“Posturologia e Terapie Manuali”

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Master di Primo Livello in
“Posturologia e Terapie Manuali”
Anno Accademico 2013-2014
Direttore Prof. Zaffagnini
STUDIO ED EVOLUZIONE DEI RIFLESSI NEONATALI IN
RELAZIONE ALL’ORGANIZZAZIONE MOTORIA E ALLA BUONA
SENSIBILITA’ PROPRIOCETTIVA
Florio M. Caterina
Lambertini Silvia
Meneguzzo Andrea
Relatore: Marino Alfredo
I RIFLESSI, LA BASE DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA NERVOSO, PERMETTONO IL
MOVIMENTO NEL BAMBINO APPENA NATO
“Tutti gli atti consci e inconsci della vita in origine sono riflessi”
I.M. Setchenov, psicologo russo
RIFLESSO: DEFINIZIONE
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"http://www.giovannichetta.it/img/riflesso_spinale_dolore.jpg" \* MERGEFORMATINET
La nostra definizione di riflesso si riferisce all’ambito dell’attività superiore e inferiore del sistema
nervoso sviluppato dagli psicologi russi I.P. Pavlov e I.M. Setchenov e approfondito da A.A.
Uhtomsky, N.A. Bernstein, P.K. Anokhin.
In psicologia russa, l’attività inferiore del sistema nervoso è descritta come un’attività del tronco
cerebrale e del midollo spinale, zone principalmente responsabili delle relazioni reciproche e delle
integrazioni di alcune parti dell’organismo. Si ritiene che l’attività superiore del sistema nervoso formi
la base dell’azione del riflesso condizionato delle aree cognitive cerebrali “superiori” responsabili
dell’organizzazione delle relazioni adeguate e appropriate dell’insieme dell’organismo per quanto
riguarda il comportamento umano.
La definizione più ampia e classica di riflesso è la seguente: un riflesso è una reazione del sistema
nervoso causata da una stimolazione dei ricettori della pelle, dei tendini, dei muscoli, delle mucose o
dei ricettori pupillari.
Da una parte, il riflesso illustra la capacità generale di reazione dell’organismo di fronte a uno stimolo
(1). Lo stimolo può essere l’ambiente esterno (suono, luci, tatto, odore), o l’ambiente umano interno
(cambiamenti della composizione sanguinea, irritazione degli organi, ecc.).
La risposta a tutti gli stimoli è una contrazione muscolare che innesca un movimento o una secrezione
delle ghiandole (attivazione della saliva o dell’acido gastrico, ecc.).
Dall’altra parte, il riflesso può essere considerato come una sorta di “programma” dei movimenti e
delle azioni primitive che permettono all’organismo di sopravvivere in certe condizioni. Questi sono i
riflessi incondizionati del neonato (2).
Da un punto di vista psicologico, possiamo anche classificare i seguenti riflessi: i riflessi condizionati
(apprendimento, acquisizione) (3) e i riflessi specifici per i quali lo stimolo è una parola (linguaggio)
(4).
Noi abbiamo dedicato il nostro lavoro di ricerca ai riflessi che caratterizzano il progresso della sfera
motoria nelle fasi primitive dello sviluppo. Dal momento della sua nascita, il neonato è dotato di un
gruppo di riflessi che gli permettono di adattarsi all’ambiente esterno e lo aiutano nell’evoluzione
dell’attività mentale. Questi sono i riflessi incondizionati innati.
I riflessi innati sono caratterizzati da delle sequenze comportamentali specifiche e stereotipate.
Vengono attivati ogni volta involontariamente come reazione ad uno stimolo specifico. In questo modo
sono in coesione con le funzioni vitali più importanti senza tener conto delle condizioni ambientali.
In altre parole, i riflessi non condizionati sono di origine genetica e sono fortemente condizionati dalle
condizioni ecologiche. Esistono come rete neurologica riflessa e formano la base dell’equilibrio tra le
influenze ambientali e l’organismo. Aiutano ad organizzare le azioni del bambino nelle prime fasi dello
sviluppo per diventare poi più complesse col passare degli anni. Interagiscono le une con le altre e
creano il complesso apparato motorio e comportamentale umano.
