LA DIETA NELLA TERZA
ETA’
Prof. Paolo Polidori
Università di Camerino
STUDIO INVECCHIAMENTO
Il grande interesse della ricerca scientifica trova
giustificazione nella sempre crescente porzione
di soggetti in età avanzata all’interno della
popolazione.
L’interesse dei ricercatori è volto ad approfondire
i complessi fenomeni involutivi legati alle
modificazioni metaboliche e alla alterazioni
funzionali connesse con il progredire degli
anni, ed è mirato a ridurre il processo di
invecchiamento per far permanere il più a
lungo possibile l’anziano all’interno della
collettività.
Life Expectancy
La vita media negli ultimi 100 anni è
aumentata significativamente a seguito di
diversi fattori:
Miglioramento pratiche igieniche;
Diffusione delle vaccinazioni;
Migliore capacità terapeutica (antibiotici);
Maggiore disponibilità di cibo;
Uso del riscaldamento domestico
Tra i diversi fattori che incidono sul processo
di invecchiamento, un ruolo fondamentale
è svolto dall’alimentazione.
STATO NUTRIZIONALE - 1
Alcuni fattori influenzano lo stato nutrizionale
del soggetto anziano:
Fattori culturali
L’attitudine personale e le abitudini verso
determinati cibi, nonché i comportamenti
instaurati nel tempo (spesso dall’infanzia)
difficilmente mutano invecchiando.
Attività Fisica
Diminuisce con l’età rendendo più elaborati i
meccanismi di assorbimento e di
assimilazione degli alimenti.
STATO NUTRIZIONALE - 2
Altri fattori che influenzano lo stato nutrizionale
del soggetto anziano:
Comparsa del Malassorbimento
A causa della modificata funzionalità delle mucose
(gastrica, enterica) o per diminuzione delle
attività enzimatiche.
Fabbisogni non Rispettati
Il ridotto consumo di alimento e il ridotto
assorbimento di nutrienti non rispettano i
fabbisogni di vitamine, Sali minerali, ecc.
Risorse Economiche
Nell’anziano spesso diventano inferiori con minori
possibilità di scelte alimentari.
MALNUTRIZIONE
NELL’ANZIANO
Malnutrizione Primaria
Errata assunzione di alimenti, errato
comportamento alimentare.
Malnutrizione Secondaria
Rallentamento funzioni digestive, ridotte
capacità metaboliche, patologie che
limitano l’alimentazione (diabete,
dislipidemie, ecc.), patologie che limitano
l’utilizzazione degli alimenti
(malassorbimento).
Fattori Predisponenti la
Malnutrizione
Psicologici: depressione, anoressia tardiva,
demenza;
Sociali: povertà, difficoltà nell’acquisto o
nella preparazione dei cibi, isolamento
sociale, alcolismo;
Patologici: disordini endocrini
(ipertiroidismo), deglutizione dolorosa,
difficoltà masticazione (morbo di
Parkinson), dentatura malconservata,
alterazione coordinazione mano-bocca, ecc.
Manifestazioni della Malnutrizione
Possono manifestarsi:
• Alopecia, capelli secchi e depigmentati
• Anoressia
• Confusione
• Calo della massa magra (i muscoli vengono
usati a scopo energetico)
• Edemi
• Diarrea
• Desquamazione e debolezza.
Valutazione Stato Nutrizionale
Esistono diversi parametri:
Valutazione Antropometrica
IMC, peso, altezza, plica tricipitale e
circonferenza braccio.
Valutazioni Ematochimiche
Emocromo, proteine totali, glucosio,
creatinina, colesterolo totale, HDL,
trigliceridi, ecc.
Valutazioni Comportamentali
Qualità e frequenza dei pasti, scelta alimenti.
Fabbisogno Energetico Terza Età
La riduzione del fabbisogno calorico
giornaliero si verifica in misura progressiva
all’aumentare degli anni. Questo fenomeno
è associato alle minori spese energetiche
conseguenti alla riduzione dell’attività e alle
modifiche del metabolismo basale.
La diminuzione dell’apporto calorico nella
dieta dell’anziano non deve però andare a
indurre stati di malnutrizione, che sono
frequenti soprattutto a carico dei
micronutrienti.
Fabbisogno Glucidico
La quantità raccomandabile di glucidi nella dieta
dell’adulto, così come nell’anziano in condizioni
di normalità, dovrebbe aggirarsi tra il 55 ed il 65%
dell’apporto di energia totale.
Con l’aumentare dell’età diminuisce la tolleranza al
glucosio: l’apporto di zuccheri deve essere
rappresentato in prevalenza da polisaccaridi (amidi
e destrine), limitando gli zuccheri semplici
(saccarosio) all’8-10%.
Una dieta troppo ricca di glucidi, specie disaccaridi
(saccarosio), conduce ad un accumulo di lipidi,
con aumento della trigliceridemia.
