ROUSSEAU (I Discorsi: sulle scienze e sull’origine della disuguaglianza) Prof. Michele de Pasquale " ... se avessi potuto scrivere appena un quarto di ciò che vidi e sentii, con quale chiarezza avrei posto in rilievo tutte le contraddizioni del sistema sociale, con quale forza avrei descritto tutti gli abusi delle istituzioni, con quale semplicità avrei dimostrato che l'uomo è naturalmente buono e che soltanto a causa delle istituzioni gli uomini diventano malvagi" (Rousseau, Lettera a Malesherbes) nei Discorsi - Discorso sulle scienze e le arti (1750), Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini (1755) - Rousseau conduce una forte polemica contro l'ipocrisia caratterizzante i rapporti tra gli uomini e contro il conformismo sociale che, snaturando la personalità dei singoli uomini, la modella su schemi precostituiti al di là delle artificiose convenzioni morali, contro la mortificazione e l'appiattimento delle naturali tendenze dei singoli individui, Rousseau tenta di recuperare la semplicità e la spontaneità della natura umana “ Oggi che ricerche più sottili ed un gusto più raffinato hanno riportato a principi ben definiti l'arte di compiacere, nei nostri costumi regna una vile ed ingannevole uniformità, e tutti gli spiriti sembrano usciti dalla stessa forma: la raffinatezza esige, e le buone maniere ordinano senza posa; si seguono sempre le usanze e mai il proprio genio. Non si ha più il coraggio di apparire così come si è, ed in questo stato di perpetua costrizione gli uomini che formano il gregge a cui viene dato il nome di società faranno sempre, messi nelle medesime circostanze, le stesse cose, a meno che non intervengano a distoglierli da ciò alcuni motivi più potenti.” (Rousseau, Discorso sulle scienze e le arti, I) la causa della perdita della naturale varietà psicologica e comportamentale degli uomini va individuata nel progresso delle scienze e delle arti: il processo degenerativo si è sviluppato parallelamente all'incremento delle conquiste scientifiche e artistiche il decadimento morale degli uomini è iniziato con il loro processo di incivilimento e di socializzazione le scienze stesse sono state prodotte dai peggiori sentimenti umani “ L'astronomia è nata dalla superstizione; l'eloquenza dall'ambizione, dall'odio, dall'adulazione, dalla menzogna; la geometria dall'avarizia; la fisica da una vana curiosità; tutte le scienze, ed anche la morale, traggono origine dall'orgoglio umano.” (Rousseau, Discorso sulle scienze e le arti, II) le scienze continuano ad esistere e ad essere coltivate soltanto perché negli uomini i vizi hanno il sopravvento sulle virtù: a che cosa servirebbero le arti, se gli uomini non amassero così sfrenatamente il lusso? a cosa la giurisprudenza se non esistessero le ingiustizie? a cosa si ridurrebbe la storia se non esistessero tiranni e cospiratori? le scienze e le arti, lungi dal migliorare la natura umana, alimentano e perpetuano i vizi da cui traggono la loro origine le scienze, nate dall'ozio, lo nutrono e rendono gli spiriti fiacchi; particolarmente dannosa per la formazione morale si rivela poi l'educazione che viene impartita ai giovani: a questi infatti si insegna di tutto fuorché l'arte di rafforzare il proprio "giudizio", di ottemperare al propri "doveri" e di coltivare virtù quali la magnanimità, l'equità, la temperanza e l'umanità con queste analisi Rousseau chiaramente marciava nella direzione opposta a quella dei suoi amici illuministi per i quali la cultura rappresentava il progresso e la civilizzazione e la sua diffusione evitava la ricaduta nella barbarie giudizi così contrastanti derivano da due visioni opposte della natura umana: mentre la maggior parte dei philosophes è convinta che la vera natura dell'uomo sia la razionalità, Rousseau, dal canto suo, è convinto che la vera natura dell'uomo sia rappresentata da sentimenti prerazionali che ci spingono “ad interessarci ardentemente al nostro benessere e alla conservazione di noi stessi ... e (ad avere) una ripugnanza naturale a veder perire o soffrire qualsiasi essere sensibile, e principalmente i nostri simili.” (Rousseau Discorso sull'origine della disuguaglianza, prefazione) quando a questi elementi prelogici si sono aggiunti gradualmente, per cause varie, "qualità nuove", non inerenti alla natura umana, allora è iniziato il processo di diversificazione degli uomini fra di loro alcuni sono "progrediti" di più assorbendo più elementi extranaturali, altri di meno mantenendosi più aderenti alla loro natura originaria ma gli elementi naturali della nostra personalità e quelli "artificiali" si sono, con il passare del tempo, fortemente amalgamati tra loro che “non è certo una lieve impresa distinguere in tal modo ciò che c'è di originario e ciò che c'è di artificiale nella