamento dell’individuo all’ambiente 9 La psicologia della Gestalt 1912: Wertheimer pubblica i risultati di ricerche sul movimento stroboscopico 1922: enunciazione dei cinque principi di Wertheimer Supremazia della struttura globale: “il tutto è qualcosa di più delle singole parti” 10 Comportamentismo 1913: Watson: la psicologia definita come un settore sperimentale delle scienze naturali, il cui scopo è la previsione ed il controllo del comportamento Oggetto di studio: il comportamento osservabile intersoggettivamente Metodo di studio: sperimentale Precursori: Thorndike e Pavlov Neocomportamentisti: Tolman, Skinner 11 Cognitivismo 1967: Neisser pubblica Cognitive Psychology Human Information Processing Oggetto della psicologia: processo di elaborazione delle informazioni che l’individuo compie Metodo di studio: computo frazioni di tempo necessarie a compiere determinate operazioni 12 Metodo scientifico 1. Oggettività 2. Variabile 3. Controllo 4. Misurazione 13 Metodo comportamentale Duplice livello di controllo: 1. Sui dati ambientali (stimolo) 2. Sui dati comportamentali (risposta) 14 Metodo fenomenologico ♦ Osservazione ♦ Distinzione tra stimolo prossimale e stimolo distale 15 Metodo clinico ♦ Il rapporto interpersonale come strumento di conoscenza ♦ Interazione tra osservante ed osservatore per cogliere l’uomo come unità inscindibile e portatore di senso 16 Metodi psicofisici ♦ Metodo dei limiti ♦ Metodo dell’errore medio o dell’aggiustamento ♦ Metodo degli stimoli costanti ♦ Metodi diretti 17 Fonti di errore 1. Fattori legati allo sperimentatore 2. Fattori legati al soggetto 3. Fattori legati al compito 18 LINGUAGGIO 19 Le basi del linguaggio Fonemi= unità minime del linguaggio che distinguono un significato Morfemi=le più piccole unità linguistiche dotate di significato Lessico= insieme di morfemi e di loro varianti utilizzati da una lingua o codice linguistico dato Biondani, 2005 20 Teorie del linguaggio Teorie strutturali: la definizione e l’attribuzione di significato si attua sulla base di una struttura associativa Teoria della creazione di prototipi: le cose sono correttamente identificate dopo essere state confrontate con il prototipo di una data categoria concettuale Biondani, 2005 21 Lo sviluppo del linguaggio La fase prelinguistica: la lallazione e i primi suoni vocalici (da 3/5 settimane a 8/9 mesi) La fase protolinguistica: - fase monoverbale (da 10 a 18 mesi) - fase del linguaggio telegrafico (18 – 24 mesi) - fase dell’acquisizione grammaticale e sintattica Biondani, 2005 22 Teorie dello sviluppo linguistico La teoria dell’imitazione La teoria del rinforzo Le teorie innatiste La teoria interazionista Biondani, 2005 23 Alterazioni del linguaggio Afasia di Broca Afasia di Wernike Biondani, 2005 24 La percezione 25 Definizione La percezione è quel processo attraverso il quale le informazioni raccolte dagli organi di senso sono organizzate in oggetti, eventi o situazioni dotati di significato per il soggetto Da G.B. Vicario (a cura di) “Psicologia sperimentale”, 1988 26 Sensazione Gli effetti immediati del contatto dei recettori sensoriali con i segnali provenienti dall’esterno, in grado di suscitare una risposta Da Canestrari, Godino “Introduzione alla psicologia generale”, 2002 27 Caratteristiche Sensazioni = elementari, immediate, immodificabili Percezioni = complesse, mediate da aspettative e ricordi, per alcuni versi modificabili da motivazioni e interessi del soggetto 28 Stimolo E’ costituito da ogni tipo di energia o evento fisico che sia in grado di suscitare una risposta a livello di un recettore Stimolo distale: mondo dei corpi fisici Stimolo prossimale: immagine del mondo distale raccolta dai dispositivi che catturano la luce come informazione 29 Modalità percettive Visione Udito Tatto Sensi chimici (olfatto e gusto) Cinestesi Equilibrio 30 La visione Stimolo = energia elettromagnetica Sensazione visiva = quando i fotorecettori della retina assorbono l’energia elettromagnetica 31 La costanza percettiva Sebbene gli indici sensoriali possano variare enormemente da un momento all’altro, molti aspetti del mondo vengono percepiti come stabili e invarianti. Ciò garantisce una certa stabilità nella percezione del mondo 32 Costanza di grandezza Tendenza pressoché automatica a compensare le variazioni di grandezza dell’immagine retinica provocate da variazioni di distanza 33 Costanza della forma Tendenza ad attribuire agli oggetti la stessa forma a dispetto della varietà di forme che essi proiettano (es. porta