Didattica domiciliare Presentazione Oltre agli aspetti

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Didattica domiciliare
Presentazione
Oltre agli aspetti legati al modo di interagire e relazionarsi all’interno
di un contesto molto diverso da quello scolastico, un insegnante
chiamato a svolgere attività didattica a domicilio deve preoccuparsi
di riprodurre, per quanto possibile, l’ambiente scolastico all’interno
della casa dell’alunno a cui è rivolto il servizio. In altre parole
organizzare uno spazio-scuola a domicilio.
Parallelamente dovrà cercare, di volta in volta, di individuare le più
efficaci metodologie didattiche in ragione delle specifiche esigenze
dell’allievo, con la consapevolezza di dover sviluppare un progetto in
grado di inserirsi in un percorso formativo già in atto e condiviso con
la scuola di appartenenza.
Allo scopo, può essere utile per l’insegnante, prendere contatto con
colleghi che abbiano già avuto modo di maturare esperienze nel
contesto dell’istruzione domiciliare, o quanto meno consultare,
quando possibile, la documentazione di tali esperienze.
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La scuola che va a casa
Un insegnante che mette in opera un intervento di
Istruzione Domiciliare deve preoccuparsi di riprodurre,
per quanto possibile, l’ambiente scolastico all’interno
della casa dell’alunno a cui è rivolto il servizio.
L’insegnante che presta servizio a domicilio, si trova nella condizione di
dover assumere un ruolo diverso da quello abituale, in cui, di solito, si
impegna in prima persona ad accogliere l’allievo all’interno dell’aula
scolastica, nel luogo, cioè, deputato alla sua istruzione/educazione.
In un contesto di Istruzione Domiciliare è, invece, il docente a dover
essere accolto e accettato, perchè è la casa stessa dell’allievo che
definisce lo spazio nel quale costruire l’ambiente-scuola.
La scuola che va a casa
Il bambino/ragazzo percepisce la casa
come un “nido”, uno spazio sicuro entro
cui si svolge il “quotidiano”, prende forma
la storia di sé e della propria famiglia e,
viste queste premesse…
…può identificare nell’insegnante che
oltrepassa la soglia del proprio mondo
privato una figura “intrusa”, “estranea”,
portatrice di incertezze e di paure
(per esempio, il timore di instaurare nuovi
rapporti che, come quelli dell’ospedalizzazione,
potrebbero interrompersi).
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La scuola che va a casa
In questa realtà così delicata, il docente domiciliare deve vedere nella
accoglienza la possibilità di contestualizzare il proprio intervento
all’interno di una specifica intersezione data da tre soggetti:
INSEGNANTE
FAMIGLIA
ALLIEVO
La scuola che va a casa
L’insegnante deve, inoltre, tener conto delle
reciproche sofferenze, difficoltà e disagi
manifestati dalle componenti coinvolte, che
derivano dalla necessità di instaurare una nuova
trama di relazioni e di trovare un nuovo assetto
alla casa, che permetta di “ritagliare” in essa un
adeguato spazio-scuola.
È importante, però, che vi sia un impegno serio
da parte dell’insegnante
nel contribuire ad alleggerire lo stress iniziale
dovuto alle esigenze organizzative e alle barriere
psicologiche dettate dalla nuova situazione, che
ha alterato l’equilibrio preesistente.
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La scuola che va a casa
Sulla base di quanto detto finora, potrebbe essere utile per l’insegnante
che intenda trasformare gli eventuali elementi di crisi e di stress legati
all’incontro con la famiglia e l’allievo in un’esperienza di
insegnamento/apprendimento positiva e accogliente,
“dar voce alla casa”.
La casa, da luogo puramente fisico, semplice contenitore diventa
contenuto, veicolo di messaggi, significati, relazioni, informazioni,
bisogni, richieste, possibilità, …
L’insegnante dovrebbe varcare la soglia di casa con discrezione,
guardarsi attorno, conoscerla e farsi conoscere.
L’incontro tra docente e famiglia
È, infatti, fondamentale, nel momento in cui l’insegnante
entra in una dinamica familiare in seguito al servizio
domiciliare che presta, dedicare
un tempo adeguato alla narrazione di sé e
all’ascolto della presentazione dei membri della famiglia, per
capire quali siano le reali aspettative connesse all’offerta formativa
loro rivolta.
