IL TESTO TEATRALE
STORIA DEL TEATRO
Nascita del teatro
Nasce come rito legato a celebrazioni di carattere religioso. Cerimonie sacre con cori e danze si
svolgevano entro i recinti dei templi.
Età antica
Grecia: Il teatro greco deriva da celebrazioni religiose in onore del dio Dioniso.
Già dal IV secolo a.C. commedia e tragedia assunsero il loro ruolo distintivo:
1. COMMEDIA: rappresentazione a lieto fine, a volte ironica e satirica, tale da
suscitare il sorriso e il divertimento.
Caratteristiche:
 Ha un lieto fine;
 Deve divertire gli spettatori;
 Descrive i caratteri di personaggi comuni;
 I personaggi sono di ceto sociale non elevato;
 Si avvale di elementi satirici, cioè prende in giro vizi, difetti, debolezze
umane con l’intento di correggerli;
 Utilizza un linguaggio colloquiale e spesso ridanciano.
2. TRAGEDIA: rappresentazione dal finale tragico, mira ad evocare sentimenti forti
La sua funzione è quella di purificare gli spettatori.
Caratteristiche:
 Ha un tono elevato;
 L’azione è seria;
 Si conclude in maniera tragica, con la morte di uno dei protagonisti;
 I personaggi sono di rango sociale elevato;
 Il protagonista infrange un divieto imposto dagli dei o dalla natura e per
questo deve espiare con la morte violenta;
 Il linguaggio è solenne e ricercato.
Nella società greca il teatro aveva una funzione educativa: la commedia era occasione di una
vivace critica di costumi e insegnava la morale attraverso la satira; la tragedia doveva
purificare perché rappresentava vicende capaci di suscitare negli spettatori un sentimento di
terrore e di pietà (terrore per le conseguenze delle loro azioni, pietà per i loro dolori). Dopo
la rappresentazione gli spettatori sarebbero stati migliori perché avrebbero tratto una lezione
dai fatti senza essere costretti a vivere personalmente casi analoghi a quelli che avevano
visto. Per questo motivo l’edificio destinato alla rappresentazione veniva finanziato con
denaro pubblico, così come le rappresentazioni.
I teatri greci erano costituiti da un grande emiciclo a gradinate, su cui prendevano posto gli
spettatori; lo spazio destinato agli attori era di forma circolare (orchestra), alle spalle,
tangente all’orchestra, vi era la scena su cui veniva realizzata la scenografia (tendaggi, pali,
dipinti, etc.). I Greci ricavavano il teatro sfruttando la forma naturale del suolo (scavando
una collina o un pendio).
Fra gli antichi autori sono da ricordare Sofocle e Euripide.
Roma:Anche i Romani furono appassionati spettatori di rappresentazioni sceniche. La forma del
teatro non mutò, anche se i Romani preferivano edificare le gradinate in muratura; inoltre
l’orchestra è emiciclica e la fronte scenica assume la forma di un edificio a diversi piani, con
portici e colonne.
I due generi principali sono ancora la commedia e la tragedia, a cui si aggiunge il mimo, una
forma tipica della tradizione italica fatta di danze e musiche, con allusioni oscene e gusto
popolareggiante.
Fra gli antichi commediografi è da ricordare Plauto.
Eta’ medievale
Alto medioevo: Il teatro cessò di esistere con l’affermazione del cristianesimo perché ritenuto una
forma di peccato a causa del contenuto dei testi, delle rappresentazioni troppo realistiche e
della libera vita degli attori.
Basso medioevo: Il teatro rinacque in forma nuova intorno all’anno 1000. Il nuovo teatro era la
chiesa, successivamente si spostò all’esterno, sulle piazze o le gradinate antistanti al tempio.
Lo scopo era comunicare coi fedeli ed educarli; oggetto delle rappresentazioni erano temi
tratti dalla storia sacra (momenti della vita di Cristo, scene della Bibbia, vite di santi). Non
vi era una sede fissa, gli attori erano dilettanti improvvisati (chierici, gente del popolo).
Questa forma di rappresentazione durò fino al secolo XVI.
Età moderna
XVI secolo: i dotti e i ricchi riscoprono il teatro degli antichi; si scrivono commedie e tragedie
prendendo spunto dai classici o traducendoli. La messa in scena avveniva nei palazzi
signorili alla presenza di pochi spettatori. Solo alla fine del ‘500 furono costruiti dei veri
teatri.
