NORME DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI E DELLE OPERE ELETTRICHE Norme generali di accettazione e requisiti di rispondenza a leggi e regolamenti I materiali e le forniture occorrenti per la costruzione delle opere oggetto del presente appalto dovranno essere approvvigionati dall'Impresa a sua totale cura e spese e a tempo debito, in modo da evitare interruzioni o ritardi nella esecuzione dei lavori e da assicurare l'ultimazione delle opere nel termine stabilito. Gli impianti, oggetto del presente appalto, dovranno essere realizzati secondo le vigenti norme CEI, il DPR n.547 del 27.4.1955, la Legge n.186 del 1.3.1968, Legge n.791 del 18.10.1977, D.M. n.236 del 14.6.1989, Legge n.13 del 9.1.1989, e Legge n.46 del 5.3.1990 nonché attenendosi alle disposizioni della presente specifica anche se queste risultassero più restrittive di quelle previste dalle richiamate norme e leggi. A titolo indicativo, ma non esclusivo, indichiamo qui di seguito le principali norme CEI a cui si dovrà attenere (quando applicabili) nell'esecuzione delle opere: - Norma 11-1 fascicolo 5025 "impianti elettrici con tensione superiore a 1 KV in corrente alternata" - + variante V1 - Norma 17-5 fasc. 4838 " interruttori automatici " - Norma 17-48 fasc. 4375C "apparecchiature per bassa tensione ” - Norma 20-22/1 fascicolo 3543 " prove d’incendio sui cavi elettrici " - Norma 20-22/2 fascicolo 2662" prove d’incendio sui cavi elettrici " - Norma 20-22/3 fascicolo 3454R"cavi non propaganti - Norma 20-38 fascicoli 1026 e 1459 " cavi isolati con l'incendio : prove" gomma non propaganti l'incendio ed a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi " - Norma 23-3 fascicolo 5076C " interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari " - Norma 23-18 fascicolo 5397 " interruttori differenziali - per usi domestici e similari" Norma 23-31 fascicolo 3764 "sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi " - Norma 23-32 fascicolo 3765 " sistemi di canali di uso materiale plastico isolante e loro accessori ad portacavi e portapparecchi per soffitto e parete " - Norma 23-42 fasc. 5397 " interruttori differenziali senza sgangiatori di sovracorrente" - Norma 23-44 fasc. 5398 " interruttori differenziali con sgangiatori di sovracorrente" - Norme 64-2 fascicoli 1431 e 1432 " impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione " - Norma 64-8/1/2/3/4/5/6/7 fascicolo 1916- 1922 " impianti elettrici utilizzatori " - Norma 64-12 fascicolo 2093" guida all’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici a destinazione residenziale e similari " - Norma 81-1 fascicolo 1439 " protezione di strutture contro i fulmini " - Norma 103-1 fascicolo 1331-1334 " impianti telefonici interni Anche se non successivamente richiamate, gli impianti dovranno essere sempre rispondenti alle suddette Leggi, norme e relative varianti. L'installatore tenuto a rilasciare, a termine dei lavori a questo Istituto, la dichiarazione di conformità ai sensi della Legge n.46 del 5.3.1990, utilizzando il modello di cui al decreto del 20.2.1992 del Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato (G.U. n.49 del 28.2.1992) Nella scelta dei materiali non univocamente specificati negli elaborati di gara si prescrive che: - tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici siano adatti all'ambiente a cui sono destinati e con caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità, alle quali potrebbero essere esposti durante l'esercizio; - tutti i materiali dovranno avere dimensioni e caratteristiche tali da rispondere alle Norme CEI ed alle tabelle CEI-UNEL attualmente in vigore; - in particolare gli apparecchi ed i materiali per i quali prevista la concessione del Marchio Italiano di Qualità dovranno essere muniti del contrassegno IMQ; - per gli apparecchi ed i materiali per i quali non è prevista la concessione del marchio IMQ, l'installatore dovrà allegare alla dichiarazione di conformità dell'impianto, apposite dichiarazioni dei costruttori di tali apparecchi o materiali, attestanti la rispondenza di questi alle relative norme costruttive. A tale fine potrà essere utilizzato il modello raccomandato della Norma UNI CEI EN 45014. - In particolare per i quadri elettrici dovranno essere fornite dichiarazioni dei costruttori attestanti la conformità di tali componenti alla norma CEI 17.13/1. L'Impresa sarà tenuta ad uniformarsi ad ogni modifica ed integrazione delle disposizioni vigenti in materia che si verificassero nel corso dell'Appalto, senza alcun titolo per speciali compensi o aumento dei prezzi. Salvo i casi esplicitamente indicati nel Capitolato, i materiali e le forniture proverranno da quelle località che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della D.L., ne sia riconosciuta l'idoneità e la rispondenza ai requisiti prescritti. A richiesta della D.L., la corrispondenza alla normativa CEI o CEI-UNEL e la provenienza dei materiali e delle forniture dovrà essere idoneamente