…
…
…
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Il docente in ascolto
L’atteggiamento del “porsi in ascolto” permette al docente di
attuare un intervento rispettoso delle esigenze del
bambino/ragazzo e della sua famiglia, così da definire uno
spazio-scuola all’interno della casa in cui il protagonista sia
l’allievo, pur prevedendo l’integrazione e il coinvolgimento
della famiglia.
Infatti, il percorso dell’Istruzione
Domiciliare non può disconoscere
l’esigenza di coinvolgere le famiglie,
mantenendo, però, sempre coscienza
del proprio ruolo e della propria
professionalità di docente e non facendosi
mai coinvolgere troppo dalle dinamiche
familiari, per non andare incontro ad un
possibile rischio di burnout.
Negoziare l’intervento didattico
Al contrario di quanto avviene all’interno di un’aula scolastica, un
intervento di Istruzione Domiciliare si basa anche sulla
negoziazione tra minore, docente e famiglia
in cui ciascuno, anziché
radicalizzarsi sul proprio punto di
vista, si apre all’altro, ai suoi
bisogni e alle sue opportunità.
In questo modo si facilita, da
una parte, l’integrazione e il
coinvolgimento della famiglia
nel processo dell’istruzione
domiciliare e,
dall’altra, l’integrazione e il coinvolgimento dell’insegnante nel
processo della quotidianità familiare, in un’ottica di condivisione
e collaborazione.
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Come costruire lo spazio-scuola
Abbiamo precedentemente introdotto il valore che assume la possibilità
di identificare, anche sul piano più propriamente topologico,
uno spazio scuola all’interno della casa dell’allievo.
Partendo dal presupposto che non tutte le
abitazioni offrono uno spazio fisico disponibile da
dedicare alla scuola, la collocazione di attrezzature
didattiche in un luogo ad esse riservato (come la
scrivania) e, in particolar modo,
la sistemazione fissa di una postazione
tecnologica (portatile, web cam, stampante)…
… aiuta a “riconoscere” e dare un valore simbolico aggiunto alla
definizione di uno spazio scuola in cui svolgere l’azione
educativa.
La particolarità dell’Istruzione Domiciliare
L’istruzione Domiciliare, come la
scuola in ospedale è, sotto
molti aspetti,
una scuola “speciale”.
Gli insegnanti si trovano ad
operare in un contesto che vede
come esigenza primaria la
salute del paziente. I tempi
dedicati alle attività didattiche
sono necessariamente
subordinati alle esigenze
terapeutiche dell’assistenza
domiciliare e alle condizioni
psicofisiche del
bambino/ragazzo.
Inoltre, il domicilio e la
presenza costante dei familiari
rendono il luogo e i processi di
insegnamento/apprendimento
scolasticamente atipici e non
scevri di difficoltà in quanto,
come abbiamo visto,
lo spazio-scuola va, di volta in
volta, definito e riconosciuto.
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La particolarità dell’Istruzione Domiciliare
Quindi, in questo contesto, “fare
scuola”, nel senso comunemente
inteso, non è possibile, per la
semplice ragione che il docente si
trova a lavorare in una situazione di
assoluta variabilità e questo può
creare forti condizionamenti allo
svolgimento di proposte educative
e, in certi casi, anche alla loro
qualità.
Fondamentale diventa il
processo di insegnamento
come relazione didattica in
cui l’azione di insegnare e
quella di apprendere si
incontrano in modo coerente
ed entrano in sintonia tra loro.
Per tutte queste ragioni, l’insegnante domiciliare
deve adottare strategie didattiche e strumenti
capaci di catturare nel bambino:
attenzione
interesse ad apprendere
motivazione a fare
Quale scuola è possibile realizzare
L’insegnante domiciliare ben sa che in questo contesto non tutte le
discipline di studio sono insegnabili e non tutte le metodologie sono
applicabili. Il bambino/ragazzo costretto a casa non può utilizzare la
vasta gamma dei metodi attivi come visite guidate, uscite sul campo ….
