Il Project Management Prof. Guido Capaldo Università Federico II di Napoli PERCHE’ E’ NECESSARIA LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA E DELLE TECNICHE DEL PROJECT MANAGEMENT? UN’ORIGINE ANTICA MA………… • Chi di voi volendo costruire una torre non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo dicendo “Costui ha iniziato a costruire ma non è stato capace di finire il lavoro?” (Luca, 14, 28-30) AI NOSTRI GIORNI……………….. • In base ai dati dell’Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) nel 2014 le opere incompiute erano 868 UN’ORIGINE ANTICA MA………… La Torre di Babele come esempio e metafora di assenza di un adeguato approccio al coordinamento ed al sistema di comunicazione tra quanti, che parlando “lingue diverse”, avrebbero dovuto collaborare per il perseguimento di un fine comune (Gerosa, 2008) Ancora oggi si parlano “lingue diverse” tra: • Le funzioni aziendali (marketing, R&S, ufficio tecnico, produzione, amministrazione) che concorrono allo sviluppo di un nuovo prodotto • Committenza, progettazione ed esecuzione di Opere Pubbliche • Progettisti ed utenti di sistemi di gestione aziendale (programmazione, valutazione,etc) ed utilizzatori dei sistemi • Etc. LA NASCITA DELLA DISCIPLINA DEL PROJECT MANAGEMENT • F.W. Taylor (1865-1915): ricerche e proposte di metodi per la pianificazione delle attività, i metodi di lavoro, la gestione dei tempi, etc. • H.R. Gantt (1861-1919): “carte” o “diagrammi” di avanzamento programmato delle attività, registrazione delle macchine, registrazione delle risorse. Molto chiare e semplici e quindi facilmente comprensibili sia al management che ai lavoratori (Gerosa, Somma 2011) LA NASCITA DELLA DISCIPLINA DEL PROJECT MANAGEMENT • Progetto Manhattan (1942-46) fu il nome di un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale. Fu condotto dagli Stati Uniti d'America con il sostegno di Regno Unito e Canada. • Elevata complessità, tempi limitati, risorse ingenti, enorme sforzo organizzativo: esigenza di sviluppare un approccio metodologico che consentisse di programmare, coordinare e monitorare il progetto (Sistema di Project Management) e di istituire una figura responsabile dell’andamento del progetto in tutte le fasi del suo ciclo di vita (ideazione, programmazione e organizzazione, esecuzione, monitoraggio): il Project Manager • Il coordinamento gestionale amministrativo fu affidato con pieni poteri al generale L. Groves che riportava direttamente al Presidente degli Stati Uniti LA NASCITA DELLA DISCIPLINA DEL PROJECT MANAGEMENT • L’organizzazione per progetti si inizia a diffondere a partire dagli anni ‘50 in particolare nei Settori della Difesa e dello Spazio impegnate a “sostenere” la competizione tra URSS e USA nella “Guerra Fredda”: impiego di tecnologie di frontiera e conseguenti rischi da gestire, esigenze di appropriati metodi, tecniche e strumenti per pianificare e controllare prestazioni,tempi e costi • A partire dagli anni ‘60 diffusione del metodo PERT (Program Evaluation and Review Technique e successivamente della Work Breakdown Structure (WBS) e degli strumenti di Schedule, Planning and Control e,più avanti del metodo dell’Earned Value (monitoraggi integrato avanzamento, tempi e costi) • Ulteriore diffusione del metodo PERT in altri settori industriali (Petrolchimico, Chimico, etc) grazie anche all’utilizzo dei computer • Diffusione delle strutture organizzative “a matrice” e conseguente ricorso alla figura del Project Manager come “integratore e coordinatore” di competenze e risorse aziendali diffuse nei diversi settori (Gerosa, Somma 2011) LA NASCITA DELLA DISCIPLINA DEL PROJECT MANAGEMENT • A partire della fine degli anni ‘60 esigenza di condivisione delle “practices” di Project Management e di definizione di “standard metodologici”. • Nascita di Istituti come ad esempio l’International Project Management Association (IPMA), il Project Management Institute (PMI), l’Istituto Italiano di Project Management (ISIPM) che promuovono la crescita e la cultura del Project Management nei diversi settori