Durante lo sviluppo post natale dell’organismo, dovrebbero apparire e migliorare diverse forme di
comportamento di adattamento. Dovrebbero svilupparsi uniformemente alle reazioni comportamentali
genetiche innate. Diverse forme di comportamento adattivo fanno aumentare le esigenze e le sfere
dell’attività umana. Infatti, le reazioni acquisite individualmente si sovrappongono ai riflessi innati
(non condizionati) e diventano la base per l’esperienza personale.
CLASSIFICAZIONE DEI RIFLESSI
Esistono numerosi punti di vista sul modo di classificare i riflessi: psicologico, psico-fisiologico e
neuropatologico. Ognuno propone la propria classificazione in funzione del proprio campo di studio.
Gli studiosi di psicologia utilizzano i criteri seguenti per descrivere i riflessi:
1) La caratteristica dello stimolo che innesca la reazione riflessa.
2) Il loro ruolo biologico.
3) L’ordine di apparizione nel comportamento.
I.P. Pavlov classifica i riflessi nei seguenti gruppi:
non condizionati
condizionati
specifici (basati sul “sistema di segnali secondari”, cioè delle parole e del discorso, che possono essere
un innesco di reazioni).
Nel nostro lavoro di ricerca siamo principalmente occupati dai riflessi non condizionati.
Pavlov classifica questi riflessi in tre gruppi:
riflessi non condizionati semplici
complessi
molto complessi.
I riflessi più complessi sono:
1) Per l’individuo: alimentare, di difesa attiva e passiva, di aggressività, di libertà, di ricerca, di
gioco. Questi permettono all’individuo di sopravvivere.
2) Per la specie: sessuale e di paternità. Permettono la sopravvivenza della specie.
P.W. Simonov ha classificato i riflessi non condizionati in tre gruppi secondo la necessità, la
motivazione e lo sviluppo:
Primo gruppo: i riflessi non condizionati vitali che assicurano la sopravvivenza individuale e
collettiva, l’alimentazione, la sete, la regolazione del sonno, la difesa, l’orientamento, l’economia delle
forze, etc.
I criteri per i riflessi vitali sono:
a) La non soddisfazione dei bisogni vitali può portare alla morte dell’organismo.
b) La realizzazione del riflesso incondizionato non richiede la partecipazione di altri
rappresentanti della stessa specie.
Secondo gruppo: i riflessi incondizionati di ruolo che si possono esercitare solo in congiunzione con
altri esseri umani. Questi riflessi formano la base dei comportamenti parentali, territoriali e rituali; della
reattività emozionale (compassione, simpatia per gli altri); e anche della creazione della gerarchia nel
gruppo in cui un partecipante può entrare a far parte: genitore o figlio, ospite o nuovo arrivato, leader o
seguace.
Terzo gruppo: i riflessi non condizionati dello sviluppo di sé che sono orientati verso l’esplorazione
di nuovi ambienti spazio-temporali e si occupano del futuro. Sono inclusi il comportamento di
investigazione, la resistenza ad un riflesso incondizionato (o alla libertà), i riflessi di imitazione o di
gioco.
Un altro studioso, J. Konorsky, classifica tutte le attività del nuovo nato in funzione del loro ruolo
biologico:
1. Riflessi di auto preservazione. Sono i riflessi che assicurano la regolazione permanente
dell’ambiente umano interno (i riflessi di alimentazione e di respirazione, la regolamentazione
della pressione sanguigna, la glicemia, etc.), il riflesso di rigenerazione (sonno), i riflessi di
sopravvivenza e di riproduzione della specie (riflesso della sessualità, riflesso della cura dei
bambini).
2. Riflessi di difesa. Sono delle reazioni riflesse legate all’estrazione di fattori nocivi all’interno
e sulla superficie del corpo (ad esempio prurito e starnuti); riflessi per la distruzione di fattori
nocivi attivi (attacco o aggressione); reazioni di comportamenti passivo-difensivi (riflessi
dell’ansimare, ritirarsi su sé stessi o fuggire). Ogni riflesso difensivo appartiene ad un momento
critico inatteso, e il suo ruolo è di soppressione o di allontanamento dell’organismo, tutto o in
parte di uno stimolo nocivo o pericoloso.
3. J. Konorsky propone anche un gruppo di riflessi che comprendono il riflesso dell’essere
orientati verso le novità, verso uno stimolo e verso lo studio.
In neuropsicologia vengono classificati dei riflessi incondizionati supplementari in funzione del
“luogo” di ricezione corporale. Possono essere situati in profondità nel corpo, cioè a livello dei
ricettori propriocettivi (tendini, periosti, articolazioni) o in superficie (cutanea, mucose).