… inoltre, gli viene a mancare il
gruppo classe fondamentale per lo
sviluppo psico-sociale e di
conseguenza assume particolare
importanza la costruzione della
relazione con l’insegnante domiciliare
X
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Quale scuola è possibile realizzare
In questo particolare contesto per l’insegnante diventa prioritario l’obiettivo
di aiutare ad apprendere
piuttosto che fare approfondire tante conoscenze. Nella sua particolare
situazione, l’allievo ha bisogno di essere sostenuto e confortato nel suo
percorso di studio, che gli restituisce un’immagine di sé positiva
nonostante la patologia.
L’approccio metodologico
L’insegnante domiciliare deve tener presente che il suo intervento
educativo/didattico, rivolto all’alunno preso in carico, va inserito in
un processo formativo già in atto, processo che può già aver subito
modifiche e rallentamenti causati dalla patologia.
È assolutamente necessario, quindi, definire il progetto condiviso
con scuola di appartenenza, sanitari e famiglia e adottare una
metodologia che armonizzi l’attività didattica con i cicli di cura.
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L’approccio metodologico
Una metodologia che miri quindi a:
sviluppare i saperi essenziali e a consolidare
competenze disciplinari e trasversali
insegnare ad interrogare le informazioni,
accrescendo le abilità volte a costruire un metodo di
studio e tecniche di analisi
ridurre i tempi dell’insegnamento/apprendimento
utilizzando:
• libri di testo e strumenti alternativi
• tecnologie dell’informazione
e della comunicazione
L’approccio metodologico
Nell’impossibilità di progettare percorsi didattici completi, le reali alternative sono:
La didattica modulare, che si basa sull’analisi disciplinare
dei contenuti, estrapolando concetti, teorie, ecc. e prevedendo
intorno ad esse un percorso di apprendimento che si ritiene più
efficace affinché l’alunno si impossessi di quella conoscenza.
La didattica breve, ossia il complesso di tutte le metodologie
che, agli obiettivi della didattica tradizionale (rispetto del rigore
scientifico e dei contenuti delle varie discipline), aggiunge anche
quello della drastica riduzione del tempo necessario al loro
insegnamento e al loro apprendimento.
La didattica per progetti, che è intesa, invece, come sviluppo
collaborativo di percorsi didattici virtuali con i compagni di classe o
addirittura con reti di scuole, percorsi che responsabilizzino
l’alunno permettendogli di agire da protagonista.
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L’approccio metodologico
Identificati i bisogni formativi,
cognitivi e psico-sociali
dell’alunno, coerenti con le
scelte culturali del P.O.F.,
gli insegnanti potranno
definire gli obiettivi,
scegliere gli strumenti,
adottare adeguate strategie e
ipotizzare i criteri di verifica e
valutazione (non dell’alunno,
ma dell’intervento didattico).
Il tutto con la consapevolezza
che in una situazione in cui
l’alunno malato è costretto a
subire il piano terapeutico,
è bene privilegiare modelli
didattici che gli permettano di
agire sul piano culturale e che
lo facciano sentire l’artefice
dei prodotti che realizzerà.
L’approccio metodologico
Particolare cura riveste, infatti, l’approccio con l’alunno,
la messa a punto di strategie e la scelta di strumenti,
elementi in grado arricchire il processo formativo,
non soltanto di contenuti, ma anche di significati educativi,
un valore aggiunto capace di risvegliare nell’alunno:
• la voglia d’imparare
• il desiderio di mantenere i contatti con la classe
e la quotidianità degli apprendimenti
e capace di renderlo:
• autonomo nella realizzazione dei suoi
progetti permettendogli di sfruttare
appieno la sua creatività
• parte integrante di progetti condivisi
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L’approccio metodologico
Nell'Istruzione Domiciliare, il rapporto uno-a-uno fra allievo e
insegnante, se da una parte favorisce l'apprendimento sia sul piano
didattico che emotivo, dall’altra pone l’allievo in condizione di
isolamento.
Per superare tale condizione l’insegnante deve
saper sfruttare le opportunità offerte dalle TIC
senza mai dimenticare che basilare è sempre
la relazione umana.