e la condisione di standard metodologici, periodicamente aggiornati, che costituiscono la base di riferimento per la certificazione delle competenze dei Project Manager INTRODUCTION PMI (Project Management Institute) ® Origin: founded in '69 as a not-for-profit organization Mission: promote the culture of Project Management; it is the professional organization on project management more widespread in the world, with headquarters in the USA and members all over the world. Members: 390.000 (they were 8,500 in '93 and 2.000 in '70), through Nov. 2012 PMP®certified: 482.000 (3.550 in Italy as of jan), through Nov. 2012 Activities: - Definition of standards - Certification of project manager (PgMP®, PMP®, CAPM®, PMI-RMP®, PMI-SP®) - Organization of seminars and conferences worldwide - Publication of books, journals, articles, research - Promotion of training programs - Communities, Interest Groups - National Chapters, three in Italy: Northern, Rome, Southern INTRODUCTION PMBOK® GUIDE A Guide to the Project Management Body Of Knowledge (PMBOK), is PMI’s most popular publication (nearly 4 million copies in circulation). PMBOK Guide is a ANSI-PMI 99-001-2008 standard. First version was published in 1987. Last version: "Fifth edition" in pre-order available from December 2012. There are also official translations in Italian and eleven other languages. PMBOK is a book which presents a set of standard terminology and guidelines for project management. It includes knowledge, skill, methods and techniques generally accepted as best practices. Generally accepted means that knowledge and practices are applicable in most projects and there is a wide consensus on their utility. This standard contains the fundamental practices that all project managers need to attain high standards and project excellence. PMBOK is adopted by CNIPA - Center National for Computer Science in Public Administration - as best practice / standard on quality of ICT goods and services. This course is based on PMBOK Guide Fourth Edition – (2008) INTRODUCTION PROCESS GROUPS (1 of 2) PROCESS = Set of actions and activities coordinated and directed to a specific set of products, services or results. input output Activities tools and techniques The processes are organized into 5 PROCESS GROUPS . Source: PMBOK ® Guide Fourth Edition 2008 INTRODUCTION PROCESS GROUPS (2 of 2) n INITIATING = Defines and authorizes the project n produces the project charter n PLANNING = Defines in detail the scope of the project, the objectives and actions needed to achieve them n produces the project management plan n EXECUTION = Integrates people and other resources to carry out the planned activities n produces results of the project n MONITORING AND CONTROL = Observes and measures the progress of the project to highlight any deviations from the plan and the actions needed n produces reporting, change request evaluated, updates to the project documentation n CLOSING = Formalizes acceptance of project results and leads to an ordered conclusion n produces the project closure PROCESSES WITH RESPECT TO KNOWLEDGE AREAS (1 of 2) INTRODUCTION Each process belongs to exactly one process group and exactly one knowledge area . Source: PMBOK ® Guide Fourth Edition 2008 PROCESSES WITH RESPECT TO KNOWLEDGE AREAS (2 of 2) Source: PMBOK ® Guide Fourth Edition 2008 INTRODUCTION INTRODUCTION IPMA - THE EYE OF COMPETENCE 3.0 ICB IPMA Competence Baseline Behavioural Competences Technical Competences Contextual Competences 15 Elements of BEHAVIORAL COMPETENCES Relationships and interrelationships between individuals and groups working on projects 11 Elements of CONTEXTUAL COMPETENCES 20 Elements of TECHNICAL COMPETENCES Interaction of the project team with the context in which the project takes place Methodologies, techniques and tools of Project Management 46 SKILLS IPMA COMPETENCE ELEMENS Technical Competences Behavioural Competences Contextual Competences covered in this course covered in other business contexts INTRODUCTION LA NORMA ISO 21500 • ISO:federazione