Un colpo al tendine o al periostio con un martello attiva un riflesso tendineo e del periostio. È la
posizione particolarmente “conduttrice” (muscoli rilassati, posizione posturale mediana) che attiva una
reazione propriocettiva degli arti.
Gli studiosi che studiano lo sviluppo del bambino come i pediatri e gli psicologi considerano i riflessi
come facenti parte di un programma naturale dell’organismo. Si raggruppano in riflessi specifici del
neonato e in riflessi intrauterini.
Quest’ultimi comprendono tra gli altri il riflesso di suzione e il riflesso tonico labirintico; i riflessi del
bambino comprendono il riflesso di estensione del tronco, dello strisciare, della camminata autonoma e
molti altri.
Per la diagnostica e la descrizione dei riflessi del nuovo nato si utilizzano le seguenti differenziazioni:
1) i riflessi attivi (normalmente attivi)
2) iporiflessivi
3) iper-riflessivi (con una reazione o una zona di reazione estesa)
4) ariflessivi (mancanza o assenza del riflesso)
Questi riflessi sono anche classificati in funzione di una scala di maturità-immaturità (soprattutto
utilizzata al momento di diagnosticare lo sviluppo del sistema motorio del neonato).
Nel nostro lavoro di ricerca abbiamo classificato i riflessi secondo alcuni criteri, principalmente in
funzione della loro complessità. Li abbiamo suddivisi in:
- Riflessi semplici (mono-atto, solo, unidirezionale): riflesso della presa, palmomentoniero, di
Babinsky, spinale di Galant, spinale di Pérèze, etc.
- Riflessi complessi (composti, sono necessari più atti o movimenti): riflesso della camminata
automatica, gattonare, di raddrizzamento statico, tonico asimmetrico e simmetrico del collo, di
Landau, etc.
Si possono anche considerare i riflessi del nuovo nato dal punto di vista della loro posizione dinamica o
statica:
- Riflessi dinamici: propongono una sequenza di movimenti che seguono ad uno stimolo
specifico. Esempi: riflesso di Moro, della camminata automatica, della presa.
- Riflessi statici: preparano l’organismo a delle posizioni specifiche. Esempi: riflesso
asimmetrico del collo, di raddrizzamento statico, di Landau.
Da un punto di vista motorio e strutturale, abbiamo classificato i riflessi in:
- Riflessi centrali: implicano dei movimenti dell’insieme del corpo: riflesso spinale di Galant,
spinale di Pérèze, della camminata automatica.
- Riflessi periferici: implicano solamente dei movimenti degli arti: riflesso della presa, di
Babinsky.
IL MONDO DEI RIFLESSI DEL NEONATO
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1.mammaebambino.it/o/orig/come-abituare-il-neonatodormire_e4e518bfd9f22d6cbc1a201999cb4c76.jpg" \* MERGEFORMATINET
Al momento della nascita il neonato possiede già alcuni riflessi innati chiamati da I.P. Pavlov le
reazioni incondizionate. I riflessi del nuovo nato sono delle reazioni motrici primari che formano la
base del sistema motorio del bambino. I riflessi gli permettono di adattarsi al mondo esterno.
Tradizionalmente, gli specialisti di psicologia e di pediatria descrivono dei livelli per le reazioni del
neonato:
- Automatismi di lunga durata, che durano tutto il tempo della nostra vita: i riflessi cornei,
congiuntivali, laringei, della deglutizione, tendinei, sub-orbitali.
- Reazioni rudimentali transitorie, che hanno delle caratteristiche per alcune condizioni
specifiche di analisi dello sviluppo motorio, e che, secondo alcuni autori, spariscono dopo un
certo tempo. Per esempio:
- Gli automatismi orali-segmentari: suzione, ricerca, salphinx e palmomentoniero.
- Gli automatismi dorsali-segmentari: della presa, riflesso di Moro, di supporto delle mani,
della camminata automatica, di strisciamento, spianale di Galant e di Pérèze.
- Le reazioni tonico-posturali: il riflesso tonico del collo.
- I riflessi e gli automatismi appaiono nei primi mesi di vita extra-uterina: il riflesso
labirintico, i riflessi semplici e complessi del collo e del tronco.
