valore alimentare la piramide alimentare Matteo Giannattasio autore e direttore scientifico di Valore Alimentare DOLCI uova formaggio carne legumi pesce ALIMENTI RICCHI DI PROTEINE LATTE E YOGHURT BURRO FRUTTA SECCA A GUSCIO CONDIMENTI grano, orzo, segale, avena, miglio, mais, riso, pane, pasta cereali OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA grano saraceno, quinoa, amaranto castagne, patate falsi cereali altri ALIMENTI RICCHI DI CARBOIDRATI COMPLESSI frutta e verdura ALIMENTI RICCHI DI SOSTANZE SALUTARI Una guida per combattere le tre pericolose “iper”: iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertensione Da decenni il consumismo alimentare dilaga nei Paesi industrializzati (mentre, paradossalmente, nei Paesi del terzo mondo si può ancora morire di fame). Dal consumismo alimentare al dilagare delle malattie degenerative il passo è stato breve e perciò molti Paesi affetti da questa piaga hanno avvertito la necessità di elaborare “linee guida per una sana alimentazione” tenendo conto delle indicazioni dell’OMS1. Quelle attualmente proposte in Italia e in molti altri Paesi occidentali si ispirano più o meno tutte alla benemerita dieta mediterranea2, ma ciascun Paese, nell’elaborare le proprie, ha tenuto anche conto delle locali tradizioni culinarie3. La piramide alimentare non è altro che una rappresentazione in forma geometrica, la piramide appunto, di queste linee guida. Vediamo com’è strutturata la nostra e quali sono i pilastri che la sorreggono. Quella che presentiamo è stata costruita prendendo a modello due piramidi elaborate da esperti, “La Piramide Alimentare italiana” (www.piramideitaliana.it) e “La Piramide Alimentare Toscana”(www.regione.toscana.it). Prima di iniziare a “scalarla”, un’avvertenza è d’obbligo. In rete, sulla carta stampata e perfino in documenti di rinomate istituzioni scientifiche si trovano piramidi alimentari che presentano alcuni aspetti non condivisibili sul piano nutrizionale. Alcune, per esempio, propongono di consumare quotidianamente, in sostituzione del tradizionale e salutare pane comune, prodotti industriali, come brioche e biscotti secchi o ricoperti di cioccolata, che andrebbero invece consumati soltanto saltuariamente, se non evitati, per il loro elevato contenuto in zuccheri aggiunti. Altre, ancora, affiancano a grassi pregiati, come l’olio extravergine di oliva e il burro, altri grassi meno nobili utilizzati nell’industria alimentare moderna (cfr. L’insostenibile leggerezza degli oli di semi, su www.valorealimentare.it). La piramide alimentare italiana Gli alimenti sono riuniti in 6 gruppi in base alle loro prevalenti caratteristiche nutrizionali. Ciascun gruppo è collocato in uno dei 6 piani in cui è divisa la piramide a seconda della frequenza con cui gli alimenti che vi appartengono devono essere consumati: più bassa è la frequenza, più in alto è la collocazione. Pertanto, alla base della piramide sono collocate frutta e verdura perché, per il loro elevato contenuto in sostanze salutari, sono gli alimenti che vanno consumati con maggiore frequenza. Poi al piano di sopra si trovano quelli che apportano, sotto forma di amido, i carboidrati complessi (cioè composti da lunghe catene di glucosio) che sono i nutrienti che dobbiamo assumere quotidianamente in maggiore quantità. Proseguendo ancora verso l’alto, troviamo in successione gli altri alimenti che devono essere consumati con sempre minore frequenza. I pilastri su cui si regge la piramide sono otto. Mancandone anche uno soltanto, la piramide traballa e il nostro metabolismo rischia di andare in sofferenza. Possono allora comparire i sintomi della sindrome metabolica (glicemia e colesterolemia oltre, anche se di poco, i valori normali; lieve