c. Il valore della libertà • Cultura occidentale: la riduzione della libertà causa stress – Es. teoria della reattanza psicologica • Le teorie sul comportamento sociale predicono e quindi sono forme di controllo – Es: le teorie sul cambiamento di atteggiamenti • Come vi sentite? – più la teoria è potente, più si diffonde, più si cerca di reagire in senso contrario – Es: le persone non si riconoscono nelle etichette di giovani, anziani, donne, ecc 2. L’oggetto/fenomeno cambia al variare dei contesti • Le regolarità osservate sono contestuali – Es: le ricerche sull’obbedienza , sul cambiamento di atteggiamenti, sui processi attributivi: sono legate ad aspettative culturali • Impossibile ridurre la psicologia alla fisiologia: non si renderebbe conto del cambiamento – Che è individuale e quotidiano – O gruppale e societale La svolta storica della psicologia • La psicologia sociale costruisce resoconti sistematici della modernità – Con strumenti scientifici ma con obiettivi diversi da quelli delle scienze naturali • Va quindi rivista la separazione tra ricerca pura e applicata: – In entrambe i risultati sono contestuali e non permanenti • Cambiano gli scopi della ricerca: – da previsione e controllo del comportamento – a strumento di sensibilizzazione Grounded Theory • Cosa si intende per Grounded Theory: – una teoria sociologica che nasce dai dati della ricerca empirica: • costruita dagli studiosi nel corso dell’analisi sul campo • e sulla base degli elementi emersi dall’analisi. • Il focus è quindi sulla costruzione di una teoria e non sulla descrizione del fenomeno. – Anche se anche la teoria parte dalla descrizione del fenomeno. + L’origine della GT • Nasce negli anni ’60: The discovery of Grounded Theory: Strategies for Qualitative Research, 1967 – nell’ambito della riflessione sociologica intorno ai metodi qualitativi – dal lavoro di 2 autori, Barney Glaser della Columbia University e Anselm Strass dell’Università di Chicago con un diverso background, • più quantitativo il primo, che veniva dalla tradizione di Lazarsfeld, più qualitativo il secondo. – In saggi successivi hanno parzialmente modificato alcuni aspetti del metodo. • Il problema era colmare il divario tra teoria e ricerca empirica: generando teorie locali. + Teorie locali “Noi non stiamo tentando di generalizzare quanto piuttosto di specificare. Noi specifichiamo le condizioni nelle quali i nostri fenomeni esistono, le azioni/interazioni che ad essi attengono, e i risultati associati o le conseguenze. Ciò significa che le nostre formulazioni teoriche si applicano a queste situazioni o circostanze, ma non ad altre. Quando cambiano le condizioni, allora la formulazione teorica dovrà cambiare per adeguarsi alle nuove condizioni.” (Strauss, Corbin, 1990, p. 191) + Teorie locali • Teorie circostanziate, non generali: – sviluppate dallo studio di un fenomeno situato in un particolare contesto + Caratteristiche teorico-metodologiche • Le analisi sono orientate alla scoperta di teorie e non alla conferma di ipotesi • Non vi sono fenomeni sociali che vengono definiti in quanto realtà che stanno al di fuori dell’esperienza di chi conduce la ricerca. • Il fenomeno sociale non può quindi essere tradotto nel linguaggio delle variabili: – la fenomenologia della vita collettiva è comprensibile studiando gli atti interattivi fra le persone + Caratteristiche teorico-metodologiche • Per comprendere l’agire sociale è necessario coglierne – il senso soggettivo dal punto di vista delle persone che ne sono autori, – l’orientamento assunto per via dell’atteggiamento di altre persone • Non è un senso vero o oggettivamente corretto, ma un senso intenzionato soggettivamente. • Approccio di tipo induttivo: la costruzione teorica deve emergere dal dato, dall’analisi empirica. + Legacy of Betrayal: A Grounded Theory of Becoming Demoralized From the Perspective of Women Who Have Been Depressed HURST, SUSAN A. Canadian Psychology. Vol 40 (2), May 1999, pp. 179-191 • Molte teorie sulla depressione non si occupano specificamente delle cause della depressione nelle donne. – Questa mancanza di attenzione alle differenze