PATOGENESI DEL DIABETE TIPO 2 Insulinoresistenza deficit -cellulare DIABETE TIPO 2 INSULIN RESISTANCE: THE ORIGIN OF SEVERAL ABNORMALITIES IN TYPE 2 DIABETES AND THE METABOLIC SYNDROME Hypertension Thrombophilia Hyperglycemia Hyperuricemia Dyslipidemia INSULIN RESISTANCE INSULIN RESISTANCE INSULIN RESISTANCE COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE Microangiopatia - retinopatia ---> cecità - nefropatia ---> insufficienza renale Macroangiopatia - infarto, ictus, vasculopatia arti inferiori e carotidi, gangrena e amputazioni, etc. Neuropatia - sensitiva (dolori e perdita di sensibilità) - motoria (paralisi, atrofia muscolare) - autonomica (alterato assorbimento nutrienti, ipotensione ortostatica, aritmie, morte improvvisa, piede diabetico, etc.) TERAPIA FARMACOLOGICA DEL DIABETE • Insulina* • Ipoglicemizzanti orali – stimolanti la secrezione insulinica* – sensibilizzanti all’azione insulinica – interferenti con l’assorbimento intestinale dei carboidrati *: possono causare ipoglicemia Esercizio fisico nel diabete - implicazioni • Effetti benefici dell’esercizio fisico sulla malattia (prevenzione, terapia, complicanze) • Alterazioni nell’adattamento all’esercizio fisico legate al diabete, all’insulinoresistenza e alla terapia • Rischi legati alle complicanze già presenti Problematiche specifiche dell’anziano Glucosio Lattato Corpi chetonici Contributo percentuale dei diversi substrati come fonte energetica durante esercizio fisico 100 Glicogeno muscolare FFA ematici 75 Glucosio ematico 50 25 0 glicogeno 1 2 captazione di glucosio + FFA 3 4 ore captazione glucosio captazione FFA Glicemia (mg/dl) 180 100 NORMALE 8 12 16 20 24 ore Principali ormoni coinvolti nell’omeostasi glicemica Glucagone Catecolamine Cortisolo GH Insulina iperglicemia ipoglicemia REGOLAZIONE INSULINICA DELL'UTILIZZO DI GLUCOSIO - Tessuti insulinodipendenti (muscolo, grasso, fegato): tessuti di deposito, possono utilizzare glucosio solo in presenza di insulina - Tessuti non insulinodipendenti (sistema nervoso, globuli rossi): tessuti vitali, utilizzano glucosio anche in assenza di insulina REGOLAZIONE ENDOCRINA DELL’OMEOSTASI GLUCIDICA Ormoni controinsulari Insulina FEGATO _ SANGUE Glucosio + _ + MUSCOLO/ TESS. ADIP. SNC/GR REGOLAZIONE ENDOCRINA DELL’OMEOSTASI GLUCIDICA Ormoni controinsulari Insulina FEGATO SANGUE Glucosio + _ + _ MUSCOLO/ TESS. ADIP. SNC/GR INTESTINO Principali risposte ormonali all’esercizio fisico Aumentano: Glucagone Catecolamine Cortisolo GH iperglicemia Si riduce: Insulina ipoglicemia REGOLAZIONE ENDOCRINA DELL’OMEOSTASI GLUCIDICA DURANTE ESERCIZIO FISICO Ormoni controinsulari Insulina FEGATO + _ + _ SANGUE TESSUTI INSULINODIP. Glucosio MUSCOLO CHE LAVORA SNC/GR FATTORI CHE AUMENTANO LA CAPTAZIONE MUSCOLARE DI GLUCOSIO DURANTE ESERCIZIO - Aumento del flusso sanguigno ai muscoli in attività - Apertura dei capillari con aumento del letto vascolare - Reclutamento di trasportatori del glucosio (GLUT-4) Effetto dell’insulina e della contrazione sui GLUT-4 Insulin • • •• Exercise Glucose • • • •• • • • • • •••• • paracrine Plasma membrane Autocrine IRS-1 ? PI3-kinase Rab4 • • (no adenosine?) • • • • • • • • contraction ? MAPK/JNKp38 Chronic adaptations? GLUT4 Vesicles calcium Transverse tubule Sarcoplasmatic reticulum Trasporto (nmol/g min) Curve dose-risposta fra concentrazione di glucosio e trasporto del glucosio nel muscolo in vitro contrazioni+insulina 400 300 riposo+insulina (10mU/ml) contrazioni (48/min) 200 100 riposo citocalasina B 0 0 10 20 glucosio (mmol/l) 30 (da Nesher et al, 1985) EFFETTI DELLA CONTRAZIONE SUL TRASPORTO DEL GLUCOSIO NEL MUSCOLO Aumentato rapporto AMP/ATP Attivazione Kinasi AMPdipendente Traslocazione GLUT4 Principali risposte ormonali all’esercizio fisico Aumentano: Glucagone Catecolamine Cortisolo GH iperglicemia Si riduce: Insulina ipoglicemia Regolazione endocrina della mobilizzazione delle riserve energetiche Catecolamine T. adiposo Lipolisi