Master di Primo Livello in “Posturologia e Terapie Manuali” Anno Accademico 2013-2014 Direttore Prof. Zaffagnini STUDIO ED EVOLUZIONE DEI RIFLESSI NEONATALI IN RELAZIONE ALL’ORGANIZZAZIONE MOTORIA E ALLA BUONA SENSIBILITA’ PROPRIOCETTIVA Florio M. Caterina Lambertini Silvia Meneguzzo Andrea Relatore: Marino Alfredo I RIFLESSI, LA BASE DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA NERVOSO, PERMETTONO IL MOVIMENTO NEL BAMBINO APPENA NATO “Tutti gli atti consci e inconsci della vita in origine sono riflessi” I.M. Setchenov, psicologo russo RIFLESSO: DEFINIZIONE HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCJ6zpue2isgCFUVpFAodwWABTQ&url=http%3A%2F%2Fwww.giovannichetta.it%2F propriocettori.html&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNGjCkEJ2aTr7jIDilFU1LCrFvZv1g&us t=1443003925520519" INCLUDEPICTURE "http://www.giovannichetta.it/img/riflesso_spinale_dolore.jpg" \* MERGEFORMATINET La nostra definizione di riflesso si riferisce all’ambito dell’attività superiore e inferiore del sistema nervoso sviluppato dagli psicologi russi I.P. Pavlov e I.M. Setchenov e approfondito da A.A. Uhtomsky, N.A. Bernstein, P.K. Anokhin. In psicologia russa, l’attività inferiore del sistema nervoso è descritta come un’attività del tronco cerebrale e del midollo spinale, zone principalmente responsabili delle relazioni reciproche e delle integrazioni di alcune parti dell’organismo. Si ritiene che l’attività superiore del sistema nervoso formi la base dell’azione del riflesso condizionato delle aree cognitive cerebrali “superiori” responsabili dell’organizzazione delle relazioni adeguate e appropriate dell’insieme dell’organismo per quanto riguarda il comportamento umano. La definizione più ampia e classica di riflesso è la seguente: un riflesso è una reazione del sistema nervoso causata da una stimolazione dei ricettori della pelle, dei tendini, dei muscoli, delle mucose o dei ricettori pupillari. Da una parte, il riflesso illustra la capacità generale di reazione dell’organismo di fronte a uno stimolo (1). Lo stimolo può essere l’ambiente esterno (suono, luci, tatto, odore), o l’ambiente umano interno (cambiamenti della composizione sanguinea, irritazione degli organi, ecc.). La risposta a tutti gli stimoli è una contrazione muscolare che innesca un movimento o una secrezione delle ghiandole (attivazione della saliva o dell’acido gastrico, ecc.). Dall’altra parte, il riflesso può essere considerato come una sorta di “programma” dei movimenti e delle azioni primitive che permettono all’organismo di sopravvivere in certe condizioni. Questi sono i riflessi incondizionati del neonato (2). Da un punto di vista psicologico, possiamo anche classificare i seguenti riflessi: i riflessi condizionati (apprendimento, acquisizione) (3) e i riflessi specifici per i quali lo stimolo è una parola (linguaggio) (4). Noi abbiamo dedicato il nostro lavoro di ricerca ai riflessi che caratterizzano il progresso della sfera motoria nelle fasi primitive dello sviluppo. Dal momento della sua nascita, il neonato è dotato di un gruppo di riflessi che gli permettono di adattarsi all’ambiente esterno e lo aiutano nell’evoluzione dell’attività mentale. Questi sono i riflessi incondizionati innati. I riflessi innati sono caratterizzati da delle sequenze comportamentali specifiche e stereotipate. Vengono attivati ogni volta involontariamente come reazione ad uno stimolo specifico. In questo modo sono in coesione con le funzioni vitali più importanti senza tener conto delle condizioni ambientali. In altre parole, i riflessi non condizionati sono di origine genetica e sono fortemente condizionati dalle condizioni ecologiche. Esistono come rete neurologica riflessa e formano la base dell’equilibrio