che si apre) 34 Costanza del colore Tendenza a a mantenere lo stesso colore dell’oggetto nonostante le variazioni del tipo di illuminazione dell’ambiente modifichino sensibilmente la quantità e la qualità di luce incidente sulla retina 35 Fenomeno figura-sfondo Tendono a essere viste come figura: Parti isolate e circoscritte; Convesse; Più chiare; Simmetriche; Regolari; Orientate nelle direzioni privilegiate dello spazio (orizzontale e verticale) 36 Veglia e stati di coscienza 37 Coscienza Consapevolezza di stimoli esterni e di eventi mentali interni (Natsoulas, 1983) Il senso di identità personale, la capacità di separare ciò che fa parte di sé da ciò che è esterno rispetto a sé (James, 1890) 38 Spazio conscio e inconscio Modello cognitivista Conoscenza procedurale Conoscenza dichiarativa Modello freudiano Es Io Super Io 39 Cervello e coscienza Coscienza e attività neuronale La specializzazione dei due emisferi 40 L’attenzione Attenzione selettiva Attenzione divisa Vigilanza focalizzata 41 LA MEMORIA La biblioteca della mente 42 Il sistema memoria Processi di acquisizione e codificazione Processi di ritenzione e immagazzinamento Processi di recupero 43 Ebbinghaus e i compiti di memoria Rievocazione Riconoscimento Riapprendimento 44 Rievocazione casa erba granaio minestra 45 albero moneta autobus automobile candela arma Gli effetti seriali Effetto primacy Effetto recency Indici di richiamo 46 Riconoscimento erba cuore arma bicicletta automobile autobus 47 telefono minestra ponte moneta albero rupe casa porta granaio barca pipistrello fucile I processi di trasformazione attiva del ricordo Omissione dei dettagli: quelli incoerenti con la comprensione della storia Razionalizzazione: rendere la storia più coerente e chiara, con l’introduzione di nuovi elementi che servono per connettere ed integrare Alterazioni di ordine (sequenza dei fatti), di rilievo (di importanza degli elementi), di accento (di espressività degli elementi) Distorsioni affettive ed emozionali (es. testimonianze oculari) 48 I livelli di memoria Memoria sensoriale Memoria a breve termine Memoria a lungo termine Memoria permanente 49 Sviluppo della memoria Memoria motoria (I° anno) Memoria iconica (II° e III° anno) Memoria semantica o linguistica (dal IV° anno) 50 L’oblio (1) Dèfaillance spontanea: in mancanza di ripetizione il ricordo diviene sempre più tenue e instabile Riproduzione erronea: al posto dell’immagine mentale che è stata dimenticata si utilizza un sostituto che assomiglia più o meno all’originale andato perduto (es. dislessia) Oblio per interferenza: arrivo simultaneo o nella stessa fase di segnali provenienti da canali adiacenti – – 51 Interferenza proattiva Interferenza retroattiva L’oblio (2) Oblio per confusione: concentrazione attentiva troppo ristretta su una parte del campo Oblio motivato: meccanismo attraverso il quale nascondiamo le nostre umiliazioni, i fallimenti ed i comportamenti inadeguati (es. rimozione) Oblio traumatico: ostacoli nella fase di registrazione e codificazione della traccia 52 Cause organiche dell’oblio Amnesia anterograda: perdita di memoria limitata a fatti successivi al danno cerebrale (es. psicosi di Korsakoff, morbo di Alzheimer)) Amnesia retrograda: perdita di memoria che riguarda i fatti accaduti in precedenza al danno cerebrale (es. shock elettroconvulsivi, traumi cranici ripetuti) 53 L’APPRENDIMENTO Capacità di modificare pensieri e comportamenti in funzione di quel che è accaduto in passato 54 Condizionamento classico (Pavlov) Stimolo incondizionato Stimolo condizionato Risposta incondizionata Risposta condizionata 55 • • • • • • Acquisizione Estinzione Recupero spontaneo Riacquisizione Generalizzazione Discriminazione 56 Thorndike Legge dell’effetto: L’effetto di soddisfacimento derivante dalla risposta che porta al successo rende più probabile il suo verificarsi Biondani, 2005 57 Condizionamento operante (Skinner) Quando una risposta è seguita da un certo esito, è più probabile si ripeta di nuovo Biondani, 2005 58 Condizionamento operante • • • • Rinforzo negativo Rinforzo positivo Modellaggio Rinforzo intermittente Biondani, 2005 59 • L’apprendimento latente • L’insight Biondani, 2005 60 EMOZIONI E MOTIVAZIONI Condividono una stessa radice etimologica nelle parole latine “emovere” e “movere”. In senso stretto: Emozione = muovere fuori Motivazione = muovere verso 61 Domande • Motivazioni: perché facciamo o siamo spinti a fare qualcosa? • Emozioni: come ci sentiamo dentro, cosa proviamo, nel fare o tendere a fare qualcosa? 