di genere è stata descritta come una omissione sessista. – Le spiegazioni teoretiche dovrebbero dunque essere prodotte a partire dall’esperienza che della depressione hanno le donne. + Obiettivo dello studio • Sviluppare una spiegazione teorica che riflette il punto di vista delle donne che sono state depresse. – Ovvero: come hanno soggettivamente avuto esperienza della depressione, come sono arrivate a etichettarla e come hanno dato senso alla loro esperienza – E allo stesso tempo identificare il contesto sociale in cui si situa l’esperienza personale – Per questa esplorazione dei significati la ricerca qualitativa è ritenuta più adatta. • La teoria emerge dall’analisi delle parole delle intervistate e si fonda su quelle: – Chi soffre di depressione ne diventa un teorico nel tentativo di dare ordine e coerenza a questa situazione + Partecipanti • 7 donne con esperienza di depressione contattate tramite un annuncio su un giornale locale. – Condizione era che non avessero intrapreso una terapia. – Età dai 19 ai 55, livello di istruzione vario, ma nessuna laureata. – Tutte mamme. Alcune single altre sposate o divorziate. + Procedura • Intervista in profondità di 2-4 ore. Alle donne si chiedeva si descrivere come avevano capito la loro depressione. – Alla fine, intervista clinica con DSM III • Interviste di follow up successive alla sbobinatura della prima intervista, i commenti sono entrati nell’analisi successiva. – Altri commenti sono stati raccolti dopo aver visionato una prima bozza della teoria. – Anche il rapporto finale è stato spedito alle donne intervistate. • + + Risultati: diventare depressi come processo • Concettualizzato come “Diventare demoralizzate”. • Esperienze: essere tradita • essere abusata, non rispettata, abbandonata. • Proprietà: – credere di non meritare amore, che non si è capaci di fare nulla per cambiare le cose e che nulla può migliorare. • Riflettono una mancanza di fiducia nel proprio valore e nella capacità di esercitare il controllo sulle circostanze. • Questi fattori provocano l’emergere di un sentimento di essere lasciata fuori dal mondo: – “a nessuno importa di me”. • Il risultato di essere tradita e essere lasciata fuori è il diventare demoralizzate. – L’essere demoralizzata ha vari possibili livelli, il più grave dei quali coincide con la depressione. + Essere tradita • È il fallimento dell’aspettativa che si sarà trattate con rispetto e amore. • Quando è negata tende a sorgere l’idea che una non merita amore. • Include: – essere abusata, – non rispettata, – abbandonata. + Essere abusata • È una causa citata della depressione, può essere fisica, emotiva, sessuale. • È l’esercizio di un potere in maniera abusiva, che può essere fisico o finanziario. • Una conseguenza dell’essere abusata per un tempo prolungato è il formarsi della convinzione che non si può essere al sicuro. • Un’altra che non si merita amore, non si ha controllo, non c’è modo di cambiare le cose e queste non miglioreranno. + Non essere rispettata • Essere in una relazione significativa in cui una non è trattata col rispetto e la considerazione di cui ha bisogno. • Frequente da parte di mariti o fidanzati. – Per esempio: marito alcolizzato che non aiuta né in casa né nella cura dei figli; convince la moglie a stare a casa nonostante per lei il lavoro sia importante invitandola a “fare la donna” e “essere una brava mamma”. – Dopo aver lasciato il lavoro diventa depressa anche perché è diventata economicamente dipendente da lui. Questo la convince che non c’è modo di cambiare le cose e queste non miglioreranno. Ma allo stesso tempo riduce la sua autostima. + Non essere rispettata • In altri casi invece è l’impoverimento quando si lascia il marito che contribuisce alla demoralizzazione. • In questi casi è quindi la pressione sociale a “fare la donna” che contribuisce alla depressione. • Little girls are to be seen and not heard, girls are made to take care of men…my father wouldn’t let me get the education I wanted because I was only gonna get married, ‘you cook, you clean, you have kids etcetera’…I had no right to want anything. I had no right