2. Il comportamentismo I paradigmi scientifici cambiano in base alle ideologie; intorno agli anni '20 del 1900 si è verificato un grande spostamento di ideologie, frutto dei flussi migratori diretti soprattutto verso gli Stati Uniti. In questo periodo si sviluppa l'idea che non vi sono eredità genetiche: l'individuo, sulla base delle opportunità che gli vengono offerte, della propria ambizione e della propria intraprendenza, può diventare qualsiasi cosa. Questo, in sostanza, è il succo dell'idea dell'american dream. Cambia dunque l'ottica e il modo di intendere i gruppi, in direzione egalitaria e positivista; non vengono più intesi come folle distruttive, ma come agglomerati di persone uniti per conseguire scopi produttivi. In questo periodo si afferma negli USA la psicologia sociale, ed in particolare il comportamentismo. Il comportamentismo (behaviourism) si propone di analizzare il comportamento degli individui per studiare i meccanismi che danno conto dei cambiamenti e dell'apprendimento. Il comportamentismo critica apertamente i presupposti degli studi di Wundt, autore delle prime opere di analisi e definizione delle modalità attraveros cui è possibile fare ricerca nella psicologia per renderla una scienza obiettiva. Wundt era un introspezionista: introduceva persone nei laboratori, le sottoneva a determinati stimoli e studiava le loro risposte. Per i comportamentisti, l'approccio mentalista wundtiano alla psicologia sociale non è obiettivo e va quindi rifiutato; si propongono dunque di studiare le condizioni obiettive che determinano i comportamenti, eliminando ogni riferimento ai quei contenuti mentalistici cari a Wundt. Secondo l'approccio comportamentista, alla nascita il bambino è dotato di riflessi incondizionati, ma la sua mente è una tabula rasa, una blackbox. Tutto ciò che accade è dunque esito della connessione organismo – ambiente. In particolare, i comportamenti sono visti come delle risposte a stimoli, che non vengono elaborati cognitivamente. Ciò che fanno gli individui è dunque frutto dell'associazione tra stimoli e risposte. Sono due i principali modelli comportamentisti che tentano di spiegare le cause e le modalità dei comportamenti umani: quello del condizionamento classico di Pavlov e quello del condizionamento operante di Skinner. ◦ Gli esperimenti di Pavlov, fautore del modello del condizionamento classico, sono basati sullo studio della salivazione dei cani. Per lo studioso, l'associazione di uno stimolo condizionato a uno stimolo neutro darà luogo a risposte condizionate. Lo stimolo incondizionato del cibo darà luogo alla risposta incondizionata della salivazione. Pavlov associò allo stimolo incondizionato del cibo lo stimolo condizionato del campanello; dopo un po' di tempo, al solo sentire il suono del campanello aumentava la salivazione nelle fauci dei cani. Dunque, lo stimolo condizionato del campanello dava luogo alla risposta condizionata della salivazione. Il modello del condizionamento classico di Pavlov va inteso anche come una chiave interpretativa per i fenomeni di cambiamento di opinioni, di atteggiamento, di persuasione. ◦ Thorndike postulò la legge dell'apprendimento attraverso prove ed errore. Quando l'individuo giunge casualmente a risposte che provocano effetti positivi (rinforzo positivo), ripeterà la risposta; quando invece il suo comportamento porterà a rinforzi negativi, non replicherà tale comportamento. Non vi è dunque elaborazione dei dati nell'individuo; i dati vengono elaborati uno alla volta attraverso una scansione prova/errore, e la realtà esterna è vista come frammentata in tanti stimoli. ◦ Skinner è stato l'ideatore della skinner box, attraverso cui ha dimostrato che l'apprendimento di un topo avviene perchè al suo comportamento vengono associati stimoli positivi. Come in Pavlov, l'apprendimento risulta frutto del condizionamento, ma si parla qui di condizionamento operante, risultato ovvero di ciò che gli individui fanno. ◦ Allport sostiene che non esiste una psicologia dei gruppi che non sia una psicologia degli individui; un gruppo sociale andrà dunque concepito come la somma degli individui che la compongono. Secondo la teoria della Gestalt, invece, le nostre risposte nei gruppi non sono rivolte agli individui ma al gruppo stesso, che va intenso come qualcosa di superiore alla somma degli individui. Analisi degli atteggiamenti secondo il modello comportamentista Mere exposure effect Il solo fatto di essere esposti a determinati stimoli produce effetti sugli individui; secondo questa prospettiva, l'individuo non elabora le informazioni, ma è totalmente passivo. Questa conclusione è frutto di alcuni esperimenti effettuati da Zaionc. Lo studioso riunì due gruppi di volontari, poi proiettò ad ogni gruppo l'immagine di un volto; al primo gruppo l'immagine fu proiettata 25 volte, al secondo due volte. Il primo gruppo, alla fine