tra le influenze ambientali e l’organismo. Aiutano ad organizzare le azioni del bambino nelle prime fasi dello sviluppo per diventare poi più complesse col passare degli anni. Interagiscono le une con le altre e creano il complesso apparato motorio e comportamentale umano. Durante lo sviluppo post natale dell’organismo, dovrebbero apparire e migliorare diverse forme di comportamento di adattamento. Dovrebbero svilupparsi uniformemente alle reazioni comportamentali genetiche innate. Diverse forme di comportamento adattivo fanno aumentare le esigenze e le sfere dell’attività umana. Infatti, le reazioni acquisite individualmente si sovrappongono ai riflessi innati (non condizionati) e diventano la base per l’esperienza personale. CLASSIFICAZIONE DEI RIFLESSI Esistono numerosi punti di vista sul modo di classificare i riflessi: psicologico, psico-fisiologico e neuropatologico. Ognuno propone la propria classificazione in funzione del proprio campo di studio. Gli studiosi di psicologia utilizzano i criteri seguenti per descrivere i riflessi: 1) La caratteristica dello stimolo che innesca la reazione riflessa. 2) Il loro ruolo biologico. 3) L’ordine di apparizione nel comportamento. I.P. Pavlov classifica i riflessi nei seguenti gruppi: non condizionati condizionati specifici (basati sul “sistema di segnali secondari”, cioè delle parole e del discorso, che possono essere un innesco di reazioni). Nel nostro lavoro di ricerca siamo principalmente occupati dai riflessi non condizionati. Pavlov classifica questi riflessi in tre gruppi: riflessi non condizionati semplici complessi molto complessi. I riflessi più complessi sono: 1) Per l’individuo: alimentare, di difesa attiva e passiva, di aggressività, di libertà, di ricerca, di gioco. Questi permettono all’individuo di sopravvivere. 2) Per la specie: sessuale e di paternità. Permettono la sopravvivenza della specie. P.W. Simonov ha classificato i riflessi non condizionati in tre gruppi secondo la necessità, la motivazione e lo sviluppo: Primo gruppo: i riflessi non condizionati vitali che assicurano la sopravvivenza individuale e collettiva, l’alimentazione, la sete, la regolazione del sonno, la difesa, l’orientamento, l’economia delle forze, etc. I criteri per i riflessi vitali sono: a) La non soddisfazione dei bisogni vitali può portare alla morte dell’organismo. b) La realizzazione del riflesso incondizionato non richiede la partecipazione di altri rappresentanti della stessa specie. Secondo gruppo: i riflessi incondizionati di ruolo che si possono esercitare solo in congiunzione con altri esseri umani. Questi riflessi formano la base dei comportamenti parentali, territoriali e rituali; della reattività emozionale (compassione, simpatia per gli altri); e anche della creazione della gerarchia nel gruppo in cui un partecipante può entrare a far parte: genitore o figlio, ospite o nuovo arrivato, leader o seguace. Terzo gruppo: i riflessi non condizionati dello sviluppo di sé che sono orientati verso l’esplorazione di nuovi ambienti spazio-temporali e si occupano del futuro. Sono inclusi il comportamento di investigazione, la resistenza ad un riflesso incondizionato (o alla libertà), i riflessi di imitazione o di gioco. Un altro studioso, J. Konorsky, classifica tutte le attività del nuovo nato in funzione del loro ruolo biologico: 1. Riflessi di auto preservazione. Sono i riflessi che assicurano la regolazione permanente dell’ambiente umano interno (i riflessi di alimentazione e di respirazione, la regolamentazione della pressione sanguigna, la glicemia, etc.), il riflesso di rigenerazione (sonno), i riflessi di sopravvivenza e di riproduzione della specie (riflesso della sessualità, riflesso della cura dei bambini). 