Didattica domiciliare Presentazione Oltre agli aspetti legati al modo di interagire e relazionarsi all’interno di un contesto molto diverso da quello scolastico, un insegnante chiamato a svolgere attività didattica a domicilio deve preoccuparsi di riprodurre, per quanto possibile, l’ambiente scolastico all’interno della casa dell’alunno a cui è rivolto il servizio. In altre parole organizzare uno spazio-scuola a domicilio. Parallelamente dovrà cercare, di volta in volta, di individuare le più efficaci metodologie didattiche in ragione delle specifiche esigenze dell’allievo, con la consapevolezza di dover sviluppare un progetto in grado di inserirsi in un percorso formativo già in atto e condiviso con la scuola di appartenenza. Allo scopo, può essere utile per l’insegnante, prendere contatto con colleghi che abbiano già avuto modo di maturare esperienze nel contesto dell’istruzione domiciliare, o quanto meno consultare, quando possibile, la documentazione di tali esperienze. 1 La scuola che va a casa Un insegnante che mette in opera un intervento di Istruzione Domiciliare deve preoccuparsi di riprodurre, per quanto possibile, l’ambiente scolastico all’interno della casa dell’alunno a cui è rivolto il servizio. L’insegnante che presta servizio a domicilio, si trova nella condizione di dover assumere un ruolo diverso da quello abituale, in cui, di solito, si impegna in prima persona ad accogliere l’allievo all’interno dell’aula scolastica, nel luogo, cioè, deputato alla sua istruzione/educazione. In un contesto di Istruzione Domiciliare è, invece, il docente a dover essere accolto e accettato, perchè è la casa stessa dell’allievo che definisce lo spazio nel quale costruire l’ambiente-scuola. La scuola che va a casa Il bambino/ragazzo percepisce la casa come un “nido”, uno spazio sicuro entro cui si svolge il “quotidiano”, prende forma la storia di sé e della propria famiglia e, viste queste premesse… …può identificare nell’insegnante che oltrepassa la soglia del proprio mondo privato una figura “intrusa”, “estranea”, portatrice di incertezze e di paure (per esempio, il timore di instaurare nuovi rapporti che, come quelli dell’ospedalizzazione, potrebbero interrompersi). 2 La scuola che va a casa In questa realtà così delicata, il docente domiciliare deve vedere nella accoglienza la possibilità di contestualizzare il proprio intervento all’interno di una specifica intersezione data da tre soggetti: INSEGNANTE FAMIGLIA ALLIEVO La scuola che va a casa L’insegnante deve, inoltre, tener conto delle reciproche sofferenze, difficoltà e disagi manifestati dalle componenti coinvolte, che derivano dalla necessità di instaurare una nuova trama di relazioni e di trovare un nuovo assetto alla casa, che permetta di “ritagliare” in essa un adeguato spazio-scuola. È importante, però, che vi sia un impegno serio da parte dell’insegnante nel contribuire ad alleggerire lo stress iniziale dovuto alle esigenze organizzative e alle barriere psicologiche dettate dalla nuova situazione, che ha alterato l’equilibrio preesistente. 3 La scuola che va a casa Sulla base di quanto detto finora, potrebbe essere utile per l’insegnante che intenda trasformare gli eventuali elementi di crisi e di stress legati all’incontro con la famiglia e l’allievo in un’esperienza di insegnamento/apprendimento positiva e accogliente, “dar voce alla casa”. La casa, da luogo puramente fisico, semplice contenitore diventa contenuto, veicolo di messaggi, significati, relazioni, informazioni, bisogni, richieste, possibilità, … L’insegnante dovrebbe varcare la soglia di casa con discrezione, guardarsi attorno, conoscerla e farsi conoscere. L’incontro tra docente e famiglia È, infatti, fondamentale, nel momento in cui l’insegnante entra in una dinamica familiare in seguito al servizio domiciliare che presta, dedicare un tempo adeguato alla narrazione di sé e all’ascolto della presentazione