Delibera n. 168 del 11/02/2015 REGIONE DEL VENETO UNITA’ LOCALE SOCIO-SANITARIA N. 7 PIEVE DI SOLIGO DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE L`anno duemilaquindici , il giorno undici del mese di Febbraio Il Direttore Generale dell’U.L.S.S. n. 7, Dott. Gian Antonio Dei Tos, nominato con D.P.G.R.V. n. 227 del 29.12.2012, coadiuvato da: Il Direttore Amministrativo Dott. Paolo Pavan Il Direttore Sanitario f.f. Dott. Sandro Cinquetti Il Direttore dei Servizi Sociali e della funzione territoriale Dott. Giuseppe Bazzo ha adottato la seguente deliberazione: OGGETTO PRESTAZIONI DI CUI ALL'EX ART. 26- L. 833/87: RECEPIMENTO PERCORSI DIAGNOSTICOTERAPEUTICI: DEFINIZIONE SISTEMA DI INDICATORI DI STRUTTURA E PROCESSO ATTO A MONITORARE I DATI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ DI RIABILITAZIONE.- Pag. n. 2, segue delib. n. 168 del 11/02/2015 IL DIRETTORE GENERALE RICHIAMATA la deliberazione di questa Azienda U.L.S.S. 7 n. 1323 del 31 ottobre 2013 con la quale, per le motivazioni nella stessa contenute, è stato disposto, tra l’altro, di istituire un tavolo tecnico, costituito da specialisti dell’Azienda U.L.S.S. 7 e da specialisti all’Associazione “La Nostra Famiglia” con il compito di: • elaborare direttive comuni per quanto riguarda la formulazione del progetto di cura/riabilitazione/sostegno individuale nei confronti dei soggetti fruitori di prestazioni ex art. 26, L. 833/78; • compilazione degli indicatori di struttura e processo per la valutazione dell’attività; • formulazione di percorsi diagnostico terapeutici per singole tipologie di prestazioni; DATO atto che, con la medesima deliberazione n. 1323/2013, sono stati individuati, quali componenti del gruppo di lavoro in argomento, le seguenti professionalità appartenenti all’Azienda U.L.S.S. 7: - Dott. Adriano Compagno: Servizio Età Evolutiva Distretto S.S. Nord; - Dott.ssa Consuelo Priolo: Servizio Età Evolutiva Distretto S.S. Nord; - Dott.ssa Francesca Gattinoni: Responsabile Medicina fisica e riabilitazione; demandando, altresì, all’Associazione “La Nostra Famiglia”, l’individuazione dei propri specialisti; VISTA la nota prot. n. 40338 del 11 dicembre 2013 con la quale il Direttore Generale Regionale dell’Associazione “La Nostra Famiglia” comunica a questa Azienda, quali componenti del tavolo tecnico in questione, i seguenti specialisti appartenenti all’Associazione in argomento: - Dr. Gianni De Polo – Responsabile Medico del Presidio di Riabilitazione di Conegliano; - Dr. Amerigo Zanella – Responsabile Medico del Presidio di Riabilitazione di Pieve di Soligo; VISTA la nota prot. n. 18/IAF NORD del 28 gennaio 2015 con la quale il Direttore UOC Infanzia Adolescenza Nord ha trasmesso i seguenti percorsi diagnostico-terapeutici, elaborati dal gruppo di lavoro tecnico, al fine di definire un comune sistema di indicatori di struttura e processo atto a monitorare i dati relativi all’attività svolta, nel rispetto dei criteri di appropriatezza e di accesso alle diverse tipologie di prestazioni: • disturbi dello spettro autistico; • disturbo da deficit di attenzione/iperattività; • disturbi specifici del linguaggio; • disturbi specifici dell’apprendimento; • disabilità intellettiva in età evolutiva; • intervento psicomotorio. RITENUTO di far propri i percorsi diagnostico-terapeutici sopraindicati, così come individuati dal competente gruppo di lavoro tecnico che, allegati, formano parte integrante del medesimo provvedimento; VISTA l’attestazione con cui il Responsabile del Servizio Amministrativo dei Distretti assicura l’avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente Legislazione Statale e Regionale; ACQUISITO il parere favorevole del Direttore Amministrativo, del Direttore Sanitario e del Direttore dei Servizi Sociali e della funzione territoriale, ciascuno per la materia di rispettiva competenza; Pag. n. 3, segue delib. n. 168 del 11/02/2015 DELIBERA 1. di recepire i percorsi diagnostico-terapeutici, legati alle prestazioni ex art. 26, L. 833/78, elaborati dal competente gruppo di lavoro tecnico finalizzati a definire un comune sistema di indicatori di struttura e processo atto a monitorare i dati relativi all’attività svolta, nel rispetto dei criteri di appropriatezza e di accesso alle diverse tipologie di prestazioni che, allegati, formano parte integrante del medesimo provvedimento: • disturbi dello spettro autistico; • disturbo da deficit di attenzione/iperattività; • disturbi specifici del linguaggio; • disturbi specifici dell’apprendimento; • disabilità intellettiva in età evolutiva; • intervento psicomotorio. 2. di vincolare, per le parti di rispettiva competenza, ogni singolo professionista/specialista, dipendente o convenzionato, del S.S.N. operante nell’Azienda U.L.S.S. 7, sia ospedaliero che territoriale, alla corretta applicazione di quanto disposto con la presente, in materia di prestazioni di cui all’ex art. 26, L. 833/78, erogate a pazienti afferenti il territorio dell’Azienda U.L.S.S. 7, effettuate dall’Associazione La Nostra Famiglia; 3. di demandare ai competenti Uffici (individuati nella U.O.C. Affari Generali e nella U.O.C. Attività amministrative per l’assistenza specialistica e di base) la divulgazione della presente per le parti di rispettiva competenza. SAD-FR0211FEBB Delib. n. 168 del 11/02/2015 IL DIRETTORE GENERALE f.to Dott. Gian Antonio Dei Tos Per il parere di competenza: IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO IL DIRETTORE SANITARIO IL DIRETTORE DEI SERV. SOCIALI E DELLA FUNZIONE TERRITORIALE f.to Dott. Paolo Pavan f.to Dott. Sandro Cinquetti f.f. f.to Dott. Giuseppe Bazzo PUBBLICAZIONE La presente deliberazione, esecutiva dalla data di adozione, viene pubblicata all'albo aziendale per 15 giorni consecutivi dal 19/02/2015 ., e, in pari data, viene trasmessa al Collegio Sindacale. PIEVE DI SOLIGO, lì 19/02/2015 Il Direttore dell’U.O.C. Affari Generali f.to Dott. Filippo Spampinato Allegato alla Deliberazione n. 168 del 11/02/2015 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella PROPOSTA DI PERCORSO DI VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DEL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO Introduzione Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo (Autism Spectrum Disorder – ASD) è uno dei più frequenti e spesso invalidanti disturbi neurocomportamentali presenti in età evolutiva. Secondo alcune stime, la prevalenza del disturbo va da 1 caso per 1.000 (SINPIA, 2005) ad addirittura 1 caso per 100 (APA, 2014). Secondo la maggioranza degli Autori, tale discordanza nelle stime di prevalenza può essere dovuta, più che a un reale incremento dei casi di autismo, ad altri fattori, quali: ampliamento dei criteri diagnostici del DSM-IV con inclusione anche dei casi sottosoglia, maggiore attenzione verso la patologia, differenze nelle metodologie di studio, diffusione di procedure diagnostiche standardizzate e/o, ovviamente, un vero e proprio aumento della frequenza dello ASD (SINPIA, 2005; DSM-5, 2014). Sul piano prognostico, occorre inoltre considerare che la particolare pervasività del quadro clinico-sintomatologico e il suo andamento cronico determinano abitualmente nell’età adulta condizioni di disabilità, con gravi limitazioni nelle autonomie e nella vita sociale. Ad oggi, un’altissima percentuale (dal 60% al 90%) di bambini autistici divengono adulti non autosufficienti, e continuano ad aver bisogno di cure per tutta la vita (SINPIA, 2005). È pur vero, d’altronde, che, analogamente a quanto già dimostrato nella riabilitazione di disabilità acquisite nell’adulto, dove la specificità e la tempestività dell’intervento sono elementi determinanti, e in sintonia con la prassi della riabilitazione di disabilità neuromotorie del bambino, dove la precocità dell’intervento riabilitativo è diventata una buona pratica consolidata, anche gli interventi sugli aspetti funzionali e mentali potrebbero giovarsi di metodologie specifiche, applicate precocemente. E, secondo la maggior parte degli Autori, la capacità di giungere alla diagnosi più precocemente rispetto al passato e di iniziare quindi più precocemente un intervento abilitativo potrebbe modificare in maniera significativa ed oggettivamente dimostrabile il grave outcome invalidante (ISS, 2011). Di recente, l’American Psychiatric Association (APA), ha modificato i criteri che consentono la diagnosi di ASD (APA, 2014) Le differenze principali fra il DSM-IV-TR e il DSM-5 sono le seguenti (APA, 2014; SINPIA, 2014): - Il DSM-IV-TR individuava una macrocategoria indicata con la denominazione di “Disturbi pervasivi dello sviluppo” (DPS), all’interno della quale si distinguevano: il Disturbo Autistico, il Disturbo di Rett, il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia, il Disturbo di Asperger ed il Disturbo Pervasivo dello Sviluppo N.A.S. Tuttavia, le numerose pubblicazioni scientifiche comparse a partire dal 2000, anno di 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 - pubblicazione del DSM-IV-TR, non sono riuscite a dimostrare una sufficiente stabilità nel tempo di queste sottocategorie diagnostiche (a differenza di quanto non sia risultato per la macrocategoria diagnostica DPS che, considerata nel suo complesso, si differenziava in maniera netta da altre categorie nosografiche, mostrando una sufficiente stabilità nel tempo). La scelta del DSM-5, pertanto, è ricaduta sull’individuazione di un’unica categoria, l’ASD, abbandonando le sottocategorie precedentemente individuate Con il DSM-5 i criteri diagnostici sono passati da 3 a 5: Criterio A: rispetto alla precedente edizione, il DSM-5 ha rinunciato alla distinzione fra una compromissione qualitativa dell’interazione sociale e una compromissione qualitativa della comunicazione verbale e non verbale, considerate come due funzioni distinte. La comunicazione verbale e non verbale e l’interazione sociale vengono dunque considerati come due aspetti di un’unica funzione, quella “comunicativo-sociale”. Essa, inoltre, assume il carattere di una dimensione, in quanto si transita dal concetto di “compromissione qualitativa” a quello di “variazione quantitativa”, che si dispone su diversi livelli di gravità, senza soluzione di continuità con il funzionamento neurotipico. Per questo motivo, il DSM-5 introduce, in riferimento al Criterio A, uno specificatore di gravità che prevede tre livelli che definiscono il grado di supporto di cui il soggetto necessita Criterio B: esso, come nel DSM-IV-TR, si riferisce alla presenza di pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi, quali elementi determinanti per la caratterizzazione del disturbo. In particolare, devono essere presenti almeno due diverse tipologie di comportamenti (ciò, al fine di limitare il peso diagnostico di pattern di comportamenti poco specifici dell’ASD come le stereotipie motorie). Un aspetto di novità importante è l’inserimento all’interno di questo Criterio dei sintomi che esprimono una iper- o iporeattività sensoriale, in quanto l’assenza nel DSM-IV-TR e nell’ICD-10 di tali sintomi ha fatto sì che molti strumenti di valutazione abbiano escluso tali correlati dall’algoritmo diagnostico. Anche per il Criterio B, come per il Criterio A, è previsto uno specificatore di gravità secondo un costrutto dimensionale Criterio C: esso stabilisce che “i sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo (ma possono non manifestarsi pienamente prima che le esigenze sociali eccedano le capacità limitate o possono essere mascherati da strategie apprese in età successive)”. Le implicazioni di tale modifica sono sostanziali. Innanzitutto, perché non si definisce un’età prima della quale devono essere riconosciuti i sintomi caratteristici del disturbo (a differenza del DSM-IV-TR, che stabiliva che un ritardo o un funzionamento anomalo di almeno una delle aree della triade sintomatologica doveva essere presente prima dei tre anni di età). In secondo luogo, perché si assume che, nelle forme lievi, che possono essere mascherate da strategie di compenso apprese, la prima diagnosi può rendersi possibile in età scolare o addirittura in età adulta 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 3 Criterio D: novità del DSM-5, richiede che i sintomi causino compromissione clinicamente significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Ciò risponde all’esigenza di integrare l’approccio categoriale con un approccio dimensionale (nella misura in cui i deficit definiti nei Criteri A e B si dispongono lungo un continuum senza soluzione di continuità con il funzionamento neurotipico) Criterio E: anch’esso novità del DSM-5, definisce i rapporti fra ASD e disabilità intellettiva, precisando che, per poter fare diagnosi di comorbidità, i deficit della comunicazione e dell’interazione sociale devono presentare un grado di severità superiore a quello atteso rispetto al livello di compromissione funzionale determinato dalla disabilità intellettiva - Infine, una delle più importanti novità del DSM-5 è sicuramente la collocazione dell’ASD in una sezione più generale, indicata con la denominazione di Disturbi del Neurosviluppo, cioè condizioni cliniche che esordiscono in età evolutiva, caratterizzate da una disorganizzazione di funzioni in via di sviluppo (con conseguente compromissione del funzionamento relativo alla dimensione personale, alla vita di relazione, agli apprendimenti scolastici e all’integrazione sociale), in cui la disfunzione può riguardare specifiche aree funzionali in via di sviluppo (semplici, come il linguaggio o la coordinazione; o complesse, come l’intelligenza o le competenze sociali), e che spesso si presentano in comorbidità. Questi nuovi criteri hanno già suscitato un ampio dibattito fra gli addetti al lavoro. Si teme, infatti, che la loro adozione comporti una maggiore specificità della diagnosi a discapito della sensibilità. Ciò può essere vero – e, dunque, non riuscire a diagnosticare “perdendo” alcuni soggetti autistici che non soddisfano appieno i nuovi criteri – come può esserlo il contrario: che, cioè, con i precedenti criteri, venivano inclusi nel vasto spettro dell’autismo anche soggetti che apparterrebbero piuttosto ad altre connotazioni diagnostiche. Potrebbero essere di relativa importanza anche i timori che, alla luce di questi nuovi criteri, sostanzialmente più restrittivi, gli “investimenti” in termini di risorse da parte dei Servizi Specialistici subiranno un ridimensionamento, almeno nella misura in cui, pur non ricevendo un’etichetta diagnostica di ASD, gli utenti interessati presentano comunque un disturbo comportamentale, meritevole di una serie di interventi sul piano diagnostico e terapeutico-abilitativo. In attesa della pubblicazione dell’ICD-11, prevista per il 2017, la versione attuale della Classificazione Internazionale delle Malattie secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, altrimenti nota come ICD-10-CM, all’interno della categoria diagnostica “Disturbi pervasivi dello Sviluppo” distingue le seguenti sottocategorie: - Disturbo autistico (Cod. ICD-10: F84.0) Sindrome di Rett (Cod. ICD-10: F84.2) Altri disturbi disintegrativi dell’infanzia (Cod. ICD-10: F84.3) Sindrome di Asperger (Cod. ICD-10: F84.5) Altri disturbi pervasivi dello sviluppo (Cod. ICD-10: F84.8) Disturbo pervasivo dello sviluppo N.S. (Cod. ICD-10: F84.9). 