2. Riflessi di difesa. Sono delle reazioni riflesse legate all’estrazione di fattori nocivi all’interno e sulla superficie del corpo (ad esempio prurito e starnuti); riflessi per la distruzione di fattori nocivi attivi (attacco o aggressione); reazioni di comportamenti passivo-difensivi (riflessi dell’ansimare, ritirarsi su sé stessi o fuggire). Ogni riflesso difensivo appartiene ad un momento critico inatteso, e il suo ruolo è di soppressione o di allontanamento dell’organismo, tutto o in parte di uno stimolo nocivo o pericoloso. 3. J. Konorsky propone anche un gruppo di riflessi che comprendono il riflesso dell’essere orientati verso le novità, verso uno stimolo e verso lo studio. In neuropsicologia vengono classificati dei riflessi incondizionati supplementari in funzione del “luogo” di ricezione corporale. Possono essere situati in profondità nel corpo, cioè a livello dei ricettori propriocettivi (tendini, periosti, articolazioni) o in superficie (cutanea, mucose). Un colpo al tendine o al periostio con un martello attiva un riflesso tendineo e del periostio. È la posizione particolarmente “conduttrice” (muscoli rilassati, posizione posturale mediana) che attiva una reazione propriocettiva degli arti. Gli studiosi che studiano lo sviluppo del bambino come i pediatri e gli psicologi considerano i riflessi come facenti parte di un programma naturale dell’organismo. Si raggruppano in riflessi specifici del neonato e in riflessi intrauterini. Quest’ultimi comprendono tra gli altri il riflesso di suzione e il riflesso tonico labirintico; i riflessi del bambino comprendono il riflesso di estensione del tronco, dello strisciare, della camminata autonoma e molti altri. Per la diagnostica e la descrizione dei riflessi del nuovo nato si utilizzano le seguenti differenziazioni: 1) i riflessi attivi (normalmente attivi) 2) iporiflessivi 3) iper-riflessivi (con una reazione o una zona di reazione estesa) 4) ariflessivi (mancanza o assenza del riflesso) Questi riflessi sono anche classificati in funzione di una scala di maturità-immaturità (soprattutto utilizzata al momento di diagnosticare lo sviluppo del sistema motorio del neonato). Nel nostro lavoro di ricerca abbiamo classificato i riflessi secondo alcuni criteri, principalmente in funzione della loro complessità. Li abbiamo suddivisi in: - Riflessi semplici (mono-atto, solo, unidirezionale): riflesso della presa, palmomentoniero, di Babinsky, spinale di Galant, spinale di Pérèze, etc. - Riflessi complessi (composti, sono necessari più atti o movimenti): riflesso della camminata automatica, gattonare, di raddrizzamento statico, tonico asimmetrico e simmetrico del collo, di Landau, etc. Si possono anche considerare i riflessi del nuovo nato dal punto di vista della loro posizione dinamica o statica: - Riflessi dinamici: propongono una sequenza di movimenti che seguono ad uno stimolo specifico. Esempi: riflesso di Moro, della camminata automatica, della presa. - Riflessi statici: preparano l’organismo a delle posizioni specifiche. Esempi: riflesso asimmetrico del collo, di raddrizzamento statico, di Landau. Da un punto di vista motorio e strutturale, abbiamo classificato i riflessi in: - Riflessi centrali: implicano dei movimenti dell’insieme del corpo: riflesso spinale di Galant, spinale di Pérèze, della camminata automatica. - Riflessi periferici: implicano solamente dei movimenti degli arti: riflesso della presa, di Babinsky. IL MONDO DEI RIFLESSI DEL NEONATO HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCKbk69e6isgCFYm7FAodI2ANJA&url=http%3A%2F%2Fmammaebambino.pianetadon na.it%2Fcome-abituare-il-neonato-dormire172014.html&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNGfhOIXXSnv2OWGil5zYN6UPiVrg&ust=1443004967335209" INCLUDEPICTURE "http://cdn- 1.mammaebambino.it/o/orig/come-abituare-il-neonatodormire_e4e518bfd9f22d6cbc1a201999cb4c76.jpg" \* MERGEFORMATINET Al momento della nascita il neonato possiede già alcuni riflessi innati chiamati da I.P. Pavlov le reazioni incondizionate. I riflessi del nuovo nato sono delle reazioni motrici primari che formano la base del sistema motorio del bambino. I riflessi gli permettono di adattarsi al mondo esterno. Tradizionalmente, gli specialisti di psicologia e di pediatria descrivono dei livelli per le reazioni del neonato: - Automatismi di lunga durata, che durano tutto il tempo della nostra vita: i riflessi cornei, congiuntivali, laringei, della deglutizione, tendinei, sub-orbitali. - Reazioni rudimentali transitorie, che hanno delle caratteristiche per alcune condizioni specifiche di analisi dello sviluppo motorio, e che, secondo alcuni autori, spariscono dopo un certo tempo. Per esempio: - Gli automatismi orali-segmentari: suzione, ricerca, salphinx e palmomentoniero. - Gli automatismi dorsali-segmentari: della presa, riflesso di Moro, di supporto delle mani, della camminata automatica, di strisciamento, spianale di Galant e di Pérèze. - Le reazioni tonico-posturali: il riflesso tonico del collo. - I riflessi e gli automatismi appaiono nei primi mesi di vita extra-uterina: il riflesso labirintico, i riflessi semplici e complessi del collo e del tronco. I riflessi del bambino possono altresì essere classificati (dopo I. Krasinova) in: - Alimentari: suzione, deglutizione, secrezione salivare. - Di protezione e difensivo: inversione e raddrizzamento della testa quando il bebè è sul ventre durante le prime settimane di vita. - Posturali: posizionamento del segmenti corporali. I riflessi posturali sono principalmente causati dal cambiamento di posizione del bebè. Il neonato prende la giusta posizione muovendosi per mantenere uno stato di equilibrio. Durante i primi 6 mesi, il neonato mantiene le mani (nello spazio) in posizione orizzontale e sposta la testa lateralmente. - Cutanei: il neonato fa dei movimenti specifici quando si toccano certe parti del suo corpo. Ad esempio, toccando lungo la colonna vertebrale si attiva il riflesso spinale di Galant; quando i piedi del bambino toccano una superficie il tronco si piega leggermente in avanti e attiva il riflesso della camminata automatica e il neonato inizia a fare dei movimenti di camminata; toccando i piedi del neonato, comincia a spingere contro le mani dell’adulto e inizia a strisciare. Qualche autore ritiene che i riflessi cutanei durino fino ai terzo o quarto mese. Per esplorare il soggetto e le procedure di integrazione dei riflessi del neonato noi proponiamo la classificazione seguente: in base alla loro complessità: - Riflessi semplici (mono-atto, solo, unidirezionale): riflesso della presa, palmomentoniero, di Babinsky, spinale di Galant, spinale di Pérèze, etc. - Riflessi complessi (composti, sono necessari più atti o movimenti): riflesso della camminata automatica, di strisciamento, di raddrizzamento statico, tonico asimmetrico e simmetrico del collo, di Landau, etc. Si possono anche classificare in: - Riflessi dinamici: propongono una sequenza di movimenti che seguono ad uno stimolo specifico. Esempi: riflesso di Moro, della camminata automatica, della presa. - Riflessi posturali: preparano l’organismo a delle posizioni specifiche. Esempi: riflesso asimmetrico del collo, di raddrizzamento statico, di Landau. - Riflessi centrali: implicano dei movimenti dell’insieme del corpo: riflesso spinale di Galant, spinale di Pérèze, della camminata automatica. - Riflessi periferici: implicano solamente dei movimenti degli arti: riflesso della presa, di Babinsky. CLASSIFICAZIONE DEI RIFLESSI DINAMICI