L’approccio metodologico
Proviamo ora a ipotizzare attività definendo obiettivi, strumenti, azioni, che prevedano
l’utilizzo di risorse informatiche e telematiche sia per didattica breve sia per progetti.
OBIETTIVI
STRUMENTI
AZIONI
Riduzione dell’isolamento
e-mail; chat; vdc
Partecipare in modo sincrono e/o
diacronico alla vita della classe
Acquisizione, recupero o
potenziamento di contenuti
disciplinari
Software applicativi e didattici
(disciplinari, autocorrettivi,
autovalutativi)
Uso pratico di software specifico
off e on line
Compensazione di
temporanee disabilità
fisiche e difficoltà di
apprendimento
Software dedicato
(es: traslazione voce e viceversa,
attivazione delle modalità di
accesso facilitato sui sistemi
operativi windows..)
Uso pratico di software dedicato
Condivisione
Software con output condivisi
Partecipazione a progetti
ipertestuali e ipermediali della
classe; a progetti tra scuole in
rete; a forum protetti o web-log
gestiti dalla scuola; uso di
piattaforme dedicate
Riattivare la motivazione
ad apprendere attraverso il
canale della curiosità (esca
motivazionale)
Software didattici orientati
all’adventure e al g@melearning; uso consapevole e
guidato della rete
Uso di software specifici,
uso della rete
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L’approccio metodologico
Si suggerisce l’uso delle TIC
(Tecnologie dell’Informazione
e della Comunicazione) sotto
la guida, in presenza,
dell’insegnante, soprattutto
per gli alunni più piccoli;
questa raccomandazione può
essere più sfumata in
relazione all’età dell’alunno,
all’ordine di studi e
all’individuale autonomia
operativa dell’alunno stesso.
Il portfolio
Il percorso seguito con l’istruzione
domiciliare, i progressi educativi
realizzati ed i prodotti più significati
dell’alunno verranno a costituire un
portfolio di competenze individuali,
che accompagnerà l’allievo al suo rientro
a scuola e durante tutto il percorso
scolastico.
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Il portfolio
Il Portfolio
sarà compilato e aggiornato a cura rispettivamente del docente o dei
docenti domiciliari e dei docenti della classe di provenienza, anche
sulla base della relazione degli insegnanti ospedalieri, e può contenere
notizie su:
l’approccio al lavoro scolastico e l’impegno manifestato;
i contenuti (disciplinari e interdisciplinari);
i tempi (ore di attività scolastica effettivamente riconosciute);
gli strumenti di lavoro;
le metodologie;
le tipologie di verifiche e i criteri di valutazione
in relazione alle condizioni di partenza;
gli obiettivi raggiunti in termini di conoscenze, capacità e competenze
La verifica degli strumenti a disposizione
L’insegnante che opera in situazione domiciliare, prima di stendere
proposte educative, deve sapere di quali sussidi e strumentazioni
dispone, conoscerli e padroneggiarne l’utilizzo.
In particolare, nel progettare l’uso delle TIC in un intervento di
Istruzione Domiciliare, è necessaria un’attenta valutazione
dell’effettivo valore aggiunto che queste possono dare al processo
didattico.
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La verifica degli strumenti a disposizione
Sarebbe un grave errore progettare un intervento
formativo partendo dallo strumento e solo
successivamente identificarne gli obiettivi.
Si rischierebbe infatti un fallimento a priori, in
quanto un processo formativo deve sempre
partire dai reali bisogni dell’alunno e lo strumento
non può che essere uno dei mezzi per soddisfare
tali bisogni.
Esperienze di Istruzione Domiciliare
Qui di seguito sono documentate alcune esperienze di didattica
domiciliare unitamente all’approccio metodologico messo in atto.
In ogni schermata troverai l'icona
che ti consentirà di accedere alla
documentazione dello specifico caso.