62 Emozioni Fenomeni come rabbia, paura, sorpresa, disgusto, che, in presenza di determinati eventi o situazioni, insorgono dall’interno coinvolgendo la persona intensamente al di là della sua consapevolezza ed intenzionalità 63 Motivazioni Fenomeni correlati a bisogni, fini e strategie che si definiscono in posizione intermedia, con una funzione di raccordo e di regolazione nei rapporti tra la persona e l’ambiente 64 La persona motivata è portatrice di un bisogno da soddisfare, è orientata al perseguimento di un fine, è impegnata nello sviluppo e nel dispiegamento di una strategia 65 Le emozioni sono “sistemi coordinati” o “sindromi reattive multidimensionali” che svolgono una parte essenziale nel rapporto tra l’individuo e l’ambiente, che interessano l’organismo e la personalità a tutti i livelli e presentano aspetti e componenti diverse 66 Le emozioni umane si offrono all’indagine con due aspetti distinti: una specifica attivazione neurovegetativa e comportamentale osservabile una specifica esperienza soggettiva descritta da chi fa l’esperienza 67 • Emozioni primarie = particolarmente radicate biologicamente • Emozioni complesse = risultano combinazioni delle primarie, condizionate e plasmate dall’esperienza 68 • Emozioni positive: gioia, sorpresa • Emozioni negative: rabbia, paura, vergogna, disprezzo, disgusto 69 Componenti delle emozioni • Risposte fisiologiche (alterazioni della frequenza cardiaca e respiratoria, della pressione sanguigna, della conduttività elettrica della pelle) • Risposte motorie strumentali (attaccare, fuggire, gridare) • Risposte motorie espressive (alterazioni della mimica facciale, dei gesti, della voce) • Vissuto (modificazioni dell’umore, rappresentazioni e significati) 70 Teoria “Viscerale” o “Periferica” delle emozioni James e Lange (1884) Il sentimento dell’emozione non è all’origine, ma piuttosto la conseguenza delle modificazioni organiche periferiche che, nel loro insieme, non sono altro che risposte riflesse automatiche a stimoli provenienti dall’esterno 71 Teoria centrale delle emozioni (Cannon) La risposta emotiva è conseguente alla stimolazione di certe precise zone profonde del cervello, i nuclei dell’ipotalamo 72 Teoria dell’attivazione dell’arousal (Lindsley ) L’emozione coincide con uno stato di attivazione funzionale (arousal) che non sembra diverso da un tipo di emozione all’altro. 73 Sviluppo e manifestazione delle emozioni • Fino a 6 settimane di vita = eccitazione indifferenziata. Reazioni a stimoli interni • Dalla 6^ settimana = emozioni positive e emozioni negative • Con il passare del tempo = reazione emotiva articolata in tutte le sfumature espressive dell’adulto 74 Universalità delle espressioni emotive Per le emozioni fondamentali (felicità, tristezza, ira, disgusto, sorpresa e paura) esiste, insieme ad una struttura universale, anche una componente appresa e culturalmente determinata (Esperimenti di Ekman) 75 Fenomenologia delle emozioni In base alla loro fonte possono essere classificate in: – emozioni – emozioni – emozioni – emozioni somatiche situazionali sociali e relazionali cognitive e autoriflessive 76 Emozioni somatiche • Fondo emozionale (umore) • Paura • Ansia 77 Emozioni situazionali • • • • • • • Gioia Buon umore Soddisfazione Ilarità Collera Preoccupazione Sorpresa 78 Emozioni sociali e relazionali • • • • Amore Altruismo Antipatia Aggressività 79 Emozioni cognitive • Interesse • Speranza • Emozione religiosa 80 Teorie sulla motivazione • • • • Freud: la teoria delle pulsioni Maslow: la piramide dei bisogni McClelland: le tre motivazioni di base Atkinson: aspettativa x valore 81 TEORIA DELL’ATTRIBUZIONE OTTIMISTA SUCCESSO FALLIMENTO Personale (E’ merito mio) Pervasivo/Generale Permanente/Stabile Impersonale (Non è dipeso da me) Specifico/Limitato/ Circoscritto Contingente/Occasionale/ Transitorio PESSIMISTA Impersonale (Non è dipeso da me) Specifico/Limitato/ Circoscritto Contingente/ Occasionale/Transitorio Personale (E’ colpa mia) Pervasivo/Generale Permanente/Stabile 82 PERSONALITA’ Deriva dal latino persona, che indica la maschera che si assume in una recita o il personaggio Le dramatis personae erano contemporaneamente i personaggi della commedia e le maschere che gli attori portavano sul volto per indicare la loro caratterizzazione 83 Definizione La personalità è una particolare integrazione e organizzazione degli elementi sia fisici che psichici che ha come risultato un particolare modo di adattarsi dell’individuo all’ambiente 84 Le caratteristiche e gli aspetti che distinguono una data personalità e permettono di classificarla e categorizzarla vengono chiamati tratti 85 Modello di Ippocrate I 4 umori di base e i 4 tipi puri: Bile nera Bile bianca Flegma Sangue Melanconico Collerico Flemmatico Sanguigno 86 Le teorie dei tratti Enfatizzano l’importanza della predisposizione primaria su tutti gli altri fattori attivi nella diversificazione della personalità: 1. 