E POSTURALI SEMPLICI RIFLESSI RIFLESSI CENTRALI PERIFERICI Posturale Dinamico - - Supporto delle - Presa - Palmomentoniero mani - Spinale di (paracadute) Galant - Spinale di Pérèze Trazione delle mani COMPLESSI - Allungamento incrociato - Raddrizzamento Camminata statico - Tonico automatica di simmetrico del Thomas - collo - Tonico Strisciamento di asimmetrico del Bauer - Moro collo - Tonico labirintico Landau - Decollo e atterraggio Orientamento di Pavlov “Cos’è?” Posturale Babinsky - Riflesso periferico degli arti Riflesso di Moro HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCNS_yN-isgCFQS2FAodrDkMIA&url=http%3A%2F%2Fwww.dottorbedendo.it%2Fnascita_riflessineonato.ht m&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNHN7Wgp24Edl9pdb0L0zIjrhu7jQ&ust=1443006081091191" INCLUDEPICTURE "http://www.dottorbedendo.it/immagini/moro.gif" \* MERGEFORMATINET HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCPjuy6i_isgCFQSzFAodiAsHTA&url=http%3A%2F%2Ffisiosaan.it%2Fcategory%2Fos teopatia%2Fpage%2F5%2F&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNEuJJv80_u_4aL7wK9dVpkKI1nng&ust=1443006243272877" INCLUDEPICTURE "http://www.dottorbedendo.it/immagini/tonico.gif" \* MERGEFORMATINET Riflesso tonico simmetrico del collo Riflesso trazioni delle mani HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCLexy4jAisgCFcY4FAodID8B5Q&url=http%3A%2F%2Ffisiosaan.it%2Fcategory%2Fo steopatia%2Fpage%2F5%2F&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNFrm4LwCzEnIJj0_187VF8NaEIAw&ust=1443006447319646" "http://www.dottorbedendo.it/immagini/grasping.gif" INCLUDEPICTURE \* MERGEFORMATINET HYPERLINK "http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CA cQjRxqFQoTCJXM4czAisgCFQHYFAodMMoOVQ&url=http%3A%2F%2Fwww.dottorbedendo.it% 2Fnascita_riflessineonato.htm&bvm=bv.103073922,d.d24&psig=AFQjCNFwXdjbCqcmvwiaat70J0M dSNxTGw&ust=1443006589699008" INCLUDEPICTURE "http://www.dottorbedendo.it/immagini/marcia.gif" \* MERGEFORMATINET Riflesso di raddrizzamento statico Questa classificazione è arbitraria. È proposta tenendo conto di: 1) il nostro concetto delle basi fisiologiche dei meccanismi principali dei riflessi – modalità automatica e modalità di monitoraggio; 2) il più grande insieme di verifiche pratiche; 3) la rimessa in atto (rimodellamento) della struttura dei riflessi del neonato e la loro integrazione nel sistema motorio (si veda anche la tavola in appendice). Nel nostro lavoro esploriamo, correggiamo e integriamo i riflessi dinamici e posturali del neonato nell’insieme del suo sistema motorio e studiamo il funzionamento motorio e posturale di questo riflesso nell’adulto. Gli autori di questo manuale si interessano vivamente ai riflessi dinamici e posturali e al loro sviluppo nell’infanzia. Abbiamo scelto questo soggetto perché la sfera motrice, la coordinazione dei movimenti semplici e complessi, allo stesso tempo conscia e inconscia, si sviluppano sulla base formata dai riflessi dinamici e posturali del bambino. Ora presenteremo gli stadi dello sviluppo motorio nel neonato così com’è descritto da L.S. Vigotsky. SPECIFICITÀ DELLO SVILUPPO DEL MOVIMENTO NEL BAMBINO Per fare un’analisi dello sviluppo del movimento bisogna conoscere le particolarità della formazione del sistema nervoso ad uno stadio precoce, quello del neonato. Il cervello del neonato funziona dal momento della nascita, anche se le sue funzioni e la sua struttura sono ancora immature. La funzione più importante del sistema nervoso centrale del neonato è quella di “produrre” le attività motrici a livello di reazioni motrici primitive e di riflessi innati. I movimenti e le reazioni primitive caratteristiche del nuovo nato più tardi scompariranno. Secondo L.S. Vygotsky questi movimenti sono delle