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Il caso di Luca
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
Scuola Primaria
PATOLOGIA
Trauma ortopedico in seguito ad incidente stradale
OSPEDALE di RIFERIMENTO
Istituto G.Gaslini di Genova
SEDE della SCUOLA
Scuola di appartenenza
ESPERIENZA DIDATTICA
Garantire il diritto allo studio e favorire la continuità del
rapporto insegnamento-apprendimento anche nelle situazioni
di temporaneo isolamento
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
Didattica modulare
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
Mezzi tradizionali: materiale strutturato e non, schede
operative e un “tavolino-lavagnetta”
CONTENUTI
Lezioni sulle materie di riferimento
ATTORI COINVOLTI
Docenti della scuola di appartenenza e insegnanti ospedalieri
che avevano in carico l’alunno nel periodo di ricovero
TEMPI e DURATA
Circa due ore settimanali per discipline coinvolte nel periodo
compreso tra il 12 Febbraio e il 31 Marzo 2004
RISULTATI RAGGIUNTI
Conseguimento degli obiettivi di apprendimento prefissati in
fase di progettazione didattica
VALUTAZIONE
Scheda di valutazione compilata dai docenti della scuola di
appartenenza che hanno seguito l’alunno anche a domicilio
Il caso di Romina
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
PATOLOGIA
OSPEDALE di RIFERIMENTO
SEDE della SCUOLA
Scuola Secondaria di Primo Grado
Affezione bronchiale
Istituto G.Gaslini di Genova
Scuola di appartenenza
ESPERIENZA DIDATTICA
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
CONTENUTI
ATTORI COINVOLTI
TEMPI e DURATA
RISULTATI RAGGIUNTI
VALUTAZIONE
Promuovere il recupero didattico dell’allieva per prepararla ad
affrontare con successo l’esame di licenza media
- Didattica breve
- Lezioni frontali presso il domicilio dell’alunna
Computer a supporto dell’attività di studio ed impiego
di mezzi tradizionali
Lezioni su particolari materie di studio: Italiano, Storia,
Ed.Civica, Geografia, Inglese, Ed. Tecnica e Matematica
Insegnanti della scuola di appartenenza, un insegnante (Inglese)
esterno al Consiglio di Classe e insegnanti ospedalieri che
avevano in carico l’alunna nel periodo di ricovero
Da Aprile a Maggio 2004
Conseguimento degli obiettivi di apprendimento prefissati in
fase di progettazione didattica
Scheda di valutazione compilata da tutti gli insegnanti che hanno
seguito l’alunna a domicilio
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Il caso di Giovanni
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
PATOLOGIA
OSPEDALE di RIFERIMENTO
SEDE della SCUOLA
Scuola Secondaria di Primo Grado
Immunodepressione a seguito dell’asportazione della milza
Istituto G.Gaslini di Genova
Scuola di appartenenza
ESPERIENZA DIDATTICA
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
CONTENUTI
ATTORI COINVOLTI
TEMPI e DURATA
RISULTATI RAGGIUNTI
VALUTAZIONE
Mantenere rapporti di continuità con l’istituzione scolastica e con i
compagni di classe, al fine di consentire all’alunno di riprendere a
frequentare le lezioni senza troppe difficoltà al suo rientro
- Didattica breve/modulare
- Lezioni frontali svolte, su accordo con la famiglia, nelle ore pomeridiane
per aver modo di coinvolgere anche qualche compagno di classe
Computer, mezzi tradizionali (libri di testo, …) e software (per
Matematica e Geometria)
Lezioni su particolari materie di studio: Lettere, Matematica e Scienze,
Inglese e Ed. Tecnica
Consiglio di classe di appartenenza, compagni di classe e insegnanti
ospedalieri che avevano in carico l’allievo nel periodo di ricovero
Da febbraio alla prima settimana di marzo 2004
- Rinforzo delle abilità di base nelle diverse aree
- Preparazione delle basi per il conseguimento del patentino di guida
Relazione dell’ospedale riferita al periodo pregresso di ricovero e
scheda di valutazione compilata dagli insegnanti del Consiglio di Classe
Il caso di Enrica
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
PATOLOGIA
OSPEDALE di RIFERIMENTO
SEDE della SCUOLA
Scuola Secondaria di Secondo Grado
Osteosarcoma
Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna
Scuola Ospedaliera