dei membri della famiglia, per capire quali siano le reali aspettative connesse all’offerta formativa loro rivolta. … … … 4 Il docente in ascolto L’atteggiamento del “porsi in ascolto” permette al docente di attuare un intervento rispettoso delle esigenze del bambino/ragazzo e della sua famiglia, così da definire uno spazio-scuola all’interno della casa in cui il protagonista sia l’allievo, pur prevedendo l’integrazione e il coinvolgimento della famiglia. Infatti, il percorso dell’Istruzione Domiciliare non può disconoscere l’esigenza di coinvolgere le famiglie, mantenendo, però, sempre coscienza del proprio ruolo e della propria professionalità di docente e non facendosi mai coinvolgere troppo dalle dinamiche familiari, per non andare incontro ad un possibile rischio di burnout. Negoziare l’intervento didattico Al contrario di quanto avviene all’interno di un’aula scolastica, un intervento di Istruzione Domiciliare si basa anche sulla negoziazione tra minore, docente e famiglia in cui ciascuno, anziché radicalizzarsi sul proprio punto di vista, si apre all’altro, ai suoi bisogni e alle sue opportunità. In questo modo si facilita, da una parte, l’integrazione e il coinvolgimento della famiglia nel processo dell’istruzione domiciliare e, dall’altra, l’integrazione e il coinvolgimento dell’insegnante nel processo della quotidianità familiare, in un’ottica di condivisione e collaborazione. 5 Come costruire lo spazio-scuola Abbiamo precedentemente introdotto il valore che assume la possibilità di identificare, anche sul piano più propriamente topologico, uno spazio scuola all’interno della casa dell’allievo. Partendo dal presupposto che non tutte le abitazioni offrono uno spazio fisico disponibile da dedicare alla scuola, la collocazione di attrezzature didattiche in un luogo ad esse riservato (come la scrivania) e, in particolar modo, la sistemazione fissa di una postazione tecnologica (portatile, web cam, stampante)… … aiuta a “riconoscere” e dare un valore simbolico aggiunto alla definizione di uno spazio scuola in cui svolgere l’azione educativa. La particolarità dell’Istruzione Domiciliare L’istruzione Domiciliare, come la scuola in ospedale è, sotto molti aspetti, una scuola “speciale”. Gli insegnanti si trovano ad operare in un contesto che vede come esigenza primaria la salute del paziente. I tempi dedicati alle attività didattiche sono necessariamente subordinati alle esigenze terapeutiche dell’assistenza domiciliare e alle condizioni psicofisiche del bambino/ragazzo. Inoltre, il domicilio e la presenza costante dei familiari rendono il luogo e i processi di insegnamento/apprendimento scolasticamente atipici e non scevri di difficoltà in quanto, come abbiamo visto, lo spazio-scuola va, di volta in volta, definito e riconosciuto. 6 La particolarità dell’Istruzione Domiciliare Quindi, in questo contesto, “fare scuola”, nel senso comunemente inteso, non è possibile, per la semplice ragione che il docente si trova a lavorare in una situazione di assoluta variabilità e questo può creare forti condizionamenti allo svolgimento di proposte educative e, in certi casi, anche alla loro qualità. Fondamentale diventa il processo di insegnamento come relazione didattica in cui l’azione di insegnare e quella di apprendere si incontrano in modo coerente ed entrano in sintonia tra loro. Per tutte queste ragioni, l’insegnante domiciliare deve adottare strategie didattiche e strumenti capaci di catturare nel bambino: attenzione interesse ad apprendere motivazione a fare Quale scuola è possibile realizzare L’insegnante domiciliare ben sa che in questo contesto non tutte le discipline di studio sono insegnabili e non tutte le metodologie sono applicabili. Il bambino/ragazzo costretto a casa non può utilizzare la vasta gamma dei metodi attivi come visite guidate, uscite sul campo …. … inoltre, gli viene a mancare il gruppo classe fondamentale per