documentata. Per la fornitura dei materiali ed apparecchiature particolari, l'Impresa sarà tenuta a fornire tempestivamente (se del caso entro i termini fissati dalla D.L.) una adeguata campionatura completa che permetta una scelta sufficiente fra materiali aventi analoghe caratteristiche ed uguale rispondenza alle prescrizioni del Capitolato. La campionatura approvata, munita dei sigilli a firma della D.L. e dell'Impresa, sarà conservata a cura della D.L. medesima fino al termine delle operazioni di collaudo per il controllo della corrispondenza fra questa ed i materiali che saranno successivamente approvvigionati ed impiegati nei lavori. Tutte le forniture in genere, prima di essere impiegate, dovranno essere approvate dalla D.L., pena la demolizione e la ricostruzione a totale carico dell'Impresa e di tutte le opere non riconosciute corrispondenti alle condizioni contrattuali. Qualsiasi provvista non accettata dalla D.L. in quanto non riconosciuta idonea all'impiego a suo insindacabile giudizio, dovrà essere immediatamente allontanata dal cantiere, a cura e spese dell'Impresa, e tempestivamente sostituita con altra rispondente ai requisiti richiesti. L'accettazione in cantiere dei materiali e delle provviste in genere da parte della D.L. non pregiudica in alcun modo il diritto della D.L. stessa, in qualsiasi momento, anche dopo l'impiego e fino a collaudo avvenuto, di rifiutare materiali stessi e gli eventuali lavori eseguiti con essi, ove vengano riscontrati non corrispondenti alle condizioni contrattuali o ai campioni approvati. In ogni caso l'Impresa resta sempre e comunque unica garante e responsabile della perfetta esecuzione dei lavori, anche per quanto può dipendere dai materiali impiegati, ancorché accettati dalla D.L. Per le definizioni relative agli elementi costitutivi e funzionali degli impianti elettrici valgono quelle stabilite dalle vigenti norme CEI. L’impresa dovrà fornire, ai sensi della Legge 46/90, la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, la relazione con la tipologia dei materiali usati ed il valore della resistenza di terra (4 copie di ciascuna dichiarazione), dovrà inoltre fornire le certificazioni relative alla fornitura e realizzazione di quadri elettrici secondo le prove previste dalle norme CEI 17.13/1 - 23.49 - 23.51 - 11.8 - 23.22 17.18 senza oneri supplementari per l’Amministrazione. Dalla data di ultimazione dei lavori all’approvazione del certificato di collaudo, sarà a carico dell’Impresa la manutenzione ordinaria dei lavori eseguiti, manutenzione che dovrà essere costantemente e perfettamente curata, restando stabilito che, solo dopo intervenuta la approvazione del certificato di collaudo, le opere appaltate si intenderanno consegnate dall’assuntore all’Amministrazione appaltante. L’Impresa appaltatrice ha l’obbligo di garantire l’impianto sia per la qualità dei materiali, sia per il montaggio, sia infine per il regolare funzionamento fino a 12 mesi (dodici) dalla data di collaudo. Pertanto, fino al termine di tale periodo, la ditta assuntrice deve riparare tempestivamente ed a sue spese, tutti i guasti e le imperfezioni che si verificano nell’impianto, escluse soltanto le riparazioni dei danni che non possono attribuirsi all’ordinario esercizio dell’impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale che ne fa uso. Quadri di comando e distribuzione a) Quadri in lamiera - I quadri di comando devono essere composti da cassette complete di profilati normalizzati DIN per il fissaggio a scatto delle apparecchiature elettriche. Detti profilati devono essere rialzati dalla base per consentire il passaggio dei conduttori di cablaggio. Gli apparecchi installati devono essere protetti da pannelli di chiusura preventivamente lavorati per far sporgere l'organo di manovra delle apparecchiature e devono essere completi di porta cartellini indicatori della funzione svolta dagli apparecchi. Nei quadri deve essere possibile l'installazione di interruttori automatici e differenziali da 1 a 100 A. Detti quadri devono essere costruiti in modo da dare la possibilità di essere installati da parete o da incasso, senza sportello, con sportello trasparente o in lamiera, con serratura a chiave a seconda della decisione della D.L. che può essere presa anche in fase di installazione. I quadri devono avere grado di protezione IP 40 min. b) Quadri Isolanti - Negli ambienti in cui l'Amm.ne appaltante lo ritiene opportuno, al posto dei quadri in lamiera si dovranno installare quadri in materiale isolante. In questo caso devono avere una resistenza alla prova del filo incandescente di 960°C (Norme CEI 50-1). I quadri devono essere disponibili con grado di protezione IP 40 e IP 55; in questo caso il portello deve avere apertura a 180°. Questi quadri devono consentire una installazione del tipo a doppio isolamento con fori di fissaggio esterni alla cassetta. Standard di qualità: AVE, La Conchiglia, Ticino, ABB. Apparecchiature modulari con modulo