caratteristiche ataviche e possono comparire, a livello filogenetico, in stadi antichi dello sviluppo del sistema nervoso centrale. Nella letteratura psicofisiologica troviamo spesso l’asserzione che “le caratteristiche dell’attività motrice infantile spariscono a causa delle inibizioni e dell’eliminazione dal centro superiore del sistema nervoso”. Allo stesso tempo è importante notare come delle “riduzioni” dell’attività motrice possono comparire, anche in età adulta, per certe disfunzioni organiche o funzioni del sistema nervoso centrale, cioè che i riflessi infantili diventano attivi in caso di malattie. La questione che ne deriva è: se le attività motrici del neonato spariscono con lo sviluppo del centro cerebrale superiore, perché riappaiono nuovamente in età adulta o in condizioni patologiche? Infatti, i movimenti infantili non spariscono con lo sviluppo del bambino, ma continuano a funzionare in connessione con le strutture nervose superiori. Si assoggettano all’organismo e trasmettono alcune delle loro funzioni a dei centri più giovani e nuovi (L.S. Vygotsky). Quindi l’idea dell’eliminazione delle attività motrici infantili, secondo gli autori di questo manuale, non rappresenta un’immagine reale dell’evoluzione della sfera motrice. È piuttosto una integrazione delle attività motrici infantili con sistemi motori superiori e controllati. L.S. Vygotsky ha mostrato tre caratteristiche particolari del funzionamento del sistema nervoso che sono alla base dello sviluppo delle attività motorie del neonato. Sono le seguenti: 1. Preservare i centri più bassi come stadi separati. I centri e gli archi inferiori più vecchi non spariscono con lo sviluppo dei centri superiori, ma cooperano con loro in interdipendenza. Quest’unione dei centri inferiori e superiori è così forte che è difficile da separare. Le differenze tra loro si possono osservare in caso di disfunzione-malattia del sistema nervoso. 2. “Passaggio” delle funzioni verso i centri superiori. È importante notare che i centri inferiori responsabili dello sviluppo infantile non possono preservare il loro funzionamento iniziale e quindi devono trasmettere gran parte delle loro funzioni ai centri superiori. Infatti, sono alla base dell’evoluzione dei centri superiori. 3. Emancipare i centri inferiori. Se il centro superiore è debole nelle sue funzioni o è stato separato dai centri inferiori a causa di stress, malattia, ferite, l’insieme del sistema nervoso non smette di funzionare ma “passa la palla” ad un centro subordinato più anziano. Quest’ultimo diventa indipendente ma mantiene ugualmente il suo vecchio modo di funzionare. Il neonato è un essere umano il cui comportamento è soprattutto condizionato dal funzionamento dei centri antichi subcorticale e intercerebrale. Le zone inferiori e antiche del cervello si sviluppano prima delle altre e maturano al momento della nascita. Questo è necessario dal punto di vista dell’evoluzione poiché giocano un ruolo preponderante nella vita organica nel suo insieme. Grazie all’immaturità della corteccia cerebrale e alle connessioni del centro corticale e subcorticale, le zone del cervello sono relativamente indipendenti e non sono assoggetti vati a regolamenti, inibizioni o controllo dei centri corticali superiori. L.S. Vygotsky ha analizzato il cervello del neonato e l’evoluzione dei movimenti nel primo anno di vita ed ha distinto tre tappe successive nel funzionamento e nello sviluppo dei centri nervosi: 1. Il primo periodo è caratterizzato da un’immaturità della corteccia cerebrale e la superiorità delle funzioni del pallidum (globus pallidus). Questo centro determina tutta la flessibilità del sistema motorio del neonato. Non è ancora mielinizzato, è per questo che i movimenti del bebè non sono fluidi, sono rigidi, privi di elasticità. Questo centro è responsabile della varietà dei movimenti del neonato e delle sue posizioni da seduto, in piedi o che cammina. 