2. 3. Teoria dei tratti di Allport Teoria dei tratti di Cattel Teoria tipologica dei tratti di Eysenck 87 Teoria di Allport Gerarchia dei tratti: 1. 2. 3. Tratti cardinali Tratti centrali Tratti secondari 88 Teoria di Cattell 16 tratti o fattori di personalità bipolari: tratti di superficie tratti sotterranei 89 Teoria di Eysenck Risposte specifiche Risposte abituali Tratti Tipi 90 Modello di Sheldon Endomorfi: forme arrotondate e preminenza della zona viscerale e del bacino Mesomorfi: forme più squadrate, maggiore sviluppo toracico e muscolare e aspetto atletico Ectomorfi: esili e di aspetto fragile con preminenza di sviluppo degli arti rispetto al tronco 91 La patologia mentale E’ molto improbabile che i disturbi mentali possano essere ricondotti ad una singola causa. Molto spesso fattori psicologici agiscono in modo diverso a seconda delle predisposizioni individuali, oppure certe caratteristiche somatiche e fisiche inducono con maggiore frequenza esperienze che marcano lo sviluppo psichico. 92 Quando un disturbo ha una causa riconosciuta (es. la paralisi progressiva), diciamo che è una malattia Quando invece è caratterizzato da una costellazione di segni e sintomi che si verificano insieme ma che non si possano ricondurre ad una causa o meccanismo comune, diciamo che è una sindrome 93 Classificazione dei disturbi mentali Psicosi Nevrosi Disturbi del carattere 94 L’INTELLIGENZA La capacità generale di adattare il proprio pensiero e condotta di fronte a condizioni e situazioni nuove (Louis William Stern) La capacità di risolvere, con l’aiuto del pensiero, problemi nuovi (Edouard Claparède) Biondani, 2005 95 Le sette capacità primarie (Thurstone) Comprensione verbale Fluidità verbale Capacità numerica Visualizzazione spaziale Memoria Ragionamento Velocità percettiva 96 Tipologie di intelligenza (Gardner) Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza linguistica musicale logico-matematica spaziale corporeo-cinestetica personale A personale B 97 Il quoziente d’intelligenza E’ il rapporto tra l’età mentale e l’età cronologica QI = EM/EC X 100 = dove: EM = età mentale EC = età cronologica 98 IMPORTANTE Il punteggio del QI non è mai una misura assoluta. Esso riflette invece la posizione relativa di un individuo rispetto alle prestazioni degli altri individui di pari età presenti nel campione di standardizzazione 99 Classificazione OMS menomazioni dell’intelligenza Ritardo mentale Gravissimo QI<20 Ritardo mentale grave QI 20-30 Ritardo mentale moderato QI 35-49 Ritardo mentale lieve QI 50-70 100 Fasi di sviluppo dell’intelligenza Fase dell’intelligenza “percettivo motoria” (da 0 a 2 anni) Fase dell’intelligenza “rappresentativa pre-operatoria” (da 2 a 7 anni) Fase dell’intelligenza “operatorioconcreta” (da 7 a 11 anni) Fase dell’intelligenza “operatorioastratta” (da 11 a 15 anni) 101 Intelligenza ed invecchiamento In generale le prestazioni nei test di capacità generale possono aumentare fino all’età di 60 anni nelle persone sane e attive L’eventuale declino è attribuibile soprattutto a danni del cervello 102 IL PENSIERO E’ l’attività psichica superiore dell’uomo, consistente nel recupero e nella manipolazione di informazioni codificate in precedenza, a volte a scopo di risolvere problemi, a volte senza alcun fine determinato 103 Le operazioni del pensiero Analizzare Sintetizzare Paragonare Collegare Organizzare Controllare 104 La soluzione dei problemi Risolvere un problema significa trovare la strada per passare dallo stato di disposizione iniziale a quello finale o meta da raggiungere 105 Tappe del problem solving Stato iniziale Mete o finalità Set o insieme di operazioni 106 Strategie di problem solving La strategia per prove ed errori Le soluzioni logico-cognitive 107 PROBLEMA Un paziente ha un tumore gastrico. E’ impossibile operarlo e se il tumore non viene distrutto il paziente morirà. Esiste un tipo di radiazione che può distruggere il tumore se lo raggiunge tutto in una volta ed ad alta intensità. Purtroppo a questa intensità viene distrutto anche il tessuto sano. Ad