natura attuale dell'uomo, e individuare in tal modo uno stato che non esiste più, che non è mai esistito, che probabilmente non esisterà mai, e di cui è tuttavia necessario possedere una nozione esatta, per poter giudicare bene il nostro presente”. (Rousseau Discorso sull'origine della disuguaglianza, prefazione) il tentativo di recuperare la natura originaria dell'uomo non è operato con l'intento di ricondurre l'uomo ad una mitica felicità presocietaria, non è un tentativo indirizzato ad un assurdo antistorico ritorno all'indietro, ma è il tentativo di possedere in modo esatto la nozione di natura umana per usarla come "norma", come "criterio" di valutazione del presente il miglioramento delle condizioni sociali e politiche dell'umanità può realizzarsi soltanto se possediamo una regola di condotta ideale come parametro di riferimento il mito dell'uomo naturale, del "buon selvaggio" che vive felice in armonia con i suoi simili e con la natura stessa, si rivela un criterio utile per capire i procedimenti attraverso cui l'umanità gradualmente è stata costretta a rinunciare alla sua spontaneità e a lasciarsi modellare artificialmente dalle convenzioni sociali e dai ritrovati delle arti e delle tecniche solo dopo che questi procedimenti sono stati capiti, si potrà sperare di intervenire per cercare di cambiare il presente correggendolo alla luce dell'ideale, originaria natura umana la causa principale dei mali che hanno accompagnato in maniera sempre crescente l'uomo nella storia va individuata nella diseguaglianza sociale generata dalla legittimazione del principio di proprietà è questa legittimazione di un sopruso il vero peccato originale commesso dall'umanità da questo atto derivarono tutti i mali che hanno gradualmente snaturato l'umanità fino a renderla ormai un organismo artificiale agente dietro sollecitazioni e spinte estranee “ La prima persona che, avendo cinto un terreno, ha proclamato questo è mio, ed ha trovato altri così ingenui da credergli, è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassini, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano qualcuno che, strappando i pali o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: guardatevi dall'ascoltare questo impostore! se dimenticherete che i prodotti sono di tutti, e che la terra è di nessuno, voi sarete perduti.” (Rousseau, Discorso sull'origine della disuguaglianza, II ) il riconoscimento della proprietà ha automaticamente cancellato l''uguaglianza fra gli uomini da quel momento in poi sono esistiti i ricchi e i poveri e il lavoro è diventato obbligatorio per questi ultimi “ … le vaste foreste si sono mutate in campagne ridenti che furono bagnate dal sudore degli uomini ed in cui si videro ben presto la schiavitù e la miseria germogliare e crescere con le messi.” (Rousseau Discorso sull'origine della disuguaglianza, II ) a sua volta la divisione delle terre fece nascere il diritto: i proprietari pretesero delle leggi che difendessero e salvaguardassero il loro possesso l'umanità, allora, si divise ulteriormente in potenti, dalla cui parte era schierata la legge, e in deboli, sui quali questa legge gravava con la nascita del principio giuridico che fissava per sempre la legge della proprietà e della disuguaglianza, era ormai completamente distrutta ogni possibilità di ritorno alla libertà naturale “ … Trasformando un'abile usurpazione in un diritto irrevocabile, sottomettendo ormai tutto il genere umano, per il profitto di qualche ambizioso, al lavoro, alla servitù e alla miseria…” (Rousseau Discorso sull'origine della disuguaglianza, II) si era così distrutta la naturale socialità degli uomini e si era data vita alla " società civile“ quando poi il potere non si sentì vincolato neppure dalle leggi e cominciò ad agire in modo arbitrario, allora la disuguaglianza produsse "l'antitesi tra padrone e schiavo" che costituisce il grado estremo della disuguaglianza nei due Discorsi Rousseau ha operato una vera e propria requisitoria contro la società e contro i "miti" del progresso e dell'incivilimento continuo ha mostrato la genesi di certi mali sociali ha fornito, soprattutto, il criterio cui ispirarsi in un eventuale tentativo di riforma e di correzione delle storture della società Rousseau vuole mostrare come si possa correggere l'artificiosità e l'innaturalità che ormai, nell'uomo, nella famiglia e nello stato, hanno sostituito la "vera natura “: a tal fine scrive quasi contemporaneamente tre opere Emilio delinea una nuova forma di educazione capace di fortificare, e non di cancellare, la spontaneità dell'educando Nuova Eloisa vuol mostrare su quali sentimenti naturali debba nascere la famiglia Contratto sociale vuole chiarire in che modo è possibile un "ritorno alla natura" sul piano politico e sociale