internazionale degli enti nazionali di standardizzazione e unficazione Finalità dello standard ISO 21550 è quella di fornire: • un orientamento generale per il project management nei diversi settori e campi di impiego (ogni tipo di organizzazione, ogni tipo di progetto sia semplice che complesso) • un “syllabus” comune basato su 18 termini essenziali • un “minimo indispensabile” di pratiche da seguire per garantire una efficace conduzione dei progetti • la descrizione di gruppi di processi, processi e corrispondenti “aree di conoscenza” in cui si articolata il Sistema di Project Management PROGETTO DI NORMA UNI U83.00.078.0 • Attività professionali non regolamentate-Project Manager-Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza ARTICOLAZIONE • Premessa • Introduzione • 1. Scopo e campo di applicazione • 2. Riferimenti normativi • 3. Termini e definizioni • 4. Compiti e attività specifiche della figura professionale • 5. Competenze associate all’attività professionale • 6. Elementi per la valutazione e la convalida della qualifica • Appendice A (informativa) Indicazioni per la compilazione del CV e delle schede di progetto Appendice B (informativa) Principi etici e di comportamento • Appendice C (informativa) Elementi per l’organizzazione e la valutazione delle prove di esame Appendice D (informativa) Bibliografia COSA E’ UN PROGETTO Uno “sforzo”: • Non ripetitivo • finalizzato al raggiungimento di specifici obiettivi, chiari, realistici, misurabili • da conseguire entro un predefinito intervallo di tempo, • attraverso un insieme di attività aventi obiettivi, tempi, durata e schedulazione ben definiti • utilizzando un insieme di risorse di diversa natura, il cui ammontare deve essere accuratamente stimato, programmato e rispettato • che richiede il coinvolgimento di risorse esterne e/o di risorse interne (a tempo pieno o parziale) provenienti da diverse unità organizzative • soggetto a possibili rischi ossia al verificarsi di eventi di diversa natura che potrebbero insorgere con differenti probabilità e che potrebbero avere un impatto sul rispetto degli obiettivi, dell’arco temporale previsto, del budget programmato • la cui realizzazione richiede uno specifico sistema di pianificazione, programmazione, monitoraggio e controllo e la cui direzione è affidata ad una specifica figura professionale: il Project Manager. INTRODUCTION WHAT IS A PROJECT EXAMPLES Building a new home Launch a new product Replace an application of the information system Migrate a group of branches from one bank to another Deliver a training course Create a website .... The production of an industrial batch is a project ? No, because the result (and the work to get it) is not unique Serving a customer at the desk is a project? No, because beginning and end are not planned “ad hoc” Create a new product is a project? Yes, it is temporary and unique endeavor INTRODUCTION EXAMPLE 4 Design your project (real or unreal) Name of the project Objectives Short description Duration (Start – Finish) Effort/resources Characteristic aspects (uniqueness) INTRODUCTION PRODUCT LIFE CYCLE AND PROJECT LIFE CYCLE Product life cycle = Steps from concept to disposal of a product / service. Example: conception - high level design - detailed design - development testing - marketing - production & operation - withdrawal; each step can be mapped as a separate project or a phase of a project. A project can include multiple steps. Project life cycle = A project life cycle is a collection of generally sequential and sometimes overlapping project phases whose name and number are determined by the management and control needs of the organization or organizations involved in the project. The methodology of project management, i.e. PMBOK® . Source: PMBOK ® Guide Fourth Edition 2008 INTRODUCTION VARIABLES AT PLAY Managing a project means to govern resources against objectives. The key variables refer to the "project management triangle (triple constraint)": TIME TIME COST COST human resources QUALITY € QUALITY '' means RESULT (SCOPE) RESULTS (scope) produce ability to provide services other output (intermediate, for support, knowledge and other intangible assets, project management documentation, knowledge base, etc. ....) INTRODUCTION STAKEHOLDERS Stakeholders are people or external and internal organizations who are actively involved in the project or whose interests may be positively or negatively affected by the performance or completion of the project other projects other business functions .... regulatory bodies management end-users Functional manager PROJECT TEAM competitors Program/Project manager Sponsor shareholders customers PMO other ... suppliers INTRODUCTION STAKEHOLDERS Often have conflicting expectations and objectives Differences should be resolved in favor of customer / user Stakeholder management is a proactive task The project manager must identify all stakeholders and incorporate their needs into the project INTRODUCTION MANAGING A PROJECT Project management = Application of knowledge, methods, tools and techniques to project activities in order to satisfy the requirements and minimize the risks. It consists of applying the processes described in the PMBOK® Guide (42 processes, divided into 9 Knowledge Areas and 5 Process Groups). Of primary relevance: • identify the requirements • manage needs and expectations of stakeholders • balance the constraints of the project, in permanent competition with each other TIME COST QUALITY RESULT (SCOPE) IL PROJECT MANAGEMENT • Il Project Management è, dal punto di vista organizzativo-gestionale, l’insieme di tutte le attività a supporto della realizzazione del progetto e del raggiungimento dei suoi obiettivi. • Per obiettivi intendiamo l’insieme dei seguenti elementi: • il rispetto dei livelli qualitativi prestabiliti in relazione agli output da realizzare ed il soddisfacimento delle specifiche esigenze degli stakeholder del progetto • il rispetto dei tempi previsti • il rispetto del budget predefinito. • Le attività che costituiscono il Project Management costituiscono un sistema integrato di pianificazione, monitoraggio e controllo del progetto, nel senso che devono consentire di programmare e controllare il progetto rispetto a tutte e tre le dimensioni sopra riportate. POTENZIALITA’ DEL PROJECT MANAGEMENT NELLA PA • Erroneamente si è portati a ritenere che la cultura del Project Management riguardi solo le Aziende Private e che, nella PA, essa possa interessare solo un numero limitato di Settori, prevalentemente di tipo tecnico o informatico. • Non è così perché la Pubblica Amministrazione è una organizzazione complessa, articolata e decentrata, nella quale i progetti costituiscono, in tutti i Settori, un elemento importante e ricorrente. Si pensi a tutte quelle iniziative che occorre realizzare per rispondere ai “nuovi” bisogni dei cittadini e delle comunità o a tutte le attività da realizzare per far si che le spinte al cambiamento di diversa natura (normativa, tecnologica, organizzativa, etc.) possano portare ad innovazioni di successo. In tutti questi casi portati ad esempio siamo in presenza di “progetti” da realizzare. POTENZIALITA’ DEL PROJECT MANAGEMENT NELLA PA • L’adozione dell’approccio “per progetti” nella PA non deve essere riduttivamente considerato come la sola introduzione di strumenti metodologici per migliorare le prestazioni dei progetti. • La diffusione del Project Management nella gestione della Pubblica Amministrazione può comportare un importante cambiamento nella cultura organizzativa, orientare il comportamento degli attori coinvolti nella realizzazione dei servizi, accrescere il valore e aumentare il senso di appartenenza all’Amministrazione. LE REGOLE FONDAMENTALI DEL PROJECT MANAGEMENT • • • • definire ed esplicitare gli obiettivi da raggiungere identificare le risorse necessarie e disponibili per raggiungere il risultato pianificare le modalità operative attraverso le quali ottenere il risultato definire l’insieme dei criteri attraverso i quali valutare il raggiungimento del risultato • controllare periodicamente l’avanzamento