Endocrinologia, in centro a Padova ambulatorio mobile con visite

REGIONE DEL VENETO
AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
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COMUNICATO STAMPA, 14 maggio 2015
IN CENTRO A PADOVA, AMBULATORIO MOBILE CON VISITE GRATUITE PER LA
POPOLAZIONE, IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA MONDIALE DELLA TIROIDE
A Padova, dal 18 al 22 maggio, dalle ore 10-13 e dalle 14-17, l’Endocrinologia
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, diretta dal prof. Marco Boscaro, con i clinici di altre
specialità, sempre dell’Ospedale, sarà a disposizione della popolazione con un
ambulatorio mobile della Croce Rossa, nello spazio antistante il Municipio di Padova di
fronte al Bo’, per informazioni sulla iodoprofilassi e la prevenzione delle malattie della
tiroide e farà visite e ecografie gratuite dedicate a chi non ha mai fatto prima un controllo
della tiroide.
In tutti i Paesi del mondo, le istituzioni sanitarie riunite nell’Organizzazione Mondiale della
Sanità, con la Settimana Mondiale della Tiroide 18-25 maggio, vogliono richiamare
l’attenzione di tutti i medici, non solo degli endocrinologi e di tutte le persone, sul fatto che
le malattie della tiroide sono estremamente diffuse, ma possono essere prevenute o, se
riconosciute in tempo, curate efficacemente nella massima parte dei casi, prima che
possano provocare dei danni.
Il tema di quest’anno è la iodoprofilassi.
Nel 1990 l’UNICEF ha identificato nella carenza di iodio uno dei problemi maggiori per
la salute a livello mondiale, soprattutto per quello che riguarda il gozzo e lo sviluppo
cerebrale del feto che nei casi più gravi porta al fenomeno del cretinismo.
Perché la tiroide funzioni bene è necessario che sia presente nell’alimentazione una
quantità adeguata di iodio. Infatti la tiroide elabora lo iodio e lo unisce ad altre sostanze
presenti nella ghiandola per formare gli ormoni tiroidei. Senza lo iodio l’ormone non si
forma. Il problema della carenza iodica non riguarda singole persone, ma intere
popolazioni. In Italia lo iodio contenuto nei cibi non basta, per cui, per fornire a tutte le
persone l’ingrediente per formare gli ormoni tiroidei, è stato aggiunto lo iodio al sale: il sale
iodato.
Ma c’è qualcuno che non può usare il sale iodato? No!
Tutti, bambini, giovani o vecchi, donne o uomini, hanno bisogno di avere lo iodio che non è
una medicina, ma un elemento essenziale della nutrizione. L’importante è non eccedere
con il sale, soprattutto in coloro che hanno problemi cardiovascolari.
Quindi il messaggio deve essere: poco sale, ma iodato.
Bastano 5 grammi di sale fino iodato, in tutta la giornata (un cucchiaino), per fornire alla
tiroide i 150 microgrammi di iodio che le consentono di produrre l’ormone.
Cosa succede se la tiroide non ha abbastanza iodio?
Per cercare di produrre una quantità normale di ormone la ghiandola si ingrossa e si forma
quello che comunemente conosciamo come “gozzo”. Dal gozzo poi possono formarsi altre
malattie, come l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo e i noduli.
Dal 2005 in Italia c’è una legge che obbliga tutti i punti vendita ad esporre solo sale
iodato, ma sarebbe auspicabile che questo sale fosse usato anche nella ristorazione e
nell’industria alimentare, perché molte persone mangiano abitualmente nelle mense o
usano cibi preconfezionati.
Le malattie della tiroide riguardano soprattutto la donna, in particolare durante la
gravidanza; il buon funzionamento della tiroide, durante questo periodo, è fondamentale
sia per la donna che per il feto.
Per prepararsi ad una gravidanza e poi durante la gestazione e l’allattamento, alla
donna non bastano più i 150 microgrammi assunti attraverso il sale iodato, ma deve
introdurne circa il doppio. Poiché non possiamo aumentare la quantità di sale, è
necessario introdurre altro iodio con alimenti che ne siano ricchi, il pesce di mare ad
esempio, ma soprattutto il latte di mucca.
Bastano una o due tazze di latte al giorno per fornire alla tiroide lo iodio mancante e senza
la necessità di ricorrere agli integratori artificiali.
Recenti studi hanno dimostrato che bambini nati da madri che assumevano una quantità
adeguata di iodio, avevano mediamente un quoziente di intelligenza superiore a quello dei
bambini nati da madri che assumevano poco iodio durante il primo trimestre di gravidanza,
quel periodo in cui si sviluppa il cervello del bambino.
Se nelle donne con una tiroide normale è sufficiente aumentare l’apporto di iodio, in quelle
che hanno una disfunzione questo non basta ad assicurare una gravidanza normale e uno
sviluppo ottimale del bambino.
Ogni donna che desidera una gravidanza dovrebbe sapere se la sua tiroide è normale.
Molto spesso una tiroide che funziona poco (ipotiroidismo) o troppo (ipertiroidismo) non è
riconosciuta fino a che non diventa grave.
Per fortuna tutte le disfunzioni della tiroide, se riconosciute in tempo, possono essere
corrette con farmaci molto efficaci, ma è necessario intervenire prima che inizi, o al
massimo nei primissimi periodi della gravidanza.
Il Veneto è una Regione all’avanguardia nella lotta alla carenza di iodio e alle sue
conseguenze. A questo scopo ha istituito un Centro Regionale di Riferimento per la
Iodoprofilassi affidato all’Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
Gli specialisti del Centro, coadiuvati dai colleghi delle altre province, percorrono
periodicamente da molti anni tutta la Regione, informando la popolazione sulla necessità
della iodoprofilassi e hanno esaminato la tiroide di migliaia di bambini delle scuole primarie
per identificare i casi di gozzo, e raccolto campioni di urine per misurare lo iodio (ioduria)
che è lo strumento che consente di stabilire quanto iodio c’è in una certa area.
Grazie alla iodoprofilassi, il gozzo dovuto alla carenza di iodio, piaga secolare dei nostri
territori e in particolare delle zone montane, è pressoché scomparso.
Il consumo del sale iodato da parte della popolazione è triplicato negli ultimi 20 anni e
attualmente è usato da più del 70% delle famiglie, il traguardo che ci siamo posti però, è
quello di arrivare al 90% della popolazione.
Per ulteriori informazioni alla Stampa:
Dott. Davide Nacamulli – U.O.C. Endocrinologia, cell. 338/2641432
Visto, si autorizza la diffusione ai Media – il Capo Ufficio Stampa Dr.ssa Luisella Pierobon