to even talk…they put more importance on the men. And I just really did not have any right to question, to have my own feelings and opinions • • Anche le donne che hanno vissuto esperienze di abuso possono aver sviluppato l’idea che essere donna equivalga ad essere sottomessa. + Essere abbandonate • Alcune lo sono state dai genitori, col risultato di aver costruito relazioni conflittuali o assenti. – Questa esperienza si lega al sentirsi non meritevoli d’amore. • Coi partner si lega alla sensazione di una mancanza di controllo – può condurre all’idea che non ho modo di cambiare le cose e queste non miglioreranno. • non è la perdita in sé a favorire la depressione (quella si sperimenta anche nella morte dei congiunti) ma l’essere lasciate. • Se l’esperienza si ripete spesso le donne sono più vulnerabili – Per questo alcune evitano le relazioni che temono porteranno a questi risultati. + Non meritare amore • No one cares. I’m, I’m useless, no one wants me, no one loves me, no one cares about me…feeling you’re not worth anything, you can’t do it. – Specialmente dai genitori. – Se sperimentato nell’infanzia più stabile e resistente, condiziona le relazioni successive. • Feeling inadequate, not good enough…My mother instilled them in me. She always said you can’t do anything. I was always put down and criticized. It made me insecure. I hated myself – Essere trattati come oggetto invece che come persone – Spesso legato a essere non rispettate o abbandonate. – anche in età adulta, per esempio quando ci si sente tradite dal marito. – Per alcune una sub-forma del non meritare amore è il pensare di non essere di alcuna utilità, per esempio quando si perdono i propri ruoli professionali + Non c’è nulla che posso fare per cambiare le cose • Credenza di non poter controllare la propria vita: demoralizzante perché non si vede come cambiare ciò che vi è di negativo. • Un’esperienza primaria cui si lega è la perdita di controllo legata a un abuso o alla mancanza di rispetto. • Una seconda esperienza che lo favorisce è quella dell’essere lasciate: anche in questo caso si sperimenta mancanza di controllo. • È un principio che tende ad auto-avverarsi e confermarsi: • I’m an adult child of an alcoholic and an incest survivor and those two things together I think produce a whole feeling of very low selfesteem and, and a lack of control. ‘cause you know, from a very young age I didn’t have any control over anything really. Um, so that, that kind of builds up…the lack of control that I felt I had…to be coming from a very shy, very insecure, very voiceless place. + Nulla potrà mai migliorare • È l’idea che l’andamento negativo continuerà per sempre. • Spesso si lega a Non c’è nulla che posso fare per cambiare le cose. • Anche in questo caso è una profezia che si autoavvera. • Esempio: una donna che ritiene che i suoi fallimenti nelle relazioni d’amore dipendano dal fallimento della relazione col padre. – quando il partner la tradisce come il padre aveva fatto con la madre, attribuisce questa caratteristica a tutti gli uomini e decide che Nulla potrà mai migliorare • I successivi tradimenti possono essere tanto più gravi quanto la donna si era convinta che si stava riprendendo dalla depressione. • Un’altra fonte di questa credenza è l’idea che la depressione abbia base genetica e perciò sia immutabile. + Sentirsi abbandonate nel mondo • Essere isolate senza relazioni d’aiuto significative. – È legato all’essere tradite, cui si aggiunge “a nessuno importa di me”, ovvero non merito amore, uno stato di tipo non temporaneo ma stabile. – Per questo si lega a “non ho modo di cambiare le cose” e queste non miglioreranno. • (Being isolated) That’s depression, that’s what my opinion is depression. You have nobody to talk to, you are there, you feel left out…left out of the world, you know? Because to me, locked up in the room, depression is, when I was locked up in that room and nobody to talk to. + Conclusioni • La demoralizzazione si perpetua da sé – Il processo è lo stesso da piccoli o nello stadio più adulto, ma è più profondo e stabile nel primo caso perché è una credenza