acidi grassi GH Glucagone Fegato glicogenolisi chetogenesi neoglucogenesi chetoni glucosio Cortisolo Muscolo Proteolisi aminoacidi GH Produzione ATP Sintesi proteica Ruolo degli ormoni controinsulari nell’adattamento all’esercizio fisico Effetti emodinamici • aumento gettata cardiaca • ridistribuzione del flusso sanguigno Effetti metabolici • aumento glicogenolisi muscolare • aumento produzione epatica di glucosio • aumento lipolisi e chetogenesi • riduzione utilizzazione del glucosio Effetti ventilatori • broncodilatazione • aumento frequenza respiratoria Significato della riduzione dell’insulinemia nell’adattamento all’esercizio fisico • favorisce l’effetto di stimolo degli ormoni controinsulari su produzione epatica di glucosio e lipolisi • modula l’effetto iperglicemizzante degli ormoni controinsulari • riduce la captazione di glucosio nei muscoli non impegnati nella contrazione • non impedisce l’aumento della captazione di glucosio nel muscolo in attività Effetti acuti dell’esercizio fisico sulla produzione e utilizzazione di glucosio • Aumento utilizzazione muscolare di glucosio, malgrado la riduzione dei livelli di insulina (aumento sensibilità periferica all’insulina) • Aumento produzione epatica di glucosio (glicogenolisi + neoglucogenesi), a bilanciare l’aumentato consumo e garantire l’apporto del substrato per muscolo e SNC • Graduale sostituzione del glucosio con gli acidi grassi come substrato energetico muscolare • Nell’esercizio protratto riduzione progressiva della glicemia DIABETE MELLITO Tipo 1 : carenza assoluta di insulina - esordio in genere in età giovane - peso in genere normale Tipo 2 : carenza relativa + inefficacia dell’insulina (insulinoresistenza) - esordio in genere in età adulta/senile - spesso associato a obesità DIABETE MELLITO Tipo 1 : carenza assoluta di insulina - esordio in genere in età giovane - peso in genere normale Tipo 2 : carenza relativa + inefficacia dell’insulina (insulinoresistenza) - esordio in genere in età adulta/senile - spesso associato a obesità Il soggetto con diabete tipo 1 può fare attività fisica? Steve Redgrave 5 volte oro olimpico (1984,1988,1992,1996,2000) Diabete tipo 1 E’ utile che il soggetto con diabete tipo 1 faccia attività fisica? Effetti dell’esercizio fisico su insulinemia e glicemia nel diabete tipo 1 riposo esercizio insulinemia (mU/l) insulina/colazione glicemia (mmol/l) . insulina/colazione . . esercizio esercizio 16 12 12 9 8 6 4 3 0 0 0 40 minuti 80 120 160 0 40 minuti 80 120 160 (Ronnemaa e Koivisto, 1988) Mortalità a 7 anni in pazienti diabetici di tipo 1 (n=548) suddivisi in quintili di attività fisica 25 20 p=0.001 % 15 10 5 0 1 2 3 4 Quintili di attività fisica 5 (Moy et al, 1993) REGOLAZIONE ENDOCRINA DELL’OMEOSTASI GLUCIDICA Ormoni controinsulari Insulina FEGATO _ SANGUE Glucosio + _ + MUSCOLO/ TESS. ADIP. SNC/GR Insulina esogena Principali fattori che influenzano la risposta glicemica all’esercizio nel diabete tipo 1 • terapia insulinica – tipo di insulina e dose – distanza di tempo dalla somministrazione – sito di iniezione (evitare arto esercitato) • controllo metabolico del momento • alimentazione prima e durante l’esercizio • intensità e durata esercizio • temperatura esterna Andamento dell’insulinemia durante esercizio nel diabete insulino-trattato insulinemia iperinsulinemia normoinsulinemia (stabile) soggetto non diabetico ipoinsulinemia durata esercizio Inconvenienti di un deficit di insulina durante esercizio fisico • ridotta captazione di glucosio nel muscolo che lavora, con scadimento della performance • mancato bilanciamento effetto iperglicemizzante degli ormoni controinsulari, con aumento della glicemia • eccessiva mobilizzazione di acidi grassi, con aumentata sintesi chetoacidi e rischio acidosi Inconvenienti di un eccesso di insulina durante esercizio fisico • aumento captazione di glucosio indotto dalla attività muscolare, con rischio di ipoglicemia (che persiste anche dopo