2. Il secondo periodo dello sviluppo del sistema nervoso del bambino è in linea con la crescita del corpo striato che permette lo sviluppo dei meccanismi primitivi dell’orientamento e le sinergie necessarie per sedersi, mettersi in piedi o stare fermi. Questo periodo è abitualmente chiamato stripallidum. Il pallidum è il centro del riflesso superiore e lo striatum è uno dei centri dei riflessi superiori aventi le funzioni di ricezione e coordinazione. Lo striatum non è in contatto diretto con la periferia. L’influenza della zona dello striatum si estende fino al globus pallidus (o pallidum) e non ha connessione diretta con la corteccia cerebrale, che è autonoma. La sola eccezione è data dagli impulsi del talamo che arrivano fino al nucleo lenticolare. Il ruolo principale del globus pallidus è l’esecuzione statica del funzionamento cerebrale e contemporaneamente la regolazione del tono muscolare, l’inibizione e la regolazione del nucleo lenticolare, a regolazione sincronica dell’inibizione e dell’attivazione dei muscoli agonisti e antagonisti che sono responsabili della regolarità di tutti i movimenti. Lo stesso sistema si riferisce ai movimenti automatici primitivi quali la mimica facciale, la gesticolazione, i movimenti espressivi, etc. 3. La transizione verso il terzo periodo dello sviluppo del sistema nervoso è caratterizzata principalmente dalla maturazione della corteccia cerebrale e la sua influenza sui comportamenti e la regolazione dell’attività motoria. L’attività motoria è osservabile in due modi: 1) lo sviluppo dell’attività del sistema nervoso superiore, cioè del sistema complesso dei riflessi condizionati; 2) l’intellettualizzazione del movimento e il raggiungimento del livello desiderato di questo movimento. L’indicatore più pertinente dello sviluppo cerebrale è l’evoluzione delle attività dei riflessi condizionati. Le caratteristiche seguenti descrivono le regole di base dello sviluppo della corteccia cerebrale: 1. Il neonato non ha riflessi condizionati. Ha alcune reazioni dominanti innate. 2. Lo sviluppo dei riflessi condizionati non è né caotico né accidentale, ma subordinato all’arrivo delle reazioni dominanti. 3. Il momento e la sequenza della creazione dei riflessi condizionati geneticamente più precoci sono identici al momento e alla sequenza di arrivo dei riflessi dominanti. Il neonato ha solo i dominanti posturali e alimentari, e i loro primi riflessi condizionati sono creati da queste reazioni. 4. I dominanti ottici e uditivi arrivano un po’ più tardi, è creato il potenziale per i riflessi condizionati in queste aree. 5. Le reazioni dominanti sono condizionate dalle attività istintive della zona subcorticale, che spiega che la creazione dei riflessi condizionati primitivi non dipende unicamente dal processo della corteccia cerebrale ma anche dal centro subcorticale. I movimenti intellettualizzati e intenzionali sono formati molto più tardi della creazione dei riflessi condizionati primitivi. Questa intellettualizzazione è evidente nella manipolazione di oggetti e nelle azioni stabilite a partire dal pensiero strumentale, cioè la capacità di utilizzare strumenti semplici. Possiamo osservare gli indicatori più precoci di questa attività nei primi sei mesi di vita. A questo stadio la formazione dei riflessi condizionati va al di là della sfera dell’influenza diretta della dominanza subcorticale. Per questo i riflessi condizionati primitivi, che possiamo osservare dal secondo mese di vita del neonato, rappresentano un indicatore dell’avvio del funzionamento della