In Italia sorse un nuovo tipo di commedia: la commedia dell’arte. Gli attori erano
professionisti che avevano a disposizione un canovaccio, cioè una trama, su cui
improvvisavano introducendo i loro lazzi (gesti e battute comiche talora volgari). Gli artisti
si spostavano su di un carrozzone che si trasformava in palco e attorno ad esso si radunava il
pubblico. Ogni attore diventava specialista in una parte fissa, la maschera dotata di proprio
carattere e costume (Arlecchino servo sciocco, Pantalone avaro mercante veneziano,
Brighella servo astuto, etc.). Durò fino al ‘700 e si rivolse ad un pubblico largo.
XVII secolo: In Inghilterra si formò il teatro elisabettiano, dal nome della regina Elisabetta I, il cui
autore più illustre è Shakespeare. Il primo teatro pubblico era stato aperto a Londra già alla
fine del XVI secolo ma intorno alla metà del ‘600 il teatro fu proibito dai puritani seguaci di
Olivier Cromwell. Il teatro elisabettiano mise in scena vite di uomini illustri, leggende ed
episodi della mitologia senza rispettare la regola classica delle tre unità aristoteliche
(unitarietà di tempo, luogo e azione). L’edificio, frequentato sia dal popolo che dalla
borghesia che dalla nobiltà, presentava un vasto palcoscenico proteso verso il pubblico, una
scena più arretrata destinata a rappresentare gli interni, una galleria per le classi più elevate
ed un palco sopra la scena per accogliere gli spettatori più prestigiosi o i suonatori.
Nel ‘600 si sviluppa anche il melodramma, un’azione scenica accompagnata dalla musica
(al posto degli attori ci sono dei cantanti).
XVIII secolo: Carlo Goldoni, scrittore veneziano, operò la riforma del teatro ristabilendone una
visione educatrice e morale. Gli attori erano dei professionisti che recitavano una parte
imparata a memoria, non più improvvisata (torna, dunque, ad essere importante l’autore del
testo). Già Molière, commediografo francese del ‘600, si era ispirato alla critica dei costumi
e dei comportamenti.
XIX secolo: Il teatro si avvia ad una sempre maggiore aderenza al reale, cercando di rendere più
credibile la storia recitata dagli attori. Si sviluppa pertanto il dramma borghese in cui sono
rappresentate vicende serie e tragiche che accadono a gente comune con la quale il pubblico
si può identificare. Gli spettatori vanno a teatro per riflettere su temi di attualità o sulla
società.
Età contemporanea
XX secolo: Il teatro subisce modificazioni profonde, ad esempio si attenua la distinzione tra
commedia e tragedia, o viene a mancare un’azione scenica vera e propria (teatro sperimentale
d’avanguardia). La commedia assume spesso i toni della satira o della parodia. Acquista
rilievo la figura del regista, incaricato di dirigere l’azione e la recitazione ma anche di
interpretare il testo e controllare l’operato dello scenografo.
L’edificio è costituito da una sala comprendente platea, palchi, gallerie e loggiato e da un
palcoscenico rialzato posto di fronte al pubblico circondato da quinte e dal fondale.
Attualmente il cinema ha assunto molte delle funzioni di divertimento collettivo che un tempo
erano esclusive del teatro.
ALCUNI TERMINI TECNICI
corrisponde al capitolo del testo narrativo; un’opera teatrale generalmente è suddivisa
in due o tre atti ma è possibile trovare testi con più di tre atti o costituiti da un atto
unico.
Canovaccio: è un testo sintetico, una traccia che fornisce indicazioni e suggerimenti per la
recitazione, elenca i personaggi, i luoghi in cui si svolge l’azione e gli oggetti scenici
ma non i dialoghi che vengono creati dagli attori stessi direttamente sulla scena.
Copione: è un testo particolareggiato che viene usato da tutti i protagonisti dello spettacolo
(regista, attori, tecnici, aiuti, ecc.) per realizzare la messa in scena dell’opera teatrale.
Vi vengono indicate tutte le componenti dello spettacolo (effetti di luce, cambiamenti
di scena, movimenti degli attori, sottofondi musicali, ecc.). Non è dunque il testo
teatrale poiché comprende le indicazioni per la messa in scena, redatte da un singolo
autore o anche dall’intera compagnia teatrale.
Dialogo : insieme delle battute recitate da due o più personaggi; se a parlare è un personaggio
solo si chiama monologo. Attraverso i dialoghi si compone l’intero testo, si
ricostruiscono le premesse, si delineano i caratteri dei personaggi, si informa il
pubblico su episodi fuori scena determinanti per l’evolversi dei fatti. Un tipo
particolare di battuta è costituito dagli a parte, interventi brevi che un personaggio
pronuncia non udito dagli altri personaggi in scena; hanno la funzione di stabilire
complicità fra pubblico e personaggio e di informare gli spettatori su eventi che devono
rimanere ignoti agli altri personaggi.