l’esercizio) • inibizione mobilizzazione acidi grassi, con ridotta disponibilità di substrati energetici alternativi al glucosio Principali fattori determinanti il tipo di risposta della glicemia all’esercizio in pazienti con diabete tipo 1 • Riduzione della glicemia - iperinsulinemia relativa - esercizio protratto (>30-60 min) o intenso - distanza dal pasto > 3h/mancanza di spuntini • Glicemia stabile - esercizio di breve durata - insulinemia e alimentazione adeguate • Aumento della glicemia - ipoinsulinemia - esercizio estenuante - eccesso di carboidrati prima/durante esercizio Esercizio fisico e diabete tipo 1 Principi fondamentali da seguire • • • • • • Avere una buona conoscenza della malattia e degli effetti dell’esercizio Intensificare l’autocontrollo in occasione dell’esercizio per prevenire effetti metabolici sfavorevoli e per saggiare la risposta individuale allo sforzo e ai provvedimenti adottati Assumere supplementi di carboidrati nel corso dell’esercizio in caso di sforzo protratto o di sintomi di ipoglicemia Sottoporsi a controlli medici regolari Rendere nota la malattia ad un compagno/allenatore Evitare sport particolari (roccia, immersione subacquea) Attività fisica e diabete Adattamento della terapia - Ridurre la dose di insulina precedente ed eventualmente successiva all’esercizio fisico, tenendo presente il valore della glicemia - Se la riduzione non è possibile, prevedere un aumentato consumo di glucosio e compensarlo, se necessario, con aumentata introduzione di carboidrati - Sperimentare le reazioni individuali all’esercizio fisico e verificare la risposta ai vari aggiustamenti adottati Attività fisica nel diabete insulino-trattato - automonitoraggio - • controllare le urine prima (chetonuria e glicosuria) • controllare la glicemia prima (se possibile durante) e dopo Attività fisica e diabete tipo 1 Norme pratiche generali - controllare la glicemia e la chetonuria prima di iniziare l’esercizio fisico • con chetonuria: NO ESERCIZIO FISICO • con glicemia non elevata: INGERIRE CHO - Attenzione all’ipoglicemia durante e dopo: al primo segno di malessere assumere bevande zuccherate o caramelle Esercizio fisico programmato nel diabete insulino-trattato 1. Ridurre la dose di insulina pronta precedente 2. Iniziare l’attività fisica 1-2 ore dopo il pasto 3. Iniettare l’insulina in zone non interessate dall’attività fisica 4. Nelle ore successive assumere un supplemento di carboidrati, se necessario (misurare glicemia) Esercizio fisico non programmato nel diabete insulino-trattato 1. Se la glicemia è vicina alla norma, ingerire CHO subito e quindi ogni 20-30 minuti 2. Se la glicemia e sopra la norma, iniziare l’esercizio e assumere CHO dopo 20-30 minuti 3. Se l’esercizio fisico è intenso e protratto, ridurre la dose insulinica successiva e/o aumentare l’apporto di CHO DIABETE MELLITO Tipo 1 : carenza assoluta di insulina - esordio in genere in età giovane - peso in genere normale Tipo 2 : carenza relativa + inefficacia dell’insulina (insulinoresistenza) - esordio in genere in età adulta/senile - spesso associato a obesità Esercizio fisico nel diabete tipo 2 - elementi da tenere presenti • Effetti benefici dell’esercizio fisico sulla malattia (prevenzione, terapia) e sui fattori di rischio CV spesso associati • Alterazioni nell’adattamento all’esercizio fisico legate al diabete e all’insulinoresistenza • Rischi legati alle complicanze già presenti Problematiche specifiche dell’anziano PREVALENZA DEL DIABETE IN RAPPORTO ALL’ ETA’ 20 Mirano Study (20-59 anni – con OGTT) Brunico Study (40-80 anni – con OGTT) Vicenza Study (tutte le età) Verona Study (tutte le età) 15 % 10 5 0 ≤9 10-19 20-29 30-39 anni 40-49 50-59 60-69 ≥ 70 Effetti di una singola seduta di esercizio sulla omeostasi glucidica • Aumento dell’utilizzazione del glucosio • Aumentata sensibilità all’insulina per la captazione del glucosio Gli effetti possono persistere per diverse ore dopo la cessazione