I riflessi del bambino possono altresì essere classificati (dopo I. Krasinova) in:
- Alimentari: suzione, deglutizione, secrezione salivare.
- Di protezione e difensivo: inversione e raddrizzamento della testa quando il bebè è sul
ventre durante le prime settimane di vita.
- Posturali: posizionamento del segmenti corporali. I riflessi posturali sono principalmente
causati dal cambiamento di posizione del bebè.
Il neonato prende la giusta posizione muovendosi per mantenere uno stato di equilibrio.
Durante i primi 6 mesi, il neonato mantiene le mani (nello spazio) in posizione orizzontale e
sposta la testa lateralmente.
- Cutanei: il neonato fa dei movimenti specifici quando si toccano certe parti del suo corpo. Ad
esempio, toccando lungo la colonna vertebrale si attiva il riflesso spinale di Galant; quando i
piedi del bambino toccano una superficie il tronco si piega leggermente in avanti e attiva il
riflesso della camminata automatica e il neonato inizia a fare dei movimenti di camminata;
toccando i piedi del neonato, comincia a spingere contro le mani dell’adulto e inizia a strisciare.
Qualche autore ritiene che i riflessi cutanei durino fino ai terzo o quarto mese.
Per esplorare il soggetto e le procedure di integrazione dei riflessi del neonato noi proponiamo la
classificazione seguente:
in base alla loro complessità:
- Riflessi semplici (mono-atto, solo, unidirezionale): riflesso della presa, palmomentoniero, di
Babinsky, spinale di Galant, spinale di Pérèze, etc.
- Riflessi complessi (composti, sono necessari più atti o movimenti): riflesso della camminata
automatica, di strisciamento, di raddrizzamento statico, tonico asimmetrico e simmetrico del
collo, di Landau, etc.
Si possono anche classificare in:
- Riflessi dinamici: propongono una sequenza di movimenti che seguono ad uno stimolo
specifico. Esempi: riflesso di Moro, della camminata automatica, della presa.
- Riflessi posturali: preparano l’organismo a delle posizioni specifiche. Esempi: riflesso
asimmetrico del collo, di raddrizzamento statico, di Landau.
- Riflessi centrali: implicano dei movimenti dell’insieme del corpo: riflesso spinale di Galant,
spinale di Pérèze, della camminata automatica.
- Riflessi periferici: implicano solamente dei movimenti degli arti: riflesso della presa, di
Babinsky.
CLASSIFICAZIONE DEI RIFLESSI DINAMICI E POSTURALI
SEMPLICI
RIFLESSI
RIFLESSI
CENTRALI
PERIFERICI
Posturale
Dinamico
-
- Supporto delle - Presa
-
Palmomentoniero mani
- Spinale di
(paracadute)
Galant
- Spinale
di Pérèze
Trazione delle
mani
COMPLESSI - Allungamento incrociato
-
Raddrizzamento
Camminata
statico
- Tonico
automatica di
simmetrico del
Thomas
-
collo
- Tonico
Strisciamento di asimmetrico del
Bauer
- Moro
collo
- Tonico
labirintico
Landau
- Decollo
e atterraggio
Orientamento di
Pavlov “Cos’è?”
Posturale
Babinsky
- Riflesso
periferico degli
arti
Riflesso di Moro
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Riflesso tonico simmetrico del collo
Riflesso trazioni delle mani
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MERGEFORMATINET
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Riflesso di raddrizzamento statico
Questa classificazione è arbitraria. È proposta tenendo conto di:
1) il nostro concetto delle basi fisiologiche dei meccanismi principali dei riflessi – modalità automatica
e modalità di monitoraggio;
2) il più grande insieme di verifiche pratiche;
3) la rimessa in atto (rimodellamento) della struttura dei riflessi del neonato e la loro integrazione nel
sistema motorio (si veda anche la tavola in appendice).
Nel nostro lavoro esploriamo, correggiamo e integriamo i riflessi dinamici e posturali del neonato
nell’insieme del suo sistema motorio e studiamo il funzionamento motorio e posturale di questo riflesso
nell’adulto.
Gli autori di questo manuale si interessano vivamente ai riflessi dinamici e posturali e al loro sviluppo
nell’infanzia. Abbiamo scelto questo soggetto perché la sfera motrice, la coordinazione dei movimenti
semplici e complessi, allo stesso tempo conscia e inconscia, si sviluppano sulla base formata dai riflessi
dinamici e posturali del bambino.