lo sviluppo psico-sociale e di conseguenza assume particolare importanza la costruzione della relazione con l’insegnante domiciliare X 7 Quale scuola è possibile realizzare In questo particolare contesto per l’insegnante diventa prioritario l’obiettivo di aiutare ad apprendere piuttosto che fare approfondire tante conoscenze. Nella sua particolare situazione, l’allievo ha bisogno di essere sostenuto e confortato nel suo percorso di studio, che gli restituisce un’immagine di sé positiva nonostante la patologia. L’approccio metodologico L’insegnante domiciliare deve tener presente che il suo intervento educativo/didattico, rivolto all’alunno preso in carico, va inserito in un processo formativo già in atto, processo che può già aver subito modifiche e rallentamenti causati dalla patologia. È assolutamente necessario, quindi, definire il progetto condiviso con scuola di appartenenza, sanitari e famiglia e adottare una metodologia che armonizzi l’attività didattica con i cicli di cura. 8 L’approccio metodologico Una metodologia che miri quindi a: sviluppare i saperi essenziali e a consolidare competenze disciplinari e trasversali insegnare ad interrogare le informazioni, accrescendo le abilità volte a costruire un metodo di studio e tecniche di analisi ridurre i tempi dell’insegnamento/apprendimento utilizzando: • libri di testo e strumenti alternativi • tecnologie dell’informazione e della comunicazione L’approccio metodologico Nell’impossibilità di progettare percorsi didattici completi, le reali alternative sono: La didattica modulare, che si basa sull’analisi disciplinare dei contenuti, estrapolando concetti, teorie, ecc. e prevedendo intorno ad esse un percorso di apprendimento che si ritiene più efficace affinché l’alunno si impossessi di quella conoscenza. La didattica breve, ossia il complesso di tutte le metodologie che, agli obiettivi della didattica tradizionale (rispetto del rigore scientifico e dei contenuti delle varie discipline), aggiunge anche quello della drastica riduzione del tempo necessario al loro insegnamento e al loro apprendimento. La didattica per progetti, che è intesa, invece, come sviluppo collaborativo di percorsi didattici virtuali con i compagni di classe o addirittura con reti di scuole, percorsi che responsabilizzino l’alunno permettendogli di agire da protagonista. 9 L’approccio metodologico Identificati i bisogni formativi, cognitivi e psico-sociali dell’alunno, coerenti con le scelte culturali del P.O.F., gli insegnanti potranno definire gli obiettivi, scegliere gli strumenti, adottare adeguate strategie e ipotizzare i criteri di verifica e valutazione (non dell’alunno, ma dell’intervento didattico). Il tutto con la consapevolezza che in una situazione in cui l’alunno malato è costretto a subire il piano terapeutico, è bene privilegiare modelli didattici che gli permettano di agire sul piano culturale e che lo facciano sentire l’artefice dei prodotti che realizzerà. L’approccio metodologico Particolare cura riveste, infatti, l’approccio con l’alunno, la messa a punto di strategie e la scelta di strumenti, elementi in grado arricchire il processo formativo, non soltanto di contenuti, ma anche di significati educativi, un valore aggiunto capace di risvegliare nell’alunno: • la voglia d’imparare • il desiderio di mantenere i contatti con la classe e la quotidianità degli apprendimenti e capace di renderlo: • autonomo nella realizzazione dei suoi progetti permettendogli di sfruttare appieno la sua creatività • parte integrante di progetti condivisi 10 L’approccio metodologico Nell'Istruzione Domiciliare, il rapporto uno-a-uno fra allievo e insegnante, se da una parte favorisce l'apprendimento sia sul piano didattico che emotivo, dall’altra pone l’allievo in condizione di isolamento. Per superare tale condizione l’insegnante deve saper sfruttare le opportunità offerte dalle TIC senza mai dimenticare che