normalizzato Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto sul profilato normalizzato DIN, ad eccezione degli interruttori automatici da 100 A in su che si fissassero anche con mezzi diversi. In particolare: a) gli interruttori automatici magnetotermici da 1 a 100 A devono essere modulari e componibili con potere di interruzione fino a 6000 A, salvo casi particolari; b) Tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l'impianto (ad esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori programmatori, prese di corrente CEE, ecc.)devono essere modulari e accoppiabili nello stesso quadro con gli interruttori automatici di cui al punto A); c) gli interruttori con relè differenziali fino a 80 A devono essere modulari e appartenere alla stessa serie di cui ai punti a) e b).Devono essere del tipo ad azione diretta; d) gli interruttori magnetotermici differenziali devono essere modulari ed essere dotati di un dispositivo che consenta la visualizzazione dell'avvenuto intervento e permetta di distinguere se detto intervento è provocato dalla protezione magnetotermica o dalla protezione differenziale. È ammesso l'impiego di interruttori differenziali puri purché abbiano un potere di interruzione con dispositivo associato di almeno 4500 A. Tutti gli interruttori con protezione differenziale dovranno essere di tipo protetto contro gli scatti intempestivi e funzionanti anche per correnti con componenti continue o pulsanti. I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti causate da sovraccarichi o da corto circuiti. La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8. In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente). Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz) ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz). In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni: Ib < In < Iz If < 1,45 Iz La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate è automaticamente soddisfatta nel caso di impiego di interruttori conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 17-5. Gli interruttori magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che possono verificarsi nell'impianto in tempi sufficientemente brevi per garantire che nel conduttore protetto non si raggiungano temperature pericolose. Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito presunta nel punto di installazione. È tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore a condizione che a monte vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione (art.6.3.02 delle norme CEI 64-8). In questo caso le caratteristiche dei 2 dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia specifica passante, I al quadrato t, lasciata passare dal dispositivo a monte non risulti superiore a quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo a valle e dalle condutture protette. Le apparecchiature modulari contenute in uno stesso quadro dovranno essere della stessa marca e serie in modo da dare una gradevole visione di assieme, salvo concessione della D.L. Standard di qualità: ABB, Elettrocondutture, Ticino, Merlin Gerin Comandi (interruttori, deviatori, pulsanti e simili) e prese a spina Gli interruttori devono avere portata 16 A, le prese devono essere di sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare un sistema di sicurezza e di servizi fra cui impianti di segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli ambienti, ecc. La serie deve consentire l'installazione di almeno 3 frutti nella scatola rettangolare. Le prese di corrente di portata superiore a 10 A devono avere un proprio dispositivo di protezione di sovracorrente, interruttore bipolare con fusibile sulla fase o interruttore magnetotermico. Tutti i componenti dell'impianto che nel funzionamento ordinario possono produrre archi o scintille, devono essere racchiusi in custodie aventi grado di protezione almeno IP 4x. Standard di qualità: Bticino serie light, Ave serio Banquise, Vimar serie Idea Rondò od equivalente. Cavi e conduttori a) Isolamento dei cavi - I cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 450/750V, simbolo di designazione 07.Quelli utilizzati nei cicuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05.Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore. Tutti i cavi impiegati dovranno essere di tipo non propagante l'incendio a norma CEI 20-22 e recare il marchio IMQ; b) Colori distintivi dei cavi - I conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo - verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori: nero - grigio (cenere) marrone; c) Sezioni minime e cadute di tensione massime ammesse - Le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI - UNEL. Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse per carichi monofase sono: - 1,5 mmq per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per circuiti di segnalazione e telecomando, per altri apparecchi di illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 KW; - 2,5 mmq per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 2,2 kW e inferiore o uguale a 3,6 kW; - 4 mmq per montanti singoli e linee alimentari singoli apparecchi utilizzatori con potenza nominale superiore a 3,6 kW; d) Sezione minima dei conduttori neutri - La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq, la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mmq (per conduttori in rame); e) Sezione di conduttori di terra e protezione - La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata nella tabella seguente, tratta dalle norme CEI 64-8: i. SEZIONE MINIMA DEL CONDUTTORE DI PROTEZIONE -----------------------------------------------------------------------------------------------------Sez. del conduttore di fase Cond. prot. facente parte dello Cond. prot. non facente che alimenta la macchina stesso cavo o infilato nello parte dello stesso cavo e non o l'apparecchio mmq. stesso tubo del conduttore infilato nello stesso tubo del di fase mmq conduttore di fase mmq ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Minore o uguale a 16 di fase sezione del conduttore 2,5 se protetto meccanicamente, 4 se no ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Maggiore di 16 e 16 16 inf. o uguale a 35 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Maggiore di 35 metà della sezione del cond. di metà della sezione fase; nei cavi multipol, la sez. del conduttore di fase specificata dalle rispettive norme. SEZIONI MINIME DEL CONDUTTORE DI TERRA (mmq) - protetto contro la corrosione ma non meccanicamente 16 (Cu) 16 (Fe) - non protetto contro la corrosione 25 (Cu) 50 (Fe) In alternativa ai criteri sopra indicati è ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore di protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'art.9.6.01 norme CEI 64-8. Tubazioni - condotte - cassette di derivazione I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, ecc.. Tali materiali dovranno essere a marchio IMQ e se in materiale termoplastico dovranno essere di tipo autoestinguente, in particolare se posati a giorno dovranno superare la prova del filo incandescente a 850°C (IEC 695-2-1). Nell'installazione a giorno dovrà essere garantito il grado di protezione IP 44 minimo anche in ambienti ordinari. L'installazione in genere dovrà essere realizzata secondo le seguenti prescrizioni: - l'impianto salvo contraria esplicita richiesta dell'Amministrazione appaltante è previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico serie leggera per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi saldati oppure in materiale termoplastico serie pesante per gli attraversamenti a pavimento; nella posa sotto intonaco le tubazioni dovranno essere distanziate fra loro di almeno la metà del diametro della tubazione maggiore; - il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti. Tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica; il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e rinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Comunque il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm.; - il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi; - ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria e in ogni locale servito, la tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione; - le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite esclusivamente nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere .Dette cassette devono essere costruite in modo che nelle condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei, deve inoltre risultare agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo; - i tubi protettivi dei montanti di ciascun piano devono essere distinti per ogni montante; - qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate; tuttavia è ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. Il numero dei cavi che si possono introdurre nei tubi è indicato nella tabella seguente: ii. NUMERO MASSIMO DI CAVI UNIPOLARI DA INTRODURRE IN TUBI PROTETTIVI ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Diam. e/diam. i mm. 1,5 Sezione dei cavetti in mmq. 2,5 4 6 10 16 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------16/11,7 4 2 20/15,5 7 4 4 2 25/19,8 9 7 7 4 2 32/26,4 12 9 7 7 3 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Impianto di messa a terra a) Protezione contro i contatti indiretti - Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore, o raggruppamento di impianti contenuti in uno stesso edificio nelle sue dipendenze (quali portinerie distaccate e simili) deve avere un proprio impianto di terra. A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. b) Elementi di un impianto di terra - Per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere opportunamente previsto, in sede di costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e comprende: - il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra; - il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra .I conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno, debbono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque isolata dal terreno); - il conduttore di protezione parte dal collettore di terra, arriva in ogni impianto e deve essere collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra) e direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche comunque accessibili. È vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mmq Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le masse sono collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema elettrico) il conduttore di neutro non può essere utilizzato come conduttore di protezione; - il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione e di equipotenzialità; - il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra). c) Collegamento equipotenziale dei locali da bagno - Per evitare tensioni pericolose provenienti dall'esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in contatto con un conduttore non protetto da interruttore differenziale), è richiesto un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1-2-3 (CEI 64-8) con il conduttore di protezione; in particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse siano collegate con il conduttore di protezione all'ingresso dei locali da bagno. Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in particolare devono essere protette contro eventuali allenamenti o corrosioni. Devono essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non va eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in grès. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più vicino conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dall'interruttore differenziale ad alta sensibilità. È vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione. Per i conduttori si devono rispettare le seguenti sezioni minime: - 2,5 mmq. (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro i tubi o sotto intonaco; - 4 mmq. (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete. d) Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione - Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata con uno dei seguenti sistemi: - coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione: RT < 50/Is è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Is è il più elevato tra i valori in ampere delle correnti di intervento in un tempo < 5 secondi dei dispositivi di massima corrente posti a protezione delle singole derivazioni; - coordinamento fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo. Affinché detto coordinamento sia efficiente deve essere osservata la seguente relazione: Rt < 50 Id dove Rt è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Id il più elevato fra i valori in ampere delle correnti differenziali nominali di intervento delle protezioni differenziali poste a protezione dei singoli impianti utilizzatori. La resistenza di terra dovrà comunque avere il valore massimo indicato dal DPR 547 del 27.4.1955; e) Protezione mediante doppio isolamento - In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando: - macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione od installazione: apparecchi di Classe II. In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II. Apparecchi illuminanti A) Illuminazione Ordinaria Tutti gli apparecchi illuminanti forniti ed installati dall'Impresa esecutrice dovranno essere provvisti della certificazione con sorveglianza IMQ o comunque corrispondere alle norme tecniche di prodotto; dovranno inoltre essere completi di tutti gli accessori e cablaggi interni atti al perfetto funzionamento, lampade comprese; il fattore di potenza di ciascun apparecchio non dovrà essere inferiore a 0,9; la temperatura di colore delle lampade fluorescenti utilizzate sarà scelta dalla D.L.; gli apparecchi per lampade fluorescenti, se non dotati di reattore elettronico, dovranno essere dotati di starter elettronico tipo "Deos" od equivalente. Nello stoccaggio in cantiere e durante la posa dovranno essere prese tutte le precauzioni necessarie ad evitare danneggiamenti di qualsiasi tipo sia al buon funzionamento dell'apparecchiatura sia all'aspetto estetico. Nella posa dovranno essere impiegati tutti i fissaggi previsti e consigliati dal costruttore oltre a quelli supplementari eventualmente ordinati dalla D.L. Il grado di protezione minimo degli apparecchi, se non richiesto superiore, dovrà essere IP 20; gli apparecchi eventualmente installati su superfici infiammabili dovranno essere di tipo appositamente previsto per questo scopo. Il colore degli apparecchi illuminanti ed accessori sarà scelto dalla D.L. I tipi, i quantitativi e le disposizioni degli apparecchi illuminanti ed accessori indicati nei disegni allegati sono puramente indicativi, qualsiasi variante in merito potrà essere disposta dalla D.L., senza che questo comporti motivo per la richiesta di maggiori compensi da parte dell'Impresa. B) Illuminazione