dell’esercizio Modificazioni della glicemia e dell’insulinemia durante esercizio fisico prolungato in pazienti con diabete tipo 2 8 Glicemia (mmol/l) 7 Insulinemia (mU/l) 25 20 diabetici 6 diabetici 15 5 10 4 3 -15 0 controlli controlli 30 60 90 120 150 180 minuti 5 -15 0 60 120 minuti (Devlin et al, 1987) 180 Effetti metabolici a lungo termine dell’esercizio fisico aerobico • Aumento della sensibilità insulinica aumento massa magra aumento capillarizzazione muscolare aumento trasportatori di glucosio nel muscolo aumento attività glicogeno-sintasi • Modificazioni anti-aterogene del profilo lipidico aumento colesterolo HDL riduzione trigliceridi riduzione colesterolo LDL (specie LDL piccole dense) Peculiarità del diabete tipo 2 in relazione all’esercizio fisico • L’esercizio ha effetti benefici sui meccanismi patogenetici della malattia e sui fattori di rischio cardiovascolare associati al diabete: è uno strumento di cura. • Non vi è ipoinsulinemia assoluta: difficilmente l’esercizio può precipitare uno scompenso metabolico. • L’eventuale iperinsulinemia è in genere conseguenza dell’insulinoresistenza e si riduce con il miglioramento della sensibilità insulinica (non è così se farmaco-indotta) CRITERI DIAGNOSTICI DEL DIABETE MELLITO E DELLE ALTRE CATEGORIE DI ALTERATA REGOLAZIONE GLICEMICA Concentrazione di glucosio nel plasma venoso (mg/dl) Diabete mellito Digiuno ≥126 Digiuno <126 ma 2-h OGTT ≥200 Ridotta tolleranza glucidica Digiuno<126 e 2-h OGTT 140-199 Alterata glicemia a digiuno Digiuno 110-125 (prescinde da OGTT) Normalità Digiuno <110 e 2-h OGTT<140 Cambiamenti nel peso e nell’attività fisica in 3234 soggetti con IGT assegnati a un programma intensivo di modifica dello stile di vita*, metformina o placebo 4 Attività fisica (MET.h / settimana) peso (kg) 8 Stile di vita 2 Placebo 6 0 -2 4 Metformina -4 -6 -8 Metformina Stile di vita 0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 anni 2 Placebo 0 * dieta ipocalorica ipolipidica (obiettivo: calo ponderale ≥7%) + attività fisica moderata ≥150 min/settimana 0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 anni Diabetes Prevention Program, NEJM 2002 Effetto della modifica dello stile di vita o della terapia con metformina sulla comparsa di diabete tipo 2 in 3234 soggetti con IGT 40 Placebo p<0.001 Metformina (%) 30 Stile di vita 20 10 0 0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 anni Diabetes Prevention Program, NEJM 2002 Correlazione tra controllo glicemico, durata del diabete e retinopatia diabetica Tasso di progressione della retinopatia (Adattata da : The Diabetes Control and Complications Trial Research Group, 44:968, 1995) 24 Media HbA1c = 11% 10% 9% 20 16 12 8% 8 7% 4 0 1 2 3 4 5 6 Durata del follow-up (anni) 7 8 9 UKPDS - GLUCOSE CONTROL STUDY AGGREGATE CLINICAL ENDPOINTS Relative risk & 95%CI p CI 0.3 1 RR 1.8 Any diabetes-related endpoint 0.88 0.029 Diabetes-related deaths 0.90 0.34 All-cause mortality 0.94 0.44 Myocardial infarction 0.84 0.052 Stroke 1.11 0.52 Microvascular 0.75 0.0099 • • • • • • Favours Favours intensive conventional PREVALENZA DI DISORDINI METABOLICI NEL DIABETE TIPO 2 (Verona NIDDM Complications Study, n=1780) 80 % 60 40 20 0 Sovrappeso e obesità Adiposità centrale Ipertensione Dislipidemia arteriosa SINDROME METABOLICA E ATEROSCLEROSI obesità centrale iperglicemia dislipidemia ipertensione ATEROSCLEROSI flogosi cronica disfunzione endoteliale stress ossidativo trombofilia Probabilità di CHD in 8 anni (%) RISCHIO E FATTORI DI RISCHIO PER MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN MASCHI DIABETICI DI ETA’ >40 anni (Framingham Study, 1979) 60 50 46 % 40 30 2% nei non-diabetici senza fattori di rischio 33 % 32 % 20 10 non diabetici 8% 3% 0 Fumo P.A. sistolica - - - + 135 195 195 195 Colesterolo 185 185 336 336 Perché consigliare l’attività fisica al soggetto diabetico? • Migliora il controllo glicemico • Migliora il profilo cardiovascolare • Riduce l’incidenza