Ora presenteremo gli stadi dello sviluppo motorio nel neonato così com’è descritto da L.S. Vigotsky.
SPECIFICITÀ DELLO SVILUPPO DEL MOVIMENTO NEL BAMBINO
Per fare un’analisi dello sviluppo del movimento bisogna conoscere le particolarità della formazione
del sistema nervoso ad uno stadio precoce, quello del neonato.
Il cervello del neonato funziona dal momento della nascita, anche se le sue funzioni e la sua struttura
sono ancora immature.
La funzione più importante del sistema nervoso centrale del neonato è quella di “produrre” le attività
motrici a livello di reazioni motrici primitive e di riflessi innati. I movimenti e le reazioni primitive
caratteristiche del nuovo nato più tardi scompariranno. Secondo L.S. Vygotsky questi movimenti sono
delle caratteristiche ataviche e possono comparire, a livello filogenetico, in stadi antichi dello sviluppo
del sistema nervoso centrale.
Nella letteratura psicofisiologica troviamo spesso l’asserzione che “le caratteristiche dell’attività
motrice infantile spariscono a causa delle inibizioni e dell’eliminazione dal centro superiore del sistema
nervoso”. Allo stesso tempo è importante notare come delle “riduzioni” dell’attività motrice possono
comparire, anche in età adulta, per certe disfunzioni organiche o funzioni del sistema nervoso centrale,
cioè che i riflessi infantili diventano attivi in caso di malattie. La questione che ne deriva è: se le attività
motrici del neonato spariscono con lo sviluppo del centro cerebrale superiore, perché riappaiono
nuovamente in età adulta o in condizioni patologiche?
Infatti, i movimenti infantili non spariscono con lo sviluppo del bambino, ma continuano a funzionare
in connessione con le strutture nervose superiori. Si assoggettano all’organismo e trasmettono alcune
delle loro funzioni a dei centri più giovani e nuovi (L.S. Vygotsky). Quindi l’idea dell’eliminazione
delle attività motrici infantili, secondo gli autori di questo manuale, non rappresenta un’immagine reale
dell’evoluzione della sfera motrice. È piuttosto una integrazione delle attività motrici infantili con
sistemi motori superiori e controllati.
L.S. Vygotsky ha mostrato tre caratteristiche particolari del funzionamento del sistema nervoso che
sono alla base dello sviluppo delle attività motorie del neonato. Sono le seguenti:
1. Preservare i centri più bassi come stadi separati. I centri e gli archi inferiori più vecchi non
spariscono con lo sviluppo dei centri superiori, ma cooperano con loro in interdipendenza.
Quest’unione dei centri inferiori e superiori è così forte che è difficile da separare. Le differenze
tra loro si possono osservare in caso di disfunzione-malattia del sistema nervoso.
2. “Passaggio” delle funzioni verso i centri superiori. È importante notare che i centri inferiori
responsabili dello sviluppo infantile non possono preservare il loro funzionamento iniziale e
quindi devono trasmettere gran parte delle loro funzioni ai centri superiori. Infatti, sono alla
base dell’evoluzione dei centri superiori.
3. Emancipare i centri inferiori. Se il centro superiore è debole nelle sue funzioni o è stato
separato dai centri inferiori a causa di stress, malattia, ferite, l’insieme del sistema nervoso non
smette di funzionare ma “passa la palla” ad un centro subordinato più anziano. Quest’ultimo
diventa indipendente ma mantiene ugualmente il suo vecchio modo di funzionare.
Il neonato è un essere umano il cui comportamento è soprattutto condizionato dal funzionamento dei
centri antichi subcorticale e intercerebrale.
Le zone inferiori e antiche del cervello si sviluppano prima delle altre e maturano al momento della
nascita. Questo è necessario dal punto di vista dell’evoluzione poiché giocano un ruolo preponderante
nella vita organica nel suo insieme.
Grazie all’immaturità della corteccia cerebrale e alle connessioni del centro corticale e subcorticale, le
zone del cervello sono relativamente indipendenti e non sono assoggetti vati a regolamenti, inibizioni o
controllo dei centri corticali superiori.
L.S. Vygotsky ha analizzato il cervello del neonato e l’evoluzione dei movimenti nel primo anno di vita
ed ha distinto tre tappe successive nel funzionamento e nello sviluppo dei centri nervosi:
1. Il primo periodo è caratterizzato da un’immaturità della corteccia cerebrale e la superiorità delle
funzioni del pallidum (globus pallidus). Questo centro determina tutta la flessibilità del sistema motorio
del neonato.