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 4 Diagnosi Le indicazioni sulla diagnosi dell’ASD sono tratte essenzialmente dalle Linee guida per l’autismo. Raccomandazioni tecniche-operative per i Servizi di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva della SINPIA (SINPIA, 2005) e dalle linee guida Autism diagnosis in children and young people (NICE – National Institute for Health and care Excellence; 2011). Pertanto, si rimanda a questi documenti e ad altri affini – come le linee guida Practice Parameter: Screening and diagnosis of Autism. Report of the Quality Standard Subcommittee of the American Academy of Neurology and the Child Neurology Society (AANCNS, 2000) e le altre review disponibili in letteratura – una trattazione più articolata di un argomento assai vasto ed in continuo divenire 1. A nostro giudizio, come per la Disabilità Intellettiva, il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività e, più in generale, tutti i cosiddetti Disturbi del Neurosviluppo, le fasi diagnostiche cui si dovrebbe fare riferimento sono le seguenti: - Diagnosi clinica e di comorbidità - Diagnosi funzionale - Diagnosi di gravità Diagnosi clinica e di comorbidità Operatori: neuropsichiatra infantile, mediante l’anamnesi, l’osservazione e la visita; psicologo, mediante l’osservazione, il colloquio e la somministrazione di test, di interviste diagnostiche, di questionari e rating scales; talvolta può essere utile anche il contributo di altre figure professionali, fra le quali soprattutto il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva ed il logopedista. Può rendersi necessario anche l’impiego di indagini strumentali e i laboratorio. Il clinico deve valutare la presenza/assenza dei sintomi di ASD secondo il DSM-5/ICD-10CM (in attesa dell’ICD-11). Per ognuno di essi, occorre valutare anche la gravità, la durata, la frequenza, l’età di esordio, in quali contesti di vita del bambino tali sintomi siano presenti. Inoltre, poiché è presente un certo grado di ereditarietà, si dovrà esplorare anche il gentilizio, valutando la familiarità per ASD o altri disturbi psicopatologici. Ovviamente, la diagnosi clinica per un possibile ASD non potrà prescindere dall’indagine di tutti quegli elementi che riguardino un qualunque altro disturbo psicopatologico sia in 1 Per completezza, citiamo anche i “Disturbi della Relazione e della Comunicazione”, descritti nella Classificazione Diagnostica della salute mentale e dei disturbi di sviluppo nell’infanzia – 1a Revisione (CD:0-3R). Essi si caratterizzano per la presenza di gravi difficoltà nella relazione e nella comunicazione, associati alla regolazione dei processi fisiologici, sensoriali, attentivi, motori, cognitivi, somatici ed affettivi. All’interno di tale categoria diagnostica ritroviamo il cosiddetto “Disturbo Multisistemico dello Sviluppo” (DMSS). La sua individuazione si basa sul concetto che per porre tale diagnosi non è necessario il range di difficoltà nella relazione e nella comunicazione osservate nei bambini con ASD. La diagnosi di DMSS può essere applicata anche a bambini di età inferiore ai due anni. Allo stato attuale delle conoscenze, i DMSS vengono definiti sulla base di caratteristiche descrittive piuttosto che di criteri (ad esempio, significativo indebolimento della capacità di entrare in relazione emotiva e sociale con il caregiver primario; significativo indebolimento nella capacità di formare, mantenere, e/o sviluppare una comunicazione preverbale gestuale o una comunicazione simbolica verbale e non, significativa disfunzione nella capacità di processazione degli stimoli visivi, uditivi, tattili, propriocettivi e vestibolari, significativa disfunzione della pianificazione motoria e della sequenzialità dei movimenti). Per la definizione delle caratteristiche delle quattro aree di difficoltà dei bambini con DMSS, si rimanda alla descrizione della CD:0-3R. Bambini con tale pattern di funzionamento dovrebbero essere sottoposti a specifici interventi diagnostici e terapeutico-abilitativi. In particolare, gli operatori coinvolti nella diagnosi sono principalmente: neuropsichiatra infantile e/o psicologo con la collaborazione di terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o educatore professionale e/o logopedista. Gli operatori coinvolti nel trattamento sono: psicologo con la collaborazione di neuropsichiatra infantile e/o terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o educatore professionale e/o logopedista. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 5 termini di diagnosi differenziale che di possibile comorbidità. In particolare, fra i quadri che più frequentemente entrano in diagnosi differenziale con l’ASD ricordiamo: - - Disturbi psicopatologici/neuropsicologici (ad esempio, mutismo elettivo, ansia sociale, disturbo reattivo dell’attaccamento, disturbi del linguaggio, disturbo della comunicazione sociale/pragmatica, disabilità intellettiva/disturbo dello sviluppo intellettivo senza ASD, disturbo da movimento stereotipato, disturbo ossessivocompulsivo disturbo da deficit di attenzione/iperattività, schizofrenia, disturbo schizoide di personalità, disturbo evitante di personalità etc.) Disturbi neurologici e patologie mediche (ipoacusie, sindrome di Landau-Kleffner, sindrome di Rett, sclerosi tuberosa, sindrome dell’X fragile, ipomelanosi di Ito etc.) Miscellanea (quadri di grave deprivazione socio-culturale, abuso etc.). Alcune delle condizioni sopra descritte, oltre che in diagnosi differenziale, possono essere presenti in comorbidità con ASD. Ad esempio, occorre considerare che l’ASD è frequentemente associato a compromissione intellettiva e disturbo della struttura del linguaggio, che dovrebbero essere indicati, quando possibile, con specificatori pertinenti. Fino al 70% degli individui con ASD presentano un altro disturbo psicopatologico concomitante, e fino al 40% possono anche avere due o più disturbi concomitanti. Secondo il DSM-5, quando sono soddisfatti entrambi i criteri per la diagnosi di ASD e disturbo da deficit di attenzione/iperattività dovrebbero essere poste entrambe le diagnosi. Lo stesso dicasi per altre condizioni cliniche, quali il disturbo della coordinazione, il disturbo d’ansia, i disturbi depressivi etc. Condizioni più strettamente mediche comunemente associate ad autismo sono l’epilessia, problemi del sonno o la stipsi, così come disturbi del comportamento alimentare (ad esempio, disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo, selettività alimentari etc.). La diagnosi clinica e di comorbidità può avvalersi anche dell’utilizzo di alcuni questionari o di interviste diagnostiche strutturate o semistrutturate e rating scales, che possono fornire informazioni utili anche per le altre fasi dell’iter diagnostico (diagnosi funzionale, diagnosi di gravità). Più in dettaglio, fra i questionari che si consiglia di utilizzare i principali sono i seguenti: - - - Questionari di Achenbach: Child Behavior Checklist for Ages 1 ½ - 5 (CBCL 1 ½ 5); Child Behavior Checklist for Ages 6-18 (CBCL 6-18); Youth Self-Report for Ages 11-18 (YSR); Teacher’s Report Form for Ages 6-18 (TRF) Questionario dei punti di forza e di debolezza: Strenghts and Difficulties Questionnaire (SDQ), Double-sided version with impact supplement: a) for parents of 4-17 year olds, for teachers of 4-17 year olds, for self-completion by 11-17 year olds Scale di Conners: Conners’ Parent Rating Scale – Revised, L- or S-form (CPRS-R L or S), Conners’ Teacher Rating Scale – Revised, L- or S-form (CTRS-R L or S), Conners’ Adolescent Self-report Scale for Ages 12-18 – Revised, L- or S-form (CASS-R L or S) Questionari per la valutazione di problematiche compresenti nei disturbi di disattenzione ed iperattività: per genitori (COM-G), per insegnanti (COM-I) Altro… 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 6 Fra le interviste diagnostiche che si consiglia di utilizzare, vi sono: - Kiddie-Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia – Present and Lifetime Version (K-SADS-PL) Parent Interview for Children Symptoms, revised for DSM-IV (PICS-IV) Altro… Se si ritiene utile ottenere una stima del funzionamento cognitivo, i test maggiormente utilizzati sono i seguenti: A) Per i soggetti per i quali non è possibile utilizzare un test verbale: - Leiter International Performance Scale – Revised, Visualization and Reasoning Battery, Attention and Memory Battery (Leiter-R, Batteria VR, Batteria AM), dai 2 ai 20 anni di età - Raven’s Progressive Matrices: Coloured Progressive Matrices (CPM) dai 5 agli 11 anni, Standard Progressive Matrices (SPM) dagli 11 anni, Advanced Progressive Matrices (APM) per adulti e adolescenti con intelligenza superiore alla media B) Per i soggetti per i quali è possibile utilizzare un test verbale: Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence – III Ed. (WPPSI-III) dai 2 anni e 6 mesi ai 7 anni e 3 mesi - Wechsler Intelligence Scale for Children – IV Ed. (WISC-IV), dai 6 anni ai 16 anni ed 11 mesi - Wechsler Intelligence Adult Scale – IV Ed. (WAIS-IV), dai 16 anni Se si ritiene utile esplorare alcuni aspetti del funzionamento neuropsicologico (ad esempio, memoria, attenzione, funzioni esecutive etc.), possono essere utilizzati test specifici o batterie come: - A developmental NEuroPSYcological assessment – II Ed. (Nepsy-II) Infine, nonostante alcuni test consentano di valutare il funzionamento cognitivo già in questa fascia di età, è evidente che per bambini al di sotto dei 6-7 anni è spesso utile ottenere una stima del profilo di sviluppo psicomotorio. In questi casi, gli strumenti che si preferisce utilizzare sono: - Bayley Scales of Infant and Toddler Development – 3rd Ed. (Bayley-III) - Griffiths Mental Development Scales. Talvolta può essere necessaria anche la realizzazione di indagini strumentali e di laboratorio, quali: - Indagini audiometriche (ad esempio, audiometria comportamentale, potenziali evocati uditivi etc.) - Indagini neurofisiologiche (ad esempio, elettroencefalogramma etc.) - Indagini neuroradiologiche (ad esempio, RM Encefalo etc.) - Indagini genetiche (ad esempio, cariotipo, analisi del DNA etc.) - Indagini metaboliche - Altro… Tali approfondimenti valutativi saranno decisi in base ai riscontri derivanti dall’anamnesi e dall’esame obiettivo. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 7 Diagnosi funzionale Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo, attraverso l’osservazione e la somministrazione di test psicologici e neuropsicologici con il contributo possibile di terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o di logopedista e/o di educatore professionale, psicopedagogista, eventuali altre figure professionali (es. assistente sociale) secondo necessità specifiche. I seguenti strumenti rappresentano il gold standard per la diagnosi di ASD: - Autism Diagnostic Interview – Revised (ADI-R) Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS) Altri strumenti che possono essere utilizzati, specifici per la diagnosi di ASD sono: - Krug Asperger’s Disorder Index (KADI) - Childhood Autism Rating Scale (CARS), di recente pubblicata anche nella sua seconda edizione (CARS-2) Una più precisa caratterizzazione funzionale del disturbo potrà essere ottenuta anche mediante l’osservazione e la somministrazione di test per la valutazione del linguaggio e delle capacità apprenditive, da parte del logopedista e/o dello psicopedagogista. Il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva potrà contribuire a definire in modo più preciso il profilo clinico e funzionale mediante l’osservazione e la somministrazione di alcuni test. Spesso è utile fornire anche una caratterizzazione del profilo psicoeducativo. In questo caso, il test che si raccomanda di utilizzare è lo Psychoeducational Profile – 3rd Ed. (PEP3). In genere, esso viene somministrato dall’educatore professionale o dal terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Diagnosi di gravità Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo. Per misurare il livello di compromissione funzionale determinato dal disturbo è possibile utilizzare alcune scale, fra cui ad esempio: - Children’s Global Assessment Scale (C-GAS) Vineland Adaptive Behavior Scales (VABS) Trattamento Il presente documento ha preso in esame le Linee Guida prodotte dalla SINPIA (2005) e dall’ISS (2011) - Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. Raccomandazione delle Linee Guida ISS (2011) 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 8 I programmi di intervento mediati dai genitori (ad esempio intervento specifico di PARENT TRAINING) sono raccomandati nei bambini e negli adolescenti con disturbi dello spettro autistico, poiché sono interventi che possono migliorare la comunicazione sociale e i comportamenti problema, aiutare le famiglie a interagire con i loro figli, promuovere lo sviluppo e l’incremento della soddisfazione dei genitori, del loro empowerment e benessere emotivo. L’utilizzo di interventi a supporto della comunicazione nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, come quelli che utilizzano un supporto visivo alla comunicazione, è indicato, sebbene le prove di efficacia di questi interventi siano ancora parziali. Il loro utilizzo dovrebbe essere circostanziato e accompagnato da una specifica valutazione di efficacia. Gli interventi a supporto della comunicazione sociale vanno presi in considerazione per i bambini e gli adolescenti con disturbi dello spettro autistico; la scelta di quale sia l’intervento più appropriato da erogare deve essere formulata sulla base di una valutazione delle caratteristiche individuali del soggetto. Secondo il parere degli esperti, è consigliabile adattare l’ambiente comunicativo, sociale e fisico di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico: le possibilità comprendono fornire suggerimenti visivi, ridurre le richieste di interazioni sociali complesse, seguire una routine, un programma prevedibile e utilizzare dei suggerimenti, minimizzare le stimolazioni sensoriali disturbanti. Il programma TEACCH ha mostrato, in alcuni studi di coorte, di produrre miglioramenti sulle abilità motorie, le performance cognitive, il funzionamento sociale e la comunicazione in bambini con disturbi dello spettro autistico, per cui è possibile ipotizzare un profilo di efficacia a favore di tale intervento. Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi comportamentale applicata (APPLIED BEHAVIOUR ANALYSIS, ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive, il linguaggio e i comportamenti adattativi nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Le prove a disposizione consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico. Gli interventi comportamentali dovrebbero essere presi in considerazione in presenza di un ampio numero di comportamenti specifici di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico, con la finalità sia di ridurre la frequenza e la gravità del comportamento specifico sia di incrementare lo sviluppo di capacità adattative. È consigliato l’uso della terapia cognitivo comportamentale (Cognitive Behavior Therapy, CBT) per il trattamento della comorbidità con i disturbi d’ansia nei bambini con sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento. FARMACOTERAPIA La melatonina può costituire un trattamento efficace nel caso di disturbi del sonno che persistono anche dopo interventi comportamentali. Prove scientifiche ottenute da vari studi di elevata qualità supportano l’utilizzo del risperidone nel trattamento a breve termine di problemi comportamentali quali irritabilità, ritiro sociale, iperattività e comportamenti stereotipati in bambini con disturbi dello spettro autistico. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 9 Alcuni studi supportano l’efficacia a breve termine dell’aripiprazolo nel migliorare i sintomi di grave irritabilità in bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico e concomitante quadro caratterizzato dalla presenza di irritabilità, agitazione o comportamenti autolesionistici. Il metilfenidato può essere preso in considerazione per il trattamento dell’iperattività in bambini o adolescenti fino ai 14 anni con disturbi dello spettro autistico; il trattamento deve essere prescritto da un centro specialistico e deve essere dedicata una particolare attenzione all’accertamento diagnostico. L’utilizzo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) non è raccomandato per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini. La decisione sull’utilizzo degli SSRI per indicazioni cliniche prestabilite che possono presentarsi in concomitanza con l’autismo, come per esempio il disturbo ossessivo compulsivo e la depressione, dovrebbe essere presa caso per caso. Indicazioni integrative, in aggiunta alle Linee Guida ISS 1. Si propone eventuale TRATTAMENTO RIABILITATIVO DI TIPO PSICOMOTORIO per soggetti nella fascia d’età 2-7 anni: l’indicazione va considerata in base alla gravità del quadro clinico e del relativo profilo funzionale, vanno specificati gli obiettivi del trattamento e lo stesso deve integrarsi con gli altri interventi in atto, secondo un approccio di tipo biopsicosociale. 2. Si propone eventuale TRATTAMENTO RIABILITATIVO DI LOGOPEDIA per soggetti nella fascia d’età 4-12 anni: l’indicazione va considerata in base alla gravità del quadro clinico e del relativo profilo funzionale, vanno specificati gli obiettivi del trattamento e lo stesso deve integrarsi con gli altri interventi in atto, secondo un approccio di tipo biopsicosociale 3. Si propone eventuale TRATTAMENTO RIABILITATIVO DI TERAPIA OCCUPAZIONALE per soggetti nella fascia d’età 4-14 anni (conclusione della scuola secondaria di 1° grado): l’indicazione va considerata in base alla gravità del quadro clinico e del relativo profilo funzionale, vanno specificati gli obiettivi del trattamento e lo stesso deve integrarsi con gli altri interventi in atto, secondo un approccio di tipo biopsicosociale. Al di sopra dei 14 anni (dopo inizio scuola secondaria di 2° grado), è possibile eventuale consulenza nell’ambito del settore. 