ipertensione e fegato grasso) che è l’anticamera del diabete e delle malattie cardiovascolari di natura degenerativa. Stando alle statistiche, soffrirebbe di questa sindrome 1 europeo su 6. Primo pilastro: solo alimenti freschi e trasformati con processi naturali La piramide alimentare è edificata con i seguenti alimenti: 1. Alimenti freschi, vegetali e animali (frutta, verdura, latte, pesce, carne, uova); 2. Alimenti vegetali, come cereali, legumi, patate e castagne, che si conservano a lungo naturalmente. I cereali vanno consumati integrali o semintegrali e il pane da preferire è quello ottenuto lievitando l’impasto con la pasta madre. 3. Prodotti che si ottengono sottoponendo alimenti come latte, farina e olive, a processi biologici naturali, come la fermentazione (yogurt, pane, formaggi freschi), eventualmente seguita da un processo di maturazione (formaggi stagionati), oppure a trattamenti tecnologici di estrema semplicità (pasta, olio extravergine di oliva, burro). Insomma, la piramide alimentare non ha niente a che vedere con i tanti prodotti industriali come merendine, aranciate e altre bevande iperzuccherate, snack vari, piatti pronti farciti di strani ingredienti e additivi diversi, ecc. Purtroppo, però, la povertà sta portando alla sostituzione di alimenti fondamentali della piramide proprio con prodotti del genere. Secondo pilastro: le porzioni Si rispetta la piramide alimentare non solo consumando gli alimenti secondo la frequenza quotidiana raccomandata, ma anche rispettandone a ogni pasto le porzioni suggerite (tab.1). Le porzioni degli alimenti presenti sullo stesso piano della piramide sono diverse perché è diverso il loro apporto in specifici nutrienti. Per esempio, tra gli alimenti che apportano l’amido, la porzione di patate è più alta di quelle del pane e della pasta, proprio perché il loro contenuto in amido è più basso. Le porzioni di frutta e verdura sono soltanto orientative, quindi possono anche essere superate (ovviamente senza abusare). Man mano che si va verso l’alto, il rispetto delle porzioni (oltre che della frequenza) degli alimenti, soprattutto di quelli animali, deve essere sempre più rigoroso, perché gli eccessi comportano il rischio di insorgenza di malattie. La ricerca sta provando che un’eccessiva assunzione di proteine animali porta all’acidificazione del sangue con conseguente aumento del rischio di patologie degenerative, tra cui il diabete5, l’osteoporosi6, forse, addirittura, alcune forme di cancro7. Terzo pilastro: la rotazione degli alimenti Le nostre esigenze nutrizionali sono tante e possono essere soddisfatte soltanto se c’è “biodiversità” nella nostra alimentazione, ovvero una vasta gamma di alimenti e una rotazione continua di quelli dello stesso gruppo nella nostra dieta. Contrariamente a quanto molti pensano, non si rispetta la piramide se si mangia pasta al pomodoro o pizza tutti i santi giorni, invece di ruotare queste pietanze con altri alimenti fonte di carboidrati complessi. Altrimenti si rischia, a lungo andare, di incorrere in carenze nutrizionali e di accumulare tossine. Quarto pilastro: le combinazioni alimentari La saggezza popolare, ancor prima della scienza, ha scoperto quanto siano importanti certe combinazioni alimentari dal punto di vista nutrizionale e salutistico, oltre che organolettico. Si pensi ai cereali e ai legumi, gli uni carenti in lisina e gli altri in metionina (sono due aminoacidi essenziali). I piatti in cui essi sono combinati, come pasta e fagioli, o stufato di lenticchia con polenta, forniscono, però, un complesso proteico di alto valore biologico perché apportano al nostro organismo tutti gli aminoacidi di cui abbiamo bisogno. La carne (acidificante), se accompagnata