che si autoperpetua. – Ogni esperienza addizionale conferma nelle credenza e esaspera la depressione – Favorisce l’adozione di uno stile passivo di gestione di relazioni e problemi. + Teoria della demoralizzazione • La depressione sperimentata da queste donne è stata concettualizzata come la risultante di – un processo di demoralizzazione avvenuto come conseguenza – di profondi tradimenti da parte delle figure significative. • La demoralizzazione inizia: – quando le persone non riescono a rispondere a aspettative interne o esterne – e si sentono prive di potere e incapaci di cambiare le situazioni. • Lo stress incontrollabile limita le capacità di coping. • • Il tradimento porta a discutere 3 assunzioni su cui si basa la vita normale: – che uno è invulnerabile, che il mondo ha un senso e che uno ha qualità positive. + Rilevanza sociale della ricerca • È vero che i depressi non sono in grado di riconoscere le cause sociologiche del loro stato? – non qui: impoverimento, potere, essere donna, sono temi rilevanti che emergono dalle interviste. • • Difficile bilanciamento: – mettere in secondo piano le cause sociali rischia di patologizzare le donne e rendere difficile il cambiamento, – evidenziarle troppo diminuisce il senso di controllo sulla propria vita + Riferimento teorico della GT: l’interazionismo simbolico • Fine 19°, primo ventennio del 20° secolo. • Autori fondamentali: William James, Charles Horton Cooley, Gorge Herbert Mead. • Interazione: non è una concatenazione di azioni e reazioni ma: – un unico flusso di attività all’interno del quale le azioni dei partecipanti sono interdipendenti e reciprocamente costruite. + Riferimento teorico della GT: l’interazionismo simbolico • Superamento della modellistica lineare emittentericevente: questo approccio si occupa del modo in cui l’altro è costitutivamente parte dell’io: – il proprio comportamento e la comprensione di sé prendono forma nell’impegno costante di costruire senso per qualcuno e insieme a qualcuno. + L’incontro tra sé e società • Il sé individuale si costituisce attraverso processi sociali, dipende dalla società. • Baldwin: – attraverso l’imitazione i bambini introiettano comportamenti e standard normativi: io sono l’altro. – Allo stesso tempo l’altro è me perché la comprensione è possibile solo se assumo che la soggettività di un altro è simile alla mia. + L’incontro tra sé e società • Cooley: l’immagine che gli altri ci rimandano di noi stessi va a costituire il sé, soprattutto nei primi anni di vita • Il processo avviene prevalentemente attraverso scambi verbali, coi quali si costruisce gradualmente il significato della realtà e si acquista consapevolezza di sé. + L’incontro tra sé e società • Mead: la realtà sociale viene conosciuta e organizzata in termine di ruoli: – gioco del far finta (play) prima – gioco organizzato (game) poi. • Si impara che ci sono atti pertinenti a ogni posizione sociale e che i ruoli sono tra loro interdipendenti. • Le persone sviluppano un’idea di tutti i ruoli attivi in una certa situazione, per costruire aspettative rispetto a cosa fanno gli altri e cosa si aspettano da lei/lui. + L’incontro tra sé e società • L’aspettativa non implica obbligo di certi comportamenti, ma la gestione delle loro conseguenze: i disclaimer • L’interazionismo assegna dunque grande importanza alle situazioni concrete di interazione sociale + Lo studio dei processi interattivi • Indagine approfondita di contesti sociali definiti, allo scopo di verificare gli assunti teorici relativi alla costituzione interattiva del sé e della realtà sociale. • Per esempio la ricerca sulla comunità transessuale: – Transsexuals' narrative construction of the "true self." di Mason-Schrock, Douglas. Social Psychology Quarterly. Vol 59(3), Sep 1996, pp. 176-192 • + Transsexuals' narrative construction of the "true self." • Studia come le persone costruiscono storie sul proprio sé per supportare un radicale cambiamento di identità. • I transessuali sono un esempio interessante per studiare i processi di costruzione del sé, perché il cambiamento è da un genere all’altro. + Transsexuals' narrative