Glossario Droga, fitocomplesso e principio attivo: cosa sono? Dare per scontato che a tutti siano chiari certi termini può rappresentare un errore. Talvolta anche chi scrive non conosce appieno il significato dei lemmi che utilizza. Così, da questo numero in avanti, verrà sfruttato questo spazio per illustrare alcuni concetti chiave – e familiari – dell’Azienda Dr. Giorgini. Questa sorta di glossario potrà essere di supporto non solo ai consumatori, ma anche a tutti coloro che nell’Azienda lavorano o che vi entrano a fare parte, per una sempre maggiore partecipazione. Prima di illustrare cosa sia il fitocomplesso, è necessario ricordare cosa s’intende per “droga vegetale” in fitoterapia. Con questo termine ci si riferisce alla parte della pianta – sia essa la corteccia, la radice, i fiori o le foglie – che si utilizza per l’estrazione del fitocomplesso o dei principi attivi. Per esempio, se della cicoria si utilizzano le foglie da mangiare in insalata, la droga sarà rappresentata dalle radici. Da questa si estrarrà, appunto, il fitocomplesso che è l’insieme di tutte le sostanze contenute nella droga. Per essere più precisi, esso è l’unità chimico-biologica che raccoglie la sostanza attiva principale, le sostanze attive complementari, le sostanze non attive complementari, indifferenti e indesiderate, nonché le sostanze di sostegno vegetali. In pratica, il fitocomplesso contiene alcune sostanze con proprietà medicamentose e altre meno, tuttavia tutte indispensabili per garantire la completezza dell’azione terapeutica della droga. All’interno del fitocomplesso, la sostanza attiva principale è il principio attivo che viene estratto, isolato, cristallizzato e, se possibile, riottenuto per sintesi, eventualmente potenziandolo. Il nostro organismo lo assumerà puro e a determinate dosi che produrranno azioni farmacologiche ben precise. Tuttavia, in fitoterapia non si usa il principio attivo, ma il fitocomplesso dal momento che in esso «ogni componente è legato all’altro in una struttura vitale» (E. Lazzarini e A. R. Lonardoni, Manuale pratico di fitoterapia, I, Roma 1985). È la sinergia del fitocomplesso, cioè l’azione sinergica di tutti i componenti della pianta medicinale, a determinarne l’attività; singolarmente, infatti, i diversi principi attivi (soprattutto se di sintesi), risulterebbero insufficienti o comunque non in grado di fornire la stessa efficacia! Questa è infatti la peculiarità delle piante medicinali che soltanto attraverso l’integrità del loro fitocomplesso possono esercitare il massimo di attività terapeutica. 47 SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.IT