delle attività, i risultati parziali conseguiti, il rispetto dei tempi e dei costi predefiniti • analizzare periodicamente gli scostamenti tra quanto previsto e quanto realizzato, mettendo in atto appropriati interventi correttivi per ridimensionare gli scostamenti • valutare il risultato raggiunto LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO 1. DEFINIZIONE DELLO SCOPO – Perché è necessario realizzare il progetto? Quali obiettivi? Quando il progetto potrà dirsi completamente realizzato? – Gli obiettivi sono specifici? Misurabili? Raggiungibili tenuto conto delle risorse di cui si potrà disporre? – Quali saranno i beneficiari degli output del progetto? Sono adeguatamente esplicitare le loro aspettative? Occorre contattarli per acquisire ulteriori informazioni? – Quali saranno i principali output del progetto, ossia cosiddetti deliverable del progetto? – Quali sono i requisiti che dovranno essere rispettati dai derivable del progetto? LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO (SEGUE) 2. COME DOVREMO PROCEDERE? 2.1 Come scomporre lo scopo del progetto in un insieme di specifiche attività necessarie per il suo raggiungimento? 2.2 Come identificare le attività elementari rispetto alle quali poter poi effettuare la stima delle risorse, dei tempi e dei costi? 2.3 Come evitare ridondanze e sovrapposizioni tra le attività? 2.3 Come verificare che le attività definite siano necessarie e sufficienti a raggiungere lo scopo? 2.4 Come rappresentare graficamente tali attività? 2.5 Come identificare, rispetto alle attività elementati,quali sono le risorse che occorrerà impiegare? 2.6 Come identificare, per ciascuna attività elementare, le diverse tipologie di responsabilità (responsabilità esecutiva, responsabilità di approvazione, responsabilità di fornire informazioni, etc.)? LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO (SEGUE) 3. CHI FARA’ COSA? 3.1 Quali risorse professionali, interne all’organizzazione, dovranno partecipare alla realizzazione del progetto? 3.2 Le loro competenze professionali sono adeguate agli obiettivi del progetto? In caso negativo come rafforzarle? In quali tempi? Attraverso quali modalità? 3.3 Abbiamo verificato la necessaria disponibilità di tempo da dedicare al progetto da parte delle risorse interne, tenuto conto della loro disponibilità e motivazione, dei coloro carichi di lavoro, del loro “capo”, dei rapporti che abbiamo con il loro “capo”? 3.4 Ai fini della realizzazione del progetto occorrono competenze professionali non corrispondenti a risorse interne? In caso affermativo abbiamo individuato le opportune risorse esterne? 3.5 Abbiamo verificato la disponibilità delle risorse esterne rispetto a tempi e budget del progetto? LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO (SEGUE) 4. STIMA DELL’IMPEGNO PER LA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ 4.1 Quale è l’impegno programmato, in giorni/uomo (ossia il cosiddetto effort ) per ciascuna ciascuna delle risorse professionali che dovranno realizzare i deliverable delle attività elementari (esempio: giorni uomo per effettuare 100 interviste, giorni uomo per redigere il report dell’analisi dei fabbisogni, giorni uomo per la progettazione di un modulo formativo, etc.) 4.2 Qual’è l’impegno programmato, per ciascuna attività elementare, di risorse di altra natura, come ad esempio strumenti, sw, servizi professionali, etc? ( numero ore di impegno di postazioni PC, numero ore di impegno di laboratori, etc) LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO (SEGUE) 5. SCHEDULAZIONE (CALENDARIZZIONE) DELLE ATTIVITA’ E STIMA DELLA DURATA DEL PROGETTO 5.1 Quali sono i vincoli di precedenza tra le attività elementari? Ad esempio, data una certa attività: quali attività dovranno necessariamente essere completate per poter dare inizio a tale attività? Quali altre attività non potranno essere iniziate se l’attività della quale stiamo parlando non viene completata? 5.2 Quale è la durata programmata iniziale del progetto? 