delle complicanze croniche • Migliora l’aspettativa di vita • Migliora il senso di benessere psico-fisico Effetti favorevoli dell’esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolare nel diabete tipo 2 • • • • • • • Riduzione glicemia Aumento sensibilità insulinica Riduzione colesterolo LDL e trigliceridi Aumento colesterolo HDL Riduzione tessuto adiposo, specie viscerale Riduzione fattori pro-coagulanti Controllo dell’ipertensione (lieve) Riduzione mortalità cardiovascolare OBIETTIVI TERAPEUTICI per la riduzione del rischio cardiovascolare nel diabete mellito di tipo 2 • • • • • • • • Riduzione di peso corporeo e obesità viscerale HbA1c < 7.0 % Colesterolemia LDL < 100 mg/dl Colesterolemia HDL > 40 mg/dl Trigliceridemia < 150 mg/dl Pressione arteriosa < 135/85 mmHg Sospensione del fumo Attività fisica ( > 10 MET) Effetti del training sul metabolismo energetico • Aumento dell’ossidazione dei lipidi • Diminuzione relativa dell’utilizzazione del glucosio • Minore produzione di acido lattico Attività fisica raccomandata nel diabete tipo 2 Intensità Durata Frequenza Tipologia 40-60% VO2max 30 – 60 minuti/seduta Almeno 3-4 volte alla settimana (preferibilmente tutti i giorni) Aerobica CONTRIBUTO DEL GLUCOSIO E DEGLI FFA COME FONTE ENERGETICA IN RAPPORTO ALLA INTENSITA’ DELL’ ESERCIZIO GLUCOSE glucosio acidiFFA grassi Ra Glucosio e FFA (µmol·kg-1·min-1) 60 50 40 30 20 10 0 % VO2 max 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 da Brooks e Trimmer, J Appl Physiol 80: 1073, 1996 Rischi connessi con l’esercizio fisico nel diabete tipo 2 Aggravamento complicanze croniche severe (retinopatia, piede diabetico) Evento cardiovascolare acuto • cardiopatia ischemica (silente!) • neuropatia autonomica PERCENTUALE DI SOGGETTI DIABETICI CHE HANNO RAGGIUNTO IL LIVELLO RACCOMANDATO DI ATTIVITA’ FISICA E STIME DI ATTIVITA’ MEDIA DOPO 2 ANNI DI ATTIVITA’ EDUCATIVA INTENSIVA Intervento 80 60 40 20 0 % >10 MET-h/week Controllo 30 20 10 0 p<0.01 MET-h/week Di Loreto et al, 2003 Modificazioni osservate in base al livello di attività fisica raggiunto (MET) 0 1-10 11-20 21-30 31-40 > 40 Peso Kg + 0.8 + 0.6 + 0.1 - 2.2 - 3.0 - 3.2 Circonf. vita cm + 1.0 + 1.0 - 0.9 - 3.8 - 5.5 - 7.1 HbA1c % + 0.03 - 0.06 - 0.44 - 0.88 - 1.11 - 1.19 PA max mmHg - 1.8 - 1.5 - 6.4 - 5.5 - 6.6 - 9.2 PA min mmHg - 4.6 - 2.4 - 2.9 - 4.8 - 5.3 - 7.1 Col. tot mg/dl - 3.8 - 5.6 - 10.2 - 10.7 - 7.4 - 10.9 Col. LDL mg/dl - 4.5 - 7.1 - 3.4 - 5.3 - 6.3 - 7.7 Col. HDL mg/dl + 0.1 + 1.1 + 2.9 + 5.6 + 10.4 + 6.3 TG mg/dl + 3.4 + 2.1 - 48.2 - 55.2 - 57.4 - 68.4 CHD % + 0.1 - 0.3 - 2.6 - 3.7 - 4.8 - 4.3 p<0.05 Di Loreto et al, Diabetes Care 2005 Massimo carico di lavoro permesso nei diabetici Senza complicanze • Fino alla stanchezza Con complicanze (clinicamente significative) • I parametri cardiovascolari e metabolici devono restare negli intervalli di normalità Position Statement 2004 American Diabetes Association Exercise and Diabetes • A graded exercise test may be helpful if a patient…..is at high risk for underlying cardiovascular disease, based on one of the following criteria: - age > 35 years - etc….. • In patients planning to partecipate in low-intensity forms of physical activity (<60% of max heart rate), such as walking, the physician should use clinical judgment id deciding whether to recommend an exercise stress test. Esercizio fisico e diabete tipo 2 Precauzioni generali da adottare • Preferire attività aerobiche, regolari e non superiori al 50-60% della VO2 max • Sottoporsi a visita medica preliminare • Effettuare autocontrollo glicemico in caso di terapia farmacologica con insulina o sulfoniluree Interazione fra sulfoniluree ed esercizio sull’omeostasi glucidica nel diabete Dopo assunzione di sulfonilurea (S) Dopo 60’ di esercizio al cicloergometro (E) Esercizio + sulfonilurea (E+S) Glicemia (mmol/l) 11 10 9 8 7 6 70 60 130 50 E S * 70 minuti Glibenclamide 0 esercizio 0 -60 Insulina (pmol/l) 80 190 