Fabbisogno Lipidico
Con il processo di invecchiamento si instaurano
importanti modifiche metaboliche a carico
della componente lipidica: la più conosciuta è
l’aumento tissutale dei depositi di colesterolo,
che raggiunge il 200% nel tessuto connettivo.
L’apporto di lipidi dovrebbe fornire il 20-30%
del fabbisogno calorico totale, distribuiti così:
10% acidi grassi saturi, 2-6% acidi grassi
essenziali, il resto da acidi grassi
principalmente monoinsaturi.
L’introduzione giornaliera di colesterolo non
deve superare i 300 mg.
Fabbisogno Proteico
I fabbisogni proteici non cambiano
normalmente con l’avanzare dell’età;
l’apporto di proteine con la dieta può però
variare in età avanzata a seguito di patologie
in atto che possono consigliarne un minor
carico.
Si raccomanda negli anziani (maschi e
femmine) un apporto di circa 1 g/kg p.c./die
di proteine: è necessario che almeno
0,6 g/kg p.c./die siano di elevato valore
biologico.
Fabbisogno Idrico
La disidratazione rappresenta un problema
frequente tra gli anziani. Fondamentale
risulta il bere anche senza stimolo della
sete.
La quantità ottimale giornaliera, esclusa
l’acqua presente nei cibi, è di 1,5-2.0
litri/die.
Vanno evitate bibite troppo dolci,bevande
alcoliche e bevande nevrine (caffé, tea,
ecc.).
Fabbisogno Vitaminico
Particolarmente frequente negli anziani è la
carenza di Vitamina D e Vitamina B12,
quest’ultima spesso associata ad un ridotto
consumo di carne per motivi fisici
(difficoltà masticazione) ed economici.
Se necessario si può prevedere una
supplementazione di queste vitamine
mediante prodotti commerciali.
Fabbisogno di Minerali - 1
Gli anziani sono soggetti ad alcune carenze di
minerali specifiche:
La carenza di Ferro è spesso legata a ridotti
consumi di carne: si raccomandano 10
mg/die di ferro in entrambi i sessi.
Il Sodio va consumato con moderazione dagli
anziani, che spesso presentano ipertensione.
Una dieta iposodica deve però prevedere
adeguati apporti di Potassio, tramite frutta e
verdura. L’apporto giornaliero di Potassio
deve essere di almeno 3 g/die.
Fabbisogno di Minerali - 2
Il fabbisogno di Calcio aumenta con l’età, a
causa del ridotto assorbimento intestinale.
Tra i 30 e i 40 anni si raggiunge il picco di
massa ossea, poi questo valore declina.
L’osteoporosi, malattia caratterizzata dalla
perdita di massa ossea per perdita sia della
componente organica che di quella
minerale, è molto diffusa nella popolazione
anziana, specie femminile.
La dose consigliata di calcio è di 1.200 mg/die
per l’uomo, 1.500 mg/die per la donna.
Fabbisogno di Minerali - 3
L’oligoelemento che più spesso risulta carente
nell’anziano è lo Zinco; questo minerale ha
un ruolo fondamentale, come cofattore,
nell’integrità del sistema immunitario e
nella conservazione del senso del gusto,
della vista e dell’olfatto.
La dose giornaliera consigliata per un
soggetto anziano è di 10 mg/die per l’uomo,
7 mg/die per la donna.
Approccio Dietetico per Soggetti in
Età Avanzata
Una dieta variata risulta essere importante in
età avanzata: in generale, è importante
l’assunzione di alimenti contenenti proteine
di alto valore biologico (latte e formaggi,
carne, pesce e uova) nella misura di almeno
il 50% della quota proteica totale.
Tenendo conto delle relazioni tra dieta ed
assetto lipidico ematico, si deve tenere in
grande considerazione la qualità della quota
lipidica e dei carboidrati.
Apporto di Liquidi
E’ importante anche la somministrazione di
un’adeguata quantità di liquidi, allo scopo di
facilitare l’eliminazione delle scorie, ed è
opportuno che il fabbisogno idrico venga
soddisfatto anche con succhi di frutta, passati di
verdure e latte, oltre che con acqua, in modo da
ottenere una concomitante assunzione anche di
vitamine e sali minerali. In generale l’assunzione
giornaliera di liquidi non dovrebbe essere inferiore
a 1.5 litri, possibilmente lontani dai pasti.
Anche il vino in giuste proporzioni può essere
consentito all’anziano: 1-2 bicchieri a pasto e mai
a stomaco vuoto.
CONCLUSIONI
La ripartizione dei pasti nella giornata
dovrebbe prevedere: colazione, pranzo,
merenda e cena, quest’ultima molto frugale
al fine di rendere la digestione notturna
poco laboriosa.
Va poi ricordato il problema dell’igiene
alimentare, spesso trascurato negli anziani,
vittime di apatia, che può esporli più
facilmente a rischi di infezioni e/o
intossicazioni, data la ridotta capacità di
reazione di un organismo anziano.