di emergenza Gli apparecchi per illuminazione di emergenza saranno posti prevalentemente sui corridoi, sul vano scale, sull'ingresso; saranno dotati di tutti i necessari accessori per un buon funzionamento (batterie al Pb od al Ni-Cd, circuiti elettronici, reattori, spie a led, ecc.), dovranno avere autonomia minima di 2h. Tutti gli apparecchi utilizzati dovranno essere provvisti della certificazione con sorveglianza IMQ. Standard di qualità: Beghelli, Ova od equivalente. Verifiche di collaudo generali Ad impianto ultimato si deve provvedere alle seguenti verifiche di collaudo: rispondenza alle disposizioni di Legge; rispondenza alle prescrizioni dei V.V.F. rispondenza alle prescrizioni particolari concordate in sede di offerta; rispondenza alle Norme CEI relative al tipo di impianto come di seguito descritto. ESAME A VISTA Deve essere eseguita un’ispezione visiva per accertarsi che gli impianti siano realizzati nel rispetto delle prescrizioni delle Norme generali, delle Norme degli impianti di terra e delle Norme particolari riferenti all'impianto installato. Detto controllo deve accertare che il materiale elettrico, che costituisce l'impianto fisso, sia conforme alle relative Norme, sia scelto correttamente ed installato in modo conforme alle prescrizioni normative e non presenti danni visibili che possano compromettere la sicurezza. Tra i controlli a vista, devono essere effettuati i controlli relativi a: protezioni, misura delle distanze in caso di protezione con barriere, presenza di adeguati dispositivi di sezionamento e interruzione, polarità, scelta del tipo di apparecchi e misure di protezione adeguate alle influenze esterne. identificazione dei conduttori di neutro e di protezione, fornitura di schemi, cartelli ammonitori, identificazione di comandi e protezioni, collegamenti dei conduttori. E' opportuno che tali controlli inizino durante il corso dei lavori. VERIFICA DEL TIPO E DIMENSIONAMENTO DEI COMPONENTI DELL'IMPIANTO E DELL’APPOSIZIONE DEI CONTRASSEGNI DI IDENTIFICAZIONE. Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell'impianto utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa ed alle caratteristiche dell'ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali in funzionamento contemporaneo, o, in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali. Per i cavi conduttori si deve controllare che il dimensionamento sia fatto in base alle tabelle CEIUNEL; inoltre si deve verificare che i componenti siano dotati dei debiti contrassegni di identificazione, ove prescritti. Verifica della sfilabilita' dei cavi Si deve estrarre uno o più cavi dal tratto di tubo o condotto compreso tra due cassette o scatole successive e controllare che quest’operazione non abbia provocato danneggiamenti agli stessi. La verifica va eseguita su tratti di tubo o condotto per una lunghezza pari complessivamente ad una percentuale tra l'1 ed il 5% della lunghezza totale. A questa verifica si aggiungono anche quelle relative al rapporto tra il diametro interno del tubo o condotto e quello del cerchio circoscritto al fascio di cavi in questi contenuto, ed al dimensionamento dei tubi o condotti. Misura della resistenza di isolamento Si deve eseguire con l'impiego di un ohmmetro la cui tensione continua sia circa 125 V nel caso di misura su parti di impianto di categoria 0, oppure su parti di impianto alimentate a bassissima tensione di sicurezza; circa 500 V in caso di misura su parti di impianto di 1^ Categoria. La misura si deve effettuare tra l'impianto (collegando insieme tutti i conduttori attivi ed il circuito di terra, e tra ogni coppia di conduttori tra loro. Durante la misura gli apparecchi utilizzatori devono essere disinseriti; la misura relativa ad ogni circuito intendendosi per tale la parte di impianto elettrico protetto dallo stesso dispositivo di protezione. I valori minimi per costruzioni tradizionali sono: 500.000 ohm per sistemi a tensione nominale superiore a 50 Volt; 500.000 ohm per sistemi a tensione nominale inferiore o uguale a 50 Volt; I valori minimi ammessi per costruzioni prefabbricate sono: 500.000 ohm per sistemi a tensione nominale superiore a 50 Volt; 500.000 ohm per sistemi a tensione nominale inferiore o uguale a 50 Volt; Misura delle cadute di tensione La misura delle cadute di tensione deve essere eseguita tra il punto di inizio dell'impianto ed il punto scelto per la prova; si inseriscono un voltmetro nel punto iniziale ed un altro nel secondo punto (i due strumenti devono avere la stessa classe di precisione). Devono essere alimentati tutti gli apparecchi utilizzatori che possono funzionare contemporaneamente: nel caso di apparecchiature con assorbimento di corrente istantaneo si fa riferimento al carico convenzionale scelto come base per la determinazione della sezione delle condutture. Le letture dei due voltmetri si devono eseguire contemporaneamente e si deve procedere poi alla determinazione della caduta di tensione percentuale