62 Circuits Martedì 29 Novembre 2005 L’ultimo business per diventare milionari? Vendere pixel di Gwendolyn Boundes L a storia del ventunenne studente inglese Alex Tew entrerà negli annali dell’imprenditoria come un esempio del trend fulmineo che un’idea geniale può creare quando si unisce al potente passaparola di Internet. La sua strategia si è dimostrata geniale: trovare un’idea semplice da capire, economica da lanciare e con un nome intrigante e tale da attrarre attenzione on-line, in un mondo cioè dove Tew aveva già maturato un po’ di esperienza come web designer. La sua soluzione è stata quel- la di guadagnare dollari in internet facendo pubblicità. Ma in modo un po’ speciale. Invece di vendere annunci sui banner, collegamenti ipertestuali o video che invadono lo schermo, Tew ha deciso di sfruttare il più semplice comun denominatore presente sullo schermo di un computer: il pixel. Alex Tew vende minuscoli spazi pubblicitari sulla sua pagina web e in tal modo ha già guadagnato 623.800 dollari, sul milione che si era prefissato. Il piano di Tew prevedeva la creazione di una homepage, la milliondollarhomepage.com, da dividere poi in 10 mila quadratini da 100 pixel l’uno, e quindi la vendita dei pixel al prezzo unitario di 1 dollaro, con un ordine minimo di 100 pixel. In ogni spazio, gli inserzionisti hanno la facoltà di mettere un annuncio grafico a scelta che porta l’eventuale visitatore al loro sito quando vi clicca sopra. Il risultato è un confuso collage di annunci multiformi e multicolori, che affollano un unico cartellone pubblicitario digitale. Tew si è impegnato a tenere attiva la propria pagina per un minimo di cinque anni, per poi chiuderla una volta raggiunta la cifra di un milione di dollari. A tutta prima la cosa sembrava assurda. Chi avrebbe voluto mettere un annuncio su un sito sconosciuto, privo di un pubblico specifico e senza alcun precedente che indicasse un benché minimo riconoscimento della marca? Ma come succede a molte trovate, il carattere innovativo dell’idea è anche quello che poi le dà impulso. E così è stato. Prima di tutto Alex ha venduto i suoi pixel ad alcuni familiari e amici, dando così legittimità alla propria pagina. Dopodiché ha iniziato a fare pubblicità al proprio sito e a se stesso presso diversi blogger, i quali hanno commentato la sua bizzarra idea, citando anche il link che portava al suo sito. Il traffico ha iniziato ad affluire e i mass media britannici hanno incrementato ulteriormente le visite. A due settimane dal lancio del sito, avvenuto il 26 agosto, Tew aveva già venduto 40 mila dollari in pubblicità. E, cosa ben più importante, il volume del traffico generato ha iniziato ad attirare l’attenzione della comunità internet statunitense. Da quando è stato aperto, il sito ha ricevuto in totale 1,5 milioni di visite uniche. Verso la metà di settembre è finito sulla rubrica «Movers & Shakers» di Alexa.com, che stila una classifica dei siti a livello mondiale in base al numero dei rispettivi visitatori. I responsabili di marketing, spesso scandagliano Alexa.com (di proprietà di Amazon.com) per vedere che cosa va forte e che cosa no. Il sito di Tew, a un certo punto, ha raggiunto il secondo posto in classifica. Attualmente riceve dalle 600 mila alle 700 mila visite al mese. © 2005 DOW JONES & CO. INC. ALL RIGHTS RESERVED