4. Si propone eventuale INTERVENTO PSICOEDUCATIVO per soggetti in età scolare: l’indicazione va considerata in base alla gravità del quadro clinico e del relativo profilo funzionale, vanno specificati gli obiettivi del trattamento e lo stesso deve integrarsi con gli altri interventi in atto, secondo un approccio di tipo biopsicosociale. Si sottolinea l’importanza di un APPROCCIO INTEGRATO tra le varie proposte di trattamento ad esempio logopedia + trattamento psicoeducativo/comportamentale, terapia occupazionale + trattamento psicoeducativo/comportamentale, logopedia + trattamento psicomotorio. Nella PROSPETTIVA DI TIPO BIOPSICOSOCIALE, IN LINEA CON ICF-CY, obiettivo finale del trattamento è sempre il miglioramento della performance del soggetto ossia del suo funzionamento nel contesto di vita, primariamente il contesto familiare, ma anche quello scolastico e degli ambienti sociali allargati. ICF-CY permette di definire il profilo funzionale del soggetto, la gravità della compromissione del funzionamento, l’impatto dei fattori contestuali sulla partecipazione nel contesto di vita, il progetto riabilitativo globale: costituisce quindi strumento prioritario 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 10 per le definizione di un percorso di trattamento integrato che coinvolga il soggetto, la sua famiglia, gli operatori socio sanitari, gli operatori scolastici e tutti gli altri soggetti significativi (ad esempio amici, compagni di scuola, famiglia allargata, operatori educativi e sportivi, ecc.). Percorsi Riabilitativi O-6 anni: - trattamento psicoeducativo/comportamentale - trattamento psicomotorio - eventuale trattamento logopedico - eventuale terapia occupazionale (dai 4 anni) - parent training - eventuale trattamento farmacologico - eventuale intervento sociale 7-12 anni : - trattamento psicoeducativo/comportamentale - eventuale trattamento logopedico - trattamento psicomotorio (fino a 7 anni) - eventuale terapia occupazionale (dai 4 anni) - parent training - eventuale trattamento farmacologico - eventuale intervento sociale 13-18 anni : - trattamento psicoeducativo/comportamentale - CBT nel trattamento dei disturbi d’ansia - parent training - eventuale trattamento farmacologico - eventuale intervento sociale Per tutti i trattamenti riabilitativi vale il criterio di applicazione di CICLI DI TRATTAMENTO, ripetibili qualora l’evoluzione spontanea valutata in base al giudizio clinico ed eventualmente documentata con prove standardizzate dopo interruzione del ciclo sia inferiore a quella ottenuta con il ciclo (confrontare sempre le prestazioni post-trattamento 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 11 con le prestazioni pre-trattamento successivo: se l’evoluzione spontanea dopo 3-6-9-12 mesi dalla conclusione del ciclo è simile a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo non va ripetuto; se l’evoluzione spontanea è nulla o in ogni caso inferiore a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo può essere ripetuto). Per ciclo di trattamento si intende un intervento con frequenza mono o bi settimanale della durata di tre, quattro o sei mesi, seguito da interruzione di trattamento della durata minima pari a quella del ciclo effettuato, prima di riprendere l’eventuale ciclo di trattamento successivo. Vanno inoltre considerate eventuali incombenze ex. L.104/92 ed eventuale trattamento a diurnato per tempi definiti e con obiettivi mirati per pazienti che richiedano percorsi riabilitativi intensi associati ad interventi di tipo psicoeducativo e pedagogici speciali. I percorsi riabilitativi individuati presuppongono un costante rapporto tra il servizio riabilitativo ed eventuali altri servizi territoriali competenti, il pediatra di libera scelta oppure il medico di medicina generale dopo il 14°anno di età o alla conclusione del percorso scolastico allorché questo si protragga oltre il 18° anno. Al raggiungimento del 18° anno di età o dopo la conclusione del percorso scolastico allorché questo si protragga oltre il 18° anno, risulta indicato il passaggio della presa in carico ai servizi territoriali competenti per l’età adulta. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella PROPOSTA DI PERCORSO DI VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DEL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ Introduzione Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI) è il più comune disturbo neurocomportamentale presente in età evolutiva. Secondo alcune stime, la prevalenza nella popolazione scolastica può arrivare al 4%: questo significa che, in una classe di 25 bambini, in media si trova un bambino affetto da DDAI di gravità variabile. L’American Academy of Pediatrics mette in guardia sulle conseguenze anche gravi che tale disturbo può avere sul piano clinico, del funzionamento adattivo e scolastico (AAP, 2011). In termini di inquadramento classificativo, secondo l’American Psychiatric Association (APA), si distinguono tre principali forme di DDAI: 1) DDAI, Tipo Combinato 2) DDAI, Tipo con Disattenzione Prevalente 3) DDAI, Tipo con Iperattività-Impulsività Prevalenti Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – IV Ed. – Text Revision (DSM-IVTR) declina i criteri diagnostici di ognuno dei sottotipi indicati. Nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – 5 Ed. (DSM-5) la definizione di DDAI è stata aggiornata al fine di meglio caratterizzare il profilo clinico di tale disturbo anche in età adulta, precisando che, nonostante esso esordisca durante l’infanzia, per alcuni individui segni e sintomi caratteristici possono essere presenti anche negli adolescenti e negli adulti (www.dsm5.org). Il DDAI si caratterizza per la presenza di un pattern di comportamenti presenti in molteplici contesti di vita (es. scuola, casa, attività ludica etc.). Anche nel DSM-5, come nel DSM-IVTR, i segni e sintomi clinici possono essere suddivisi nei due grandi raggruppamenti dei “Sintomi da disattenzione” e “Sintomi da iperattività/impulsività”. Le differenze principali fra il DSM-IV-TR e il DSM-5 sono le seguenti (www.dsm5.org): - Nel DSM-IV-TR si specifica che 6 (o più) dei sintomi di disattenzione e/o di iperattività-impulsività devono essere persistiti per almeno sei mesi con un’intensità che provoca disadattamento e che contrasta con il livello di sviluppo. Al contrario, nel DSM-5 tale criterio (Criterio A) rimane valido fino all’età di 16 anni. Dai 17 anni e per l’età adulta, perché sia soddisfatto il Criterio A, sono sufficienti 5 sintomi di disattenzione e/o di iperattività/impulsività. I sintomi di disattenzione e di iperattività/impulsività elencati nel DSM-5 (http://www.cdc.gov/ncbddd/adhd/diagnosis.html) sono sovrapponibili a quelli già presenti nel DSM-IV-TR 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 - - Nel DSM-IV-TR si specifica (Criterio B) che, al fine di porre diagnosi di DDAI, alcuni dei sintomi di disattenzione e/o di iperattività-impulsività che causano compromissione debbano essere prima dei 7 anni di età. Nel DSM-5, invece, tale limite è spostato in avanti fino ai 12 anni, poiché dati di ricerca hanno attestato che non esistono differenze significative in termini di decorso clinico, gravità, outcome e risposta al trattamento, fra i sintomi rinvenibili nella fascia < 7 e in quella 7-12 Il DSM-5, a differenza del DSM-IV-TR, non include criteri di esclusione per i disturbi dello spettro autistico, dal momento che entrambe tali condizioni possono coesistere. Per il resto, anche secondo il DSM-5 come per il DSM-IV-TR, i sintomi non devono manifestarsi esclusivamente durante il decorso di schizofrenia o di altro disturbo psicotico, e non devono essere meglio attribuibili ad un altro disturbo mentale (ad esempio, disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo o di personalità). Secondo l’International Classification of Diseases – 10th Revision – Clinical Modification, si distinguono: - DDAI, Tipo con Disattenzione Prevalente (Cod. ICD-10: F90.0) DDAI, Tipo con Iperattività-Impulsività Prevalenti (Cod. ICD-10: F90.1) DDAI, Tipo Combinato (Cod. ICD-10: F90.2) DDAI, Altro Tipo (Cod. ICD-10: F90.8) DDAI, Non Specificato (Cod. ICD-10: F90.9) Diagnosi Secondo le linee guida SINPIA (SINPIA, 2002): <<La diagnosi di ADHD è essenzialmente clinica e si basa sulla raccolta di informazioni fornite da fonti multiple e diversificate, quali genitori, insegnanti, educatori>>. Tali linee guida rilevano che, quando si sospetta che un bambino possa essere affetto da DDAI, occorre: 1) Raccogliere informazioni da fonti multiple (genitori insegnanti, educatori), anche utilizzando interviste semistrutturate e/o questionari standardizzati sui diversi aspetti del comportamento e del funzionamento sociale del bambino. 2) Un colloquio (esame psichico) col bambino per verificare la presenza di altri disturbi associati; anche in questo caso, le scale standardizzate di autovalutazione del bambino (ansia, depressione etc.) possono essere utili. 3) Valutare le capacità cognitive e l'apprendimento scolastico; valutare in maniera oggettiva le capacità attentive, di pianificazione delle attività e di autocontrollo. Talvolta può essere utile valutare la possibile presenza di disturbi del linguaggio. 4) Effettuare l'esame medico e neurologico, valutando la presenza di eventuali patologie associate e gli effetti di eventuali altre terapie in atto Le fasi diagnostiche cui si dovrebbe fare riferimento, dunque, sono le seguenti: - Diagnosi clinica 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 3 - Diagnosi funzionale Diagnosi di gravità Diagnosi di comorbidità Diagnosi clinica Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo, mediante l’anamnesi, l’osservazione, la visita e il colloquio. Il clinico deve valutare la presenza/assenza dei sintomi di DDAI secondo il DSM-IVTR/DSM-5. Per ognuno di essi, occorre valutare anche la gravità, la durata, la frequenza, l’età di esordio, in quali contesti di vita del bambino tali sintomi siano presenti. Inoltre, poiché è presente un certo grado di ereditarietà, si dovrà esplorare anche il gentilizio, valutando la familiarità per DDAI o altri disturbi psicopatologici. Non si deve trascurare di analizzare anche il contesto sociale per valutare la presenza di fattori ambientali o altri stressors psicosociali (ad esempio, eventi traumatici fisici e/o psicologici) che possano incidere sul funzionamento del paziente (AACAP, 2007). Ovviamente, la diagnosi clinica per un possibile DDAI non potrà prescindere dall’indagine di tutti quegli elementi che riguardino un qualunque altro disturbo psicopatologico (ad esempio, anamnesi fisiologica, analisi delle tappe dello sviluppo psicomotorio etc.) (AACAP, 2007). La diagnosi clinica può avvalersi anche dell’utilizzo di alcuni questionari o di interviste diagnostiche strutturate o semistrutturate, che possono fornire informazioni utili anche per le altre fasi dell’iter diagnostico (diagnosi funzionale, diagnosi di gravità, diagnosi di comorbidità). Più in dettaglio, fra i questionari che si consiglia di utilizzare i principali sono i seguenti: - - - Questionari di Achenbach: Child Behavior Checklist for Ages 1 ½ - 5 (CBCL 1 ½ 5); Child Behavior Checklist for Ages 6-18 (CBCL 6-18); Youth Self-Report for Ages 11-18 (YSR); Teacher’s Report Form for Ages 6-18 (TRF) Questionario dei punti di forza e di debolezza: Strenghts and Difficulties Questionnaire (SDQ), Double-sided version with impact supplement: a) for parents of 4-17 year olds, for teachers of 4-17 year olds, for self-completion by 11-17 year olds Scale di Conners: Conners’ Parent Rating Scale – Revised, L- or S-form (CPRS-R L or S), Conners’ Teacher Rating Scale – Revised, L- or S-form (CTRS-R L or S), Conners’ Adolescent Self-report Scale for Ages 12-18 – Revised, L- or S-form (CASS-R L or S) Scale per la valutazione dei comportamenti di disattenzione ed iperattività: per genitori (SDAG), per insegnanti (SDAI), per soggetti che frequentano la scuola secondaria di primo grado (SDAB) Questionari per la valutazione di problematiche compresenti nei disturbi di disattenzione ed iperattività: per genitori (COM-G), per insegnanti (COM-I) Questionari per la valutazione dei comportamenti dirompenti in età evolutiva: per genitori (SCOD-G), per insegnanti (SCOD-I) Test di valutazione dei problemi comportamentali ed emozionali (SEDS) 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 4 - Swanson, Noland, and Pelham Parent Rating Scale – IV (SNAP-IV P), Swanson, Noland, and Pelham Teacher Rating Scale – IV (SNAP-IV T) Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Rating Scale – IV (ADHD-IV) Children’s Depression Inventory (CDI) Multidimensional Anxiety Test for Children (MASC) Test dell’ansia e della depressione nell’infanzia e nell’adolescenza (TAD) Altro… Fra le interviste diagnostiche che si consiglia di utilizzare, vi sono: - Kiddie-Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia – Present and Lifetime Version (K-SADS-PL) Parent Interview for Children Symptoms, revised for DSM-IV (PICS-IV) Diagnosi funzionale Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo, attraverso l’osservazione e la somministrazione di test psicologici e neuropsicologici con il contributo possibile di terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o di psicopedagogista e/o di educatore professionale. Occorre precisare che test psicologici e neuropsicologici non sono fondamentali per la diagnosi di DDAI, ma dovrebbero essere somministrati, soprattutto se dall’anamnesi risultano problematiche riconducibili a problemi di carattere cognitivo/neuropsicologico o affettivo (AACAP, 2007; NICE, 2008). Fra i principali test utilizzati per la diagnosi di DDAI, si individuano: A) - - Test per la valutazione di funzioni neuropsicologiche specifiche: Test delle Campanelle Modificato (TCM) Batteria Italiana per la valutazione dell’ADHD (BIA) Batteria di Valutazione Neuropsicologica 5-11 (BVN 5-11), Batteria di Valutazione Neuropsicologica 11-18 (BVN 11-18) (in particolare: test per la valutazione dell’attenzione – Attenzione Visiva Selettiva, Attenzione Uditiva Selettiva; test per la valutazione del ragionamento e delle funzioni esecutive – Matrici Progressive di Raven, Giudizi Verbali, Giudizi Aritmetici, Fluenza Fonemica, Fluenza Categoriale, Elithorn Perceptual Maze Test; test per la valutazione della memoria: digit span diretto e inverso, Test di Corsi, Ricordo Selettivo di Parole Immediato e Differito, Corsi supra-span immediato e differito) Wisconsin Card Sorting Test (WCST) Torre di Londra (ToL) B) Test per la valutazione del livello cognitivo: - Wechsler Intelligence Scale for Children – IV Ed. (WISC-IV) (con particolare riferimento alle prove per il calcolo dell’Indice di Memoria di Lavoro e dell’Indice per la Velocità di Elaborazione) - Leiter International Performance Scale – Revised, Attention and Memory Battery (Leiter-R, Batteria AM) - A developmental NEuroPSYcological assessment – II Ed. (Nepsy-II) 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 5 Diagnosi di gravità Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo. Per misurare il livello di impairment determinato dal disturbo è possibile utilizzare alcune scale, fra cui ad esempio: - Children’s Global Assessment Scale (C-GAS) Vineland Adaptive Behavior Scales (VABS) Diagnosi differenziale/di comorbidità Operatori: neuropsichiatra infantile e psicologo mediante l’anamnesi, l’osservazione, la visita, il colloquio, la somministrazione di questionari o di interviste diagnostiche, la somministrazione di test psicometrici, con il contributo possibile di logopedista, assistente sociale, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, educatore professionale, psicopedagogista, eventuali altri figure professionali secondo necessità specifiche. Occorre innanzitutto considerare se siano presenti altri disturbi da comportamento dirompente (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta, disturbo da comportamento dirompente NAS). In seconda istanza, il clinico dovrà valutare se siano presenti sintomi riconducibili a un disturbo dell’umore, a un disturbo d’ansia, a un disturbo da tics, a un disturbo da abuso di sostanze, a un disturbo psicotico. Talvolta più quadri clinici possono essere presenti in comorbidità (ad esempio, DDAI e disturbo oppositivoprovocatorio); altre volte sintomi appartenenti a un singolo quadro clinico sono erroneamente attribuiti ad un altro (ad esempio, sintomi di DDAI erroneamente interpretati come sintomi di un disturbo oppositivo-provocatorio, o viceversa); altre volte, sintomi di altri disturbi psicopatologici sono secondari al quadro di DDAI (ad esempio, alcuni pazienti con DDAI possono sviluppare disforia o altri disturbi del tono dell’umore secondari alle difficoltà adattive provocate dal quadro di DDAI) (AACAP, 2007). Poiché molti soggetti con DDAI presentano anche difficoltà scolastiche, è molto importante esplorare questo ambito per escludere che siano presenti disturbi dell’apprendimento, secondari o in comorbidità al DDAI (SINPIA, 2002; AACAP, 2007). Se la storia medica del paziente è irrilevante, non sono indicati specifici test di laboratorio o accertamenti strumentali (AACAP, 2007). Le condizioni che possono entrare più frequentemente in diagnosi differenziale o in comorbidità con il DDAI sono: - Disturbi psicopatologici/neuropsicologici (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta, disturbi dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi reattivi dell’adattamento, sindrome di Tourette, disturbi di personalità, disturbi specifici di apprendimento, disabilità intellettiva etc.) - Disturbi neurologici e patologie mediche (encefalopatie, ipertiroidismo, disturbi sensoriali, epilessia, ascessi o tumori del lobo frontale, traumi cranici, abuso di sostanze, intossicazioni da piombo etc.) - Miscellanea (vivacità non patologica, problemi psicoeducativi e psicosociali, inadeguato supporto scolastico etc.). 