Non è ancora mielinizzato, è per questo che i movimenti del bebè non sono fluidi, sono rigidi, privi di
elasticità.
Questo centro è responsabile della varietà dei movimenti del neonato e delle sue posizioni da seduto, in
piedi o che cammina.
2. Il secondo periodo dello sviluppo del sistema nervoso del bambino è in linea con la crescita del
corpo striato che permette lo sviluppo dei meccanismi primitivi dell’orientamento e le sinergie
necessarie per sedersi, mettersi in piedi o stare fermi.
Questo periodo è abitualmente chiamato stripallidum. Il pallidum è il centro del riflesso superiore e lo
striatum è uno dei centri dei riflessi superiori aventi le funzioni di ricezione e coordinazione. Lo
striatum non è in contatto diretto con la periferia.
L’influenza della zona dello striatum si estende fino al globus pallidus (o pallidum) e non ha
connessione diretta con la corteccia cerebrale, che è autonoma. La sola eccezione è data dagli impulsi
del talamo che arrivano fino al nucleo lenticolare. Il ruolo principale del globus pallidus è l’esecuzione
statica del funzionamento cerebrale e contemporaneamente la regolazione del tono muscolare,
l’inibizione e la regolazione del nucleo lenticolare, a regolazione sincronica dell’inibizione e
dell’attivazione dei muscoli agonisti e antagonisti che sono responsabili della regolarità di tutti i
movimenti. Lo stesso sistema si riferisce ai movimenti automatici primitivi quali la mimica facciale, la
gesticolazione, i movimenti espressivi, etc.
3. La transizione verso il terzo periodo dello sviluppo del sistema nervoso è caratterizzata
principalmente dalla maturazione della corteccia cerebrale e la sua influenza sui comportamenti e la
regolazione dell’attività motoria.
L’attività motoria è osservabile in due modi: 1) lo sviluppo dell’attività del sistema nervoso superiore,
cioè del sistema complesso dei riflessi condizionati; 2) l’intellettualizzazione del movimento e il
raggiungimento del livello desiderato di questo movimento.
L’indicatore più pertinente dello sviluppo cerebrale è l’evoluzione delle attività dei riflessi
condizionati. Le caratteristiche seguenti descrivono le regole di base dello sviluppo della corteccia
cerebrale:
1. Il neonato non ha riflessi condizionati. Ha alcune reazioni dominanti innate.
2. Lo sviluppo dei riflessi condizionati non è né caotico né accidentale, ma subordinato all’arrivo delle
reazioni dominanti.
3. Il momento e la sequenza della creazione dei riflessi condizionati geneticamente più precoci sono
identici al momento e alla sequenza di arrivo dei riflessi dominanti. Il neonato ha solo i dominanti
posturali e alimentari, e i loro primi riflessi condizionati sono creati da queste reazioni.
4. I dominanti ottici e uditivi arrivano un po’ più tardi, è creato il potenziale per i riflessi condizionati
in queste aree.
5. Le reazioni dominanti sono condizionate dalle attività istintive della zona subcorticale, che spiega
che la creazione dei riflessi condizionati primitivi non dipende unicamente dal processo della corteccia
cerebrale ma anche dal centro subcorticale.
I movimenti intellettualizzati e intenzionali sono formati molto più tardi della creazione dei riflessi
condizionati primitivi. Questa intellettualizzazione è evidente nella manipolazione di oggetti e nelle
azioni stabilite a partire dal pensiero strumentale, cioè la capacità di utilizzare strumenti semplici.
Possiamo osservare gli indicatori più precoci di questa attività nei primi sei mesi di vita.
A questo stadio la formazione dei riflessi condizionati va al di là della sfera dell’influenza diretta della
dominanza subcorticale. Per questo i riflessi condizionati primitivi, che possiamo osservare dal secondo
mese di vita del neonato, rappresentano un indicatore dell’avvio del funzionamento della corteccia
cerebrale. Comunque, non sono né un accumulo di esperienza personale, né la garanzia di un’attività
della corteccia cerebrale nel comportamento del bambino.