una intensità minore i raggi non danneggiano il tessuto sano ma non agiscono sul tumore. Come fare per distruggere il tumore senza distruggere anche il tessuto sano? 108 ANALOGIA Un piccolo paese è retto da un dittatore che si trova in una fortezza posta in mezzo ad esso. Molte strade portano alla fortezza. Un generale ribelle intende conquistarla e sa che attaccando con tutto il suo esercito ci riuscirà. Però le strade che portano alla fortezza sono minate in maniera tale che se vi transita un grande numero di uomini tutti insieme le mine esploderebbero facendone strage. Se, invece, passano dei piccoli gruppi per volta, le mine non esplodono. Con dei piccoli gruppi per volta, però, non sarà possibile prendere la fortezza. La soluzione consiste nel suddividere l’esercito in tanti gruppi più piccoli, uno per ogni strada d’accesso (in modo tale che le mine non esplodano) e di farli procedere contemporaneamente in modo che l’intero esercito nello stesso momento si trovi all’attacco della fortezza. 109 SOLUZIONE Per distruggere il tumore allo stomaco in modo selettivo e salvare il malato bisogna usare le radiazioni a bassa intensità facendole procedere contemporaneamente da molti punti diversi, in modo che, essendo molto deboli, non distruggano i tessuti sani che attraversano e orientarle in modo che tutti i raggi convergano esattamente sul tumore. In questo punto soltanto, nella zona bersaglio, l’intensità sarà così alta da distruggere il tumore 110 ADHD Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività Informazioni base Cos’è l’ADHD ? Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione, impulsività e iperattività Indicazioni e strategie terapeutiche per i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit attentivo e iperattività. Conferenza Nazionale di Consenso. Cagliari, 6-7 Marzo 2003. Sintomi nucleari dell’ADHD Deficit di attenzione Iperattività Impulsività Inattenzione ♦ Deficit di attenzione focale e sostenuta ♦ Facile distraibilità (stimoli banali) ♦ Ridotte capacità esecutive (compiti scolastici, attività quotidiane, gioco) ♦ Difficoltà nel seguire un discorso ♦ Interruzione di attività iniziate ♦ Evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo DSM IV (American Psychiatric Association) Iperattività ♦ Incapacità di stare fermi ♦ Attività motoria incongrua e afinalistica ♦ Gioco rumoroso e disorganizzato ♦ Eccessive verbalizzazioni ♦ Ridotte possibilità di inibizione motoria DSM IV (American Psychiatric Association) Impulsività ♦ Difficoltà di controllo comportamentale ♦ Incapacità di inibire le risposte automatiche ♦ Scarsa capacità di riflessione ♦ Difficoltà a rispettare il proprio turno ♦ Tendenza ad interrompere gli altri ♦ Incapacità di prevedere le conseguenze di una azione ♦ Mancato evitamento di situazioni pericolose DSM IV (American Psychiatric Association) SOTTOTIPI SECONDO il DSM-IV Inattenzione + Iperattività/impulsivita combinato solo inattenzione solo iperattività / impulsività prevalentemente inattentivo prevalentemente iperattivo/impulsivo Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche. Approvazione CD: 24 Giugno 2002 La frequenza del disturbo Un bambino ogni 100 alunni (4 classi di 25 alunni) ha l’ADHD in forma severa Gli studi epidemiologici, condotti in molti paesi del mondo, compresa l’Italia, stimano che dal 3 al 5% della popolazione in età scolare presentai l’ADHD. La prevalenza delle forme particolarmente severe è stimata intorno all’1% della popolazione in età scolare. Indicazioni e strategie terapeutiche per i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit attentivo e iperattività. Conferenza Nazionale di Consenso. Cagliari, 6-7 Marzo 2003. Le cause dell’ADHD EZIOLOGIA Modello integrato L’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattoriale i fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi: genetici, neuro-biologici, ambientali. Neuroanatomica Neurochimica Genetica ADHD Fattori biologici acquisiti Fattori Ambientali Spencer TJ et al. Trattamento dei Bambini e degli Adolescenti con Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività nell’Assistenza Primaria Pediatrica. PCC Visuals 2002. Neuroanatomica Neurochimica Genetica ADHD Fattori biologici acquisiti Fattori Ambientali Neuroanatomica Neurochimica Genetica ADHD Fattori biologici acquisiti Fattori Ambientali Neuroanatomi a Neuroanatomica Neurochimica Aree del Sistema Nervoso Centrale di dimensioni inferiori: ♦Encefalo ♦Gangli (∼4%): lobo frontale destro (∼8%) della base (∼6%) Normalizzazione (∼18 anni) ♦Cervelletto (12%) Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8 anni) Ulteriore riduzione (∼18 Volume cerebrale totale Neuroanatomica Neurochimica Controlli > ADHD P <0.003 ml 1100 1000 900 Maschi NV Maschi con ADHD Femmine NV Femmine con ADHD 5 7 9 11 13 Età (anni) Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8 15 17 19 21 Neuroanatomica Neurochimica Neurofisiologia – flusso ematico SPECT Normale ADHD Lobo frontale Corteccia sensomotoria Kuperman et al 1990 Cervelletto Neuroanatomica Neurochimica Neurofisiologia – PET Attivazione di reti neuronali diverse Normal Normale ADHD ADHD Stroop task negli adulti con ADHD Bush et al. - 1999 Society of Biological Psychiatry Neuroanatomica Neurochimica Genetica ADHD Fattori biologici acquisiti Fattori Ambientali Fattori Biologici Acquisiti Esistono cause acquisite ? • • • Esposizione intrauterina ad alcool o nicotina Nascita pretermine e basso peso alla nascita Disturbi cerebrali (encefaliti, traumi) Fattori biologici acquisiti Barkley R.A. – Deficit di Attenzione ed Iperattività – Le Scienze n°365, Gennaio 1999 Neuroanatomica Neurochimica Genetica ADHD Fattori biologici acquisiti Fattori Ambientali Fattori ambientali modulano l’effetto dei fattori biologici Instabilità familiare Conflitto genitoriale Disturbi psicologici dei genitori Scarsa competenza dei genitori Rapporto negativo bambino-genitori Fattori Ambientali FATTORI RISCHIO Disposizione genetica PROCESSI Reti neurali alterate Fattori biologici acquisiti Autoregolazione alterata Inattenzione, Iperattività, Impulsività Interazioni negative Condizioni sfavorevoli in famiglia o a scuola con figure di attaccamento Disturbi/problemi associati Döpfner et al 2002 La Diagnosi STRUMENTI utili per la DIAGNOSI interviste semi-strutturate questionari auto o eterosomministrati tecniche di osservazione comportamentale test cognitivi-neuropsicologici OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE importante l’osservazione in contesti diversi La sintomatologia • • • • • • • • Si riduce e può non essere osservabile in setting altamente strutturati in situazioni nuove in attività interessanti quando il bambino è seguito individualmente in contesti sorvegliati se frequentemente ricompensato durante attività brevi e rapide Peggiora particolarmente • • • • in setting non strutturati durante attività ripetitive in situazioni noiose in presenza di molte distrazioni • con scarsa sorveglianza • se serve attenzione sostenuta o sforzo mentale • durante attività lente e prolungate Cosa succede se l’ADHD non viene diagnosticato e trattato? Compromissione funzionale L’ADHD è un disturbo neurobiologico diagnosticabile che, se non viene correttamente trattato, può incidere pesantemente su tutti gli aspetti della vita dei bambini e delle loro famiglie Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche. Approvazione CD: 24 Giugno 2002 Le alterazioni funzionali e le sue conseguenze nei contesti sportivi E’ proprio in un ambiente come quello della palestra, dove ci si aspetta che i bambini prestino attenzione alle lezioni, e alle istruzioni stiano seduti magari in ordine e svolgano le attività in gruppo, o a coppie in cui disattenzione, iperattività e impulsività si rendono più evidenti pur essendo costantemente presenti durante l’intera giornata Di conseguenza i bambini e gli adolescenti con ADHD: Non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi Possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti, Possono avere bisogno di un allenatore personale Non tengono il passo dei loro compagni e, Se hanno raggiungono livelli superiori, spesso abbandonano Rakesh Jain et al, Journal of Clinical Psychiatry, JCP Visuals, vol 5 (6) July 2003 Le alterazioni funzionali e le sue conseguenze a casa • A casa l’impatto dell’ADHD si ripercuote su tutta la famiglia • I genitori pensano di non esser capaci di svolgere il loro compito in quanto il loro figlio non rispetta le regole familiari e non si comporta in maniera adeguata • Fratelli e/o sorelle del bambino/adolescente con ADHD soffrono per il comportamento dirompente e spesso vengono trascurati dai genitori Rakesh Jain et al, Journal of Clinical Psychiatry, JCP Visuals, vol 5 (6) July 2003 Le alterazioni funzionali e le sue conseguenze in situazioni sociali I bambini e gli adolescenti con ADHD : Vengono costantemente ripresi e/o puniti per i loro comportamenti Possono avere difficoltà a legare con i coetanei Tendono ad essere distruttivi o aggressivi