E+S 40 20 0 -60 S E+S E 30 Glibenclamide * esercizio 0 70 minuti 130 190 (Larsen et al, Diabetes Care 1999) Concentrazioni plasmatiche di FFA in 8 pazienti studiati in 3 occasioni: dopo sulfonilurea (S), dopo esercizio fisico (E) e dopo esercizio fisico combinato con sulfonilurea (E+S) 0.7 0.6 * 0.5 0.4 * 0.2 Glibenclamide 0.1 0.0 -60 * 0.3 * * * * *E FFA (mmol/l) E+S S * esercizio 0 70 130 190 minuti (Larsen et al, Diabetes Care 1999) Attività fisica nella cura del diabete tipo 2 Indagini preliminari Valutare la presenza e la gravità di: 1. Retinopatia 2. Nefropatia 3. Coronaropatia (forme silenti!) e macroangiopatia 4. Neuropatia somatica 5. Neuropatia autonomica Position Statement - American Diabetes Association, 2004 Esercizio fisico e diabete Raccomandazioni in presenza di retinopatia Retinopatia non proliferante moderata-severa: • evitare attività che possono incrementare marcatamente la pressione arteriosa Retinopatia proliferante: • evitare qualsiasi attività strenua o che comporti una manovra di Valsalva, colpi o scuotimenti bruschi Position Statement - American Diabetes Association, 2004 Esercizio fisico e diabete Raccomandazioni in presenza di neuropatia periferica In caso di perdita della sensibilità al monofilamento: • evitare attività che possono facilitare lesioni al piede (jogging, step, cammino prolungato, etc) • favorire nuoto, bicicletta, esercizi agli arti superiori, etc Il problema della neuropatia autonomica • Altera il compenso emodinamico allo sforzo • Espone il paziente ad un elevato rischio cardiovascolare e di lesioni al piede • Non consente di utilizzare la frequenza cardiaca come indice di intensità dello sforzo • Comporta una ridotta capacità di contrastare e percepire l’ipoglicemia • Può provocare problemi digestivi con incoordinazione temporale fra effetto dei farmaci e assorbimento dei nutrienti Opportuno non far superare livelli di attività fisica percepiti come sforzo moderato Position Statement of the American Diabetes Association, 2004 Esercizio fisico e diabete Raccomandazioni in presenza di neuropatia autonomica • Considerare scintigrafia con tallio per valutare la perfusione miocardica • Monitorare attentamente la risposta pressoria allo sforzo • evitare attività strenue o in ambienti caldi o freddi, porre attenzione all’idratazione Position Statement of the American Diabetes Association, 2004 Esercizio fisico e diabete Raccomandazioni in presenza di nefropatia • porre attenzione al controllo pressorio Captazione di ossigeno durante esercizio al cicloergometro nel diabete tipo 2 non complicato VO2/ lavoro VO2 max 12 35 * 25 * 20 15 10 ml x kg x min ml x kg x min 30 9 6 3 5 0 0 controlli magri sedentari controlli obesi sedentari diabetici tipo 2 obesi sedentari Regensteiner et al, 1998 Risposte all’esercizio submassimale nel diabete tipo 2 non complicato Lattacidemia 5 * * 90 diabetici tipo 2 diabetici tipo 2 % mmol/l 4 VO2/ VO2 max 3 controlli obesi 60 controlli magri 2 1 controlli magri 0 controlli obesi 30 0 20 w 30 w 80 w 20 w 30 w 80 w Regensteiner et al, 1998 Frazione di eiezione del ventricolo sinistro in diabetici tipo 2 a riposo e durante handgrip 70 * 60 Controlli T2DM 50 40 30 20 10 0 Resting * p<0.01 vs controlli Handgrip Scognamiglio et al, 2004 Adiposità e VO2 max in soggetti magri normoglicemici con familiarità di 1° grado per diabete tipo 2 Sensibilità insulinica 12 30 80 VO2 max * 70 9 60 6 cm2 * 20 40 10 3 20 ml/kg FFM x min 60 Kg/m2 IMGU (mg/kg FFM x min) Adiposità viscerale BMI * 50 40 30 20 10 0 0 controlli familiari di diabetici 0 0 Nyholm et al, 2004 insulinoresistenza diabete tipo 2 riduzione attività fisica Modificazioni della VO2 max dopo 3 mesi di training nel diabete tipo 2 (3 h/w 70-85% max) 35 * ml x kg x min 30 25 20 15 10 5 0 controlli magri * Base Dopo training p<0.05 vs altri gruppi controlli obesi diabetici Brandemburg et al, 1999 Type 2 diabetes • "Moderate weight training programs that utilize light weights and high repetitions can be used for maintaining or enhancing upper-body strength in nearly all patients with diabetes.