Spiegazioni intermedie - Dipartimento di Scienze Politiche e

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Le spiegazioni intermedie delle
cause migratorie:
le reti
Prof.ssa Anna Elia
a.a. 2014/15
Spiegazioni intermedie
Teorie dei networks: le reti migratorie
• Definizione:complessi di legami interpersonali
che collegano migranti, migranti precedenti e
non migranti nelle aree di origine e di
destinazione, attraverso i vincoli di parentela,
amicizia e comunanza di origine (Massey)
• Quindi una sorta di modalità organizzativa che ha la
funzione di mediare tra le “condizioni sociali ed
economiche determinate a livello macro” e “gli
effettivi comportamenti migratori soggettivi”
(Ambrosini 2005)
La funzione delle reti
• Reti come “ponti sociali” che attraversano le
frontiere (Portes 1995)
• Migrante come attore sociale dinamico in
grado di mutare la realtà di destinazione e di
provenienza
Le determinanti delle reti
• distanza geografica
• Il fattore tempo
• Ricezione sociale: chiusura/apertura della
società di destinazione sulla base di
rappresentazioni delle collettività a base
etnico-nazionale
• L’appartenenza ad una minoranza
Minoranze etniche
• sono gruppi subordinati all’interno di società
complesse
• acquistano un’autocoscienza di gruppo,
essendo legati da una medesima lingua,
cultura e appartenenza a una storia, una
tradizione e destino condivisi, una comune
posizione sociale (svantaggiata)
• possono in qualche misura trasmettere alle
generazioni successive l’identità minoritaria
Le reti “etniche”
• I vincoli
• Le risorse
I vincoli
• Forme di segregazione occupazionale nei segmenti
inferiori del mercato del lavoro
• Difficoltà di ascesa verso segmenti occupazionali
qualificati – rafforzano forme di segregazione
occupazionale
• Reti coese: rafforzano forme di controllo sociale
(reprimono comportamenti devianti; salvaguardano i
legami di appartenenza; controllo sull’individuo);
• Facilita il formarsi di relazioni di sfruttamento ai
danni dei nuovi arrivati ed il loro coinvolgimento in
circuiti delinquenziali
• Le reti “devianti”: reclutamento di manovalanza per
traffici illeciti o altri reati a scopo di lucro
Le risorse
• Compensano alla debolezza dell’azione istituzionale
nei percorsi di inserimento sociale ed economico
• Offrono sostegno emotivo e psicologico al singolo
• Consentono il formarsi di forme autonome di
organizzazione sociale ed economica: nicchie etniche.
Esempio attività connotate etnicamente ristorazione;
edilizia; panificazione
• Forme emergenti di rappresentanza politica
Reti come “ponti sociali” che attraversano le
frontiere (Portes 1995)
• Ruolo attivo dei migranti nei progetti di
sviluppo dei luoghi di origine (associazionismo
tra migranti)
• Migrante come attore sociale dinamico in
grado di mutare la realtà di destinazione e di
provenienza
Gli elementi distintivi delle reti (1)
• capitale sociale: l’insieme delle risorse
relazionali come risorse di inserimento e di
promozione sociale
Gli elementi distintivi delle reti (2)
• Capitale sociale di solidarietà; Capitale sociale
di reciprocità (Pizzorno 1999)
• La solidarietà vincolata (Portes e
Sensenbrenner 1995). Il sostegno vicendevole
e l’immagine positiva del gruppo di
appartenenza come risorsa.
• Un esempio di riproduzione di reti sociali su
base etnica nei luoghi di destinazione
• I migranti fulbé in Italia: luogo di provenienza
la Valle del Senegal; etnie: toucouleurs e
peuls; lingua pular
• Il consolidarsi delle reti etniche nei luoghi di
destinazione non è da attribuirsi unicamente
all’estensione di legami parentali, amicali o di
comune appartenenza al luogo di origine. Le reti
etniche sono anche il risultato di forme di
espressione e di attualizzazione dell’etnicità (intesa
come comune appartenenza linguistica, nazionalità,
ecc.) (Timera 1996).
Le reti di genere:
il protagonismo delle reti femminili
La femminilizzazione dei processi
migratori
• La femminilizzazione dei processi migratori a partire dagli
anni ‘70 ha assunto una sempre crescente rilevanza
nell’ambito delle migrazioni per lavoro. Le donne danno
vita a catene migratorie e ricongiungimenti familiari.
• CAUSE:
• proliferazione piccole imprese;
• espansione dei servizi;
• sistema di welfare familistico nei paesi dell’Europa
meridionale (emblematico il caso italiano). La vulnerabilità
e la flessibilità delle donne lavoratrici.