Sono rifiutati dai compagni di gioco e dai coetanei Vengono così isolati e/o emarginati L’intera famiglia soffre a causa del disturbo del figlio perché non più coinvolta nelle attività sociali con amici e parenti Rakesh Jain et al, Journal of Clinical Psychiatry, JCP Visuals, vol 5 (6) July 2003 Le alterazioni funzionali e le conseguenze su sé stessi • L’autostima dei bambini/adolescenti con ADHD è compromessa dal giudizio negativo degli insegnanti, della famiglia e dei coetanei • Gli individui con ADHD, si sentono spesso rifiutati e non amati • Si vedono come poco intelligenti e non hanno fiducia in se stessi • Spesso, la mancanza di autostima porta ad un comportamento di autodistruzione Rakesh Jain et al, Journal of Clinical Psychiatry, JCP Visuals, vol 5 (6) July 2003 Crescendo…. Iperattività ed impulsività si riducono L’inattenzione e le difficoltà esecutive persitono (Achembach, 1995; Hart, 1995) Crescendo…. Iperattività ed impulsività si riducono L’inattenzione e le difficoltà esecutive persitono (Achembach, 1995; Hart, 1995) Aumentata probabilità di subire traumi, di avere ricoveri ambulatoriali, accessi al PS e ricoveri ospedalieri (309 soggetti, follow-up di 15 anni) Leibson et al., Use and costs of medical care for children and adolescents with and without ADHD, Jama 2001; 285: 60-66 Interventi terapeutici “Ogni intervento va adattato alle caratteristiche del soggetto in base all’età, alla gravità dei sintomi, ai disturbi secondari, alle risorse cognitive, alla sua situazione familiare e sociale” Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche. Approvazione CD: 24 Giugno 2002 cm Scopo degli interventi terapeutici è quello di… - migliorare relazioni interpersonali con genitori, genitori, fratelli fratelli,, insegnanti e coetanei;; coetanei - diminuire i comportamenti dirompenti e inadeguati inadeguati;; - migliorare le capacità di apprendimento scolastico e nello sport - aumentare le autonomie e l’autostima; l’autostima; - migliorare l’accettabilità sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini BIF 12 N.5 2006 Gli interventi terapeutici sono rivolti a…. Bambino Famigla Scuola sport INTERVENTI Psicoeducazione bambino Farmacoterapia Terapia cognitivo-comportamentale famiglia Psicoeducazione Parent training Scuola sport Psicoeducazione Training per gli insegnanti Interventi rivolti al bambino Psicoeducazione Obiettivi modificare l’accettabilità sociale del disturbo favorire la comprensione delle caratteristiche del soggetto migliorare il funzionamento globale del soggetto migliorare le relazioni interpersonali familiari ed extrafamiliari diminuire i comportamenti dirompenti ed inadeguati potenziare le capacita di apprendimento scolastico aumentare le autonomie e l’autostima Interventi rivolti al bambino Terapia cognitivo-comportamentale ……più efficace con il crescere dell’età….. Obiettivi • Essere consapevole del disturbo e conoscere le sue caratteristiche comportamentali e cognitive Imparare ad usare le procedure di problem solving e di autogestione per migliorare l’auto-monitoraggio e il raggiungimento degli obiettivi • Applicare il training di autoistruzione per migliorare autodiretti l’apprendimento e per ridurre le lacune accademiche • • • Utilizzare procedure di training delle abilità sociali, delle abilità di comunicazione e di controllo della rabbia per ridurre i problemi di interazione sociale Impiegare le procedure cognitive e il training delle abilità sociali per ridurre bassa autostima e depressione Interventi rivolti alla famiglia Psicoeducazione Parent training Il Parent Training si svolge con incontri periodici semi-strutturati (circa 10) con i genitori diretti a fornire loro informazioni sull'ADHD e sull'applicazione di strategie comportamentali. http://www.iss.it/adhd/ IL PARENT TRAINING Vuol dire…. Fare esercitare i genitori a comprendere i comportamenti del figlio e ad implementare atteggiamenti costruttivi Non significa far diventare i genitori Strutturare un ambiente che favorisca l’autoregolazione e la riflessività !!! co-terapeuti Insegnare ai genitori alcune tecniche educative ed ampliare il loro bagaglio di strategie (Vio et al, Il bambino con ADHD, 1999 ed. Erickson) IL PARENT TRAINING genitori più riflessivi, coerenti ed organizzati figli più autonomi nel trovare modalità alternative di pensiero e di comportamento (Gian Marco Marzocchi , Claudio Vio , Francesca Offredi Il bambino con deficit di attenzione/iperattività Diagnosi psicologica e formazione dei genitori, 