“ American Diabetes association • "It is recommended that resistance training at least 2 days per week should be included as part of a well-rounded exercise program for persons with type 2 diabetes whenever possible. A minimum of 8–10 exercises involving the major muscle groups should be performed with a minimum of one set of 10–15 repetitions to near fatigue. Increased intensity of exercise, additional sets, or combinations of volume and intensity may produce greater benefits and may be appropriate for certain individuals.“ American College of Sport Medicine Elderly • "High-resistance exercise using weights may be acceptable for young individuals with diabetes, but not for older individuals or those with long-standing diabetes." American Diabetes association • "Because sarcopenia and muscle weakness may be an almost universal characteristic of advancing age, strategies for preserving or increasing muscle mass in the older adult should be implemented.... Strength training, in addition to its positive effects on insulin action, bone density, energy metabolism, and functional status, is also an important way to increase levels of physical activity in the elderly." American College of Sport Medicine Attività fisica nella cura del diabete tipo 2 Norme generali L’attività fisica è uno strumento di cura e va fortemente incentivata L’attività fisica intensa non è necessaria; anche le passeggiate, effettuate con regolarità, comportano vantaggi metabolici L’attività fisica va comunque consigliata e quantificata singolarmente Principali effetti degli ormoni tiroidei sul metabolismo intermedio + + Pentosi Glucosio + + Glicogeno + Lattato/Piruvato Trigliceridi + + + FFA Acetil CoA + CO2 + H2O Aminoacidi Proteine + Azioni metaboliche generali degli ormoni tiroidei -aumento consumo di O2 e substrati -aumento produzione e utilizzo ATP -aumento produzione calore aumento fabbisogno energetico aumento dispersione di calore aumento lavoro cardiaco a riposo Ormoni tiroidei ed esercizio fisico Gli ormoni tiroidei controllano la produzione di energia e numerosi aspetti della fisiologia dell’unità neuromuscolare (modulazione sintesi proteine contrattili, regolazione flussi ionici transmembrana). L’esercizio fisico sembra esercitare modeste influenze sull’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. Azioni degli ormoni tiroidei a livello muscolare • regolazione sintesi catene pesanti miosina aumento isoenzima alfa e riduzione isoenzima beta (prevalenza fibre tipo II, ad elevata attività ATP-asica ed efficienza contrattile) • aumento Ca-ATPasi (potenziamento uptake del calcio nel reticolo sarco-plasmatico con aumento contrattilità) • aumento Na/K-ATPasi (aumento efflusso cellulare di sodio con potenziamento contrazione e aumento consumo O2 e termogenesi) AZIONI DEGLI ORMONI TIROIDEI SUL CUORE • Dirette – regolazione geni specifici – regolazione canali del calcio • Indirette – sensibilizzazione alle catecolamine – vasodilatazione periferica – aumento volemia Principali geni modulati direttamente dagli ormoni tiroidei nei cardiomiociti • Isoforma alfa della catena pesante della miosina • Ca2+ATPasi del reticolo sarcoplasmatico • Adrenorecettore 1 Effetti emodinamici degli ormoni tiroidei rilassamento muscolatura liscia vasale T3 az. cronotropa termogenesi espressione adrenorecettori 1 sensibilità alle catecolamine resistenze vascolari pressione diastolica sintesi Ca2+ ATPasi reticolo sarcoplasmatico contrattilità miocardica rilassamento diastolico volemia e massa eritrocitaria gettata cardiaca pressione sistolica Effects of thyroid hormones on cardiac contractility (evaluated by the preejection period) Preejection period (ms) 140 P<0.0001 110 80 50 Hyperthyroid Subclin. Hyperthyroid Control Subclin. Hypothryroid Hypothyroid Kahaly and Dillmann, Endocr Rev 2005 