5.2 Quale saranno le date “di inizio al più presto” e “di completamento al più presto” per ciascuna attività elementare? 5.3 Quali attività elementari potranno iniziare in ritardo, rispetto alla data di inizio al più presto, senza ritardare la data di completamento del progetto? Quali invece no? LA DEFINIZIONE DEL PIANO DEL PROGETTO (SEGUE) 6. ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO 6.1 Quali eventi rischiosi potrebbero influenzare, in corso d’opera, la durata, i costi e le prestazioni del progetto 6.2 Come identificare e mappare tali eventi? 6.3 Come valutare la probabilità di insorgenza dei rischi? 6.4 Come valutare l’impatto dei rischi su tempi, costi e prestazioni del progetto? 6.5 Come identificare appropriati interventi per la mitigazione del rischio? IL PROJECT MANAGER Il Project Manager è responsabile dell’intero progetto,nel suo complesso, e dei suoi risultati. La specificità del ruolo del Project Manager è il fatto che egli si trova a coordinare individui che, pur essendo selezionati come membri del team di progetto, continuano a fare riferimento, dal punto di vista gerarchico, dai responsabili delle funzioni specialistiche di loro competenza. Per tale motivo il suoruolo non si fonda sull’autorità bensì sull’autorevolezza, sostenuta dalle acclarate e trasparenti competenze del Project Manager e dalla sua capacità di leadership. LE COMPETENZE DEL PROJECT MANAGER Variano al variare della tipologia di progetto e di organizzazione ma comprenderanno, in ogni caso, elementi di: conoscenza ed esperienza diretta di un numero significativo di processi della propria organizzazione (un buon Project Manager non può non avere una esperienza “operativa”) conoscenza e capacità di applicazione di strumenti e tecniche di Project Management capacità di utilizzo di strumenti informatici (comunicazione, reporting, tools per il PM) capacità di comunicazione interna/esterna capacità di leadership capacità di negoziazione interna/esterna al team di progetto capacità di gestione delle risorse umane (saper ascoltare, mostrare attenzione alle esigenze ed ai problemi delle risorse umane, motivare, osservare le dinamiche individuali e di gruppo, gestire i conflitti) capacità di organizzare e gestire in modo efficace le riunioni LE CONDIZIONI ORGANIZZATIVE PER IL SUCCESSO DEL PROJECT MANAGEMENT •Il commitment dell’alta direzione e delle direzioni di area nei confronti del progetto e dei suoi obiettivi, la “presenza” del top management nelle fasi più importati del ciclo di vita del progetto •La diffusione della cultura dell’interfunzionalità: la propensione dei membri dell’organizzazione (manager compresi) ad assumere obiettivi che non riguardano solo gli ambiti della propria unità organizzativa ma che sono relativi anche al miglioramento delle prestazioni delle altre unità organizzative con le quali si interagisce, a lavorare per obiettivi comuni all’interno di un gruppo e l’importanza data a tali aspetti dal sistema di valutazione delle risorse umane •La presenza di sistemi incentivanti che premino coloro che propongono progetti che portino valore aggiunto all’organizzazione ed ai suoi stakeholder e che si impegnano nel portare avanti progetti caratterizzati da obiettivi “sfidanti” LE CONDIZIONI ORGANIZZATIVE PER IL SUCCESSO DEL PROJECT MANAGEMENT la propensione degli sponsor del progetto (coloro che commissionano il progetto, gli utilizzatori finali dei risultati del progetto) ad assicurare al Project Manager le risorse necessarie per il conseguimento degli obiettivi del progetto la propensione degli sponsor del progetto a collaborare attivamente con il Project Manager e con il Project Team a fornire tutte le informazioni necessarie sia a configurare in maniera esaustiva gli obiettivi del progetto sia a realizzare il progetto conformemente alle attese degli stessi sponsor la presenza di una adeguata cultura e di un adeguato sistema di comunicazione, interna ed esterna la presenza di uno o più individui che abbiano le caratteristiche, la cultura e le competenze necessarie per svolgere con efficacia il ruolo di Project Manager.