1999 Erickson) Gli interventi rivolti agli insegnanti Psicoeducazione Interventi rivolti agli insegnanti Training per gli insegnanti Obiettivi Conoscere il disturbo Comprendere i processi cognitivi che sottendono i comportamenti Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali Rispettare le caratteristiche di apprendimeto del bambino Prestare attenzione alla dimensione psicologica Francesca Offredi , Claudio Vio , Tiziana De Meo , Cesare Cornoldi Iperattività e autoregolazione cognitiva Cosa può fare la scuola per il disturbo da deficit di attenzione/iperattivitàOffredi, Vio, De Meo, Cornoldi, Iperattività e autoregolazione cognitiva, ed Erick Elena Bassi , Giorgio Filoramo , Mario Di Pietro L’alunno iperattivo in classe Problemi di comportamento e strategie educative, ed Erickson Bisogna prima di tutto ricordare che… …il bambino/adolescente con ADHD… Il ragazzino ADHD spesso… non programma l’attività non è rivolto verso degli obiettivi non è proteso verso un risultato se lo è… non lavora con DETERMINAZIONE non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è non riconosce il livello di difficoltà del compito è caotico e frettoloso Non tollera…… le frustrazioni gli sbagli lo sforzo mentale costante l’attesa del risultato Le classiche misure disciplinari sono controproducenti minacce di punizione oppositività--chiusura oppositività note e rimproveri punizioni compiti scolastici sospensione disistima di sè rifiuto-disinvestimento utilità secondaria Cosa può fare l’insegnante…. L’insegnante può: - instaurare delle routine - stabilire delle regole - offrire informazioni di ritorno Instaurare delle routine Tutte le regolarità e le scadenze prestabilite lo aiutano a comprendere • cosa • come • quando…. Più routine si realizzano meno instabile sarà il comportamento ESEMPI di routine • ingresso in classe ad un’ora fissa • routine di inizio lezione (prendere visione di tutto il materiale utile per la lezione) • presentazione delle attività della giornata • scansione dei tempi di lavoro • pause concordate • dettatura compiti per casa e controllo • routine di saluto e di uscita a fine lezione Stabilire delle regole avere regole chiare e conosciute da tutti … • aiuta ad organizzare i propri spazi e i tempi • a sapere in anticipo quali azioni sono errate • a prevedere con anticipo esiti e conseguenze REGOLE della CLASSE regole condivise discutere con i ragazzi le regole da ratificare dando loro la possibilità di approvarle e/o modificarle • le regole devono essere proposizioni positive e non divieti • devono essere semplici ed espresse chiaramente • devono descrivere azioni in modo operativo • dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati • devono essere poche (8-10) Proposte e non divieti • Vietato alzarsi dal posto prima del suono della campana • Vietato parlare senza avere alzato al mano • Alzarsi dal posto appena la campana suona • Tenere alzata la mano per 5 secondi per chiedere la parola STABILIRE I TEMPI DEL LAVORO • i ragazzi con ADHD sono poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà • abituarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere sempre più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro Tempi di lavoro Pochissimo tempo Poco tempo Tempo medio Molto tempo Difficoltà Facile Alla mia portata Difficile Offrire informazioni di ritorno • spiegare perché si è verificata una determinata conseguenza • dare chiare indicazioni sul grado di correttezza del suo comportamento • riflettere sulle alternative Lezione efficace seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio dell’ora usare tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi) presentare l’argomento in modo stimolante (con figure, audiovisivi, ponendo interrogativi) strutturare il più possibile i compiti rendendo esplicite le procedure per il loro svolgimento usare un tono di voce variato, vivace alternare compiti attivi, che richiedono ai ragazzi di interagire e compiti passivi (l’ascolto di una spiegazione) In particolare accorciare i tempi di lavoro spezzettando un lavoro lungo con delle pause ricorrere spesso al canale visivo far ripetere al ragazzo le informazioni rilevanti La presa di decisioni La maggior parte delle persone non osservano un criterio di razionalità perfetta, in particolare in condizioni di incertezza. Si tende ad abusare di strategie intuitive e a trascurare le strategie dettate dalla logica formale e dalla statistica Euristica della rappresentatività Euristica della disponibilità 174