Prevalenza alterazioni funzione tiroidea Femmine Maschi Ipertiroidismo 2 0.2 Ipotiroidismo 6 0.8 Effetti avversi delle disfunzioni tiroidee sull’apparato osteo-muscolare Ridotta tolleranza allo sforzo Osteoporosi (ipertiroidismo) Miopatia (ipotiroidismo) Manifestazioni cliniche dell’ipotiroidismo correlate all’attività fisica Debolezza, astenia Dispnea da sforzo Intolleranza all’esercizio fisico Pseudoipertrofia muscolare Cause di ridotta efficienza muscolare nell’ipotiroidismo • ridotta riserva cardio-vascolare riduzione VO2 max riduzione gittata cardiaca aumento lattato • alterazioni metaboliche riduzione capacità di ossidazione substrati • ridotta riserva polmonare • alterata distribuzione flusso sanguigno • miopatia Meccanismi di ridotta efficienza muscolare nell’ipotiroidismo aumento fibre lente (tipo I) alterata funzione ossidativa mitocondriale riduzione ATP riduzione fosfocreatina diminuzione pH intracellulare precoce esaurimento glicogeno Manifestazioni cliniche cardiovascolari dell’ipertiroidismo - tachicardia sinusale - ipertensione sistolica - aritmie sopraventricolari - dispnea da sforzo SEGNI E SINTOMI DA ECCESSO DI CATECOLAMINE E DI ORMONI TIROIDEI Stato iperadrenergico Ipertiroidismo Reversibilità con -blocco Frequenza cardiaca SI Gettata cardiaca SI Pressione arteriosa variabile Resistenze vascolari variabile differenziale SI SI Contrattilità cardiaca NO Metabolismo basale NO Retrazione papebrale SI SI SI Labilità emotiva, ansietà SI SI SI Forza muscolare SI CONSEGUENZE FUNZIONALI DELL'IPERTIROIDISMO Aumento di: - velocità flusso sanguigno - output cardiaco a riposo Diminuzione di: - efficienza utilizzo O 2 - soglia anaerobica - riserva contrattile - capacità di lavoro Manifestazioni cliniche dell’ipertiroidismo correlate all’attività fisica - tachicardia a riposo - ridotta tolleranza allo sforzo - debolezza muscolare (specie muscoli prossimali ed estensori) - riduzione masse muscolari Meccanismi di ridotta efficienza muscolare nell’ipertiroidismo - aumento frequenza cardiaca a riposo aumento gettata cardiaca a riposo aumento frequenza respiratoria e ventilazione aumento contrattilità del muscolo aumento consumo ossigeno (non coordinato con contraz.) - ridotta efficienza estrazione e consumo ossigeno - aumento tendenza all’ipoglicemia nell’esercizio protratto Parametri emodinamici nell’ipertiroidismo prima e dopo terapia Frequenza 120 p<0.05 100 p<0.05 8 l/min x m2 b/min 140 80 60 55 Indice cardiaco 7 6 p<0.005 5 n.s. 4 3 riposo p<0.05 esercizio p<0.05 Indice di gettata sistolica 2 prima dopo terapia 55 riposo p<0.05 esercizio p<0.05 Frazione di eiezione ml/ m2 n.s. 50 50 45 % 45 n.s. p<0.005 40 40 p<0.005 35 riposo n.s. esercizio p<0.05 35 riposo n.s. esercizio n.s. Machill e Scholz, 1994 n.s. 3200 2800 2400 Hyperthyroid Control 2000 100 140 p=0.0001 Work load (watt) Rate Pressure Product (bpm x mmHg) Rate-pressure product (top), as a parameter of cardiac work, and work load at maximal exercise (bottom) in hyperthyroidism 180 Modified from Kahaly et al, Chest 1996 Ipertiroidismo “subclinico” Quadro biochimico caratterizzato da livelli soppressi di TSH con ormoni tiroidei all’interno dell’intervallo di riferimento LEFT VENTRICULAR EJECTION FRACTION AT REST AND DURING EXERCISE IN PATIENTS RECEIVING TSH-SUPPRESSIVE THERAPY rest exercise 80 % 70 ** 60 ** 50 40 30 20 10 0 CONTROLS **p<0.01 L-T4 Biondi et al, JCEM 1996 EXERCISE CAPACITY IN SUBJECTS GIVEN TSH-SUPPRESSIVE L-T4 THERAPY Controls 150 Max workload (watts) 120 90 L-T4 12 Maximal exercise duration (min) 9 ** ** 6 60 30 0 **p<0.01 3 0 Biondi et al, JCEM 1996 ALTERAZIONI NELLA CAPACITA’ DI ESERCIZIO DURANTE TERAPIA TSH-SOPPRESSIVA Controlli (n=9) L-T4 (n=9) Carico dI lavoro max (watt) 117 + 12 102 + 14 * VO2 basale (ml/kg min) 3.9 + 0.5 4.2 + 1.2 22 + 3 17 + 3 ** 10.4 + 2.3 8.2 + 2.6 * 56 + 7 46 + 8 * VO2 max (m/kg min) VO2 / Watt Soglia anaerobica (% VO2 max) * p<0.05; ** p<0.01 Mercuro et al, JCEM 2000