basilare è sempre la relazione umana. L’approccio metodologico Proviamo ora a ipotizzare attività definendo obiettivi, strumenti, azioni, che prevedano l’utilizzo di risorse informatiche e telematiche sia per didattica breve sia per progetti. OBIETTIVI STRUMENTI AZIONI Riduzione dell’isolamento e-mail; chat; vdc Partecipare in modo sincrono e/o diacronico alla vita della classe Acquisizione, recupero o potenziamento di contenuti disciplinari Software applicativi e didattici (disciplinari, autocorrettivi, autovalutativi) Uso pratico di software specifico off e on line Compensazione di temporanee disabilità fisiche e difficoltà di apprendimento Software dedicato (es: traslazione voce e viceversa, attivazione delle modalità di accesso facilitato sui sistemi operativi windows..) Uso pratico di software dedicato Condivisione Software con output condivisi Partecipazione a progetti ipertestuali e ipermediali della classe; a progetti tra scuole in rete; a forum protetti o web-log gestiti dalla scuola; uso di piattaforme dedicate Riattivare la motivazione ad apprendere attraverso il canale della curiosità (esca motivazionale) Software didattici orientati all’adventure e al g@melearning; uso consapevole e guidato della rete Uso di software specifici, uso della rete 11 L’approccio metodologico Si suggerisce l’uso delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) sotto la guida, in presenza, dell’insegnante, soprattutto per gli alunni più piccoli; questa raccomandazione può essere più sfumata in relazione all’età dell’alunno, all’ordine di studi e all’individuale autonomia operativa dell’alunno stesso. Il portfolio Il percorso seguito con l’istruzione domiciliare, i progressi educativi realizzati ed i prodotti più significati dell’alunno verranno a costituire un portfolio di competenze individuali, che accompagnerà l’allievo al suo rientro a scuola e durante tutto il percorso scolastico. 12 Il portfolio Il Portfolio sarà compilato e aggiornato a cura rispettivamente del docente o dei docenti domiciliari e dei docenti della classe di provenienza, anche sulla base della relazione degli insegnanti ospedalieri, e può contenere notizie su: l’approccio al lavoro scolastico e l’impegno manifestato; i contenuti (disciplinari e interdisciplinari); i tempi (ore di attività scolastica effettivamente riconosciute); gli strumenti di lavoro; le metodologie; le tipologie di verifiche e i criteri di valutazione in relazione alle condizioni di partenza; gli obiettivi raggiunti in termini di conoscenze, capacità e competenze La verifica degli strumenti a disposizione L’insegnante che opera in situazione domiciliare, prima di stendere proposte educative, deve sapere di quali sussidi e strumentazioni dispone, conoscerli e padroneggiarne l’utilizzo. In particolare, nel progettare l’uso delle TIC in un intervento di Istruzione Domiciliare, è necessaria un’attenta valutazione dell’effettivo valore aggiunto che queste possono dare al processo didattico. 13 La verifica degli strumenti a disposizione Sarebbe un grave errore progettare un intervento formativo partendo dallo strumento e solo successivamente identificarne gli obiettivi. Si rischierebbe infatti un fallimento a priori, in quanto un processo formativo deve sempre partire dai reali bisogni dell’alunno e lo strumento non può che essere uno dei mezzi per soddisfare tali bisogni. Esperienze di Istruzione Domiciliare Qui di seguito sono documentate alcune esperienze di didattica domiciliare unitamente all’approccio metodologico messo in atto. In ogni schermata troverai l'icona che ti consentirà di accedere alla documentazione dello specifico caso. 14 Il caso di Luca CONTESTO LIVELLO SCOLARE Scuola Primaria PATOLOGIA Trauma ortopedico in seguito ad incidente stradale OSPEDALE di RIFERIMENTO Istituto G.Gaslini di Genova SEDE della SCUOLA Scuola di appartenenza ESPERIENZA DIDATTICA Garantire il diritto allo