della proiezione, dichiarò di trovare il volto attraente. Inoltre, lo studioso determinò un livello ottimale di esposizione, pari a tre volte: 2 volte è insufficiente, 5 risulta noioso. Secondo altre interpretazioni, l'esposizione prolungata provoca familiarità nell'individuo che subisce lo stimolo. Entrano in fatto processi attribuzionali che ci provocano prevedibilità e dunque gradevolezza. Persuasione subliminale Anche in quest'ambito viene utilizzato il condizionamento. Si mostra un'immagine associata a un qualcosa valutato a posteriori; avviene un trasferimento delle emozioni dall'immagine al prodotto. Condizionamento ed atteggiamenti politici Lorge ha tentato di dimostrare che gli atteggiamenti politici mutano indipendentemente dai valori cognitivi. Nei suoi esperimenti, Lorge chiedeva ai membri del gruppo le loro opinioni politiche, per poi valutarle ed inquadrarle in una precisa corrente politica. In seguito leggeva al gruppo alcune frasi di leader politici democratici e dittatori, citando l'autore e chiedendo al gruppo la loro opinione riguardo alle frasi. I membri del gruppo di sinistra rifiutavano la frase a priori se era stata pronunciata da un dittatore, mentre quelli di destra la rifiutavano se era stata pronunciata da un esponente politico di sinistra. Dunque, per Lorge l'atteggiamento politico non muta in base ai programmi dei partiti, ma in base a chi dice cosa; i programmi non vengono esaminati cognitivamente, ma presi così come sono, passivamente, mediante gli indici periferici della mente. Asch, gestaltista, replicò gli esperimenti di Lorge, e tentò di mostrare come sia falso il fatto che il mutamento delle opinioni è dovuto alla mancata elaborazione del messaggio. Infatti, se viene cambiato l'autore delle farsi, si cambia tutto lo stimolo nella sua globalità; lo stimolo è diverso perchè, dal momento che è emanato da un diverso autore, assume un significato diverso. Aggressività, condotte prosociali Secondo questi studi, l'individuo è argilla, totalmente modellato dalla società; si rifiuta quindi la presenza di componenti innate e cognitive nell'individuo. ◦ Social learning theory (1962-1973) Secondo questa teoria, non è vero che si risponde in modo immediato agli stimoli; come variabile interveniente va infatti posto l'organismo, in base allo stato del quale gli individui reagiscono: S → O → R. L'apprendimento è dovuto all'imitazione degli altri (modeling); attraverso tale modellamento astratto l'individuo ricava delle regole generali che applica anche in altri contesti, diversi da quello in cui ha appreso il comportamento. Antonio Bandura ha parlato di rinforzo vicariante: gli individui apprendono non solo in base a rinforzi positivi, ma anche tramite l'imitazione di coloro che hanno a loro volta ricevuto rinforzi positivi. ◦ Bandura: esperimenti sull'aggressività Alberto Bandura ha realizzato alcuni esperimenti sull'aggressività nei bambini, basandosi sulla Social Learning Theory e sul modello del rinforzo vicariante. Lo studioso ha raccolto tre gruppi di bambini; al primo gruppo ha mostrato un filmato di una donna adulta che picchia una bambola (la Bobo Doll); al secondo una donna che giocava con la Bobo Doll, e al terzo niente. I bambini vengono poi portati in una stanza piena di giochi, ed ognuno sceglie un gioco preferito. Tale gioco gli viene poi tolto; in questo modo si crea uno stato di frustrazione nei bambini (S → O → R). Successivamente ogni gruppo viene inserito in una stanza giochi con una Bobo Doll. Il primo gruppo picchia la Bobo Doll e distrugge gli altri giochi; gli altri gruppi giocano tranquillamente con i giocattoli. Il comportamento aggressivo viene dunque imitato e generalizzato. ◦ Desensibilizzazione alla violenza In questo esperimento, nei ragazzi in cui era stato creato un senso di frustazione nell'animo vengono portati ad assistere ad un incontro di pugilato molto violento e scorretto. I ragazzi che avevano già visto molta violenza in TV subiscono una minore attivazione fisiologica. Dunque, l'esposizione alla violenza provoca desensibilizzazione, abitudine al sangue, assuefazione. Secondo alcuni dati, i bambini che assistono a 3 ore e mezza di tv al giorno saranno esposti ad almeno 33 azioni violente; gli adulti sono investe sottoposti a 5 azioni violente l'ora. ◦ Attivazione/dislocazione Secondo gli studi di Zillman del 1988, quando una persona è in uno stato di attivazioen arousal e viene a contatto con ciò che lo provoca, anche se non c'è correlazione, il suo stato di eccitazione viene trasferito su tale persone, con effetti potenzialmente violenti. ◦ Weapon effect Secondo Berkowitz, il solo vedere delle armi produce aggressività; per un meccanismo associativo, le armi vengono subito collegate alla violenza. Berkowitz ha anche identificato altri fattori che producono violenza: dolori di qualsiasi tipo, caldo, freddo, rumori, affollamento.