L’attività motoria del pallidum non sparisce con la maturazione dello striatum ma collabora con le sue
funzioni come una parte subordinata. I movimenti, caratteristici dello sviluppo della dominanza dello
striatum, diventano una parte importante dell’attività del meccanismo psicomotorio superiore.
NORME DELLO SVILUPPO DEL MOVIMENTO NEL NEONATO
La conoscenza delle regole dell’evoluzione motoria è molto importante e utile nelle ricerche sullo
sviluppo del neonato. Questa conoscenza permette agli specialisti di valutare i progressi e di
diagnosticare i ritardi e le devianze.
I pediatri, gli psicologi dello sviluppo e altri specialisti utilizzano nel loro lavoro qualche verifica
conosciuta per descrivere le tappe dello sviluppo infantile. Ad esempio la scala di Brazelton permette di
misurare lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Un altro test conosciuto è la scala di notazione
intellettuale di Kettell che definisce le tappe del progresso delle abitudini motorie e delle competenze di
percezione del neonato tra il secondo e il trentesimo mese.
Le descrizioni dello sviluppo del sistema motorio più utilizzate sono la scala di Shirley. Questa scala
fornisce delle indicazioni statistiche. Ogni bambino, naturalmente, ha un suo ritmo di sviluppo motorio;
tuttavia, valutare lo sviluppo grazie alle scale menzionate può essere utile per identificare dei ritardi
nella progressione del bambino.
Scala dello sviluppo motorio
DIMENSIONI DEL CORPO, LIVELLO DEL CERVELLO E RIFLESSI DEL
NEONATO
LATERALITA’
BARICENTRO
FOCALIZZAZIONE
Collaborazione tra la parte Lavoro della parte anteriore
Lavoro del lato destro e
sinistro del
corpo
COMUNICAZIONE
alta e bassa del
e posteriore del
corpo
ORGANIZZAZIONE
corpo
ATTENZIONE
COM
ORGANIZZARE
PRENSIONE
CORTECCIA
SISTEMA
TRONCO
CEREBRALE
Emisfero
LIMBICO
Talamo e
CEREBRALE
Midollo,
destro e sinistro
ipotalamo
Connette la
ponte, mesencefalo,
COOPERAZIONE
corteccia cerebrale e il tronco
cervelletto
cerebrale
CONSCIO
CONSCIO E INCONSCIO
INCONSCIO
PENSIERO RAZIONALE,
EMOZIONI E AFFETTI
RIFLESSI NON
CAUSA EFFETTO,
CONDIZIONATI,
SEQUENZA, INTUIZIONE,
AUTOMATISMI, AZIONI
PERCEZIONE GLOBALE
ABITUDINARIE,
COMPORTAMENTI
RITUALI, ISTINTO
Riflessi:
- riflesso tonico
Riflessi:
- riflesso della
Riflessi:
- riflesso di
asimmetrico del collo
-
camminata automatica di
raddrizzamento statico
-
riflesso della presa
- riflesso
Thomas
- riflesso di
riflesso tonico simmetrico del
palmomentoniero
- riflesso di
strisciamento
- riflesso di
collo
- riflesso di Landau
-
Babinski
- riflesso di
Moro
- riflesso del sostegno
riflesso spinale di Galant
-
attaccamento
- riflesso di
delle mani
- riflesso di
riflesso spinale di Pérèze
-
trazione delle mani
- riflesso
Landau
- riflesso di
riflesso tonico labirintico
-
di allungamento incrociato
orientamento di Pavlov
riflesso di orientamento di
“Cos’è?”
Pavlov “Cos’è?”
MOVIMENTI DELLA
ESERCIZI ENERGETICI E
ATTIVITÀ DI
LINEA MEDIANA,
LATO
ATTITUDINE POSITIVA
ALLUNGAMENTO
SINISTRO E DESTRO DEL
MUSCOLARE
CORPO
La nostra tesi di ricerca sui riflessi si basa su studi effettuati dalle scuole russe. Queste hanno
un’influenza da un lato orientale, di tipo olistico, e dall’altro lato occidentale, di tipo tradizionale.
Questo tipo di duplice visione si sposa molto bene con un’ottica di medicina funzionale.
La tesi è stata divisa e sviluppata in questo modo :
Florio Caterina si è occupata di definire e classificare i riflessi .
Lamberti Silvia ha approfondito lo sviluppo motorio del neonato.
Meneguzzo Andrea si è occupato dei riflessi del neonato e delle norme di sviluppo.
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