L`ultimo business per diventare milionari? Vendere pixel

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Circuits
Martedì 29 Novembre 2005
L’ultimo business per diventare milionari? Vendere pixel
di Gwendolyn Boundes
L
a storia del ventunenne studente inglese Alex Tew entrerà negli annali dell’imprenditoria come un esempio del trend
fulmineo che un’idea geniale può
creare quando si unisce al potente passaparola di Internet. La
sua strategia si è dimostrata geniale: trovare un’idea semplice
da capire, economica da lanciare e con un nome intrigante e
tale da attrarre attenzione on-line, in un mondo cioè dove Tew
aveva già maturato un po’ di
esperienza come web designer.
La sua soluzione è stata quel-
la di guadagnare dollari in internet facendo pubblicità. Ma in
modo un po’ speciale. Invece di
vendere annunci sui banner, collegamenti ipertestuali o video che
invadono lo schermo, Tew ha deciso di sfruttare il più semplice
comun denominatore presente
sullo schermo di un computer: il
pixel.
Alex Tew vende minuscoli spazi pubblicitari sulla sua pagina
web e in tal modo ha già guadagnato 623.800 dollari, sul milione che si era prefissato.
Il piano di Tew prevedeva la
creazione di una homepage, la
milliondollarhomepage.com, da
dividere poi in 10 mila quadratini da 100 pixel l’uno, e quindi
la vendita dei pixel al prezzo unitario di 1 dollaro, con un ordine
minimo di 100 pixel. In ogni spazio, gli inserzionisti hanno la facoltà di mettere un annuncio grafico a scelta che porta l’eventuale visitatore al loro sito quando vi clicca sopra. Il risultato è
un confuso collage di annunci
multiformi e multicolori, che affollano un unico cartellone pubblicitario digitale.
Tew si è impegnato a tenere
attiva la propria pagina per un
minimo di cinque anni, per poi
chiuderla una volta raggiunta la
cifra di un milione di dollari.
A tutta prima la cosa sembrava
assurda. Chi avrebbe voluto mettere un annuncio su un sito sconosciuto, privo di un pubblico
specifico e senza alcun precedente che indicasse un benché
minimo riconoscimento della
marca?
Ma come succede a molte trovate, il carattere innovativo dell’idea è anche quello che poi le
dà impulso. E così è stato. Prima di tutto Alex ha venduto i
suoi pixel ad alcuni familiari e
amici, dando così legittimità alla propria pagina. Dopodiché ha
iniziato a fare pubblicità al proprio sito e a se stesso presso diversi blogger, i quali hanno commentato la sua bizzarra idea, citando anche il link che portava
al suo sito. Il traffico ha iniziato ad affluire e i mass media britannici hanno incrementato ulteriormente le visite.
A due settimane dal lancio del
sito, avvenuto il 26 agosto, Tew
aveva già venduto 40 mila dollari in pubblicità. E, cosa ben più
importante, il volume del traffico generato ha iniziato ad attirare l’attenzione della comunità
internet statunitense.
Da quando è stato aperto, il
sito ha ricevuto in totale 1,5 milioni di visite uniche. Verso la
metà di settembre è finito sulla
rubrica «Movers & Shakers» di
Alexa.com, che stila una classifica dei siti a livello mondiale in
base al numero dei rispettivi visitatori. I responsabili di marketing, spesso scandagliano
Alexa.com (di proprietà di Amazon.com) per vedere che cosa va
forte e che cosa no. Il sito di
Tew, a un certo punto, ha raggiunto il secondo posto in classifica. Attualmente riceve dalle
600 mila alle 700 mila visite al
mese.
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