ESPERIENZA DIDATTICA
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
CONTENUTI
ATTORI COINVOLTI
TEMPI e DURATA
RISULTATI RAGGIUNTI
VALUTAZIONE
Proseguimento presso il domicilio della ragazza del percorso
educativo e didattico intrapreso nel periodo di ricovero ospedaliero
Didattica breve
Videoconferenza e materiali tradizionali (libri di testo)
Lezioni sulle materie del corso di studi di riferimento
Docenti ospedalieri, docenti delle materie d’indirizzo e docenti
volontari
Circa tre ore al giorno per un periodo di tre mesi
- Attuazione di un intervento didattico “su misura”
- Conseguimento di uno studio ragionato delle singole materie
Certificazione di crediti formativi
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Il caso di Michela
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
PATOLOGIA
OSPEDALE di RIFERIMENTO
SEDE della SCUOLA
Scuola Secondaria di Secondo Grado
Disturbi del comportamento alimentare
Reparto di Neuropsichiatria Infantile della Clinica Pedriatica “Gozzadini”
presso il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi (Bologna)
Scuola ospedaliera e Scuola di appartenenza
ESPERIENZA DIDATTICA
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
CONTENUTI
ATTORI COINVOLTI
TEMPI e DURATA
RISULTATI RAGGIUNTI
VALUTAZIONE
Realizzazione di un intervento di mediazione tra le componenti
educative e terapeutiche coinvolte nel processo di cura della ragazza
Didattica breve supportata dall’azione di tutoraggio del docente
ospedaliero
Computer per attività di studio, laboratoriali e come strumento di
comunicazione ed uso di materiali tradizionali
Lezioni teoriche ed esercitazioni grafiche volte alla preparazione per
affrontare l’esame di stato
Docenti ospedalieri, Consiglio di Classe e psicologi
Due mesi
- Attuazione di un percorso formativo personalizzato
- Graduale recupero della capacità di riprendere la normale attività
scolastica
Certificazione di crediti formativi che hanno consentito l’ammissione
all’esame di stato, poi superato
Il caso di Andrea
CONTESTO
LIVELLO SCOLARE
PATOLOGIA
OSPEDALE di RIFERIMENTO
SEDE della SCUOLA
Scuola Secondaria di Secondo Grado
Forma leucemia acuta
Azienda ospedaliera di Padova
Scuola di appartenenza
ESPERIENZA DIDATTICA
FINALITA’ EDUCATIVA
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNOLOGIA e
MATERIALI USATI
ATTORI COINVOLTI
CONTENUTI
TEMPI e DURATA
RISULTATI RAGGIUNTI
VALUTAZIONE
Attraverso l’attivazione di una forte relazione di aiuto, mettere il soggetto (e la
famiglia) nelle condizioni di far fronte ad una situazione di emergenza, cercando
di garantire, quanto più possibile, continuità sia nello svolgimento delle attività
didattiche e formative, sia nei rapporti con gli altri (a cominciare dai compagni di
classe), in previsione di un futuro reinserimento “nella normalità”, favorendo il
recupero del suo equilibrio psico-fisico
R.M.L.C. (Restituzione Modulata Lezioni Curriculari): attraverso la scissione del
momento della lezione curriculare da quello della comprensione ed assimilazione
dei contenuti, mettere lo studente domiciliato (affiancato dal docente-propulsore)
nelle condizioni di seguire il percorso di formazione “quando, dove” gli sia reso
possibile dalle specifiche condizioni psico-fisiche
- Telecamera per la realizzazione di filmati ad hoc (lezioni curriculari, verifiche
teoriche e pratiche, momenti di socializzazione, scambi incrociati, ecc.);
- PC per la rielaborazione dei filmati (note, sottotitoli, termini dal lessico
professionale, commenti musicali, ecc.)
Docente-propulsore, Consiglio di Classe, equipe medica, familiari, comp. di classe
Quelli individuati dal Consiglio di classe (PDP) in vista del superamento del
previsto Esame di Qualifica Professionale
Intero anno scolastico 2003-2004
Rinforzo di un processo di reazione alla malattia e al rischio di isolamento. Sul
piano strettamente scolastico, il superamento dell’Esame di Qualifica Professionale
“Non avrei mai creduto di arrivare a questo punto” (Dichiarazione dello
Studente in sede di Esame di Qualifica, sostenuto a domicilio)
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