da un contorno di insalata (alcalinizzante) potrebbe affaticare di meno il rene8; ed è presumibile che, combinando la ricotta con gli spinaci, il calcio contenuto nella prima si leghi all’acido ossalico presente nei secondi, inibendone l’azione antinutrizionale9. Tratteremo a breve su questa rivista il tema delle combinazioni alimentari. Quinto pilastro: il rispetto della stagionalità La natura è saggia perché a ogni stagione ci procura il cibo di cui abbiamo bisogno non solo per nutrirci, ma anche per fronteggiare le condizioni climatiche sfavorevoli del momento (tab. 2). Così, nei mesi freddi mette a nostra disposizione il grosso della produzione di cavoli, broccoli, verze e porri che, per la loro ricchezza in composti solforati, riscaldano il corpo infreddolito dalle intemperie10. Nei mesi caldi invece ci inonda di frutta e verdure che dissetano e apportano al nostro organismo minerali e tante sostanze benefiche che lo proteggono dagli effetti nocivi delle alte temperature e delle intense radiazioni solari. Lasciate stare, perciò, i prodotti fuori stagione che vengono da terre lontane o sono ottenuti coltivando le piante in serre riscaldate e sotto l’effetto di prodotti chimici. Non ne abbiamo bisogno, le loro qualità nutrizionali possono essere inferiori rispetto a quelle dei prodotti stagionali equivalenti e – aspetto non di poco conto – hanno un elevato costo in termini energetici e di impatto ambientale per le emissioni di CO2. Per completare il quadro, va detto che un tempo, quando gli allevamenti intensivi non erano ancora praticati, si rispettava la stagionalità anche per alcuni alimenti animali. Il maiale, per esempio, si ammazzava in inverno e la carne che restava, dopo aver fatto salumi, era consumata, ma con parsimonia, per resistere meglio al freddo. Oggi invece si fanno pantagruelici quanto sudoriferi barbecue con salcicce e bistecche di maiale anche in piena estate. Pure la pesca seguiva i ritmi dettati dal ciclo vitale dei pesci, mentre oggi l’itticoltura rende alcune specie disponibili tutto l’anno. I pesci di allevamento hanno però un sapore che ricorda soltanto alla lontana quello dei pesci pescati a mare e ricerche recenti fanno sospettare che contengano anche più grassi saturi e meno omega-3. Un consiglio: meglio consumare del pesce azzurro appena pescato che del pesce di allevamento e, se proprio dovete ricorrere a quest’ultimo, sceglietelo da allevamento bio, perché prodotto con metodi meno intensivi. Sesto pilastro: l’attenzione per la qualità La piramide alimentare ha maggior valore se gli al i m e n t i che propone non contengono residui di pesticidi, o ne contengono il meno possibile, e sono prodotti con metodi a basso impatto ambientale e rispettosi della biodiversità in tutte le sue componenti (microbiche, vegetali e animali). Insomma, questi alimenti devono essere benefici per la nostra salute, ma devono anche essere prodotti con metodi che rispettano la natura. Ricerche hanno dimostrato che queste condizioni sono soddisfatte più dagli alimenti provenienti dall’agricoltura biologica che da quelli provenienti dall’agricoltura convenzionale12, 13. Settimo pilastro: il rispetto del ritmo Purtroppo Il vecchio adagio “fai una colazione d a re, un pranzo da conte e una cena da povero” è stato stravolto a causa dei ritmi di lavoro che l’attuale società industrializzata si è data. Si salta la colazione o la si riduce ad un caffè accompagnato da un cornetto, che non di rado è di quelli scongelati nel forno a microonde, o da qualche merendina iper-reclamizzata alla televisione con tanto zucchero da far salire l’insulina alle stelle. Poi il pranzo – si fa per dire – può consistere in un tramezzino farcito da un’improbabile maionese