construction of the "true self." • Tipicamente credono di essere nati nel corpo sbagliato e vogliono rimediare, anche chirurgicamente. – È un processo complesso, articolato e spesso angosciante a causa del rifiuto di famiglia e amici. – Per portarlo avanti si deve essere convinti che il proprio vero sé lo richieda. + Costruire un nuovo sé • Nella nostra cultura il corpo è indice del genere, perciò non è facile per uomini/donne definirsi donne/uomini ‘dentro’. • Devono cercare in altro, e non nel corpo, i segni rivelatori. • Lo trovano nel passato – Attraverso la comunità transgender che li aiuta a riconoscere il loro vero genere. • Questo nuovo genere è un artefatto, ma molto potente e motivante. + Perché studiare le narrative (in interazione) • Le narrative danno coerenza – ordinando gli eventi per farli apparire significativi – e rilevando la permanenza del vero sé nel corso del tempo. + Perché studiare le narrative (in interazione) – Le storie servono anche a collocare il sé nella cultura • come fanno le storie di innamoramento, che usano un pattern di eventi culturalmente condiviso. • L’osservazione e l’analisi dei dati è a livello gruppale : – come un gruppo aiuta a costruire certe narrative sul nuovo-vero sé. + Metodo • 15 mesi di frequentazione di una comunità. • Meeting mensili di 3 ore e partecipazione a eventi sociali. – Prima parte temi personali, seconda parte autoaiuto. – 10-26 partecipanti. • Lettura di periodici e libri. • Frequentazione di una community su internet. • Interviste con 10 transessuali di 2-3 ore. – 9 nati uomini, 1 nata donna. – Età 31-47. 8 su 10 classe media. • Alla fine della raccolta dei dati li categorizza e poi genera sub-categorie, relative ai contenuti e ai processi osservati + Risultati: i racconti d’infanzia • 3 tipi: – 1. cross-dressing; – 2. essere scoperti; – 3. attività sportive. + Risultati: i racconti d’infanzia • Racconti di cross-dressing agito o fantasticato: – i bambini imparano ad attribuire il genere dai vestiti e anche i transessuali vedevano quelle prime esperienze come la testimonianza del fatto che esprimevano il loro vero genere. – Non vale per la donna: perché? – Le storie erano sempre collocate in periodi iniziali: • dai 3 anni – I sentimenti espressi erano cruciali: • naturale, buono, giusto. – Non interessa qui l’ accuratezza delle storie, ma che fossero considerate una testimonianza di transessualità. + Risultati: i racconti d’infanzia • Racconti relativi all’essere scoperti mentre si faceva cross-dressing: a cui seguono reazioni repressive dei genitori: – il vero sé viene coartato: serve a spiegare come mai l’identità transessuale rimane nascosta anche per decine di anni, un punto che poteva rivelarsi problematico. • Racconti sulla partecipazione ad attività sportive: la partecipazione è un tratto tipicamente maschile: – gli uomini evidenziavano di non essere mai stati ‘adatti’, mentre l’unica donna sottolineava le sue abilità fisiche. + Risultati: Le storie di negazione • Per spiegare come mai per anni non ci si era accorti della propria transessualità. • 3 gruppi: – Distrazione: • uso di stupefacenti per non pensare alle conseguenze della stigmatizzazione sociale • problemi di salute e famiglia che impedivano di concentrarsi su se stessi; – tentativi di conformarsi agli stereotipi di genere: • impegnandosi nello sport o facendosi crescere i baffi o facendo collezione di armi; – errore nell’auto-etichettamento: • pensare di essere un travestito o un omosessuale + L’interazione nella comunità Le narrative come creazioni collettive: • Modellizzazione: – i racconti degli anziani o gli articoli sulle riviste aiutavano i nuovi a capire che eventi significativi andare a cercare nelle loro biografie • indirizzamento: – quando uno non usa una narrativa corretta, con delle domande lo portano su ciò che ritengono utile per rivelare la sua vera identità; • sostegno: – gesti o suoni che accompagnavano il racconto sottolineandoneindividuandone i passaggi cruciali • cecità parziale: – non rilevare le contraddizioni o le debolezze per consentire a questa fragile e nuova identità di consolidarsi