• emancipazione femminile delle donne italiane ottenuta
delegando altre donne ai lavori di cura delle persone e delle
abitazioni [Andall 2000]
• Condizione di doppia discriminazione in quanto
donne e in quanto immigrate [Brettel e Simon
1996] : assenza di opportunità di mobilità sociale;
processi di sostituzione tra nazionalità di donne
migranti primo arrivate (nazionalità filippina) e
quelle dell’est Europa;
• alterità culturale quale strumento per definire
situazioni di segregazione nel mercato del lavoro
(stereotipo etnico e di genere: la donna; la
filippina). Tendenza evidente con le ultime
sanatorie.
• Sulla base dei primi studi il transnazionalismo
(Glick Schiller et al.,1992) è dato “ dall’insieme
dei processi attraverso i quali i migranti creano e
sostengono relazioni sociali stratificate che
collegano le società di origine con quelle
d’insediamento” (p.7).
• Partendo da tale definizione è possibile
individuare la figura del transmigrante cioè colui
o colei che partecipa simultaneamente alla vita
dei diversi poli del percorso migratorio
Transnazionalismo riferito
alle donne nell’emigrazione
• Secondo il transnazionalismo la migrazione deve
essere vista sempre meno come mero
spostamento da un contesto all’altro, in una
logica lineare, ma piuttosto come un movimento
continuo, con o senza spostamenti spaziali.
• In alcuni casi siamo di fronte ad individui mobili,
circolanti Catarino e Morokvasic (2005) “migrano
al fine di restare a casa loro”: non s’installano nel
paese di destinazione in cui esercitano un’attività
lucrativa, migrano per non partire perché il loro
ancoraggio è nel paese di origine (p.5).
Maternità transnazionale (Tognetti 2013)
• Mantenersi in stretto contatto, nonostante la distanza
geografica, stante le condizioni tecnologiche disponibili: l’unico
modo per preservare l’unità familiare; per continuare a
mantenere legami affettivi con i figli e con il marito, di fronte
ad una prospettiva di distacco prolungato o che si protrae
indipendentemente dalle scelte migratori iniziali.
• La gestione attiva e continua della maternità transnazionale: le
rimesse e i regali periodici; altre donne che “surrogano” senza
“esautorarla”, in senso alla famiglia, la funzione della madre
migrata.
• La maternità transnazionale come “scelta” (Garofalo 2012)
Famiglia transnazionale (definizione)
• Essa è costituita da individui che, pur legati fra di loro da
legami affettivi o matrimoniali, vivono l’esperienza di famiglia
in contesti diversi, spesso anche fisicamente molto distanti tra
di loro.
• Pertanto la vita familiare transnazionale è intesa come
l’insieme delle relazioni e delle pratiche socializzate finalizzate
a rinsaldare e fortificare, nonostante la distanza, i legami
affettivi e di solidarietà fra i diversi componenti sia migranti
che quelli rimasti al paese di origine [Smith 2006].
• Tema centrale delle famiglie transnazionali sono le modalità
con le quali i diversi membri si mantengono in contatto, che
implicanze hanno queste sulla relazione, sui ruoli di genere e
sui ruoli intra famigliari dei diversi membri
Le famiglie transnazionali
• Protagonismo femminile: potenziale emancipativo;
nuove strategie e responsabilità familiari; emigrazione
come emancipazione;
• Genitorialità transnazionale: donne che lasciano i figli
in patria, affidati a nonni e altri parenti (sensi di colpa,
solitudine, tensione e distacchi affettivi, abbandoni
scolastici)
• La stratificazione dell’accudimento: rinuncia alle
proprie funzioni materne da parte delle donne migranti
[Ambrosini 2008]; le datrici di lavoro italiane assolvono
compiti di regia, coordinamento con l’ambiente
esterno.
Famiglie transnazionali
• Queste forme famiglia possono essere:
• Completamente transnazionale (nessun
componente è stato ricongiunto)
• Parzialmente transnazionale (alcuni
componenti sono stati ricongiunti) in
questo caso possiamo avere:
• coppie ricongiunte con figli al paese;
• genitori e coppie con figli sia qui che là;
• genitori e coppie con figli qui.
• “triplice invisibilità” di queste donne «invisibili
perché non si vedono per strada; invisibili perché
stanno all’interno di un mercato del lavoro molto
particolare, segregato; invisibili perché i
ricercatori o i mass media non le vedono , non le
fanno diventare oggetto della loro attenzione e
quindi non appaiono sulla scena pubblica». (M.
TOGNETTI BORDOGNA (a cura di), Ricongiungere
la famiglia altrove. Strategie, percorsi, modelli e
forme dei ricongiungimenti familiari, Franco
Angeli, Milano 2004, p. 87)
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