industriale o in una pizza iper-glutinata che poi rimane sullo stomaco per ore. Così la sera si arriva a casa famelici e si butta dentro di tutto e di più. La scienza ci sta dicendo che questo modo di mangiare sconclusionato è dannoso per la nostra salute, anche se consumiamo tutti gli alimenti con cui è costruita la nostra piramide, perché cozza con i ritmi del nostro metabolismo14. Ottavo pilastro: l’attività fisica Dieta equilibrata e attività fisica vanno a braccetto nell’aiutarci a stare in buona salute. Per questo motivo la raccomandazione di svolgere attività fisica si ritrova alla base di diverse piramidi alimentari. La nostra contempla almeno 30 minuti al giorno di camminata a passo svelto. Per concludere Il boom economico che abbiamo vissuto nei decenni passati ha di sicuro migliorato le nostre condizioni di vita per tanti aspetti, tra cui quello di non patire più la fame e le carenze nutrizionali per mancanza di cibo o per povertà. Ci ha, però, anche abituati a comportamenti alimentari insani sia per quanto riguarda la quantità (eccessiva) che la qualità (scadente) del cibo che consumiamo. Secondo l’OMS circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori, attualmente dilaganti in questa società eufemisticamente definita “del benessere” potrebbe essere evitato grazie a un’equilibrata e sana alimentazione (Corretta alimentazione www.salute.gov.it). La piramide alimentare ci viene in aiuto proprio in questo senso. Non facciamocela crollare addosso minandola nelle fondamenta con cattive abitudini alimentari. Bibliografia 1. Rapporto OMS-FAO. La nutrizione come strumento di prevenzione Fondazione Empam (www.indim.it) 2. Sofi F. e coll. Adherence to Mediterranean diet and health status: meta-analysis. BMJ 337, 1344 (2008) (www.bmj.com) 3. Food-based Dietary Guidelines in Europe. Eufic Review 10/2009 (www.eufic.org) 4. L’epidemia di sindrome metabolica. Alimentazione oggi 3/2006 (www.eufic.org) 5. Fagherazzi G e coll. Dietary acid load and risk of type 2 diabetes. Diabetologia, 57,313 (2014) 6. Buclin T e coll. Diet acids and alkalis influences calcium retention in bone. Osteoporosis Int. 73, 118 (2001) 7. Corpet DE e coll. Epidemiological evidence for the association between red and processed meat intake and colonrectal cancer. Meat Sci. 98, 115 (2014) 8. Remer T, Manz F. Potential renal acid load of food and its influence on urine pH. J Am Diet Assoc 95, 791 (1995) (www.direct-ms.org) 9. Noan SB e coll. Oxalate content of food and its effect on human. Asia Pacific J Clin Nutr 8, 64 (1999) (www.apjcn.nhri.org.tw) 10. Henry CL, Emery B. Effect of spiced food on metabolic rate. Hum Nutr Clin Nutr 40, 165 (1986) 11. Weaver KL e coll. The content of favorable and unfavorable polyunsaturated fatty acids found in commonly eaten fish. J Am Diwt Assoc 108, 1178 (2008) 12. Lairon D. Nutrional quality and safety of organic food. A review. Agron. Sustain. Dev. 30, 33 (2010) (www.medicine-nutrition.org) 13. Bengtsson J e coll. The effects of organic agriculture on biodiversity and abundance: a meta-analysis. J Applied Ecology, 42, 261 (2005) 14. Ekmekciogiu C, Touitou Y. Chronobiological aspects of food intake and metabolism and their relevance on energy balance and weight regulation. Obesity reviews 12, 14 (2011) Tabella 1. Le porzioni Alimenti P o r zio ni* per gli adu lti Il peso si riferisce al prodotto fresco al netto degli scarti o sbucciato e crudo Porzioni in età infantile** A 4 anni A 12 anni Base della piramide Ortaggi 250 g es.: 1 finocchio o 2 carciofi 100g Insalata fresca almeno 50g almeno 50g Frutta 150 g es.: 1 frutto medio (mela, arancia, pera, pesca) 2-3 piccoli (albicocche, prugne, mandarini) almeno 100g Primo piano della piramide Pane 50 g