che non deve essere superiore al 4%. VERIFICA DELLE PROTEZIONI CONTRO I CORTO CIRCUITI ED I SOVRACCARICHI Si deve controllare che: il potere di interruzione degli apparecchi di protezione contro i corto circuiti sia adeguato alle condizioni dell'impianto e della sua alimentazione; la taratura degli apparecchi di protezione contro i sovraccarichi sia correlata alla portata dei conduttori protetti dagli stessi. VERIFICA DELLE PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Devono essere eseguite le verifiche dell'impianto di terra descritte nelle Norme CEI 64-8. Si ricorda che per gli impianti soggetti alla disciplina del D.P.R. 547 va effettuata la denuncia degli stessi alle Unità Sanitarie Locali (USL) a mezzo dell'apposito modulo, fornendo gli elementi richiesti e cioè i risultati delle misure della resistenza di terra. Si devono effettuare le verifiche sotto descritte: Esame a vista dei conduttori di terra e di protezione. Si intende che andranno controllate sezioni, materiali e modalità di posa, nonché lo stato di conservazione sia dei conduttori stessi che delle giunzioni. Si deve inoltre controllare che i conduttori di protezione assicurino il collegamento tra i conduttori di terra ed il morsetto di terra degli utilizzatori fissi ed il contatto di terra delle prese a spina. Si deve eseguire la misura del valore della resistenza di terra dell'impianto, utilizzando un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con il metodo voltamperometrico. La sonda di tensione ed il dispersore ausiliario vanno posti ad una sufficiente distanza dall'impianto di terra e tra loro; si possono ritenere ubicati in modo corretto quando sono sistemati ad una distanza dal suo contorno pari a 5 volte la dimensione massima dell'impianto stesso; quest'ultima nel caso di semplice dispersore a picchetto può assumersi pari alla sua lunghezza. Una pari distanza va mantenuta tra la sonda di tensione ed il dispersore ausiliario. Deve essere controllato, in base ai valori misurati, il coordinamento degli stessi con l'intervento nei tempi previsti dei dispositivi di massima corrente differenziale. Per gli impianti con fornitura in media tensione, detto valore va controllato in base a quello della corrente convenzionale di terra, da richiedersi al Distributore di energia elettrica. Quando occorre, sono da effettuare le misure delle tensioni di contatto e di passo. Queste sono di regola eseguite da professionisti, ditte o Enti specializzati. Nei locali da bagno deve essere eseguita la verifica del collegamento equipotenziale tra le tubazioni metalliche di adduzione e di scarico delle acque, tra le tubazioni e gli apparecchi sanitari, tra il collegamento equipotenziale ed il conduttore di protezione. Detto controllo da eseguirsi prima della muratura degli apparecchi sanitari. NORME DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI E DELLE OPERE TERMOIDRAULICHE, SANITARIE E SPECIALI Designazione delle opere da eseguire L'impianto da eseguire alle condizioni del presente Capitolato, deve comprendere la fornitura e la posa in opera: 1) di nr. 2 caldaie murali a camera stagna a gas premiscelato da 32,4 kW termici nominali; 2) dei camini per l’aspirazione e lo scarico dei fumi; 3) del bollitore da 500 litri a doppia serpentina in rame con relativi circolatori; 4) dell'allacciamento per la produzione del calore; 5) della rete di distribuzione della ACS con ricircolo; 6) di tutte le condutture complete dei pezzi di raccordo e congiunzione e cioè: manicotti, gomiti, nipples, riduzioni, controdadi, ferma tubi, flangie, bulloni, staffe, ecc. ed accessori come compensatori di dilatazione, valvole e saracinesche alla base delle colonne montanti di spurgo e discendenti e, ove occorrano, scaricatori automatici o sifoni di scarico con cassetta; 7) del rivestimento col materiale coibente delle condutture correnti in locali non riscaldati; 8) delle apparecchiature elettriche, interruttori, teleruttori, salvamotori e, quanto ritenuto necessario, del quadro elettrico portante o meno gli apparecchi predetti, nonché valvole, amperometri, voltometri e delle linee elettriche tra il quadro e gli apparecchi; 9) delle apparecchiature di regolazione e controllo con i rispettivi indicatori, di eventuali comandi automatici di valvole, regolatori e stabilizzatori di temperatura. Impianto Termico L’impianto di riscaldamento è suddiviso per ogni piano ed ognuno verrà alimentato da una caldaia con bruciatore alimentato a metano. La potenza nominale della caldaia sarà di circa 35 KW. Il dimensionamento di tutto l’impianto termico è stato fatto in base alla prescrizione della Legge 10/91 e D.P.R. 412/93. Standard di qualità caldaia: Ferroli, Cosmogas od equivalenti. Standard di qualità radiatori: Ferroli, Runtal od equivalenti. Standard di qualità canna fumaria: Wierer, Poliedra od equivalenti. Impianto Idrico-Sanitario L’impianto idrico-sanitario è alimentato dall’acquedotto comunale. La produzione di acqua calda sanitaria