Didascalia: indicazione attraverso la quale apprendiamo come deve essere montata la scena e come
l’attore deve recitare la battuta.
Regista: colui che dirige l’esecuzione e la realizzazione di uno spettacolo teatrale guidando gli
attori e i tecnici di scena.
Scena:
parte di un atto; dura fino al momento in cui sono presenti sulla scena gli stessi
Personaggi; se sono numerose l’opera apparirà dinamica, se scarse apparirà statica.
Scenografia: indicazioni e disegni dello scenografo (ossia dell’ideatore delle scene) mediante i
quali il regista realizza sul palcoscenico l’opera teatrale. Per realizzare una scenografia
si impiegano quinte mobili, fondali, teloni, luci, macchine sceniche ecc.
Trilogia: quando una serie di tre opere si lega in un unico filo narrativo consequienziale.
Atto:
I PRINCIPALI TIPI DI RAPPRESENTAZIONE TEATRALE
Atto unico: testo teatrale breve la cui azione si svolge nel corso di un solo atto, generalmente con
una scena fissa.
Commedia: rappresentazione di eventi a lieto fine, tratti dalla vita quotidiana, per lo più con
personaggi comuni. Mette in luce vizi e difetti dell’umanità e vuole divertire il pubblico.
Dramma borghese: opera teatrale che rappresenta in maniera realistica vicende di personaggi del
ceto borghese, mettendo in luce molto spesso tratti psicologici e caratteri visti attraverso
ambienti familiari in crisi. E’ un genere moderno, nato nell’Ottocento, che ha finito per
assumere la funzione precedentemente svolta dalla tragedia.
Farsa:
genere popolare destinato a divertire e far ridere con una comicità elementare e
grossolana.
Melodramma: rappresentazione teatrale cantata con accompagnamento musicale e scenografia,
viene anche chiamato opera lirica.
Monologo: testo in cui compare un solo personaggio parlante, in genere svolto in forma di atto
unico. Con lo stesso termine si indica anche un lungo brano di un testo teatrale in cui
parla per molto tempo un solo personaggio (abitualmente ha la funzione di chiarire,
attraverso la riflessione ad alta voce, gli aspetti psicologici del personaggio, i suoi stati
d’animo, la sua analisi interiore).
Teatro d’avanguardia: è il teatro che va contro le convenzioni, in cui ci si può aspettare di tutto
(attori che recitano in mezzo al pubblico, discorsi sconclusionati o provocatori,
ambientazioni e costumi stravaganti ecc.).
Teatro politico: è una produzione teatrale concepita per dibattere questioni di attualità politica, con
l’intento di stimolare nello spettatore una presa di coscienza rispetto ai problemi sociali.
Tragedia: opera teatrale di tono elevato, con protagonisti nobili e con finale tragico.
LA TRANSCODIFICAZIONE TESTUALE
Per transcodificazione testuale si intende il passaggio da un tipo di testo ad un altro; è molto
frequente la trasformazione di una novella in testo teatrale e di un romanzo in produzione
cinematografica.
Tra il genere narrativo e quello teatrale vi sono alcune differenze sostanziali, le più importanti sono
le seguenti:
Nella novella:
 C’è una narrazione, cioè i fatti vengono raccontati dall’autore o da un protagonista;
 Il tempo può scorrere lentamente o velocemente, basta una frase per farlo capire (ad es.:
passarono tre anni);
 I luoghi dove avvengono i fatti possono essere diversi e numerosi, bastano pochi accenni;
 Il dialogo non è necessario, spesso si ricorre sl discorso indiretto;
 I personaggi possono essere anche molto numerosi.
Nel testo teatrale:
 Non ci può essere narrazione, poiché i fatti si devono svolgere sulla scena (in alcuni casi si
ricorre alla ‘voce narrante’ cioè ad un attore che racconta una vicenda già accaduta);
 L’azione si svolge in un tempo spesso ristretto per rendere gli avvenimenti più incalzanti e
appassionanti;
 I luoghi non possono essere molti poiché ad ogni spostamento deve corrispondere il mutamento
dello scenario (complicato ed economicamente dispendioso);
 Il dialogo è l’unica forma di comunicazione tra i protagonisti utile a far capire allo spettatore
quello che sta accadendo;
 Il numero dei personaggi è limitato in quanto una folla di persone è difficilmente governabile
sulla scena; se ci sono molti personaggi, questi sono generalmente comparse che non parlano
ma solo si mostrano al pubblico.
LA FORMA DEI TEATRI
Vedere fotocopie da pag.14 a pag.23 del testo TEATRO ed. Zanichelli