studio e favorire la continuità del rapporto insegnamento-apprendimento anche nelle situazioni di temporaneo isolamento FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA Didattica modulare TECNOLOGIA e MATERIALI USATI Mezzi tradizionali: materiale strutturato e non, schede operative e un “tavolino-lavagnetta” CONTENUTI Lezioni sulle materie di riferimento ATTORI COINVOLTI Docenti della scuola di appartenenza e insegnanti ospedalieri che avevano in carico l’alunno nel periodo di ricovero TEMPI e DURATA Circa due ore settimanali per discipline coinvolte nel periodo compreso tra il 12 Febbraio e il 31 Marzo 2004 RISULTATI RAGGIUNTI Conseguimento degli obiettivi di apprendimento prefissati in fase di progettazione didattica VALUTAZIONE Scheda di valutazione compilata dai docenti della scuola di appartenenza che hanno seguito l’alunno anche a domicilio Il caso di Romina CONTESTO LIVELLO SCOLARE PATOLOGIA OSPEDALE di RIFERIMENTO SEDE della SCUOLA Scuola Secondaria di Primo Grado Affezione bronchiale Istituto G.Gaslini di Genova Scuola di appartenenza ESPERIENZA DIDATTICA FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA TECNOLOGIA e MATERIALI USATI CONTENUTI ATTORI COINVOLTI TEMPI e DURATA RISULTATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE Promuovere il recupero didattico dell’allieva per prepararla ad affrontare con successo l’esame di licenza media - Didattica breve - Lezioni frontali presso il domicilio dell’alunna Computer a supporto dell’attività di studio ed impiego di mezzi tradizionali Lezioni su particolari materie di studio: Italiano, Storia, Ed.Civica, Geografia, Inglese, Ed. Tecnica e Matematica Insegnanti della scuola di appartenenza, un insegnante (Inglese) esterno al Consiglio di Classe e insegnanti ospedalieri che avevano in carico l’alunna nel periodo di ricovero Da Aprile a Maggio 2004 Conseguimento degli obiettivi di apprendimento prefissati in fase di progettazione didattica Scheda di valutazione compilata da tutti gli insegnanti che hanno seguito l’alunna a domicilio 15 Il caso di Giovanni CONTESTO LIVELLO SCOLARE PATOLOGIA OSPEDALE di RIFERIMENTO SEDE della SCUOLA Scuola Secondaria di Primo Grado Immunodepressione a seguito dell’asportazione della milza Istituto G.Gaslini di Genova Scuola di appartenenza ESPERIENZA DIDATTICA FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA TECNOLOGIA e MATERIALI USATI CONTENUTI ATTORI COINVOLTI TEMPI e DURATA RISULTATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE Mantenere rapporti di continuità con l’istituzione scolastica e con i compagni di classe, al fine di consentire all’alunno di riprendere a frequentare le lezioni senza troppe difficoltà al suo rientro - Didattica breve/modulare - Lezioni frontali svolte, su accordo con la famiglia, nelle ore pomeridiane per aver modo di coinvolgere anche qualche compagno di classe Computer, mezzi tradizionali (libri di testo, …) e software (per Matematica e Geometria) Lezioni su particolari materie di studio: Lettere, Matematica e Scienze, Inglese e Ed. Tecnica Consiglio di classe di appartenenza, compagni di classe e insegnanti ospedalieri che avevano in carico l’allievo nel periodo di ricovero Da febbraio alla prima settimana di marzo 2004 - Rinforzo delle abilità di base nelle diverse aree - Preparazione delle basi per il conseguimento del patentino di guida Relazione dell’ospedale riferita al periodo pregresso di ricovero e scheda di valutazione compilata dagli insegnanti del Consiglio di Classe Il caso di Enrica CONTESTO LIVELLO SCOLARE PATOLOGIA OSPEDALE di RIFERIMENTO SEDE della SCUOLA Scuola Secondaria di Secondo Grado Osteosarcoma Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna Scuola Ospedaliera ESPERIENZA DIDATTICA FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA TECNOLOGIA e MATERIALI USATI CONTENUTI ATTORI COINVOLTI TEMPI e DURATA RISULTATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE Proseguimento presso il domicilio della ragazza del percorso educativo e didattico intrapreso nel periodo di ricovero ospedaliero Didattica breve Videoconferenza e materiali tradizionali (libri di testo) Lezioni sulle materie del corso di studi di riferimento Docenti ospedalieri, docenti delle materie d’indirizzo e docenti volontari Circa tre ore al giorno per un periodo di tre mesi - Attuazione di un intervento didattico “su misura” - Conseguimento di uno studio ragionato delle singole materie Certificazione di crediti formativi 16 Il caso di Michela CONTESTO LIVELLO SCOLARE PATOLOGIA OSPEDALE di RIFERIMENTO SEDE della SCUOLA Scuola Secondaria di Secondo Grado Disturbi del comportamento alimentare Reparto di Neuropsichiatria Infantile della Clinica Pedriatica “Gozzadini” presso il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi (Bologna) Scuola ospedaliera e Scuola di appartenenza ESPERIENZA DIDATTICA FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA TECNOLOGIA e MATERIALI USATI CONTENUTI ATTORI COINVOLTI TEMPI e DURATA RISULTATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE Realizzazione di un intervento di mediazione tra le componenti educative e terapeutiche coinvolte nel processo di cura della ragazza Didattica breve supportata dall’azione di tutoraggio del docente ospedaliero Computer per attività di studio, laboratoriali e come strumento di comunicazione ed uso di materiali tradizionali Lezioni teoriche ed esercitazioni grafiche volte alla preparazione per affrontare l’esame di stato Docenti ospedalieri, Consiglio di Classe e psicologi Due mesi - Attuazione di un percorso formativo personalizzato - Graduale recupero della capacità di riprendere la normale attività scolastica Certificazione di crediti formativi che hanno consentito l’ammissione all’esame di stato, poi superato Il caso di Andrea CONTESTO LIVELLO SCOLARE PATOLOGIA OSPEDALE di RIFERIMENTO SEDE della SCUOLA Scuola Secondaria di Secondo Grado Forma leucemia acuta Azienda ospedaliera di Padova Scuola di appartenenza ESPERIENZA DIDATTICA FINALITA’ EDUCATIVA METODOLOGIA DIDATTICA TECNOLOGIA e MATERIALI USATI ATTORI COINVOLTI CONTENUTI TEMPI e DURATA RISULTATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE Attraverso l’attivazione di una forte relazione di aiuto, mettere il soggetto (e la famiglia) nelle condizioni di far fronte ad una situazione di emergenza, cercando di garantire, quanto più possibile, continuità sia nello svolgimento delle attività didattiche e formative, sia nei rapporti con gli altri (a cominciare dai compagni di classe), in previsione di un futuro reinserimento “nella normalità”, favorendo il recupero del suo equilibrio psico-fisico R.M.L.C. (Restituzione Modulata Lezioni Curriculari): attraverso la scissione del momento della lezione curriculare da quello della comprensione ed assimilazione dei contenuti, mettere lo studente domiciliato (affiancato dal docente-propulsore) nelle condizioni di seguire il percorso di formazione “quando, dove” gli sia reso possibile dalle specifiche condizioni psico-fisiche - Telecamera per la realizzazione di filmati ad hoc (lezioni curriculari, verifiche teoriche e pratiche, momenti di socializzazione, scambi incrociati, ecc.); - PC per la rielaborazione dei filmati (note, sottotitoli, termini dal lessico professionale, commenti musicali, ecc.) Docente-propulsore, Consiglio di Classe, equipe medica, familiari, comp. di classe Quelli individuati dal Consiglio di classe (PDP) in vista del superamento del previsto Esame di Qualifica Professionale Intero anno scolastico 2003-2004 Rinforzo di un processo di reazione alla malattia e al rischio di isolamento. Sul piano strettamente scolastico, il superamento dell’Esame di Qualifica Professionale “Non avrei mai creduto di arrivare a questo punto” (Dichiarazione dello Studente in sede di Esame di Qualifica, sostenuto a domicilio) 17