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 6 Terapia La terapia del DDAI si basa su un approccio multimodale che combina interventi psicosociali/psicoeducativi, comportamentali e terapie farmacologiche (SINPIA, 2002; AACAP, 2007; NICE, 2008). Fra gli interventi psicoeducativi si considerano: interventi rivolti al bambino/adolescente (ad esempio, tecniche per implementare il problem solving, tecnica delle autoistruzioni verbali, Stress Inoculation Training etc.), interventi rivolti ai genitori (Parent Training), interventi rivolti agli insegnanti (Counseling). Secondo le linee guida SINPIA (2002), scopo principale degli interventi terapeutici deve essere quello di migliorare il funzionamento globale del bambino/adolescente. In particolare gli interventi terapeutici devono tendere a: 1) Migliorare le relazioni interpersonali con genitori, fratelli, insegnanti e coetanei 2) Diminuire i comportamenti dirompenti ed inadeguati 3) Migliorare le capacità di apprendimento scolastico (quantità di nozioni, accuratezza e completezza delle nozioni apprese, efficienza delle metodiche di studio) 4) Aumentare le autonomie e l’autostima 5) Migliorare l’accettabilità sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini/adolescenti affetti. A seguire, alcune interessanti osservazioni sul trattamento del DDAI presenti in letteratura: - - - - L’intervento farmacologico, da solo o in associazione ad altri interventi non farmacologici, sembra essere più efficace della terapia comportamentale. Tuttavia, un trattamento comportamentale è comunque raccomandabile all’inizio del percorso di presa in carico per i casi lievi e con minimo impairment funzionale, se la diagnosi è ancora incerta o qualora i genitori rifiutassero la terapia farmacologica (SINPIA, 2002; AACAP, 2007) Il Parent Training dovrebbe consistere in 10-20 sedute della durata di 1-2 ore l’una, nel corso delle quali i genitori: possano ricevere informazioni sulla natura del disturbo; imparino come approcciare più efficacemente i comportamenti problema del bambino; imparino una strategia di token economy da utilizzare in ambito domestico; imparino ad utilizzare la tecnica del time-out; imparino a gestire i comportamenti problema che si verificano in pubblico; imparino ad utilizzare un diario per lo scambio di informazioni con la scuola; imparino ad anticipare i comportamenti problema (AACAP, 2007) Secondo alcuni studi, gli interventi di Parent Training risultano molto efficaci in età prescolare; i risultati riguardanti l’età scolare sono contrastanti; questo intervento può essere efficace anche in adolescenza, ma il miglioramento non sembra essere superiore a quello osservato nei gruppi di controllo (SINPIA, 2002) Laddove possibile, l’intervento di Parent Training dovrebbe essere effettuato in assetto gruppale. Interventi psicoeducativi per genitori o di Parent Training dovrebbero essere svolti in modalità individuale solo in alcune circostanze specifiche (ad esempio, non è possibile costituire un gruppo per lo scarso numero dei partecipanti; le famiglie sono in difficoltà nel garantire la frequenza al gruppo, 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 7 - - - - - - per varie ragioni: difficoltà organizzative, logistiche, linguistiche, lavorative etc.; i bisogni di una coppia di genitori sono superiori a quanto possa offrire il percorso di Parent Training regolare) (NICE, 2008) Interventi di tipo psicoeducativo e comportamentale rappresentano il trattamento di prima scelta per bambini in età prescolare e in bambini in età scolare con lievemoderato impairment funzionale. In questi casi, il trattamento farmacologico non andrebbe adottato e si raccomandano piuttosto interventi di tipo comportamentale e psicoeducativo, nonché tecniche di Parent Training. Un trattamento farmacologico può comunque essere effettuato per quei bambini in età scolare per cui vi sia stata una scarsa compliance da parte della famiglia per gli interventi non farmacologici (NICE, 2008) Il trattamento farmacologico rappresenta l’opzione terapeutica di prima scelta nei bambini in età scolare e negli adolescenti con significativo impairment funzionale (NICE, 2008) Gli psicostimolanti, come il metilfenidato, dovrebbero essere utilizzati come farmaci di prima scelta nel trattamento del DDAI a partire dai sei anni. Tuttavia, l’atomoxetina può essere scelta come prima opzione nei pazienti con DDAI che presentino problemi di abuso di sostanze, comorbidità ansiosa o tics (SINPIA, 2002; AACAP, 2007) Nel caso in cui il paziente non risponda al trattamento farmacologico, si dovrebbe riconsiderare la diagnosi e, in seconda battuta, optare per un altro farmaco o per un trattamento di tipo comportamentale (AACAP, 2007) Se il paziente con DDAI mostra una valida risposta al trattamento farmacologico con conseguente normalizzazione dei livelli di funzionamento nei principali contesti di vita, si potrebbe considerare soddisfacente proseguire con esso senza aggiungere ulteriori forme di trattamento. Viceversa, qualora la risposta al trattamento farmacologico dovesse rivelarsi non pienamente soddisfacente, si potrebbe aggiungere ad esso altri tipi di intervento, come interventi psicoeducativi e comportamentali (AACAP, 2007) Nonostante sia stato dimostrato che l’efficacia dell’intervento combinato sui sintomi cardine del DDAI sia simile a quella del trattamento esclusivamente farmacologico, la combinazione della terapia farmacologica con l’intervento psicoeducativo offre alcuni vantaggi rispetto al trattamento esclusivamente farmacologico: migliora le relazioni con i coetanei, aumenta la soddisfazione dei genitori per il trattamento, permette di utilizzare dosi minori di farmaco (SINPIA, 2002) NB: Secondo le linee guida SINPIA (2002), la terapia farmacologica per l’ADHD deve essere intrapresa dal neuropsichiatra infantile operante nei Centri di Riferimento della regione. Si precisa che nel territorio dell’Azienda ULSS7 i Servizi per l’Età Evolutiva (SEE) non sono stati riconosciuti tali. Al contrario, l’IRCCS “E. Medea” – Associazione “La Nostra Famiglia” (LNF) è uno dei Centri di Riferimento riconosciuti dalla Regione Veneto. È auspicabile lo sviluppo di un protocollo di collaborazione tra SEE e IRCCS “Medea” per i pazienti che necessitano di un intervento farmacologico, anche in relazione all’inserimentodei pazienti nel registro nazionale previsto dal Ministero della Salute. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 8 È possibile distinguere le diverse modalità di trattamento per fasce d’età e per livello di impairment funzionale: - 3-6 anni (età prescolare o seconda infanzia) e/o fasce d’età successive con impairment funzionale lieve-moderato 6-10 anni con significativo impairment funzionale (età scolare o terza infanzia, fino a 5a primaria) 10-14 anni (preadolescenza) 14-18 anni (adolescenza) Operatori: neuropsichiatra infantile/psicologo con il contributo possibile di terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, psicopedagogista, educatore professionale, terapista occupazionale. Fascia d’età 3-6 anni e/o bambini in età scolare con impairment funzionale lieve-moderato Interventi raccomandati: - - Parent Training di gruppo o, se per varie ragioni non è possibile attuare un intervento di questo tipo, Counseling Psicoeducativo individuale ai genitori (preferibilmente la coppia) Counseling psicoeducativo agli insegnanti Interventi terapeutico-abilitativi sul bambino (terapia psicomotoria, terapia occupazionale, interventi psicoeducativi) individuali/di gruppo Fascia d’età 6-10 anni con significativo impairment funzionale Interventi raccomandati: - - Terapia farmacologica Parent Training di gruppo o, se per varie ragioni non è possibile attuare un intervento di questo tipo, Counseling Psicoeducativo individuale ai genitori (preferibilmente la coppia) Counseling psicoeducativo agli insegnanti Interventi terapeutico-abilitativi sul bambino (terapia psicomotoria, terapia occupazionale, interventi psicoeducativi, trattamento neuropsicologico) individuali/di gruppo Fascia d’età 10-14 anni Interventi: - Terapia farmacologica, se presente significativo impairment funzionale 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 9 - - Parent Training di gruppo o, se per varie ragioni non è possibile attuare un intervento di questo tipo, Counseling Psicoeducativo individuale ai genitori (preferibilmente la coppia) Counseling psicoeducativo agli insegnanti Interventi terapeutuico-abilitativi sul preadolescente (se realizzabili, trattamento neuropsicologico, intervento metacognitivo individuale e training di gruppo sulle abilità sociali) Fascia d’età 14-18 anni Interventi: - Terapia farmacologica, se presente significativo impairment funzionale - Counseling Psicoeducativo ai genitori (preferibilmente la coppia) - Se utile, counseling psicoeducativo agli insegnanti - Interventi terapeutuico-abilitativi sul preadolescente (se realizzabili, intervento metacognitivo individuale e training di gruppo sulle abilità sociali; psicoterapia) DDAI e certificazione scolastica In base ai “Criteri per il rilascio delle certificazioni scolastiche – indicazioni a livello provinciale” (2012), i bambini/adolescenti affetti da DDAI sono i seguenti: - DDAI, Tipo con Disattenzione Prevalente (Cod. ICD-10: F90.0): si procede con il rilascio della certificazione scolastica se il punteggio di funzionamento globale, misurato attraverso la scala C-GAS, risulta < 40 - DDAI, Tipo con Iperattività-Impulsività Prevalenti (Cod. ICD-10: F90.1): si procede con il rilascio della certificazione scolastica se il punteggio di funzionamento globale, misurato attraverso la scala C-GAS, risulta < 40 - DDAI, Tipo Combinato (Cod. ICD-10: F90.2): si procede con il rilascio della certificazione scolastica se il punteggio di funzionamento globale, misurato attraverso la scala C-GAS, risulta < 40 - DDAI, Altro Tipo (Cod. ICD-10: F90.8): si procede con il rilascio della certificazione scolastica se il punteggio di funzionamento globale, misurato attraverso la scala CGAS, risulta < 40 - DDAI, Non Specificato (Cod. ICD-10: F90.9): si procede con il rilascio della certificazione scolastica se il punteggio di funzionamento globale, misurato attraverso la scala C-GAS, risulta < 40 Disturbo della regolazione della processazione sensoriale, Tipo Impulsivo/Alla Ricerca di Stimolazione Sensoriale Il “Disturbo della regolazione della processazione sensoriale, tipo impulsivo/alla ricerca di stimolazione sensoriale”, descritto nella Classificazione Diagnostica della salute mentale e dei disturbi di sviluppo nell’infanzia – 1a Revisione (CD:0-3R) è un disturbo che si presenta nella prima infanzia (fascia d’età: 0-3 anni) e che si caratterizza per: 1) Uno specifico pattern di reattività sensoriale (caratterizzato da uno spasmodico desiderio di stimoli sensoriali di elevata intensità, che può condurre a comportamenti distruttivi o ad 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 10 alto rischio), 2) Specifici pattern motori (quali: elevato bisogno di scariche motorie, impulsività diffusa etc.), 3) Specifici pattern comportamentali (quali: elevati livelli di attività, ricerca costante di persone od oggetti, ricerca costante di stimolazione, temerarietà, comportamento disorganizzato come conseguenza della stimolazione sensoriale). In una fase successiva dello sviluppo, questo pattern di reattività sensoriale e motoria può essere associato a un DDAI, in modo particolare il Tipo con Iperattività-Impulsività Prevalenti o il Tipo Combinato. Bambini con tale pattern di funzionamento dovrebbero essere sottoposti a specifici interventi diagnostici e terapetico-abilitativi. In particolare, gli operatori coinvolti nella diagnosi sono principalmente: neuropsichiatra infantile e/o psicologo con la collaborazione di terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o educatore professionale. Gli operatori coinvolti nel trattamento sono: psicologo con la collaborazione di neuropsichiatra infantile e/o terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e/o educatore professionale. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella PROPOSTA di PERCORSO di VALUTAZIONE e TRATTAMENTO dei DISTURBI SPECIFICI di LINGUAGGIO Definizione diagnostica: I Disturbi specifici di linguaggio sono “disordini” del linguaggio, in cui non sono identificabili fattori causali noti e il cui problema riguarda in primo luogo questa funzione. I DSL risultano avere una diffusione del 5-7% in età prescolare e una incidenza dell’1-2% in età scolare. Sistemi di classificazione: Premessa: L’ICD-10 utilizza prevalentemente un criterio basato sulla discrepanza psicometrica tra sviluppo del linguaggio e lo sviluppo di altre competenze, insieme ad una serie di criteri di esclusione tradizionalmente assunti in letteratura. Secondo l’International Classification of Diseases – 10th Revision – Clinical Modification, si distinguono i Disturbi evolutivi specifici dell’eloquio e del linguaggio (F80) in: • F80.0 DISTURBO SPECIFICO DELL’ARTICOLAZIONE DELL’ELOQUIO È una condizione in cui l’uso dei suoni verbali valutati attraverso test standardizzati, è inappropriato rispetto all’età cronologica e all’età mentale , ma in cui vi è un normale sviluppo delle abilità lessicali e grammaticali. Le anomalie dell’articolazione non sono direttamente attribuibili ad alterazioni sensoriali, anatomiche, neurologiche, a fattori ambientali e deficit cognitivi. • F80.1 DISTURBO DEL LINGUAGGIO ESPRESSIVO Si tratta di un disturbo specifico evolutivo in cui la capacità del bambino di esprimersi tramite il linguaggio, valutata con test standardizzati, è marcatamente al di sotto del livello atteso per l’età cronologica e per la sua età mentale , ma in cui la comprensione del linguaggio è nei limiti normali. Il disordine non è direttamente attribuibile ad alterazioni sensoriali, anatomiche, neurologiche, a fattori ambientali e deficit cognitivi. • F80.2 DISTURBO DELLA COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO Si tratta di un disturbo evolutivo specifico caratterizzato da un deficit della comprensione verbale al di sotto del livello atteso per EM ed EC. In tutti i casi anche l’espressione del linguaggio è marcatamente disturbata con frequenti anormalità nella produzione dei suoni verbali. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 • F80.3 AFASIA ACQUISITA CON EPILESSIA (SINDROME DI LANDAUKLEFFNER) Viene così definita una condizione in cui un bambino, con normale sviluppo linguistico, perde la capacità di comprensione e di espressione del linguaggio in un periodo non superiore ai 6 mesi, ma conserva l’intelligenza generale. La perdita del linguaggio si associa a caratteristiche anomalie elettroencefalografiche, evidenti soprattutto nel sonno, e in molti casi a crisi epilettiche. • F80.8 ALTRI DISTURBI EVOLUTIVI DELL’ELOQUIO E DEL LINGUAGGIO • F80.9 DISTURBI EVOLUTIVI DELL’ELOQUIO E DEL LINGUAGGIO NON SPECIFICATI Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – IV Ed. – Text Revision (DSM-IV-TR) inserisce i DSL fra i Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza. I Disturbi della Comunicazione comprendono: • DISTURBO DELL’ESPRESSIONE DEL LINGUAGGIO[315.31] A. I punteggi ottenuti con le misurazioni standardizzate somministrate individualmente dello sviluppo della espressione del linguaggio sono sostanzialmente inferiori rispetto a quelli ottenuti dalle misurazioni standardizzate sia dell'abilità intellettiva non verbale che dello sviluppo della ricezione del linguaggio. L'anomalia può manifestarsi clinicamente con sintomi che includono un vocabolario notevolmente limitato, errori di coniugazione dei verbi, difficoltà nel ricordare parole o nel comporre frasi di lunghezza e di complessità adeguata al livello di sviluppo. B. Le difficoltà nell'espressione del linguaggio interferiscono con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale. C. Non risultano soddisfatti i criteri per il Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio o per un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo. D. Se sono presenti Ritardo Mentale, un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale, oppure una deprivazione ambientale, le difficoltà di linguaggio vanno al di là di quelle di solito associate con questi problemi. Nota per la codificazione: Se è presente un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale oppure una condizione neurologica, codificare la condizione sull'Asse III. • DISTURBO MISTO DELLA ESPRESSIONE E DELLA RICEZIONE DEL LINGUAGGIO [315.32] A. I punteggi ottenuti con una batteria di misurazioni standardizzate, somministrate individualmente, dello sviluppo sia della ricezione che dell'espressione del linguaggio sono sostanzialmente al di sotto di quelli ottenuti da misurazioni standardizzate della capacità intellettiva non verbale. I sintomi includono quelli del Disturbo della Espressione del Linguaggio così come difficoltà a capire parole, frasi o tipi specifici di parole, come termini spaziali. B. Le difficoltà di ricezione e di espressione del linguaggio interferiscono significativamente con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 3 C. Non risultano soddisfatti i criteri per un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo. D. Se è presente Ritardo Mentale, un deficit motorio della parola, o un deficit sensoriale, oppure una deprivazione ambientale, le difficoltà di linguaggio vanno al di là di quelle di solito associate con questi problemi. Nota per la codificazione: Se è presente un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale oppure una condizione neurologica, codificare la condizione sull'Asse III. • DISTURBO DELLA FONAZIONE [ 315.39] A. Incapacità di usare i suoni dell'eloquio attesi in base al livello di sviluppo, e adeguati all'età e alla lingua (per es., errori nella produzione, nell'uso, nella rappresentazione o nell'organizzazione dei suoni, come, ma non solo, sostituzione di un suono per un altro [uso del /t/ al posto del suono /k/] oppure omissioni di suoni come consonanti finali). B. Le difficoltà nella produzione dei suoni dell'eloquio interferiscono con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale. C. Se sono presenti Ritardo Mentale, un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale, oppure una deprivazione ambientale, le difficoltà di eloquio vanno al di là di quelle di solito associate con questi problemi. Nota per la codificazione: Se è presente un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale oppure una condizione neurologica, codificare la condizione sull'Asse III. • BALBUZIE [307.0] Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders -5 (DSM-5) Fa rientrare i DSL nel capitolo dei Disturbi del Neurosviluppo I Disturbi della comunicazione comprendono: • Il Disturbo del linguaggio (che unisce i precedenti disturbo della espressione del linguaggio e disturbo misto della espressione e della ricezione del linguaggio) • Il Disturbo fonetico-fonologico (in precedenza disturbo della fonazione) • Il Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (in precedenza balbuzie) • Il Disturbo della comunicazione sociale(pragmatica) una nuova condizione che comporta persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione . PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE Vi è la necessità di escludere la presenza di altre condizioni che potrebbero giustificare le prestazioni ai test standardizzati quali le menomazioni sensoriali, i deficit neurologici, il deficit cognitivo, i disordini della sfera emotivo-affettiva-relazionale (psicoaffettiva), lo svantaggio socio-culturale (es. minori di famiglie di origine straniera). Il percorso di valutazione clinica è di responsabilità del medico o psicologo responsabile del caso, in base alle modalità organizzative del servizio. Vanno utilizzate prove standardizzate con caratteristiche psicometriche di affidabilità (validità di costrutto; 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 4 attendibilità, rappresentatività e numerosità del campione) La scelta dei singoli test/prove rimane in capo alle figure professionali coinvolte che ne faranno un utilizzo eticamente corretto (conoscenza dettagliata del test, esperienza e confidenza clinica). Il protocollo di valutazione è composto dai seguenti punti: 1. Prima visita specialistica • Raccogliere l’anamnesi da parte del NPI o Foniatra (familiarità per disturbi del linguaggio, tipo di ambiente linguistico, tipo di comunicazione madre-bambino, attività della vita quotidiana, tappe dello sviluppo del linguaggio e indicatori di rischio ecc.) • Definire il sospetto clinico di DSL, attraverso una valutazione clinica (evidenziare atipie del linguaggio e stabilire entità del ritardo rispetto all’età) • Escludere potenziali cause secondarie (problemi di sviluppo cognitivo; presenza di problematiche otorinolaringoiatriche quali le ipoacusie, disturbi di interesse neuropsichiatrico quali ad es. il disturbo generalizzato dello sviluppo). • Evidenziare eventuali comorbilità (funzione motorio-prassica, funzione attentiva ecc.) • Definire il percorso diagnostico successivo: valutazione logopedica e/o neuropsicologica e/o eventuali ulteriori accertamenti. 2a. Valutazione logopedica: • Valutazione del profilo neurolinguistico • eventuale verifica dei prerequisiti dell’apprendimento scolastico in base all’età cronologica Elenco di strumenti clinici raccomandati per la valutazione logopedica dei DSL - TPL Test del primo linguaggio (Axia,1995) ( lessico-morfo-sintassi-pragmatica)1-3 anni PVB Primo vocabolario del bambino( Caselli e Casadio,1995) (lessico)18-36 mesi PinG parole in gioco (Bello et Al., 2010) (lessico)19-37 mesi Ripetizione di frasi per la valutazione del primo sviluppo grammaticale (morfosintassi) (Devescovi e Caselli,2001) (morfo-sintassi) 2-4 anni PFLI prove la valutazione fonologica del linguaggio infantile (Bortolini, 2004) (fonologia) 2-5 anni TVL Test di valutazione del linguaggio ( Cianchetti e Sannio Fancello, 2003) (lessico-morfosintassi) 2,5-6 anni Boston Naming Test ( kaplan et al., 1983) (lessico) dai 3 anni Test VCS Valutazione dello sviluppo concettuale e semantico in età prescolare ( Belacchi et al., 2010) (semantica) 3-5 anni TFL Test fono-lessicale (Vicari et al., 2007) (lessico) 3-6 anni Prova per la valutazione della comprensione linguistica (Rustioni e Lancaster,2007) (morfo-sintassi)3-7anni TOR Test di comprensione del testo orale (Levorato e Roch, 2007) (Abilità narrative) 3-8 anni 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 5 - TCR Test dei concetti di relazione spaziale e temporale (Edmonston e Thane, 2002) (morfosintassi)3-8anni TNL Test Neuropsicologico lessicale per l’età evolutiva (Cossu, 2013) (correlazioni lessico-semantiche)3-9 anni Bus story test -Test di valutazione delle abilità narrative (Cipriani et al., 2012) (abilità narrative) 3,9-8,5 anni Peabody Picture Vocabulary Test (Dunn et al., 2000) (lessico) 3-11 anni TROG 2 – Test for reception of grammar (Bishop, 2009) (morfo-sintassi) dai 4 anni CCC – 2 Children’s Communication Checklist (Bishop 2013) (pragmatica) 4-16 anni Test CMF – Test di valutazione delle competenze metafonologiche (Marotta et al., 2008) (metafonolgica) 5-11 anni; APL Medea – Abilità pragmatiche nel linguaggio (Lorusso, 2009) (pragmatica) 5-14 anni PCR – Prova di comunicazione referenziale (Camaioni et al., 1995) (pragmatica) 610 anni PVCM – Prove di Valutazione della Comprensione Metalinguistica (Rustioni et al., 2010) (pragmatica) 8-11 anni TCGB Test di Comprensione Grammaticale per Bambini (Chilosi, Cipriani 1995)3.6-8 anni; Test delle Prassie Orofacciali (Bearzotti, Fabbro 2003) 4-8.1 anni; Batteria per la Valutazione del Linguaggio (Fabbro 1999) 4-12 anni. Le prove sono suggerite come potenziali strumenti di valutazione di base per qualunque DSL: fra di esse vanno scelte quelle nei confronti delle quali l’operatore valutatore ha maggiore esperienza e confidenza clinica. 2b. Valutazione neuropsicologica: • Osservazione del comportamento del bambino (organizzazione del gioco spontaneo e strutturato, livello di interazione) • Valutazione del livello di sviluppo cognitivo globale • Eventuale valutazione del profilo psico-affettivo e relazionale • Eventuale valutazione del profilo neuropsicologico Elenco di strumenti clinici raccomandati per la valutazione neuropsicologica e delle eventuali comorbidità: - WPPSI IV o WISC-IV, PM 38, Leiter-R, TINV Scale di eterovalutazione (CBCL o Conners o SDAI-SDAG-SCOD) e/o di autovalutazione (YSR, BFQ, SDQ) Scale per ansia e depressione (se presenza di sospetto clinico di tali quadri o se emergenza di ciò da CBCL) (SAFA, CDI, BDI-II), per autostima (TMA) Proiettivi (Machover, Corman, Koch, Sceno-test, CAT, TAT, Rorschach – uno o più di questi) (se sospetto di disordine affettivo/emozionale specifico) NEPSY-I o NEPSY-II (in quest’ultima anche singole sottoprove o prove di un singolo dominio neuropsicologico) BVN 5-11 e 12-18 BVS-Corsi Torre di Londra o Wisconsin Card Sorting Test o CAS o Test delle Campanelle Batteria BIA (Marzocchi, Re, Cornoldi) (se sospetto di ADHD in comorbidità) 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 6 - Prove di prerequisiti della letto-scrittura (PRCR-2 o CMF); ABC-Movement (se presenza di segni di impaccio motorio) Eventuali altri in possesso dei criteri sopra specificati Le prove sono suggerite come potenziali strumenti di valutazione di base: fra di esse vanno scelte quelle nei confronti delle quali l’operatore valutatore ha maggiore esperienza e confidenza clinica. 2c. Approfondimenti: • Eventuali ulteriori approfondimenti diagnostici clinico/strumentali (ad esempio valutazione otorinolaringoiatrica, foniatrica, esame audiometrico, timpanogramma, EEG in sonno, ABR, eventuali indagini genetiche, neuroimaging, ed altre valutazione e accertamenti ritenuti opportuni), oppure ulteriori valutazioni (esempio psicomotoria) vanno richiesti dal medico responsabile del caso. 2d. Condivisione diagnostica: • Eventuale incontro di sintesi tra gli operatori del servizio coinvolti al fine di definire diagnosi, prognosi ed ipotesi di trattamento. 3. Restituzione diagnostica, prognostica e proposta di trattamento: • Effettuate da parte del medico NPI o Foniatra responsabile del caso in base alle modalità organizzative del servizio. 4. Percorso di trattamento riabilitativo Premessa: Nel caso di un disturbo comunicativo e/o cognitivo linguistico e/o delle funzioni orali e loro eventuali esiti, l’obiettivo dell’intervento riabilitativo è il miglioramento o sviluppo o recupero delle funzioni compromesse, il miglioramento dello svolgimento delle attività correlate e soprattutto della performance nel contesto di vita del soggetto. L’intervento riabilitativo si sviluppa tipicamente sia direttamente mediante il lavoro con il paziente, sia indirettamente mediante intervento sui fattori contestuali, secondo l’approccio di tipo biopsico-sociale indicato dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’OMS – ICF CY Gli ultimi studi sulla plasticità cerebrale sottolineano l’efficacia di un intervento mirato e precoce. Dagli studi epidemiologici emerge un’alta incidenza di difficoltà di lettura in bambini con disturbo di linguaggio e, viceversa, si riscontrano pregresse difficoltà nello sviluppo linguistico in bambini con dislessia evolutiva. La presenza di un disturbo di linguaggio nella storia del bambino sembra costituire quindi, un fattore di rischio per il successivo sviluppo di difficoltà di apprendimento scolastico, il predittore più affidabile della dislessia (Stella 2008). Esiste una correlazione significativa tra abilità di lettura e abilità linguistiche in particolare delle abilità di processamento fonologico. Le analisi statistiche dimostrano che il trattamento logopedico sui DSL che interessano il livello espressivo fonologico, si rivela efficace portando ad un significativo alleviamento del disturbo e generando effetti positivi sul processo di apprendimento di lettura e scrittura. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 7 Il progetto riabilitativo viene steso in equipe e ne è responsabile il medico; prevede gli obiettivi specifici, i tempi (frequenza e durata) e i modi degli interventi riabilitativi e la verifica degli stessi. Il trattamento riabilitativo può avvenire in forma diretta o indiretta (counselling); può essere continuativo o intensivo-ciclico con pause programmate(quest’ultima modalità risulta raccomandabile). Indicazione generale: Per tutti i trattamenti riabilitativi vale il criterio di applicazione di CICLI di trattamento, ripetibili qualora l’evoluzione spontanea valutata in base al giudizio clinico ed eventualmente documentata con prove standardizzate dopo interruzione del ciclo sia inferiore a quella ottenuta con il ciclo (confrontare sempre le prestazioni post-trattamento con le prestazioni pre-trattamento successivo: se l’evoluzione spontanea dopo 3-6-9-12 mesi dalla conclusione del ciclo è simile a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo non va ripetuto; se l’evoluzione spontanea è nulla o in ogni caso inferiore a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo può essere ripetuto). Percorsi riabilitativi: DIAGNOSI CARATTERISTICHE CRITERI DI ACCESSO Dai 3 anni per counselling dai 4 anni per trattamento DURATA DEL TRATTAMENTO 1 ciclo* di 12 sedute Cicli ripetibili dopo intervalli programmati Cicli ripetibili dopo intervalli programmati F80.0 Distorsioni articolatorie (dislalie) F80.0 Disturbo fonetico-fonologico dai 3.5 -4 anni F80.1 Disturbo del linguaggio espressivo (con disordini lessicali, morfosintattici, pragmatici, narrativi con o senza disordini foneticofonologici, in espressione) Disturbo della comprensione del linguaggio (con disordini lessicali, morfosintattici, pragmatici, narrativi, fonetico fonologici sia in espressione che in comprensione) Sindrome di Landau-Kleffner (perdita in espressione e in comprensione e anomalie EEG con o senza crisi epilettiche) dai 3 anni per counselling dai 3.5 anni F80.2 F80.3 dai 2.5 -3 anni Cicli ripetibili dopo intervalli programmati Dalla comparsa della patologia Cicli ripetibili dopo intervalli programmati * per ciclo di trattamento si intende un intervento con frequenza mono o bi settimanale della durata di tre, quattro o sei mesi, seguito da interruzione di trattamento della durata minima pari a quella del ciclo effettuato, prima di riprendere l’eventuale ciclo di trattamento successivo. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 8 5. Monitoraggio Sono previste rivalutazioni logopediche, neuropsichiatriche o foniatriche. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 1 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella PROPOSTA di PERCORSO di VALUTAZIONE e TRATTAMENTO dei DISTURBI SPECIFICI dell’APPRENDIMENTO SCOLASTICO PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE Il seguente protocollo di valutazione è inerente ai quadri clinici di: • • • • • • DISTURBO DELLA LETTURA (DISLESSIA) – F81.0 sec. ICD10 DISTURBO DELL’ORTOGRAFIA SCRITTURA (DISORTOGRAFIA) – F81.1 sec. ICD10 DISTURBO DELLE ABILITA’ MATEMATICHE (DISCALCULIA) – F 81.2 sec. ICD10 DISTURBO MISTO DELLE CAPACITA’ SCOLASTICHE – F 81.3 sec. ICD10 ALTRI DIST SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DISGRAFIA) - F81.8 sec. ICD10 DISTURBO EVOLUTIVO SPECIFICO DELLA FUNZIONE MOTORIA – F82 sec. ICD10* * tale disturbo non è considerato tra i DSA ai sensi della L.170/2010, ma i sevizi ULLS 7 e LNF concordano di includerlo in questo percorso Per le definizioni diagnostiche di tali quadri clinici si rimanda al testo della Consensus Conference promossa dalla Associazione Italiana Dislessia (Montecatini Terme 22-23 settembre 2006, Milano 26 gennaio 2007); si tiene anche conto degli orientamenti successivi nel gruppo di lavoro di revisione della Consensus Conference. Ulteriori riferimenti: • L. 170/2010 • Consensus Conference 6/7 dicembre 2010 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 • • • • • • Raccomandazioni cliniche sui DSA - Bologna 01.02.2011 Decreto Ministeriale n°5669 del 12.07.2011 Conferenza stato-regioni 24.07.2012 - Indicazioni per la diagnosi e certificazione dei Disturbi Specifici di apprendimento (DSA) Recepimento accordo conferenza stato regioni 24.07.2012 da parte dì regione Veneto – delibera n° 2723 del 24.12.2012 Decreto Ministeriale del 17.04.2013 “Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA” Protocollo di intesa tre la Regione Veneto e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto per le attività di identificazione precoce dei casi sospetti di DSA – 10.02.2014 Premessa: 1. Il percorso per l’individuazione precoce dei casi sospetti di Disturbo Specificio dell’Apprendimento (di seguito DSA) si articola in tre fasi: a) individuazione degli alunni che nella scuola primaria presentano difficoltà significative di lettura, scrittura, calcolo e, nella scuola dell’infanzia, uno sviluppo atipico del linguaggio e/o un ritardo nella maturazione delle competenze percettive e grafiche; b) attivazione di percorsi didattici mirati al recupero di tali difficoltà; c) segnalazione dei soggetti “resistenti” all’intervento didattico ed invio al servizio per l’Età evolutiva ULSS7 oppure a “La Nostra Famiglia” mediante comunicazione scritta predisposta dalla scuola per i genitori e contenente in modo dettagliato informazioni sulle difficoltà osservate e sugli interventi messi in atto dalla scuola. Si rimanda al Protocollo di intesa tre la Regione Veneto e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto per le attività di identificazione precoce dei casi sospetti di DSA – 10.02.2014 2. Quando ci si riferisce ai DSA ci si riferisce a deficit funzionali “specifici”, ovvero ad aree delle abilità cognitive (quelle summenzionate) che risultano specificatamente deficitarie a test standardizzati (prestazioni inferiori a – 2 DS dalla media per età o classe frequentata e in relazione all’età considerato il valore assoluto della prestazione). In altre parole, vi deve essere una significativa discrepanza fra l’abilità specifica e le abilità cognitive generali del paziente (che devono essere normali – ad es. QI superiore o uguale a 85 punti standard nei test di livello verbale o di performance e comunque sempre QI superiori a 70 nei test di livello verbale), misurate anch’esse con test clinici standardizzati. In buona sostanza il QI totale multicomponenziale oppure il migliore tra i quozienti monocomponenziali deve essere sopra 85. Prevedere sempre un test verbale con tre prove con risultati superiore a 7 pp. 3. Vi è la necessità di escludere la presenza di altre condizioni che potrebbero giustificare le prestazioni ai test standardizzati quali le menomazioni sensoriali, i deficit neurologici, i disordini della sfera emotivo-affettiva-relazionale (psicoaffettiva), lo svantaggio socioculturale (vedi anche i casi particolari di adozione, immigrazione, minori di famiglie di origine straniera). 4. Infine, è opportuno ricordare che i DSA: a) devono presentare un carattere “evolutivo” con possibile diversa espressività del disturbo stesso nelle diverse fasi evolutive delle abilità in questione, b) possono frequentemente presentarsi in associazione fra singoli e specifici DSA (ad es. co-presenza di dislessia e disortografia/disgrafia, oppure dislessia e discalculia), ed in comorbidità con altri disturbi (ad esempio con ADHD) c) hanno una espressività del disturbo, che ha una matrice neurobiologica, che può essere condizionata da fattori ambientali, d) devono determinare un impatto significativamente negativo per l’adattamento e/o l’apprendimento scolastico e/o per le attività della vita quotidiana, e) possono anche presentarsi nei casi di cui al punto 2 (ad es. patologie neurologiche, patologie della sfera 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 3 psicoaffettiva, ecc.) quando l’entità del deficit settoriale è tale che non può essere spiegata solo sulla base della condizione patologica sottostante. 5. Con riferimento ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria, assicurati dal servizio sanitario nazionale, vedi DPCM 29 novembre 2001), va tenuto in considerazione il fatto che i DSA non rientrano nei LEA e che il mandato per il SSN si ferma alla diagnosi di DSA. L’attività riabilitativa è giustificata a favore di utenti con disabilità di origine multifattoriale, con disturbi psicopatologici e comportamentali, che richiedano un approccio multiprofessionale ed olistico. Pertanto l’intervento riabilitativo appare giustificato nei casi in cui i DSA siano in comorbidità ad altri quadri clinici, oppure nei casi certificati ai sensi della L.104/92 con assegnazione di insegnante di sostegno, oppure se necessario per prevenire complicanze secondarie soprattutto sul versante emotivo/affettivo. Il presente Protocollo di Valutazione è concepito per rispondere alle caratteristiche/necessità specifiche dei DSA di cui ai punti ricordati nelle premesse. Il percorso di valutazione clinica è di responsabilità del medico o dello psicologo responsabile del caso, in base alle modalità organizzative del servizio. Vanno utilizzate prove standardizzate con caratteristiche psicometriche di affidabilità (vedi ad esempio i parametri di sensibilità e specificità delle prove). La scelta dei singoli test/prove rimane in capo alle figure professionali coinvolte che useranno, all’interno dei test psicometrici disponibili in commercio, quelli che rispondono ai requisiti di affidabilità clinica ricordati. Il protocollo di valutazione è composto dai seguenti punti: 1. Prima visita presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile/Servizio per l’età Evolutiva volta a: a) definire la domanda che deve essere accompagnata da una relazione da parte degli insegnanti, se invianti b) raccogliere l’anamnesi da parte del NPI o dello psicologo con definizione del sospetto clinico di specifico DSA, c) esclusione delle potenziali cause secondarie di DSA, d) definizione del percorso diagnostico successivo. 2. Valutazione psicodiagnostica e neuropsicologica/logopedica/psicopedagogica, volta a: a) identificare i criteri di inclusione del disturbo, lo stato degli apprendimenti (prove di lettura, di scrittura, calcolo), b) valutazione del livello di sviluppo cognitivo globale, verifica dei prerequisiti dell’apprendimento scolastico e di eventuali esiti di pregresso o persistente disturbo specifico del linguaggio. 3. Approfondimenti: Eventuali ulteriori approfondimenti diagnostici clinico/strumentali (ad esempio valutazione psicomotoria qualora se ne ravvisasse la necessità dopo la esecuzione dei punti 1-2, oppure EEG in sonno, accertamenti foniatrici, oculistici ed altri ritenuti opportuni). 4. Restituzione diagnostica, prognostica e proposta di trattamento, eventuale rilascio di certificazione ai sensi della L.170/2010 Effettuate da parte del NPI o dello psicologo responsabile del caso 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 4 5. Percorso di trattamento riabilitativo Per i percorsi di trattamento riabilitativo dei DSA si rimanda all’allegato 6. Valutazione dei risultati Elenco di strumenti clinici per le valutazioni dei DSA e delle eventuali comorbidità - WPPSI III o WISC-IV, PM 38 Scale di eterovalutazione (CBCL o Conners o SDAI-SDAG-SCOD) e/o di autovalutazione (YSR, BFQ, SDQ) Scale per ansia e depressione (se presenza di sospetto clinico di tali quadri o se emergenza di ciò da CBCL) (SAFA, CDI, BDI-II), per autostima (TMA) Proiettivi (Machover, Corman, Koch, Sceno-test, CAT, TAT, Rorschach – uno o più di questi) (se sospetto di disordine affettivo/emozionale specifico) NEPSY-I o NEPSY-II (in quest’ultima anche singole sottoprove o prove di un singolo dominio neuropsicologico) BVN 5-11 e 12-18 BVS-Corsi Torre di Londra o Wisconsin Card Sorting Test o CAS o Test delle Campanelle Batteria BIA (Marzocchi, Re, Cornoldi) (se sospetto di ADHD in comorbidità) Batteria del linguaggio 4-12 anni – II versione (a cura di F. Fabbro) (se sospetto di pregresso o attuale disturbo specifico del linguaggio) Prove di prerequisiti della letto-scrittura (PRCR-2 o CMF); Prove di lettura MT; Batteria per la valutazione della dislessia e disortografia evolutiva (Sartori, Job, Tressoldi) (in particolare prove di lettura di parole, non parole prove di dettato); VMI, TPV o TVPS-III Batteria per la valutazione della scrittura e delle competenze ortografiche (Tressoldi, Cornoldi) (se presenza di sospetto di disgrafia) AC-MT o Test di abilità di calcolo aritmetico (ABCA) o SPM o BDE ABC-Movement (se presenza di segni di impaccio motorio) Eventuali altri in possesso dei criteri sopra specificati Le prove sono suggerite come potenziali strumenti di valutazione di base per qualunque DSA: fra di esse vanno scelte quelle nei confronti delle quali l’equipe multidisciplinare NPI ha maggiore esperienza e confidenza clinica. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 5 PERCORSI RIABILITATIVI NEI DSA PREMESSA: Per tutti i trattamenti riabilitativi vale il criterio di applicazione di CICLI di trattamento*, eventualmente ripetibili qualora l’evoluzione dovuta al trattamento e documentata con prove standardizzate non sia pari a quella spontanea attesa per patologia (confrontare sempre le prestazioni post-trattamento con le prestazioni pre-trattamento successivo: se l’evoluzione spontanea dopo 3-6 mesi dalla conclusione del ciclo è simile a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo non va ripetuto; se l’evoluzione spontanea è nulla o in ogni caso inferiore a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo va ripetuto). La durata del trattamento e la frequenza settimanale sono da intendersi come numero massimo di sedute in base a vari fattori tra cui gravità del quadro clinico, età del soggetto, fattori contestuali. La durata dei cicli è riferita alla temporalità di un anno. 1a DIAGNOSI F81.0 1b F81.0 2a F81.1 2b F81.1 PROFILO AI TEST Caduta ai test di letto scrittura (dislessia) Caduta ai test di comprensione del testo scritto con competenze formali di lettura in ordine Caduta ai test di scrittura senza rilevante problematica di lettura (disortografia) Caduta ai test di scrittura dopo trattamento e risoluzione di problema di lettura Caduta a test di produzione di testo scritto (produzione narrativa) senza rilevante deficit strumentale di ortografia Caduta ai test di abilità aritmetiche (discalculia) 2c F81.1 3 F81.2 4 F81.3 Caduta ai test in più domini cognitivi (disturbo misto) 5a F82 Caduta specifica ai test grafo motori (disgrafia “pura”) 5b F82 Caduta ai test grafo-motori con associata caduta ai test del dominio visuo-spaziale (disgrafia in sindrome non verbale) CRITERI DI ACCESSO Età cronologica di ingresso pari a 7 anni o frequenza della II classe della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 8 anni o frequenza della classe III della scuola primaria Età cronologica di ingresso pari a 7 anni o frequenza della classe II della scuola primaria 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 DURATA DEL TRATTAMENTO Ciclo di 25 sedute eventualmente ripetibile a distanza di tre mesi Ciclo di 18 sedute ripetibile Ciclo di 25-30 sedute ripetibile Ciclo di 18 sedute ripetibile Ciclo di 25-30 sedute ripetibile Ciclo di 25 sedute ripetibile a distanza di tre mesi Ciclo di 25 sedute ripetibile a distanza di quattro mesi Ciclo unico di 20 sedute Ciclo di 25 sedute ripetibile a distanza di quattro mesi 6 * Per ciclo di trattamento si intende un intervento con frequenza mono o bi settimanale della durata di tre, quattro o sei mesi, seguito da interruzione di trattamento della durata minima pari a quella del ciclo effettuato, prima di riprendere l’eventuale ciclo di trattamento successivo. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella PROPOSTA di PERCORSO di VALUTAZIONE e TRATTAMENTO RIABILITATIVO NELLA DISABILITÀ INTELLETTIVA in ETÀ EVOLUTIVA PREMESSA Il termine disabilità intellettiva viene usato nel presente documento come sinonimo di ritardo mentale: ciò in linea con la letteratura scientifica, ed in particolare con gli orientamenti dell’ AAIDD – American Association for the scientific study of Intellectual and Developmental Disability. Questo cambiamento di terminologia riflette l’evoluzione del concetto di disabilità secondo l’OMS (vedi ICF e Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità), si allinea con la maggiore enfasi posta sui comportamenti funzionali e sui fattori contestuali, provvede la base per la fornitura di supporti individualizzati in un’ottica di approccio di tipo socio-ecologico. Inoltre il termine disabilità intellettiva è meno offensivo e più rispettoso della persona rispetto al termine ritardo mentale. La disabilità intellettiva è il risultato dell’interazione tra le capacità della persona, limitate a causa di un deficit di funzionamento a livello neuronale, ed il contesto in cui la persona vive. Il DSM-V definisce la disabilità intellettiva come un disturbo con insorgenza nell’età evolutiva che include compromissioni intellettive e adattive negli ambiti della concettualizzazione, della socializzazione e delle capacità pratiche. I vari livelli di gravità vengono definiti sulla base del funzionamento adattivo, e non dai punteggi di QI, perché è il funzionamento adattivo che determina il livello di supporto richiesto. L’ICF è il modello unificante per analizzare la complessità delle condizioni di salute, tra cui anche la disabilità intellettiva, e costruire un profilo del funzionamento che ne è la base, attraverso i suoi tre elementi fondamentali (funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione, fattori contestuali). Intellectual and Developmental Disabilities – volume 46, numero 4:311-318, agosto 2008 Intellectual and Developmental Disabilities – volume 45, numero 2:116-124, aprile 2007 Piano di Indirizzo per la Riabilitazione – Conferenza Stato Regioni - 10 FEBBARIO 2011 DSM-V 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 ASSESSMENT DIAGNOSTICO all’ingresso ETA’ PIANO INTERVENTO VALUTATIVO INTEGRATO • Al primo accesso al servizio per sospetto ritardo dello sviluppo globale (in assenza di accertamenti recenti eseguiti in altra sede) • • • • • • • • • visita specialistica NPI e/o psicologica di ingresso in relazione alle modalità organizzative del servizio eventuale visita fisiatrica eventuale val.pediatrica/auxologica valutazione psicologica: aspetti emotivo-relazionale e sviluppo cognitivo, degli apprendimenti (scale di sviluppo), comportamento adattivo; indicazioni agli adulti di riferimento Valutazione logopedica per l’aspetto comunicativo: indicazioni agli adulti di riferimento Eventuale valutazione funzionale FKT Eventuale valutazione OT (Terapia Occupazionale) dopo i 4 aa. di età Eventuale valutazione PSM (Psicomotoria) al di sotto degli 8 anni Incontro di restituzione operatori-famiglia dopo la valutazione complessiva Valutazione sociale con indicazioni ed eventuali interventi sociali, secondo il bisogno 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 VISITE SPECIALISTICHE / ESAMI (IRCCS / ESTERNO) • visita ORL/foniatrica soprattutto per grave ritardo dello sviluppo linguistico • visita oculistica se presente sospetto specifico • EEG, soprattutto per grave ritardo dello sviluppo linguistico, o per sospetto specifico di tipo epilettologico • Eventuali altri esami neurofisiologici (soprattutto ABR e PEV) • Indagini eziologiche: genetica (laboratorio e/o consulenza), neuroimaging, altre indagini di laboratorio (profilo metabolico) • Eventuali altri approfondimenti diagnostici strumentali di tipo internistico, in base al sospetto clinico 3 PERCORSI RIABILITATIVI Per i trattamenti riabilitativi, soprattutto dopo i 3 anni di età, vale il criterio di applicazione di CICLI di trattamento*, ripetibili qualora l’evoluzione dovuta al trattamento e documentata con prove standardizzate non sia pari a quella spontanea attesa per patologia ed in linea con l’età mentale del paziente (confrontare sempre le prestazioni post-trattamento con le prestazioni pre-trattamento successivo: se l’evoluzione spontanea dopo 46 mesi dalla conclusione del ciclo è simile a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo non va ripetuto; se l’evoluzione spontanea è nulla o in ogni caso inferiore a quella ottenuta con il trattamento, il ciclo va ripetuto). * per ciclo di trattamento si intende un intervento con frequenza mono o bi settimanale della durata di tre, quattro o sei mesi, seguito da interruzione di trattamento della durata minima pari a quella del ciclo effettuato, prima di riprendere l’eventuale ciclo di trattamento successivo A) QUADRO LIEVE ETA’ • • (sospetto ritardo lieve dello sviluppo psicomotorio) 0 - 3 anni 4 - 6 anni ULTERIORI APPROFONDIMENTI SPECIALISTICI • visita ORL/foniatrica soprattutto per grave ritardo dello sviluppo linguistico • visita oculistica se presente sospetto specifico • EEG, soprattutto per grave ritardo dello sviluppo linguistico, o per sospetto specifico di tipo epilettologico • Eventuali indagini eziologiche: genetica (laboratorio e/o consulenza), neuroimaging, altro PIANO INTERVENTO RIABILITATIVO • • • • visita NPI di controllo: controlli successivi ogni 3-6 mesi visita fisiatrica di controllo, ed eventuali controlli successivi, se presente significativo ritardo dello sviluppo motorio • valutazione psicologica di controllo: aspetti emotivo-relazionale e sviluppo cognitivo (scale di sviluppo). Indicazioni agli adulti di riferimento • valutazione logopedica di controllo, per l’aspetto comunicativo: indicazioni agli adulti di riferimento. Controlli. • Valutazione neuropsicomotoria e/o FKT di controllo, eventuale trattamento individualizzato 1-2v/ settimana. Indicazioni agli adulti di riferimento • Sintesi operatori-famiglia dopo la valutazione complessiva iniziale, poi almeno 1 volta all’anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF • counseling alla famiglia • interventi sociali secondo il bisogno 1 o 2 visite NPI/anno di controllo eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello, almeno in entrata alla scuola primaria, e valutazione del comportamento adattivo 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 • per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, valutazione auxologia o altre indagini strumentali o di laboratorio 4 • • • • • • • • • • 7 – 12 anni • • • • • • • • preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia valutazione dei prerequisiti agli apprendimenti scolastici valutazione logopedica di controllo ed eventuale logopedia a cicli 1/anno, della durata 6 mesi in caso di ritardo linguistico grave valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno, di durata 6 mesi eventuale valutazione OT di controllo e successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 1 o 2 visite NPI/anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni e valutazione del comportamento adattivo. Eventuale psicoterapia o sostegno psicologico. 