corteccia cerebrale. Comunque, non sono né un accumulo di esperienza personale, né la garanzia di un’attività della corteccia cerebrale nel comportamento del bambino. L’attività motoria del pallidum non sparisce con la maturazione dello striatum ma collabora con le sue funzioni come una parte subordinata. I movimenti, caratteristici dello sviluppo della dominanza dello striatum, diventano una parte importante dell’attività del meccanismo psicomotorio superiore. NORME DELLO SVILUPPO DEL MOVIMENTO NEL NEONATO La conoscenza delle regole dell’evoluzione motoria è molto importante e utile nelle ricerche sullo sviluppo del neonato. Questa conoscenza permette agli specialisti di valutare i progressi e di diagnosticare i ritardi e le devianze. I pediatri, gli psicologi dello sviluppo e altri specialisti utilizzano nel loro lavoro qualche verifica conosciuta per descrivere le tappe dello sviluppo infantile. Ad esempio la scala di Brazelton permette di misurare lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Un altro test conosciuto è la scala di notazione intellettuale di Kettell che definisce le tappe del progresso delle abitudini motorie e delle competenze di percezione del neonato tra il secondo e il trentesimo mese. Le descrizioni dello sviluppo del sistema motorio più utilizzate sono la scala di Shirley. Questa scala fornisce delle indicazioni statistiche. Ogni bambino, naturalmente, ha un suo ritmo di sviluppo motorio; tuttavia, valutare lo sviluppo grazie alle scale menzionate può essere utile per identificare dei ritardi nella progressione del bambino. Scala dello sviluppo motorio DIMENSIONI DEL CORPO, LIVELLO DEL CERVELLO E RIFLESSI DEL NEONATO LATERALITA’ BARICENTRO FOCALIZZAZIONE Collaborazione tra la parte Lavoro della parte anteriore Lavoro del lato destro e sinistro del corpo COMUNICAZIONE alta e bassa del e posteriore del corpo ORGANIZZAZIONE corpo ATTENZIONE COM ORGANIZZARE PRENSIONE CORTECCIA SISTEMA TRONCO CEREBRALE Emisfero LIMBICO Talamo e CEREBRALE Midollo, destro e sinistro ipotalamo Connette la ponte, mesencefalo, COOPERAZIONE corteccia cerebrale e il tronco cervelletto cerebrale CONSCIO CONSCIO E INCONSCIO INCONSCIO PENSIERO RAZIONALE, EMOZIONI E AFFETTI RIFLESSI NON CAUSA EFFETTO, CONDIZIONATI, SEQUENZA, INTUIZIONE, AUTOMATISMI, AZIONI PERCEZIONE GLOBALE ABITUDINARIE, COMPORTAMENTI RITUALI, ISTINTO Riflessi: - riflesso tonico Riflessi: - riflesso della Riflessi: - riflesso di asimmetrico del collo - camminata automatica di raddrizzamento statico - riflesso della presa - riflesso Thomas - riflesso di riflesso tonico simmetrico del palmomentoniero - riflesso di strisciamento - riflesso di collo - riflesso di Landau - Babinski - riflesso di Moro - riflesso del sostegno riflesso spinale di Galant - attaccamento - riflesso di delle mani - riflesso di riflesso spinale di Pérèze - trazione delle mani - riflesso Landau - riflesso di riflesso tonico labirintico - di allungamento incrociato orientamento di Pavlov riflesso di orientamento di “Cos’è?” Pavlov “Cos’è?” MOVIMENTI DELLA ESERCIZI ENERGETICI E ATTIVITÀ DI LINEA MEDIANA, LATO ATTITUDINE POSITIVA ALLUNGAMENTO SINISTRO E DESTRO DEL MUSCOLARE CORPO La nostra tesi di ricerca sui riflessi si basa su studi effettuati dalle scuole russe. Queste hanno un’influenza da un lato orientale, di tipo olistico, e dall’altro lato occidentale, di tipo tradizionale. Questo tipo di duplice visione si sposa molto bene con un’ottica di medicina funzionale. La tesi è stata divisa e sviluppata in questo modo : Florio Caterina si è occupata di definire e classificare i riflessi . Lamberti Silvia ha approfondito lo sviluppo motorio del neonato. Meneguzzo Andrea si è occupato dei riflessi del neonato e delle norme di sviluppo.