viene garantita da un bollitore della capacità di 500 litri. Le porcellane saranno tutte di prima qualità in vitreus-china bianca. Le rubinetterie saranno tutte in ottone pesante cromato del tipo a miscelatore ceramico. Gli scarichi delle acque saponose e fecali dovranno avere una distribuzione separata da quelle delle acque pluviali. Al piano seminterrato, posto sotto alla quota della fossa biologica, sarà installato un pozzetto tipo SANIBOX ( circa 1 mc) e pompa di sentina con chiusino in lamiera a raso pavimento. Standard di qualità porcellane: Ideal Standard, Pozzi Ginori, Dolomite od equivalenti. Standard di qualità rubinetterie: Ideal Standard, Grohe od equivalenti. Standard di qualità sanitari per disabili: Bocchi, Mithos od equivalenti. Standard di qualità boiler: Ariston, COSMOGAS, Ideal Standard od equivalenti. Qualità e provenienza dei materiali Tutti i materiali dell'impianto non specificati in computo devono essere della migliore qualità, ben lavorati e corrispondere perfettamente al servizio a cui sono destinati. I materiali ferrosi devono corrispondere alla prescrizione del decreto Presidenziale 15 luglio 1925. Qualora la Direzione dei Lavori rifiuti dei materiali, ancorché messi in opera, perché essa, a suo motivato giudizio, li ritiene di qualità, lavorazione e funzionamento, non adatti alla perfetta riuscita dell'impianto e quindi non accettabili, la ditta assuntrice, a sua cura e spese, deve sostituirli con altre che soddisfino alle condizioni prescritte. Verifiche e prove preliminari dell'impianto termoidraulico La verifica e le prove preliminari di cui appresso si devono effettuare durante l'esecuzione delle opere e in modo che esse risultino completate prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori: a) verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente l'impianto, quantitativamente e qualitativamente corrisponde alle prescrizioni contrattuali; b) prova idraulica a freddo, se possibile mano a mano che si esegue l'impianto ed in ogni caso ad impianto ultimato, prima di effettuare le prove di cui alle seguenti lettere c) e d). Si ritiene positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe e deformazioni permanenti; c) prova preliminare di circolazione, di tenuta e di dilatazione con fluidi scaldanti dopo che sia stata eseguita la prova di cui alla lett. b).Per gli impianti ad acqua calda portando a 90 °C la temperatura dell'acqua nelle caldaie e mantenendola per il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il complesso delle condutture e dei corpi scaldanti. L'ispezione si deve iniziare quando la rete abbia raggiunto lo stato di regime suindicato valore massimo di 90 °C. Si ritiene positivo il risultato della prova, solo quando in tutti indistintamente i corpi scaldanti l'acqua arrivi alla temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando il vaso di espansione contenga a sufficienza tutta la variazione di volume dell'acqua dell'impianto. L'ispezione si deve iniziare quando la rete abbia raggiunto lo stato di regime col suindicato valore massimo della pressione nella caldaia. Si ritiene positivo il risultato della prova solo quando il vapore arrivi agli utilizzi alla temperatura corrispondente alla pressione prevista e quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti; c) la verifica e le prove preliminari di cui sopra si devono eseguire dalla D.L. in contraddittorio con la Ditta Appaltatrice e di esse e dei risultati ottenuti si deve compilare regolare verbale. Il Direttore dei Lavori, ove trovi da eccepire in ordine a quei risultati, perché non conformi alle prescrizioni del presente Capitolato emette il verbale di ultimazione dei lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale stesso, che da parte della Ditta Appaltatrice sono state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni necessarie. S'intende che, nonostante l'esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, la ditta assuntrice rimane responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo, e fino al termine del periodo di garanzia dell’impianto. Collaudo Il collaudo degli impianti si deve effettuare entro la prima stagione invernale successiva all'ultimazione dei lavori. Garanzia dell'impianto La Ditta appaltatrice ha l'obbligo di garantire l'impianto, sia per la qualità dei materiali, sia per il montaggio, sia infine per il regolare funzionamento fino al termine della prima stagione invernale. Pertanto, fino al termine di tale periodo, la ditta Appaltatrice deve riparare, tempestivamente ed a sue spese, tutti i guasti e le imperfezioni che si verifichino nell'impianto per effetto della non buona qualità dei materiali o per difetto di montaggio o di funzionamento, escluse soltanto le riparazioni dei danni che non possono attribuirsi all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale dell'Amministrazione stessa che ne fa uso, oppure da cattiva qualità dei combustibili impiegati o da normale usura.