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale trattamento, a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, per obiettivi specifici valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, fino agli 8 anni eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento, cicli di trattamento individuali o in piccolo gruppo eventuale valutazione neuropsicologico di controllo e trattamento a cicli su obiettivi specifici valutazione degli apprendimenti scolastici: indicazioni mirate agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, valutazione auxologica o altre indagini strumentali o di laboratorio 5 • • • 13 – 18 anni oltre i 18 anni in base alla durata dell’esperienza scolastica • • • • • 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni, valutazione del comportamento adattivo e dello sviluppo affettivo. Indicazioni agli adulti di riferimento. Eventuale psicoterapia o sostegno psicologico. valutazione di controllo degli apprendimenti scolastici ed orientamento: indicazioni mirate agli adulti di riferimento 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari, soprattutto centrati sull’inserimento sociale (rete territoriale), ed in previsione della dimissione. Indicazioni alla famiglia ed al servizio territoriale referente per l’età adulta eventuale valutazione OT di controllo centrata sull’autonomia personale, successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, valutazione auxologica o altre indagini strumentali o di laboratorio 6 B) QUADRO MEDIO ETA’ PIANO INTERVENTO RIABILITATIVO • • (sospetto ritardo medio dello sviluppo psicomotorio) 0 - 3 anni 4 - 6 anni • • • • • • • • • • visita NPI di controllo, controlli successivi ogni 3-6 mesi visita fisiatrica di controllo, ed eventuali controlli successivi, se presente significativo ritardo dello sviluppo motorio • valutazione psicologica di controllo: aspetti emotivo-relazionale e sviluppo cognitivo (scale di sviluppo). Indicazioni agli adulti di riferimento • valutazione logopedica, per l’aspetto comunicativo: indicazioni agli adulti di riferimento. Controlli. • valutazione neuropsicomotoria e/o FKT di controllo, eventuale trattamento individualizzato 1-2v/settimana. Indicazioni agli adulti di riferimento • Sintesi operatori-famiglia dopo la valutazione complessiva iniziale, poi almeno 1 volta all’anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF • counseling alla famiglia • interventi sociali secondo il bisogno 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello se possibile, almeno in entrata alla scuola primaria, e valutazione del comportamento adattivo 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale logopedia a cicli 1/anno, di 6 mesi in caso di ritardo linguistico grave valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno di 6 mesi eventuale valutazione OT di controllo e successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 ULTERIORI APPROFONDIMENTI SPECIALISTICI • visita ORL/foniatrica soprattutto per grave ritardo dello sviluppo linguistico • visita oculistica se presente sospetto specifico • EEG per grave ritardo dello sviluppo linguistico, o per sospetto specifico di tipo epilettologico • Eventuali indagini eziologiche: genetica (laboratorio e/o consulenza), neuroimaging, altro per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 7 • • • 7 – 12 anni • • • • • • • • 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni e valutazione del comportamento adattivo. Eventuale psicoterapia o sostegno psicologico. consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale trattamento, a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, per obiettivi specifici valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, fino agli 8 anni eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento, cicli di trattamento individuali o in piccolo gruppo (1 o 2 all’anno) eventuale valutazione neuropsicologica di controllo e trattamento a cicli su obiettivi specifici counseling alla famiglia per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio • per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, valutazione auxologica o altre indagini strumentali o di laboratorio • • • 1 o 2 visite NPI /anno di controllo eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni, 13 – 18 anni valutazione dello sviluppo affettivo e del comportamento adattivo. Eventuale psicoterapia o sostegno psicologico. Indicazioni agli adulti di riferimento oltre i 18 anni in • consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri base alla durata operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia dell’esperienza • 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo scolastica preferibilmente in ICF • interventi sociali se necessari, soprattutto in previsione della dimissione. Indicazioni alla famiglia ed al servizio territoriale referente per l’età adulta • eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento, cicli di trattamento individuali o in piccolo gruppo fino a 13 anni counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 8 C) QUADRO GRAVE ETA’ PIANO INTERVENTO RIABILITATIVO • • (sospetto ritardo grave dello sviluppo psicomotorio) 0 - 3 anni 4 - 6 anni • • • • • • • • • • visita NPI di controllo, controlli successivi ogni 3-6 mesi visita fisiatrica di controllo, ed eventuali controlli successivi, se presente significativo ritardo dello sviluppo motorio • valutazione psicologica di controllo: aspetti emotivo-relazionale e sviluppo cognitivo (scale di sviluppo). Indicazioni agli adulti di riferimento • valutazione logopedica di controllo, per l’aspetto comunicativo: indicazioni agli adulti di riferimento. Controlli. • valutazione neuropsicomotoria e/o FKT di controllo, eventuale trattamento individualizzato 1-2v/settimana. Indicazioni agli adulti di riferimento • Sintesi operatori-famiglia dopo la valutazione complessiva iniziale, poi almeno 1 volta all’anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF • counseling alla famiglia • interventi sociali secondo il bisogno 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello se possibile, almeno in entrata alla scuola primaria, e valutazione del comportamento adattivo 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale logopedia a cicli 1/anno, di 6 mesi valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno di 6 mesi eventuale valutazione OT di controllo e successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 ULTERIORI APPROFONDIMENTI SPECIALISTICI • visita ORL/foniatrica • visita oculistica, eventuale valutazione ortottica • eventuali PEV - ABR • EEG per grave ritardo dello sviluppo linguistico, o per sospetto specifico di tipo epilettologico • Eventuali indagini eziologiche: genetica (laboratorio e/o consulenza), neuroimaging, altro per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 9 • • • 7 – 12 anni • • • • • • • • • • 13 – 18 anni oltre i 18 anni in base alla durata dell’esperienza scolastica • • • • • 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni e valutazione del comportamento adattivo. Indicazioni agli adulti di riferimento. consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale trattamento, a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, per obiettivi specifici valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno della durata massima di 6 mesi, fino agli 8 anni eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento, cicli di trattamento individuali o in piccolo gruppo counseling alla famiglia per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio • per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 1 o 2 visite NPI /anno di controllo eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: test di livello ogni 2 o 3 anni, valutazione dello sviluppo affettivo e del comportamento adattivo. Indicazioni agli adulti di riferimento consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari, soprattutto in previsione della dimissione. Indicazioni alla famiglia ed al servizio territoriale referente per l’età adulta eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento, cicli di trattamento individuali o in piccolo gruppo fino a 13 anni counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 10 D) QUADRO GRAVISSIMO ETA’ PIANO INTERVENTO RIABILITATIVO • • (sospetto ritardo gravissimo dello sviluppo psicomotorio) 0 - 3 anni • • • • • • 4 - 6 anni • • • • • • • • • • • visita NPI di controllo, controlli successivi ogni 3-6 mesi visita fisiatrica di controllo, ed eventuali controlli successivi indicazioni ai genitori valutazione neuropsicomotoria e/o FKT di controllo, eventuale trattamento individualizzato 1-2v/settimana. Indicazioni agli adulti di riferimento valutazione psicologica di controllo, con indicazioni per le stimolazioni senso-percettive e allo sviluppo cognitivo-affettivo valutazione logopedica di controllo: indicazioni agli adulti di riferimento 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali counseling alla famiglia 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: scale di sviluppo e valutazione del comportamento adattivo 1 o 2 sintesi/anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF valutazione neuropsicomotoria e/o FKT di controllo, eventuale trattamento a cicli individualizzato 1-2v/settimana. Indicazioni agli adulti di riferimento consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo ed eventuale iniziale impostazione CAA valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento a cicli 1/anno di 6 mesi indicazioni agli adulti di riferimento eventuale valutazione OT di controllo e successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 ULTERIORI APPROFONDIMENTI SPECIALISTICI • visita ORL/foniatrica • visita oculistica, eventuale valutazione ortottica • eventuali PEV - ABR • EEG • Eventuali indagini eziologiche: genetica (laboratorio e/o consulenza), neuroimaging, altro per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 11 • • • 7 – 12 anni • • • • • • • • • • 13 – 18 anni oltre i 18 anni in base alla durata dell’esperienza scolastica • • • • • • per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria,, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 1 o 2 visite NPI /anno di controllo • eventuali controlli fisiatrici annuali: indicazioni agli adulti di riferimento valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno: valutazione dell’adattamento. Indicazioni agli adulti di riferimento consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari, soprattutto in previsione della dimissione. Indicazioni alla famiglia ed al servizio territoriale referente per l’età adulta eventuale valutazione OT di controllo centrata sull’autonomia personale, successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia per quesiti o sospetti mirati: visita oculistica, ORL / audiometria,, EEG, RMN, altre indagini strumentali o di laboratorio 1 o 2 visite NPI /anno di controllo eventuali controlli fisiatrici annuali: indicazioni agli adulti di riferimento valutazione psicologica di controllo 1 volta/anno e valutazione del comportamento adattivo: indicazioni gli adulti di riferimento consulenza psico-pedagogica e psicoeducativa agli insegnanti, ad altri operatori coinvolti nel progetto ed alla famiglia 1 o 2 sintesi / anno: definizione-verifica del progetto-programma riabilitativo preferibilmente in ICF interventi sociali se necessari valutazione logopedica di controllo: indicazioni agli adulti di riferimento valutazione psicomotoria di controllo ed eventuale trattamento, fino agli 8 anni, (individuale) eventuale valutazione OT di controllo, successive indicazioni agli adulti di riferimento counseling alla famiglia 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 12 Vanno inoltre considerate ulteriori eventuali incombenze ex. L.104/92 ed eventuale trattamento a diurnato per tempi definiti e con obiettivi mirati per pazienti che richiedano percorsi riabilitativi intensi associati ad interventi di tipo psicoeducativo e pedagogici speciali. I percorsi riabilitativi individuati presuppongono un costante rapporto tra il servizio riabilitativo ed eventuali altri servizi territoriali competenti, il pediatra di libera scelta oppure il medico di medicina generale dopo il 14°anno di età o alla conclusione del percorso scolastico allorché questo si protragga oltre il 18° anno. Al raggiungimento del 18° anno di età o dopo la conclusione del percorso scolastico allorché questo si protragga oltre il 18° anno, risulta indicato il passaggio della presa in carico ai servizi territoriali competenti per l’età adulta. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 TAVOLO TECNICO DI LAVORO ULSS-7 provincia TV e ASSOCIAZIONE “LA NOSTRA FAMIGLIA” 2014 Partecipanti dr. Adriano Compagno, dr. Gianni De Polo, dr.ssa Consuelo Priolo, dr. Umberto Simonetti, dr. Amerigo Zanella L’INTERVENTO PSICOMOTORIO: PROPOSTE DI PERCORSI DIAGNOSTICORIABILITATIVI 1. Lo specifico della psicomotricità Lo specifico di questo settore, entrato in Italia nel 1970, è quello di essere una proposta terapeutica per l’età evolutiva ed avere ad un tempo anche una valenza educativa. Si caratterizza come una proposta di gioco sia corporeo che con oggetti, dove il terapista funge da mediatore tra il materiale proposto, lo spazio utilizzato e la relazione, consentendo al bambino di essere accompagnato a vivere esperienze sensoriali ed emozionali positive. Le tecniche psicomotorie si avvalgono di materiale poco strutturato, musica, gioco corporeo ecc. Nel settore della psicomotricità si possono sostanzialmente riconoscere tre ambiti: a) Educazione psicomotoria: proposta attivata abitualmente nelle strutture educative per bambini da 0 a 3 anni e nella scuola dell’infanzia; essa prevede esperienze ludiche volte a favorire la conoscenza di sé, degli oggetti, dello spazio e della dimensione temporale quale supporto all’evoluzione dei prerequisiti cognitivi fondamentali, anche in un'ottica preventiva di eventuali disturbi di apprendimento e della relazione. b) Riabilitazione neuropsicomotoria: trattamento riabilitativo prioritariamente mirato alla riduzione o risoluzione di alterazioni quantitative e/o qualitative delle funzioni conoscitive, emotive e relazionali del bambino con disturbo del neuro sviluppo (es. disturbo della funzione mootria, disabilità intellettiva, ecc…), a partire da un bilancio globale dei «punti di forza» e delle difficoltà specifiche. Nel processo riabilitativo il bambino viene accompagnato alla «consapevolezza» del suo essere e del suo agire, alla trasformazione del gesto in azione, dove il movimento diventa intenzionale, finalizzato, modificante la realtà esterna ed inserito in una dinamica di comunicazione. Tale intervento è di specifica competenza del terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva - TNPEE. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 2 c) Terapia neuropsicomotoria ad indirizzo relazionale: pratica terapeutica a valenza corporea che utilizza principalmente le esperienze corporee, di gioco simbolico e rappresentativo nelle sue diverse forme espressive, in una dinamica intersoggettiva, di reciproca trasformazione tra il terapista e il bambino. Il trattamento è mirato prioritariamente al miglioramento delle funzioni conoscitive, emotive e relazionali del bambino con disturbo emotivo relazionale, affettivo (es. disturbo della condotta e della sfera emozionale, ecc…). La comunicazione verbale viene utilizzata dal terapista per dare un significato affettivo e simbolico al «qui ed ora» del gioco condiviso con il bambino. È un approccio terapeutico di competenza del TNPEE che abbia completato o stia completando nel suo percorso formativo una specifica preparazione in terapie a mediazione corporea ed abbia conoscenze in ambito psicorelazionale. Questo approccio richiede periodici momenti di valutazione dell’evoluzione del trattamento da parte del NPI Responsabile del progetto riabilitativo e/o dello psicologo insieme al TNPEE e all’eventuale gruppo di lavoro allargato per una verifica dell'attribuzione dei significati dati all'espressività del bambino nella relazione con l'altro, con gli oggetti, nello spazio e nel tempo delle sedute e per la comprensione delle proprie risonanze tonico-emozionali nella dinamica con il bambino. Obiettivi del trattamento psicomotorio sono: - far vivere al bambino esperienze di gioco sia libero che strutturato, in cui l’operatore accoglie l’espressività del bambino attribuendone significato; - favorire attraverso l’espressività corporea l’intenzionalità comunicativa, tappa necessaria alla strutturazione del linguaggio verbale; - facilitare la capacità di relazione tra pari con interventi di gruppo, proponibili laddove siano state superate le tappe evolutive preverbali. In presenza di ritardi dell’espressione verbale o di problemi specifici di linguaggio si associa al trattamento psicomotorio la logopedia con cicli preferibilmente non sovrapposti ma alternati. Il percorso che va perseguito è il graduale passaggio dal movimento-piacere, alla consapevolezza di sé, all’esplorazione spaziale, all’interiorizzazione del ritmo, alla comunicazione basata su ascolto e risposta verbale o gestuale, alla simbolizzazione mimata, agita in gruppo, grafico-pittorica ecc. In ogni caso la relazione positiva trasferita dall’operatore al bambino è la base per ogni apprendimento ed ogni comunicazione. Nella prospettiva di tipo biopsicosociale, in linea con ICF-CY, obiettivo finale del trattamento è sempre il miglioramento della performance del soggetto ossia del suo funzionamento nel contesto di vita, primariamente il contesto familiare, m anche quello scolastico e degli ambienti sociali allargati. 2. Percorsi indispensabili per rendere questo intervento riabilitativo adeguato alle richieste attuali della riabilitazione e basato su linee guida condivise Come per ogni altro settore della Riabilitazione, il trattamento psicomotorio, inteso sia come riabilitazione che come terapia, deve partire da una ipotesi diagnostica coerente, deve operare su obiettivi chiari e dimostrare, al termine del trattamento, cambiamenti evidenti attribuibili all’intervento effettuato. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 3 Per questo è indispensabile l’uso di strumenti valutativi, da proporre all’inizio ed al termine del trattamento e che si traducano possibilmente in profili facilmente leggibili Ad esempio la scala di sviluppo Bayley III può essere utile fino all’età cronologica di 3 anni ½. Il TNPEE attua il trattamento psicomotorio su soggetti con un profilo di età che va dai 2 agli 8 anni, su patologie definite che necessitino di un intervento, individualizzato oppure in piccolo gruppo, che armonizzi gli aspetti cognitivi ed emotivi. 3. Patologie per le quali può essere prescritto il trattamento psicomotorio 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. R62.0 Ritardo psicomotorio (diagnosi da attribuire solo fino a 36 mesi ) F43.2 Disturbi dell’adattamento F70 – F79 Disabilità intellettiva lieve - medio - grave F82 Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria - disprassia F83 Disturbo evolutivo specifico misto F84.0, F84.1, F84.5, F84.8 Disturbi da alterazione globale dello sviluppo F90 Sindromi ipercinetiche F91 Disturbi della condotta F92 Disturbi misti della condotta e della sfera emozionale F93 Disturbi della sfera emozionale F94 Disturbi del funzionamento sociale Situazioni particolari : PCI e patologie neuromotorie: In soggetti con quadri lievi di PCI o altre patologie neuromotorie, in grado di effettuare spostamenti autonomi, in presenza di difficoltà sia percettivo prassiche che relazionali, può essere indicato effettuare, in alternativa alla fisioterapia, cicli di trattamento psicomotorio. Quando viene fatta la scelta del trattamento psicomotorio con bambini affetti da patologie neurologiche devono essere controllate accuratamente le posture, pur favorendo la spontaneità delle scelte motorie del bambino. Ciò richiede una valida integrazione tra intervento di fisioterapia e trattamento psicomotorio. Bambini ipercinetici: Occorre valutare se, dopo un iniziale trattamento psicomotorio, sia più efficace, soprattutto dopo i 6 anni, per stabilizzare maggiormente l’attenzione, continuare l’intervento riabilitativo in setting più strutturati, per es. intervento psicoeducativo oppure terapia occupazionale. 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 4 Disabilità intellettiva grave: il trattamento psicomotorio dovrebbe iniziare quando il bambino ha acquisito la deambulazione autonoma, diversamente il trattamento di scelta è la fisioterapia. Dopo i 7 – 8 anni il trattamento psicomotorio si conclude. 4. Modalità di presa in carico Il Neuropsichiatra Infantile e lo psicologo definiscono la diagnosi clinica, individuando la componente biologica nota e la componente cognitivo – relazionale che caratterizza il quadro clinico, definiscono gli obiettivi, che condividono con il TNPEE, da raggiungere con il trattamento psicomotorio. I terapisti TNPEE fanno valutazioni (utilizzando scale condivise) e osservazioni proprie in base alle indicazioni dell’équipe del Servizio. Al termine del trattamento l’équipe interpreta i risultati, verifica i percorsi, raccoglie elementi utili per migliorare le nostre conoscenze e competenze. 5. Intervento psicomotorio – percorsi riabilitativi DIAGNOSI 1 2 R62.0 Ritardo dello sviluppo psicomotorio (fino a 36 mesi) F 43.2 Disturbi dell’adattamento PRINCIPALI CARATTERISTICHE ETA’ DI ACCESSO MODALITÀ DI TRATTAMENTO Impaccio ed incoordinazione motoria Difficoltà attentive Comportamenti oppositivi Ridotta autonomia nella cura di sé Comunicazione ridotta prevalentemente mimica gestuale Possibili problemi relazionali 18 – 36 mesi Cicli di trattamento Ansia Umore depresso Insicurezza Nervosismo Eccessiva preoccupazione Sentimenti di bassa autostima o incapacità 4 - 6 anni Cicli di trattamento 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 OBIETTIVI SPECIFICI PRESTAZIONI IN ITINERE FASE CONCLUSIVA Favorire l’adattamento alle regole, l’ascolto, la coordinazione motoria anche mediante la musica, l’autonomia nella cura di sé, la relazione con i coetanei Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe se più settori di intervento aperti Counselling ai genitori Orientamento agli insegnanti Re test favorire lo sviluppo di una immagine positiva di sé ridurre l’ansia migliorare relazione con l’abiente Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche (area emozionale) Counselling ai genitori ed agli insegnanti Re test Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori 5 3 4 5 F70 –F79 Disabilità intellettiva Impaccio ed incoordinazione motoria Difficoltà attentive Comportamenti oppositivi Ridotta autonomia nella cura di sé Comunicazione ridotta prevalentemente mimica gestuale Possibili problemi relazionali Difficoltà di simbolizzazione 3 – 8 anni F82 Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria DCD developmental coordination disorder Importante compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria e delle prassie non spiegabile con uno specifico disturbo neurologico congenito o acquisito Possibile marcata immaturità nello sviluppo neurologico Difficoltà di organizzazione e pianificazione Sindrome del bambino goffo Possibile insicurezza e bassa autostima 2 – 6 anni F83 Disturbo evolutivo specifico misto Mescolanza di disturbi evolutivi specifici dell'eloquio e del linguaggio delle capacità scolastiche e della funzione motoria in cui nessun disturbo prevale in maniera tale da costituire la diagnosi principale 3 – 8 anni Cicli di trattamento Cicli di trattamento ripetibili fino ai 6 anni Cicli di trattamento 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 Favorire l’adattamento alle regole, l’ascolto, la coordinazione motoria, la simbolizzazione anche mediante la musica, l’autonomia nella cura di sé, la relazione con i coetanei Migliorare la coordinazione motoria facilitare l’adattamento funzionale facilitare la coscienza e consapevolezza del sé corporeo e della comprensione del significato del gesto Migliorare programmazione e organizzazione Migliorare autostima, autonomia e relazione con i pari. Migliorare l’aderenza al compito, l’attenzione la capacità espressiva e la creatività, la coordinazione Prevenire il disadattamento Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe se più settori di intervento aperti Counselling ai genitori ed agli insegnanti Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Counselling ai genitori ed agli insegnanti Eventuale associato intervento in OT Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Re test Sintes4-6 i con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici 6 6a 6b 6c 6d F84.0 Autismo infantile F84.1 Autismo atipico F84.5 Sindrome Asperger F84.8 DGS-NAS Disturbo evolutivo di tipo globale definito: a) dalla presenza di una compromissione dello sviluppo che si rende manifesta prima dei tre anni; b) da un tipo caratteristico di funzionamento anormale nelle aree di 1- interazione sociale 2- della comunicazione e 3- del comportamento che è stereotipato e ripetitivo 18 mesi – 6 anni Disturbo evolutivo di tipo globale che si differenzia dall'autismo infantile per l'età d'insorgenza o per il mancato riscontro di tutti e tre i requisiti diagnostici. 18 mesi – 6 anni Anomalie qualitative della interazione sociale, interessi e attività limitatati e stereotipati Sviluppo cognitivo e linguistico nella norma Funzionamento anormale nelle aree di interazione sociale, della comunicazione e del comportamento non inquadrabile in autismo, Asperger o disturbo disintegrativo. Di solito meno grave di autismo 2– 6 anni 18 mesi – 6 anni Eventuale trattamento iniziale continuativo 12 mesi Cicli di trattamento, Eventualmente alternati al trattamento psicoeducativo Facilitazione della relazione e della comunicazione, del gioco, della consapevolezza del sé e dell’altro Favorire consapevolezza dello spazio e del tempo Miglioramento dell’autonomia Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Eventuale trattamento iniziale continuativo 12 mesi Cicli di trattamento, Eventualmente alternati al trattamento psicoeducativo Cicli di trattamento, Eventualmente alternati al trattamento psicoeducativo Facilitazione della relazione e della comunicazione, del gioco, della consapevolezza del sé e dell’altro Favorire consapevolezza dello spazio e del tempo Miglioramento dell’autonomia Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Facilitazione della relazione e della comunicazione, del gioco, della consapevolezza del sé e dell’altro Favorire consapevolezza dello spazio e del tempo Miglioramento dell’autonomia Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Eventuale trattamento iniziale continuativo 12 mesi Cicli di trattamento, Eventualmente alternati al trattamento psicoeducativo 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 Facilitazione della relazione e della comunicazione, del gioco, della consapevolezza del sé e dell’altro Favorire consapevolezza dello spazio e del tempo Miglioramento dell’autonomia Re test Sintesi con équipe Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici 7 7 F90 Sindrome ipercinetica dell’infanzia Ridotta capacità di autocontrollo motorio, impulsività, disattenzione, iperattività 2 1/2 anni 6 anni Cicli di trattamento Migliorare i tempi attentivi e la programmazione Ridurre l’iperattività Facilitare la coscienza del sé corporeo, l’interiorizzazione dei concetti spazio-temporali e delle regole comportamentali Visite NPI periodiche Valutazioni psicologiche (area cognitiva/area emozionale) Parent/teacher training Trattamento informatico O.T. Sintesi in équipe Re test Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici 8 F91.3 Disturbo oppositivo provocatorio Disobbedienza, comportamento distruttivo o aggressivo non grave, intolleranza alle frustrazioni, reattività eccessiva, opposizionismo 3 – 6 anni Cicli di trattamento Facilitare la coscienza del sé e dell’altro, la consapevolezza delle emozioni, l’interiorizzazione delle regole comportamentali, la tolleranza alla frustrazione, ridurre l’aggressività Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche Sintesi in équipe Counselling ai genitori ed agli insegnanti Visite NPI periodiche (almeno semestrali) Valutazioni psicologiche Sintesi in équipe Colloquio con i genitori e operatori scolastici 9 F92 Disturbi misti della condotta e della sfera emozionale Disobbedienza, comportamento distruttivo o aggressivo non grave, intolleranza alle frustrazioni, reattività eccessiva, opposizionismo Instabilità emotiva, difficile adattamento alle situazioni, reazioni d’ansia, paura, insicurezza, difficoltà separazione, irritabilità 2 anni – 6 anni Cicli di trattamento Migliorare l’attenzione, ridurre l’instabilità, al reattività Favorire la capacità di esprimere e verbalizzare le emozioni Migliorare autostima ed interiorizzazione delle regole Facilitare l’interazione con il gruppo Visite NPI periodiche Valutazioni psicologiche Counselling ai genitori ed agli insegnanti Re test Instabilità emotiva, difficile adattamento alle situazioni, reazioni d’ansia, paura, insicurezza, difficoltà separazione, irritabilità 2 anni – 6 anni Facilitare stabilità relazionale e autostima Favorire l’interiorizzazione dei vissuti emozionali ed esperienziali positivi Far maturare la capacità di esprimere e verbalizzare le emozioni Favorire l’attività espressiva, l’organizzazione ludica Visite NPI periodiche Valutazioni psicologiche Counselling ai genitori ed agli insegnanti 10 F93 Sindromi e disturbi della sfera emozionale Cicli di trattamento 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7 Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici Re test Sintesi con équipe Controllo NPI Colloquio con i genitori e operatori scolastici 8 11 F94 Disturbi del funzionamento sociale Reazioni di adattamento inadeguate Mutismo elettivo sospettosità difficoltà relazionali, isolamento Attaccamento indifferenziato 3 anni – 6 anni Cicli di trattamento Favorire capacità di esprimere e verbalizzare le emozioni Migliorare la relazione e la comunicazione interpersonale Migliorare l’autostima facilitare l’interazione con il gruppo Ridurre ansia, insicurezza Visite NPI periodiche Re test Valutazioni psicologiche Sintesi con équipe Controllo NPI Counselling ai genitori ed agli insegnanti Counselling ai genitori ed agli insegnanti per ciclo di trattamento si intende un intervento con frequenza mono o bi settimanale della durata di tre, quattro o sei mesi, seguito da interruzione di trattamento della durata minima pari a quella del ciclo effettuato, prima di riprendere l’eventuale ciclo di trattamento successivo 2014 Tavolo Tecnico PERCORSI RIABILITATIVI Associazione La Nostra Famiglia – ULSS 7