una rosetta o una fetta media 40g 50g Pasta 80g 40g 60g Riso 80g una tazzina da caffè piena 40g 60g Pasta e riso in brodo 40g 20g 30g Pasta all’uovo fresca 120g 60g 90g Pasta all’uovo fresca in brodo 60g 30g 50g Patate 20 0 g 2 patate medie pelate 100g 150g 25g 40g 5g 10g Castagne 50g Secondo piano della piramide Olio extravergine d’oliva 10g 1 cucchiaio da minestra Terzo piano della piramide Latte 125g una tazza da tè 100g Yogurt 125g un vasetto 125g Burro 10g 5g 10g Noci 3 1 3 Nocciole 5 2 5 Mandorle 6 3 6 Alimenti P o r zio ni* per gli adu lti Il peso si riferisce al prodotto fresco al netto degli scarti o sbucciato e crudo Porzioni in età infantile** A 4 anni A 12 anni Quarto piano della piramide Carni 10 0 g una fettina piccola 60g 90g Salumi 50 g tre fettine di prosciutto; 6-7 di salame 25g 40g Pesce 150g 60g 90g Uova 1 uovo di circa 50 grammi 1 uovo Formaggi freschi 100g 60g 80g Formaggi stagionati 50g 25g 40g Legumi freschi 100g 50g 60g Legumi secchi 30g poco più di mezza tazza da caffè 20g 30g 40g 60g 20g 100g Legumi in scatola 60g Quinto piano della piramide Dolci 30g - 120g a seconda del tipo di dolce Altri alimenti Zucchero 5g 1 cucchiaino da tè*** da evitare Vino 100ml mezzo bicchiere da evitare * Per porzione si intende la quantità di un alimento che deve essere consumata in un singolo pasto. ** Per le età comprese tra i 4 e i 12 anni le porzioni aumentano gradualmente. *** La quantità di zucchero totale (la somma degli zuccheri presenti naturalmente e di quelli aggiunti negli alimenti) che si può ingerire quotidianamente non deve superare il 10% delle calorie totali. Questo vuol dire che per una dieta di 2000 kcal, non si devono superare i 50 grammi al giorno (pari a 200 kcal). Se si calcola che 2 porzioni quotidiane di frutta possono apportare anche più di 30 grammi di zucchero, ci si rende conto che basta poco zucchero aggiunto agli alimenti per superare questa soglia. Per il sale non si deve andare oltre i 5-6 grammi quotidiani (per i bambini dai 4 ai 6 anni, la metà, poi si aumenta gradualmente per arrivare ai 6 grammi con la pubertà). Tabella 2. La stagionalità di frutta e verdura coltivata in Italia* Verdure Alimenti gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Aglio Asparagi Bieta Broccoli Carciofi Carote Cavolfiori Cavoli Cavolo cappuccio Cetriolo Cicoria Cipolle Cipolline Fagioli Fagiolini Fave fresche Finocchi Insalate Melanzane Patate Peperoni Piselli Pomodori Porri Radicchio Ravanelli Rucola Scarola Sedano Spinaci Verza Zucche Zucchini Raccolta in pieno campo Raccolta in serra Coltivazioni forzate di varietà spinose nelle zone più calde Prodotti conservati Frutta Alimenti gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Albicocche Anguria Arance Caki Castagne Ciliegie Clementine Fichi Fragole Kiwi Limoni Mandarini Mele Meloni Mirtilli Nespole Pere Pesche nettarine Prugne Pompelmi Uva Raccolta in pieno campo Raccolta in serra Coltivazioni forzate di varietà spinose nelle zone più calde Prodotti conservati * Con modifiche da Sai quel che mangi edito dal Ministero delle politiche agrarie (www.politicheagricole.gov.it). Le epoche di raccolta sono più tardive al Nord e più precoci al Sud. L’autore Matteo Giannattasio è direttore scientifico di Valore Alimentare. Medico e agronomo. E’ stato docente del corso “Qualità degli alimenti e salute del consumatore” all’Università di Padova. Collabora con il Servizio di Allergologia dell’Istituto dermatologico “San Gallicano” di Roma. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di libri, tra cui “Gravidanza e Alimentazione. Nutrire anima e corpo con cibo di qualità” (Valore Alimentare 2013) e “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità” (Valore Alimentare 2013).